Stagione 2021/2022 gennaio-giugno 2022 - Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa

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Stagione 2021/2022 gennaio-giugno 2022 - Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Stagione 2021/2022
gennaio-giugno 2022

CONFERENZA STAMPA

AUDITORIUM ENZO BALDONI, MILANO

GIOVEDÌ 9 DICEMBRE 2021, ORE 11
Stagione 2021/2022 gennaio-giugno 2022 - Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
Fondazione                              Membri Fondatori
Piccolo Teatro di Milano                Comune di Milano
Teatro d’Europa                         Regione Lombardia
Settantacinquesima dalla
                                        Membro Sostenitore
fondazione
                                        Camera di Commercio
                                        di Milano Monza Brianza Lodi
                                        Consiglio Generale
                                        Giuseppe Sala
                                        Sindaco di Milano
                                        Attilio Fontana
                                        Presidente Regione
                                        Lombardia
                                        Carlo Sangalli
                                        Presidente Camera di
                                        Commercio
                                        di Milano Monza Brianza Lodi

                                        Consiglio di
                                        Amministrazione
                                        Salvatore Carrubba
                                        Presidente
                                        Consiglieri
                                        Marco Accornero
                                        Marilena Adamo
                                        Emanuela Carcano
                                        Andrea Cardamone
                                        Angelo Crespi
                                        Mimma Guastoni
                                        Lorenzo Ornaghi
                                        Collegio dei Revisori dei
                                        Conti
                                        Ruggero Conti
                                        Presidente
                                        Revisori dei Conti
                                        Maurizio Lombardi
                                        Giacomo Previtali

Ufficio Stampa                          Direttore
piccolo.stampa@piccoloteatromilano.it   Claudio Longhi
tel. 02 72333212 / 213
                                        Direttore
Valentina Cravino
Capo Ufficio Stampa
                                        Scuola di Teatro ‘Luca
cellulare 3355783202                    Ronconi’
                                        Carmelo Rifici
Edoardo Peri
Addetto Stampa
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Caroline Guiela Nguyen
Autrice, regista per lo schermo e per la scena, Caroline Guiela Nguyen frequenta la
Scuola del Teatro Nazionale di Strasburgo e successivamente, nel 2009, fonda la
compagnia Les Hommes Approximatifs. Seguono Se souvenir de Violetta (2011), Ses
Mains, Le bal d’Emma (2012), Elle brûle (2013), Le Chagrin (2015), Mon grand amour
(2016). Collabora con Joël Pommerat e Jean Ruimi per creare Désordre d’un futur
passé (2016) e Marius (2017) presso Maison centrale d’Arles. Nel 2016, realizza con
Alexandre Plank e Antoine Richard Le Chagrin (Julie et Vincent), vincendo il Prix Italia
nella categoria Radio Drama. Saigon (2017) è stato per tre anni in tournée, in una
quindicina di paesi, ed ha ottenuto il premio come «miglior spettacolo prodotto in
provincia» dal Sindacato della Critica. Nel 2019 inizia il ciclo Fraternité, composto da
tre progetti: Les Engloutis (corto-metraggio,2021); Fraternité, Conte fantastique
(Festival d’Avignon 2021); L’Enfance, la Nuit (Schaubühne, produzione autunno
2022).

Christiane Jatahy
Christiane Jatahy è nata a Rio de Janeiro, è una regista, attrice, drammaturga e
cineasta brasiliana. Il suo lavoro si situa esattamente a metà strada tra la scena e
l’immagine, i suoi spettacoli sono dei dispositivi che coniugano il teatro e il cinema o il
video, interrogando permanentemente la frontiera tra l’attore e il pubblico, la finzione e
il documentario. Christiane Jatahy è artista associata all’Odéon – Théâtre de l’Europe,
al Centquatre-Paris, alla Schauspielhaus Zürich, all’Arts Emerson Boston. La
compagnia Vértice ha ottenuto il sostegno della Direzione regionale degli affari
culturali d'Île-de-France, Ministero della Cultura Francese.

Marcus Lindeen
È uno scrittore e regista svedese che lavora sia nel campo teatrale sia in quello
cinematografico. La sua ultima produzione teatrale si intitola L’Aventure invisible e ha
debuttato al Festival d’Automne a Parigi nel 2020. È stata anche messa in scena al
Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles e sarà presentata alla Schaubühne di Berlino e al
Wiener Festwochen di Vienna nel 2022. Lo spettacolo è l’ultimo capitolo di una trilogia
di opere sul tema dell’identità che saranno presentate tutte insieme per la prima volta
al Festival d’Automne nell’autunno 2022. L’ultimo film di Marcus è The Raft, uscito
nelle sale di undici Paesi nel 2019. La scenografia utilizzata nel film è stata esposta
come installazione artistica al Centre Pompidou a Parigi, città dove Marcus
attualmente risiede. Dal 2021 Marcus è artista associato alla Comédie de Caen in
Normandia insieme alla sua collaboratrice artistica Marianne Segol-Samoy.
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Pascal Rambert
Pascal Rambert è autore, coreografo e regista, sia per il palcoscenico sia per lo
schermo. Dal 2007 al 2016 ha diretto il teatro T2G-Théâtre di Genneviliers che ha
trasformato in centro drammatico nazionale di produzione contemporanea, dedicato
agli artisti viventi (teatro, danza, opera, arte contemporanea, cinema). É autore
associato al TNS – Théâtre National de Strasbourg dal 2014. Structure production,
compagnia di produzione che co-dirige con Pauline Roussille, è associata al Théâtre
des Bouffes du Nord dal 2017. In Italia, ha messo in scena le versioni italiane dei suoi
spettacoli, Clôture de l’amour, L’arte del teatro, Prova, Sorelle.

Tiago Rodrigues
Nel 2003 ha co-fondato con Magda Bizarro la compagnia teatrale Mundo Perfeito.
Partecipa abitualmente a festival come, tra gli altri, il Festival d’Automne a Parigi,
METEOR Festival in Norvegia, Theaterformen in Germania, Festival TransAmériques
in Canada, Kunstenfestivalsdesarts in Belgio. Ha collaborato con un gran numero di
artisti teatrali portoghesi e internazionali, così come con coreografi e ballerini. Ha
anche insegnato teatro in diverse scuole, in particolare la scuola di danza belga
PARTS, diretta dalla coreografa Anne Teresa De Keersmaeker, la scuola svizzera di
arti performative Manufacture e il progetto internazionale École des Maîtres. Alcune
delle sue opere più significative sono By Heart, Antony and Cleopatra, Bovary, The
way she dies e uno dei suoi ultimi lavori, Sopro, creato al Festival di Avignone nel
2017. Recentemente ha debuttato con Please Please Please, co-creato insieme alle
coreografe Mathilde Monnier e La Ribot, e con Catarina e a beleza de matar
fascistas, ora in tournée mondiale. È stato direttore del Teatro Nacional D. Maria II di
Lisbona dal 2015 al 2021. È stato nominato prossimo direttore del Festival di
Avignone (da settembre 2022).

Davide Carnevali
Nato a Milano, nel 1981, autore, regista e teorico, Davide Carnevali ha conseguito il
dottorato in teoria del teatro presso l’Universitat Autònoma de Barcelona. Ha scritto,
tra gli altri: Variazioni sul modello di Kraepelin (Premio Stückemarkt 2009, Marisa
Fabbri 2009, Journées des auteurs 2012); Sweet Home Europa (Schauspielhaus
Bochum 2012); Ritratto di donna araba che guarda il mare (Premio Riccione 2013);
Actes obscens en espai públic (Teatre Nacional de Catalunya 2017); Menelao (ERT
2018). Ha scritto e diretto, tra gli altri: Maleducazione transiberiana (Teatro Franco
Parenti 2018); Ein Porträt des Künstlers als Toter (Staatsoper Unter den Linden
2018); Lorca sogna Shakespeare in una notte di mezza estate (ERT 2019). Premio
Hystrio alla Drammaturgia nel 2018, nel 2020/21 è maestro dell’École des Maîtres e
nel 2021/22 dirige il workshop “Autori under 40” per la Biennale di Venezia. I suoi
testi, tradotti in 15 lingue, sono stati presentati nelle stagioni e festival di diversi paesi.
È pubblicato in Italia da Einaudi, Sossella e Fandango; in Francia da Actes Sud.
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Marta Cuscunà
Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce
l'attivismo alla drammaturgia per figure. Nel 2009 vince il Premio Scenario per Ustica
con È bello vivere liberi! primo capitolo di Resistenze femminili, una trilogia di cui
fanno parte La semplicità ingannata e Sorry, boys. Ne Il canto della caduta unisce
l'immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per
manovrare i pupazzi. Earthbound è un monologo di fantascienza per attrice e creature
meccaniche, ispirato all'ultimo saggio di eco-femminismo di Donna Haraway. Dal
2009 al 2019 ha fatto parte di Fies Factory, un progetto di Centrale Fies.

Marco D’Agostin
Artista attivo nel campo della danza e della performance, Marco D’Agostin ha vinto il
Premio UBU come Miglior Performer Under 35. Il suo lavoro si interroga sul ruolo e il
funzionamento della memoria, mettendo al centro la relazione tra performer e
spettatore. Come interprete ha lavorato per, tra gli altri, C. Castellucci, A. Sciarroni, L.
Santoro, B. Charmatz. Dal 2010 ha sviluppato la propria ricerca come coreografo
ospite in numerosi progetti internazionali (ChoreoRoam Europe, Act Your Age,
Triptych). Ha presentato i propri lavori in molti dei principali festival e teatri europei
(Théâtre de la Ville a Parigi, The Place Theatre a Londra, Kampnagel ad Amburgo,
Santarcangelo, Romaeuropa, VIE, Torinodanza, tra gli altri). Nell’estate 2021 ha
debuttato con due nuove creazioni: Best Regards (nomination UBU 20/21 come
miglior spettacolo di danza) nel programma della Biennale di Venezia e Saga,
realizzato con il supporto del prestigioso programma New Settings della Fondazione
Hermès, nell’ambito del Festival parigino Rencontres chorégraphiques de Seine-
Saint-Denis.

Davide Enia
Nato a Palermo, nel 1974, Davide Enia è drammaturgo, attore, regista e romanziere,
autore e interprete di Italia-Brasile 3 a 2, maggio ‘43, L’abisso, con i quali ha vinto i più
importanti premi del teatro italiano, tra cui il Premio Riccione, il Premio Ubu, il Premio
Tondelli, il Premio Hystrio. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo, Così in Terra
(Baldini e Castoldi Dalai). Con l’edizione francese, Sur cette terre comme au ciel
(Albin Michel) vince il Prix du Premier Roman Etranger e il Prix Brignoles come miglior
romanzo straniero dell’anno. Nel 2017 pubblica il suo secondo romanzo, Appunti per
un naufragio (Sellerio). I suoi libri sono tradotti e pubblicati in tutto il mondo. Nel 2017
cura la regia di L’oca del Cairo, opera incompleta di Mozart, al Teatro Massimo di
Palermo. Nel 2018 vince il Premio Mondello nella Sezione Opera Italiana.
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Liv Ferracchiati
Liv Ferracchiati fonda nel 2015 la compagnia The Baby Walk ed è al Ternifestival con
Peter Pan guarda sotto le gonne – Trilogia sull’Identità (I), spettacolo che riceve il
Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro. Nel 2016, è sempre al Ternifestival con
Todi is a small town in the center of Italy, suo il testo e la regia. Nel 2017 il suo testo
Stabat Mater vince il Premio Hystrio Nuove scritture di Scena; nello stesso anno Un
eschimese in Amazzonia – Trilogia sull’Identità (III), scritto, diretto e interpretato da
Liv Ferracchiati, vince il Premio Scenario e viene selezionato per la Biennale Teatro
da Antonio Latella insieme a Todi is a small town in the center of Italy e a Peter Pan
guarda sotto le gonne. Alla Biennale di Teatro 2020, una menzione speciale è
attribuita dalla giuria internazionale a La tragedia è finita, Platonov. Nel 2020 è tra gli
autori selezionati dall’École des Maîtres. Nel 2021 riceve una candidatura Ubu Nuovo
testo italiano/scrittura drammaturgica per La tragedia è finita, Platonov.

lacasadargilla
Riunisce intorno a Lisa Ferlazzo Natoli – autrice e regista –, Alessandro Ferroni –
regista e disegnatore del suono –, Alice Palazzi – attrice e coordinatrice dei progetti –
e Maddalena Parise – ricercatrice e artista visiva –, un gruppo mobile di attori,
musicisti, drammaturghi, artisti visivi. Ensemble allargato che lavora assieme su
spettacoli, istallazioni, progetti speciali, concerti, curatele e festival. When the Rain
Stops Falling vince tre premi UBU – tra cui miglior regia, e il premio Associazione
Nazionale dei Critici di Teatro. L’amore del cuore – ultima creazione della compagnia
– ha debuttato a maggio 2021 ricevendo un ampio consenso di critica e una
nomination al premio UBU. Sempre nel 2021, in collaborazione con Marta Cuscunà e
Marco D’Agostin, lacasadargilla realizza il progetto curatoriale Ogni volta unica la fine
del mondo per la stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa.

Stefano Massini
Tradotto e rappresentato in oltre 30 paesi in tutto il mondo, Stefano Massini si è
qualificato negli anni come un rabdomante di storie narrate in tutte le forme possibili,
come accade nelle sue opere teatrali, negli interventi televisivi seguitissimi nel
programma “Piazzapulita” su la7 o “Ricomincio da Rai 3”, la trasmissione tv in prima
serata dedicata allo spettacolo dal vivo e nelle colonne di la Repubblica, nei romanzi,
nei saggi. I suoi testi sono stati portati in scena da registi come Luca Ronconi o il
premio Oscar Sam Mendes. Qualcosa sui Lehman (2016) è stato uno dei romanzi più
acclamati degli ultimi anni (premio Selezione Campiello, Premio SuperMondello,
Premio De Sica, Prix Médicis Essai, Prix Meilleur Livre Étranger). I suoi ultimi libri
sono Dizionario inesistente (Mondadori 2018), Ladies Football Club (Mondadori
2019), Eichmann. Dove inizia la notte (Fandango 2020), Manuale di sopravvivenza.
Messaggi in bottiglia d’inizio millennio (Il Mulino 2021).
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Pier Lorenzo Pisano
Regista e autore di cinema, teatro, narrativa, Pier Lorenzo Pisano si diploma in regia
presso il Centro Sperimentale di Roma (Scuola Nazionale di Cinema). Esordisce
come regista cinematografico col cortometraggio Così in terra, presentato in concorso
al 71° Festival di Cannes, selezione ufficiale Nastri d’Argento, cinquina Globi d’Oro e
selezionato in più di cinquanta festival internazionali. L’anno seguente il suo secondo
cortometraggio Antiorario è prodotto e presentato dal 72° Festival di Locarno, mentre
per il teatro dirige la messinscena italiana di Per il tuo bene ed è autore in residenza
presso il New York Theater Workshop e il Royal Court Theatre. I suoi testi teatrali
sono tradotti in dodici lingue ed il suo lavoro è stato presentato in programma al 72°
Festival d’Avignon nel Forum des Nouvelles Écritures Dramatiques Européennes. Ha
ricevuto i maggiori premi italiani per la nuova sceneggiatura e drammaturgia, tra cui il
Premio Riccione, il Premio Solinas, il Premio Tondelli, il Premio Hystrio. Quest’anno è
uscito il suo primo romanzo Il buio non fa paura.

Federica Rosellini
Classe 1989, dopo gli studi di canto e violino, si diploma alla Scuola del Piccolo
Teatro di Milano. Performer, drammaturga e regista si specializza come danzatrice e
illustratrice. È diretta fra gli altri da Luca Ronconi, Antonio Latella, Andrea de Rosa,
Gerard Watkins. È stata vincitrice del premio Hystrio alla vocazione, del premio Ubu
miglior attrice under35, del premio Hystrio Mariangela Melato e del premio Virginia
Reiter miglior attrice under35. Nel 2017 è protagonista del film Dove cadono le ombre
per la regia di Valentina Pedicini per cui ottiene il premio NuovaImaieTalent attrice
rivelazione del Festival del Cinema di Venezia 74. Nel 2015, con Francesca Manieri,
fonda la compagnia Ariel dei Merli. Nel 2021 è Amleto nell’Hamlet di Antonio Latella
prodotto dal Piccolo Teatro di Milano. Nello stesso anno debutta con il suo ultimo
spettacolo come regista Ivan e i cani di H. Naylor e pubblica il suo primo libro Carne
Blu (Giulio Perrone Editore) per cui realizza anche le illustrazioni.

Sotterraneo
Sotterraneo è un collettivo di ricerca teatrale che nasce a Firenze nel 2005 e nel
tempo si confronta con formati diversi quali spettacoli, performance, site-specific,
regie liriche, progetti per l’infanzia, talk-show. Le produzioni del gruppo –
caratterizzate da un approccio avant-pop in equilibrio fra immaginario collettivo e
pensiero filosofico – replicano in diversi dei più importanti festival e teatri nazionali e
internazionali, ricevendo negli anni numerosi riconoscimenti tra cui Premio Lo
Straniero, Premio Hystrio, Be Festival First Prize, Silver Laurel Wreath
Award/Sarajevo MESS Festival e due Premi UBU di cui uno per Overload come
“spettacolo dell’anno 2018”. Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory di Centrale
Fies ed è residente presso l'Associazione Teatrale Pistoiese.
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Dramaturg
Marianne Clévy

Regista e co-direttrice di compagnie in Francia e in Europa tra il 1989 e il 1997, è
attualmente direttrice di La Chartreuse de Villeneuve-Lez-Avignon. Dal 2014 al 2019
ha diretto l’Établissement Public de Coopération culturelle-Festival Terres de Paroles
in Normandia ed è stata segretario generale della Maison Antoine Vitez-Centro
internazionale della traduzione teatrale dal 2009 al 2014. Dal 2000 al 2010, ha ideato
e diretto Corps de textes, festival itinerante dedicato alle scritture contemporanee in
Francia, per poi sviluppare questo stesso formato, fino al 2011, nell’ambito di un
programma di cooperazione europeo che riuniva cinque paesi: Belgio, Francia,
Bulgaria, Portogallo, Svizzera. Titolare di un Master in Politiche e Gestione della
Cultura in Europa, si dedica regolarmente alla formazione professionale ed è stata
direttrice pedagogica del Diploma Universitario “Amministrazione dello spettacolo dal
vivo” all’Università di Paris X Nanterre.

Alejandro Tantanian

Regista e drammaturgo, nato a Buenos Aires, nel 1966, è stato invitato a più di 60
festival internazionali. Ha vinto numerosi premi nazionali ed è il primo artista teatrale a
essere selezionato per la borsa di studio dell’Akademie Schloss Solitude, Germania.
Come drammaturgo, i suoi lavori sono stati rappresentati in prima assoluta (oltre che
in Argentina) in Brasile, Uruguay, Francia, Spagna, Belgio, Austria e Germania. Le
sue opere sono state tradotte in portoghese, inglese, francese, italiano e tedesco.
Fondatore e direttore artistico di Panorama Sur, piattaforma di scambio e formazione
per artisti, con sede a Buenos Aires, ha diretto il TNA / Teatro Nacional Argentino –
Teatro Cervantes dal 2017 al 2020.
Produzioni
M Il figlio del secolo
20 gennaio – 26 febbraio, Teatro Strehler

De infinito universo
29 gennaio – 13 febbraio, Teatro Studio Melato

Se dicessimo la verità – Ultimo capitolo
4 – 13 febbraio, Teatro Grassi

Uno spettacolo per chi vive in tempi di
estinzione
3 – 27 marzo, Teatro Studio Melato

Zoo
26 marzo – 5 maggio, Teatro Grassi

Carne blu
13 – 30 aprile, Teatro Studio Melato

Carbonio
16 – 30 giugno, Teatro Studio Melato

Falcone e Borsellino – L’eredità dei giusti
28 giugno, Teatro Strehler
M Il figlio del secolo
Piccolo Teatro Strehler, dal 20 gennaio al 26 febbraio 2022
PRIMA NAZIONALE

Adattamento in trenta quadri del romanzo storico di Antonio Scurati, lo spettacolo ha
una struttura circolare, che si apre con l’ultima battuta del libro per poi tornare a quella
stessa fatidica frase pronunciata in Parlamento da Mussolini al momento di
“addossarsi la croce del potere”: Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere,
io sono il capo di questa associazione a delinquere. Senza offrire un concentrato dei
fatti storici, il testo teatrale intende portare in scena una rappresentazione plastica ed
espressionista dell’affermarsi del fascismo. «È una staffetta tra diciotto attori – spiega
Massimo Popolizio – che, lontano da ogni retorica, porta all’attenzione del pubblico il
ritmo incalzante di una scalata al potere, avvenuta in un momento di profonda
debolezza di istituzioni e partiti». È una storia che non si conosce mai abbastanza, in
particolare quella dei sei anni che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume,
il basculare del paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello
squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre del ’22 ricorre il
centenario) e l’inesorabile efficacia di una dottrina politica che si sottrae alle categorie
di giudizio con l’azione violenta. Protagonisti ne sono il fondatore del fascismo almeno
quanto i suoi comprimari, che sentiremo esprimersi in terza e prima persona,
Marinetti, D’Annunzio, Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro
Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la
moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di
individui venuti dal basso. Protagonista è l’intera comunità nazionale, “il paese
opaco”, quasi che il fascismo non sia “l’ospite di questo virus che si propaga ma
l’ospitato”.

Lo spettacolo è articolato in due parti indipendenti, M Il figlio del secolo 1919 e
M Il figlio del secolo 1924, che possono essere viste singolarmente oppure
integralmente.

uno spettacolo di Massimo Popolizio
tratto dal romanzo di Antonio Scurati
collaborazione alla drammaturgia Lorenzo Pavolini
regia Massimo Popolizio
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
video Riccardo Frati
suono Sandro Saviozzi
con Massimo Popolizio e Tommaso Ragno
e con (in ordine alfabetico)
Riccardo Bocci, Gabriele Brunelli, Tommaso Cardarelli, Michele Dell’Utri, Giulia Di Renzi,
Raffaele Esposito, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Diana Manea, Paolo Musio, Michele Nani,
Alberto Onofrietti, Francesca Osso, Antonio Perretta, Sandra Toffolatti, Beatrice Verzotti
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Teatro di Roma-Teatro Nazionale (accordo in corso
di perfezionamento), Luce Cinecittà
De infinito universo

Piccolo Teatro Studio Melato, dal 29 gennaio al 13 febbraio 2022
PRIMA NAZIONALE

Uno scienziato racconta al pubblico che cosa siano la materia oscura e l’energia
oscura; contemplando il cielo di notte, un pastore di leopardiana memoria si smarrisce
di fronte al pensiero dell’infinito; una giovane donna, assistente di una potente figura
politica femminile, immagina un discorso che vorrebbe rivolgerle, deplorando la
mancanza di una visione più elevata in chi ci governa. Ispirandosi a Giordano Bruno,
Filippo Ferraresi porta in teatro la grandezza e il mistero di domande universali, alle
quali è impossibile trovare risposta, contrapponendole alla dimensione, intima e
privata, dell’essere umano. In uno spettacolo di teatro transdisciplinare, che intreccia
recitazione e tecnologia, acrobatica ed effetti, Ferraresi racconta lo smarrimento e lo
stupore dell’uomo di fronte alle leggi della fisica e alle sue “macchine meravigliose”.
Come la scienza accentua il nostro sgomento, di fronte a concetti che la mente non
riesce ad abbracciare, la poesia tenta di governare quello stesso abisso attraverso la
forza delle parole, mentre alla politica spetterebbe il compito di pensare al bene
dell’individuo, di coglierlo nella sua complessità, senza appiattirsi, come
quotidianamente fa, sulle mere leggi dell’economia e della finanza. «Di Giordano
Bruno – spiega Ferraresi – mi affascina la scintilla intellettuale, la capacità di
anticipare intuitivamente tanto la relatività quanto le più recenti teorie delle stringhe e
del multiverso, di riappropriarsi, grazie alla conoscenza, niente meno che del tutto». È
una profondità di analisi che nella contemporaneità si è perduta, mentre ci sarebbe
bisogno di recuperare quella radicalità di pensiero critico, non a caso violentemente
respinta dal potere di quell’epoca, per rifondare una società che corre il rischio di non
sopravvivere».

testo, ideazione visiva e regia Filippo Ferraresi
scene Guido Buganza
costumi Giada Masi
luci Claudio De Pace
musiche Lucio Leonardi
con Gabriele Portoghese, Elena Rivoltini, Jérémy Juan Willi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, coproduzione Théâtre National Wallonie –
Bruxelles
Se dicessimo la verità
Ultimo capitolo

Piccolo Teatro Grassi, dal 4 al 13 febbraio 2022

Torna in scena l’opera-dibattito sulla legalità che debuttò nella stagione 2011 al
Teatro di San Carlo di Napoli, approdando nel 2017 al Piccolo Teatro, dove compì
un’ulteriore evoluzione narrativa, in collaborazione con l’Università degli Studi di
Milano e in particolare con il Corso di Sociologia della Criminalità organizzata di
Nando dalla Chiesa. Dopo tante storie raccontate, la forma scenica si è modificata
grazie a una narrazione segnata dal bisogno di capire il nostro prossimo futuro,
minacciato da un disimpegno che lascia ancora più spazio al potere criminale, alla
“prassi” della corruzione come modus vivendi. «Purtroppo, non possiamo più parlare
solo di “infiltrazioni del crimine” – spiegano le autrici – ma di “complicità con il
crimine”, di “prassi criminale” a cui ci stiamo abituando, con distratta colpevolezza. Il
teatro non dà lezioni di vita e non ci offre soluzioni a buon mercato, offre stimoli e
opportunità di conoscere e di riflettere, questo noi cerchiamo di fare, con convinzione,
pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo con un lavoro che,
parallelamente realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo spettacolo non sia solo
un’occasione isolata ma parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali
per la loro crescita». La drammaturgia dello spettacolo di volta in volta si arricchisce di
storie riguardanti la regione in cui è presentato. Il lavoro di ricerca e di scrittura si
avvale della collaborazione delle università partner: CROSS-Osservatorio sulla
Criminalità Organizzata, LARCO-Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità
organizzata - Università degli studi di Torino, Università di Pisa - Master in Analisi,
prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, Università di
Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende confiscati alle mafie. Età
consigliata dai 12 anni per una buona comprensione dei temi affrontati.

da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
musiche originali Tommaso Di Giulio
aiuto regia Tania Ciletti
con Daria D’Aloia, Giuseppe Gaudino, Domenico Macrì, Valentina Minzoni
con Tommaso Di Giulio alla chitarra e Paolo Volpini alla batteria
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Centro Teatrale Bresciano

Se dicessimo la verità – Ultimo capitolo è parte integrante de Il Palcoscenico della legalità
un progetto di CCO - Crisi Come Opportunità
promosso con CROSS - Osservatorio sulla Criminalità Organizzata,
LARCO- Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata - Università degli studi di Torino,
Fondazione Pol.i.s, Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino,
Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Fondazione Silvia Ruotolo,
AddioPizzo, DaSud, Italiachecambia.org, Fondazione Giancarlo Siani Onlus.
In collaborazione con Università di Pisa - Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità
organizzata e della corruzione, Università di Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende
confiscati alle mafie.

Durata 60 minuti senza intervallo
Uno spettacolo per chi vive
in tempi di estinzione
Piccolo Teatro Studio Melato, dal 3 al 27 marzo 2022
PRIMA NAZIONALE

«La differenza tra morte ed estinzione è questa: la morte è smettere di esistere.
L’estinzione è scomparire». Sono le parole della protagonista di Uno spettacolo per
chi vive in tempi di estinzione, una «donna che ha paura della morte, drammaturga,
sui 40 anni» che ragiona con il pubblico di origini, lasciti e sopravvivenze. Il testo
rimemora le cinque grandi estinzioni che hanno modificato la vita sulla Terra,
misurandone il tempo profondo, di generazione in generazione, per arrivare alla
singolarità della sesta, velocissima e letale, fine del presente per come lo
conosciamo. Uno straziante catalogo, di specie estinte o quasi scomparse, ci invita,
se non a cambiare il futuro, perlomeno a prestarvi attenzione; perché il tempo
dell’uomo, un battito d’ali paragonato alla vita della Terra, rischia di cancellare per
sempre l’eredità di tutto il creato. Pipistrelli bruni, gechi marmorizzati o cipressi delle
Guadalupe, tutte specie sull’orlo di una estinzione di massa di cui basterebbe anche
solo ricordare i nomi per cominciare a prendersene cura. Allestita a partire da un
progetto per il Théâtre Vidy-Lausanne della regista britannica Katie Mitchell – che
della difesa dell’ambiente ha fatto uno dei cardini della sua opera – la pièce
dell’americana Miranda Rose Hall (Baltimora, 1990) porta in scena il dibattito sul
cambiamento climatico, sul rapporto con la morte e la vita come dono. In Italia, lo
spettacolo è reinterpretato da lacasadargilla/Lisa Ferlazzo Natoli con un lavoro
minuzioso sul lessico, l’interpretazione e l’immaginario scenico, sonoro e visivo
evocato dal testo, pur nel rispetto del concept originale.

Testo* Miranda Rose Hall
concept di produzione e regia originale Katie Mitchell
drammaturgia originale Ntando Cele
concept per l’Italia lacasadargilla
traduzione e drammaturgia italiana Margherita Mauro
regia Lisa Ferlazzo Natoli
con Esther Elisha
scene/allestimento e sonorizzazioni Alessandro Ferroni
luci Luigi Biondi
immagini Maddalena Parise
composizioni Gianluca Ruggeri/Ars Ludi
cura del movimento Marco D’Agostin
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa
Lo spettacolo è il primo capitolo del Progetto “Sustainable theatre?”
concept Katie Mitchell, Jérôme Bel, Théâtre Vidy-Lausanne
in collaborazione con il Centro di competenza in sostenibilità dell’Università di Losanna.
Viaggia sotto forma di script ed è ricreato in ogni teatro partner da un’équipe locale
produzione Théâtre Vidy-Lausanne, R.B. Jérôme Bel,
Rete dei Teatri in Transizione: Dramaten Stockholm, MC2: Maison de la culture de Grenoble, National
Theater & Concert Hall, Taipei, NTGent, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa,
Teatro Nacional D. Maria II, Théâtre de Liège, Lithuanian National Drama Theatre,
National Theatre of Croatia Zagreb, Slovene National Theatre Maribor, Trafo
*A PLAY FOR THE LIVING IN A TIME OF EXTINCTION
La prima mondiale della versione originale del testo è stata prodotta dal Baltimore Center Stage (Stephanie
Ybarra, direttrice artistica/Michael Ross, direttore esecutivo)
La pièce è stata commissionata e sviluppata da LubDub Theatre Company,
Caitlin Nasema Cassidy e Geoff Kanick, co-direttori artistici, Robert Duffley, Dramaturg.
È stato sviluppata, in parte, con l’aiuto dell’Orchard Project (www.orchardproject.com), Ari Edelson,
direttore artistico.
Zoo
Piccolo Teatro Grassi, dal 26 marzo al 5 maggio 2022
PRIMA NAZIONALE

Zoo racconta l’incontro tra tre personaggi, uno scrittore – alter ego dell’autore –
affascinato e turbato dalla figura di Edda Ciano, un gorilla e una veterinaria, nel
laboratorio della dottoressa, dove l’animale è tenuto in cattività. Lo spettacolo
racconta i diversi incroci che avvengono tra questi tre personaggi che gradualmente
iniziano a tessere una complessa rete di relazioni. Se all’inizio l’autore incontra il
gorilla con il solo scopo di scrivere un testo sulle scimmie, la relazione tra i due
inizierà a intensificarsi sempre di più, fino a diventare un’affascinante storia d’amore.
Man mano che la narrazione procede sotto lo sguardo scientifico della veterinaria, la
storia tra il gorilla e l’autore assume una dimensione passionale che porterà entrambi
a scivolare nelle zone irresistibili del desiderio erotico, mettendo in discussione ogni
certezza e distinzione tra umano e animale, addestrato e selvaggio, “civilizzato” e
“barbaro”. Sergio Blanco ha scritto il testo allo zoo di Parigi, stando realmente
“accanto” a un vero gorilla: “Avevo bisogno della sua vicinanza per poter scrivere – ha
dichiarato –. Ogni volta che andavo a vederlo, al giardino zoologico, il mio battito
cardiaco aumentava, man mano che mi avvicinavo al recinto. Appena arrivava, ci
guardavamo, facevamo dei gesti, poi, a poco a poco, cominciavo a scrivere. Un
giorno ho compreso che non stavo scrivendo su di lui ma per lui, e questo mi
affascinava. Un altro giorno, i veterinari mi hanno spiegato che anche la frequenza
cardiaca dell’animale accelerava quando mi vedeva avvicinarsi. Mi sono dovuto
assentare per due settimane. Quando sono tornato, è venuto davanti a me e ha
pianto. Ho pianto anch’io. Ed è stato lì, in quel preciso momento, che ho capito che
entrambi ci stavamo dirigendo verso qualcosa di innominabile. L’unica cosa che
potevo fare era abbandonarmi, cioè darmi anima e corpo alla scrittura. Ed è ciò che
ho fatto”.

scritto e diretto da Sergio Blanco
traduzione Angelo Savelli
video Miguel Grompone
scene Monica Boromello
costumi Gianluca Sbicca
luci Max Mugnai
musiche e suono Gianluca Misiti
aiuto regia Teresa Vila
con Lino Guanciale, Sara Putignano, Simone Tudda
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
Carne blu
Piccolo Teatro Studio Melato, dal 13 al 30 aprile 2022
PRIMA NAZIONALE

Federica Rosellini è per la prima volta regista di una produzione del Piccolo Teatro,
con il monologo da lei stessa interpretato, tratto da Carne blu, testo che ha pubblicato
nel 2021 con prefazione di Nadia Terranova e Claudio Longhi e postfazione di Fiona
Sansone.
Carne blu è una fiaba nera, la storia del viaggio di Orlando, bambino nato sulla Luna,
e del suo cuore di pesce, perché Orlando, a differenza degli altri bambini, non ha un
cuore di carne protetto dalla cassa toracica, ma una piccola tasca di stoffa, sulla
sinistra del petto, dove nuota un pesciolino tutto d’oro, Sunny. Quando Orlando lascia
il proprio cuore libero di nuotare, la metamorfosi inizia e il corpo cambia,
attraversando specie e generi diversi: è maschio e femmina, è uccello e insetto.
Ispirandosi all’Orlando Furioso di Ariosto e all’omonima creatura mutaforma di Virginia
Woolf, Federica Rosellini compone la storia di una ricerca: di ciò che è andato perso
ma che non si è riusciti dimenticare. Con la coregia di Fiona Sansone, esperta di
didattica e di teatro dell’infanzia, Carne blu è uno spettacolo che interroga
sull’infanzia, con violenza. Carne blu è un’opera ibrida fra narrativa, teatro, fiaba
gotica, in cui le parole si mescolano alle illustrazioni realizzate dalla stessa autrice. Ha
in sé echi della Coraline di Neil Gaiman, dell’universo visionario di Miyazaki, delle
barriere coralline delle sorelle Wertheim, artiste visive e matematiche, di un certo
unheimelich che lega la Torre e l’automa dell’Uomo della Sabbia di Hoffman alla coda
di serpente della Fata Melusina.

di Federica Rosellini
tratto da “Carne Blu. Un Orlando” di Federica Rosellini (Giulio Perrone Editore)
con Federica Rosellini
scenografa Paola Villani
costumista Simona D’Amico
visual designer Massimo Racozzi
sound designer Gup Alcaro
sound editor Daniela Bassani
supervisione al testo Nadia Terranova
aiuto regia Elvira Berarducci
regia Federica Rosellini e Fiona Sansone
produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa
con il sostegno di Dialoghi - Residenze delle arti performative a Villa Manin/CSS Teatro Stabile di
Innovazione del FVG e di RuotaLibera/Centrale Preneste Teatro
Carbonio
Piccolo Teatro Studio Melato, dal 16 al 30 giugno 2022
PRIMA NAZIONALE

È avvenuto il primo incontro ravvicinato con una forma di vita aliena. Non è il solito
video sgranato fatto con una telecamerina: l’hanno visto tutti, centinaia di testimoni, di
foto di video. L’alieno ha la particolarità di non essere composto minimamente da
molecole di carbonio, la sostanza alla base della vita sulla Terra. Nel dialogo serrato
tra la donna incaricata di verificare l’accaduto e l’uomo che ha vissuto l’esperienza, si
compone una vicenda che fa deflagrare il nostro rapporto con l’infinito, declinato tra gli
entusiasmi della sonda Voyager e l’intima paura di confrontarsi con l’altro da noi. Il
testo, già tradotto in inglese e in tedesco, è risultato vincitore del 56° Premio Riccione
per il Teatro. Come recita la motivazione del riconoscimento «L’autore crea, in
pochissimi movimenti scarni e ironici, un impianto simbolico di potenza esponenziale.
[…] Tra umano ed extraumano, Pisano inquadra il conflitto tra cura dell’interesse
collettivo e felicità personale, spingendolo fino all’esito della catastrofe, sullo sfondo di
una dimensione animale da cui l’homo sapiens non riesce mai davvero a
emanciparsi».

scritto e diretto da Pier Lorenzo Pisano
cast in via di definizione
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Bellini di Napoli
Testo vincitore del 56° Premio Riccione per il Teatro
Falcone e Borsellino
L’ eredità dei giusti

Piccolo Teatro Strehler, 28 Giugno 2022

«L’eredità dei giusti – spiega la regista Emanuela Giordano – scava nella memoria e
rievoca lo sgomento del nostro paese, quando, nel 1992, l’Italia si ritrova orfana di
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I due magistrati vengono uccisi a poche
settimane di distanza uno dall’altro, insieme agli uomini delle loro scorte. Esattamente
dieci anni prima, sempre a Palermo, la mafia uccideva il Generale Dalla Chiesa, sua
moglie e un agente di scorta. Con le stragi di Capaci e Via D’Amelio, ribadisce la sua
volontà di sfidare lo Stato e lo fa in modo eclatante. Ma le stragi provocano una
reazione popolare che i mafiosi forse non si aspettavano. Un fiume umano si riversa
nelle strade chiedendo giustizia. L’ omertà della borghesia siciliana si schianta contro
un’ineluttabile verità: è tempo di reagire, di non avere paura, di essere uniti».
Purtroppo il cammino è ancora lungo: se la criminalità organizzata, oggi, ha smesso di
uccidere secondo quello schema, non ha perso la sua pericolosità, anzi, si è insinuata
tra le pieghe della società, indossando una maschera di apparente rispettabilità.
«L’eredità dei giusti è una eredità ingombrante – dice Marco Tutino–. Perché ci
costringe a sapere che contro l’ingiustizia, la violenza, il sopruso e l’arroganza della
criminalità e della mentalità mafiosa si può lottare, si può dire no. Falcone e Borsellino
ce lo chiedevano allora, e continuano a chiedercelo ogni volta che li ricordiamo, in
pubblico e in privato: non giratevi da un’altra parte, non abbassate lo sguardo. È un
invito al quale non ci si può sottrarre soprattutto oggi, quando tutto ci sembra troppo
forte e invincibile e inaffrontabile solo con la nostra fragile e indifesa volontà
individuale. Questo racconto per musica, canto e parole recitate è il nostro modo di
ribadire la possibilità di ribellarsi, e di non dimenticare chi lo ha fatto per tutti noi. In
una terra complicata e bellissima, che ha visto nascere accanto al male una grande
Poesia e la profondità di un pensiero prezioso. Un racconto di testimonianze e di
speranza, amplificate dalla musica non di scena, bensì protagonista anch’essa».

musica Marco Tutino
drammaturgia e regia Emanuela Giordano
cast in definizione
direttore d’orchestra Alessandro Cadario
maestro del coro Andrea Secchi
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
una coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Teatro Regio Torino, Fondazione per la
Cultura Torino - MITO Settembre Musica e Teatro Massimo di Palermo
Nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio
Ospitalità
Pour un oui ou pour un non
11 – 30 gennaio, Teatro Grassi

Marta Cuscunà – Una personale
15 – 20 febbraio, Teatro Grassi

Eichmann – Dove inizia la notte
24 febbraio – 6 marzo, Teatro Grassi

Il berretto a sonagli
1 – 13 marzo, Teatro Strehler

Edward Albee - Chi ha paura di Virginia
Woolf?
15 – 27 marzo, Teatro Strehler

Il Purgatorio – La notte lava la mente
29 marzo – 3 aprile, Teatro Strehler

Re Lear
5 – 14 aprile, Teatro Strehler

L’Heure Exquise – Variazioni su un tema di
Samuel Beckett (Oh, les beaux jours)
20 – 22 aprile, Teatro Strehler

Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla
Scala
27 – 30 aprile, Teatro Strehler

Amore
7 – 12 giugno, Teatro Strehler

Aida
27 giugno – 3 luglio, Teatro Grassi
Pour un oui ou pour un non
Piccolo Teatro Grassi, dall’11 al 30 gennaio 2022

Come possono le parole “non dette” o le intonazioni ambigue provocare malintesi e
guastare definitivamente un’amicizia? La commedia di Nathalie Sarraute, una delle
più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, mette al centro
della scena la forza delle parole, in una ragnatela di incomparabile abilità. Due vecchi
amici si ritrovano dopo un non motivato distacco e si interrogano sulle ragioni della
loro separazione. Scoprono così che sono stati i silenzi tra le parole dette, ma
soprattutto le ambiguità delle “intonazioni”, a deformare la loro comunicazione, dato
che ogni accento può essere variamente interpretato, in base alla disposizione
d’animo di chi l’ascolta. Per un sì o per un no è quel nulla che può cambiare tutto,
quel nonnulla che provoca lacerazioni profonde, ferite insanabili. La prosa della
Sarraute, nella sua complessità, è un banco di prova per due “manipolatori della
parola” quali Franco Branciaroli e Umberto Orsini, che si ritrovano sulla scena dopo
tanti anni, per dare vita, con la loro abilità, al terribile gioco al massacro che la
commedia prevede. A guidare questo gioco sarà uno dei maestri indiscussi del teatro,
Pier Luigi Pizzi, che ritorna al suo antico amore per la prosa, ben noto a chi lo ricorda
tra i collaboratori più assidui della “Compagnia dei giovani” fin dagli inizi.

di Nathalie Sarraute
regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
con Umberto Orsini e Franco Branciaroli
una produzione Compagnia Orsini e Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano

durata 70 minuti senza intervallo
Marta Cuscunà
Una personale

Piccolo Teatro Grassi, dal 15 al 20 febbraio 2022

Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale e, nella sua ricerca, unisce
l'attivismo alla drammaturgia per figure. Presenta una ‘personale’, modulata in tre
titoli, ognuno in scena per due giorni. È bello vivere liberi! (Premio Scenario per Ustica
2009) è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia,
deportata ad Auschwitz, e segna la prima tappa di un percorso che ha come filo
conduttore il tema delle Resistenze femminili. La semplicità ingannata vuole dare
voce alle testimonianze di donne che, nel Cinquecento, lottarono contro le
convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi
della cultura maschile. Ne Il canto della caduta, Marta Cuscunà recupera un antico
racconto epico della tradizione popolare dei Ladini, minoranza etnica che vive nelle
valli centrali delle Dolomiti: il mito di Fanes che racconta di un'età dell'oro in cui gli
esseri umani avevano un rapporto di alleanza con la Natura. In questo “tempo più
antico del tempo” la guida del popolo era compito femminile. Poi arrivò un re straniero
e fu l'inizio di una nuova epoca del dominio e della spada.

Una “personale” di tre spettacoli in sei giorni
di e con Marta Cuscunà

15 e 16 febbraio
È bello vivere liberi
di e con Marta Cuscunà
oggetti di scena Belinda De Vito
coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto

17 e 18 febbraio
La semplicità ingannata
di e con Marta Cuscunà
assistente alla regia Marco Rogante
coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto

19 e 20 febbraio
Il canto della caduta
di e con Marta Cuscunà
Fonti di pensiero e parole Kläre French-Wieser; Carol Gilligan; Ulrike Kindle; Giuliana Musso;
Heinrich von Kleist; Christa Wolf
progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani
assistente alla regia Marco Rogante
coproduzione Centrale Fies, CSS Teatro Stabile d'Innovazione del Friuli Venezia Giulia,
Teatro Stabile di Torino, São Luiz Teatro Municipal | Lisbona
in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas | Lisbona

tutti gli spettacoli durano 65 minuti senza intervallo
Eichmann
Dove inizia la notte
Piccolo Teatro Grassi, dal 24 febbraio al 6 marzo 2022
PRIMA NAZIONALE

Il nuovo atto unico di Stefano Massini porta in scena lo scontro immaginario tra
Hannah Arendt e Adolf Eichmann. Chi fu realmente Eichmann? Che tipo di
personalità si nascondeva dietro la divisa nazista di colui che ideò la soluzione finale
e organizzò nei dettagli il massacro di sei milioni di ebrei? Prova a dare una risposta
Massini, nella drammaturgia che ha realizzato a partire dagli scritti della filosofa ebrea
Hannah Arendt, dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme – dove Eichmann fu
processato dopo l’arresto avvenuto nel 1960 in Argentina – e dagli atti del processo.
Diretti da Mauro Avogadro, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, nei ruoli della Arendt e
di Eichmann, ricostruiscono passo dopo passo carriera e ascesa del gerarca,
delineando il ritratto di un uomo mediocre, arrivista e opportunista, e aprendo così il
varco a una prospettiva spiazzante: Eichmann non è un mostro, bensì un uomo
spaventosamente normale. Proprio qui prende forma il male: nella più comune e
insospettabile grettezza umana.

di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon
regia Mauro Avogadro
scene Marco Rossi
costumi Giovanna Buzzi
musiche Gioacchino Balistreri
luci Michelangelo Vitullo
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto

durata 100 minuti senza intervallo
Il berretto a sonagli
Piccolo Teatro Strehler, dal 1° al 13 marzo 2022

Gabriele Lavia – qui insieme a Federica di Martino – è una delle voci più
appassionate ed efficaci del teatro del Nobel siciliano. Ciampa, umile scrivano che
ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo triste matrimonio, è
il primo dei grandi personaggi pirandelliani a prendersi un’amara rivincita dalle
umiliazioni di una vita. Il berretto a sonagli fu scritto da Luigi Pirandello nel 1916, in
siciliano, per il grande Angelo Musco, cui la commedia non piaceva e con la quale
non ebbe successo: la regia di quel primo allestimento era di Nino Martoglio. Poi
Pirandello la tradusse in italiano. «Non c’è dubbio – dichiara Lavia – che in siciliano
questa “commedia nerissima” sia più viva e lancinante. Noi faremo una mescolanza
tra la “prima” e la “seconda” versione di questo “specchio” di una umanità che fonda la
sua convivenza “civile” sulla menzogna. Il berretto a sonagli è il primo esempio
radicale di teatro italiano “espressionista” amarissimo, comicissimo e crudele, un
espressionismo feroce che vuole rappresentare una società “malata di menzogna”. La
verità non può trovare casa nella “società umana”. Solo un pazzo può dirla… Ma
tanto, si sa “…è pazzo!”. Così la signora Beatrice Fiorica ha svelato la verità e ora
“deve” civilmente, socialmente, essere pazza».

di Luigi Pirandello
regia di Gabriele Lavia
musiche Antonio Di Pofi
scene Alessandro Camera
costumi ideati dagli allievi del terzo anno
dell’Accademia “Costume e moda” di Roma
coordinatore Andrea Viotti
con Gabriele Lavia e Federica di Martino
e con Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala,
Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
produzione Effimera SRL in coproduzione con Diana Or.i.s.
Edward Albee
Chi ha paura di Virginia Woolf?
Piccolo Teatro Strehler, dal 15 al 27 marzo 2022

Antonio Latella dirige un cast straordinario nel capolavoro di Edward Albee. «Non
posso non partire dal titolo per affrontare questo testo: per sostituire il lupo della
canzoncina “Who’s Afraid of the big bad Wolf?” Albee scomoda Virginia Woolf, una
combattente per l’emancipazione femminile, una donna che insegnò alle donne ad
uccidere le loro madri, o meglio un’idea di madre, “l’angelo del focolare”. Credo che
tanto di tutto questo si trovi nel testo, la Woolf è presente nei due protagonisti che
fanno da specchio alla giovane coppia scelta come sacrificio di questo violentissimo e
disperato amore, questo: “jeu de massacre”». Un testo realistico, potente e visionario,
in cui le risate vertiginose divorano e fagocitano i protagonisti. Albee, svelando i
meccanismi di un linguaggio ormai vuoto di significato, quasi paradossalmente mostra
anche come esso possa trasformarsi in un’arma efferata per attaccare e ridurre a
brandelli l’involucro in cui ciascuno di noi nasconde la propria personalità e le proprie
debolezze. Antonio Latella sceglie «un cast non ovvio, non scontato, un cast che
possa spiazzare e aggiungere potenza a quella che spesso viene sintetizzata come
una notturna storia di sesso ed alcool. Un cast che avesse già nei corpi degli attori un
tradimento all’immaginario, un atto-attore contro il fattore molesto della civiltà, che
Albee ha ben conosciuto, come ci sottolinea nella scelta del titolo. Chi ha paura di
Virginia Woolf? Se c’è qualcuno alzi la mano».

traduzione Monica Capuani
regia Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini
drammaturga Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
assistente al progetto artistico Brunella Giolivo
produzione Teatro Stabile dell'Umbria
con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli. Si ringrazia il Comune di Spoleto.

durata 195 minuti compreso intervallo
Il Purgatorio
La notte lava la mente
Piccolo Teatro Strehler, dal 29 marzo al 3 aprile 2022

A distanza di trent’anni dalla sua teatralizzazione del poema dantesco, Federico
Tiezzi torna ad allestire, in modo totalmente nuovo, tre spettacoli basati sulle
drammaturgie allora create da Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici. Il
progetto, triennale, ha avuto la sua prima tappa in questo 2021 con Il Purgatorio, il
testo che Mario Luzi elaborò per Tiezzi e la sua compagnia. Il regista ha scelto di
iniziare dalla seconda cantica perché è quella dedicata all’amicizia e dell’arte: i
personaggi sono soprattutto musicisti, pittori e poeti; l’arte è ciò di cui si discorre, ed è
forse la strada della salvezza. Il Purgatorio è anche la cantica della speranza – della
quale il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa – speranza che è
trasformazione e aspirazione al bene. Scrive Tiezzi: «Con questo lavoro vorrei
mostrare come Dante non sia solo il teologo, il moralista, il politico che negli anni di
scuola ci è stato mostrato: ma anche l’appassionato ricercatore di quella che lui
stesso chiama l’umana felicità, cioè la piena realizzazione dell’uomo».

di Mario Luzi
drammaturgia Sandro Lombardi, Federico Tiezzi
regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi
costumi Gregorio Zurla
luci Gianni Pollini
regista assistente Giovanni Scandella
scenografa assistente Francesca Sgariboldi
canto Francesca Della Monica
movimenti coreografici Cristiana Morganti
con Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti,
Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider,
Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin
produzione Associazione Teatrale Pistoiese, Fondazione Teatro Metastasio, Compagnia Lombardi - Tiezzi,
Campania Teatro Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Lo spettacolo è sostenuto e patrocinato dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte
di Dante Alighieri.

durata 135 minuti senza intervallo
Re Lear
Piccolo Teatro Strehler, dal 5 al 14 aprile 2022

Nel corso della sua lunga carriera artistica, Glauco Mauri ha dato vita a ventiquattro
personaggi shakespeariani. Diretto da Andrea Baracco, interpreta per la terza volta
Re Lear, la più titanica tragedia del Bardo, dramma dell’amore padri-figli e della follia.
«Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, a impersonare Lear –
dichiara –. Mi sono sempre sentito non all’altezza di quel sublime crogiolo di umanità.
In questa mia difficile impresa, mi accompagna la convinzione che, per tentare di
interpretare Lear, non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo,
quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte
faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa
venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un
palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che, per
raccontarsi, ha bisogno di farsi teatro». Commenta il regista: «Quello che mi ha
sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi
enigmatiche tra quelle dell'autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere
qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la
rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato
figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma. Nessuno dei personaggi è in
grado di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura
adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi
Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da
Shakespeare».

di William Shakespeare
traduzione di Letizia Russo
riduzione e adattamento di Andrea Baracco e Glauco Mauri
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani, Vanja Sturno
luci Umile Vainieri
regia Andrea Baracco
con Glauco Mauri Roberto Sturno
e con Marco Blanchi, Eva Cambiale, Dario Cantarelli, Melania Genna, Francesco Martucci,
Laurence Mazzoni, Woody Neri, Giulio Petushi, Emilia Scarpati Fanetti, Francesco Sferrazza Papa.
produzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana

durata 170 minuti compreso intervallo
L’heure exquise
Variazioni su un tema di Samuel Beckett
(Oh, les beaux jours)
Piccolo Teatro Strehler, dal 20 al 22 aprile 2022

Con L’Heure Exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti
più alti del teatro di Samuel Beckett, Alessandra Ferri celebra i quarant’anni di carriera
interpretando Winnie – la ballerina “âgée” immaginata nel 1998 da Maurice Béjart –
che, nella sua malinconica solitudine, vive nei gioiosi ricordi di giorni felici. Willy,
impersonato da Massimo Murru, è un ex-partner di Lei, sommersa qui non dalla
famosa collina di sabbia, bensì da una montagna di vecchie scarpette da punta. È un
altro personaggio femminile per Alessandra Ferri, dopo Virginia Woolf, Eleonora Duse
e Léa di Chéri, tutte donne eccezionali che appartengono a questo capitolo della sua
vita. Scrive Béjart: «Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni” su un tema di
un altro grande… Io mi sono permesso di lavorare su una pièce tra le più importanti
del ventunesimo secolo. In verità non si tratta di un adattamento danzato, ma di un
lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una
creatività puramente astratta e coreografica. La musica è un montaggio su temi di
Webern, in primo luogo, ma anche di Mahler e Mozart. I pochi testi sono le parole
pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo. Infine, il
SILENZIO: l’elemento principe di questa liturgia».

regia e coreografia Maurice Béjart
rimontata da Maina Gielgud su gentile concessione Fondation Maurice Béjart
interpreti Lei Alessandra Ferri, Lui Massimo Murru
scene Roger Bernard
luci Maina Gielgud, Marcello Marchi
costumi Luisa Spinatelli, scarpette Freed of London Official
musiche
Cinque pezzi per orchestra di Anton Webern, London Symphony Orchestra diretta da Antal Dorati
Sinfonia n.4 III movimento (Poco Adagio) di Gustav Mahler, Berlin Philarmonic Orchestra diretta da Herbert
von Karajan
Fantasia in DO Minore K.475 di W.A.Mozart, al pianoforte Glenn Gould
Heure exquise qui nous grise dall’operetta La Vedova allegra di Franz Lehár
Tea for Two dal Musical No No Nanette
nuovo allestimento co-produzione AF DANCE , Ravenna Festival, The Royal Ballet,
Ministero della Cultura, “Progetti Speciali” -progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo

durata 70 minuti senza intervallo
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