Tecniche didattiche: strumenti e strategie - Adi Germania
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09 2016 Aggiornamenti Rivista dell'Associazione dei docenti di italiano in Germania Tecniche didattiche: strumenti e strategie Cervello, mente Ascoltare per Didattica del Tecniche e acquisizione comprendere e congiuntivo didattiche linguistica imparare e (neo) Strumenti per purismo (P. E. Balboni) una didattica (G. De Rossi) linguistico comunicativa (T. Marani) (S. Semplici)
Aggiornamenti Numero 9 • anno 6 (2016) Herausgeber: ! ADI e.V. ! ! ! C/O Sprachenzentrum der Universität Bamberg ! ! ! An der Weberei 5 • 96047 Bamberg ! ! ! www.adi-germania.org • info@adi-germania.org Verantwortlich:! ADI e.V. Redaktion: ! ! Tatiana Bisanti • Elena Carrara • Livia Novi • Andrea Palermo • ! ! ! Davide Schenetti ! ! ! info@adi-germania.org Bezugspreis: ! Bezugspreis ist im Mitgliedsbeitrag enthalten Gesamtherstellung:!ADI e.V. C/O Sprachenzentrum der Universität Bamberg ! ! ! An der Weberei 5 • 96047 Bamberg Anzeigenannahme:!info@adi-germania.org Foto di copertina:! mbeo - CC: BY-NC-ND
Argomenti Care colleghe e cari colleghi, In questo numero di AggiornaMenti avete modo di leggere alcuni interventi del nostro ultimo convegno, tenutosi a Dresda lo scorso novembre. Il programma del convegno, dedicato alle tecniche didattiche, prevedeva come parte teorica un’introduzione alle teorie neurolinguistiche dell’apprendimento (interventi di Paolo E. Balboni e Rita Franceschini). A questa è seguita una panoramica generale delle principali tecniche didattiche messe in relazione da Stefania Semplici con alcuni manuali in uso nei corsi di lingua italiana come lingua straniera. I tre workshop (di Gabriella De Rossi, Tommaso Marani e Karin Wisniewski) hanno invece trattato una tecnica didattica specifica (rispettivamente di ascolto, di riflessione grammaticale e di scrittura collaborativa) e l’hanno messa al centro delle attività e della discussione con i docenti presenti in ciascun workshop. Ringrazio tutti i relatori, i soci e gli amici dell’ADI che con la loro presenza hanno reso la manifestazione di Dresda non solo un momento di riflessione glottodidattica, ma anche di scambio, in una cornice urbana ideale. Colgo l’occasione per ringraziare anche, e ancora, la Technische Universität che ci ha così egregiamente ospitato e, in particolare modo, la dott.ssa Simona Bellini, lettrice per l’italiano di tale università, che ha organizzato con noi il convegno. Senza la sua maestria nel gestire programma, persone, finanziamenti e tutto il resto sicuramente il convegno non avrebbe avuto il successo che ha avuto. Livia Novi Il prossimo convegno si terrà il 18 e 19 novembre a Osnabrück e presidentessa si occuperà di abilità didattiche e sarà pertanto proseguimento e approfondimento di quanto discusso a Dresda sulle tecniche ADI e.V. didattiche. Spero che molti di voi trovino questa volta la strada per il nord. Buona lettura a tutti!
Indice Cervello, mente e acquisizione linguistica _________________________________________4 Paolo Ernesto Balboni Tecniche didattiche: strumenti per una didattica comunicativa ______________________12 Stefania Semplici Didattica del congiuntivo e (neo)purismo linguistico _______________________________28 Tommaso Marani Ascoltare per comprendere e imparare __________________________________________41 Gabriella De Rossi Suggerimenti _________________________________________________________________53
Cervello, mente e acquisizione linguistica Paolo Ernesto Balboni Questo tema è da quarant’anni al centro questo discorso, senza stare a fare continue della ricerca della scuola veneziana di citazioni e rinvii per approfondimento. glottodidattica, iniziata da Renzo Titone e da Giovanni Freddi (Balboni, 2010), e che è Neurolinguistica, psicolinguistica, psicologia stata proseguita da chi scrive e dal gruppo dell’apprendimento, psicodidattica che, per l’italiano, si riunisce intorno a Itals. Iniziamo chiarendo alcuni termini in La ricerca di linguistica e delle sue varie maniera essenziale: branche, dalla sociolinguistica alla • a. La neurolinguistica studia il funzio- pragmalinguistica, ha un’applicazione diretta namento del cervello in ordine al alla glottodidattica in quanto descrive linguaggio. Le sue principali applicazioni l’oggetto dell’apprendimento-insegnamento, riguardano i disturbi del linguaggio, dalla la lingua; quello su cui invece la scuola dislessia alla disgrafia fino alla sordità e veneziana ha posto da decenni l’accento, all’afasia, ma in glottodidattica essa ha cercando non di contrapporlo alla dimen- avuto un ruolo essenziale nell’indicare il sione linguistica né di stabilire gerarchia, ma ruolo diverso dei due emisferi cerebrali solo di riportare equilibrio, è il soggetto ( q u e l l o d e s t ro c h e p re s i e d e a l l a dell’apprendimento, e conseguentemente percezione globale, olistica, quindi dell’insegnamento: lo studente. contestuale; quello sinistro, dove la lingua viene memorizzata nelle aree di Broca e Da parte nostra abbiamo dedicato molto Wernicke; che presiede all’attività spazio a questi temi, soprattutto in Le sfide analitica), rilevando che entrambi coope- di Babele (2013) e in Didattica dell’italiano rano alla produzione e comprensione come lingua seconda e straniera (2014), linguistica, ma operando secondo una nonché in vari saggi nostri e del gruppo sequenza che vede anzitutto le opera- veneziano (Caon 2005, 2006, 2008, 2010; zioni globali e solo dopo quelle analitiche. Cardona 2001, 2004; Daloiso 2009, 2012a- b, 2014; D’Annunzio 2012; Melero, 2015; • b. La psicolinguistica inizia nella prima Menegale 2013; Serragiotto 2006; Torresan parte del Novecento come psicologia del 2008, 2009, 2012) ed a queste fonti linguaggio, all’interno degli studi psico- rimandiamo per un background generale a logici, ma si rende autonoma e si evolve in direzione delle scienze del linguaggio
negli anni Cinquanta. I suoi oggetti due emisferi cerebrali, collocati a sinistra principali di studio sono l’acquisizione del e a destra all’interno del cranio, lavorano linguaggio e i meccanismi di codifica e in maniera differente, specializzata, anche decodifica; un aspetto particolare se in maniera molto più integrata di riguarda l’ipotesi di una Grammatica quanto per decenni non sia stato scritto Universale come parte del patrimonio (anche da noi) (Daloiso 2009b; Buccino, genetico dell’homo sapiens. Mezzadri 2015). • c. La psicologia dell’apprendimento e la • b. la psicologia descrive la natura di tale psicodidattica studiano (rispettivamente specializzazione: si affidano prevalen- dal punto di vista dell’apprendente e del temente all’emisfero sinistro i compiti di docente) i meccanismi mentali che natura analitica, sequenziale, logica, e si presiedono all’acquisizione, linguistica e eseguono con l’emisfero destro compiti non. Si basano in parte sulle neuro- di natura prevalentemente globale, scienze (ad esempio assumendo come simultanea, analogica. La psicologia nucleo minimo per l’apprendimento la studia anche i meccanismi della sequenza globalità →analisi→sintesi), in memoria, cioè del collocamento di parte sulle ricerche sulla memoria, che nozioni nel cervello e del loro successivo dagli anni Sessanta sono uno dei focus recupero, quando esse sono necessarie. della psicologia cognitiva, e in particolare studiano gli stili cognitivi e quelli I due termini fondamentali per tutto il d’apprendimento; per quanto riguarda la discorso glottodidattico sono bimodalità e formazione scolastica, si interessano direzionalità. anche di motivazione e del ruolo delle Bimodalità suggerisce che entrambe le relazioni tra gli apprendenti e i docenti nel modalità del cervello, quella analitica favorire o ostacolare l’apprendimento. dell’emisfero sinistro e quella globale, «olistica» dell’emisfero destro, sono L’hardware e il software dell’acquisizione coinvolte nella comunicazione linguistica e – linguistica di conseguenza – esse devono essere integrate affinché l’intera mente dell’allievo La neurolinguistica, che descrive il venga coinvolta nel processo di acquisizione funzionamento del cervello, cioè del linguistica, non solo la dimensione razionale, hardware, e la psicolinguistica, che studia il formale, logica. Questo principio è in parte funzionamento del software, di quello che ripreso nell’opposizione di Krashen tra Chomsky ha chiamato Language «acquisizione», che implica la memoria a Acquisition Device, LAD, ci danno alcune lungo termine e l’integrazione profonda dei indicazioni molto precise che sono al centro due emisferi, e «apprendimento», che sia di correnti glottodidattiche abbastanza rimane nella memoria a medio termine e si radicali, come il Neurolinguistic Pro- basa sull’emisfero sinistro. gramming degli inglesi, sia di modelli canonici di didattica che emergono nella Il principio della direzionalità stabilisce manualistica. che l’uso bimodale del cervello avviene secondo una direzione ben precisa: Prendiamo le mosse dalle loro scienze di dall’emisfero destro (modalità conte- riferimento: stualizzanti e globalistiche) a quello sinistro (modalità più formali). Quindi, durante le • a. la neurologia descrive il fenomeno prime fasi si motiva all’acquisizione della lateralizzazione, cioè il fatto che i coinvolgendo in maniera bimodale la -5-
dimensione affettiva (piacere di comunicare dell’osservazione “a”, che le desinenze in un’altra lingua, curiosità di fronte a una verbali in -o indichino la prima persona cultura diversa: modalità destra) e quella singolare e quindi generano “io ando”, logica (i bisogni linguistici, professionali, abbandonando il ben noto “vado”, che esistenziali: modalità sinistra), poi si era stato memorizzato come parola e presenta il materiale in modo non come forma flessa di un verbo; il contestualizzato, sensoriale, ricco di LAD è un meccanismo generatore di connotazioni culturali (modalità destra), per ipotesi sulla base dell’input osservato; passare infine a formalizzare l’analisi con nell’insegnamento linguistico, le ipotesi tecniche associate alla modalità sinistra (gli da creare sono suggerite dal docente o esercizi, la riflessione sulla lingua, le guidate da uno schema del manuale e spiegazioni di grammatica ecc.). possono essere discusse con i compagni, co-costruendo l’ipotesi in All’interno di queste due coordinate modo che, vagliata da più LAD, sia più opera il Language Acquisition Device del probabilmente un’ipotesi corretta; nostro studente di lingua straniera, che non • c. verifica dell’ipotesi attraverso la è una tabula rasa su cui incidere, in- conferma o la correzione che ne viene segnare; non è un vaso vuoto da riempire di dagli adulti (o dall’insegnante); lessico, morfosintassi ecc.: è un soggetto attivo, predisposto dal suo DNA • d. fissazione, attraverso attività di all’acquisizione linguistica, dotato di un rehearsal, di ripetizione; nell’insegna- meccanismo di acquisizione linguistica mento questa fase è condotta sia (LAD) che va supportato, guidato, facilitato, attraverso attività di natura strutturale, reso più efficiente soprattutto nei tempi di abbastanza ripetitive, sia con forme di acquisizione; il processo di acquisizione si reimpiego via via più creative, sia nei dipana attraverso cinque fasi: bambini sia negli studenti; • a. osservazione dell’input linguistico- • e. riflessione, guidata dall’adulto in comunicativo che ci circonda, indivi- sporadiche occasioni nell’acquisizione duando correlazioni pragmatiche (il pre-scolare, e poi dagli insegnanti in bambino ha sete e piange, arriva un maniera via via più esplicita e complessa. adulto che gli dà/dice ‘acqua’, e se lui cerca di dire ‘acqua’ tutti gli sorridono e Ricordiamo la teoria di Krashen, secondo gli fanno festa, oltre a dissetarlo) e formali il quale l’acquisizione – anche in presenza di (il bambino nota, ad esempio, la corre- input reso comprensibile e di stimoli lazione tra io e desinenze verbali in -o); d’osservazione collocati nel giusto punto nei testi che costituiscono l’input di lingua delle sequenze acquisizionali – richiede una straniera, in questa fase gli allievi situazione in cui non ci sia paura, ansia da vengono invitati dall’insegnante a sotto- prestazione, cioè un ‘filtro affettivo’, lineare, cerchiare, ricopiare le «regole» altrimenti la memorizzazione risulta che costituiscono l’obiettivo di quell’unità temporanea e non stabile. di apprendimento; Esiste un’«attitudine» alla lingua? • b. creazione di ipotesi sul funzio- namento di quel dato meccanismo: intorno ai 36 mesi i bambini italiani L’esperienza ci mostra che alcune (indipendentemente dalla classe socio- persone sono più efficienti nell’acquisizione: culturale) ipotizzano, sulla base esistono forse dei LAD più efficienti di altri? - 6-
Esiste, in altre parole, un’attitudine nell’attitudine alla precisione (intelligenza all’apprendimento della lingua? logico-matematica) oppure nella forte ma i m p re c i s a c a p a c i t à c o m u n i c a t i v a Non tutti gli studiosi sono d’accordo sul (intelligenza linguistica); l’intelligenza fatto che esista un’attitudine alla lingua. spaziale è utilissima quindi per la Rimane però aperta una domanda, memorizzazione del lessico legato ad fondamentale per un insegnante: si può ambienti (la stazione, la strada, il bagno insegnare a diventare buoni apprendenti di ecc.) mentre quella musicale aiuta le lingue, a migliorare l’efficienza del proprio attività di memorizzazione linguistica LAD? condotte con canzoni, filastrocche, ecc.; infine le intelligenze intra- ed interper- Parlando della bimodalità del cervello, sonali: la prima si realizza nella capacità abbiamo visto che ogni emisfero cerebrale di autoanalisi, quindi della scoperta dei percepisce e concettualizza la realtà, o propri punti forti e di quelli critici, evitando meglio gli input che riceve attraverso i sensi, quindi velleitarismi e facilonerie; la in maniera globale, contestuale, emozionale seconda invece porta a sapersi mettere (emisfero destro) e in maniera analitica, facilmente nei panni altrui, quindi ad sequenziale, razionale (emisfero sinistro). aiutare nella comunicazione Ogni persona privilegia una delle forme di l’interlocutore in difficoltà, a cooperare a concettualizzazione, ha una «dominanza» costruire insieme un testo (un appro- diversa. L’esperienza porta a dire, e quindi a fondimento sulle ricadute glottodida- suggerire all’insegnante di operare di ttiche della teoria delle intelligenze conseguenza, che in classe ci sia una parte multiple di Gardner si ha in Torresan, di studenti «analitici» e una parte di studenti 2008); «olistici»: i primi hanno un’attitudine verso la • b. stili cognitivi e d’apprendimento: riflessione sulla lingua, desiderano avere i sono concetti diversi (il primo riguarda i suoi meccanismi sotto controllo, vogliono processi di acquisizione di nuove comprendere tutto, senza zone d’ombra; i informazioni, il secondo quello di secondi hanno un’attitudine maggiore accomodamento delle informazioni nella all’uso della lingua, anche se segnato da nostra mente), ma possiamo fonderli ai imperfezioni grammaticali o se la nostri fini in un’unica voce: una dicotomia comprensione ha delle lacune. è nello stile analitico/globale, cioè uno stile d’apprendimento sistematico e Ma esistono probabilmente altri fattori riflessivo oppure intuitivo, come già che contribuiscono, in una sinfonia di tratti anticipato citando la dominanza psicologici, a fare di una persona un emisferica; un’altra è nello stile ideativo/ apprendente ottimo, medio o scadente di esecutivo: lo studente ideativo si appog- lingue straniere. gia alla teoria, lavora sull’idea di possibili percorsi mentali per giungere a posse- • a. Le intelligenze multiple della teoria dere e analizzare la lingua, mentre lo gardneriana: sono presenti in ogni studente esecutivo ha bisogno di fare, persona, ma in combinazioni e con impara dagli errori, dai quali non si lascia dominanze diverse, che possono deprimere; c’è poi l’in/tolleranza per d i p e n d e re d a l l a p e r s o n a s t e s s a , l’ambiguità: ci sono alcuni studenti che dall’ambiente (scolastico e non) in cui si è non si sentono a disagio di fronte a formata, dalla cultura di appartenenza. Le dettagli ambigui, imprecisi mentre altri intelligenze multiple che convergono sono a disagio di fronte a queste nell’intelligenza hanno rilevanza -7-
ambiguità. C’è poi la capacità/difficoltà di Conclusioni prevedere i contenuti del testo sulla base del contesto, della conoscenza del Ci sono altri elementi psicologici rilevanti, ad mondo, della ridondanza: ciò aiuta molto esempio la comprensione, e quindi l’acquisizione; • a. la struttura della memoria e le non dimentichiamo la tendenza/difficoltà conseguenti strategie di memorizzazione ad apprendere dai propri errori e soprattutto del lessico (cfr. Cardona, 2001); l’autonomia/dipendenza nei processi di studio (una panoramica del ruolo delle • b. la nozione di filtro affettivo di Krashen, strategie e degli stili nell’acquisizione che è la metafora psicodidattica, che serve linguistica è in Mariani, Pozzo 2002; a rendere visibile una realtà organica, Caon 2008); ormonale, dalla quale dipende la memorizzazione; • c. tratti della personalità, cioè quelle caratteristiche personali che nel • c. l’energia che mette in moto hardware e linguaggio quotidiano definiamo «carat- software, cioè la motivazione, che ancora tere» di una persona. Sono tratti non una volta non è un discorso miracolistico specificamente legati all’attività di ma un preciso meccanismo di attivazione di apprendimento, ma che comunque elementi organici che attivano il processo di intervengono nel disegnare il profilo acquisizione di elementi nuovi e di loro individuale di ogni singolo studente. Tra i ‘accomodazione’ nella pre-esistente tratti più importanti troviamo: coopera- architettura della propria conoscenza; zione/competizione, introversione/ • d. il ruolo delle emozioni, come intese nella estroversione, ottimismo/pessimismo: teoria cognitiva delle emozioni, cioè del hanno un’applicazione immediata nel ruolo che esse giocano nel nostro processo processo d’apprendimento di una lingua di sviluppo e architettura cognitivi. straniera, dove iniziare pensando «non ce la farò mai» oppure «ce l’hanno fatta altri, Non è questa la sede per entrare in dettagli posso farcela anch’io» cambia di molto su queste voci, che si possono comunque l’atteggiamento globale. approfondire nei vari ‘editoriali’ e nei contributi della rivista Educazione Linguistica – Language Crediamo che già questa combinazione Education, EL.LE, in http://edizionicf.unive.it/riv/ di tratti propri delle persone che devono exp/46/ELLE; crediamo tuttavia di aver offerto imparare una lingua siano una risposta alla delle coordinate sul ruolo che gli elementi domanda con cui abbiamo introdotto il biologici e psicologici giocano nel processo di discorso sull’attitudine: non sono i diversi acquisizione e apprendimento di una lingua, LAD individuali a fare la differenza (o anche ruolo di cui bisogna tener conto se si vuole che se lo sono, non possiamo saperlo), ma il il proprio insegnamento sia efficace. Questa è contesto psicologico in cui operano, cioè i la ragione per cui il tipi di intelligenza che attivano, gli stili gruppo cui appar- cognitivi e apprenditivi e i tratti della tengo e che per Paolo E. personalità. Operare in modo da rendere qualche anno ho Balboni possibili le differenziazioni in ordine al guidato si è concen- risultato finale è, a nostro avviso, una delle trato sugli aspetti Università di caratteristiche di un’educazione linguistica neuropsicologici dell’ Venezia ‘democratica’. apprendente. - 8-
Indicazioni bibliografiche e sitografia BALBONI P. E., 2010, “E’ corretto parlare di una “scuola veneziana” di glottodidattica?”, in BALBONI P. E., CINQUE G. (a cura di), Seminario di Linguistica e Didattica delle Lingue. Scritti in onore degli ottant’anni di Giovanni Freddi, Venezia, Cafoscarina. BALBONI P. E., 20123, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, Torino, UTET Università. BALBONI P. E., 2014, Didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera, Torino, Loescher/Bonacci. BUCCINO G., MEZZADRI M. (a cura di), 2015, Glottodidattica e neuroscienze: verso modelli traslazionali, Firenze, Cesati. CAON F., 2005, Un approccio umanistico affettivo all’insegnamento dell’italiano a non nativi, Venezia, Cafoscarina. CAON F., 2006, Pleasure in Language Learning, Perugia, Guerra. CAON F., 2008, Educazione linguistica e differenziazione: gestire eccellenza e difficoltà, Torino, UTET Università. CAON F., (a cura di), 2010, Facilitare l’apprendimento dell’italiano L2 e delle lingue straniere, Torino, UTET Università. CARDONA M., 2001, Il ruolo della memoria nell’apprendimento delle lingue,Torino, UTET Università. CARDONA M., 2004, Apprendere il lessico di una lingua straniera. Aspetti linguistici, psicolinguistici e glottodidattici, Bari, Adriatica. DALOISO M., 2009, I fondamenti neuropsicologici dell’educazione linguistica, Venezia, Cafoscarina. DALOISO M., 2012A, Lingue straniere e dislessia evolutiva. Teoria e metodologia per una glottodidattica accessibile, Torino, UTET Università. DALOISO M. (a cura di), 2012b, GLOBES. Glottodidattica per i bisogni educativi speciali, numero monografico di Educazione Linguistica – Language Education (EL.LE), n . 3. DALOISO M., 2014, Lingue straniere e disturbi specifici dell'apprendimento. Un quadro di riferimento per la progettazione di materiali glottodidattici accessibili, Torino, Loescher. Open access: http://www.laricerca.loescher.it/index.php/quaderni/89-quaderni/976-i- quaderni-della-ricerca-13 D’ANNUNZIO B.,2012, "Apprendere con la testa, apprendere con il cuore: il valore della meta cognizione nell'apprendimento delle lingue straniere", in DI PRETORO P. A., UNFER LUKOSCHIK R. (a cura di), Lingua e letteratura italiana 150 anni dopo l'Unità, Monaco, Meidenbauer. -9-
FABBRO F., 2004, Neuropedagogia delle lingue: come insegnare le lingue ai bambini, Roma, Astrolabio. JAFRANCESCO E. (a cura di), 2009, Apprendimento linguistico e costruzione dell’identità plurilingue: aspetti psicolinguistici, Milano-Firenze, Mondadori Education-Le Monnier. MARIANI L., POZZO G., 2002, Stili, strategie e strumenti nell’apprendimento linguistico, Firenze, La Nuova Italia. MELERO RODRÍGUEZ C., “Dislessia, glottodidattica speciale e “scienze del cervello”, pp. 187-198. MENEGALE, M. (a cura di), 2013, Autonomy in language learning: Getting learners actively involved, Canterbury, IATEFL. SERRAGIOTTO G. (a cura di), 2006, Il piacere di imparare il piacere di insegnare, La Serenissima, Vicenza, 2006. TORRESAN P., 2008, Intelligenze e didattica delle lingue, Bologna, EMI. TORRESAN P., 2009, “Personalità e apprendimento linguistico: il quadro di riferimento I.M.A.P.”, in PORCELLI G. (a cura di), La Linguistica Applicata oggi (II parte), numero monografico di Rassegna Italiana di Linguistica Applicata, n. 3. TORRESAN P., 2012, “Che cos’è la Psicodrammaturgia Linguistica? A colloquio con Aurora Floridia”, in Bollettino Itals, n. 46. - 10 -
Tecniche didattiche: strumenti per una didattica comunicativa Stefania Semplici La proposta 1 qui presentata, che si av- pertanto ad uno specifico modello vale dei contributi forniti da molti altri operativo, analizzare come i diversi obiettivi, studiosi2 , non pretende di offrire un elenco abilità e competenze linguistico- chiuso e definitivo delle tecniche che è comunicative, possano essere meglio possibile adottare in una didattica comuni- sviluppate tramite appropriate tecniche cativa, ma di descriverle osservandole didattiche. all’interno del processo di acquisizione / apprendimento, avvalendosi dei risultati di Pur tenendo conto dei diversi modelli una ricerca basata sull’analisi delle istruzioni operativi proposti, la scelta sulla base della proposte in un campione di manuali per la quale analizzare le tecniche didattiche è didattica dell’italiano L2. ricaduta sul modello suggerito da Diadori (Diadori, Palermo e Troncarelli 2009), in Come già altri autori ai quali abbiamo quanto quello in grado di ricomprendere fatto riferimento, anche noi riteniamo che tutte le altre proposte. Dato che questa sua non sia corretto valutare in maniera assoluta flessibilità lo rende però forse troppo esteso le tecniche, e che queste vadano viste non – questo avviene in particolare nella fase solo in funzione della loro coerenza o meno centrale di “svolgimento” - abbiamo ritenuto con il metodo al quale fanno riferimento necessario individuare all’interno di ognuna (Balboni 1991), ma anche con l’obiettivo delle tre fasi in esso previste le diverse che tramite esse si intende conseguire e operazioni didattiche attraverso le quali con il momento nel quale vengono l’apprendente può conseguire, anche proposte. tramite l’aiuto e la guida del docente e/o del manuale utilizzato, i diversi obiettivi didattici, In particolare, la scelta effettuata in sviluppando e acquisendo le diverse abilità questa proposta è di partire dalle diverse e competenze linguistico-comunicative. operazioni che vengono effettuate durante il percorso didattico e, senza vincolarsi 1 Un approfondimento su questo tema è presentato in Semplici S., “Tecniche didattiche nei manuali per l’insegnamento dell’Italiano L2”, in A. Lamarra, P. Diadori, G. Caruso, Scuola di formazione di italiano L2/LS: competenze d’uso e integrazione, VI e.d., Napoli 6-10 luglio 2015, Roma,Carocci (in stampa). 2 Cfr. Danesi (1988), Balboni (1991,1998, 2013), Diadori (2011).
Le tecniche didattiche per la fase di specialmente quando la distanza fra le due “introduzione” lingue e le due culture è notevole. La fase di introduzione corrisponde a Tra le tecniche utili per compiere tale quella che nel modello classico di unità o p e r a z i o n e p o s s i a m o i n d i v i d u a re i l didattica era la “motivazione” e che in brainstorming, tecnica basata sulla libera Vedovelli (2010) viene definita “contes- espressione da parte di tutti gli apprendenti i tualizzazione”. quali, partendo ognuno dalle proprie conoscenze pregresse sia di tipo linguistico Come abbiamo visto è questa la fase che che culturale, contribuiscono ad arricchire le precede l’incontro con il testo/con i testi, nel conoscenze di tutta la classe, interagendo corso della quale il docente, con l’aiuto dei sia fra di loro che con il docente. Il docente materiali dei quali ha scelto di avvalersi - ma può contribuire con domande mirate e anche l’autore di materiali didattici finalizzati specifiche, domande-elicitazione, volte cioè all’apprendimento guidato o autonomo - a tirar fuori, ovvero a elicitare, le conoscenze deve preparare gli studenti alla degli apprendenti: si ricorre quindi in questo comprensione fornendo indicazioni sul caso alla tecnica che prende il nome dalla contesto nel quale si inserisce il testo input, operazione della quale stiamo parlando. deve attivare motivazione e interesse, deve Un’ulteriore tecnica, utile a tale scopo e che creare una base comune dalla quale tutti gli può anche essere vista come un allievi, se più di uno, possano partire per proseguimento, una rappresentazione affrontare il percorso didattico previsto. grafica delle due tecniche precedenti, è la costellazione. Tutti gli elementi emersi Le operazioni che devono essere svolte possono infatti essere inseriti all’interno di in questa fase sono due: una rete semantica al fine di favorire la concettualizzazione e la sistematizzazione. • elicitazione: del lessico, degli impliciti culturali, degli aspetti pragmatici e Sempre al fine di elicitare le conoscenze funzionali; degli apprendenti si può ricorrere alla • presentazione: del testo, del contesto, domanda aperta oppure, stimolando in della situazione. questo caso gli studenti ad una maggiore interazione, alla conversazione e alla Elicitazione discussione, in gruppo o con tutta la classe. Questa operazione didattica si avvale Concludiamo questa prima rassegna con essenzialmente delle abilità di ricezione e una tecnica che, ricorrendo ad una produzione orale o dell’interazione orale e definizione mutuata dalla tecnologia 3 ab- vede come principale obiettivo la biamo scelto di chiamare pairing, in quanto competenza lessicale. È però senz’altro utile basata in maniera molto evidente sullo anticipare anche aspetti di carattere scambio fra pari ai fini della co-costruzione culturale, interculturale e socio-culturale, delle conoscenze. Come altre che 3 Si è preferito adottare il termine pairing, riferito al processo che consente il collegamento fra due dispositivi Bluetooth, anziché utilizzare la definizione “attività cooperativa” in quanto, a differenza delle tecniche cooperative vere e proprie che si basano tra l’altro sull’interdipendenza positiva e sulla condivisione di mezzi e strumenti, ci si limita qui ad un confronto alla pari fra allievi. Questo ci ha impedito anche di usare la definizione “tutoring”, che prevede infatti che uno dei due allievi guidi l’altro, ma anche di ricorrere a quella di “conversazione”, che non contempla lo scopo di confrontare lo svolgimento di un compito per verificarne la correttezza. - 13 -
troveremo in seguito, l’introduzione di manuale) oppure ricercato su un questa tecnica è legata all’evolversi delle vocabolario, anche tramite l’uso di internet. conoscenze e all’introduzione nella didattica delle lingue di indicazioni provenienti anche In alcuni dei manuali analizzati, infine, da altri ambiti di ricerca. In questo caso, viene proposta una semplice osservazione, oltre a venire incontro alla necessità di realizzata con l’aiuto di immagini: questa rendere gli apprendenti artefici, oltreché può essere eventualmente ampliata e consapevoli, del proprio apprendimento, si sfociare in una presentazione del contesto o evidenzia anche l’influenza di approcci di nell’elicitazione di conoscenze pregresse a tipo cooperativo. partire dalle immagini proposte. Presentazione Le tecniche didattiche per la fase di “svolgimento” Sebbene sotto certi aspetti simile all’elicitazione, con la quale condivide la Come anticipato, si tratta di una fase collocazione nella fase di introduzione, la molto complessa e di conseguenza ampia, presentazione si differenzia sia perché all’interno della quale sono davvero molte le basata su un processo di tipo operazioni didattiche che vengono messe in unidirezionale, in quanto il docente, spesso atto. Si va infatti dalla “guida alla tramite l’ausilio del manuale, si rivolge comprensione”, prima globale e poi all’apprendente senza che abbia luogo una analitica, all’analisi vera e propria per vera e propria interazione, sia perché, arrivare, dopo avere fissato le strutture, ad proprio per questo, prevede attività da un momento di riflessione. Sempre nella svolgere prevalentemente in maniera fase di svolgimento possiamo poi prevedere individuale. un riutilizzo, prima guidato e poi anche più libero e autonomo, delle strutture apprese. Le tecniche utilizzate per compiere tale operazione didattica sono in prevalenza Guida alla comprensione volte a introdurre alcuni tra i vocaboli che costituiranno poi oggetto di apprendimento, La prima operazione consiste in un guida come l’accoppiamento parola/immagine, alla comprensione del testo input: sempre più utilizzata specialmente con qualunque sia infatti il modello operativo studenti di livello basico e ancor di più in scelto, prima di passare all’analisi (o al presenza di bambini. lavoro sul testo, alla differenziazione dei temi e delle strutture...) occorre conoscere Un’altra tecnica, anche questa incentrata l’argomento trattato, la situazione, i s u l l a p re s e n t a z i o n e d e l l e s s i c o , è protagonisti ecc. Compito del docente, o l’esplorazione delle parole chiave, tecnica del manuale in caso di autoapprendimento, che ha lo scopo di presentare agli è quindi innanzi tutto quello di guidare apprendenti alcuni dei vocaboli che saranno l’apprendente nel processo di com- presenti nel testo da affrontare, nella prensione, senza lasciarlo “solo” di fronte al consapevolezza che senza la conoscenza di testo. queste “parole chiave” la comprensione sia impossibile o comunque molto difficoltosa. Il Le tecniche utili a tale scopo sono la significato di queste parole può essere domanda, aperta o a scelta multipla, il vero/ fornito direttamente dal docente (o dal falso, anche questa molto indicata ai fini della verifica della comprensione globale, o - 14 -
quella che abbiamo definito scelta binaria, in Proponiamo infine due tecniche, una quanto propone solo due opzioni tra le quali delle quali già incontrata, che sono diretta scegliere. Ai fini della comprensione conseguenza dell’evoluzione di teorie e possono risultare inoltre utili la metodi glottodidattici volti a favorire il transcodificazione e la griglia, oppure si può coinvolgimento degli apprendenti nel loro ricorrere ad una tecnica già incontrata, processo di acquisizione. Non solo quindi il l’accoppiamento parola/immagine, che in già noto pairing, adottato ad esempio come questo caso può non riguardare solo un integrazione alla stesura di appunti, ma vocabolo ma porzioni più ampie di testo, anche l’autoverifica che, in questo caso, scritto o orale, diventando quindi può essere utilizzata per la verifica della “accoppiamento lingua/immagine”. comprensione di testi precedentemente forniti oralmente. Come già la griglia, anche il riconosci- mento, tecnica molto usata proprio in fase Analisi/induzione della regola di analisi, può guidare anche ad una comprensione di tipo analitico, mentre il Già in parte anticipata nella compren- dettato-cloze, utile anche sia per scoprire sione4 , l’operazione eseguita in questo che per fissare l’ortografia e l’ortoepia può, momento del percorso didattico ha lo anche se incentrato su singole parole, scopo di guidare gli apprendenti alla aiutare a comprendere il contenuto del testo scoperta delle regole della lingua. presentato. Ritroviamo innanzi tutto la tecnica di Sia la procedura cloze, tecnica che grazie riconoscimento, molto utile per l’induzione alla eliminazione di parte del testo (nella di regole di tipo linguistico, funzionale o versione classica una parola ogni sette) culturale, spesso proposta richiedendo di serve a «misurare-sviluppare la capacità di sottolineare parti del testo letto, oppure di considerare un testo nella sua globalità, individuare durante un nuovo ascolto cogliendo ogni ridondanza contestuale e elementi del testo già precedentemente co-testuale ai fi n i della proposto. Ancora una volta può essere comprensione» (Balboni 1998: 138), sia utilizzato l’accoppiamento, anche fra testi l’incastro, di parole, parti di frase, paragrafi, appartenenti a codici diversi, spesso sono tecniche che ritroveremo in seguito incentrato sulle sviluppo della competenza come strumenti per fissare e verificare le lessicale e semantica ma riguardante competenze acquisite, ma che possono talvolta anche l’analisi di altre competenze, anche favorire la comprensione. quale ad esempio quella pragmatico- funzionale. Sempre ai fini della comprensione, ancora una volta analitica, può essere Tra le tecniche che più si prestano utilizzata una tecnica molto utile anche per all’induzione delle regole vi sono poi quelle lo sviluppo di una competenza di tipo insiemistico: l’inclusione, che oltre fondamentale per lo studio, ovvero la alla ricerca nel testo letto/ascoltato degli stesura di appunti, in questo caso elementi che rappresentano di volta in volta indubbiamente guidata. lo specifico oggetto di apprendimento – espressioni, parole, strutture ecc. – ne prevede poi l’inserimento in due o più 4 Come abbiamo visto, la comprensione, se analitica, introduce in alcuni casi una vera e propria analisi. - 15 -
insiemi omogenei; l’esclusione, che richiede accorgimento adottato è quello di invece l’individuazione dell’elemento evidenziare con diverso carattere o colore la estraneo all’interno di un insieme omo- parte di testo che riguarda la regola geneo; la sequenziazione e la seriazione, presentata. tramite le quali si propone di mettere in ordine una serie di elementi in base a Un caso a parte è infine quella che parametri temporali o quantitativi/qualitativi. abbiamo definito lettura “mirata”, che consiste in una descrizione esplicita della Può inoltre essere utile anche in questo regola, effettuata tramite un linguaggio caso la domanda-elicitazione, realizzata tecnico-specialistico afferibile all’ambito tramite domande che stimolano l’allievo a metalinguistico. scoprire le regole, o può ancora una volta essere utilizzata la griglia, già incontrata Fissazione come guida alla comprensione e, come vedremo, usata anche in altri momenti del Anche in un percorso induttivo, basato percorso didattico, così come può essere sulla riflessione della lingua, è necessario ancora una volta utilizzata la scelta binaria. che i meccanismi – linguistici, comunicativi, Compare inoltre il completamento schema, culturali ecc. – che regolano il funzio- talvolta confuso con la griglia, ma diverso da namento della lingua vengano fissati nella q u e s t a i n q u a n t o n o n p re v e d e u n memoria. Sebbene quindi attività ed esercizi abbinamento incrociato degli elementi di questo tipo non debbano essere esclusi a presentati nei due assi, quello delle ascisse priori, occorre tenere presenti la loro (orizzontale) e quello delle ordinate funzione e il loro obiettivo – aiutare a (verticale). memorizzare strutture e meccanismi scoperti in maniera autonoma dall’ap- In entrambi i casi il completamento di uno prendente – e sapere in quale momento schema, sotto forma di griglia o di semplice devono essere utilizzati, ovvero solo dopo tabella, aiuta lo studente a scoprire la regola l’individuazione della regola. di volta in volta presente, ma anche a sistematizzarla, sfociando quindi nella In questa proposta si è scelto di scindere riflessione sulle regole. le operazioni che l’unità didattica classica colloca nella fase di sintesi, presentando Presentazione della regola prima le tecniche utili per fissare le regole e successivamente quelle che invece ne In alcuni casi i docenti, così come anche prevedono un riutilizzo, più o meno libero da alcuni manuali di recente pubblicazione, parte degli apprendenti. possono scegliere di non effettuare un vero e proprio percorso induttivo e di presentare La tecnica che con maggiore frequenza la regola in maniera diretta, anche se viene usata per fissare le regole, in contestualizzata e guidata tramite accor- particolare quelle incentrate su aspetti della gimenti di diverso tipo. morfosintassi italiana, è senza dubbio la manipolazione: trasformazione di tempi e Abbiamo scelto di suddividere in due tipi modi verbali, di frasi dalla forma attiva alla le tecniche relative a tale operazione forma passiva, di sostantivi dal singolare al didattica individuate nei manuali analizzati: plurale, formazione di parole ecc. osservazione, se la regola è presentata con l’aiuto di immagini, evidenziazione se l’unico - 16 -
Molto utilizzata e poi la tecnica del enigmistico, prevalentemente incentrate riempimento spazi vuoti, che consiste nella sulla competenza lessicale. presentazione di un testo in cui mancano alcune parole. A differenza del cloze questa Anche la procedura cloze, già proposta tecnica, che come il cloze può anche essere come guida alla comprensione, può essere facilitata, richiede che le parole da eliminare, utile per rafforzare tramite un riutilizzo quasi sempre appartenenti a un’unica guidato la competenza testuale: basandosi categoria - ad esempio avverbi o in maniera particolare sul cotesto, ovvero su preposizioni - siano scelte dall’autore. ciò che precede e che segue lo spazio vuoto, l’apprendente deve anche definire Sebbene in un primo momento rifiutati quale sia la categoria alla quale appartiene per la loro stretta connessione con la parola da inserire - un articolo, un nome, metodologie ritenute superate alla luce delle un verbo ecc. - e mettere quindi in gioco nuove teorie cognitiviste, anche gli esercizi specifiche strategie cognitive. strutturali, conosciuti come pattern drills, possono essere molto utili per fissare Oltre alle tecniche insiemistiche – inclu- strutture relative a diversi tipi di com- sione, esclusione, seriazione e sequen- petenze, non solo morfosintattica o les- ziazione – già proposte per l’analisi e utili sicale, ma anche pragmatico-funzionale. anche in questo caso, l’apprendimento delle strutture della lingua può poi essere fissato La tecnica di ripetizione, anche questa con l’incastro, tecnica che ancora una volta molto utile per fissare le strutture, risulta richiede di mettere in atto strategie di tipo usata prevalentemente per rafforzare le cognitivo più sofisticate di quanto non competenza fonetica e paralinguistica: nei possano fare gli esercizi proposti per la livelli iniziali i suoni dell’alfabeto, in quelli più fissazione. La tecnica di incastro può avanzati anche a fenomeni particolarmente riguardare diverse competenze linguistiche, s o fi s t i c a t i , q u a l i a d e s e m p i o i l da quella ortografica a quella testuale, raddoppiamento fono-sintattico. arrivando anche a competenze più specificatamente comunicative come quella Riutilizzo guidato pragmatico-funzionale, a seconda degli elementi da riordinare: incastro di lettere, Se le tecniche di fissazione hanno per lo incentrato essenzialmente sull’ortografia e più carattere ripetitivo e possono essere sul lessico; incastro di parole, per rafforzare svolte in maniera quasi automatica, senza la competenza sintattica; incastro di richiedere creatività né particolare riflessione spezzoni di frase, variante incentrata in di tipo cognitivo da parte dell’apprendente, questo caso sulla competenza sintattica e quelle descritte in questa sezione, per la sulla testualità, in quanto richiede anche il quale abbiamo scelto la definizione di rispetto dei criteri di coerenza e coesione; “riutilizzo guidato”, sono invece più libere e incastro di paragrafo, utile per guidare p re s u m o n o p e r t a n t o u n a m a g g i o re l’apprendente a riutilizzare essenzialmente le autonomia per la loro esecuzione. competenze acquisite in relazione alla competenza testuale. Tra le tecniche che possono consentire tale operazione didattica possiamo ricordare Riflessione il cruciverba, definizione all’interno della quale comprendiamo tutte le attività di tipo Dalla presentazione delle regole del metodo grammaticale-traduttivo si passa - 17 -
con l’approccio comunicativo a percorsi di l’acquisizione delle abilità e delle tipo induttivo che, tramite la scoperta, competenze necessarie per interagire nei portano alla riflessione e alla sistema- vari domini della vita sociale potrà più tizzazione delle regole sulla lingua e sull’uso adeguatamente basarsi su un diverso tipo di della lingua. tecniche, tali da consentire appunto un riutilizzo produttivo. Nei manuali analizzati questa operazione viene realizzata anche con tecniche già viste L’abilità di produzione scritta richiede il per “presentare” la regola. La differenza è in possesso di conoscenze e competenze che questo caso data esclusivamente dalla non riguardano soltanto l’ambito linguistico- posizione nella quale la tecnica si colloca: si comunicativo: dalle capacità cognitive alle tratta di una “presentazione” se l’attività è conoscenze generali o enciclopediche, dalla posta all’inizio del percorso didattico, di competenza pragmatico-funzionale, a quella una “riflessione” se lo conclude. A tale testuale, morfosintattica, lessicale e scopo possono quindi essere ancora una o r t o g r a fi c a . P e r p o t e r n e v e r i fi c a r e volta utilizzate il completamento schema, l’acquisizione ci si potrà avvalere della l’evidenziazione, la griglia. tecnica di stesura testo scritto che, come proposto dalle più recenti teorie In alcuni casi troviamo anche un’ulteriore, glottodidattiche, non può consistere in specifica, tecnica che abbiamo definito quella che era un tempo la composizione a analisi / riflessione metalinguistica in quanto carattere generale. Anche i manuali lo scopo che sembra si intenda conseguire propongono infatti attività che richiedono la è proprio quello di invitare l’apprendente a produzione di testi mirati a specifici riflettere sul funzionamento della lingua. destinatari o ascrivibili ad un particolare tipo o genere e sempre comunque corredati da Riutilizzo “produttivo” coordinate che guidino l’apprendente a produrre un testo coerente, coeso ma anche adeguato al dominio d’uso e alla Una didattica comunicativa efficiente e specifica situazione comunicativa. La valida dovrebbe avere come obiettivo stesura del testo può essere sia libera che primario quello di rendere gli apprendenti guidata: in questo secondo caso si può autonomi, in grado cioè di riutilizzare in ricorrere sia ad una traccia scritta che a maniera libera e produttiva quanto appreso immagini. durante il percorso didattico. Se la stesura di testi scritti consente di Questo obiettivo può essere a nostro mettere in gioco conoscenze e competenze avviso raggiunto tramite l’operazione necessarie ai fini della produzione scritta, è didattica che abbiamo scelto di definire tramite il monologo che può essere invece “riutilizzo produttivo”, operazione che può sviluppata l’abilità di produzione orale. essere anticipata nella fase di svolgimento o Anche in questo caso è necessario fornire di sintesi, ma che può essere poi ripresa in coordinate che guidino gli apprendenti nella fase di conclusione, controllo o, come è loro performance, indicando l’argomento da ancora più evidente, output comunicativo. trattare, i destinatari, lo scopo ecc. o guidandoli ancora una volta con una traccia Se per la verifica delle strutture scritta o iconica. morfosintattiche, del lessico, dell’ortografia o della pronuncia possono essere adeguate le tecniche proposte per la fissazione, - 18 -
Oltre alle abilità di tipo produttivo – re c u p e ro d i i n d i c a z i o n i d i m a t r i c e produzione orale e produzione scritta – in costruttivista e cooperativa, prevedono alla questa fase è utile che gli apprendenti fine del percorso l’inserimento di quelle che dimostrino anche di essere in possesso abbiamo scelto di definire “attività per delle strategie e delle competenze sia compiti”. Pur non essendo infatti linguistiche che pragmatico-funzionali riconducibili a tecniche cooperative in senso necessarie per gestire le abilità di stretto, né potendo essere considerate veri interazione orale. e propri project work, queste attività recuperano alcune caratteristiche e alcune La tecnica che con maggiore frequenza procedure operative rintracciabili in queste viene utilizzata a tale scopo è probabilmente due tipologie di tecniche. Si tratta infatti di il role-play, ovvero la tecnica che, fornendo attività che prevedono l’alternanza di diverse alcune fondamentali coordinate sulla modalità di lavoro (individuale, a coppia o in situazione comunicativa nella quale si dovrà gruppo, con l’intera classe), che richiedono svolgere l’interazione – luogo, partecipanti, di svolgere più di un compito (leggere, scopo della comunicazione ecc. – spinge gli prendere appunti, scrivere, riferire ecc.) e apprendenti a eseguire il compito con un che spesso oltre a richiedere quindi il ricorso certo margine di libertà e di creatività. a molteplici abilità, mirano anche a sviluppare più di una competenza, sia sul In alcuni casi però il lavoro di coppia può piano orale che scritto e sia a livello non prefigurarsi come un vero e proprio linguistico che comunicativo: dalla role-play, in quanto non vengono date competenza lessicale a quella istruzioni alle quali gli interlocutori devono morfosintattica e testuale, dalla competenza attenersi ma viene solo indicato un pragmatico-funzionale, a quella socio- argomento del quale parlare. Talvolta la culturale o culturale a quella intercultrale. conversazione può essere libera, in altri casi conversazione guidata, ad esempio tramite La rassegna delle tecniche alle quali può traccia iconica. essere utile ricorrere per stimolare gli apprendenti a riutilizzare le competenze La discussione, di gruppo o che apprese si conclude con la presentazione di coinvolga l’intera classe, è la tecnica che due tipologie che abbiamo scelto di con più frequenza viene adottata non solo differenziare pur essendo tra loro simili: in dai manuali, ma anche dagli stessi docenti, entrambi i casi prevale infatti l’aspetto ludico non solo per favorire l’elicitazione, ma anche ed entrambe hanno quindi lo scopo di per sviluppare la capacità di produrre attenuare l’ansia e consentire di apprendere messaggi corretti e adeguati, di costruire scordandosi che si sta imparando. testi orali più o meno complessi, di gestire turni di discorso, ma anche di saper Il primo tipo di tecniche qui presentato è controbattere, argomentare, esporre le quello che abbiamo scelto di definire gioco proprie idee. Talvolta questo tipo di attività, su schema. Si tratta di attività nelle quali che come la conversazione può anche viene richiesto agli apprendenti di svolgere essere stimolata da immagini, ha come un gioco seguendo specifiche regole. In obiettivo quello di sviluppare, tramite il alcuni casi si tratta di un gioco “codificato”, confronto, la competenza interculturale. come ad esempio il gioco dell’oca, il bingo, la battaglia navale, in altri di un Con sempre maggiore frequenza i adeguamento di uno di questi giochi, in altri manuali, probabilmente influenzati dal ancora di un gioco inventato dall’autore. - 19 -
Nella definizione di tecnica ludica maniera autonoma di avere raggiunto o abbiamo scelto di raccogliere invece le meno gli obiettivi previsti. attività che, sempre ricorrendo al gioco e permettendo agli apprendenti di distogliere Sempre nella fase di conclusione si può l’attenzione dal compito didattico, prevedere anche l’utilizzo (all’interno o al di richiedono di utilizzare la lingua per una fuori dell’aula). Come suggerito infatti da comunicazione/interazione quanto più Vedovelli (2010) a proposito della definizione possibile autentica oltreché libera da ansie, di “output comunicativo”, la fase di ricorrendo spesso all’umorismo. conclusione può prevedere una espansione oltre il contesto scolastico, ovvero la Le tecniche didattiche per la fase di possibilità di riutilizzare quanto appreso in “conclusione” maniera libera, giocando «“senza rete”, senza la protezione del docente, senza il Ogni micro percorso operativo deve suo orientamento, senza il suo costante prevedere una fase conclusiva durante la aiuto, implicito o esplicito». (Vedovelli 2012: quale ci si accerta che gli apprendenti 145). abbiano acquisito tutti i contenuti – linguistici, pragmatico-funzionali, culturali – A queste si aggiungono poi le operazioni selezionati come oggetto di tale fase del di recupero e di rinforzo, utili per aiutare gli processo didattico. studenti a rinforzare competenze relative a singoli aspetti o sviluppare processi di In questa fase, definita qui “conclusione” comprensione profonda tramite attività di come indicato nell’UdL, si procede quindi recupero. alla verifica della competenze e conoscenze acquisite, ovvero a quello che l’UD definisce Verifica “controllo”. Oltre che sottoforma di vero e proprio controllo, tramite ad esempio un Oltre a quelle già individuate per il test formale, la verifica può essere realizzata riutilizzo produttivo, che può in questa fase anche chiedendo agli apprendenti di essere visto come “utilizzo fuori dalla svolgere compiti e attività nelle quali classe”, tra le tecniche utili per la verifica riutilizzare in maniera significativamente possiamo segnalare tecniche più rilevante le competenze acquisite: è questo d i re t t a m e n t e i n c e n t r a t e s u a s p e t t i forse il motivo della scelta di definire “output specificatamente linguistici, quali il lessico e comunicativo” la fase finale dell’unità la morfosintassi e quindi già proposte per la didattica/unità di lavoro proposta dal fissazione: manipolazione, riempimento Vedovelli (2010). spazi vuoti, accoppiamento, cloze, incastro ecc. Le operazioni didattiche che possiamo prevedere in questa fase sono quindi innanzi Autovalutazione tutto la verifica, effettuata dal docente allo scopo di valutare in maniera formale se gli Un’altra operazione che con sempre obiettivi didattici previsti sono stati maggiore frequenza ricorre nella didattica è conseguiti da tutta la classe e l’auto- l’autovalutazione. Questa può consistere in valutazione, tramite la quale lo stesso scopo una vera e propria autoverifica, oppure può può essere conseguito affidandone la essere realizzata ancora una volta con responsabilità direttamente all’appren- tecniche già analizzate, quali dente, al quale si richiede di verificare in accoppiamento, pairing, scelta multipla o, - 20 -
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