#togliersidadovesiera - l'elaborazione digitale del lutto - Dinamiche relazionali, strategie comunicative
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#togliersidadovesiera l’elaborazione digitale del lutto Dinamiche relazionali, strategie comunicative e organizzazione del setting ai tempi di Zoom e Skype a cura di Nicola Ferrari 1
I servizi di supporto alle persone in lutto, realizzati da Associazioni, agenzie di onoranze funebri, professionisti singoli e in team, sono stati, nel periodo del lockdown in Italia, intensamente penalizzati. Le attività dei gruppi di auto aiuto, i colloqui individuali, gli incontri di diverso genere sul tema hanno avuto, così come tante altre attività, un momento iniziale di interruzione. Ma, dopo questa prima breve fase, si è evidenziata una efficacissima e puntuale riorganizzazione per far fronte al distanziamento coatto conseguente alla pandemia da Covid-19. In moltissime zone d’Italia, le attività che prima venivano svolte in presenza, si sono gradualmente trasferite sulle piattaforme (Zoom, Skype, GSuite…) permettendo così un parziale ma assolutamente significativo ritorno alle relazioni sociali precedenti e alle varie modalità di aiuto a chi stava vivendo un lutto. Molti gruppi hanno continuato ad incontrarsi online, le chat telefoniche sono state intensificate, si sono attivati incontri individuali su piattaforme e più frequenti contatti telefonici. Parallelamente a questa riorganizzazione di gruppi e privati, è emersa la necessità di approfondire, da parte dei facilitatori, volontari e operatori professionali impegnati, le esperienze e i vissuti per capire le dinamiche comunicative derivanti dal nuovo mezzo utilizzato, i limiti e i pregi della narrazione in rete, le problematiche e le risorse che le piattaforme comportano. Abbiamo quindi cercato, come Associazione Maria Bianchi, di incontrare, attraverso un percorso1 di condivisione/formazione/autoformazione, le realtà operanti in Italia e i professionisti impegnati in questo campo per costruire insieme un approccio condiviso, integrato e coerente alla relazione d’aiuto in modalità a distanza per chi sta vivendo una perdita. Questo percorso ha impegnato per molte ore di lavoro un significativo e qualificato gruppo di persone da varie regioni d’Italia, con competenze, vissuti e sensibilità differenti. Inizialmente i partecipanti si sono confrontati in merito alle attività svolte a partire dal lockdown e nei mesi successivi. Dalle relazioni di ognuno sono emersi alcuni aspetti trasversali e ricorrenti: - i gruppi di autoaiuto iniziati nel periodo precedente alla diffusione della pandemia hanno continuato a incontrarsi in modalità video call, utilizzando piattaforme varie; - spesso la chat telefonica del gruppo è stata utilizzata in maniera costante e intensa da molti dei partecipanti; - le richieste di supporto tramite scambio di mail sono aumentate progressivamente nel corso delle settimane; - alcune associazioni hanno attivato nei mesi successivi nuovi gruppi in modalità esclusivamente online - gli incontri individuali on line, più limitati quantitativamente rispetto alle esperienze in gruppo, hanno continuato ad essere offerti. La successiva analisi delle esperienze attivate, ha permesso una valutazione più approfondita, permettendo di far emergere qualità e problematicità della modalità di supporto a distanza. Aspetti positivi: - vari gruppi AMA, dopo un periodo iniziale di adattamento, hanno espresso il desiderio di proseguire l’esperienza online, a testimonianza dell‘efficacia dell’iniziativa; - le dinamiche tipiche dell’autoaiuto e le varie modalità comunicative che si attivano in presenza sono state sostanzialmente mantenute nella modalità a distanza; - si è resa necessaria in alcuni casi un’iniziale facilitazione più direttiva e un maggiore richiamo al rispetto delle regole utili che ha portato, in breve tempo, a risultati positivi; - il supporto telefonico si è dimostrato una modalità efficace soprattutto nelle situazioni in ‘risposta’ cioè quando il contatto partiva direttamente dal dolente; - si ottengono nella comunicazione online molte informazioni che difficilmente o con tempi molto più lunghi si raccolgono negli incontri in presenza; 1 #togliersidadovesiera – il supporto al lutto ai tempi dell’era digitale. Percorso di formazione a cura dell’Associazione Maria Bianchi in modalità video call su piattaforma Zoom. Durata: 15 h. Periodo: Settembre - Ottobre 2020. Destinatari: max 25 persone che si occupano a vario titolo di supporto al lutto (facilitatori di gruppi ama, volontari, psicologi, psicoterapeuti, operatori di agenzie di onoranze funebri, responsabili di reti di associazioni, medici, infermieri…) 2
- le cerimonie commemorative2 e i riti svolti in presenza dopo il lockdown hanno risposto ad un’esigenza di condivisione allargata del proprio vissuto e hanno aumentato il senso di appartenenza alla comunità. Aspetti problematici: - l’età avanzata di alcuni partecipanti e/o la scarsa dimestichezza con le strumentazioni informatiche - difficoltà a vivere il momento dell’incontro on line con la stessa attenzione e concentrazione di quello in presenza; - amplificazione dei fattori di disturbo (telefonate, familiari presenti in casa, televisione accesa...) con conseguente diminuzione della concentrazione; - difficoltà nel creare un setting adeguato perché trovarsi nella propria casa porta a sentirsi più liberi, meno consapevoli del valore di ciò che si sta vivendo; - resistenze (a volte consapevoli, altre inconsce) del facilitatore e/o dell’operatore nell’utilizzare le modalità a distanza; queste eventuali forzature o innaturalità nella gestione facilmente vengono notate dai partecipanti; - necessità di numero limitato di persone collegate, in caso di incontri di gruppo, per poter offrire ad ognuno uno spazio qualitativamente valido e quantitativamente disteso; - la gestualità è parzialmente o totalmente inibita; - le problematiche relative a interruzioni o disturbi della linea incidono pesantemente sulla qualità della relazione. C’è stata poi la possibilità di appurare quanto le varie modalità in video call, per telefono o mail, fossero risultate efficaci anche in altri vissuti di estrema complessità, ad esempio per operatori sanitari impegnati con pazienti malati di Covid-19 negli ospedali: Laura - 54 anni, infermiera nel reparto Covid Carissima dott.ssa, temo che d’ora innanzi mi mancherà il nostro ormai abituale incontro delle 10.00 del mattino. Anche se virtualmente, mi sono sentita avvolta sin dalla prima volta che mi ha contattato, in un abbraccio caldo e protettivo. La mia prima volta è avvenuta alla fine di un turno di lavoro a dir poco surreale ove non capivo se mi trovassi a vivere un incubo. Avevo solo voglia di chiudermi in casa, al buio ed in silenzio. La mia reazione alla sua telefonata è stata di un iniziale disappunto; era il momento meno opportuno, ero spossata ed apatica, con tanta voglia di piangere. A quel primo incontro ne sono seguiti altri. Suppongo che volutamente li abbia fissati alla stessa ora per far sì che mi programmassi ma diventasse anche un momento atteso. Aspettavo via via con maggior impazienza quel momento anche perché quella fioca luce intravista in fondo al tunnel le prime volte, si faceva via via più viva ed intensa. Un bacio. 2 Noi – Cerimonia commemorativa di luce, ricordi e oggetti personali in memoria dei defunti per Covid 19. Un rito collettivo per commemorare i nostri cari: un’esperienza per vivere il lutto individuale in una dimensione di comunità. Luogo: Cimitero monumentale di Mantova. Data: 3 Luglio 2020.In collaborazione con: Amministrazione comunale di Mantova, Gruppo tea, Ospedale Carlo Poma di Mantova, ASST Mantova). 3
E’ possibile l’elaborazione digitale del lutto? La questione affrontata dal gruppo di lavoro è assolutamente centrale: da questa risposta diventa possibile o meno costruirsi competenze individuali e organizzative per attivarsi in modalità a distanza o continuare invece in presenza. In altre parole: la narrazione subisce delle modifiche sostanziali quando passa attraverso telefono o schermo? La parola risuona differentemente? L’efficacia della relazione si altera sostanzialmente? L’utilizzo da anni da parte di professionisti in ogni parte del mondo della consulenza-terapia a distanza, i gruppi ama In Italia attivati e proseguiti nel lockdown tramite video call, i numerosi feedback degli utenti e le esperienze presentate dai partecipanti a questo percorso portano ad una risposta chiara e univoca: no. Si pone a questo punto un quesito che deve essere dipanato: sono io (volontario/professionista/facilitatore) realmente convinto dell’efficacia di questa modalità di aiuto o mi sento quasi costretto perché non ci sono alternative praticabili al momento, perché le richieste di aiuto comunque sono pressanti o per qualunque altro (legittimo) motivo? Se infatti non sono davvero persuaso dell’efficacia o anche solo del sentire che questo modo ‘rientra nelle mie corde’, questo trasparirà inevitabilmente nelle varie relazioni a distanza, modificando gli equilibri e le dinamiche. Devo perciò, prima di attivarmi, chiarire a me stesso in maniera razionale e lucida i motivi che mi fanno propendere per questa scelta o, in caso contrario, quali sono e su quali dati reali si basano le perplessità. Ho vissuto, nella mia esperienza personale, questo processo interiore di riflessione: ricordo infatti il servizio di supporto alle persone in lutto ‘Cor-rispondenze’, nato nel 2000, che aveva inizialmente incontrato molte perplessità da parte di altri volontari, formatori, esperti, professionisti e gruppi vari. Tutta questa resistenza fu utilissima per chiarirmi le vere motivazioni personali, la filosofia di fondo del servizio, la metodologia da adottare. Superata questa fase e con una più radicata convinzione, che portò tra l’altro a formalizzare la metodologia3 ricordo le conseguenti varie richieste di formazione che arrivarono da ogni parte d’Italia per ca. quindici anni successivi. La necessità di trasformare tutte le precedenti esperienze e riflessioni in indicazioni concrete, utili a gestire le attività in rete, è diventata, nell’ultima fase della formazione, l’obiettivo prioritario di ogni partecipante. Si è quindi continuato a lavorare a volte insieme, altre suddivisi, approfondendo le diverse variabili che entrano in gioco quando si attiva un gruppo o un servizio di supporto individuale. 3 Nel libro, disponibile anche in versione ePub, è presentata in maniera dettagliata la metodologia, le testimonianze degli operatori, le esemplificazioni da scambi epistolari con persone in lutto, le esercitazioni per utilizzare l’approccio: Cor-rispondenze. La comunicazione epistolare come sostegno alle persone in lutto. 4
INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO IN VIDEOCALL Organizzazione e regole del setting - tutti, sempre, (nel gruppo) visibili in una sola schermata (per evitare persone che non si guardano tra loro); - si chiede e sottolinea il rispetto delle regole come si fa nei gruppi in presenza: a. puntualità ingresso/uscita b. cellulare silenziato c. avvisare in caso di assenza d. ascoltare per essere ascoltati e. parlare in prima persona f. evitare altre attività in contemporanea al computer g. trovare un posto adatto e non disturbato in casa. Dinamiche relazionali Quali modalità relazionali devo attivare come facilitatore/operatore in contatto con una o più persone in lutto? • Prima e dopo l’incontro = accedo per primo e chiudo per ultimo il collegamento, così come si fa durante il gruppo in presenza, aprendo e chiudendo la sala dell’incontro. Questi momenti precedenti e successivi all’incontro, oltre a trasmettere il senso di preparazione, rispetto e cura per l’attività, sono sempre utili ed efficaci perché veicolano informazioni, permettono di creare legami, creano relazioni tra i partecipanti e/o con il facilitatore/operatore che non si ritrovano durante l’incontro vero e proprio. • Libera espressione del dolore = permetto la condivisione di queste reazioni e reagisco con gesti chiari che facciano capire la mia personale partecipazione e coinvolgimento. Esempio: mi avvicino allo schermo, muovo la testa per indicare il mio interesse, in generale controllo che la postura faccia trasparire chiaramente la mia estrema attenzione. • Pianti/silenzi = lascio tutto il tempo necessario perché siano vissuti, chiedo che nessuno li interrompa e, nel caso, blocco chi lo fa (miei interventi a voce immediati e senza ritardi quindi serve massima concentrazione). • La comunicazione tra i partecipanti o con la singola persona in colloquio = la favorisco e gestisco così come faccio nella modalità in presenza; in più ho la risorsa della chat interna alla piattaforma che mi permette di scrivere o usare simboli già presenti, utili per chi non se la sente di raccontare o vuole comunicare in maniera tempestiva. • Miei interventi = devo ricordarmi che l’ascolto indiretto è più difficoltoso, meno fluido, con varie interferenze possibili: posso controbilanciare questi rischi con una velocità leggermente minore del mio parlare, una richiesta per appurarmi se c’è stata comprensione, uno sguardo costante a tutte le schermate individuali per individuare eventuali momenti di stanchezza o altro. Nel recuperare invece riflessioni/esperienze positive per rilanciarle nel gruppo, posso prendere la parola e sfruttare la maggiore importanza che la vocalità assume quando passa da uno schermo, sottolineando gli aspetti che ritengono utili al gruppo/singolo con più enfasi. 5
• L’esperienza a distanza è comunque più impegnativa e faticosa rispetto a quella diretta = creo allora momenti più leggeri e/o pause durante l’incontro. • Narrazione Guidata = questo modello4 trae particolare beneficio dalla modalità in videochiamata perché l’utente si trova in un contesto in cui le parole dette a voce assumono maggiore peso e l’attesa nel trovare la corrispondenza è meno pesante. La fase operativa finale del percorso di formazione è entrata ancora più nel dettaglio tramite la ricerca di un’ulteriore serie di indicazioni pratiche che potessero essere efficaci e applicabili nei vari contesti di supporto. In previsione infatti dell’attivazione di nuovi gruppi di auto aiuto tramite piattaforme in rete così come dei servizi di incontri individuali, si è posta particolare attenzione a: pubblicizzazione del servizio, organizzazione e struttura dell’attività, competenze del facilitatore/operatore a. La pubblicizzazione del servizio Il supporto on line nelle modalità di gruppo ama e di incontri individuali può essere pubblicizzato attraverso una serie diversificata di modalità: - creare innanzitutto del materiale utilizzando immagini/frasi che creino un forte impatto emotivo, utile per stimolare l’interesse e proseguire nella lettura; - il testo più dettagliato di presentazione del servizio deve essere chiaro, in modo tale da offrire da un lato informazioni che spiegano come si svolge e cosa accade e dall’altro riflessioni sull’elaborazione del lutto in maniera serena e fiduciosa; - organizzare un evento on line, una sorta di appuntamento di presentazione, ad esempio su Facebook nel quale ci si interfaccerà con gli eventuali partecipanti per rispondere a dubbi e domande; - utilizzare più social possibile per veicolare l’informazione (Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn…) - realizzare una versione della locandina da inviare anche per WhatsApp e servizi di messaggistica telefonica chiedendo a volontari/amici di mandarla nei gruppi nei quali ognuno è inserito; - condivisione sulle pagine dei profili personali dei vari volontari, su pagine specifiche di Facebook (ad esempio “lutto e memoria”, “elaborazione del lutto” e “lutto e suicidio”, nelle quali spesso i s’incontrano già persone che cercano aiuto); - per aumentare la visibilità dei post del servizio su Facebook si può investire una somma e stabilire in che modo e con quale periodicità riproporre l’avviso; - contattare radio e giornali locali, parrocchie che realizzano periodici o che offrono la possibilità di appendere avvisi nelle chiese e negli oratori, agenzie di onoranze funebri che producono brochure per inserire volantino, siti di altre associazioni e/o di reti associative, centri servizi del volontariato e chi produce newsletter; - stampare altro materiale cartaceo (ad esempio fotografie, più originali e coinvolgenti rispetto i soliti dépliant) da lasciare presso farmacie, ambulatori, hospice. b. Organizzazione delle attività di supporto on line al lutto Primo contatto con l’utente: Quando la persona telefona per chiedere informazioni e/o aiuto personale individuale, si aprono due possibilità: 4 E’ la specifica metodologia ideata e utilizzata all’interno dell’Associazione in tutte le modalità di supporto alle persone in lutto: incontri individuali, gruppo ama, scrittura tramite mail/lettere postali. La presentazione di questo approccio e le esemplificazioni sono disponibili nel libro (anche in versione ePub e in inglese/spagnolo): Narrazione Guidata. Un sistema logico-linguistico. 6
1. spiegargli telefonicamente, in maniera molto precisa, i servizi offerti in modo che possa scegliere la modalità a lui più consona oppure 2. fissare con lui un appuntamento (in presenza o on line) per comprendere meglio le sue preferenze e ragionare insieme su quali siano le modalità più adatte. Destinatari: nel caso di gruppo di auto mutuo aiuto, la composizione prevede solitamente la compresenza di tipologie di lutti differenti. L’esperienza di alcune realtà associative indica come altrettanto efficace la costituzione di gruppi omogenei in alcuni casi particolari, come il lutto per suicidio o per decesso di figli nella fase intrauterina e perinatale. Numero: massimo 8-9 persone, escluso il facilitatore/co-facilitatore. Cosa è assolutamente necessario: buona connessione di rete e un pc funzionante. Frequenza per incontri di gruppo: cadenza settimanale per una durata di un’ora e mezza circa, almeno per un anno, un anno e mezzo. Frequenza per incontri individuali: dopo il primo colloquio si lascia la libertà all’individuo di richiamare qualora la persona senta la necessità di continuare a raccontarsi. La frequenza degli incontri è meno rigida, a causa dalla maggiore intensità dell’incontro rispetto alla riunione di gruppo, dei bisogni specifici del singolo, delle eventuali attività/riflessioni che vengono proposte per essere vissute e rielaborate individualmente dopo l’incontro. c. Competenze e abilità del facilitatore/operatore La formazione e preparazione del facilitatore e/o dell’operatore che gestisce gli incontri individuali, è la dimensione fondamentale e delicatissima per la riuscita del servizio. Si individuano su questo ambito, tre macro aree: 1. qualità personali/relazionali: sensibilità, disposizione all'ascolto, empatia, consapevolezza, ma anche capacità di essere un punto di riferimento per il gruppo; 2. competenze professionali: capacità e/o conoscenza dei processi di comunicazione e gestione di un gruppo; saper accompagnare un gruppo; tenere conto della complessità e compresenza delle specifiche situazioni individuali; 3. competenze tecnologiche: padroneggiare il mezzo utilizzato per gli incontri online; essere un punto di riferimento per il gruppo rispetto ai bisogni legati agli aspetti logistici/tecnici. Suggerimento: prima dell'incontro iniziale, valutare un test individuale di utilizzo dello strumento per ogni partecipante. Imprescindibile risulta essere poi l'equilibrio emotivo del facilitatore: da un lato riuscire a centrarsi sulle varie situazioni e dinamiche senza perdere la lucidità e dall’altro sapere gestire le proprie emozioni.5 Un aiuto concreto per governare questi aspetti deriva dal riuscire a prendersi tempo prima e dopo l'incontro: prima 5 Il tuo dolore mi riguarda ma non mi appartiene è la frase sintetica che utilizziamo sempre nei nostri percorsi di formazione per indicare l’equilibrio emotivo che ogni persona dovrebbe raggiungere se vuole aiutare chi sta vivendo una perdita. 7
per prepararsi e uscire dal flusso del quotidiano e dopo per far sedimentare pensieri ed emozioni e/o per distrarsi e liberarsi dal peso interiore. Inoltre la presenza di un co-facilitatore risulta un notevole supporto per la possibilità che si crea sia durante sia dopo l’attività di poter condividere tutte le conseguenze delle esperienze (lo stesso accade per gli incontri individuali). Molte altre riflessioni sono poi emerse durante il lavoro svolto a cadenza settimanale: spesso i partecipanti portavano i loro contributi che erano risuonati e riecheggiati interiormente tra un incontro e l’altro, a conferma del coinvolgimento costante di ognuno in questa esperienza. Mi è rimasta impressa in particolare la testimonianza di chi, proprio durante il periodo di formazione, ha perso il padre: quando si è ripresentata, ha raccontato a tutti, quasi fossimo amici fidati dall’infanzia, com’è diventata la sua vita da quando c’è l’assenza, che cosa ha perduto per sempre, cosa vale la pena continuare a cercare, ad essere. Ricordo il silenzio di ognuno, l’ascolto totale di tutti, i pensieri e le emozioni che risuonavano; la storia di una persona appena conosciuta, lontana geograficamente, che raccontava di un suo famigliare a noi del tutto estraneo, rese le parole, tutte le parole dette negli incontri precedenti, e tutte quelle che furono poi espresse nel proseguo, di un’altra consistenza. Una diversa densità. La narrazione, in tempo reale, per tutti quanti contemporaneamente, era diventata azione. Vita. Come un dono inatteso, tutto il percorso di ricostruzione esistenziale dopo una perdita, era davanti a noi: si poteva vedere, si riusciva a sentire. Nessuno schermo, nessuna connessione, nessuna piattaforma erano un ostacolo o un limite per accogliere quella storia d’amore e ascoltarla divenire dentro di noi. Accade così, quando si ama: tutto cambia. 8
Partecipanti Nicola Ferrari, formatore, responsabile servizi di supporto al lutto dell’Associazione Maria Bianchi, autore. Marcella Oliva, docente, volontaria dell’Associazione Maria Bianchi nel servizio di Cor-rispondenze e incontri individuali con persone in lutto, conduce l’esperienza ‘Occhi negli occhi’ ed è membro dell’Unità Di Crisi Scolastica. Licia Cauzzi, docente di scuola superiore, presidente e volontaria dell’Associazione Maria Bianchi dal 2002, facilitatrice del gruppo ama “Parole discrete” di Mantova dal 2005. Franco Tosi, volontario esperto dell’Associazione Maria Bianchi nel servizio d’incontri individuali, co- formatore. Barbara Guarnerio, docente di scuola secondaria, volontaria dell'Associazione Maria Bianchi, membro dell’Unità Di Crisi Scolastica. Daniela Serafini, docente di scuola dell’infanzia, volontaria dell’Associazione Maria Bianchi e menbro dell’Unità Di Crisi Scolastica. Diana Rucli, formatrice in competenze psico-sociali e consulente per organizzazioni no-profit, direttore di Ifotes (Federazione Internazionale dei Servizi di Emergenza Telefonica), presidente Associazione Culturale Voci FuoriCampo (Udine). Annalisa Nucara, facilitatrice gruppo ama ‘Risalire insieme’ dell’Associazione Compagnia delle Stelle (Reggio Calabria). Mariella Cambria, facilitatrice gruppo ama ‘Risalire Insieme dell’Associazione Compagnia delle Stelle (Reggio Calabria). Paola Fornasier, psicologa e pedagogista, facilitatrice gruppo ama Associazione Advar (Treviso). Annalisa Moretto, psicologa, facilitatrice gruppi ama per l'elaborazione del lutto, Associazione ADVAR- Rimanere Insieme (Treviso). Lorenzo Bolzonello, psicologo, tanatologo, cerimoniere funebre (Treviso). Annalisa Boda, psicologa e psicoterapeuta presso hospice di Lainate (Milano); offre sostegno agli ospiti e ai famigliari aiutandoli e accompagnandoli nell’elaborazione e gestione del lutto. Simona Ferrari, operatrice necrofora del settore funebre presso Onoranze Funebri Bonomi (San Possidonio, Modena). Giuseppina De Agostini, psicologa, psicoterapeuta, libera professionista, psicologa dell’associazione ‘Gli amici di Gabry’ a Caravaggio (Bergamo) per il supporto ai pazienti oncologici e ai loro familiari. Nadia Gelati, decoratrice, formatrice e networker digitale. Associazione Maria Bianchi Via Brusca 1, San Giorgio Bigarello, MN www.mariabianchi.com assmariabianchi@hotmail.com 348-3623379 9
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