Un incontro lungo 50 anni
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Un incontro lungo 50 anni di Olga Chieffi “Le città – ha osservato Fernand Braudel – sono libri viventi in cui le civiltà hanno scritto la loro storia”. Il contesto urbano è altempo stesso prodotto dell’identità di una comunità e generatore del senso di appartenenza”. Domani verranno celebrati i 50 anni della galleria il Catalogo, uno spazio che dalla sua inaugurazione, nell’ottobre del 1968 con una mostra di Corrado Cagli, ha sempre rivolto uno sguardo indiscreto e sincero, capace di posarsi nelle pieghe di una sonnacchiosa città di provincia, per costruire una avvincente trama di segni da conoscere e dove riconoscersi, per coloro che avevano ed hanno “occhi per vedere”. Sono frammenti di un discorso che coinvolge senza soluzione di continuità i gesti, i volti e gli spazi della vita quotidiana di Lelio Schiavone e da “soli” 38 anni di Antonio Adiletta. Insieme ci si soffermerà a ricordare immagini di una città fatta a misura d’uomo, e ci si ritroverà avvolti dalla patina del tempo: è la sensazione di rivivere qualcosa, è l’immagine catturata decenni fa che riaffiora nella memoria; uno spazio quello del Catalogo che ha da sempre la capacità di trasmettere un vissuto collettivo. Diego De Silva, in un breve testo a corredo del depliant della mostra, che stasera, alle ore 19, saluterà il suo vernissage alla presenza del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e del Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, e che vedrà esposte venti tele di Mario Carotenuto, tra cui diverse opere
simbolo della inestinguibile, empatica amicizia tra Lelio Schiavone e il pittore della Costiera, ricostruisce l’ antico rapporto della galleria di via A.M. De Luca 14, la elegante stradina parallela all’ isola pedonale di Corso Vittorio Emanuele a Salerno, con la città. Tra queste mura è passato l’intero Novecento artistico, letterario e politico, uno spazio che non si è mai prostituito a certo mercato dell’arte, modaiolo, ma è rimasto baluardo etico dei principi estetici donatigli da Alfonso Gatto, ospitando unicamente pittori veri che comunicassero in purezza il loro essenziale atto creativo. Sulle pareti della galleria ri-incontreremo il segno pittorico di Mario Carotenuto ad un anno dalla sua scomparsa, una esposizione in cui ritroveremo i suoi soggetti, le nature morte, i fiori, il notturno, la marina, il paesaggio, l’interno, in un percorso in cui s’intrecciano le vite dell’artista e della galleria. Una sintassi pittorica, quella di Carotenuto che, come quella della nostra galleria, procede dall’attesa dell’inatteso, quella della forma aperta da dare al reale, quella che nasce dalla disponibilità assoluta alla cosa, quella che emerge dalla sospensione e dallo stupore che si genera al suo apparire e al suo accadere. Una sintassi che vuol cogliere, nelle cose e attraverso le cose, quello sguardo misterioso che esse sembrano lanciare, nell’atto di donarsi all’occhio dell’artista: è il volere afferrare quell’esatto momento nel quale l’oggetto lancia una sorta di sguardo dionisiaco, con cui crea e costituisce lo spazio dei significati, consentendo la cattura del senso, nella sua realtà. Questa è la specifica mimesis dell’artista: mimesis, dove realtà e memoria coincidono, perché l’evento reale è caricato di memoria, e dove la realtà si piega all’immagine, diventando spazio semantico popolato di immagini e ricordi, quasi assumendo la specifica forma compositiva del ciclo, del trapassare e del traboccare del quadro, in quello successivo, diventando “racconto”, oggi universale, lasciando assaporare il gusto della nostalgia di un presente che scivola inesorabilmente nel passato.
Laici consacrati vera forza della Chiesa di Aniello Palumbo “E’ l’ora dei Laici”, è una frase di Papa Francesco che ci ricorda che la Chiesa non è fatta soltanto di vescovi, sacerdoti e religiosi, ma di tutto il popolo di Dio. Ci sono i Laici, consacrati con il battesimo, di cui la Chiesa, soprattutto in questo momento, ha bisogno: loro possono arrivare dove noi vescovi, sacerdoti e religiosi non possiamo arrivare; possono arrivare alle periferie, intese come luoghi dov’ è necessario portare la luce del Vangelo. I Laici devono inoltre abitare le periferie del pensiero e della cultura attuale; devono avere vita in se stessi, essere portatori di vita e profeti di speranza. I Laici consacrati devono dire al mondo che c’è motivo di avere speranza, perché Cristo è motivo della nostra speranza ”. E’ stato Sua Eminenza José Rodríguez Carballo, Segretario della Congregazione degli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica a lanciare un’importante messaggio di speranza durante l’incontro di ascolto e formazione intitolato:” I laici consacrati testimoni di vita nell’oggi della Chiesa”, organizzato, martedì pomeriggio, presso il Salone Bottiglieri della Provincia di Salerno, dal “Centro Interculturale e Ricerca “Tau” Onlus, fondato dal padre francescano, Fernando Campagna, e presieduto dall’avvocato Guglielmo Scarlato. Monsignor Carballo ha anche
sottolineato l’importanza di vivere con gioia:” Se oggi vogliamo trasmettere la bellezza del Vangelo, dobbiamo essere uomini e donne gioiosi: i laici consacrati devono essere profeti di speranza e di gioia. Dio ci ama e questo è il motivo della nostra gioia, il motivo che ci fa affrontare le difficoltà con speranza. I cristiani consacrati sono la lucerna che portano agli altri la luce che è nei loro cuori: la luce di Cristo. Bisogna spalancare le porte a Cristo, come diceva Papa Giovanni Paolo II; bisogna aprire le porte del nostro cuore a Cristo, come diceva Papa Benedetto XVI “. La professoressa Mariarosaria Vitiello, Consigliere Politico della Provincia in Materia di Politiche Culturali, Educative e Scolastiche ha portato i saluti del Presidente Giuseppe Canfora; ricordato il pensiero di Giorgio La Pira, che riteneva fondamentale donare alle creature la Grazia di Cristo:” Una grazia incorporata nel lavoro e nella visibilità delle cose essenziali della vita” e ricordato che il nonno era frate laico:” Con l’esempio, tutti giorni, portava avanti i valori cristiani: così come voi che quotidianamente portate il vostro messaggio e la vostra luce”. Padre Fernando Campagna, ha spiegato che sono tanti i laici consacrati: ” Coniugati o non coniugati, vivono nel mondo l’esperienza della fede, della consacrazione; non sono religiosi, ma con la loro vita partecipano alla vita cristiana: sono testimoni della Chiesa”. Padre Fernando ha anche ricordato quello che deve essere il compito dei preti:” Dobbiamo essere coerenti con la nostra vocazione per stimolare la gente all’ascolto della parola di Dio. Noi preti dobbiamo educare, formare i giovani , insieme ai genitori, alla vita cristiana”. Aniello Palumbo
Nuovo Puc, parcheggi interrati ovunque Le linee guida sancite dal Comune Andrea Pellegrino Si vende tutto. Il Comune di Salerno sancisce ulteriori linee guida per la revisione del Puc. Le criticità e la crisi hanno reso «arduo il decollo di più comparti del piano urbanistico», precedentemente approvato ed attualmente in vigore. Si parte dai parcheggi, così come proposto al settore attività produttive di Palazzo di Città. Nello specifico si amplia ai privati la possibilità di realizzare forme di parcheggio, non limitati più a quelli pertinenziali, così come attualmente previsto. Dunque, il nuovo piano urbanistico comunale, dovrebbe prevedere che nel sottosuolo delle aree pubbliche disponibili si possano realizzare parcheggi privati a rotazione, prevedendo canoni concessori o tariffe concordate. Dunque vere e proprie aree di sosta gestite da imprenditori privati e non più esclusivamente dal pubblico. Altra novità dovrebbe riguardare la possibile cessione del diritto di superficie delle aree pubbliche per le quali, ad oggi, è prevista la sola possibilità di vendita. I dubbi sulla differenziata di Andrea Pellegrino Rifiuti a peso d’oro. La sintesi dei dati che sottopone Gianpaolo Lambiase è tutta qui. A Salerno si paga molto di più rispetto alle altre città per il servizio dei rifiuti.
Insomma, numeri alla mano, qualcosa non va. E a prescindere dal non funzionamento del sito di compostaggio (chiuso da tempo e la cui riapertura è stata più volte annunciata ma mai ufficializzata), i dati sulla raccolta differenziata non tornano. Da anni si sbandierano cifre che fanno invidia perfino alle comuni più diligenti d’Italia. Numeri che superano il 60 per cento e perfino il 70 ai tempi di Vincenzo De Luca. I costi – analizzati ieri mattina dal gruppo consiliare “Salerno di Tutti” – dicono tutt’altra cosa. O meglio, delle due l’una: o la raccolta differenziata non serve a nulla oppure nel ciclo dei rifiuti e dello smaltimento c’è qualcosa (o più di qualcosa) che non va. Partiamo da un assunto. Anzi due. Il primo è che la raccolta differenziata costa di più. Basti pensare che per raggiungere le zone più alte o complicate di un territorio, occorrono mezzi e uomini in più, rispetto a quando si svuotavano i cassonetti per strada. Il secondo riguarda il sistema di raccolta nel centro cittadino. Non è difficile – soprattutto durante le ore del primo pomeriggio – ritrovarsi in coda a un compattatore che, per struttura, raccoglie esclusivamente indifferenziato. A Salerno poi c’è un sito, quello di Ostaglio, che durante le fasi emergenziali (da qualche mese costanti) raccoglie un po’ di tutto. D’altronde fu lo stesso Raffaele Cantone, nella relazione che ha smontato l’eccellenza del sito di compostaggio, a lanciare l’allarme sulla raccolta differenziata in città. Gli elevati costi sostenuti dall’impianto ex Daneco erano dovuti anche alle impurità riscontrate nel rifiuto in ingresso. Stessa condizione che potrebbe verificarsi oggi negli altri centri di raccolta e che potrebbe spiegare un costo esagerato per i cittadini salernitani. Raffrontando le due città messe in parallelo dal consigliere comunale Lambiase: a Salerno per una abitazione di 60 metri quadrati con due componenti si paga 290 euro all’anno; a Modena 177 euro. Una bella differenza che probabilmente andrebbe meglio spiegata ai contribuenti. Al di là delle percentuali che ogni tanto vengono sbandierate. Inoltre, con 614 unità impiegate, la città – utilizzando una
frase ricorrente di Vincenzo De Luca, nelle sue vesti di governatore – dovrebbe essere messa a lucido. Invece, il proliferare di ratti in ogni angolo del territorio dice il contrario. Netflix: la bird box challenge è pericolosa Grande successo per il film originale Netflix, Bird Box, l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Josh Malerman. Un horror fantascientifico che tratta di un’epidemia che colpisce la Russia per poi diffondersi in tutto il mondo. Un’epidemia rappresentata da una forza invisibile che porta al suicidio tutte le persone che si trovano a guardarla. La protagonista Marolie (Sandra Bullock) dovrà affrontare una serie di sfide completamente bendata portando in salvo anche i suoi due figli. Bird box ha registrato in pochissimi giorni più di 45 milioni di visualizzazioni, il film maggiormente visto su Netflix , tanto da dare vita ad una sfida chiamata bird box challenge con tanto di hashtag. La sfida vede le persone compiere atti della vita quotidiana completamente bendate come la protagonista del film. Netflix, seppure entusiasta del successo e dell’interessamento dimostrato, è seriamente preoccupato tanto da scrivere sul suo profilo ufficiale twitter di evitare di lanciare questa sfida perchè molto pericolosa.
di Letizia Giugliano Il Napoli sfiora l’impresa, beffato al 92° PSG-NAPOLI 2-2 PSG (4-2-3-1): Areola 6; Meunier 6, Marquinhos 5, Kimpembe 5, Bernat 5.5 (1′ st Kehrer 6.5); Verratti 5 (38′ st Diaby sv), Rabiot 6.5; Mbappe’ 6.5, Neymar 6.5, Di Maria 6.5; Cavani 5.5 (31′ st Draxler sv). In panchina: Cibois, Nsoki, Nkunku, Choupo-Moting. Allenatore: Tuchel 6. NAPOLI (4-4-2): Ospina 6.5; Maksimovic 6.5, Albiol 6, Koulibaly 7, Mario Rui 5; Callejon 6.5 (42′ st Rog sv), Allan 7, Hamsik 5, Fabian Ruiz 7; Insigne 7 (8′ st Zielinski 6), Mertens 7 (39′ st Milik sv). In panchina: Karnezis, Hysaj, Malcuit, Diawara. Allenatore: Ancelotti 7. ARBITRO: Zwayer (Germania) 6.5. RETI: 29′ pt Insigne; 16′ st autogol Mario Rui, 32′ st Mertens, 47′ st Di Maria. NOTE: Ammoniti: Marquinhos, Mertens, Mario Rui, Callejon, Maksimovic, Ospina, Draxler. Angoli: 6-2 per il Psg. L’impresa del Napoli svanisce all’ultimo minuto grazie ad una perla di Di Maria che evita ai francesi la sconfitta. Masticano amato i partenopei che pensavano di aver portato a casa i tre punti dopo il nuovo vantaggio firmato da Martens. Dopo questa partita il club partenopeo e’ scivolato al secondo posto del raggruppamento, a quota 5, dietro al Liverpool (a 6) e davanti ai parigini (a 4). Un vero peccato analizzati anche i novanta minuti dove gli uomini di Ancelotti si sono trovati
per due volte in vantaggio. Il tecnico si schiera con un 4.4.2. Maksimovic terzino destro , al fianco di Albiol, Koulibaly e Mario Rui, a protezione di Ospina. In mediana spazio a Callejon, Allan, Hamsik e Fabian Ruiz. In avanti il tandem composto da Mertens e Insigne, costretto pero’ a lasciare il campo dopo pochi minuti della ripresa sostituito da Zielinski. Dopo un avvio a spron battuto dei francesi con una incomprensione in buona posizione fra Neymar e Cavani e un tiro sbilenco al volo dello stesso attaccante ex Napoli, gli azzurri hanno preso il comando del gioco. Al 24′ Mertens ha colpito la traversa con un destro al volo su cross di Mario Rui. Poi il colpo dello 0-1: imbeccata di Callejon perfetta con Insigne bravissimo a eludere la difesa francese e a battere Areola. Lo stesso Insigne ha messo i brividi ai parigini al 36′ prima e al 45′ dopo. Il primo tempo si chiude con il Napoli meritatamente in vantaggio. Decisamente piu’ equilibrata la ripresa, aperta da due belle parate del portiere del Napoli, su Neymar (al 5′) e (al 7′) su Meunier. Proprio su un cross da destra di quest’ultimo Mario Rui ha “beffato” involontariamente Ospina, al 16′, con una deviazione quanto mai sfortunata. Qui sembrava che il Psg potesse prendere il sopravvento e invece il Napoli ha saputo reagire, tornando in vantaggio grazie a Mertens, bravo a sfruttare una “carambola” con Marquinhos, dopo un tiro dal limite di Fabian Ruiz. Il Napoli ancora avanti e sembrava di avere in pugno la partita. I francesi si sono buttati in avanti ma il Napoli ha tenuto bene, fino al 2′ di recupero: a quel punto Di Maria, fino ad allora impalpabile, ha con mancino a girare bellissimo dal limite dell’area. E salva la partita con il Napoli che porta a casa un punto ma anche tante recriminazioni.
Otto arresti per spaccio: chiuso il traffico attivo tra Eboli e Vallo di Diano di P.F. Otto arresti, un chilo e mezzo di droga recuperata e 250 episodi di spaccio accertati. E’ il bilancio dell’operazione antidroga, denominata “Coffee Break” posta in atto ieri mattina dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, diretti dal Capitano Davide Acquaviva, unitamente ai militari del Nucleo Cinofili di Sarno e al 7° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 8 persone facenti parte di un sodalizio criminale, attivo tra la Piana del Sele ed il Vallo di Diano, dedito al rifornimento ed allo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti. L’ordinanza è stata notificata a: M.G. 45enne di Teggiano, M.A. 30enne di Atena Lucana, una donna rumena di 44 anni residente a Teggiano e 5 cittadini Marocchini, 2 residenti a Teggiano e 3 ad Eboli. Il blitz è giunto al termine di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, che ha ricostruito gli assetti organizzativi ed i vari ruoli tenuti dai singoli indagati, documentando centinaia di episodi di spaccio di droga, sequestrando oltre 1,5 kg di droga,
ricostruendone il modus operandi, i depositi ed i canali di smercio al dettaglio della droga. Una ordinanza in carcere a carico di un cittadino tunisino residente a Teggiano che si trovava già ristretto nel carcere di Potenza, tre ai domiciliari per altrettanti cittadini tunisini residenti ad Eboli e quattro obblighi di dimora con permanenza in casa nelle ore serali. L’indagine, che ha preso il via nel novembre del 2017, è stata denominata Coffee Break dall’escamotage del “prendere il caffè” per parlare a telefono della droga. Volano stracci tra i politici di Mario Marrone Clima politico sempre più infuocato, lo scontro frontale è un dato di fatto. Era stato Fabio Scariati, coordinatore locale di FI, che nel dare il via alla convention svoltasi nella Città dei Templi del partito di Berlusconi, aveva pronunciato una dura requisitoria nei confronti dell’operato amministrativo del sindaco Franco Palumbo circoscrivendone l’operato nella frase «Mai visto di peggio». La replica di Palumbo non si fa attendere, a stretto giro di posta risponde
a Scariati. Il sindaco si dice meravigliato che economisti di fama internazionale concedano a Scariati di presentarsi sul palco di un’assemblea. Per poi entrare nel merito delle affermazioni del coordinatore e replicando. «Evidentemente quando Scariati parla di peggio riavvolge il nastro della propria storia politica, una parentesi molto breve che tutta la comunità conosce e ricorda molto bene – dice Palumbo -. Ma il peggio di Scariati diventa un disastro quando annuncia, quale candidato a Sindaco del cambiamento e del popolo da sostenere nel 2022, Enzo Sica, che ha prodotto non pochi disastri alla comunità nel corso di una brevissima parentesi da sindaco». Insomma, è scontro aperto e senza esclusione di colpi. Chiamato in causa, Enzo Sica ha commentato: «La macchina del fango è di nuovo in azione, con furia incontrollata ostenta accuse, calunnie, offende e produce cattiveria». Tra i tanti motivi che Sica elenca a difesa del suo operato sindacale cita anche il progetto per la ristrutturazione del cimitero e, rispondendo a Palumbo, replica: «In maniera vile collega quel progetto alla successiva interferenza della camorra nei lavori. Se ha qualcosa da denunciare lo faccia. E’ un attacco vile alla mia onestà, gliene chiederò conto». Dicendosi alla fine sempre disponibile a mettersi in discussione per la gente, Sica dice di volere liberare la Città dalla stagione dell’arroganza inaugurata dalla elezione di Palumbo. Bilancio comunale in “profondo rosso”
di Giovanni Coscia Percepirà per un solo mese, circa 17.000,00 euro per la verifica e l’eventuale risanamento (?) economico della municipalizzata “Alba”. Giunge, come un figliuol prodigo, da Firenze e risponde al nome di Stefano Pozzoli, docente di economia presso l’università Partenope di Napoli. Ma l’aria che tira in città, è più sinistra del docente proveniente dall’area di Renzi e dal Pd, che non piace ne ai cittadini, ne tanto meno ad una fetta importante dei consiglieri comunali. Un incarico che dimostra l’ennesimo depauperamento e deculturizzazione di una città che nel suo interno vive professionalità capaci, e come, di gestire i conti di una azienda che non vive certo, momenti di certezze economiche e di impiego. Va sottolineato che è l’ennesimo incarico proveniente da aree di sinistra, come quelle passate, mandando al diavolo, le caratteristiche che hanno contraddistinto una campagna elettorale su un cambiamento ventilato, civico e con sguardi verso una destra sociale che doveva soppiantare il vecchio sistema che aveva posto il comune a diversi commissariamenti. Ma lo zampino di questa ennesima nomina, viene dall’interno proprio del Pd o di ciò che resta delle sue ceneri. Questo ultimo balzo a sinistra, ha fornito ulteriori suggerimenti ed eventuali rimpasti all’interno della giunta comunale. Le nostre sono ipotesi che trovano un ipotetico appoggio da alcune voci di corridoio, molto, molto stretto,
che potrebbero indicare il defenestramento di un assessore, (donna) e sostituirlo con il nome del Piddino Davide Bruno, che potrebbe essere la mente sinistra che avrebbe pilotato l’incarico all’economista Pozzoli, aizzando le ira di molti consiglieri comunali, che dovranno chiedersi il perché di una maggioranza rimasta inerme al cospetto di tale nomina, nonostante la crisi economica che attraversa il comune. Nel contempo, Davide Bruno, attende con ansia l’evolversi di questo aspetto irritante e tra i tanti cittadini, veleggia ancora il nome di Fernando Zara, al quale viene chiesto imperativamente di provvedere, attraverso i consiglieri comunali della sua lista, Rivoluzione Cristiana, di ottemperare ad una eventuale ipotesi di scioglimento del consiglio comunale. I numeri non ci sono, sia chiaro, ma Zara, a quanto pare, rimane ancora il baluardo politico da seguire. Bisogna attendere il prossimo consiglio comunale per la verifica di quanto su esposto. Nel frattempo, la città di Battipaglia, vice il suo collasso definitivo, attraverso, l’immondizia, le strade rotte ed un possibile dissesto che pare, bussi alle porte. Da questa amministrazione si aspettava la ripresa politica che non c’è stata. Anzi il peggioramento è evidente. E le riunioni con l’area a babordo, alternate agli incontri con la Carfagna di Forza Italia, si susseguono, a dimostrazione di una confusione, che non giova a nessuno. Anzi, forse no. Solo a qualcuno che vive di fianco. Sia chiaro Processo Aliberti, udienza senza il teste chiave
Nulla di fatto. E’ ancora attesa per la testimonianza di uno dei testi chiave nel processo all’ex sindaco Pasquale Aliberti. Il capitano Fausto Iannaccone verrà sentito nella prossima udienza già in programma per il 5 novembre prossimo. E quella che doveva essere un’udienza fiume si è rivelata velocissima. E’ ritornato per il controesame uno degli investigatori della Dia che ha seguito le indagini sui tabulati telefonici, Domenico Rinaldi, per alcune precisazioni dell’avvocato Ciro Giordano. Poche domande a chiarimento e il presidente del collegio giudicante – Raffaele Donnarumma – ha aggiornato alla prossima udienza il procedimento. Anche ieri mattina erano in aula tutti gli imputati, a partire dall’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, con la moglie – il consigliere regionale – Monica Paolino, Nello Maurizio Aliberti, Giovanni Cozzolino, Roberto Barchiesi, Ciro Petrucci, assente Andrea Ridosso, accusati a vario titolo di scambio di voto, violenza privata e abuso d’ufficio, con il pubblico delle ‘grandi occasioni’ a far da cornice all’udienza. La grande attesa per la testimonianza del capitano Iannaccone della Dia di Salerno, che ha seguito le indagini fin dalla prima ora, non finisce ancora. Il prossimo 5 novembre è previsto esame e controesame di uno dei testi chiave per l’accusa, rappresentata dal pm della Dda Vincenzo Montemurro. Proprio l’assenza di uno dei testimoni chiave ha
fatto tenere le carte coperte sia alla difesa che all’accusa. In mano hanno diversi jolly da presentare ma la mancata presenza di Iannaccone e della sua testimonianza ha fatto slittare tutto.
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