Un incontro lungo 50 anni

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Un incontro lungo 50 anni
Un incontro lungo 50 anni
di Olga Chieffi

“Le città – ha osservato Fernand Braudel – sono libri viventi
in cui le civiltà hanno scritto la loro storia”. Il contesto
urbano è altempo stesso prodotto dell’identità di una comunità
e generatore del senso di appartenenza”. Domani verranno
celebrati i 50 anni della galleria il Catalogo, uno spazio che
dalla sua inaugurazione, nell’ottobre del 1968 con una mostra
di Corrado Cagli, ha sempre rivolto uno sguardo indiscreto e
sincero, capace di posarsi nelle pieghe di una sonnacchiosa
città di provincia, per costruire una avvincente trama di
segni da conoscere e dove riconoscersi, per coloro che avevano
ed hanno “occhi per vedere”. Sono frammenti di un discorso che
coinvolge senza soluzione di continuità i gesti, i volti e gli
spazi della vita quotidiana di Lelio Schiavone e da “soli” 38
anni di Antonio Adiletta. Insieme ci si soffermerà a ricordare
immagini di una città fatta a misura d’uomo, e ci si ritroverà
avvolti dalla patina del tempo: è la sensazione di rivivere
qualcosa, è l’immagine catturata decenni fa che riaffiora
nella memoria; uno spazio quello del Catalogo che ha da sempre
la capacità di trasmettere un vissuto collettivo.
Diego De Silva, in un breve testo a corredo del depliant della
mostra, che stasera, alle ore 19, saluterà il suo vernissage
alla presenza del governatore della Regione Campania Vincenzo
De Luca e del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, e che vedrà
esposte venti tele di Mario Carotenuto, tra cui diverse opere
Un incontro lungo 50 anni
simbolo della inestinguibile, empatica amicizia tra Lelio
Schiavone e il pittore della Costiera, ricostruisce l’ antico
rapporto della galleria di via A.M. De Luca 14, la elegante
stradina parallela all’ isola pedonale di Corso Vittorio
Emanuele a Salerno, con la città.
Tra queste mura è passato l’intero Novecento artistico,
letterario e politico, uno spazio che non si è mai prostituito
a certo mercato dell’arte, modaiolo, ma è rimasto baluardo
etico dei principi estetici donatigli da Alfonso Gatto,
ospitando unicamente pittori veri che comunicassero in purezza
il loro essenziale atto creativo. Sulle pareti della galleria
ri-incontreremo il segno pittorico di Mario Carotenuto ad un
anno dalla sua scomparsa, una esposizione in cui ritroveremo i
suoi soggetti, le nature morte, i fiori, il notturno, la
marina, il paesaggio, l’interno, in un percorso in cui
s’intrecciano le vite dell’artista e della galleria. Una
sintassi pittorica, quella di Carotenuto che, come quella
della nostra galleria, procede dall’attesa dell’inatteso,
quella della forma aperta da dare al reale, quella che nasce
dalla disponibilità assoluta alla cosa, quella che emerge
dalla sospensione e dallo stupore che si genera al suo
apparire e al suo accadere. Una sintassi che vuol cogliere,
nelle cose e attraverso le cose, quello sguardo misterioso che
esse sembrano lanciare, nell’atto di donarsi all’occhio
dell’artista: è il volere afferrare quell’esatto momento nel
quale l’oggetto lancia una sorta di sguardo dionisiaco, con
cui crea e costituisce lo spazio dei significati, consentendo
la cattura del senso, nella sua realtà.
Questa è la specifica mimesis dell’artista: mimesis, dove
realtà e memoria coincidono, perché l’evento reale è caricato
di memoria, e dove la realtà si piega all’immagine, diventando
spazio semantico popolato di immagini e ricordi, quasi
assumendo la specifica forma compositiva del ciclo, del
trapassare e del traboccare del quadro, in quello successivo,
diventando “racconto”, oggi universale, lasciando assaporare
il gusto della nostalgia di un presente che scivola
inesorabilmente nel passato.
Un incontro lungo 50 anni
Laici consacrati vera forza
della Chiesa
di Aniello Palumbo

“E’ l’ora dei Laici”, è una frase di Papa Francesco che ci
ricorda che la Chiesa non è fatta soltanto di vescovi,
sacerdoti e religiosi, ma di tutto il popolo di Dio. Ci sono i
Laici, consacrati con il battesimo, di cui la Chiesa,
soprattutto in questo momento, ha bisogno: loro possono
arrivare dove noi vescovi, sacerdoti e religiosi non possiamo
arrivare; possono arrivare alle periferie, intese come luoghi
dov’ è necessario portare la luce del Vangelo. I Laici devono
inoltre abitare le periferie del pensiero e della cultura
attuale; devono avere vita in se stessi, essere portatori di
vita e profeti di speranza. I Laici consacrati devono dire al
mondo che c’è motivo di avere speranza, perché Cristo è motivo
della nostra speranza ”. E’ stato Sua Eminenza José Rodríguez
Carballo, Segretario della Congregazione degli istituti di
vita consacrata e le Società di vita apostolica a lanciare
un’importante messaggio di speranza durante l’incontro di
ascolto e formazione intitolato:” I laici consacrati testimoni
di vita nell’oggi della Chiesa”, organizzato, martedì
pomeriggio, presso il Salone Bottiglieri della Provincia di
Salerno, dal “Centro Interculturale e Ricerca “Tau” Onlus,
fondato dal padre francescano, Fernando Campagna, e presieduto
dall’avvocato Guglielmo Scarlato. Monsignor Carballo ha anche
Un incontro lungo 50 anni
sottolineato l’importanza di vivere con gioia:” Se oggi
vogliamo trasmettere la bellezza del Vangelo, dobbiamo essere
uomini e donne gioiosi: i laici consacrati devono essere
profeti di speranza e di gioia. Dio ci ama e questo è il
motivo della nostra gioia, il motivo che ci fa affrontare le
difficoltà con speranza. I cristiani consacrati sono la
lucerna che portano agli altri la luce che è nei loro cuori:
la luce di Cristo. Bisogna spalancare le porte a Cristo, come
diceva Papa Giovanni Paolo II; bisogna aprire le porte del
nostro cuore a Cristo, come diceva Papa Benedetto XVI “. La
professoressa Mariarosaria Vitiello, Consigliere Politico
della Provincia in Materia di Politiche Culturali, Educative e
Scolastiche ha portato i saluti del Presidente Giuseppe
Canfora; ricordato il pensiero di Giorgio La Pira, che
riteneva fondamentale donare alle creature la Grazia di
Cristo:” Una grazia incorporata nel lavoro e nella visibilità
delle cose essenziali della vita” e ricordato che il nonno era
frate laico:” Con l’esempio, tutti giorni, portava avanti i
valori cristiani: così come voi che quotidianamente portate il
vostro messaggio e la vostra luce”. Padre Fernando Campagna,
ha spiegato che sono tanti i laici consacrati: ” Coniugati o
non coniugati, vivono nel mondo l’esperienza della fede, della
consacrazione; non sono religiosi, ma con la loro vita
partecipano alla vita cristiana: sono testimoni della Chiesa”.
Padre Fernando ha anche ricordato quello che deve essere il
compito dei preti:” Dobbiamo essere coerenti con la nostra
vocazione per stimolare la gente all’ascolto della parola di
Dio. Noi preti dobbiamo educare, formare i giovani , insieme
ai genitori, alla vita cristiana”.
Aniello Palumbo
Un incontro lungo 50 anni
Nuovo     Puc,    parcheggi
interrati ovunque Le linee
guida sancite dal Comune
Andrea Pellegrino

Si vende tutto. Il Comune di Salerno sancisce ulteriori linee
guida per la revisione del Puc. Le criticità e la crisi hanno
reso «arduo il decollo di più comparti del piano urbanistico»,
precedentemente approvato ed attualmente in vigore. Si parte
dai parcheggi, così come proposto al settore attività
produttive di Palazzo di Città. Nello specifico si amplia ai
privati la possibilità di realizzare forme di parcheggio, non
limitati più a quelli pertinenziali, così come attualmente
previsto. Dunque, il nuovo piano urbanistico comunale,
dovrebbe prevedere che nel sottosuolo delle aree pubbliche
disponibili si possano realizzare parcheggi privati a
rotazione, prevedendo canoni concessori o tariffe concordate.
Dunque vere e proprie aree di sosta gestite da imprenditori
privati e non più esclusivamente dal pubblico. Altra novità
dovrebbe riguardare la possibile cessione del diritto di
superficie delle aree pubbliche per le quali, ad oggi, è
prevista la sola possibilità di vendita.

I dubbi sulla differenziata
di Andrea Pellegrino

Rifiuti a peso d’oro. La sintesi dei dati che sottopone
Gianpaolo Lambiase è tutta qui. A Salerno si paga molto di più
rispetto alle altre città per il servizio dei rifiuti.
Insomma, numeri alla mano, qualcosa non va. E a prescindere
dal non funzionamento del sito di compostaggio (chiuso da
tempo e la cui riapertura è stata più volte annunciata ma mai
ufficializzata), i dati sulla raccolta differenziata non
tornano. Da anni si sbandierano cifre che fanno invidia
perfino alle comuni più diligenti d’Italia. Numeri che
superano il 60 per cento e perfino il 70 ai tempi di Vincenzo
De Luca. I costi – analizzati ieri mattina dal gruppo
consiliare “Salerno di Tutti” – dicono tutt’altra cosa. O
meglio, delle due l’una: o la raccolta differenziata non serve
a nulla oppure nel ciclo dei rifiuti e dello smaltimento c’è
qualcosa (o più di qualcosa) che non va. Partiamo da un
assunto. Anzi due. Il primo è che la raccolta differenziata
costa di più. Basti pensare che per raggiungere le zone più
alte o complicate di un territorio, occorrono mezzi e uomini
in più, rispetto a quando si svuotavano i cassonetti per
strada. Il secondo riguarda il sistema di raccolta nel centro
cittadino. Non è difficile – soprattutto durante le ore del
primo pomeriggio – ritrovarsi in coda a un compattatore che,
per struttura, raccoglie esclusivamente indifferenziato. A
Salerno poi c’è un sito, quello di Ostaglio, che durante le
fasi emergenziali (da qualche mese costanti) raccoglie un po’
di tutto. D’altronde fu lo stesso Raffaele Cantone, nella
relazione che    ha smontato l’eccellenza del sito di
compostaggio,    a lanciare l’allarme sulla raccolta
differenziata in città. Gli elevati costi sostenuti
dall’impianto ex Daneco erano dovuti anche alle impurità
riscontrate nel rifiuto in ingresso. Stessa condizione che
potrebbe verificarsi oggi negli altri centri di raccolta e che
potrebbe spiegare un costo esagerato per i cittadini
salernitani. Raffrontando le due città messe in parallelo dal
consigliere comunale Lambiase: a Salerno per una abitazione di
60 metri quadrati con due componenti si paga 290 euro
all’anno; a Modena 177 euro. Una bella differenza che
probabilmente andrebbe meglio spiegata ai contribuenti. Al di
là delle percentuali che ogni tanto vengono sbandierate.
Inoltre, con 614 unità impiegate, la città – utilizzando una
frase ricorrente di Vincenzo De Luca, nelle sue vesti di
governatore – dovrebbe essere messa a lucido. Invece, il
proliferare di ratti in ogni angolo del territorio dice il
contrario.

Netflix:    la   bird                                  box
challenge è pericolosa
Grande successo per il film originale Netflix, Bird Box,
l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Josh
Malerman.

Un horror fantascientifico che tratta di un’epidemia che
colpisce la Russia per poi diffondersi in tutto il mondo.
Un’epidemia rappresentata da una forza invisibile che porta al
suicidio tutte le persone che si trovano a guardarla.

La protagonista Marolie (Sandra Bullock) dovrà affrontare una
serie di sfide completamente bendata portando in salvo anche i
suoi due figli.

Bird box ha registrato in pochissimi giorni più di 45 milioni
di visualizzazioni, il film maggiormente visto su Netflix ,
tanto da dare vita ad una sfida chiamata bird box challenge
con tanto di hashtag. La sfida vede le persone compiere atti
della vita quotidiana completamente bendate come la
protagonista del film.

Netflix, seppure entusiasta del successo e dell’interessamento
dimostrato, è seriamente preoccupato tanto da scrivere sul suo
profilo ufficiale twitter di evitare di lanciare questa sfida
perchè molto pericolosa.
di Letizia Giugliano

Il Napoli sfiora l’impresa,
beffato al 92°
PSG-NAPOLI 2-2 PSG (4-2-3-1): Areola 6; Meunier 6, Marquinhos
5, Kimpembe 5, Bernat 5.5 (1′ st Kehrer 6.5); Verratti 5 (38′
st Diaby sv), Rabiot 6.5; Mbappe’ 6.5, Neymar 6.5, Di Maria
6.5; Cavani 5.5 (31′ st Draxler sv). In panchina: Cibois,
Nsoki, Nkunku, Choupo-Moting. Allenatore: Tuchel 6. NAPOLI
(4-4-2): Ospina 6.5; Maksimovic 6.5, Albiol 6, Koulibaly 7,
Mario Rui 5; Callejon 6.5 (42′ st Rog sv), Allan 7, Hamsik 5,
Fabian Ruiz 7; Insigne 7 (8′ st Zielinski 6), Mertens 7 (39′
st Milik sv). In panchina: Karnezis, Hysaj, Malcuit, Diawara.
Allenatore: Ancelotti 7. ARBITRO: Zwayer (Germania) 6.5. RETI:
29′ pt Insigne; 16′ st autogol Mario Rui, 32′ st Mertens, 47′
st Di Maria. NOTE: Ammoniti: Marquinhos, Mertens, Mario Rui,
Callejon, Maksimovic, Ospina, Draxler. Angoli: 6-2 per il Psg.
L’impresa del Napoli svanisce all’ultimo minuto grazie ad una
perla di Di Maria che evita ai francesi la sconfitta.
Masticano amato i partenopei che pensavano di aver portato a
casa i tre punti dopo il nuovo vantaggio firmato da Martens.
Dopo questa partita il club partenopeo e’ scivolato al secondo
posto del raggruppamento, a quota 5, dietro al Liverpool (a 6)
e davanti ai parigini (a 4). Un vero peccato analizzati anche
i novanta minuti dove gli uomini di Ancelotti si sono trovati
per due volte in vantaggio. Il tecnico
si schiera con un 4.4.2.
Maksimovic terzino destro , al
fianco di Albiol, Koulibaly e
Mario Rui, a protezione di
Ospina. In mediana spazio a
Callejon, Allan, Hamsik e Fabian
Ruiz. In avanti il tandem
composto da Mertens e Insigne,
costretto pero’ a lasciare il campo dopo pochi minuti della
ripresa sostituito da Zielinski. Dopo un avvio a spron battuto
dei francesi con una incomprensione in buona posizione fra
Neymar e Cavani e un tiro sbilenco al volo dello stesso
attaccante ex Napoli, gli azzurri hanno preso il comando del
gioco. Al 24′ Mertens ha colpito la traversa con un destro al
volo su cross di Mario Rui. Poi il colpo dello 0-1: imbeccata
di Callejon perfetta con Insigne bravissimo a eludere la
difesa francese e a battere Areola. Lo stesso Insigne ha messo
i brividi ai parigini al 36′ prima e al 45′ dopo. Il primo
tempo si chiude
con il Napoli meritatamente in vantaggio. Decisamente piu’
equilibrata la ripresa, aperta da due belle parate del
portiere del Napoli, su Neymar (al 5′) e (al 7′) su Meunier.
Proprio su un cross da destra di quest’ultimo Mario Rui ha
“beffato” involontariamente Ospina, al 16′, con una deviazione
quanto mai sfortunata. Qui sembrava che il Psg potesse
prendere il sopravvento e invece il Napoli ha saputo reagire,
tornando in vantaggio grazie a Mertens, bravo a sfruttare una
“carambola” con Marquinhos, dopo un tiro dal limite di Fabian
Ruiz. Il Napoli ancora avanti e sembrava di avere in pugno la
partita. I francesi si sono buttati in avanti ma il Napoli ha
tenuto bene, fino al 2′ di recupero: a quel punto Di Maria,
fino ad allora impalpabile, ha con mancino a girare bellissimo
dal limite dell’area. E salva la partita con il Napoli che
porta a casa un punto ma anche tante recriminazioni.
Otto arresti per spaccio:
chiuso il traffico attivo tra
Eboli e Vallo di Diano
di P.F.

Otto arresti, un chilo e mezzo di droga recuperata e 250
episodi di spaccio accertati. E’ il bilancio dell’operazione
antidroga, denominata “Coffee Break” posta in atto ieri
mattina dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina,
diretti dal Capitano Davide Acquaviva, unitamente ai militari
del Nucleo Cinofili di Sarno e al 7° Nucleo Elicotteri
Carabinieri di Pontecagnano. I militari hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 8
persone facenti parte di un sodalizio criminale, attivo tra la
Piana del Sele ed il Vallo di Diano, dedito al rifornimento ed
allo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti.
L’ordinanza è stata notificata a: M.G. 45enne di Teggiano,
M.A. 30enne di Atena Lucana, una donna rumena di 44 anni
residente a Teggiano e 5 cittadini Marocchini, 2 residenti a
Teggiano e 3 ad Eboli. Il blitz è giunto al termine di
un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, che ha
ricostruito gli assetti organizzativi ed i vari ruoli tenuti
dai singoli indagati, documentando centinaia di episodi di
spaccio di droga, sequestrando oltre 1,5 kg di droga,
ricostruendone il modus operandi, i depositi ed i canali di
smercio al dettaglio della droga. Una ordinanza in carcere a
carico di un cittadino tunisino residente a Teggiano che si
trovava già ristretto nel carcere di Potenza, tre ai
domiciliari per altrettanti cittadini tunisini residenti ad
Eboli e quattro obblighi di dimora con permanenza in casa
nelle ore serali. L’indagine, che ha preso il via nel novembre
del 2017, è stata denominata Coffee Break dall’escamotage del
“prendere il caffè” per parlare a telefono della droga.

Volano stracci tra i politici
di Mario Marrone

Clima politico sempre più infuocato, lo scontro frontale è un
dato di fatto. Era stato Fabio Scariati, coordinatore locale
di FI, che nel dare il via alla convention svoltasi nella
Città dei Templi del partito di Berlusconi, aveva pronunciato
una dura requisitoria nei confronti dell’operato
amministrativo del sindaco Franco Palumbo circoscrivendone
l’operato nella frase «Mai visto di peggio». La replica di
Palumbo non si fa attendere, a stretto giro di posta risponde
a Scariati. Il sindaco si dice meravigliato che economisti di
fama internazionale concedano a Scariati di presentarsi sul
palco di un’assemblea. Per poi entrare nel merito delle
affermazioni del coordinatore e replicando. «Evidentemente
quando Scariati parla di peggio riavvolge il nastro della
propria storia politica, una parentesi molto breve che tutta
la comunità conosce e ricorda molto bene – dice Palumbo -. Ma
il peggio di Scariati diventa un disastro quando annuncia,
quale candidato a Sindaco del cambiamento e del popolo da
sostenere nel 2022, Enzo Sica, che ha prodotto non pochi
disastri alla comunità nel corso di una brevissima parentesi
da sindaco». Insomma, è scontro aperto e senza esclusione di
colpi. Chiamato in causa, Enzo Sica ha commentato: «La
macchina del fango è di nuovo in azione, con furia
incontrollata ostenta accuse, calunnie, offende e produce
cattiveria». Tra i tanti motivi che Sica elenca a difesa del
suo operato sindacale cita anche il progetto per la
ristrutturazione del cimitero e, rispondendo a Palumbo,
replica: «In maniera vile collega quel progetto alla
successiva interferenza della camorra nei lavori. Se ha
qualcosa da denunciare lo faccia. E’ un attacco vile alla mia
onestà, gliene chiederò conto». Dicendosi alla fine sempre
disponibile a mettersi in discussione per la gente, Sica dice
di volere liberare la Città dalla stagione dell’arroganza
inaugurata dalla elezione di Palumbo.

Bilancio     comunale                                   in
“profondo rosso”
di Giovanni Coscia

Percepirà per un solo mese, circa 17.000,00 euro per la
verifica e l’eventuale risanamento (?) economico della
municipalizzata “Alba”. Giunge, come un figliuol prodigo, da
Firenze e risponde al nome di Stefano Pozzoli, docente di
economia presso l’università Partenope di Napoli. Ma l’aria
che tira in città, è più sinistra del docente proveniente
dall’area di Renzi e dal Pd, che non piace ne ai cittadini, ne
tanto meno ad una fetta importante dei consiglieri comunali.
Un incarico che dimostra l’ennesimo depauperamento e
deculturizzazione di una città che nel suo interno vive
professionalità capaci, e come, di gestire i conti di una
azienda che non vive certo, momenti di certezze economiche e
di impiego. Va sottolineato che è l’ennesimo incarico
proveniente da aree di sinistra, come quelle passate, mandando
al diavolo, le caratteristiche che hanno contraddistinto una
campagna elettorale su un cambiamento ventilato, civico e con
sguardi verso una destra sociale che doveva soppiantare il
vecchio sistema che aveva posto il comune a diversi
commissariamenti. Ma lo zampino di questa ennesima nomina,
viene dall’interno proprio del Pd o di ciò che resta delle sue
ceneri. Questo ultimo balzo a sinistra, ha fornito ulteriori
suggerimenti ed eventuali rimpasti all’interno della giunta
comunale. Le nostre sono ipotesi che trovano un ipotetico
appoggio da alcune voci di corridoio, molto, molto stretto,
che potrebbero indicare il defenestramento di un assessore,
(donna) e sostituirlo con il nome del Piddino Davide Bruno,
che potrebbe essere la mente sinistra che avrebbe pilotato
l’incarico all’economista Pozzoli, aizzando le ira di molti
consiglieri comunali, che dovranno chiedersi il perché di una
maggioranza rimasta inerme al cospetto di tale nomina,
nonostante la crisi economica che attraversa il comune. Nel
contempo, Davide Bruno, attende con ansia l’evolversi di
questo aspetto irritante e tra i tanti cittadini, veleggia
ancora il nome di Fernando Zara, al quale viene chiesto
imperativamente di provvedere, attraverso i consiglieri
comunali della sua lista, Rivoluzione Cristiana, di
ottemperare ad una eventuale ipotesi di scioglimento del
consiglio comunale. I numeri non ci sono, sia chiaro, ma Zara,
a quanto pare, rimane ancora il baluardo politico da seguire.
Bisogna attendere il prossimo consiglio comunale per la
verifica di quanto su esposto. Nel frattempo, la città di
Battipaglia, vice il suo collasso definitivo, attraverso,
l’immondizia, le strade rotte ed un possibile dissesto che
pare, bussi alle porte. Da questa amministrazione si aspettava
la ripresa politica che non c’è stata. Anzi il peggioramento è
evidente. E le riunioni con l’area a babordo, alternate agli
incontri con la Carfagna di Forza Italia, si susseguono, a
dimostrazione di una confusione, che non giova a nessuno.
Anzi, forse no. Solo a qualcuno che vive di fianco. Sia chiaro

Processo Aliberti, udienza
senza il teste chiave
Nulla di fatto. E’ ancora attesa per la testimonianza di uno
dei testi chiave nel processo all’ex sindaco Pasquale
Aliberti. Il capitano Fausto Iannaccone verrà sentito nella
prossima udienza già in programma per il 5 novembre prossimo.
E quella che doveva essere un’udienza fiume si è rivelata
velocissima. E’ ritornato per il controesame uno degli
investigatori della Dia che ha seguito le indagini sui
tabulati telefonici, Domenico Rinaldi, per alcune precisazioni
dell’avvocato Ciro Giordano. Poche domande a chiarimento e il
presidente del collegio giudicante – Raffaele Donnarumma – ha
aggiornato alla prossima udienza il procedimento. Anche ieri
mattina erano in aula tutti gli imputati, a partire dall’ex
sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, con la moglie – il
consigliere regionale – Monica Paolino, Nello Maurizio
Aliberti, Giovanni Cozzolino, Roberto Barchiesi, Ciro
Petrucci, assente Andrea Ridosso, accusati a vario titolo di
scambio di voto, violenza privata e abuso d’ufficio, con il
pubblico delle ‘grandi occasioni’ a far da cornice
all’udienza. La grande attesa per la testimonianza del
capitano Iannaccone della Dia di Salerno, che ha seguito le
indagini fin dalla prima ora, non finisce ancora. Il prossimo
5 novembre è previsto esame e controesame di uno dei testi
chiave per l’accusa, rappresentata dal pm della Dda Vincenzo
Montemurro. Proprio l’assenza di uno dei testimoni chiave ha
fatto tenere le carte coperte sia alla difesa che all’accusa.
In mano hanno diversi jolly da presentare ma la mancata
presenza di Iannaccone e della sua testimonianza ha fatto
slittare tutto.
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