VI. La cultura per i sociologi: la scuola tedesca - FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA' DI ROMA, A.A ...

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VI. La cultura per i sociologi:
             la scuola tedesca

FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-
              UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A. 2018-2019
Coordinate generali
  • La scuola si sviluppa tra fine Ottocento-inizio Anni Trenta del Novecento. Si tratta di un
    gruppo di intellettuali tedeschi legati al neokantismo e allo storicismo; non si può parlare di
    una vera e propria scuola sociologica, almeno alle origini
  • Continuazione del dibattito sul metodo delle scienze sociali avviato dallo storico Wilhem
    Dilthey (1833-1911) nella seconda metà dell’Ottocento: scienze umane trattano non di cose,
    ma di uomini che sono esseri autonomi e liberi = non esistono leggi sociali! (anti-positivismo
    vs scuola francese: v. Durkheim)
  • Contro il metodo nomotetico delle scienze naturali si propone il metodo idiografico
    (fenomeni storico-sociali sono unici, vanno compresi nella loro individualità): comprensione
    (Verstehen come immedesimazione intuitiva) vs spiegazione (Erklaren, individuazione di rigidi
    nessi causali)

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Max Weber (1864-1920) e Georg Simmel (1858-1918)
• Riprendono questo dibattito metodologico, ma pur distinguendo tra scienze della natura e
  scienze della cultura, ritengono che comprensione e spiegazione siano due aspetti dello
  stesso processo cognitivo
• Simmel propone addirittura un monismo metodologico = stesso metodo per scienze della
  natura e scienze della cultura; a differenza dei positivisti (anche loro sostenitori di un unico
  metodo scientifico), però, crede che debbano essere le prime ad imitare le seconde e non
  viceversa: anche gli scienziati naturali selezionano dalla molteplice realtà solo alcuni aspetti,
  interpretano i fatti sulla base del contesto storico-culturale in cui agiscono (es. modificazioni
  dei paradigmi scientifici)

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L’azione sociale dotata di senso
  • La sociologia di Weber è detta comprendente
    perché individua come oggetto del suo studio
    L’AZIONE SOCIALE: le azioni umane sono tutte
    dotate di senso

  • Le azioni sociali sono azioni dotate di senso,
    orientate all’altro, cioè fondate sul fatto che ego
    si rivolge a uno o più alter

  • Differenze con Durkheim: aprire un ombrello
    quando inizia a piovere non è un’azione sociale
    per Weber, perché ego non si sta rivolgendo ad
    alter
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La cultura per Max Weber
                Sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo,
                   alla quale è attribuito senso e significato dal punto di vista
                                     dell’uomo (Weber, 1922)

                Riflessione: Proviamo a riflettere sul senso delle nostre azioni
                 quotidiane, proviamo a comparare ciò che noi facciamo con
               quello che facevano i nostri coetanei 100 anni fa. Cosa è il senso?
               Cosa ha senso? Il senso è oggettivo o è sempre situato in un dato
                contesto sociale, storico, e parte dal punto di vista del singolo
                                    calato in tale contesto?

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Il metodo scientifico e il ruolo della cultura
  • I concetti, nella scienza come nella vita ordinaria, sono strumenti di conoscenza della realtà: è
    l’uomo a dare senso (neokantismo) = ma i concetti sono un prodotto storico-sociale
  • L’impulso a conoscere è generato dai nostri valori: la scienza segue un metodo impersonale,
    rigoroso, fondato sul riscontro empirico, ma a monte lo scienziato sceglie un dato oggetto di
    studio sulla base di valori e la sua interpretazione dei fatti è culturalmente orientata
  • Non esistono fatti separati dalla mente degli uomini, ma esiste un contesto che l’uomo
    interpreta
  • L’indagine non deve essere pilotata da assunzioni normative su ciò che secondo noi è giusto o
    desiderabile, ma nemmeno deve assolutizzare le conclusioni come le uniche oggettive (vero
    assoluto) = DOBBIAMO ESPLICITARE DA QUALE PUNTO DI VISTA SIAMO PARTITI (lo scienziato
    sociale deve esplicitare i presupposti della sua ricerca)

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Il ruolo attivo delle idee

Max Weber, in uno dei sui saggi più famosi, L’etica protestante e lo spirito del
capitalismo, analizza come un insieme di idee possano influire
sull’organizzazione dell’assetto economico

«Gli interessi (materiali e ideali), non già le idee, dominano immediatamente
l’agire umano. Ma le «immagini del mondo», create per mezzo di «idee», hanno
molto spesso determinato le vie sulle quali poi la dinamica degli interessi
continuò a spingere in avanti l’agire» (Weber, 1920, trad. it. 1965, p. 240)

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L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1906)
• Il capitalismo è un fenomeno macro, effetto non voluto e sistemico derivante
  dalla combinazione e aggregazione di azioni individuali

• Senso del dovere soprattutto verso la vocazione di imprenditore capitalista;

• NON desiderio di lusso, piacere, edonismo, ma parsimonia, sobrietà,
  “ascetismo intramondano”;

• Necessità di realizzare questa vocazione = metodo, organizzazione, calcolo,
  precisione: ruolo delle burocrazie (impersonalità, prevedibilità, etc. = forma
  più razionale di esercizio del potere): processo di RAZIONALIZZAZIONE
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Formazione della borghesia : imprenditori di ceto medio che credono nel lavoro non
   come mezzo per altri fini terreni, ma come principio di riconoscimento dei segni della
   salvezza (la predestinazione calvinista) e “chiamata”/vocazione (l’uomo serve Dio con
                               una professione: luteranesimo)

                                  Sviluppo delle imprese e del mercato

                                   Creazione del sistema capitalistico

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Osservazioni

      La spiegazione weberiana sulle origini del capitalismo è stata
  duramente criticata da diversi storici (si pensi al lavoro di Braudel che
  sottolinea le condizioni materiali che resero possibile il sorgere della
               borghesia come classe orientata al profitto)
 Tuttavia, va detto che Weber sostiene che è sbagliato sia assolutizzare
    la spiegazione economicista del capitalismo (calvinismo nato per
     trovare una giustificazione più consona all’agire economico del
   capitalista), sia la spiegazione culturalista (calvinismo ha prodotto il
 capitalismo) = si tratta di 2 spiegazioni parziali, dipendenti dal punto di
                             vista da cui partiamo
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• Il principale merito di Weber non sta nella spiegazione culturalista in sé
  (cultura come causa dei fenomeni sociali) quanto nell’evidenziare come le
  idee retroagiscano sul mondo sociale che le ha prodotte

• Le concezioni del mondo sono pubbliche, socialmente condivise, e per questo
  hanno una forte influenza sull’azione sociale

• Es. le società sono andate sviluppandosi secondo un processo che ha posto al
  centro la ragione e le sue capacità di calcolo: il capitalismo affermandosi ha
  consacrato l’organizzazione sociale fondata sul metodo

• Weber riconduce la razionalizzazione alle trasformazioni delle religioni (intese
  come sistema di idee per definire e comprendere il mondo)

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La cultura può produrre cambiamento sociale:
il caso della religione

La storia si muove grazie alle idee incarnate dagli uomini. Queste idee non sono enti a sé
stanti, in quanto sorgono dalla realtà concreta (interazione tra uomini che agiscono nei
confronti del mondo). Tuttavia, una volta create le idee influiscono sull’azione sociale.
Weber evidenzia questo aspetto in particolare nei suoi studi sulla religione.

Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo
status quo. Weber nota come la religione serva anche a giustificare l’incongruenza tra
destino e merito, legittimando (v. Marx) la stratificazione sociale attraversi la “teodicea”
(es. dottrina della predestinazione e dottrina indiana del karman).
Tuttavia, egli sottolinea che la religione è stata anche un potente fattore di mutamento
sociale, un fattore di rottura della tradizione. Le idee religiose sono state storicamente
delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali
e culturali

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Religione e razionalizzazione: il disincantamento
del mondo
• Weber ha evidenziato come la razionalizzazione consista in un
  progressivo processo di differenziazione dei sistemi simbolici, con
  la religione che diventa un ambito tra gli altri.
• Paradossalmente la religione (in particolare le religioni universali:
  ebraismo, cristianesimo, islamismo) si è nel tempo trasformata
  perché non riusciva a rendere conto delle incongruenze rispetto
  alla realtà empirica, ma col tempo la tensione a una giustificazione
  sempre più razionale “l’ha fagocitata”
• Con la formazione delle società moderne la legittimazione
  dell’ordine sociale si fonda sempre più sulla scienza e il riscontro
  empirico. Tutto ciò comporta che gli individui confinino la religione,
  quando credono, alla sfera privata, peraltro separando la morale
  adottata nella pratica dalla dottrina religiosa. Ciò avviene anche per
  via di una minore partecipazione ai riti religiosi (si indeboliscono le
  reti – la struttura di plausibilità – favorevoli a una maggiore
  coerenza tra azione e credo religioso)

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La secolarizzazione e
                                   la post-secolarizzazione
• Modernità fondata sul disincanto rispetto a qualsiasi tradizione: quali sono i
  valori ultimi?             Riconoscimento dell’autonomia individuale vs
  costrizioni delle istituzioni (questo è un prodotto del processo di
  differenziazione sociale per Durkheim, della razionalizzazione per Weber)

• Secolarizzazione e pluralismo culturale e religioso
• Critica all’assolutizzazione anche della scienza e post-secolarizzazione: la
  religiosità private piuttosto che l’ateismo
• Globalizzazione e incertezza economica e sociale: appartenenza senza
  credenza e tradizionalismo (avversione al pluralismo religioso e culturale)
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Fondamentalismi: una questione di Stato

• Sviluppo dei fondamentalismi, che non sono ritorni al
  passato, ma rielaborazioni
• Il fondamentalismo (anche cristiano, induista, etc.) è
  spesso legato all’individualismo (orientamento valoriale)
  a sua volta radicato nel processo di differenziazione
  sociale e de-istituzionalizzazione (individualizzazione)
• Assenza di certezze e di orientamento istituzionale +
  frustrazione, malcontento, isolamento = chiusura
  identitaria
• Inoltre l’identitarismo (v. Modi in India, Orban in
  Ungheria, Lega in Italia) si sviluppa anche come progetto
  politico fomentato da élite: nel caso del
  fondamentalismo wahabbita si pensi al grande ruolo
  dell’èlite economica dell’Arabia Saudita
Weber ed i processi culturali

  L’analisi weberiana ci consente di considerare la Cultura come un Processo
                 e non come un mero Oggetto immodificabile

       Esempio: dall’ebraismo è sorto per rottura (e rielaborazione della
   tradizione) il cristianesimo, da quest’ultimo è sorta la religione islamica;
      Inoltre vanno considerate le influenze di altre tradizioni su una data
     religione: il cristianesimo è stato influenzato dallo stoicismo e dai riti
                                     orfici..etc.
   Meglio parlare, dunque, di processi culturali = come vedremo anche una
       cultura coesa e duratura è il risultato di ibridazioni (l’identità come
                                    meticciato..)

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Neoweberiani

Gli studiosi che seguono l’approccio weberiano si concentrano sul ruolo
della cultura, intesa come rete di significati che si sedimentano in idee,
e vita pratica delle persone

Goldstone (1991) e lo studio culturale delle rivoluzioni nel XVII e XVIII
secolo, con comparazione tra Europa e Asia: il ruolo delle religioni nelle
concezioni del mondo, la differenza tra cristianesimo (concezione
lineare) e religioni orientali (concezione ciclica)

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Georg Simmel e la sociologia delle forme

• Altro esponente della scuola tedesca è
  l’eclettico Georg Simmel, filosofo e sociologo,
  dopo molti anni riconosciuto come uno dei
  padri fondatori della sociologia
• La sociologia è lo studio delle forme di
  associazione tra gli uomini
• Sociazione = formazione di gruppi e istituzioni
  attraverso l’interazione tra gli individui            Idee e società si
• La società è il nome con cui si indica una              influenzano
                                                        reciprocamente
  cerchia/gruppo di individui legati gli uni agli
  altri da legami di reciprocità

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Filosofia del denaro (1900)
 • Il denaro come equivalente universale (Marx) è
   la forma simbolica per eccellenza della
   modernità perché è il principale fattore di de-
   materializzazione che connota la nostra società
 • Il denaro rinvia alle relazioni tra gli uomini, non
   ha più valore in sé (come ce l’avevano le monete
   medievali)
 • Contribuisce al processo di                           L’intelletto (capacità di
   INTELLETTUALIZZAZIONE del mondo (concetto             calcolo e astrazione)
   elaborato da Weber, 1920; ripreso da tanti,           prevale sulla ragione =
   anche da studiosi della Scuola di Francoforte: v.     azione strumentale (che in
   seconda parte del corso)                              quanto tale è
                                                         universalistica) e distacco
FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI,    dell’individuo dai
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                                                         molteplici stimoli esterni
L’uomo blasè nella metropoli moderna
L'individuo blasè ostenta indifferenza e scetticismo e risponde in maniera
smorzata a un forte stimolo esterno a causa di una precedente
sovrastimolazione a cui si è così abituato da divenire meno ricettivo.
Il blasè ha già visto tutto, è disincantato, tutto gli scivola addosso a differenza
di chi provenendo dalla campagna può sentirsi disorientato ed anche incantato dalla città.
Gli aspetti economici, l'economia monetaria e la divisione del lavoro alimentano anch'essi
l'atteggiamento blasé. Il denaro è l'equivalente, l'unità di misura e spesso l'unico termine di
confronto, di tutti gli innumerevoli oggetti, fra loro molto diversi, di cui dispone l'uomo. Oggetti per
altro acquistati da un mercante e non da chi con fatica ed intelligenza li ha prodotti. Naturale
conseguenza è la perdita dell'essenza e del significato delle cose. Tutto diventa opaco, la valutazione
pecuniaria dell'oggetto finisce col divenire più importante delle sue stesse caratteristiche. Così
l’individuo acquisisce l'insensibilità ad ogni distinzione qualitativa.
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Individuo e Società: la dialettica hegeliana in
                    Simmel e il concetto di «eccedenza culturale»

 In generale:                                       In particolare cosa avviene nella società moderna:

 Rapporto di reciproca costituzione, ma             • Culture moderna ipertrofica = innovazione
 anche opposizione dialettica, tra                    tecnologica e produzione crescente di sistemi
 individuo e sistema sociale                          informativi, prodotti artistici e tecnici
                                                    • Cultura oggettiva eccede la Cultura soggettiva,
                                                      ossia la capacità di produzione di significati, di
                                                      apprendimento e di memoria del singolo (si pensi
 Capacità dell’individuo di pensarsi altro,           oggi alle informazioni presenti in rete)
 di sottrarsi alla società da cui pure
 dipende la sua azione e identità                   • Omologazione sociale e spinta all’eccentricità
                                                      individuale = la moda (Simmel, 1908): v. culto della
                                                      individualità in Durkheim (slides precedenti)

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Dall’eccedenza al ritardo culturale
• La sociologia simmeliana ci aiuta a capire il soggetto moderno e il
  suo «io radicale»: noi possiamo immaginare di vivere più vite;
  nonostante l’aumento delle scelte, va detto che molte altre
  possibilità sono solo immaginate. Questo aspetto crea attese che
  sono spesso frustrate: i media aumentano l’immaginazione
• Studiosi come l’antropologo Appadurai sostengono però che i flussi
  finanziari, migratori, di idee, tecnologie ed immagini producano
  comunque nuove identità che hanno una loro realtà: A. Appadurai,
  Modernity at large, 2001
• Simmel influenzò, come visto, i sociologi della scuola di Chicago,
  come ad esempio Park e Ogburn
• Ogburn e la teoria del ritardo culturale (1922): la cultura materiale
  (tecnologia) si modifica più velocemente della cultura adattiva (ossia
  istituzioni, valori, credenze, etc.)
• La tendenza delle persone all’inerzia e la presenza di interessi
  contrapposti sono tra le cause del ritardo culturale

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