UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...

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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
         Martedì, 10 febbraio 2015
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
                                                       Martedì, 10 febbraio 2015

Prime Pagine
 10/02/2015 Prima Pagina
 Il Sole 24 Ore                                                                                                             1
Enti locali
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 1
 I chiarimenti sull' Iva per «Pa» e fornitori                                                                               2
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 4
 «Bene il Jobs act, priorità a fisco e istruzione»                                                                          4
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 4
 Non è tempo di agenti provocatori sul debito                                                                               6
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 5
 Tsipras insiste: vogliamo il prestito ponte                                                                                8
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 10
 Cig e doppio lavoro, 36 piloti indagati                                                                                    10
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
 «Più voli internazionali sugli aeroporti di Milano»                                                                        12
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 22
 Gli operatori Nlt puntano sulle Pmi e sui professionisti                                                                   14
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 24
 «Più riforme, più investimenti»                                                                                            16
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 29
 Milano e Brescia fanno cassa con A2A                                                                                       18
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38
 Imu agricola, dopo due rinvii entro oggi si paga l' imposta 2014                                                           19
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38
 L' invarianza di gettito funziona a livello nazionale                                                                      21
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 39
 Per apparecchi elettrici i premi raccolta rifiuti saranno più alti                                                         23
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 39
 Reverse charge, fatture integrate per i regimi a forfait                                                                   24
 10/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 39
 Split payment                                                                                                              26
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 21
 Le pmi con le banche per evitare strozzature nel credito                                                                   27
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 23                                                                      VALERIO STROPPA
 Clausole sfavorevoli, indennizzo se si esagera                                                                             29
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 23
 Split payment a portata ridotta                                                                                            31
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 26
 Il cuneo fiscale sfiora il 50%                                                                                             33
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 27
 Gli agricoltori: sterilizzare le sanzioni                                                                                  35
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 27                                                                       SERGIO TROVATO
 Imu agricola, ultima chiamata                                                                                              36
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 27                                                                      MATTEO BARBERO
 Sconti Patto, richieste entro il 28/2                                                                                      38
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 27                                                                      MATTEO BARBERO
 Tempi di pagamento, province senza obblighi                                                                                39
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 30                                                  MANOLA DI RENZO E MATTEO SCIOCCHETTI
 Pmi, liquidità a rischio                                                                                                   40
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 35                                                                                 (A. R.)
 Gavosto: nessuna classifica Gli open data fanno democrazia                                                                 42
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 35                                                                         SANDRA CARDI
 Pagella alle scuole, piace al Nord                                                                                         44
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 37                                                                          CARLO FORTE
 La visita specialistica? È assenza per malattia                                                                            45
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 38                                                                      LETTERA FIRMATA
 Il docente fa causa al preside Il ricorso condiziona la difesa                                                             47
 10/02/2015 Italia Oggi Pagina 43
 brevi                                                                                                                      49
Il Resto del Carlino Ravenna
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 10
 LETTERE & OPINIONI Se chiude l' ufficio postale...                                                                         51
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 10
 LETTERE & OPINIONI Che dolore la scomparsa di Anselmo Mingozzi e...                                                        52
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 11
 Batte la testa Grave operaio                                                                                               53
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 12
 I civici:«Allagamenti ripetuti»                                             54
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 12
 «Subsidenza e Matrix, a nudo i problemi»                                    55
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 12
 «Servono interventi strutturali»                                            56
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 «Soldi in cambio della refurtiva». Arrestato dai carabinieri                57
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 Con una roncola danneggia il furgonedel nuovo compagno dell' ex moglie      58
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 Giudizio immediato per Daniela Poggiali È stata depositata la...            59
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 Importante intervento notturno sulla rete idrica                            60
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 Furti e truffe, incontro con i carabinieri                                  61
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 SCUOLA Lo scrittore Cavina oggi allo Stoppa'                                62
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
 ALFONSINE Una serata dedicata ai nostri fiumi.                              63
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
 Cosa sarebbe la nostra vita senza?                                          64
 10/02/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
 Giselle', romanticismo vittoriano                                           66
Corriere di Romagna Ravenna
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 10
 Bassa Romagna, si riparano i danni                                          67
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 10
 Matrix, «impianto a rischio e ambiente in pericolo»                         68
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 10
 «Mettere in sicurezza la rete scolante»                                     69
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 12
 Chiesto il giudizio immediato per l' infermiera                             70
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Con la roncola contro l' auto del compagno della ex                         71
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Via ai lavori per collegarsi a Romagna acque                                72
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Energia, ecco come risparmiare                                              73
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 I cento anni di Giulia Zardi                                                75
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Montanari a "Caffè letterario"                                              76
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Serata dedicata ai nostri fiumi                                             77
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 14
 Mostra sui campi di sterminio                                               78
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 22
 Infortunio sul lavoro, ferito 33enne                                        79
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 25
 Se Giselle fa un picnic a Hanging Rock                                      80
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 26
 Massimo Montanari «Niente più del cibo racconta chi...                      82
 10/02/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 39
 I deputati di Scelta civica non sono Scilipoti                              83
La Voce di Romagna Ravenna
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 33
 Matrix allagato, Coldiretti all' attacco                                    84
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 33
 BOTTEGA MATTEOTTI SCORCI QUOTIDIANI                                         85
 10/02/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33
 "Serve subito manutenzione su tutta la rete scolante"                       86
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 33
 Depositata la richiesta di immediato per l' infermiera                      87
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 33
 Due arresti Nei guai ladro ricattatore E un uomo che danneggia l' auto...   88
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 33
 Bagnacavallo venerdì si "illumina di meno                                   89
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 40
 Al "Rossini" un caposaldo del balletto: "Giselle"                           90
 10/02/2015 La Voce di Romagna Pagina 41
 Si faccia piena luce sui deportati                                          91
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
10 febbraio 2015
                             Il Sole 24 Ore
                                      Prima Pagina

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                                                                               1
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
10 febbraio 2015
Pagina 1                                       Il Sole 24 Ore
                                                          Enti locali

  . ADEMPIMENTI.

  I chiarimenti sull' Iva per «Pa» e fornitori
  Benedetto Santacroce ­ Primo round di chiarimenti sulla
  scissione (split payment) dell' Iva nei rapporti fra Pa e
  fornitori. L' agenzia delle Entrate, in particolare, con una
  circolare spiega che non saranno sanzionate le violazioni
  eventualmente commesse in buona fede.
  Santacroce pagina 39 Per individuare i soggetti pubblici
  sottoposti al nuovo regime dello split payment non basta far
  riferimento all' articolo 6, comma 5 del Dpr 633/72 (da cui
  prende le mosse il nuovo articolo 17 ter dello stesso decreto),
  ma trattandosi di un regime introdotto con fine antievasione
  bisogna tener conto anche della ratio della norma. Da ciò
  discende ad esempio l' inclusione nello specifico regime delle
  Comunità montane ovvero dell' Unione d e i comuni. Inoltre,
  s u l piano oggettivo la disposizione opera solo per le
  operazioni documentate da fattura. Risultano esclusi, ad
  esempio, gli acquisti certificati dal fornitore con scontrino e
  ricevuta fiscale . Infine niente sanzioni, ma possibilità di
  regolarizzazione degli errori commessi, per coloro che, dopo
  il 1° gennaio, hanno commesso errori nell' applicazione del
  regime. Sono questi i principali chiarimenti forniti dall'
  agenzia delle Entrate con la circolare 1/E di ieri.
  Requisiti soggettivi In relazione all' ambito soggettivo di
  applicazione del nuovo articolo 17 ter del Dpr 633/72, la
  circolare chiarisce che l' elenco previsto dalla norma, di
  tenore analogo a quello previsto dall' articolo 6, comma 5 del
  Dpr 633/72, deve essere applicato tenendo ben presente la
  ratio antievasione della disposizione. Quindi, mentre per l'
  articolo 6, comma 5 (norma agevolativa) l' interpretazione
  doveva essere restrittiva, per l' articolo 17 ter l'
  interpretazione può essere anche estensiva, purché rispetti i
  principi ispiratori della disposizione.
  In particolare, il documento di prassi specifica: Per quanto lo
  Stato e gli organi dello Stato ancorché dotati di personalità
  giuridica include, ad esempio, le istituzioni scolastiche e le
  istituzioni per l' alta formazione artistica, musicale e coreutica
  (Afam); Per quanto riguarda gli enti pubblici territoriali e i
  consorzi tra essi costituiti ai sensi dell' articolo 31 del Testo
  unico degli enti locali (TUEL), include anche le Comunità
  montane, comunità isolane e le Unioni d e i comuni; Per
  quanto riguarda le Camere di commercio, comprende nell' obbligo di applicazione del nuovo regime
  anche le Unioni regionali delle camere di commercio; Per quanto riguarda le aziende sanitarie nazionali,
  sono da ricomprendersi anche gli enti pubblici istituiti a livello regionale che si sostituiscono alle aziende
  sanitarie locali e agli enti ospedalieri nell' approvvigionamento di beni e servizi destinati all' attività delle
  aziende stesse; Per quanto riguarda gli enti di assistenza e beneficenza vanno incluse le Ipab e le Asp.
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UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA - Martedì, 10 febbraio 2015 - Unione dei Comuni della ...
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  Ocse. La mancata ripresa rischia di abbassare il reddito pro capite degli italiani che già nel
  2013 è risultato inferiore del 30% rispetto alla media dei primi 17 Paesi Ocse.

  «Bene il Jobs act, priorità a fisco e istruzione»
  ISTANBUL Nella sua annuale "pagella" delle
  riforme strutturali, l' Ocse, il gruppo dei grandi
  Paesi industriali, promuove il Jobs Act del
  Governo Renzi, ma sollecita l' Italia a insistere
  nell' eliminazione del dualismo del mercato del
  lavoro e a ulteriori riforme, soprattutto nel
  campo dell' educazione e della
  semplificazione del sistema fiscale. «Il Jobs
  Act ­ dice il segretario generale dell' Ocse,
  Angel Gurria, che il 19 febbraio prossimo sarà
  a Roma per presentare lo studio al presidente
  del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell'
  Economia, Pier Carlo Padoan ­ è stato un atto
  di leadership e di coraggio politico, un
  messaggio forte, mette l' Italia sulla strada
  giusta, ma non è l' unica cosa da fare. Con la
  stabilità politica, si può fare anche il resto».
  Nella sua analisi, l' Ocse nota che la mancata
  ripresa dell' economia ha fatto sì che l' Italia
  abbia perso terreno rispetto alla media degli
  altri Paesi industriali sia in termini di reddito
  pro capite, sia in termini di produttività. «Se le
  riforme fossero partite due anni fa, oggi si
  vedrebbero i risultati, come in Spagna ­ dice
  Gurria ­ ma non è mai troppo tardi». È
  decisiva, afferma Alain de Serres, economista
  dell' Ocse autore dello studio "Going for Growth", la piena messa in atto delle riforme avviate in questi
  anni.
  È importante, sostiene lo studio, presentato ieri poche ore prima dell' inizio della riunione del G­20, che
  l' Italia abbia cominciato con il Jobs Act a riequilibrare la protezione, spostandola dai posti di lavoro al
  reddito dei lavoratori. L' Ocse suggerisce tuttavia di «continuare a ridurre il dualismo del mercato del
  lavoro, rendendo più flessibili assunzioni e licenziamenti, e adottare procedure legali più prevedibili e
  meno costose, supportate da una rete di protezioni sociali più ampia e politiche attive per il mercato del
  lavoro». Per de Serres, va favorita la mobilità dei lavoratori dai settori a bassa produttività a quelli ad
  alta produttività. «Aumentare la produttività ­ dice Gurria ­ è anche un modo per poter pagare di più i
  lavoratori e innescare un circolo virtuoso».
  La seconda riforma prioritaria individuata dall' Ocse riguarda il miglioramento dell' equità e dell'
  efficienza dell' educazione. Lo studio suggerisce di approfondire la valutazione degli insegnanti, di
  espandere ulteriormente l' istruzione professionale dopo la scuola secondaria, di aumentare le tasse
  universitarie e creare un sistema di prestiti agli studenti il cui rimborso sia basato sul reddito.
  Terza area prioritaria, secondo l' Ocse, il miglioramento dell' efficienza del fisco. Questa andrebbe
  perseguita abbassando le aliquote nominali più alte, riducendo distorsioni e incentivi all' evasione.
  L' Ocse chiede anche di eliminare l' instabilità nella legislazione fiscale, riducendo il ricorso a misure
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  GRECIA­ITALIA.

  Non è tempo di agenti provocatori sul debito
  Forse, evocando il rischio bancarotta dell' Italia, Yanis
  Varoufakis sperava di stornare l' attenzione dai guai in cui le
  sue acrobazie economico­finanziarie stanno cacciando la
  Grecia che pure, dopo sei anni di recessione, di sacrifici e
  sofferenze anche eccessive, finalmente vede un po' di luce:
  nel 2015 crescerà del 2,5% e poi del 3,6 per cento.
  Forse ha provato a fare di tutta l' erba (del debito) un fascio
  scommettendo sull' effetto "mal comune mezzo gaudio",
  illudendosi di procurarsi con la "forza" quella solidarietà che
  con i sorrisi non ha trovato a Roma e, peraltro, neanche a
  Parigi.
  Per non dire altrove.
  O forse ha semplicemente voluto strafare e ha compiuto un
  passo falso di cui potrebbe presto pentirsi amaramente. Il suo
  ruolo di agente provocatore che sobilla i mercati e tenta di
  diffondere il contagio della destabilizzazione nella moneta
  unica, mentre rifiuta di rispettare i patti che la Grecia ha
  sottoscritto, non lo aiuterà infatti nei negoziati con
  Eurogruppo, Bce e Fmi. La cui priorità assoluta è la garanzia
  della stabilità e della coesione del club.
  Le azioni di disturbo da parte di chi è scampato al default ­
  vero ­ grazie agli aiuti europei ma ora pretende di ignorarne
  le condizioni e, ciò nonostante, vuole ottenere nuove
  concessioni, c i o è p e s c a r e d i n u o v o n e l l e t a s c h e d e i
  contribuenti europei, non sono certo accolte di buon occhio.
  Come non lo sono la pretesa mano libera su rigore e riforme
  nè un generoso rinegoziato sul debito che passi per lo stop
  all' attuale programma di assistenza euro­internazionale per
  elaborarne un altro, con prestito­ponte nell' attesa.
  Una cosa per ora appare certa: l' attacco del ministro delle
  Finanze greco al debito italiano appare la carta della
  disperazione perché dà l' esatta misura dell' isolamento nel
  quale si trova la Grecia dopo il clamoroso fallimento della
  tournée europea del premier Alexis Tzipras e di Varoufakis
  che invece speravano di conquistare alleati nell' eurozona
  soprattutto, per ragio ni di bandiera politica, tra i Governi
  socialisti di casa a Roma e Parigi.
  Continua pagina 4 Adriana Cerretelli Continua da pagina 1 L'
  incidente si è chiuso ieri dopo il chiarimento con il ministro
  dell' Economia, Pier Carlo Padoan. Che ha dovuto precisare l' ovvio. Il parallelismo tra Grecia e Italia
  non regge.
  E per vari motivi. Anche se per dimensioni quello nostrano (come del resto il nostro Pil) è quasi sette
  volte quello greco, il debito italiano è sostenibile al contrario di quello di Atene che, senza aiuti,
  esploderebbe. I mercati lo sanno tanto bene che ieri lo spread Btp­ bund non si è sostanzialmente
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  Atene. Il premier greco a Vienna incontra il primo ministro austriaco e precisa che «i nuovi
  crediti non costeranno un solo euro ai contribuenti»

  Tsipras insiste: vogliamo il prestito ponte
  Il premier greco, Alexis Tsipras, quando parla
  in Grecia usa toni incendiari e barricaderi ma
  quando va all' estero usa un linguaggio più
  soft e diplomatico. E anche ieri a Vienna il neo
  premier non ha mancato di adeguarsi a questa
  regola aurea.
  Il prestito ponte chiesto dalla Grecia ai partner
  europei «non peserà sui contribuenti europei
  per nemmeno un euro», ha dichiarato il primo
  ministro greco, ieri da Vienna, dove ha
  incontrato il cancelliere austriaco Werner
  Faymann, nel corso della suo "forcing"
  diplomatico per trovare alleati nell' eurozona
  contro le politiche di austerità .
  «Il nostro programma prevede un prestito
  ponte dal 28 febbraio al 1 giugno», ha
  spiegato Tsipras, «in questo modo avremo lo
  spazio di manovra fiscale e il tempo per
  iniziare ad applicare il programma e
  ripristinare i servizi pubblici». «Chi scommette
  sul fallimento della Grecia, scoprirà di aver
  sbagliato», ha aggiunto Tsipras, «voglio
  assicurare che ci sarà un accordo con i nostri
  partner».
  Il primo ministro greco ha poi affermato di
  «non aver ancora sentito di alcuna alternativa
  specifica o percorribile al nostro piano». Forse non aveva sentito l' avvertimento del presidente della
  Commissione Ue, Jean­ClaudeJuncker ,che lo invitava a non aspettarsi un accettazione del suo
  programma senza intoppi a Bruxelles domani all' eurogruppo e dopodomani al Consiglio dei capi di
  stato e di governo.
  Il negoziato sul debito tra la Grecia e i partner Ue si concluderà con un «compromesso vantaggioso per
  tutti» e l' attuale fase di stallo e dovuta unicamente a «motivazioni politiche», ha poi incalzato Tsipras
  sempre in tono conciliante.
  Nessun accenno da parte sua al discorso fatto in Parlamento domenica che ha mandato a picco la
  borsa di Atene e fatto balzare i rendimenti dei bond sulla volontà di mantenere tutte le promesse
  annunciate durante la campagna elettorale che lo ha portato a guidare il nuovo esecutivo e, nello
  specifico, il piano di urgenza per «curare le profonde ferite» dovute all' austerity imposta ad Atene.
  Tsipras ha aggiunto che «la storia dell' Ue è sempre stata costellata di alta e bassi e si è sempre trovata
  una soluzione. Non vedo ragioni per cui non si possa trovare un accordo», mentre ha indicato che «non
  solo la Grecia è in crisi, ma anche l' Europa», ribadendo il suo punto di vista che sono le politiche di
  austerità ad avere avvitato la crisi in Europa .
  Il premier austrico Faymann ha rilevato che «è un dovere» dell' Eurogruppo e dell' Ue trovare una
  soluzione alla crisi e che «Eurolandia deve restare unita nelle difficoltà», ma ha anche esortato la Grecia
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  Truffa ai danni dello Stato. L' Inps aveva chiesto tre anni fa di avviare i controlli.

  Cig e doppio lavoro, 36 piloti indagati
  Tra gli inquirenti che hanno scoperto la truffa
  milionaria ai danni dell' erario di quei 36 piloti
  che percepivano una sontuosa cassa
  integrazione (pari all' 80% dell' ultimo
  stipendio e senza tetto a mille euro), lavorando
  contemporaneamente per compagnie estere,
  come anticipato da Fiorenza Sarzanini sul
  Corriere della Sera, la sensazione è che si sia
  scoperchiato un grande Vaso di Pandora. Ai
  36 denunciati potrebbero nei prossimi giorni
  aggiungersi altri, dato che si stanno passando
  al setaccio almeno un migliaio di posizioni. E
  qualcuno ha chiuso gli occhi in tutti questi anni.
  L' Inps ha infatti ricordato ieri che già tre anni
  fa con una lettera al ministero degli Esteri, al
  ministero del Lavoro e all' Enac aveva chiesto
  di avviare controlli sui piloti in cassa
  integrazione dopo l' arrivo di denunce su un
  numero considerevole di piloti di aerei civili
  «percettori del trattamento di integrazione
  salariale e contemporaneamente rioccupati in
  attività lavorative all' estero».
  Si è perso tempo quindi. E ora l' inchiesta può
  rivelare truffe assai più consistenti. Quel che
  emerge sullo sfondo, al di là della truffa, è il
  ruolo del Fondo di sostegno al trasporto aereo,
  un fondo creato nel lontano 2004 e che ha di fatto accompagnato la gravissima crisi di Alitalia. Quel
  fondo garantiva e garantisce tuttora forti condizioni di favore ai lavoratori in esubero del trasporto aereo,
  rispetto agli ammortizzatori sociali degli altri lavoratori italiani. Il fondo garantisce infatti trattamenti di
  cassa integrazione e mobilità lunghi, fino a sette anni, con prestazioni pari all' 80% dell' ultimo stipendio
  e soprattutto senza il tetto di 1.100 euro fissati per tutti gli altri lavoratori italiani, i cui ammortizzatori
  durano al massimo un biennio. Per i piloti in particolare poteva voler dire incassare mensilmente cifre di
  5­6mila euro al mese, cui si aggiungeva gli stipendi da 8­9mila euro per chi si "dimenticava" come
  accaduto per gli indagati di comunicare la riassunzione, percependo così sia la Cassa integrazione che
  i nuovi stipendi.
  Una storia amara, che fa da sfondo a una situazione già di privilegio per gli ex lavoratori di Alitalia e
  delle altre compagnie in crisi. Già perché gli ammortizzatori, di per sé già assai ricchi, sono finanziati di
  fatto dalla collettività. Il 97% dei fondi per gli esuberi del trasporto aereo sono pagati con la tassa da 3
  euro a biglietto dei passeggeri. Quella tassa istituita nel 2004, assicurerà nel 2015 introiti al Fondo per
  230 milioni.
  E in media l' incasso è stato di 200 milioni l' anno per entrate cumulate a oggi, secondo quanto risulta al
  Sole 24 Ore, per 1,4 miliardi.
  Soldi che sono serviti finora a garantire la Cassa integrazione all' 80% dell' ultimo stipendio per un
  esborso di un miliardo secco a favore di circa 19mila ex dipendenti del comparto.
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  Mobility Conference. Le proposte di Rocca (Assolombarda) per rilanciare gli scali

  «Più voli internazionali sugli aeroporti di Milano»
  Linate senza limiti, accordi bilaterali per Malpensa.

  Marco Morino ­ Milano Il futuro di Linate e
  Malpensa accende la Mobility Conference
  (Mce), la conferenza annuale su mobilità,
  trasporti e infrastrutture promossa da
  Assolombarda e Camera di commercio di
  Milano. Milano, in vista dell' Expo ma anche
  per il dopo Expo, dovrà incrementare la
  connettività aerea intercontinentale, oggi
  troppo bassa se paragonata a quelle di
  Londra, Parigi, Monaco, Francoforte, ma
  anche Zurigo, Barcellona o Vienna.
  Milano dovrà essere un luogo da cui partire
  per andare lontano senza scalo ma anche per
  attrarre dall' estero chi vuole raggiungerla
  senza scoraggiarlo con soste intermedie. Per
  potenziare i collegamenti sugli aeroporti
  milanesi Gianfelice Rocca, presidente di
  Assolombarda, lancia tre proposte: 1) va
  assolutamente evitata ogni tentazione di
  limitare Linate, tutte le destinazioni europee
  vanno consentite senza limitazioni di voli
  giornalieri: «Basta con l' illusione ­ dice Rocca
  ­ che limitare Linate serva a reggere meglio
  Malpensa, dobbiamo valorizzare il nostro city
  airport»; 2) Malpensa ha bisogno del maggior
  numero possibile di accordi bilaterali: «Vanno
  moltiplicati accordi ­ continua Rocca ­ come quello recentissimo con la Cina, che prevede sin da quest'
  anno la possibilità di incrementare voli e città servite di entrambi i Paesi»; 3) privatizzare la Sea, la
  società controllata dal Comune di Milano (54,8%) che gestisce Linate e Malpensa: «Investitori
  istituzionali di settore ­ propone Rocca ­ potrebbero accompagnare e affiancare il potenziamento della
  presenza di alcune grandi compagnie aeree». Senza un piano per gli aeroporti che coinvolga anche
  Orio al Serio, sostiene Rocca, «la connettività internazionale e intercontinentale della grande Milano
  resterà per anni una frazione di quella delle metropoli europee nostre concorrenti». Anche Alberto
  Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia, batte sullo stesso tasto: «In un' area chiave come il
  Nord Italia un hub intercontinentale è imprescindibile per connettere i territori. Basti pensare che tra i
  primi dieci aeroporti in Europa per numero di passeggeri non è presente nessuno scalo del Nord Italia».
  Replica Pietro Modiano, presidente della Sea: «Su Malpensa c' è un impegno del governo per ampliare
  il numero degli accordi bilaterali e noi facciamo di tutto per sostenerlo; su Linate mi pare che già il
  decreto Lupi si muova nella direzione auspicata da Assolombarda; sulla privatizzazione ­ aggiunge
  Modiano ­ sono culturalmente e per tradizione favorevolissimo al mercato. Osservo che per gli aeroporti
  non c' è una chiara evidenza che sia meglio essere privati che pubblici tanto è vero che negli Stati Uniti
  gli operatori aeroportuali sono pubblici e la gran parte degli hub europei è controllata dallo Stato.

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  Gli operatori Nlt puntano sulle Pmi e sui
  professionisti
  I grandi operatori del noleggio a lungo termine (come Ald, Alphabet, Arval, LeasePlan e
  Leasys) stanno creando strutture dedicate per offrire servizi innovativi ai clienti «di
  piccola taglia»

  Se il 2015 si prospetta un anno un po' meno
  grigio per l' intero settore dell' auto una parte
  del merito va al comparto delle flotte aziendali.
  Lo confermano i numeri. «Nel noleggio a lungo
  termine (Nlt) le immatricolazioni nel 2014 sono
  state 189.600, con un parco flotte di 535 mila
  veicoli e le stime sono positive anche per il
  2015 con un aumento dell' immatricolato di
  auto e furgoni del 2­3%», sottolinea Pietro
  Teofilatto direttore di Aniasa, l' associazione
  delle aziende dell' autonoleggio che festeggia i
  50 anni. Intanto, l' anno è cominciato con il
  segno positivo: +10,9% e il noleggio, con il suo
  incremento del 54%, ha fatto la parte del
  leone.
  E il noleggio del futuro? Passa dalla
  sostenibilità e dall' integrazione dei servizi.
  «Anche la Pubblica amministrazione ha ora
  grande interesse per i servizi di Nlt; così non
  rischia di acquistare veicoli che non verranno
  utilizzati e riesce a monitorare il reale utilizzo
  delle vetture e ridurre il costo generale della
  mobilità», sottolinea Teofilatto. Anche per la
  scelta del parco auto da tempo sono cambiati i
  modelli di riferimento: non solo downsizing,
  ma anche sperimentazioni di mobilità
  sostenibile, soprattutto con l' ibrido e, in alcuni casi, con l' elettrico. Un esempio è AlphaElectric, l'
  ecosistema di Alphabet che include veicoli elettrici, consulenze personalizzate e infrastrutture di
  ricarica, e che coniuga esigenze di mobilità e basso impatto ambientale. «La eMobility è un tema ancora
  da metabolizzare per molte aziende, ma è la soluzione ideale per muoversi in città senza limitazioni,
  come nel caso delle Ztl», sottolinea Andrea Cardinali, presidente e amministratore delegato di Alphabet
  Italia.
  Molte società di Nlt, poi, iniziano a guardare a un nuovo pubblico che si sta avvicinando all' universo del
  noleggio. «Partite Iva e piccole e medie imprese sono un target in crescita che sempre più trova nel
  noleggio la risposta conveniente alle proprie esigenze e che oggi rappresentano più del 20% della
  nostra flotta circolante», spiega Alfonso Martinez amministratore delegato di LeasePlan. È dal 2011 che
  l' azienda ha avviato una strategia con al centro il tessuto imprenditoriale locale. Non è la sola: Arval ha
  la sua divisione Sme Solutions, dedicata a professionisti e Pmi che potrebbe contribuire alle previsioni
  di crescita della flotta «per il 2015 di almeno il 4% in linea con l' anno passato», sottolinea Grégoire

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  L' intervista. Donato Iacovone, ad di Ernst & Young, spiega cosa serve all' Italia per diventare
  sempre più attrattiva.

  «Più riforme, più investimenti»
  È possibile, anzi legittimo, dare fiducia all'
  Italia e alle sue aziende.
  Perché le riforme, per quanto incompiute,
  hanno accelerato il passo. E perché il "made in
  Italy", dall' alimentare all' alta tecnologia, offre
  una combinazione unica di marchi con
  richiamo globale, qualità e leadership di
  nicchia da parte anche di piccole e medie
  imprese in grado di puntare in alto con nuove
  risorse e una visione globale. Se sfruttati
  adeguatamente, se non si perde "il ritmo" del
  cambiamento, questi fattori formano un'
  equazione di crescita, che fin da quest' anno
  potrebbe aiutare a raddoppiare allo 0,8% il
  precario 0,4% atteso per il Pil. I segnali
  incoraggianti, infatti, aprono "una finestra" sulle
  capacità del Paese, offrono un' opportunità che
  gli investitori internazionali e in primis
  statunitensi dovrebbero essere pronti a
  cogliere. Un' opportunità che, cifre ed esempi
  alla mano, è il cuore del messaggio di Donato
  Iacovone, amministratore delegato di Ernst &
  Young Italia che oggi, nella capitale della
  finanza americana, introduce i lavori del
  summit "Italy: We are Open for Business".

  Porte aperte agli affari. Ma quali sono i cambiamenti sui quali gli investitori internazionali
  possono davvero contare?
  Sono state realizzate riforme serie, in grado di avvantaggiare gli investitori stranieri. Sono scattate
  riforme fiscali e l' Investment compact, rivolto a sostenere anche le piccole e medie imprese innovative.
  E il Jobs Act, nonostante le critiche, introduce nuova flessibilità nel mercato del lavoro. Senza contare
  che il presidente della Repubblica è stato eletto di recente in tempi per nulla "italiani". Tutto questo è
  percepibile dagli investitori come un segnale di cambiamento.

  Ha già colto i segnali di un nuovo interesse?
  Sì, il mercato delle M&A mostra vivacità. Alcuni dati su tutti: le fusioni in Italia sono aumentate del 27,2%
  a 24,4 miliardi di euro nei primi nove mesi dell' anno scorso, con 272 merger, il massimo dal 2008. E
  sono aumentate anche le operazioni italiane all' estero, che nel terzo trimestre 2014 hanno raggiunto il
  picco dal 2007 con 18 operazioni per 22,5 miliardi di euro. Il 34% delle aziende italiane intende inoltre
  realizzare un' acquisizione nei prossimi dodici mesi. Come Ernst & Young, notiamo direttamente l'
  aumento nella domanda di assistenza per operazioni. Vuol dire che in Italia c' è valore.

  Che cosa si aspetta dalla conferenza odierna?
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  PARTERRE.

  Milano e Brescia fanno cassa con A2A
  I Comuni di Milano e di Brescia continuano a
  fare cassa grazie alla controllata A2A. A
  gennaio, come riportato da Radiocor, le due
  amministrazioni hanno ceduto rispettivamente
  lo 0,86% (Palazzo Marino ha così incassato
  circa 22,6 milioni) e lo 0,55% (15,97 milioni l'
  introito di Brescia) della multiutility lombarda
  attraverso una serie di mini cessioni in Borsa
  attraverso le Tesorerie comunali. In questo
  modo, gli enti locali ­ che già a dicembre erano
  scesi dal 55% al 54,5% ­ si sono portati a
  ridosso del 53%. A un piccolo sacrificio: a
  gennaio, in attesa del QE, Piazza Affari ha
  virato al rialzo, mentre il titolo A2A è rimasto
  piatto. Il target dei Comuni è in ogni caso il
  50%, ovvero la quota rimasta oggetto del patto
  di sindacato tra le due amministrazioni. È
  dunque presumibile che, nei prossimi mesi,
  finirà sul mercato un altro 3% del capitale: un'
  operazione che potrebbe accavallarsi con la
  presentazione del nuovo piano d' impresa di
  A2A, atteso per l' inizio di aprile. (Ch.C.
  )

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  Versamenti. Fa fede l' elenco Istat che stabilisce quali sono i Comuni montani.

  Imu agricola, dopo due rinvii entro oggi si paga l'
  imposta 2014
  Scade oggi il termine ultimo per il versamento
  d e l l ' Imu a g r i c o l a r e l a t i v a a l 2 0 1 4 . L a
  scadenza, originariamente prevista per il 16
  dicembre, è stata infatti spostata prima al 26
  gennaio 2015 e, successivamente, al 10
  febbraio 2015 (con decreto legge n.4/2015).
  Questa scadenza, peraltro, è richiesta in forza
  di un decreto legge che non risulta ancora
  convertito e quindi, per conservare piena
  efficacia il decreto dovrà esserlo entro
  s e s s a n t a g i o r n i d a l l a pubblicazione; l a
  mancata conversione può determinare la
  perdita di efficacia retroattivamente.
  Per stabilire i terreni soggetti a imposta
  municipale è necessario accedere al sito
  internet dell' Istat, consultare l' elenco dei
  Comuni italiani e verificare se il Comune è
  considerato montano (T), parzialmente
  montano (P) o non montano (NM). L'
  esenzione si applica solo in tre casi: ai terreni
  c o l l o c a t i i n Comuni m o n t a n i ,
  indipendentemente da chi li possiede; ai
  terreni posti in Comuni parzialmente montani
  solo se posseduti da coltivatori diretti o
  imprenditori agricoli professionali; ai terreni
  p o s t i i n Comuni parzialmente montani,
  posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (Iap) e concessi in affitto o in
  comodato a soggetti in possesso delle medesime qualifiche professionali.
  L' imposta si applica nei modi ordinari, quindi si assume la tariffa di reddito dominicale vigente al
  catasto al 1° gennaio 2014, la si rivaluta del 25% e la si moltiplica per 75, per i coltivatori diretti o Iap o
  135 per tutti gli altri. Si fa notare che il coefficiente pari a 75 troverà applicazione esclusivamente per il
  calcolo dell' imposta dei terreni posti in Comuni non montani poiché, nei Comuni parzialmente montani,
  l' esenzione per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali è totale.
  I contribuenti in possesso delle qualifiche professionali agricole, inoltre, hanno diritto a un' ulteriore
  agevolazione sotto forma di riduzione della base imponibile. Il comma 8­bis del decreto legge 201/2011,
  introdotto dal decreto legge 2 marzo 2012, n. 16, prevede l' esenzione da imposta per i terreni agricoli
  di valore pari o inferiore a 6mila euro posseduti e condotti da parte di coltivatori diretti o imprenditori
  agricoli professionali e l' applicazione dell' imposta per scaglioni oltre il predetto importo. Nello
  specifico, si applicano le seguenti riduzioni di importo decrescente all' aumentare del valore dell'
  immobile: riduzione del 70% dell' imposta gravante sulla parte di valore eccedente i predetti 6mila euro
  e fino a 15.500 euro; riduzione del 50% di quella gravante sulla parte di valore eccedente 15.500 euro e
  fino a 25.500 euro; riduzione del 25% di quella gravante sulla parte di valore eccedente 25.500 euro e
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  INTERVENTO.

  L' invarianza di gettito funziona a livello nazionale
  Uno dei punti significativi della riforma del
  catasto (si veda anche Il Sole 24 Ore del 7
  febbraio) è quello dell' invarianza di gettito. La
  questione attiene alla scelta del modo con cui
  attuarla ed è eminentemente politica. Tuttavia,
  il contributo che ritengo opportuno fornire sta
  nel chiarire le conseguenze e nel significato
  delle possibili tecniche con cui effettuare tale
  invarianza.
  Anzitutto vanno esplicitate alcune
  considerazioni di contesto: a) l' invarianza di
  gettito, in presenza di una variazione di
  riequilibrio equitativo delle basi imponibili,
  implica necessariamente una redistribuzione
  del carico fiscale tra i contribuenti: alcuni
  pagano di più e altri meno e il saldo è zero; b)
  in presenza di un aumento delle basi
  imponibili (inevitabile per il settore
  immobiliare, basta considerare che le rendite
  vigenti fanno riferimento ai valori e canoni del
  1989­1990 mentre quelle della riforma
  presumibilmente a quelli del periodo 2012­
  2014), l' invarianza di gettito si può ottenere in
  diversi modi: il più semplice ­ per le imposte
  ad aliquota proporzionale ­ è mediante una
  riduzione dell' aliquota; c) per le imposte a
  carattere nazionale l' invarianza del gettito nazionale può ottenersi solo operando sull' aliquota media o
  standard nazionale, mentre per le imposte locali (come l' Imu) si può operare sia nel modo anzidetto,
  sia come invarianza di gettito per singolo Comune, definendo una nuova aliquota di equilibrio Comune
  per Comune.
  La questione posta nel dibattito è legato alle imposte locali e particolarmente all' Imu. Il punto consiste
  nel fatto, dimostrabile, che se si ottiene l' invarianza di gettito a livello nazionale mediante un' aliquota di
  equilibrio ottenuta comune per comune, si ottiene un miglioramento dell' equità all' interno del Comune,
  ma si lascia del tutto invariato il livello di iniquità della tassazione attuale tra contribuenti di Comuni
  diversi.
  Ovviamente, in tal caso la redistribuzione del carico fiscale avverrà limitatamente ai contribuenti dello
  stesso Comune e non tra tutti i contribuenti italiani. Evidentemente si avranno riflessi sui processi di
  riequilibrio perequativo delle capacità fiscali: in un caso (invarianza di gettito a livello nazionale) si pone
  obbligatoriamente la necessità di effettuare tale riequilibrio, nell' altro caso tale necessità potrebbe non
  trasparire, accettando conseguentemente le differenze di capacità fiscali.
  Per concludere su questo argomento, può essere utile costruire un semplice esercizio logico.
  Supponiamo che in due comuni confinanti vi siano solo abitazioni i cui i valori di mercato in euro a m2
  siano identici.
  Supponiamo che appartengano alla medesima zona censuaria e quindi le tariffe d' estimo siano le
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  Comuni. L' accordo.

  Per apparecchi elettrici i premi raccolta rifiuti
  saranno più alti
  Premi di efficienza ai Comuni sulla raccolta di
  rifiuti di frigoriferi, lavatrici, televisori, piccoli
  elettrodomestici e lampadine, che saranno
  incrementati del 20% rispetto al passato;
  ulteriori premi se verranno superate le medie
  di raccolta 2013 e 2014; possibilità di gestire i
  trattamenti dei materiali recuperati più
  remunerativi, senza dover conferire a terzi tutti
  materiali raccolti. Questi i tre punti di favore
  p e r i Comuni contenuti nell' accordo di
  programma sottoscritto ieri a Milano, a
  P a l a z z o M a r i n o , t r a Anci, i l C e n t r o d i
  coordinamento Raee, i produttori di Aee e le
  associazioni delle aziende di raccolta dei
  rifiuti.
  L' intesa aggiunge ai premi anche la
  disponibilità di un fondo per migliorare e
  adeguare le piazzole di raccolta (13 euro per
  tonnellata di raccolta, minimo di 1,3 milioni
  annui, 2,5 milioni nel triennio) un altro per il
  monitoraggio sul trattamento e sulla
  rendicontazione (1,5 milioni), un altro ancora
  per attività di formazione per comuni e aziende
  della raccolta rifiuti (200mila euro), e un ultimo
  fondo per attività di comunicazione (750mila
  euro). Risorse resedisponibili dai produttori di
  apparecchiature elettriche ed elettroniche a beneficio dei comuni nell' intesa che, sulla base dell' articolo
  15 del Dlgs 14 Marzo 2014 n. 49, in attuazione della Direttiva 2012/19/CE, ha validità triennale con
  decorrenza dal 1 gennaio 2015. Il documento sostituisce quello in vigore dal 2011. «Ai Comuni ­ ha
  rilevato Filippo Bernocchi, delegato Anci Energia e rifiuti ­ saranno destinate maggiori risorse e lo sforzo
  congiunto dei Comuni­aziende, dei sistemi collettivi e dei produttori sarà dedicato alla realizzazione di
  nuovi centri di raccolta per i Raee, nonché per l' adeguamento delle areei oggi presenti sul territorio».
  «Auspichiamo che i contenuti dell' accordo ­ ha rilevato Fabrizio D' Amico, Presidente del CdC Raee ­
  servano all' Italia per percorrere la strada che ci dovrà condurre al raggiungimento dell' obiettivo Ue di
  raccogliere e trattare adeguatamente almeno 600mila tonnellate di Raee: obiettivo estremamente
  sfidante». «Siamo sempre stati fiduciosi di poter raggiungere un buon accordo in tempi ragionevoli ­ ha
  detto Gian Luca Littarru, rappresentante dei Produttori di Aee designato da Confindustria e delegato per
  l' ambiente di Anie Federazione ­. L' accordo ha il merito di aver ben chiarito ruoli e responsabilità di
  tutte le parti coinvolte e di aver introdotto molti elementi migliorativi».
  © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Moraglio.

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  Adempimenti. L' effetto delle novità.

  Reverse charge, fatture integrate per i regimi a forfait
  Gian Paolo Tosoni ­ Il nuovo reverse charge
  coinvolge molte imprese e professionisti più di
  quanto non accadesse in passato ed inoltre
  rende debitori di Iva soggetti che prima non lo
  erano.
  La procedura dell' inversione contabile già in
  vigore al 31 dicembre 2014 e tuttora operante,
  prevista per alcune operazioni, coinvolge un
  debitore dell' imposta (e cioè il soggetto che
  riceve la fattura senza applicazione dell' Iva)
  che applica generalmente il regime ordinario
  Iva, senza limiti alla detrazione e quindi il
  reverse charge non genera alcun debito di
  imposta.
  Infatti per le prestazioni di servizi nel settore
  dell' edilizia già previste nella lettera a) del
  sesto comma dell' articolo 17 del decreto Iva, il
  reverse charge si applica dal terzo soggetto
  della filiera e cioè dal subappaltatore; quindi il
  debitore d' imposta è l' appaltatore il quale
  generalmente detrae interamente l' Iva
  risultante dalle annotazioni fra gli acquisti. Per
  i soggetti in regime ordinario le fatture ricevute
  in reverse charge ed integrate dell' Iva, che
  devono essere registrate nel registro delle
  fatture emesse ed in quello degli acquisti,
  impattano l' imposta e nulla è dovuto all' erario.
  Invece per le operazioni soggette a reverse charge dal 1 gennaio 2015 quali le prestazioni di servizi di
  pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici, l' inversione
  contabile ai fini Iva coinvolge anche il committente poiché si applica in ogni caso quando essa è
  effettuata a favore di soggetti passivi.
  Quindi ad esempio un medico, o qualsiasi altro soggetto che effettua operazioni esenti da Iva, che ha
  affidato ad una impresa le pulizie dello studio, riceve la fattura non soggetta ad Iva, deve integrarla dell'
  Iva e registrarla sia nel registro degli acquisti che vendite; però siccome il predetto soggetto non ha il
  diritto alla detrazione, dovrà versare periodicamente l' imposta, adempimento che prima non faceva;
  per di più perde l' esonero dalla dichiarazione annuale Iva.
  Analoga situazione si presenta per un imprenditore agricolo che opera nel regime speciale Iva di cui all'
  articolo 34 del Dpr n. 633/72 per il quale non opera la detrazione dell' imposta assolta sugli acquisti e
  quindi se ad esempio ha appaltato l' installazione di un impianto elettrico dovrà versare l' Iva all' erario.
  La norma non prevede l' ipotesi in cui l' agricoltore committente sia in regime di esonero Iva (volume d'
  affari dell' anno precedente non superiore a 7mila euro) il quale fra l' altro è esonerato dai versamenti. In
  base al dato letterale della norma l' agricoltore esonerato dovrebbe fare nulla, ma però tale situazione
  intralcia il sistema. Si osserva che in ordine agli adempimenti Iva l' agricoltore esonerato si trova in una
  situazione analoga ai contribuenti minimi/forfettari per i quali però la norma prevede espressamente che
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  LA PAROLA CHIAVE.

  Split payment
  Split payment In base alla legge di stabilità nei
  rapporti fra fornitori e Pa, il pagamento del
  corrispettivo viene a esser scisso dal
  versamento dell' Iva dovuta. L' Iva
  vadirettamente dalla Pa all' Erario.
  La scissione si applica alle operazioni il cui
  corrispettivo sia stato pagato dopo il 1°
  gennaio 2015 e sempre che queste non siano
  state già fatturate anteriormente. Lo split
  payment non trova applicazione, dunque, in
  riferimento alle operazioni con fattura emessa
  entro il 31 dicembre 2014.

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  parla daniele vaccarino, presidente cna e rete imprese italia.

  Le pmi con le banche per evitare strozzature nel
  credito
  MARINO LONGONI ­ Piccole medie imprese
  italiane pronte a schierarsi a fianco delle
  banche per impedire che regole europee
  sempre più restrittive strozzino ancora di più le
  possibilità di fare credito a chi lavora e investe.
  Lo dice a ItaliaOggi Daniele Vaccarino,
  presidente della Cna e di Rete Imprese Italia in
  questa intervista a tutto campo.
  Domanda. Le modifiche al regime dei minimi
  non vi sono piaciute. Avete notizie se e come
  saranno modificate?
  Risposta. Avevamo sollevato il problema
  immediatamente all' uscita del decreto,
  contestando le discrepanze che si sarebbero
  venute a verificare: addirittura c' è chi
  pagherebbe di più con il forfait invece che con
  il metodo analitico. Abbiamo la ragionevole
  certezza che il regime verrà modificato, così ci
  ha promesso il ministro Poletti, che
  incontriamo domattina (oggi, ndr). Ci
  aspettiamo un aumento del plafond e u n a
  riduzione delle aliquote.
  D. Avete contestato anche split payment e
  reverse charge, due strumenti che sembrano
  servire più a fare cassa che a combattere l'
  evasione.
  R. Non siamo contrari all' introduzione della
  fatturazione elettronica, anzi auspichiamo che
  proseguano i sistemi di sburocratizzazione, dando però tempo alle imprese per adeguarsi. Certo non si
  può individuare un sistema di pagamento dell' Iva che penalizza la grande distribuzione, e le imprese
  edili e tutti quelli che lavorano per il pubblico. Si sottrae liquidità in un momento in cui la liquidità è
  fondamentale alla sopravvivenza di molte imprese. E quando molti devono combattere anche contro i
  mancati pagamenti della pubblica amministrazione e tra imprese.
  D. Il quantitative easing servirà a dare un po' di ossigeno alle imprese?
  R. Abbiamo accolto con grande attenzione la decisione della Bce di aprire i cordoni della liquidità nei
  confronti delle banche, ma è paradossale che contemporaneamente la stessa Bce restringa fortemente
  la possibilità delle banche di erogare credito alle imprese con norme sempre più restrittive. Con una
  mano si concede con l' altra si ritira Siamo disponibili a fare un fronte comune con le banche per
  eliminare lacci e lacciuoli che limitano la possibilità di erogazione D. Siete favorevoli alla bad bank?
  R. Siamo favorevoli al fatto che in un periodo di annunciata o prevista ripresa economica ci sia la
  possibilità per il sistema bancario di elargire il credito.
  D. Come giudicate il Jobs act?
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  Assonime analizza gli sviluppi sui ritardati pagamenti.

  Clausole sfavorevoli, indennizzo se si esagera
  Nelle transazioni commerciali le clausole
  troppo sfavorevoli per il creditore danno diritto
  al risarcimento del danno.
  L a prassi che esclude l' applicazione di
  interessi di mora è considerata dalla legge
  sempre «gravemente iniqua» e non è
  ammessa prova contraria da parte del
  debitore. L' esclusione del rimborso delle
  spese di recupero della somma sopportate dal
  creditore sconta invece una presunzione
  relativa di iniquità, che il debitore può superare
  fornendo un' adeguata prova contraria. È
  quanto ricorda Assonime nella circolare n. 2
  del 9 febbraio 2015, che analizza gli ultimi
  sviluppi della disciplina dei ritardi di
  pagamento e per lo smaltimento dei debiti
  commerciali delle p.a.
  Con l' adozione della nuova direttiva sui ritardi
  di pagamento (Direttiva 2011/7/Ue), l' Unione
  europea ha sottolineato la necessità di
  intensificare la lotta contro un fenomeno «che
  mette a rischio la sopravvivenza di numerose
  imprese in Europa e rappresenta un grave
  ostacolo alla concorrenza e alla libera
  circolazione di merci e servizi nel mercato
  unico». I punti cardine del provvedimento
  comunitario sono l' indicazione di un termine
  massimo (fissato in 30 giorni) per il
  pagamento delle prestazioni e l' inasprimento delle sanzioni applicate in caso di ritardo. L' Italia ha
  recepito le regole europee con il dlgs n. 192/2012, con effetto sui contratti stipulati a partire dal 1°
  gennaio 2013. Tuttavia, ritenendo non del tutto corretto il recepimento, nel 2013 Bruxelles ha aperto un
  caso Eu Pilot contro Roma.
  Da qui la scelta del legislatore di fornire alcune norme di interpretazione autentica nella legge n.
  161/2014 («Europea­bis»). Quest' ultima ha sancito che le prassi relative al termine di pagamento, al
  saggio degli interessi moratori o al rimborso dei costi di recupero, quando risultano «gravemente
  inique» per il creditore danno luogo al risarcimento del danno.
  L' iniquità deve essere valutata dal giudice «tenendo conto degli elementi su cui si basa l' accertamento
  delle clausole gravemente inique», puntualizza Assonime.
  Per quanto riguarda i crediti commerciali vantati dalle imprese verso la p.a., la circolare ricorda che
  anche nel 2015 sarà possibile compensare tali importi con le cartelle esattoriali. Ciò potrà avvenire
  «solo qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». Sul punto si attende un
  decreto attuativo del Mef, che dovrà essere emanato entro fine marzo.
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  Circolare delle Entrate sul meccanismo di scissione dei pagamenti (legge 190/2014)

  Split payment a portata ridotta
  Restano escluse le piccole spese degli enti pubblici.

  MATTEO BARBERO ­ Lo split payment
  riguarda solo le operazioni documentate
  mediante fattura e non quelle certificate dal
  fornitore mediante il rilascio della ricevuta o
  dello scontrino. È questo il principale
  chiarimento fornito dalla circolare n. 1/E dell'
  Agenzia delle entrate diffusa ieri per fornire i
  primi chiarimenti interpretativi sul nuovo
  meccanismo della scissione dei pagamenti
  introdotto dall' art. 1, comma 629, lettera b),
  della legge 190/2014.
  Il documento di prassi, inoltre, definisce in
  modo puntuale ed estensivo l' ambito di
  applicazione soggettiva dell' istituto e condona
  le sanzioni per le violazioni commesse prima
  della sua diffusione. Sono soggetti allo split
  payment tutti gli acquisti di beni e servizi
  effettuati dalle pa, sia nella loro veste
  istituzionale che nell' esercizio di attività d'
  impresa. La circolare, però, precisa che
  restano escluse tutte le operazioni certificate
  dal fornitore mediante il rilascio della ricevuta
  fiscale, dello scontrino fiscale e non fiscale,
  ovvero altre modalità semplificate di
  certificazione specificatamente previste. In tal
  modo, sono fatte salve, ad esempio, le piccole
  s p e s e d e g l i enti    pubblici, i l c u i
  assoggettamento alla scissione dei pagamenti
  avrebbe determinato enormi difficoltà operative.
  Tale conclusione era già desumibile dal tenore del dm attuativo del 23 gennaio scorso, che si riferiva
  alle sole «operazioni fatturate», ma l' intervento dell' Agenzia sgombra il campo da dubbi. Da notare che
  non è previsto esplicitamente alcun limite di importo all' esclusione.
  Il secondo elemento importante riguarda l' estensione soggettiva dello split, che la norma istitutiva
  definisce mediante un' elencazione di uguale contenuto rispetto a quella recata dall' art. 6, comma 5,
  secondo periodo, del dpr 633/1972, che ha ad oggetto l' applicabilità, alle operazioni effettuate nei
  confronti delle pa ivi indicate, dell' esigibilità differita dell' Iva all' atto del pagamento dei relativi
  corrispettivi. Tuttavia, mentre in questo caso era stata imposta un' interpretazione restrittiva, nel caso
  dello split (considerate le sue finalità antielusive) le Entrate optano per una lettura estensiva. Pertanto,
  esso si applica anche, ad esempio, alle istituzioni scolastiche e di alta formazione artistica, musicale e
  coreutica, agli enti locali diversi da province e comuni (ossia comunità montane, comunità isolane e
  unioni di comuni), alle unioni regionali delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
  alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere (ad eccezione degli enti ecclesiastici).

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  I dati sui redditi 2012 elaborati dall' istat.

  Il cuneo fiscale sfiora il 50%
  Il fisco dimezza gli stipendi dei lavoratori.
  Nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente,
  al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è
  di 30.953 euro all' anno, mentre il lavoratore ha
  percepito una retribuzione netta pari a poco
  più della metà (il 53,3%), per un importo
  medio pari a 16.498 euro.
  Il reddito medio da lavoro autonomo, al lordo
  delle imposte e dei contributi sociali, è stato
  invece pari a 23.432 euro annui. La differenza
  tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la
  retribuzione netta del lavoratore dipendente, il
  cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari
  al 46,7% in media: i contributi sociali dei datori
  di lavoro ammontano al 25,6% e il restante
  21,1% è a carico dei lavoratori in termini di
  imposte e contributi. Il peso del fisco è
  comunque più alto sul lavoro dipendente; l'
  incidenza media delle imposte dirette sul
  totale dei redditi individuali lordi, al netto dei
  contributi sociali, è pari al 19,4% ma si attesta
  al 21,3% per il reddito da lavoro dipendente, al
  17,5% per le pensioni e al 17,1% (Irap inclusa)
  per il reddito da lavoro autonomo.
  Le persone sole di età inferiore a 64 anni sono
  nello specifico la tipologia familiare su cui
  grava il maggiore peso fiscale, con un'
  aliquota media del 21,6%.
  Lo rileva l' Istat in una serie di report diffusi ieri. Il carico fiscale è inferiore tra le famiglie del
  Mezzogiorno (16,3%), essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a carico più
  elevato, rispetto a quelle del Nordest (19,9%) del Centro (20,1%) e del Nordovest (21%). Per le famiglie
  con un solo percettore, il più basso livello di reddito determina un' aliquota media fiscale inferiore di
  oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle famiglie con due o più percettori (19,6%). Fra il
  2011 e il 2012, l' aliquota media fiscale è passata passa dal 17,9% al 18,3% per le famiglie con unico
  percettore di reddito se si tratta di un reddito (prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore
  rispetto a quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie monopercettore (lavoro dipendente
  dal 19,5% al 20,5% e redditi non da lavoro dal 16,8% al 17,4%). Il minor carico fiscale delle famiglie con
  reddito da lavoro autonomo, particolarmente visibile nella prima classe di reddito (0­15.000 euro), è da
  attribuire agli effetti di alcuni provvedimenti in materia di tassazione dei redditi degli autonomi e alla
  revisione al ribasso dei parametri degli studi di settore, adottati a partire dal 2011 ed estesi al 2012.
  Secondo la rilevazione, condotta sulle dichiarazioni dei redditi 2012, oltre la metà dei redditi lordi
  individuali (54%) si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il
  17,6% risulta tra 30.001 e 70.000, mentre solo il 2,4% supera i 70.000 euro. Più del 40% dei redditi da
  lavoro autonomo e il 35% di quelli da pensione si collocano al di sotto dei 10.000 euro annui, contro il
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