Unità Operativa di Cardiochirurgia - AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

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Unità Operativa di Cardiochirurgia - AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

 Unità Operativa
di Cardiochirurgia
 AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

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Unità Operativa di Cardiochirurgia - AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT 2016

          INDICE

5         PREMESSA

7         INTRODUZIONE

8         METODOLOGIA

9         RIVASCOLARIZZAZIONE MIOCARDICA ISOLATA

12        SOSTITUZIONE VALVOLARE AORTICA ISOLATA

14        CHIRURGIA VALVOLARE ISOLATA

15        CHIRURGIA AORTICA

16        CHIRURGIA RIPARATIVA DELLA VALVOLA MITRALE

          CHIRURGIA MITRALICA ENDOSCOPICA

Sant’Anna Hospital                                                     Membro della Federazione CISQ

Struttura Ospedaliera Privata Accreditata
                                                                       ISO 9001
Centro di Riferimento del S.S.N. per l’Alta Specialità del Cuore       Sistema Qualità Certificato

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Tel 0961.5070111 - Fax 0961.5070765
www.santannahospital.it - info@santannahospital.it
U.O. di Cardiochirurgia - Audit Report Attività 2016
Supplemento al n. 22 - maggio 2018 del S.Anna Hospital Magazine
Progetto Grafico Il Segno di Barbara Rotundo
Coordinamento redazionale Marcello Barillà
Stampa Rubbettino Print, Soveria Mannelli (CZ)

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Anche per l’anno 2018
            il S.Anna Hospital presenta i risultati
                    ottenuti nell’anno precedente
           dalla propria U.O. di Cardiochirurgia.
         Essi sono stati ricavati con un sistema di
   raccolta dati, analisi e controllo della qualità,
in linea con i più elevati standard internazionali
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PREMESSA

Per il quarto anno consecutivo, il Sant’Anna Hospital presenta alla platea dei suoi pazienti, agli
operatori della sanità e, più in generale, ai cittadini calabresi il Report sull’attività della propria
Unità Operativa di Cardiochirurgia.
Possiamo dire che si tratta ormai dell’appuntamento consolidato con una best practice di comuni-
cazione, finalizzata a mettere in luce - dati alla mano e in maniera trasparente - il livello di qualità
raggiunto dal nostro Centro nel fornire risposte alla domanda di salute.
Offriamo uno strumento concepito per essere comprensibile e accessibile a qualunque lettore,
anche se realizzato conservando sempre il necessario rigore metodologico nell’analisi di autovalu-
tazione. Non si tratta di una forma di pubblicità, né tantomeno un gesto di vanità fine a se stesso.
A monte del Report, infatti, c’è la scelta responsabile di misurare in termini di esito il lavoro che si
è prodotto.
Sottoporsi volontariamente all’autovalutazione dei propri risultati è, invero, il modo migliore per
innalzare l’efficienza e la qualità complessiva della propria organizzazione. Gli esiti finali, come è
ovvio, non sono affatto scontati in partenza e dunque il fine ultimo dell’autovalutazione rimane
quello di migliorare le proprie prestazioni.
Pubblicare il Report è, in più, una scelta di trasparenza verso i pazienti e verso la comunità in gene-
rale, che ha il diritto di conoscere chi opera sul territorio, come e con quali risultati, soprattutto se
a essere in gioco è la salute dei cittadini. È per questo che la pubblicazione annuale del Report può
essere considerata una buona pratica nel rapporto con il territorio. Una possibilità in più, per chiun-
que volesse farlo, di effettuare ogni possibile comparazione sui servizi sanitari offerti, con l’auspicio
che risulti chiaro all’opinione pubblica, che, almeno per quel che riguarda le patologie dell’appara-
to cardiovascolare, non vi è ragione di cercare risposte fuori dal nostro territorio regionale.

                                                                                              Giuseppe Failla
                                                                                           Direttore Generale
                                                                                              S.Anna Hospital

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INTRODUZIONE

Carissimi pazienti ed egregi colleghi,
come di consueto riportiamo i risultati dell’attività svolta dall’Unità Operativa di Cardiochirurgia
del Sant’Anna Hospital di Catanzaro nell’anno trascorso.
L’analisi che presentiamo ha carattere meramente divulgativo; abbiamo quindi omesso voluta-
mente le elaborazioni statistiche più approfondite e complesse, che sono oggetto delle procedure
di audit interno e ad uso della struttura che si occupa di risk-management.
Rispetto alle precedenti edizioni del Report, questa contiene non solo i dati riferiti al 2017 ma an-
che quelli relativi agli anni precedenti, così da poter offrire l’opportunità di una lettura attuale e al
contempo comparata del lavoro svolto dall’équipe medica, che proprio sul finire dello scorso anno
ha raggiunto il traguardo dei 3.000 interventi eseguiti dal suo insediamento al Sant’Anna Hospital.
La raccolta e l’elaborazione dei dati, avviate come si ricorderà nel gennaio del 2014, continuano
a fornirci una mole importante di informazioni, la cui analisi serve a noi per individuare spazi di
possibile miglioramento, mentre agli utenti serve per avere un’idea precisa della qualità del nostro
lavoro e orientare così le proprie scelte.
Per quel che ci riguarda, gli esiti dell’attività chirurgica continuano a soddisfarci. Basti pensare che
nel corso del quadriennio in esame la mortalità globale si è sempre mantenuta su valori al di sotto
di quelli statisticamente attesi e comunque in un intervallo (inferiore al 4%) di assoluta eccellenza.
Tutto questo nonostante un volume di urgenze sopra la media e l’inclusione, nel gruppo di pa-
zienti presi in considerazione dal Report, di quelli pervenuti all’intervento per sindromi aortiche
acute o in shock cardiogeno con supporto meccanico al circolo.
Insomma, da calabresi continuiamo a mettercela tutta, lavorando in Calabria, con calabresi e per
i calabresi. Lo facciamo con la consapevolezza di avere ottenuto nel tempo risultati che collocano
il Sant’Anna Hospital tra i Centri migliori presenti sull’intero territorio nazionale. Ed è questo un
valore aggiunto che ci inorgoglisce, rispetto agli stereotipi e ai luoghi comuni che vorrebbero - a
torto - la nostra regione sempre e comunque in fondo alle classifiche.

                                                                                          Daniele Maselli
                                                                         Direttore U.O. di Cardiochirurgia
                                                                                         S. Anna Hospital

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La popolazione in studio comprende tutti i pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico pres-
so il SAH nel periodo compreso fra l’1 gennaio 2014 e il 31 dicembre 2017, sono stati esclusi tutti
i pazienti sottoposti ad intervento per trauma, TAVI o trattamento di aneurismi con endoprotesi.
Le complicanze postoperatorie intra-ospedaliere sono state registrate nel database istituzionale,
le complicanze occorse durante il decorso riabilitativo e quelle verificatesi a domicilio sono sta-
                                                           te registrate in occasione della visita di
                                                           controllo postoperatoria a trenta giorni
                                                           dall’intervento.
                                                           I risultati sono esposti come mortalità
                                                           grezza, quindi senza fattori di correzio-
                                                           ne che avrebbero richiesto l’accesso alle
                                                           codifiche ICD-9 dei precedenti ricoveri.
                                                           Come accaduto negli anni scorsi, per-
                                                           tanto, i risultati sono passibili di ulteriore
                                                           miglioramento una volta che tali fattori
                                                           correttivi saranno applicati da AGENAS.
                                                           L’ Euroscore logistico è stato usato come
                                                           parametro di riferimento per la stratifi-
                                                           cazione del rischio chirurgico. La figura
                                                           1 illustra l’andamento nel tempo della
                                                           nostra attività.

 Fig. 1 - Andamento negli anni dell’attività cardiochirurgica globale. Sono escluse TAVI ed endoprotesi.
In rosso la popolazione maschile nettamente prevalente.

La figura 2 illustra l’andamento nel tempo
della mortalità globale riguardante cioè
tutti gli interventi eseguiti indipendente-
mente dal tipo e dal criterio di urgenza. In
azzurro la mortalità predetta dai modelli
statistici, in rosso quella osservata. Si può
notare che la mortalità si è sempre man-
tenuta al di sotto delle stime statistiche e
comunque in un intervallo (al di sotto del
4%) di assoluta eccellenza nonostante
un carico di urgenze decisamente sopra
la media e l’inclusione nel gruppo di pa-
zienti pervenuti all’intervento per sindro-
mi aortiche acute o in shock cardiogeno
con supporto meccanico al circolo.

Fig. 2 - Mortalità predetta/osservata nell’intera popolazione (include urgenze-emergenze).

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                                                               La distribuzione della casistica per tipo
                                                               di procedura è indicata nella figura 3.
                                                               Su un totale di 3239 interventi si è os-
                                                               servata una prevalenza di rivascolarizza-
                                                               zione miocardia e valvulopatie ma sono
                                                               risultate molto rappresentate anche la
                                                               sostituzione valvolare aortica isolata, la
                                                               chirurgia aortica e la chirurgia riparativa
                                                               della valvola mitrale.

Fig. 3 - Distribuzione della casistica operatoria per tipo di intervento. SVA = sostituzione valvolare aor-
tica isolata, BP = bypass aortocoronarico, PLM = plastica mitralica isolata, VALV = chirurgia valvolare
isolata, AO ASC = interventi sull’aorta.

                         RIVASCOLARIZZAZIONE MIOCARDICA ISOLATA

La chirurgia coronarica rappresenta
ogni anno circa un terzo della nostra
attività. Nella figura 4 si può osservare
come, negli ultimi tre anni il trend si sia
costantemente mantenuto al di sopra
dei 300 casi/anno con una netta preva-
lenza del sesso maschile.

Fig. 4 - Attività chirurgica di rivascolariz-
zazione miocardica negli ultimi 4 anni

                                                        La mortalità per intervento di bypass aorto-co-
                                                        ronarico è stata sempre ampiamente al di sot-
                                                        to delle attese, intorno all’1%. Tale valore ci ha
                                                        consentito di raggiungere il primato tra i centri
                                                        italiani in termini di combinazione volume di
                                                        attività/qualità dei risultati. La figura 5 illustra
                                                        proprio l’andamento della mortalità attesa (in
                                                        blu) rispetto alla mortalità reale (in rosso). I ri-
                                                        sultati appaiono ancora migliori alla luce del
                                                        profilo di rischio dei pazienti operati.

                                                        Fig. 5 - Mortalità nel bypass aorto-coronarico. In
                                                        blu la mortalità predetta, in rosso la mortalità
                                                        osservata

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                                                                 La percentuale di interventi di rivascolariz-
                                                                 zazione miocardica eseguita a cuore bat-
                                                                 tente senza circolazione extracorporea (OFF
                                                                 PUMP) varia molto da chirurgo a chirurgo
                                                                 (dal 23% al 93%), la percentuale globale di
                                                                 OFF - PUMP oscilla fra il 50% e il 60%. Alla
                                                                 luce delle recenti evidenza scientifiche, ab-
                                                                 biamo in programma di ridurre la percen-
                                                                 tuale di OFF - PUMP ma non in maniera così
                                                                 drastica da vanificare le competenze acqui-
                                                                 site negli anni dall’equipe. Questo al fine di
                                                                 garantire una performance equivalente nei
                                                                 campi di applicazione suggeriti dalle evi-
                                                                 denze di letteratura. La figura 6 illustra la di-
                                                                 stribuzione BPAC/OFF PUMP negli anni.

Fig. 6 - Sono illustrati in blu il numero totale di interventi di bypass aorto-coronarico, in rosso il numero
di interventi di bypass aorto-coronarico eseguiti a cuore battente senza circolazione extracorporea
(OFF PUMP), in verde la percentuale di OFF PUMP.

Come illustrato nella figura 7, nella nostra
esperienza, la chirurgia coronarica sen-
za circolazione extracorporea ha portato
vantaggi in termini di mortalità osservata
paragonabili a quella in circolazione extra-
corporea se non addirittura maggiori.

                                                                  Fig. 7 - La qualità della rivascolarizzazione
                                                                  miocardica si è mantenuta su livelli molto
                                                                  elevati.

                                                                  La Figura 8 evidenzia come il ricorso alla
                                                                  rivascolarizzazione arteriosa con una o en-
                                                                  trambe le arterie mammarie sia stato mol-
                                                                  to frequente.

                                                                  Fig. 8 - In circa il 90% dei casi è stata utilizza-
                                                                  ta almeno una arteria mammaria, in circa la
                                                                  metà dei casi entrambe le arterie mammarie.

                                                            10
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

                                                         Fig. 9 - L’utilizzo della rivascolarizzazione con
                                                         doppia arteria mammaria è stato maggiore
                                                         nel sesso maschile.

La mortalità nei pazienti con rivascolarizzazione arteriosa estensiva è stata, in linea con la popola-
zione generale, al di sotto delle previsioni statistiche nella popolazione maschile (Figura 10).

Fig.10 - Mortalità predetta/osservata nella
popolazione maschile sottoposta a bypass
aorto-coronarico con rivascolarizzazione ar-
teriosa (doppia mammaria).

                                                         Nella popolazione femminile sottoposta a
                                                         rivascolarizzazione arteriosa estensiva si è
                                                         osservato un netto vantaggio con mortali-
                                                         tà pari a zero (Figura 11).

                                                         Fig. 11- Mortalità (nulla) nella popolazione
                                                         femminile sottoposta a bypass aorto-co-
                                                         ronarico con rivascolarizzazione arteriosa
                                                         (doppia mammaria).

                                                 11
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                             SOSTITUZIONE VALVOLARE AORTICA ISOLATA

                                                                     La sostituzione valvolare aortica (SVA)
                                                                     isolata, cioè non accompagnata da altre
                                                                     procedure cardiochirurgiche concomi-
                                                                     tanti è uno degli indici di performan-
                                                                     ce valutati da AGENAS nella sua analisi
                                                                     sull’intero territorio nazionale. L’ anda-
                                                                     mento nel tempo dei casi di SVA isolata
                                                                     è illustrato nella figura 12 che evidenzia
                                                                     anche l’evoluzione dalle procedure chi-
                                                                     rurgiche convenzionali eseguite cioè in
                                                                     sternotomia mediana, a quelle mininva-
                                                                     sive fino alla TAVI.

Fig. 12. È evidente l’incremento delle procedure chirurgiche mininvasive (in blu) a discapito di quelle
convenzionali (in verde). L’incremento della casistica complessiva che si era osservato negli anni dal
2014 al 2016 e che era dovuto ad un incremento delle procedure TAVI (in rosso), non è stato sostenuto
nel 2017. Questo si deve ad indicazioni più restrittive alla TAVI dettate dall’evidenza che in casi a più
alto rischio la procedura rischia di essere futile e di non incidere in maniera significativa sulla qualità e
la durata della vita.

Abbiamo osservato, nel gruppo SVA isolata,
una distribuzione omogenea per sesso.

Fig. 13. Distribuzione per sesso nella casistica
SVA isolata

                                                                 La mortalità osservata nella popolazione so-
                                                                 stituzione valvolare aortica isolata è stata
                                                                 sempre al di sotto delle attese attestandosi
                                                                 su valori intorno al 2%. Il profilo di rischio e
                                                                 il trend di mortalità sono costanti nel tempo.

                                                                 Fig. 14. Andamento nel tempo della mortalità
                                                                 predetta (blu) e osservata (rosso) nel gruppo
                                                                 SVA isolata.

                                                            12
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                                                           Il nostro costante sforzo nella ricerca ed
                                                           applicazione di metodiche chirurgiche
                                                           sempre meno traumatiche è testimoniato
                                                           dall’incremento delle procedure mini-in-
                                                           vasive. Circa la metà delle procedure di
                                                           sostituzione isolata della valvola aortica
                                                           sono state eseguite con una procedura
                                                           mini-invasiva nel 2017. Il trend è in co-
                                                           stante aumento.

                                                           Fig. 15. In rosso la quota di procedure di SVA
                                                           isolata eseguite con approccio mini-invasi-
                                                           vo rispetto alla popolazione di SVA isolata
                                                           globale.

L’approccio di prima scelta per la SVA isolata rimane la mini sternotomia a “J” nel terzo spazio in-
tercostale. Abbiamo adottato tale tecnica perché caratterizzata da una facile standardizzazione
e riproducibilità e perché permette una rapida conversione a sternotomia convenzionale senza
danni estetici. Nella nostra esperienza non si sono osservati casi di instabilità sternale né di tam-
ponamento cardiaco. L’adozione della routinaria apertura della pleura destra e di un monitorag-
gio quotidiano con ecocardiogramma hanno fatto sì che si limitasse al minimo il rischio di versa-
                                          menti pericardici tamponanti riportato con questo tipo
                                          di accesso. I pazienti sono sottoposti a TAC preoperatoria
                                          con ricostruzione 3D per lo studio dell’accesso e a TAC
                                          postoperatoria per la verifica del risultato pre-dimissio-
                                          ne. La tecnica chirurgica prevede la cannulazone venosa
                                          femorale e la cannulazione arteriosa centrale. Si associa
                                          il vantaggio percutaneo dell’arteria polmonare mediante
                                          ENDOVENT. Un uso estensivo delle protesi a rilascio rapi-
                                          do consente di superare eventuali difficoltà di accesso e
                                          minimizzare i tempi operatori.

                                          Fig. 16. Accesso mini sternotomico alla radice aortica per la
                                          sostituzione valvolare aortica o per la sostituzione dell’a-
                                          orta ascendente o della radice aortica. Una finestra aperta
                                          sulla sola aorta ascendente permette l’accesso al vaso e alla
                                          valvola. La presenza della sola cannula arteriosa minimizza
                                          l’ingombro del campo operatorio e facilita l’intervento.

                                                 13
U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

                                      CHIRURGIA VALVOLARE ISOLATA

Gli interventi di chirurgia valvolare isolata comprendono tutte le procedure su una o più valvole
senza associazione con altre procedure cardiache (ad esempio il bypass aorto-coronarico o la so-
stituzione dell’aorta ascendente).

                                                                 Fig. 17 - Andamento negli anni del numero di in-
                                                                 terventi di chirurgia valvolare isolata. In rosso la
                                                                 popolazione maschile

                                                                 È una casistica in cui il profilo di rischio dei
                                                                 pazienti può essere molto eterogeneo. Pe-
                                                                 sano spesso ritardi nella diagnosi o nel trat-
                                                                 tamento, legati a un atteggiamento “stoico”
                                                                 delle nostre popolazioni ma anche il fatto che
                                                                 molto spesso l’accesso alla chirurgia non è
                                                                 programmato ma dettato da urgenze contin-
                                                                 genti. Molto spesso i nostri pazienti accedono
                                                                 alla chirurgia valvolare nel contesto di ricoveri
                                                                 per scompenso o a seguito di improvviso de-
                                                                 terioramento del quadro clinico.

Fig. 18 - Mortalità predetta (in blu) e mortalità
osservata (in rosso) nella popolazione di pa-
zienti sottoposta a chirurgia valvolare isolata.

È qui che si perpetra il danno profondo alla
nostra economia sanitaria. I pazienti che emi-
grano dalla nostra regione, infatti sono quelli
“migliori”, quelli cioè che pervengono all’in-
tervento in condizioni elettive e programma-
te e che hanno quindi risultati e costi minori.
Ciononostante i nostri risultati nella chirurgia
valvolare isolata sono sicuramente ottimi, la
mortalità osservata si mantiene sempre al di
sotto delle previsioni e tende coerentemente

                                                                       a verificarsi nei casi a rischio più elevato,
                                                                       spesso molto elevato. Come si può os-
                                                                       servare nella figura 19 abbiamo assistito
                                                                       negli anni ad un costante incremento
                                                                       della percentuale di pazienti a rischio
                                                                       elevato.

                                                                       Fig. 19 - La percentuale di pazienti a ri-
                                                                       schio elevato (Euroscore logistico) rispetto
                                                                       alla popolazione globale sottoposta a chi-
                                                                       rurgia valvolare isolata.

                                                            14
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                                                                      Nella nostra visione, laddove l’inter-
                                                                      vento non sia chiaramente futile, i pa-
                                                                      zienti ad alto rischio non devono finire
                                                                      nel limbo della disperazione né essere
                                                                      riconsegnati alla vigilanza impotente
                                                                      delle famiglie. Per tale motivo abbia-
                                                                      mo eseguito e continueremo a ese-
                                                                      guire procedure ad alto rischio con la
                                                                      consapevolezza che ciò comporterà
                                                                      forse un lieve incremento della morta-
                                                                      lità globale ma ci permetterà di salvare
                                                                      vite che altrimenti sarebbero andate
                                                                      perdute.

Fig. 20 - Mortalità predetta (in blu) e mortalità osservata (in rosso) nella popolazione di pazienti ad alto ri-
schio sottoposti a chirurgia valvolare isolata. Si noti il rischio (MEDIO) predetto oscillante fra il 14 ed il 19%.

                                            CHIRURGIA AORTICA

Abbiamo osservato nel 2017 una lieve riduzio-
ne dei casi di chirurgia aortica complessa (circa
20) che é coincisa con il ridotto invio di emer-
genze dai centri periferici. La distribuzione del-
la casistica per anno e la prevalenza del sesso
maschile sono illustrati in figura 21. La figura 22
definisce la variazione del profilo di rischio dei
pazienti nel tempo.

Fig. 21 - Numero di casi per anno di chirurgia aor-
tica (comprende chirurgia della radice aortica,
chirurgia dell’arco aortico e dell’aorta discenden-
te, sono escluse le procedure endovascolari). In
blu la casistica globale, in rosso i pazienti di sesso
maschile.

                                                                    Fig. 22. Variazione del profilo di rischio per
                                                                    chirurgia aortica nel tempo. Si conferma-
                                                                    no ottimi risultati sia in termini assoluti
                                                                    che in termini relativi al profilo di rischio
                                                                    dei pazienti. Il dato del 2017 conferma la
                                                                    riduzione dell’invio di pazienti aortici acuti
                                                                    presso il nostro centro come da dettami di
                                                                    ordine amministrativo regionale.

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U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

                          CHIRURGIA RIPARATIVA DELLA VALVOLA MITRALE

                                                                 La chirurgia riparativa della valvola mitra-
                                                                 le è la nostra attività di punta sia in termini
                                                                 qualitativi che in termini di investimenti in
                                                                 formazione, aggiornamento e adeguamen-
                                                                 to tecnologico. Nel 2017 abbiamo appro-
                                                                 fondito la nostra esperienza in ambito mini
                                                                 invasivo e arricchito le nostre dotazioni con
                                                                 software di ricostruzione tridimensionale
                                                                 della valvola e colonna video per l’endosco-
                                                                 pia tridimensionale. La figura 23 illustra l’an-
                                                                 damento quantitativo della casistica negli
                                                                 anni.

                                                                 Fig. 23 - Interventi di plastica mitralica (in blu),
                                                                 plastica mitralica isolata (in rosso) e prevalen-
                                                                 za della popolazione maschile (in verde).

I risultati sono migliorati molto nel tempo
fino a raggiungere il dato migliore delle
aspettative negli ultimi due anni in cui la
mortalità è stata nulla.

Fig. 24. Andamento della mortalità predetta
e osservata nella popolazione sottoposta ad
intervento di plastica valvolare mitralica iso-
lata. Sono illustrate la mortalità predetta (in
blu) e osservata (in rosso) nella popolazione
di sesso maschile e la mortalità predetta (in
verde) e osservata (in viola) nella popolazio-
ne di sesso femminile. Si noti la mortalità zero
in entrambi i gruppi negli ultimi due anni.

                                  CHIRURGIA MITRALICA ENDOSCOPICA

Abbiamo dato un grande impulso all’innovazione nell’ambito della chirurgia endoscopica mitra-
lica facendo tesoro di una esperienza ormai ventennale maturata in un lungo percorso formativo.
L’introduzione dell’ecografia tridimensionale ha migliorato la nostra capacità di diagnosi e di pro-
grammazione dell’intervento. Ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione delle nostre cardiolo-
ghe dottoressa Stefania Leonetti e dottoressa Domenica Donato, che ci hanno fornito approfondi-
te analisi della valvola mitrale in tutte le sue componenti con particolare attenzione allo sviluppo
di modelli 3D dei lembi e dell’anello valvolare.
Questa fase di pianificazione della procedura si è rivelata fondamentale e ci ha consentito un tas-
so di riparazione valvolare prossimo al 98%. La figura 25 illustra un tipico accesso endoscopico
realmente miniaturizzato ottenibile solo con un meticoloso studio del singolo paziente tramite
ricostruzione tridimensionale del cuore e della gabbia toracica.

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U.O. di Cardiochirurgia AUDIT REPORT ATTIVITÀ 2017

Fig. 25 - A sinistra: accesso miniaturizzato per chirurgia endoscopica mitralica. L’accesso é virtualmente
invisibile. A destra: ricostruzione 3D del cuore che riproduce fedelmente le coordinate tridimensionali
della valvola mitrale nel torace del paziente e consente di studiare gli angoli di attacco alla valvola sia
per la telecamera endoscopica che per gli strumenti chirurgici.

L’approccio integrato e multidisciplinare alla chirurgia mitralica ha poi condotto all’acquisizione di
sistemi endoscopici tridimensionali che hanno consentito una ineguagliata definizione di imma-
gine e la riduzione drammatica dei tempi chirurgici che si sono quasi dimezzati. Tale approccio è
stato quindi trasferito alla chirurgia mini-invasiva della valvola aortica e dell’aorta ascendente con
risultati eccellenti. Il nostro centro si conferma punto di riferimento per la chirurgia mini-invasiva
sia in termini di attività clinica che di attività formativa.

A completamento del nostro innovativo programma di chirurgia mitralica abbiamo intrapreso
una attività pionieristica nell’ambito della sostituzione valvolare mitralica con TAVI in casi dimo-
stratisi inoperabili per la presenza di massive calcificazioni anulari. Ci siamo avvalsi per questo
della preziosa esperienza del dottor Bindo Missiroli nell’ambito della TAVI. La tecnica utilizzata
come bailout in 2 casi molto critici, ha previsto l’arresto del cuore e l’apertura dell’atrio sinistro.
Una protesi normalmente utilizzata per la TAVI veniva inserita, a cielo aperto, in posizione mitralica
e fissata alla valvola con due punti per prevenirne la migrazione.

Fig. 26. TAVI mitralica a cielo aperto in bailout. A sinistra le calcificazioni mitraliche circonferenziali, al
centro la fase di impianto della protesi TAVI in posizione mitralica, a destra risultato finale.

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                                www.santannahospital.it

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