Unità Operativa di Cardiochirurgia - AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017
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U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 Unità Operativa di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 1
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT 2016 INDICE 5 PREMESSA 7 INTRODUZIONE 8 METODOLOGIA 9 RIVASCOLARIZZAZIONE MIOCARDICA ISOLATA 12 SOSTITUZIONE VALVOLARE AORTICA ISOLATA 14 CHIRURGIA VALVOLARE ISOLATA 15 CHIRURGIA AORTICA 16 CHIRURGIA RIPARATIVA DELLA VALVOLA MITRALE CHIRURGIA MITRALICA ENDOSCOPICA Sant’Anna Hospital Membro della Federazione CISQ Struttura Ospedaliera Privata Accreditata ISO 9001 Centro di Riferimento del S.S.N. per l’Alta Specialità del Cuore Sistema Qualità Certificato Viale Pio X, 111 - 88100 Catanzaro Tel 0961.5070111 - Fax 0961.5070765 www.santannahospital.it - info@santannahospital.it U.O. di Cardiochirurgia - Audit Report Attività 2016 Supplemento al n. 22 - maggio 2018 del S.Anna Hospital Magazine Progetto Grafico Il Segno di Barbara Rotundo Coordinamento redazionale Marcello Barillà Stampa Rubbettino Print, Soveria Mannelli (CZ) 2
Anche per l’anno 2018 il S.Anna Hospital presenta i risultati ottenuti nell’anno precedente dalla propria U.O. di Cardiochirurgia. Essi sono stati ricavati con un sistema di raccolta dati, analisi e controllo della qualità, in linea con i più elevati standard internazionali
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 PREMESSA Per il quarto anno consecutivo, il Sant’Anna Hospital presenta alla platea dei suoi pazienti, agli operatori della sanità e, più in generale, ai cittadini calabresi il Report sull’attività della propria Unità Operativa di Cardiochirurgia. Possiamo dire che si tratta ormai dell’appuntamento consolidato con una best practice di comuni- cazione, finalizzata a mettere in luce - dati alla mano e in maniera trasparente - il livello di qualità raggiunto dal nostro Centro nel fornire risposte alla domanda di salute. Offriamo uno strumento concepito per essere comprensibile e accessibile a qualunque lettore, anche se realizzato conservando sempre il necessario rigore metodologico nell’analisi di autovalu- tazione. Non si tratta di una forma di pubblicità, né tantomeno un gesto di vanità fine a se stesso. A monte del Report, infatti, c’è la scelta responsabile di misurare in termini di esito il lavoro che si è prodotto. Sottoporsi volontariamente all’autovalutazione dei propri risultati è, invero, il modo migliore per innalzare l’efficienza e la qualità complessiva della propria organizzazione. Gli esiti finali, come è ovvio, non sono affatto scontati in partenza e dunque il fine ultimo dell’autovalutazione rimane quello di migliorare le proprie prestazioni. Pubblicare il Report è, in più, una scelta di trasparenza verso i pazienti e verso la comunità in gene- rale, che ha il diritto di conoscere chi opera sul territorio, come e con quali risultati, soprattutto se a essere in gioco è la salute dei cittadini. È per questo che la pubblicazione annuale del Report può essere considerata una buona pratica nel rapporto con il territorio. Una possibilità in più, per chiun- que volesse farlo, di effettuare ogni possibile comparazione sui servizi sanitari offerti, con l’auspicio che risulti chiaro all’opinione pubblica, che, almeno per quel che riguarda le patologie dell’appara- to cardiovascolare, non vi è ragione di cercare risposte fuori dal nostro territorio regionale. Giuseppe Failla Direttore Generale S.Anna Hospital 5
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 INTRODUZIONE Carissimi pazienti ed egregi colleghi, come di consueto riportiamo i risultati dell’attività svolta dall’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Sant’Anna Hospital di Catanzaro nell’anno trascorso. L’analisi che presentiamo ha carattere meramente divulgativo; abbiamo quindi omesso voluta- mente le elaborazioni statistiche più approfondite e complesse, che sono oggetto delle procedure di audit interno e ad uso della struttura che si occupa di risk-management. Rispetto alle precedenti edizioni del Report, questa contiene non solo i dati riferiti al 2017 ma an- che quelli relativi agli anni precedenti, così da poter offrire l’opportunità di una lettura attuale e al contempo comparata del lavoro svolto dall’équipe medica, che proprio sul finire dello scorso anno ha raggiunto il traguardo dei 3.000 interventi eseguiti dal suo insediamento al Sant’Anna Hospital. La raccolta e l’elaborazione dei dati, avviate come si ricorderà nel gennaio del 2014, continuano a fornirci una mole importante di informazioni, la cui analisi serve a noi per individuare spazi di possibile miglioramento, mentre agli utenti serve per avere un’idea precisa della qualità del nostro lavoro e orientare così le proprie scelte. Per quel che ci riguarda, gli esiti dell’attività chirurgica continuano a soddisfarci. Basti pensare che nel corso del quadriennio in esame la mortalità globale si è sempre mantenuta su valori al di sotto di quelli statisticamente attesi e comunque in un intervallo (inferiore al 4%) di assoluta eccellenza. Tutto questo nonostante un volume di urgenze sopra la media e l’inclusione, nel gruppo di pa- zienti presi in considerazione dal Report, di quelli pervenuti all’intervento per sindromi aortiche acute o in shock cardiogeno con supporto meccanico al circolo. Insomma, da calabresi continuiamo a mettercela tutta, lavorando in Calabria, con calabresi e per i calabresi. Lo facciamo con la consapevolezza di avere ottenuto nel tempo risultati che collocano il Sant’Anna Hospital tra i Centri migliori presenti sull’intero territorio nazionale. Ed è questo un valore aggiunto che ci inorgoglisce, rispetto agli stereotipi e ai luoghi comuni che vorrebbero - a torto - la nostra regione sempre e comunque in fondo alle classifiche. Daniele Maselli Direttore U.O. di Cardiochirurgia S. Anna Hospital 7
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 METODOLOGIA La popolazione in studio comprende tutti i pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico pres- so il SAH nel periodo compreso fra l’1 gennaio 2014 e il 31 dicembre 2017, sono stati esclusi tutti i pazienti sottoposti ad intervento per trauma, TAVI o trattamento di aneurismi con endoprotesi. Le complicanze postoperatorie intra-ospedaliere sono state registrate nel database istituzionale, le complicanze occorse durante il decorso riabilitativo e quelle verificatesi a domicilio sono sta- te registrate in occasione della visita di controllo postoperatoria a trenta giorni dall’intervento. I risultati sono esposti come mortalità grezza, quindi senza fattori di correzio- ne che avrebbero richiesto l’accesso alle codifiche ICD-9 dei precedenti ricoveri. Come accaduto negli anni scorsi, per- tanto, i risultati sono passibili di ulteriore miglioramento una volta che tali fattori correttivi saranno applicati da AGENAS. L’ Euroscore logistico è stato usato come parametro di riferimento per la stratifi- cazione del rischio chirurgico. La figura 1 illustra l’andamento nel tempo della nostra attività. Fig. 1 - Andamento negli anni dell’attività cardiochirurgica globale. Sono escluse TAVI ed endoprotesi. In rosso la popolazione maschile nettamente prevalente. La figura 2 illustra l’andamento nel tempo della mortalità globale riguardante cioè tutti gli interventi eseguiti indipendente- mente dal tipo e dal criterio di urgenza. In azzurro la mortalità predetta dai modelli statistici, in rosso quella osservata. Si può notare che la mortalità si è sempre man- tenuta al di sotto delle stime statistiche e comunque in un intervallo (al di sotto del 4%) di assoluta eccellenza nonostante un carico di urgenze decisamente sopra la media e l’inclusione nel gruppo di pa- zienti pervenuti all’intervento per sindro- mi aortiche acute o in shock cardiogeno con supporto meccanico al circolo. Fig. 2 - Mortalità predetta/osservata nell’intera popolazione (include urgenze-emergenze). 8
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 La distribuzione della casistica per tipo di procedura è indicata nella figura 3. Su un totale di 3239 interventi si è os- servata una prevalenza di rivascolarizza- zione miocardia e valvulopatie ma sono risultate molto rappresentate anche la sostituzione valvolare aortica isolata, la chirurgia aortica e la chirurgia riparativa della valvola mitrale. Fig. 3 - Distribuzione della casistica operatoria per tipo di intervento. SVA = sostituzione valvolare aor- tica isolata, BP = bypass aortocoronarico, PLM = plastica mitralica isolata, VALV = chirurgia valvolare isolata, AO ASC = interventi sull’aorta. RIVASCOLARIZZAZIONE MIOCARDICA ISOLATA La chirurgia coronarica rappresenta ogni anno circa un terzo della nostra attività. Nella figura 4 si può osservare come, negli ultimi tre anni il trend si sia costantemente mantenuto al di sopra dei 300 casi/anno con una netta preva- lenza del sesso maschile. Fig. 4 - Attività chirurgica di rivascolariz- zazione miocardica negli ultimi 4 anni La mortalità per intervento di bypass aorto-co- ronarico è stata sempre ampiamente al di sot- to delle attese, intorno all’1%. Tale valore ci ha consentito di raggiungere il primato tra i centri italiani in termini di combinazione volume di attività/qualità dei risultati. La figura 5 illustra proprio l’andamento della mortalità attesa (in blu) rispetto alla mortalità reale (in rosso). I ri- sultati appaiono ancora migliori alla luce del profilo di rischio dei pazienti operati. Fig. 5 - Mortalità nel bypass aorto-coronarico. In blu la mortalità predetta, in rosso la mortalità osservata 9
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 La percentuale di interventi di rivascolariz- zazione miocardica eseguita a cuore bat- tente senza circolazione extracorporea (OFF PUMP) varia molto da chirurgo a chirurgo (dal 23% al 93%), la percentuale globale di OFF - PUMP oscilla fra il 50% e il 60%. Alla luce delle recenti evidenza scientifiche, ab- biamo in programma di ridurre la percen- tuale di OFF - PUMP ma non in maniera così drastica da vanificare le competenze acqui- site negli anni dall’equipe. Questo al fine di garantire una performance equivalente nei campi di applicazione suggeriti dalle evi- denze di letteratura. La figura 6 illustra la di- stribuzione BPAC/OFF PUMP negli anni. Fig. 6 - Sono illustrati in blu il numero totale di interventi di bypass aorto-coronarico, in rosso il numero di interventi di bypass aorto-coronarico eseguiti a cuore battente senza circolazione extracorporea (OFF PUMP), in verde la percentuale di OFF PUMP. Come illustrato nella figura 7, nella nostra esperienza, la chirurgia coronarica sen- za circolazione extracorporea ha portato vantaggi in termini di mortalità osservata paragonabili a quella in circolazione extra- corporea se non addirittura maggiori. Fig. 7 - La qualità della rivascolarizzazione miocardica si è mantenuta su livelli molto elevati. La Figura 8 evidenzia come il ricorso alla rivascolarizzazione arteriosa con una o en- trambe le arterie mammarie sia stato mol- to frequente. Fig. 8 - In circa il 90% dei casi è stata utilizza- ta almeno una arteria mammaria, in circa la metà dei casi entrambe le arterie mammarie. 10
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 Fig. 9 - L’utilizzo della rivascolarizzazione con doppia arteria mammaria è stato maggiore nel sesso maschile. La mortalità nei pazienti con rivascolarizzazione arteriosa estensiva è stata, in linea con la popola- zione generale, al di sotto delle previsioni statistiche nella popolazione maschile (Figura 10). Fig.10 - Mortalità predetta/osservata nella popolazione maschile sottoposta a bypass aorto-coronarico con rivascolarizzazione ar- teriosa (doppia mammaria). Nella popolazione femminile sottoposta a rivascolarizzazione arteriosa estensiva si è osservato un netto vantaggio con mortali- tà pari a zero (Figura 11). Fig. 11- Mortalità (nulla) nella popolazione femminile sottoposta a bypass aorto-co- ronarico con rivascolarizzazione arteriosa (doppia mammaria). 11
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 SOSTITUZIONE VALVOLARE AORTICA ISOLATA La sostituzione valvolare aortica (SVA) isolata, cioè non accompagnata da altre procedure cardiochirurgiche concomi- tanti è uno degli indici di performan- ce valutati da AGENAS nella sua analisi sull’intero territorio nazionale. L’ anda- mento nel tempo dei casi di SVA isolata è illustrato nella figura 12 che evidenzia anche l’evoluzione dalle procedure chi- rurgiche convenzionali eseguite cioè in sternotomia mediana, a quelle mininva- sive fino alla TAVI. Fig. 12. È evidente l’incremento delle procedure chirurgiche mininvasive (in blu) a discapito di quelle convenzionali (in verde). L’incremento della casistica complessiva che si era osservato negli anni dal 2014 al 2016 e che era dovuto ad un incremento delle procedure TAVI (in rosso), non è stato sostenuto nel 2017. Questo si deve ad indicazioni più restrittive alla TAVI dettate dall’evidenza che in casi a più alto rischio la procedura rischia di essere futile e di non incidere in maniera significativa sulla qualità e la durata della vita. Abbiamo osservato, nel gruppo SVA isolata, una distribuzione omogenea per sesso. Fig. 13. Distribuzione per sesso nella casistica SVA isolata La mortalità osservata nella popolazione so- stituzione valvolare aortica isolata è stata sempre al di sotto delle attese attestandosi su valori intorno al 2%. Il profilo di rischio e il trend di mortalità sono costanti nel tempo. Fig. 14. Andamento nel tempo della mortalità predetta (blu) e osservata (rosso) nel gruppo SVA isolata. 12
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 Il nostro costante sforzo nella ricerca ed applicazione di metodiche chirurgiche sempre meno traumatiche è testimoniato dall’incremento delle procedure mini-in- vasive. Circa la metà delle procedure di sostituzione isolata della valvola aortica sono state eseguite con una procedura mini-invasiva nel 2017. Il trend è in co- stante aumento. Fig. 15. In rosso la quota di procedure di SVA isolata eseguite con approccio mini-invasi- vo rispetto alla popolazione di SVA isolata globale. L’approccio di prima scelta per la SVA isolata rimane la mini sternotomia a “J” nel terzo spazio in- tercostale. Abbiamo adottato tale tecnica perché caratterizzata da una facile standardizzazione e riproducibilità e perché permette una rapida conversione a sternotomia convenzionale senza danni estetici. Nella nostra esperienza non si sono osservati casi di instabilità sternale né di tam- ponamento cardiaco. L’adozione della routinaria apertura della pleura destra e di un monitorag- gio quotidiano con ecocardiogramma hanno fatto sì che si limitasse al minimo il rischio di versa- menti pericardici tamponanti riportato con questo tipo di accesso. I pazienti sono sottoposti a TAC preoperatoria con ricostruzione 3D per lo studio dell’accesso e a TAC postoperatoria per la verifica del risultato pre-dimissio- ne. La tecnica chirurgica prevede la cannulazone venosa femorale e la cannulazione arteriosa centrale. Si associa il vantaggio percutaneo dell’arteria polmonare mediante ENDOVENT. Un uso estensivo delle protesi a rilascio rapi- do consente di superare eventuali difficoltà di accesso e minimizzare i tempi operatori. Fig. 16. Accesso mini sternotomico alla radice aortica per la sostituzione valvolare aortica o per la sostituzione dell’a- orta ascendente o della radice aortica. Una finestra aperta sulla sola aorta ascendente permette l’accesso al vaso e alla valvola. La presenza della sola cannula arteriosa minimizza l’ingombro del campo operatorio e facilita l’intervento. 13
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 CHIRURGIA VALVOLARE ISOLATA Gli interventi di chirurgia valvolare isolata comprendono tutte le procedure su una o più valvole senza associazione con altre procedure cardiache (ad esempio il bypass aorto-coronarico o la so- stituzione dell’aorta ascendente). Fig. 17 - Andamento negli anni del numero di in- terventi di chirurgia valvolare isolata. In rosso la popolazione maschile È una casistica in cui il profilo di rischio dei pazienti può essere molto eterogeneo. Pe- sano spesso ritardi nella diagnosi o nel trat- tamento, legati a un atteggiamento “stoico” delle nostre popolazioni ma anche il fatto che molto spesso l’accesso alla chirurgia non è programmato ma dettato da urgenze contin- genti. Molto spesso i nostri pazienti accedono alla chirurgia valvolare nel contesto di ricoveri per scompenso o a seguito di improvviso de- terioramento del quadro clinico. Fig. 18 - Mortalità predetta (in blu) e mortalità osservata (in rosso) nella popolazione di pa- zienti sottoposta a chirurgia valvolare isolata. È qui che si perpetra il danno profondo alla nostra economia sanitaria. I pazienti che emi- grano dalla nostra regione, infatti sono quelli “migliori”, quelli cioè che pervengono all’in- tervento in condizioni elettive e programma- te e che hanno quindi risultati e costi minori. Ciononostante i nostri risultati nella chirurgia valvolare isolata sono sicuramente ottimi, la mortalità osservata si mantiene sempre al di sotto delle previsioni e tende coerentemente a verificarsi nei casi a rischio più elevato, spesso molto elevato. Come si può os- servare nella figura 19 abbiamo assistito negli anni ad un costante incremento della percentuale di pazienti a rischio elevato. Fig. 19 - La percentuale di pazienti a ri- schio elevato (Euroscore logistico) rispetto alla popolazione globale sottoposta a chi- rurgia valvolare isolata. 14
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 Nella nostra visione, laddove l’inter- vento non sia chiaramente futile, i pa- zienti ad alto rischio non devono finire nel limbo della disperazione né essere riconsegnati alla vigilanza impotente delle famiglie. Per tale motivo abbia- mo eseguito e continueremo a ese- guire procedure ad alto rischio con la consapevolezza che ciò comporterà forse un lieve incremento della morta- lità globale ma ci permetterà di salvare vite che altrimenti sarebbero andate perdute. Fig. 20 - Mortalità predetta (in blu) e mortalità osservata (in rosso) nella popolazione di pazienti ad alto ri- schio sottoposti a chirurgia valvolare isolata. Si noti il rischio (MEDIO) predetto oscillante fra il 14 ed il 19%. CHIRURGIA AORTICA Abbiamo osservato nel 2017 una lieve riduzio- ne dei casi di chirurgia aortica complessa (circa 20) che é coincisa con il ridotto invio di emer- genze dai centri periferici. La distribuzione del- la casistica per anno e la prevalenza del sesso maschile sono illustrati in figura 21. La figura 22 definisce la variazione del profilo di rischio dei pazienti nel tempo. Fig. 21 - Numero di casi per anno di chirurgia aor- tica (comprende chirurgia della radice aortica, chirurgia dell’arco aortico e dell’aorta discenden- te, sono escluse le procedure endovascolari). In blu la casistica globale, in rosso i pazienti di sesso maschile. Fig. 22. Variazione del profilo di rischio per chirurgia aortica nel tempo. Si conferma- no ottimi risultati sia in termini assoluti che in termini relativi al profilo di rischio dei pazienti. Il dato del 2017 conferma la riduzione dell’invio di pazienti aortici acuti presso il nostro centro come da dettami di ordine amministrativo regionale. 15
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 CHIRURGIA RIPARATIVA DELLA VALVOLA MITRALE La chirurgia riparativa della valvola mitra- le è la nostra attività di punta sia in termini qualitativi che in termini di investimenti in formazione, aggiornamento e adeguamen- to tecnologico. Nel 2017 abbiamo appro- fondito la nostra esperienza in ambito mini invasivo e arricchito le nostre dotazioni con software di ricostruzione tridimensionale della valvola e colonna video per l’endosco- pia tridimensionale. La figura 23 illustra l’an- damento quantitativo della casistica negli anni. Fig. 23 - Interventi di plastica mitralica (in blu), plastica mitralica isolata (in rosso) e prevalen- za della popolazione maschile (in verde). I risultati sono migliorati molto nel tempo fino a raggiungere il dato migliore delle aspettative negli ultimi due anni in cui la mortalità è stata nulla. Fig. 24. Andamento della mortalità predetta e osservata nella popolazione sottoposta ad intervento di plastica valvolare mitralica iso- lata. Sono illustrate la mortalità predetta (in blu) e osservata (in rosso) nella popolazione di sesso maschile e la mortalità predetta (in verde) e osservata (in viola) nella popolazio- ne di sesso femminile. Si noti la mortalità zero in entrambi i gruppi negli ultimi due anni. CHIRURGIA MITRALICA ENDOSCOPICA Abbiamo dato un grande impulso all’innovazione nell’ambito della chirurgia endoscopica mitra- lica facendo tesoro di una esperienza ormai ventennale maturata in un lungo percorso formativo. L’introduzione dell’ecografia tridimensionale ha migliorato la nostra capacità di diagnosi e di pro- grammazione dell’intervento. Ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione delle nostre cardiolo- ghe dottoressa Stefania Leonetti e dottoressa Domenica Donato, che ci hanno fornito approfondi- te analisi della valvola mitrale in tutte le sue componenti con particolare attenzione allo sviluppo di modelli 3D dei lembi e dell’anello valvolare. Questa fase di pianificazione della procedura si è rivelata fondamentale e ci ha consentito un tas- so di riparazione valvolare prossimo al 98%. La figura 25 illustra un tipico accesso endoscopico realmente miniaturizzato ottenibile solo con un meticoloso studio del singolo paziente tramite ricostruzione tridimensionale del cuore e della gabbia toracica. 16
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017 Fig. 25 - A sinistra: accesso miniaturizzato per chirurgia endoscopica mitralica. L’accesso é virtualmente invisibile. A destra: ricostruzione 3D del cuore che riproduce fedelmente le coordinate tridimensionali della valvola mitrale nel torace del paziente e consente di studiare gli angoli di attacco alla valvola sia per la telecamera endoscopica che per gli strumenti chirurgici. L’approccio integrato e multidisciplinare alla chirurgia mitralica ha poi condotto all’acquisizione di sistemi endoscopici tridimensionali che hanno consentito una ineguagliata definizione di imma- gine e la riduzione drammatica dei tempi chirurgici che si sono quasi dimezzati. Tale approccio è stato quindi trasferito alla chirurgia mini-invasiva della valvola aortica e dell’aorta ascendente con risultati eccellenti. Il nostro centro si conferma punto di riferimento per la chirurgia mini-invasiva sia in termini di attività clinica che di attività formativa. A completamento del nostro innovativo programma di chirurgia mitralica abbiamo intrapreso una attività pionieristica nell’ambito della sostituzione valvolare mitralica con TAVI in casi dimo- stratisi inoperabili per la presenza di massive calcificazioni anulari. Ci siamo avvalsi per questo della preziosa esperienza del dottor Bindo Missiroli nell’ambito della TAVI. La tecnica utilizzata come bailout in 2 casi molto critici, ha previsto l’arresto del cuore e l’apertura dell’atrio sinistro. Una protesi normalmente utilizzata per la TAVI veniva inserita, a cielo aperto, in posizione mitralica e fissata alla valvola con due punti per prevenirne la migrazione. Fig. 26. TAVI mitralica a cielo aperto in bailout. A sinistra le calcificazioni mitraliche circonferenziali, al centro la fase di impianto della protesi TAVI in posizione mitralica, a destra risultato finale. 17
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