VERSO UNA ROTTAMAZIONE DEI PIP

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Soldionline.it                                                             17 maggio 2007

                                                        Verso una rottamazione dei PiP
                                                                                      di Antonio Lucenti
                                                                                               17-05-07

                                                                     La dottoressa Manuela Visintin,
                                        nella sua veste di responsabile della Divisione Assicurativa
                                                                  e Fondi Pensione di Banca MB SpA
                                  è impegnata intensamente e particolarmente in questo periodo,
                                        in ragione della scadenza sempre più vicina del 30 giugno,
                                               spartiacque per la decisione di attribuzione del TFR,
                                        nell’opera di aggiornamento e formazione sull’argomento.

L--Dottoressa Visintin, sappiamo che la COVIP(*) sta ancora valutando le credenziali per
autorizzare alcuni fondi pensione. Senza entrare nel particolare dei soggetti, qual è la sua opinione
su questa attesa ?

V--Dagli incontri avuti con gli operatori, mi sembra di rilevare che, in alcuni casi, soprattutto per i
fondi aperti, si tratti di richieste di modifiche formali, che bloccano solo temporaneamente
l'autorizzazione e comunque non richiederebbero la rivisitazione dei prodotti.
In altri casi, soprattutto per quanto riguarda i PIP(**) o FIP si tratta di richieste di modifiche
sostanziali, che riguardano la struttura dei costi ed implicano una rivisitazione del prodotto da
parte delle Compagnie.

L--Purtroppo questa situazione, nota ai professionali del settore, è molto meno nota ai destinatari di
queste 'forme previdenziali'. E non è certo favorevole ai lavoratori che si trovano sospesi tra il non
sapere neppure che le cose stanno così , ed il non sapere cosa succederà del loro impegno già
preso.

L--Dottoressa Visintin , viene richiesto dalla normativa che ogni fondo, negoziale o aperto che sia,
provveda a fornire un comparto con garanzie. Tale richiesta nasce naturale e legittima dalla base
dei lavoratori della fascia più restìa ad assumere il rischio dell'investimento mobiliare.
Alcuni fondi dichiarano nel proprio sito di aver attivato adeguato bando di concorso per la nomina
di un gestore dedicato, con scadenza il 30 giugno. Pur senza indicare, neppure in via preliminare,
quali possano essere le caratteristiche di tali garanzie.
Nello stesso giorno scade la possibilità di scelta del lavoratore assunto prima del 31 dicembre 2006,
il quale, di fatto e praticamente , non potrà fruire di tale eventuale opzione.
Ci vuol fare un quadro della situazione?
Si arriverà forse ad uno dei tanti slittamenti dei termini all'italiana ?
V--Effettivamente la Riforma prevede che il lavoratore assunto entro il 31 dicembre 2006, operi,
entro il 30 giugno, una scelta in merito alla destinazione del suo TFR.
L'idea e' quella di lasciare ai lavoratori dipendenti sei mesi di tempo per decidere la destinazione
del proprio TFR ed in un certo senso del proprio 'futuro previdenziale'.
Tuttavia, poiche' non tutti i fondi negoziali hanno già selezionato il gestore della loro linea
garantita e quindi non possono comunicare al lavoratore le relative caratteristiche (solo garanzia
del capitale ? anche garanzia di rendimento minimo ? chi gestisce i soldi ? etc.) di fatto c'e' chi
puo' scegliere a 'carte scoperte' per sei mesi, comparando l'offerta del fondo negoziale rispetto ad
altre forme pensionistiche complementari presenti sul mercato e chi invece -paradossalmente- si
potrebbe trovare solo all'ultimo momento a poter decidere avendo una quadro completo di tutte le
opportunità possibili.

L--Per questi rimane tuttavia la possibilità, che personalmente credo sarà molto frequentata, di
scegliere temporaneamente di lasciare il proprio maturando presso il datore di lavoro,
rimandando la scelta definitiva ad un momento successivo di maggior chiarezza. (***.).
In pratica, uno slittamento ufficioso ed individuale del termine

L--Dottoressa Visintin, si è parlato , e si parla sempre più, dei PIP ( Piano Individuale
Previdenziale).
Vengono indicati come strumenti costosi ben oltre le proprie virtù.
Personalmente ne conosco uno che sul primo versamento si prende fino all'80% di spese ed applica
commissioni di gestione del 5%, e tuttavia con le spese non finisce qui.
Sono nella lente della Covip: se ne farà una rottamazione?

V--La COVIP si e' sempre posta l'obiettivo, sin dalla fase di start up, cui ho partecipato, di tutelare
fortemente l'aderente.
Esempio di tale obiettivo e' il regolamento tipo per i fondi pensione aperti -ancora attuale- che e'
stato predisposto 'agli albori' per gli operatori e non lasciava spazio ad una struttura
commissionale cosiddetta a preconto(****).
Pertanto suppongo che non ne verrà fatta una rottamazione ma verra' rigorosamente controllata la
struttura dei costi. Del resto l'Art. 14, comma 6 del D.lgs. n. 252/2005 che disciplina appunto le
regole della Riforma, dichiara -in modo esplicito- che le forme pensionistiche non possono
contenere clausole che di fatto limitino la cosiddetta portabilità, cioe' il diritto -da parte
dell'aderente- di trasferire la propria posizione individuale da un fondo ad un altro.
Mi auguro che operatori aggressivi non raccolgano piu' adesioni su strumenti che -
sostanzialmente- per come appunto e' impostata la struttura dei costi, penalizzano fortemente la
libertà di scelte dell'aderente sancita dalla Riforma.
L--Dottoressa Visintin , dalla sua completa e profonda preparazione tecnica , che proviene dalla
esperienza maturata sia in COVIP, che in àmbiti privati , i miei lettori si aspettano un paragone dei
tre strumenti disponibli ai lavoratori: fondi negoziali, fondi aperti, pip di nuova generazione.

V--I fondi negoziali sono le forme pensionistiche -che assumono la forma giuridica di associazioni-
che raggruppano solo categorie omogenee e ben identificate di lavoratori dipendenti. Trovano la
loro origine nei contratti collettivi nazionali di lavoro e sono frutto di contrattazione svolta dai
rappresentati dei datori di lavoro e lavoratori (sindacati).
I fondi aperti sono forme pensionistiche istituite da SIM, Banche, Compagnie di Assicurazioni o
SGR cui la norma richiede requisiti patrimoniali di un certo livello.
Possono raccogliere:
adesioni collettive: sostanzialmente di lavoratori appartenenti ad un'azienda, gruppo di aziende o
anche categori contrattuale;
adesioni individuali: di lavoratori autonomi, liberi professionisti o dipendenti, e quindi del singolo
individuo che decide -ad esempio- di versare il proprio TFR.
I PIP sono invece forme pensionistiche -polizze vita- istituite dalle assicurazioni, che possono
raccogliere adesioni individuali di lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti.
PIP di nuova generazione ... se intendiamo quelli autorizzati da COVIP, ancora non abbiamo uno
spaccato chiaro, in quanto pochi sono quelli autorizzati.
A mio avviso ci sarà un periodo di transizione in cui sullo scenario competitivo avremo un gruppo
di PIP quasi copie di fondi pensione aperti in termini di costi, linee di investimento e garanzie
offerte e un altro non piu' con struttura a preconto, ma con delle commissioni di ingresso che
potrebbero comunque essere considerate alte.
Finito questo periodo di transizione essi tenderanno ad omologarsi ai fondi pensione aperti, anche
perche' il cliente sarà sempre piu' informato e consapevole dei relativi costi e monitorerà in modo
costante il valore della propria posizione individuale.
Mi spingerei a dire che forse spariranno dal mercato, in quanto non avrà senso per le Compagnie
di assicurazione 'mantenere' due tipologie di prodotti con analoga funzione e regole.
In pratica venendo meno l'appeal 'costo/redditività' probabilmente verrà meno il senso della loro
esistenza.

L-- Insomma, scriveremo sulla lapide 'chi ha dato ha dato, chi ha avuto, ha avuto'...ancora una
volta.
L--Dottoressa Visintin , c'è dovizia di "letteratura" relativamente al periodo contribuzione alla
previdenza integrativa.
C'è grande enfatizzazione delle agevolazioni fiscali , acuta attenzione alle spese applicate.
Ma poco, pochissimo si legge sui tassi di conversione, e sulle tabelle che saranno utilizzate per il
calcolo della rendita che spetterà al pensionato.
E' previsto che il pensionando possa scegliere la società assicuratrice alla quale affidare il montante
( patrimonio accantonato) per avere materialmente l'erogazione della pensione. Come effettuare la
scelta?
Spunta qua e là, timidamente, che saranno applicate le tabelle attuariali vigenti all'atto
dell'erogazione, senza approfondire più di così.
Vuole illuminare per noi questo lato, che è rimasto finora piuttosto in ombra?

V--Effettivamente si tratta di un argomento non trattato in modo approfondito e forse avere la
pretesa di illuminare non sarebbe onesto.
A mio avviso tale apparente superficialità e' dovuta al fatto che si rischierebbe di parlare di
qualcosa che e' un mondo in evoluzione o forse un mosaico in costruzione.
In particolare molto probabilmente si potrà scegliere la Compagnia cui affidare l'erogazione della
rendita.
Il fondo pensione stesso potrebbe disdire la convenzione con la Compagnia di assicurazione
prescelta e identificarne un'altra.
La speranza di vita continua ad allungarsi e in Italia non esiste un 'mercato consolidato delle
rendite' che probabilmente si svilupperà e quindi le Compagnie lanceranno dei prodotti diversi a
quelli attualmente presenti sul mercato.
In buona sostanza, a mio avviso, l'aspetto su cui e' bene concentrarsi, riflettere ed agire e' il fatto
che il sistema pubblico ridurrà sempre piu' le prestazioni pensionistiche e quindi va creato un
cosiddetto secondo pilastro previdenziale attraverso la previdenza complementare collettiva,
attuata attraverso:
- il conferimento del TFR,
- il versamento -se possibile- del datore di lavoro,
- il versamento del lavoratore,
alla forma pensionistica complementare .
Ed un terzo pilastro, attuabile attraverso un ulteriore contributo al fondo pensione fino a
saturazione del plafond fiscale (*****) o magari attraverso 'l'acquisto' oggi di 'una rendita minima
futura garantita' . Soluzione attuabile attraverso la sottoscrizione di una polizza di rendita, che non
offre dei vantaggi fiscali ma consente di 'comprare' le tabella attuariali(******) vigenti e quindi
appunto di acquistare una rendita futura garantita.
L--Dottoressa Visintin la ringrazio anche a nome di tutti i miei lettori per la sua disponibilità
e la sua preziosa chiarezza, augurandomi di poterne disporre anche in futuro.

Antonio Lucenti
lucenti@antoniolucenti.it

(*) COVIP : COmmissione di VIgilanza sui fondi Pensione
(**)PIP : Piano Individuale di Previdenza
(***)da:
http://www.saperinvestire.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1532&Itemid=
44
'73 domande e risposte su TFR pensione integrativa e la loro interazione'
49)Lasciando il TFR in azienda cosa cambia rispetto al pregresso ?
Niente, sostanzialmente
50)Lasciando il TFR in azienda con più di 50 dipendenti, passa in disponibilità dell'INPS nel fondo
Tesoreria dello Stato, dedicato: al cambio di posto di lavoro viene consegnato al lavoratore?
Sì
(****) modalità commissionale che concentra il pagamento dei caricamenti nel primo o nei primi
anni di contribuzione, riducendo, spesso drasticamente, la somma dell'investimento iniziale
(*****) a tutt'oggi il plafond fiscale deducibile è di 5164,67 euri
(******) tabelle numeriche di coefficienti relativi alle attese di durata della vita, che vengono
periodicamente aggiornate ai nuovi parametri
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