STUDIO SUI SERVIZI ALLA PERSONA DISABILE A ROMA - Luglio 2013 1 - Agenzia per ...
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Studio sui servizi alla persona disabile a Roma Luglio 2013 Il rapporto è stato realizzato da un gruppo di lavoro dell’Agenzia composto da: Laura Casasanta (curatore del rapporto di studio) Gabriele Ugolini (supervisione) Si ringrazia il personale del Dipartimento Promozione delle Politiche Sociali e della Salute e delle U.O. So- cio Educative Culturali Scolastiche dei Municipi, nonché il collaboratore dell’ex Sindaco alle Politiche per la disabilità sig. Michele Colangelo, che hanno collaborato con dati, informazioni e suggerimenti. 1
Sommario 1 Introduzione...........................................................................................................3 1.1 Obiettivi e caratteristiche dello studio............................................................................................. 3 1.2 La disabilità .................................................................................................................................... 3 1.3 Le persone disabili in Italia............................................................................................................. 4 1.4 La spesa per i disabili..................................................................................................................... 5 2 Il quadro normativo...............................................................................................8 2.1 La normativa nazionale .................................................................................................................. 8 2.2 La normativa regionale................................................................................................................. 15 2.3 La regolamentazione locale ......................................................................................................... 25 3 I servizi e le strutture socio-assistenziali per disabili nel Lazio......................28 4 Il sistema dei servizi alla persona disabile di Roma Capitale .........................30 4.1 Il sistema cittadino dei servizi sociali............................................................................................ 30 4.2 I servizi residenziali e semiresidenziali ........................................................................................ 32 4.3 L’assistenza domiciliare ............................................................................................................... 36 4.4 La mobilità individuale.................................................................................................................. 53 4.5 L’inserimento lavorativo ............................................................................................................... 55 4.6 I progetti speciali e culturali.......................................................................................................... 57 5 Considerazioni finali ...........................................................................................67 1
Abstract Lo “Studio sui servizi alla persona disabile a Roma” è la prima esperienza di approfondimento sistematico dell’offerta di servizi socio assistenziali rivolti ai cittadini diversamente abili nella capitale. Il presente studio ha voluto in primo luogo provare a chiarire quale sia attualmente la definizione di persona disabile maggiormente accreditata a livello internazionale e ricostruire il quadro normativo nazionale, regio- nale e locale sui servizi socio assistenziali riservati ai cittadini disabili. In secondo luogo è stato censito il quadro dell’offerta di servizi a Roma, soffermandosi con attenzione particolare su quei servizi che di recen- te sono stati interessati da provvedimenti dell’Amministrazione capitolina che hanno apportato importanti modifiche alle modalità di erogazione degli stessi: l’assistenza domiciliare e i servizi per la mobilità dei di- sabili. Attualmente la maggior parte dei servizi viene gestita dai singoli Municipi che provvedono all’ero- gazione di prestazioni ed interventi tramite affidamento alle ASL o a soggetti privati accreditati (general- mente appartenenti ai settori della cooperazione e del terzo settore) mentre alcuni servizi vengono gestiti a livello centrale, con il Dipartimento per la promozione dei servizi sociali e della salute che mantiene per lo più un ruolo di coordinamento e controllo dei servizi resi. Il quadro che emerge è quello di un’offerta sostanzialmente omogenea sia per i servizi gestiti dal Diparti- mento per la promozione dei servizi sociali e della salute, quali la mobilità, le case famiglia, l’inserimento lavorativo e specifici progetti speciali per l’integrazione culturale e sociale, sia per quelli gestiti dai diversi Municipi in base a linee guida definite a livello centrale, in primo luogo il servizio di assistenza domiciliare e l’assistenza ai minori diversamente abili nella scuola dell’obbligo, seppur con livelli di servizio (liste di atte- sa) e costi unitari per assistito molto disomogenei. L’offerta appare invece sensibilmente differenziata con riferimento ai singoli progetti attuati di propria inizia- tiva da ogni Municipio che, andando ad aggiungersi (talvolta sovrapponendosi) a quelli previsti a livello cen- trale, ampliano il numero di interventi a supporto dei cittadini disabili previsti nella capitale. 2
1 Introduzione 1.1 Obiettivi e caratteristiche dello studio Il presente studio ha preso avvio nel mese di mar- quello sociale hanno rappresentato i riferimenti zo 2013 con un’attività di reperimento di informa- prevalenti e hanno prodotto definizioni significati- zioni e ricognizione della normativa di riferimento a vamente diverse. Nel primo la disabilità era consi- livello nazionale, regionale e locale. Successiva- derata come una caratteristica della persona cau- mente sono state condotte interviste dirette al col- sata direttamente da una malattia, un trauma o al- laboratore del Sindaco per la disabilità e alla strut- tre condizioni definibili come menomazioni; la con- tura competente per la disabilità presso il Diparti- dizione di disabilità veniva quindi descritta come mento per la promozione delle politiche sociali e limitazione o perdita della capacità di compiere della salute (di seguito, Dip. PPSS); in queste oc- normalmente un’attività essenziale della vita quoti- casioni sono stati intervistati tutti i responsabili del- diana. Nel modello sociale invece, la disabilità ve- le diverse aree di intervento gestite a livello centra- niva interpretata come un problema di relazione le. Per avere disponibilità di dati numerici aggior- interpersonale e di integrazione con l’ambiente e la nati all’anno 2012, sono stati predisposti e quindi comunità. Negli ultimi dieci anni, sulla spinta di un somministrati due tipologie di questionari in forma- approccio integrato alla salute che tiene conto del- to elettronico. Il primo è stata compilato dai re- le variabili biologiche, psicologiche e sociali, la di- sponsabili del Dip. PPSS per i differenti ambiti di sabilità viene intesa come la conseguenza o il ri- intervento di competenza dell’Amministrazione sultato di una complessa relazione tra la condizio- centrale: case famiglie e centri diurni, mobilità, in- ne di salute di un individuo e i fattori personali e serimento lavorativo, e progetti speciali e culturali. fattori ambientali che determinano le circostanze in Un secondo questionario, organizzato in tre aree cui egli stesso vive. Ne consegue che ogni indivi- tematiche (centri diurni, assistenza domiciliare e duo, date le proprie condizioni di salute, può tro- progetti speciali) è stato inviato per la compilazione varsi in un ambiente con caratteristiche che pos- alle Unità Organizzative Socio-Educativa, Cultura- sono limitare o facilitare le proprie capacità funzio- le, Sportiva (di seguito, U.O. SECS) di tutti i 19 nali e di partecipazione sociale e quindi accrescere Municipi di Roma Capitale, precedentemente o meno la propria condizione di disabilità. Tale all’operazione di accorpamento con cui sono stati nuova concezione della condizione di disabilità ha ridefinite le delimitazioni riducendone il numero da trovato massimo riconoscimento nelle definizioni e 19 a 15, avvenuta con DAC 11/2013. Per quanto nelle risoluzioni adottate a livello internazionale riguarda i Municipi, solo cinque di essi hanno com- dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e pilato e risposto al questionario nei tempi indicati; dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel 1980, per gli altri è stata necessaria una ripetuta attività l’OMS pubblicò un primo documento dal titolo la di recall, conclusa solo alla fine di giugno 2013, “Classificazione Internazionale delle menomazioni, che ha inevitabilmente prolungato i tempi di com- delle disabilità e degli handicap (ICIDH)”. In tale pletamento dello studio. Alla data di chiusura del pubblicazione veniva fatta una distinzione fra me- presente studio (18 luglio 2013), i dati relativi al nomazione, disabilità ed handicap: mentre la me- Municipio ex VII (ora parte del Municipio V), ex XIII nomazione doveva intendersi a carattere perma- (ora Municipio X) e, parzialmente, ex IV (ora Muni- nente, la disabilità dipendeva dall’attività che cipio III) non sono ancora stati trasmessi. l’individuo si trovava a compiere e l’handicap indi- cava invece lo svantaggio che l’individuo disabile 1.2 La disabilità ha nei confronti dei soggetti normodotati. Da que- sta distinzione derivava che un’unica menomazio- La nozione di soggetto che vive in condizioni di di- ne può dar luogo a differenti disabilità e può com- sabilità è ancora oggi problematica e priva di una portare più di un handicap. La presenza di limiti definizione unitaria, tanto che i numerosi atti nor- concettuali nella classificazione ICIDH hanno por- mativi e regolamentari utilizzano espressioni diffe- tato l’OMS ad elaborare nel 1999 un ulteriore renti a seconda dello scopo e dell’oggetto stesso strumento l’ICIDH-2 e nel 2001 la “Classificazione dell’atto. internazionale del funzionamento, della disabilità e Per molto tempo, nel tentativo di definire la com- della salute” (ICF) ufficialmente approvato nel plessità del termine disabilità, il modello medico e 2001 da 191 Stati membri dell’OMS e che costitui- sce, ad oggi, il frame work di riferimento concettua- 3
le nel campo della disabilità. Di fatto, la classifica- 1.3 Le persone disabili in Italia zione internazionale del funzionamento, della di- Nel tentativo di offrire alcuni dati numerici in grado sabilità, della salute, pubblicata dall’OMS nel 2001 di tracciare le dimensioni della popolazione disabi- nella versione per adulti (ICF) e nel 2007 nella ver- le in Italia, è opportuno precisare che non esisten- sione per bambini e adolescenti (ICF-CY), defini- do una definizione universale di disabilità, la di- sce la disabilità come “la conseguenza o il risultato mensione cambia a seconda della finalità della ri- di una complessa relazione tra la condizione di sa- levazione statistica e di chi la effettua, senza voler lute di un individuo e i fattori personali, e i fattori considerare che è comunque molto più difficile ri- ambientali che rappresentano le circostanze in cui levare le disabilità mentali rispetto a quelle fisiche. vive l’individuo”. Tale definizione chiarisce che la Oltre alle difficoltà appena accennate, bisogna disabilità non è definita solo dalla diagnosi, ma considerare che gli strumenti di rilevazione della dall’interazione di una condizione di salute con dei disabilità utilizzati dall’Istat (in primo luogo fattori contestuali che, a seconda della presenza di l’indagine sui presidi residenziali socio- agevolazioni o ostacoli, possono determinare un assistenziali) non permettono di rilevare puntual- livello di disabilità molto diverso. mente informazioni sui disabili in famiglia e sui Qualche anno più tardi (nel 2006), la Convenzione bambini prima dei 6 anni di età (anche conside- ONU inserisce chiaramente il tema della disabilità rando i dati relativi al numero di certificazioni sco- nel contesto dei diritti umani, e attribuisce alla pre- lastiche, rimangono esclusi bambini in età presco- senza di un danno del corpo/mente il valore di pre- lare dato che non vi è obbligo di iscrizione alla condizione, mentre si concentra sulle conseguen- scuola materna). ze nella vita quotidiana che le persone con il cor- In base alle stime fornite dall’Istat, nel sito dedicato po/mente “danneggiato” vivono in ragione della “Disabilità in cifre”, nel 2005 le persone in condi- presenza di come “barriere di diversa natura pos- zione di disabilità assistite in famiglia erano circa sono ostacolare la loro piena ed effettiva parteci- 2,6 milioni (pari al 4,8 per cento della popolazione), pazione nella società su base di uguaglianza con cui si aggiungevano 200.000 disabili minori di 6 gli altri”. In questa prospettiva, la Convenzione si anni, mentre erano 192.000 i disabili o gli anziani propone di proteggere e garantire il pieno ed ugua- non autosufficienti ospiti nei presidi residenziali so- le godimento di tutti i diritti umani e di tutte le liber- cio-assistenziali. tà fondamentali da parte delle persone con disabili- tà, sottolineando la necessità di interventi per la Secondo studi più recenti, la Fondazione Cesare rimozione di barriere, ostacoli e discriminazioni che Serono e il Censis (che nel 2012 hanno realizzato impediscono la piena partecipazione e inclusione il quarto rapporto di ricerca su “I bisogni ignorati dei disabili, al pari di tutti gli altri cittadini, ledendo- delle persone con disabilità – offerta di cura e di ne al dunque i diritti. assistenza”) hanno stimato che, nel 2010, in Italia le persone disabili erano circa 4,1 milioni, una quo- L’Italia ha recepito e ratificato sia la ICF sviluppata ta pari al 6,7% sul totale della popolazione. dall’OMS, sia, nel 2009, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; nello specifico, Applicando a questo dato il tasso di crescita della con la L. 18/2009 il Parlamento italiano ha autoriz- popolazione disabile previsto dall’Istat, la Fonda- zato la ratifica della Convenzione ONU sui diritti zione Cesare Serono e il Censis prevedono che delle persone con disabilità e del relativo protocollo nel 2020 le persone disabili arrivino a 4,8 milioni opzionale e, contestualmente, la legge di ratifica (7,9% della popolazione), e che il numero raggiun- della Convenzione (art. 3, c. 1) ha istituito l’Osser- ga i 6,7 milioni nel 2040 (10,7%). vatorio nazionale sulla condizione delle persone Per citare rilevazioni più recenti, può essere inte- con disabilità “allo scopo di promuovere la piena integrazione delle persone con disabilità, in attua- ressante riferirsi all’indagine Istat sulla “Inclusione zione dei principi sanciti dalla Convenzione […] sociale delle persone con limitazioni dell’autonomia personale” del dicembre 2012. Lo nonché dei principi indicati nella legge 5 febbraio 1992, n. 104”. A marzo 2013, l’Osservatorio ha studio rileva che nel 2011 circa 4 milioni di persone approvato il primo Programma d’azione biennale nella fascia 11-87 anni riferiscono difficoltà nelle funzioni motorie, sensoriali o nelle attività essen- per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità in attuazione della legisla- ziali della vita quotidiana. La maggior parte di esse zione nazionale e internazionale, ai sensi riferisce di avere limitazioni gravi (52,7%), ovvero il dell’art. 3, c. 5, lett. b) della L. 18/2009. massimo grado di difficoltà in almeno una delle funzioni della mobilità e della locomozione legate agli atti necessari a determinare un autonomo svolgimento della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, 4
spogliarsi, mangiare, ecc) o della comunicazione del numero esatto di disabili presenti in Italia, si (vedere, sentire, parlare). potranno però certamente avere delle utili indica- zioni in tal senso. Oltre alle statistiche Istat, un’altra utile fonte di dati per stimare il numero di disabili in Italia potrebbe 1.4 La spesa per i disabili essere costituita dalla certificazione dell’handicap come previsto dall’art. 4 della L. 104/92. Presso A livello europeo, l’Eurostat, ufficio statistico ogni ASL sono infatti istituite apposite commissioni dell’Unione europea, ha reso noti nel 2013 gli ulti- che rilasciano varie tipologie di certificazione fina- mi dati armonizzati sulla spesa pubblica per la pro- lizzate all’accertamento dell’invalidità e dello stato tezione sociale nei 27 paesi Ue. I dati, aggiornati al di handicap, alla certificazione dell’alunno in situa- 31 dicembre 2009, hanno analizzato otto tipi di zione di handicap, alla definizione degli interventi prestazioni sociali: malattia, invalidità, vecchiaia, assistenziali nei confronti dell’anziano non autosuf- pensioni per i superstiti, famiglia, disoccupazione, ficiente, alla certificazione di invalidità (determina- edilizia sociale e lotta all’esclusione sociale, met- zione delle capacità residue della persona con di- tendo in evidenza l’eterogeneità dei 27 paesi sabilità e delle sue potenzialità lavorative). Ad og- dell’Unione Europea nell’investimento nelle politi- gi, tuttavia, per tali certificazioni non sono stati an- che sociali. Svezia, Danimarca, Germania e Fran- cora adottati criteri di rilevazione né strumenti di cia investono nelle politiche sociali oltre il 30% del registrazione uniformi. PIL, mentre Bulgaria, Romania, Slovacchia e Let- tonia meno del 20%. Dalle analisi è emerso che In ogni caso, in tema di certificazioni, l’art. 20 del l’Italia è il paese che spende di più per gli anziani DL 78/2009 convertito, con modificazioni, nella (pensioni di vecchiaia e superstiti), ma tutte le altre L. 102/2009, ha assegnato all’INPS, già responsa- spese sociali (invalidità, famiglia, disoccupazione, bile per il pagamento delle prestazioni di invalidità edilizia sociale e lotta all’esclusione sociale) sono civile, anche le funzioni di accertamento e verifica più basse rispetto alla media dei paesi europei; in della presenza dei requisiti per il diritto alle presta- particolare tra i 27 paesi dell’Ue, l’Italia è al 22° zioni. In base ai dati contenuti nel Rapporto annua- posto per le spese in favore dei disabili. le 2011 dell’INPS, al 31 dicembre 2011 le presta- zioni agli invalidi civili risultavano essere in tutto In Tav. 1 vengono presentati i dati rilevati dall’Istat 2.733.970 (di cui il 69% costituito da indennità) per nella sua “Indagine sugli interventi e i servizi sociali una spesa complessiva di 16,7 miliardi di euro e dei comuni singoli o associati” riferita all’anno 2010 un importo medio mensile di 404 euro (3,8 miliardi e pubblicata a maggio 2013, a confronto con le si riferiscono a pensioni e assegni di invalidità civi- medesime voci di spesa fornite da Roma Capitale. le e 12,9 miliardi a indennità di accompagnamen- to). La spesa complessiva per i disabili (interventi e servizi, trasferimenti in denaro e strutture) da parte L’ultimo rapporto sullo stato delle Province del La- dei grandi comuni (popolazione superiore a zio, realizzato dall’Unione delle Province (UPI), ha 250.000 abitanti, compresa Roma) è stata di poco reso noti i dati disaggregati relativi al numero di superiore ai 288 milioni di euro, di cui più di 94 mi- pensioni di invalidità erogate nel 2012; per la Pro- lioni di euro spesi da Roma. I maggiori impegni di vincia di Roma, il numero complessivo è stato di spesa per i grandi Comuni hanno riguardato gli in- 74.344 a cui si possono aggiungere 200.282 inva- terventi e servizi, pari a oltre 168 milioni (60% del lidi civili. totale della spesa), di cui quasi 60 milioni per la so- la assistenza domiciliare. Anche per quanto ri- Infine sempre l’Istat, nel XV censimento delle po- guarda Roma Capitale, i maggiori impegni di spe- polazione italiana, ha inserito tra le domande del sa hanno riguardato gli interventi e servizi, pari a suo questionario (al paragrafo 8) la sezione relati- quasi 70 milioni di euro (74% del totale della spe- va a chi riscontra “difficoltà nella attività della vita sa), di cui circa 35 milioni per la sola assistenza quotidiana” nella quale ha chiesto di rispondere, domiciliare. precisando di tener conto di problemi temporanei, a quattro quesiti relativi alla difficoltà di vedere (an- Confrontando le rispettive voci di spesa sostenute che con l’uso di occhiali o lenti a contatto), sentire dai grandi Comuni (al netto di Roma) e la Capitale (anche con l’uso di apparecchi acustici), nel cam- stessa, si possono evidenziare le diverse politiche minare o nel salire/scendere le scale (non conside- di sostegno per i disabili sia in termini assoluti, sia rando l’eventuale uso di ausili per la mobilità o as- per quanto riguarda la spesa media annua per u- sistenza da parte di una persona), e nel ricordare o tente, oltre che possibili anomalie nella rilevazione nel concentrarsi. Non appena si renderanno di- e attribuzione dei costi alle diverse voci di spesa. sponibili le elaborazioni dei dati relative a tali do- mande, pur non potendo offrire un quadro preciso 5
Roma sembrerebbe sostenere costi unitari più ele- scolastico (7.169 euro contro i 18.547 euro dei re- vati rispetto a quelli delle altre grandi città per gli stanti Comuni). Notevolmente più bassi della me- interventi per integrazione sociale dei soggetti de- dia appaiono poi i costi di gestione delle strutture boli o a rischio (1.364 euro per utente rispetto ai residenziali di proprietà; in questa sezione rientra- 623 euro), per le attività ricreative, sociali e cultura- no gli utenti e le spese per le strutture residenziali li (959 euro rispetto a 279 euro), per il sostegno gestite direttamente dal comune o affidate in con- all’inserimento lavorativo (13.218 euro contro 816 venzione a soggetti esterni, ovvero le strutture re- euro, con un numero di utenti che hanno usufruito sidenziali e i centri estivi o invernali (rispettivamen- del servizio, solo 87, singolarmente basso), per te 3.968 euro contro i 23.531, e 720 euro contro assistenza domiciliare socio assistenziale (9.175 1.857). Va precisato che gli oneri derivanti euro rispetto a 4.021 dei restanti grandi Comuni), dall’integrazione o dal pagamento per intero delle per il trasporto sociale (4.142 euro di Roma contro rette per prestazioni residenziali o semiresidenziali i 2.301) e per contributi per i servizi alla persona in strutture di cui il comune non sia titolare, rientra- (12.179 euro rispetto a 3.915 euro). no invece nella sezione “contributi economici” (uni- tamente ai relativi utenti); i dati relativi alle strutture Di contro, Roma sembrerebbe spendere molto e al segretariato risentono probabilmente del fatto meno della media dei restanti grandi Comuni per il che tali servizi sono gestiti in integrazione con le servizio sociale professionale (42 euro ad utente ASL che contribuiscono, per quanto di loro compe- rispetto a 584 euro) e per il sostegno educativo- tenza, al relativo costo. 6
Tav. 1 La spesa per i cittadini disabili (2010, euro) Roma Capitale Grandi Comuni esclusa Roma Voci di spesa Spesa media Spesa media Spesa (€) Utenti Spesa (€) Utenti per utente per utente INTERVENTI E SERVIZI Servizio sociale professionale 250.000 6.000 42 8.826.325 15.113 584 Servizio di accoglienza disabili presso famiglie - - - 645.903 - - Totale attività di servizio sociale professionale 250.000 - - 9.472.228 - - Interventi per integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio 1.150.000 843 1.364 1.724.020 2.767 623 Attività ricreative, sociali, culturali 1.300.000 1.355 959 1.134.873 4.067 279 Altro - - - 500.872 - - Totale integrazione sociale 2.450.000 - - 3.359.765 - - Sostegno socio-educativo scolastico 24.800.000 3.255 7.619 11.573.068 624 18.547 Sostegno socio-educativo territoriale e/o domiciliare - - - 6.001.805 - - Sostegno all'inserimento lavorativo 1.150.000 87 13.218 1.916.036 2.348 816 Altro - - - 348.720 - - Totale interventi e servizi educativo-assistenziali e per l'inserimento lavorativo 25.950.000 - - 19.839.629 - - Assistenza domiciliare socio-assistenziale 34.700.000 3.782 9.175 7.379.348 1.835 4.021 Assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari - - - 2.802.235 - - Servizi di prossimità (buonvicinato) - - - - - - Telesoccorso e teleassistenza - - - 31.945 - - Voucher, assegno di cura, buono socio-sanitario - - - 12.839.243 - - Distribuzione pasti e/o lavanderia a domicilio - - - 91.000 - - Altro - - - 1.167.032 - - Totale assistenza domiciliare 34.700.000 - - 24.310.803 - - Mensa - - - 461.069 - - Trasporto sociale 6.400.000 1.545 4.142 40.936.647 17.790 2.301 Totale servizi di supporto 6.400.000 - - 41.397.716 - - Totale INTERVENTI E SERVIZI 69.750.000 - - 98.380.141 - - TRASFERIMENTI IN DENARO PER IL PAGAMENTO DI INTERVENTI E SERVIZI Buoni spesa o buoni pasto - - - - - - Contributi per servizi alla persona 9.000.000 739 12.179 4.917.662 1.256 3.915 Contributi economici per cure o prestazioni sanitarie 3.993.926 Retta per centri diurni 3.230.000 896 3.605 7.686.081 1.797 4.277 Retta per altre prestazioni semi-residenziali - - - - - - Retta per prestazioni residenziali 4.150.000 570 7.281 10.157.365 2.088 4.865 Contributi economici per servizio trasporto - - - 5.350.570 - - Contributi economici a titolo di prestito - - - - - - Contributi economici per alloggio - - - 21.202 - - Contributi economici per l'inserimento lavorativo - - - 1.108.280 - - - - - 2.939.324 - - Contributi economici ad integrazione del reddito familiare Contributi economici per l'accoglienza in famiglia dei disabili - - - 8.121.350 - - Contributi generici ad associazioni sociali - - - 1.097.430 - - Altro - - - 1.104.889 - - Totale TRASFERIMENTI IN DENARO PER IL PAGAMENTO DI INTERVENTI E SERVIZI 16.380.000 - - 46.498.079 - - STRUTTURE Centri diurni 4.850.000 723 6.708 16.330.475 2.497 6.540 Centri diurni estivi - - - 148.442 - - Ludoteche / laboratori 1.000.000 - - 760.000 - - Totale strutture a ciclo diurno o semi-residenziale 5.850.000 17.238.917 Strutture residenziali 1.500.000 378 3.968 28.967.066 1.231 23.531 Centri estivi o invernali 1.450.000 2.015 720 2.177.818 1.173 1.857 Totale strutture comunitarie e residenziali 2.950.000 - - 31.144.884 - - Totale STRUTTURE 8.800.000 - - 48.383.801 - - TOTALE GENERALE PER DISABILI 94.930.000 - - 193.262.021 - - Fonte: elaborazioni ASPL Roma Capitale su dati Istat e Dipartimento per la promozione dei servizi sociali e della salute, 2010. 7
2 Il quadro normativo In questo capitolo si intende offrire una ricostruzio- tuazione di svantaggio sociale che risulta dalla ne dei principali provvedimenti normativi e regola- combinazione tra menomazioni e contesto di rife- mentari che costituiscono il quadro di riferimento rimento della persona. Inoltre non necessariamen- per definire le aree di competenza istituzionale e le te uno stato di invalidità si accompagna allo stato tipologie di servizi erogati per l’assistenza ai citta- di handicap e viceversa; proprio per questo, la dini diversamente abili. Il capitolo è articolato in tre persona in stato di handicap ha diritto all’accesso a paragrafi corrispondenti ai diversi livelli di legisla- prestazioni di vario tipo ma non necessariamente zione nazionale, regionale e locale. ai benefici di tipo economico. In merito alla distin- zione tra handicap e invalidità, è interessante ri- 2.1 La normativa nazionale cordare che la giurisprudenza amministrativa ha precisato come la condizione soggettiva di perso- IL RICONOSCIMENTO DELLA CONDIZIONE DI DI- na con handicap, che determina l’applicabilità delle SABILITÀ disposizioni di favore previste dalla legge stessa, Nella legislazione italiana, la tutela assistenziale non si identifichi con lo stato invalidante che dà ti- del cittadino disabile si è avuta in primo luogo con tolo alla corresponsione delle prestazioni assisten- l’istituto dell’invalidità civile che, creato negli anni ziali e previdenziali, quali la pensione di invalidità e sessanta ed inizialmente orientato al collocamento l’indennità di accompagnamento, ma presupponga mirato al lavoro di soggetti impossibilitati a lavorare una situazione più complessa caratterizzata dalla per malattia (in attuazione dell’art. 38 della Costi- compresenza di patologie o altri fattori idonei a tuzione), si è nel tempo trasformato in un sistema menomare le condizioni di vita del soggetto (Con- attivato per l’erogazione di indennità di natura eco- siglio di Stato, Sez. IV, sentenza n. 185/1996; TAR nomica. Una puntuale definizione da parte della della Puglia, Lecce, sentenza n. 633 del 18 no- legge del termine “invalidità” risale invece agli anni vembre 1997). Rispetto a handicap e all’invalidità, ‘70, con la L. 118/19711. la disabilità è un deficit fisico o psichico che una persona può avere in seguito a cause diverse ed in Come già ricordato, in ambito normativo sono state epoche diverse della propria vita, e che può ag- scelte diverse locuzioni per individuare un soggetto gravarsi a causa dalle particolari condizioni diversamente abile, tuttavia, le definizioni di handi- dell’ambiente esterno alla persona (ad esempio, cap disabilità e invalidità civile non sono piena- per una persona che ha disabilità motorie, è un mente coincidenti: mentre l’invalidità civile può es- handicap l’abitare in una casa senza ascensore, sere definita in termini puramente medico-legali, per chi è affetto da daltonismo, è un handicap un poiché riconosce la minorazione in sé, senza tener semaforo che non consenta un’interpretazione dei conto del contesto sociale e riferendosi esclusiva- suoi colori, ecc.). mente alle caratteristiche e possibilità fisiche, intel- lettive e sensoriali della persona, la condizione di Oltre alle definizioni di invalidità, handicap e disabi- handicap assume un significato più ampio, avvici- lità, nel corso degli ultimi quindici anni, soprattutto nandosi ad una concezione più propriamente me- a livello regionale ed in particolare dopo dico-sociale. L’handicap rappresenta infatti la si- l’approvazione della L. 328/2000 (di cui si tratterà in seguito), ha trovato progressivo spazio di svi- luppo normativo il concetto di non-autosufficienza. 1 La valutazione della non-autosufficienza viene in- Secondo il citato testo normativo, l’invalidità si riscontra lad- fatti usata per concedere benefici economici a dove vi è una riduzione della capacità lavorativa e si considera- no mutilati e invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni o in- compensazione delle spese per l’assistenza per- fermità fisiche e/o psichiche e sensoriali che “comportano un sonale, per l’accesso all’assistenza domiciliare, per danno funzionale permanente e che abbiano subito una ridu- il rimborso parziale o totale del ricovero in strutture zione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un residenziali differenziate a seconda delle necessità terzo, o se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età”; nella nozione di assistenziali degli ospiti. invalido civile devono essere poi inseriti anche gli ultrasessan- tacinquenni, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i com- La certificazione di handicap (che solitamente at- piti e le funzioni proprie della loro età, mentre sono esclusi gli testa la presenza di disabilità e non auto- invalidi per cause di guerra, di lavoro, di servizio, i ciechi e i sufficienza) è del tutto indipendente da quella di sordomuti, per i quali provvedono altre leggi. invalidità civile, ma le modalità di presentazione della domanda e di accertamento sono analoghe. 8
In pratica, una persona può richiedere sia di proporzionalità diretta tra benefici e entità della l’accertamento dell’handicap che dell’invalidità civi- minorazione2. le, cecità o sordomutismo e, analogamente, gli in- Riprendendo le numerose indicazioni che erano validi di guerra, del lavoro o per servizio possono già maturate nella produzione normativa preceden- richiedere l’accertamento dell’handicap ai sensi te, la L. 104/1992 descrive una serie di interventi, della L. 104/1992. Tuttavia, nel riconoscimento del- sia di tipo sanitario, sociale o erogati sotto forma di lo stato di handicap viene presa in considerazione contributi e agevolazioni economiche, esclusiva- la difficoltà d’inserimento sociale dovuta alla pato- mente rivolti ai cittadini in stato di handicap. logia o menomazione riscontrata, mentre la valuta- zione dell’invalidità civile si basa sulla riduzione Sul piano sanitario, la L. 104/1992 demanda al della capacità lavorativa, con la conseguente attri- SSN la realizzazione degli interventi di prevenzio- buzione di una percentuale di riduzione che deve ne, cura e riabilitazione, mentre al raggiungimento basarsi anche sull’importanza che riveste, in attivi- dell’obiettivo riguardante l’integrazione sociale so- tà lavorative, l’organo o l’apparato sede del danno no invece riconducibili (più nello specifico) le diver- anatomico o funzionale. (si veda art. 1, c. 4, lettera se previsioni intese ad assicurare il diritto c) del D.Lgs. 509/1988). all’educazione e all’istruzione (art. 12 e ss.), alla formazione professionale (art. 17), all’inserimento Si ricorda inoltre che la L. 102/2009, all’articolo 20, lavorativo (artt. 18 e ss. e 33), alle attività sportive, ha fissato nuovi criteri e competenze nei procedi- turistiche e ricreative (art. 23), e, più in generale, menti di accertamento delle minorazioni civili, attri- alla mobilità (art. 24 e ss.). All’esercizio del diritto buendo all’INPS un ruolo di rilievo in materia di va- di voto è poi dedicato l’art. 29, vengono contempla- lutazione dell’invalidità civile, cecità civile, sordità ti aggravamenti di pena nell’ipotesi di reati nei quali civile, handicap e disabilità, e di gestione delle l’offeso sia una persona handicappata (art. 36), procedure amministrative e giurisdizionali in tale mentre a specifici decreti è demandata la regola- ambito. Dal primo gennaio 2010 la domanda di ac- mentazione delle modalità di tutela della persona certamento di invalidità, handicap e disabilità si handicappata all’interno dei locali di sicurezza, nei presenta infatti all’INPS e non più alle ASL; le do- luoghi di custodia preventiva e di espiazione della mande di invalidità civile devono essere inoltrate pena (art. 37). Nel testo originale della legge erano all’INPS per via telematica, direttamente o tramite i poi presenti alcune previsioni agevolative in mate- patronati e le associazioni di categoria (queste di- ria fiscale (ex art. 32, ora art. 10, lett. b) del DPR sposizioni normative sono state rese operative da 917/1986 (TUIR). INPS e disciplinate dalla Circolare 28 dicembre 2009, n. 131). Per quanto riguarda l’organizzazione e l’erogazio- ne dei servizi, l’art. 8 della L. 104/1992 chiede che Ad oggi, la riforma del sistema di valutazio- l’inserimento e l’integrazione sociale si realizzino ne/accertamento della condizione di disabilità e il mediante “…interventi di carattere socio-psico- sistema dell’accesso alle politiche, interventi, ser- pedagogico, di assistenza sociale e sanitaria a vizi e prestazioni è inserita tra gli obiettivi del primo domicilio, di aiuto domestico e di tipo economico ai Programma d’Azione approvato dall’Osservatorio sensi della normativa vigente, a sostegno della per la disabilità. persona handicappata e del nucleo familiare in cui LA LEGGE 104/1992 è inserita”. Per quanto riguarda l’handicap, la L. 104/1992 ha Nello specifico, la cura e la riabilitazione della per- offerto una prima sistematizzazione della normati- sona handicappata devono quindi basarsi su pro- va in materia di handicap identificando, all’art. 3, c. grammi che prevedano prestazioni sanitarie e so- 1, la persona “handicappata” in “colui che presenta ciali integrate tra loro, che valorizzino le abilità di una minorazione fisica, psichica o sensoriale, sta- ogni persona handicappata e agiscano sulla globa- bilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di lità della situazione di handicap, coinvolgendo la apprendimento, di relazione o di integrazione lavo- rativa tale da determinare un processo di svantag- 2 gio sociale o di emarginazione”. Lo status di per- L’art. 3, c. 2 della L. 104/1992, stabilisce, infatti, che “la per- sona con handicap costituisce il presupposto a cui sona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo fa- la normativa subordina il diritto della persona inte- vore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazio- ne, alla capacità complessiva individuale residua e all’efficacia ressata di usufruire di agevolazioni e di godere di delle terapie riabilitative”, mentre l’art. 3, c. 3, riconosce l’han- benefici e la legge stessa, nel definire le prestazio- dicap “grave” nel caso in cui “la minorazione, singola o plurima, ni cui hanno diritto i disabili, stabilisce un rapporto abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di rela- zione, la situazione assume connotazione di gravità”. 9
famiglia e la comunità; non è un caso che per favo- Dal punto di vista organizzativo, già la L. 833/1978 rire le possibilità di assistenza e cura ai figli con di istituzione del SSN è intervenuta su questo tema handicap grave in famiglia, ai genitori che lavorano affermando il principio dell’integrazione funzionale sono concesse specifiche agevolazioni: permessi degli interventi di base sanitari e sociali, da realiz- giornalieri e mensili, congedi retribuiti fino a due zarsi nelle Unità sanitarie locali (ora ASL). La suc- anni, possibilità di trasferirsi presso sedi di lavoro cessiva produzione normativa in materia di assi- più vicine al proprio domicilio. stenza socio-sanitaria ha mantenuto l’integrazione come obiettivo e definito l’organizzazione dei ser- Successivamente, con la L. 162/1998, sono stati vizi sul territorio (ASL e Distretti), le competenze stabiliti ulteriori interventi nel campo dell’assistenza gestionali dei vari livelli istituzionali (Regioni, Pro- e dell’integrazione sociale delle persone disabili vince, Comuni singoli e associati, ASL) e i compiti con handicap grave. Con questo provvedimento, di di programmazione delle Regioni contenuti nei modifica e integrazione alla L. 104/1992, è stata piani sanitari regionali. disposta la convocazione, ogni tre anni, di una Conferenza Nazionale quale momento di verifica Per chiarire meglio i confini delle due aree di inter- dello stato di attuazione degli interventi sulla disa- vento, il DPCM 8 agosto 1985 “Atto di indirizzo e bilità, e sono state apportate sostanziali modifiche coordinamento alle Regioni in materia di attività di alla L. 104/1992, con particolare riferimento alle rilievo sanitario connesse con quelle socio- misure di sostegno in favore di persone con handi- assistenziali, ai sensi dell’art. 5 della L. 833/1978” cap grave. A seguito delle modifiche apportate ha specificato quali fossero le attività socio- all’art 39 c. 2 della L. 104/1992 (con l’integrazione assistenziali di rilievo sanitario, le cui spese devo- delle lett. l-bis) e l-ter) le Regioni vengono incarica- no essere coperte del Fondo sanitario nazionale te di programmare interventi di sostegno alla per- (FSN). Per quanto riguarda i disabili, devo essere sona con handicap di particolare gravità e alla fa- finanziate dal FSN le prestazioni socio- miglia con prestazioni integrative rispetto a quelle assistenziali di rilievo sanitario dirette alla riabilita- previste dagli enti locali, e di disciplinare zione o alla rieducazione funzionale dei disabili. l’erogazione di assistenza indiretta ai disabili gravi Come già ricordato, non rientrano fra queste attivi- tramite rimborso parziale delle spese documentate tà quelle direttamente ed esclusivamente socio- di assistenza nell’ambito di programmi preventi- assistenziali, tra cui l’assistenza economica; vamente concordati. l’assistenza domestica; le comunità alloggio; le L’INTEGRAZIONE SOCIO – SANITARIA strutture diurne socio-formative; i corsi di formazio- ne professionale, gli interventi per l’inserimento e il Tradizionalmente gli interventi in favore dei disabili reinserimento lavorativo; i centri di aggregazione e si sono sempre mossi seguendo un duplice binario di incontro diurni; i soggiorni estivi; i ricoveri in istituzionale, nazionale da un lato e regiona- strutture protette extra ospedaliere sostitutivi, an- le/locale dall’altro e su un doppio binario organiz- che temporaneamente, dell’assistenza familiare. zativo: sociale e sanitario. Il risultato di tale svilup- po ha consentito la creazione di un’estesa gamma Sempre con l’obiettivo di chiarire gli ambiti di com- di strumenti e interventi volti a incidere su condi- petenza, più di recente, il D.Lgs. 229/1999 e il zioni soggettive, di salute e sociali differenti; DPCM 14 febbraio 2001 recante “Atto d’indirizzo e un’offerta così diversificata ha tuttavia determinato coordinamento sull’integrazione socio-sanitaria” una crescente complessità in termini organizzativi hanno provveduto a distinguere le diverse tipologie e di comunicazione con i cittadini, enfatizzando la di prestazioni socio-sanitarie atte a soddisfare, dicotomia tra sistema sanitario e socia- mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di le/assistenziale. Tale situazione ha poi generato, salute della persona che richiedono unitariamente come ricordato, una pluralità di forme di accerta- prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale. mento e valutazione della condizione dei cittadini Ai sensi del DPCM 14 febbraio 2001, le prestazioni diversamente abili (invalidità, situazione di handi- socio-sanitarie si distinguono in: cap, disabilità ai fini dell’inserimento lavorativo, in- - prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, eroga- capacità a svolgere i compiti e le funzioni proprie te contestualmente ad interventi sociali, finaliz- dell’età, non autosufficienza) che si riflettono in al- zate al contenimento di esiti degenerativi, a ca- trettante certificazioni e che danno diritto a presta- rico delle ASL; zioni differenti. Ancora oggi il miglioramento dell’integrazione tra interventi sanitari e assisten- - prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, finaliz- ziali rimane uno degli obiettivi prioritari sia a livello zate a sostenere la persona disabile o emargi- nazionale che regionale. nata la cui condizione potrebbe avere esiti ne- 10
gativi sulla salute, a carico del Comune o del gionali e nazionali. Di fatto, la riforma cittadino; dell’assistenza non ha proceduto di pari passo con la riforma della sanità e soltanto dalla fine del 2000 - prestazioni socio-sanitarie integrate per le aree è stata adottata la L. 328/2000 “Legge quadro per materno infantile, disabili, anziani e non auto- la realizzazione del sistema integrato di interventi e sufficienti, dipendenze, patologie psichiatriche servizi sociali” che, ancora oggi costituisce il riferi- e da HIV, pazienti terminali, a carico delle ASL mento normativo principale in base al quale si è e garantite nell'allegato 1 C del DPCM 29 no- articolato il sistema dei servizi alla persona. La vembre 2001, quindi rientranti nei livelli essen- L. 328/2000 riconosce alle persone e alle famiglie ziali di assistenza sanitaria (LEA). il diritto ad un sistema integrato di interventi e ser- Nell’allegato 1 C del DPCM 29 novembre 2001, di vizi sociali e mira a prevenire, eliminare o ridurre le determinazione dei livelli essenziali di assistenza, condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio indi- oltre ad essere richiamate le prestazioni sanitarie e viduale e familiare, derivanti da inadeguatezza di quelle sanitarie a rilevanza sociale, sono quindi e- reddito, difficoltà sociali e condizioni di non auto- lencate otto specifiche prestazioni3, la maggior par- nomia. Per quanto riguarda le persone disabili, la te delle quali da erogare nei confronti di cittadini legge riconosce ai soggetti in difficoltà psico-fisica, disabili o non autosufficienti, nelle quali la compo- non in grado di lavorare o sprovvisti dei mezzi ne- nente sanitaria e quella sociale non risultano ope- cessari per vivere, un accesso prioritario “ai servizi rativamente distinguibili e per le quali una percen- e alle prestazioni erogati dal sistema integrato di tuale di costo è attribuibile al SSN mentre la re- interventi e servizi sociali”. stante rimane a carico dell’utente o del Comune. In estrema sintesi, il sistema istituzionale degli in- LA LEGGE QUADRO 328/2000 terventi assistenziali delineati dalla L. 328/2000 è articolato in più livelli di governo (Stato, Regione e Fino al 2000, la componente socio-assistenziale Comuni), affida l’erogazione delle prestazioni ad degli interventi socio-sanitari non è stata regolata una molteplicità di soggetti pubblici e privati, ed da interventi normativi a livello nazionale e ha se- impone il coordinamento degli interventi assisten- guito percorsi differenziati a livello locale, sviluppati ziali tra politiche sanitarie e politiche sociali. Inoltre, sulla base di normative nazionali di tipo settoriale, all’art. 22 c. 2, indica gli interventi che costituisco- della legislazione regionale e dei piani sanitari re- no il livello essenziale delle prestazioni sociali ero- gabili sotto forma di beni e servizi, secondo quan- 3 Nello specifico le otto prestazioni sono: do stabilito tramite gli strumenti di programmazione 1. l’assistenza programmata a domicilio, per le prestazioni di nazionali e locali e nei limiti delle risorse disponibi- aiuto infermieristico e assistenza tutelare alla persona; li. Tra gli interventi previsti figurano: 2. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi riabilitativi a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali, per le a) misure di contrasto della povertà e di sostegno prestazioni diagnostiche, terapeutiche e socio-riabilitative in al reddito e servizi di accompagnamento, con par- regime semiresidenziale per disabili gravi; ticolare riferimento alle persone senza fissa dimo- 3. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi riabilitativi a favore di anziani, per le prestazioni terapeutiche, ra; di recupero e mantenimento funzionale delle abilità per non autosufficienti in regime semiresidenziale, ivi compresi inter- b) misure economiche per favorire la vita autono- venti di sollievo; ma e la permanenza a domicilio di persone total- 4. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi mente dipendenti o incapaci di compiere gli atti riabilitativi a favore di persone con problemi psichiatrici e/o propri della vita quotidiana; delle famiglie, per le prestazioni terapeutiche e socio- riabilitative in strutture a bassa intensità assistenziale; c) interventi di sostegno per i minori in situazioni di 5. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi riabilitativi a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali, per le disagio tramite il sostegno al nucleo familiare di o- prestazioni terapeutiche e socio-riabilitative in regime resi- rigine e l’inserimento presso famiglie, persone e denziale per disabili gravi; strutture comunitarie di accoglienza di tipo familia- 6. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi re e per la promozione dei diritti dell’infanzia e riabilitativi a favore di disabili fisici, psichici e sensoriali, per le prestazioni terapeutiche e socio-riabilitative in regime resi- dell’adolescenza; denziale per disabili privi del sostegno familiare; d) misure per il sostegno delle responsabilità fami- 7. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi riabilitativi a favore di anziani, per le prestazioni terapeutiche, liari, per favorire l’armonizzazione del tempo di la- di recupero e mantenimento funzionale delle abilità per non voro e di cura familiare; autosufficienti in regime residenziale, ivi compresi interventi di sollievo; e) misure di sostegno alle donne in difficoltà; 8. l’attività sanitaria e socio-sanitaria nell’ambito di programmi riabilitativi a favore di persone affette da Aids, per le presta- f) interventi per la piena integrazione delle persone zioni di cura e riabilitazione e trattamenti farmacologici nella disabili (art. 14, relativo ai progetti individuali) e re- fase di assistenza prolungata in regime residenziale. 11
alizzazione, per i soggetti con disabilità grave, dei Attualmente lo Stato rimane quindi competente per centri socio-riabilitativi e delle comunità-alloggio di la determinazione dei livelli essenziali delle presta- cui all’art. 10 della L. 104/1992, e dei servizi di co- zioni concernenti i diritti sociali, che devono essere munità e di accoglienza per quelli privi di sostegno emanati con modalità partecipative (art. 117, c. 2, familiare, nonché erogazione delle prestazioni di lett. m), Cost.) e per la definizione e la ripartizione sostituzione temporanea delle famiglie; di diversi fondi speciali, tra cui il Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) e quello per le non g) interventi per le persone anziane e disabili per autosufficienze (di cui si dirà in seguito), nonché favorire la permanenza a domicilio, per l’inseri- l’erogazione di pensioni e assegni sociali ed in- mento presso famiglie, persone e strutture comuni- dennità assistenziali varie per gli invalidi civili, sordi tarie di accoglienza di tipo familiare, nonché per e ciechi civili. l’accoglienza e la socializzazione presso strutture Il sistema voluto dalla L. 328/2000 affida invece residenziali e semiresidenziali per coloro che, in alle Regioni le funzioni di programmazione, coor- ragione dell’elevata fragilità personale o di limita- dinamento e indirizzo degli interventi sociali non- zione dell’autonomia, non siano assistibili a domici- ché di verifica della loro attuazione a livello territo- lio; riale. Sempre le Regioni disciplinano l’integrazione h) prestazioni integrate di tipo socio-educativo per degli interventi con particolare riferimento all’attivi- contrastare dipendenze da droghe, alcol e farmaci, tà sanitaria e socio-sanitaria ad elevata integrazio- favorendo interventi di natura preventiva, di recu- ne sanitaria (art. 8) e provvedono a ripartire i fi- pero e reinserimento sociale; nanziamenti statali agli enti locali. In particolare, spetta alle Regioni definire gli ambiti per la gestio- i) informazione e consulenza alle persone e alle ne ottimale dei servizi; favorire l’associazione tra i famiglie per favorire la fruizione dei servizi e per piccoli comuni; stabilire gli standard delle strutture promuovere iniziative di auto-aiuto. residenziali o semiresidenziali mentre le Province L’art. 22 c. 4 stabilisce inoltre che spetta alle leggi concorrono alla programmazione regionale, offro- regionali disciplinare l’erogazione di alcune presta- no supporto alla progettazione dei Comuni, pro- zioni quali: muovono la formazione di base e l’aggiornamento degli operatori. a) servizio sociale professionale e segretariato so- ciale per informazione e consulenza al singolo e ai Come già detto, spetta alle Regioni disciplinare, nuclei familiari; con proprie leggi, i principi, gli indirizzi, l’organiz- zazione e l’erogazione, tramite i Comuni, dei se- b) servizio di pronto intervento sociale per le situa- guenti beni e servizi sociali: zioni di emergenza personali e familiari; − servizio sociale professionale e segretariato c) assistenza domiciliare; sociale per informazione e consulenza al sin- d) strutture residenziali e semiresidenziali per sog- golo e ai nuclei familiari; getti con fragilità sociali; − servizio di pronto intervento sociale per le si- tuazioni di emergenza personali e familiari; e) centri di accoglienza residenziali o diurni a ca- − assistenza domiciliare; rattere comunitario. − strutture residenziali e semiresidenziali per L’impianto normativo originario della L. 328/2000 è soggetti con fragilità sociali; stato interessato dalla riforma del Titolo V della − centri di accoglienza residenziali o diurni a ca- Costituzione, adottata con Legge costituzionale rattere comunitario. 3/2001, che ha conferito alle Regioni competenza legislativa di tipo residuale (prima concorrente) nel- A livello locale, la pianificazione e la programma- la materia dei servizi sociali. Per adeguare zione dei servizi e degli interventi sociali devono l’ordinamento al nuovo assetto costituzionale, in essere stabilite tramite il Piano socio-assistenziale tema di livelli essenziali delle prestazioni sociali, regionale (PSR) e il Piano di zona (PdZ), l’art. 46, c. 3, della L. 289/2002 ha disciplinato ex quest’ultimo redatto secondo le indicazioni del novo la procedura per la loro approvazione, che PSR ed elaborato dai Comuni, anche associati, ora avviene con decreto interministeriale, rifor- d’intesa con le ASL (art. 19). mando la precedente regolamentazione prevista dalla L. 328/20004. sione di un piano statale nazionale e con l’indicazione da par- te dello Stato di principi ed obiettivi di politica sociale, nonché delle caratteristiche e dei requisiti delle prestazioni sociali 4 Data la natura della nuova competenza regionale, di tipo resi- comprese nei livelli essenziali (si veda sul punto la sentenza duale e non più concorrente, risultava inammissibile la previ- Cost. 296/2012). 12
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