Sostenibilità dei processi produttivi Anno acc. 2018/19 - 1 blocco tematico: lo scenario/i cambiamenti climatici - My LIUC
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Sostenibilità dei processi produttivi Anno acc. 2018/19 1° blocco tematico: lo scenario/i cambiamenti climatici Docente: Aurora Magni
Premessa 1. Perché un ingegnere gestionale deve occuparsi di sostenibilità? 2. In quali contesti professionali si troverà a misurarsi con questi argomenti? 3. Quali competenze gli saranno richieste?
1. Perché un ingegnere gestionale deve occuparsi di sostenibilità ambientale • Perché le aziende hanno bisogno di competenze che le aiutino a gestire i vincoli di legge, • perché la sostenibilità ambientale è un vantaggio competitivo per le imprese
Quali vantaggi? 1. riduzione costi imputabili alla correzione di comportamenti non-sostenibili (esempio: depurazione, gestione rifiuti…) 2. risparmio consumi (energia, acqua, materie prime, chimica…) 3. sviluppo nuovi prodotti/servizi, attribuzione valore ai prodotti e ai servizi proposti sul mercato 4. tutela/incremento reputazione /rapporto con gli stakeholders
2. In quali contesti professionali si troverà a misurarsi con questi argomenti? • Progettazione, sviluppo prodotti, ReS, • Marketing, • Gestione risorse, • Supporto alla gestione di aspetti specifici (impianti energetici, depurazione) Tecnologie Digitali Nuove • Controllo della supply chain e dei flussi produttivi • Logistica • Testing /controllo • Processi di certificazione/gestione evidenze documentali • Relazioni con gli stakeholders
Premesso che… .. la sostenibilità come obiettivo di un sistema produttivo necessita di definire il contesto e gli strumenti utili per realizzarla e misurarla quantitativamente. e che ‘non posso valutare e cambiare ciò che non misuro’….
3. Quali competenze? • Capacità di raccogliere e interpretare dati per definire la realtà in cui l’azienda opera (vincoli e opportunità) e di immaginarne lo sviluppo futuro • Conoscenza di materiali/processi • Metodologia della ricerca (innovazione -procedure-standard…) • Capacità di favorire il dialogo e la cooperazione tra aree/funzioni aziendali diverse e tra l’azienda, la sua fileira fornitori/clienti, gli ambiti della ricerca) • Gestione di progetti di ricerca • Gestione procedure /sistemi di certificazione • Applicazione di strumenti di valutazione e validazione • Comunicazione/reporting
Il programma (di massima) lezione argomenti 1 Scenario 2 Motivazioni /macro strategie, Teorie della sostenibilità La specificità italiana 3 4 Sostenibilità d’impresa /indicatori 5 6 Circular economy Esemplificazioni: materiali e processi industriali 7 8 Chimica Green 9 Il sistema delle certificazioni ambientali 10 Strumenti per misurare l’impronta ambientale 11 Sostenibilità sociale Nuovi modelli di business 12 Gestione rifiuti 13 Caso aziendale
Cos’è il ciclo del carbonio • Il carbonio costituisce buona parte della massa solida degli organismi vegetali ed animali. Combinato con l’ossigeno sottoforma di CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica) è un gas inerte, inodore ed incolore, uno dei minori ma cruciali costituenti dell’atmosfera terrestre. • Il ciclo del carbonio si verifica nella biosfera, lo strato più basso della atmosfera, è spesso circa 10 km, ed è l’unico strato dove c’è la vita. • Gli uomini e gli animali inalano ossigeno dall’aria ed emettono CO2. Le piante invece, tramite la fotosintesi, utilizzano l’anidride carbonica dell’aria e la luce del sole per produrre energia e, come scarto, l’ossigeno, che viene rimesso in atmosfera. • La fotosintesi clorofilliana è il processo di costruzione della materia vegetale che immagazzina l’energia del sole in legami chimici. Grazie all’energia del sole, la molecola dell’anidride carbonica (CO2) viene scissa, l’ossigeno va all’aria e il carbonio si lega all’idrogeno e all’ossigeno dell’acqua, accumulando in questo legame energia. • La CO2 viene anche scambiata tra gli oceani e l’aria grazie alla fotosintesi degli organismi marini che utilizzano la CO2 disciolta nell’acqua.
Effetto serra naturale • La superficie terrestre è circondata da atmosfera, idrosfera, litosfera e biosfera. Le interazioni di queste sfere con l’energia solare e con loro stesse producono cambiamenti climatici. • Prima di raggiungere la superficie terrestre, la radiazione solare passa attraverso nuvole ed atmosfera, le quali riflettono, diffrangono, assorbono e trasmettono diverse quantità di energia. La superficie terrestre riflette parte della radiazione solare incidente ed assorbe la rimanente. Non appena la superficie terrestre assorbe questa energia, si riscalda e trasmette l’energia indietro nello spazio. Molti gas presenti naturalmente nell’atmosfera assorbono questa energia e la riemmettono nuovamente verso la superficie terrestre. Di conseguenza, calore che verrebbe perso nello spazio è intrappolato vicino alla superficie.
Tesi ‘naturaliste’ Alterazioni climatiche hanno segnato la storia del nostro Pianeta • Il Carnico, 228-216 mil di anni fa, fu caratterizzato da periodi di piogge intense seguiti da siccità che cambiarono gli ecosistemi (riscaldamento globale e aumento della CO2) favorendo la diffusione dei dinosauri • L'ultimo periodo glaciale è iniziato nel Pleistocene circa 110.000 anni fa e terminato poco meno di 10.000 anni fa.
CO₂ ed effetto serra antropogenico • Si ritiene che le attività umane, soprattutto connesse all’uso di combustibile fossile, siano alla base dell’effetto serra alterato e del conseguente surriscaldamento del pianeta. • Poiché la CO ₂ non è chimicamente attiva, le emissioni terrestri (incendi, processi industriali, gas di scarico di automobili etc.) tendono ad accumularsi nell’atmosfera, vengono immagazzinate negli Oceani (la CO ₂ è in grado di sciogliersi parzialmente in acqua) o immagazzinate nella biosfera terrestre. • Già all’inizio del XIX secolo la concentrazione di CO ₂ atmosferica era cresciuta di circa il 25 %, oggi si stima che l'atmosfera della Terra contenga 700 miliardi di tonnellate di carbonio sotto forma di anidride carbonica e che gli oceani contengano circa 60 volte la quantità di C O ₂ che si trova nell'atmosfera.
Principali fonti della produzione di Gas serra • La combustione di carburanti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) dovute alla generazione di energia elettrica, ai trasporti, al settore civile e industriale(CO2); • l’agricoltura (CH4) e i cambiamenti nelle destinazioni del suolo, come ad esempio la deforestazione (CO2); • le discariche (CH4); • l’uso di gas fluorurati e solventi CO2eq: la quantità di emissioni di tutti i gas serra equiparate, negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2 secondo tabelle di conversione definite. L’effetto del metano CH4 per il riscaldamento della Terra è equiparabile a 21 volte quello della CO2, mentre quello del protossido di azoto N2O è equivalente a 310 volte quello della CO2.”
Origine delle emissioni (Fonte Ocse 2015) OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
• 2013: IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) lancia un allarme: se non si interverrà, entro fine secolo ci registrerà un incremento medio della temperatura di 4 gradi (già nel 2020 saremo + 1,3 gradi sopra i livelli preindustriali). NB: Il calcolo previsionale può variare in funzione dei dati considerati ma la sintesi degli studi condotti da enti diversi mostra un quadro preoccupante. • IPCC: è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. E’stato istituito nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ed il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale comparando ricerche e studi svolti sul tema da enti accreditati. I report elaborati sono alla base degli accordi tra la governance politica internazionale. Sito ufficiale: http://www.ipcc.ch/
• Fonte IPCC 2013. Se non si interverrà con programmi di riduzione della CO2 a partire dal 2020 (ipotesi indicata dalla linea blu) le temperature continueranno ad aumentare (previsione + 4 gradi Celsius)
• Fonte: Rapporto 2013 IPCC
L’aumento delle temperature nel 2100, previsioni in gradi centigradi. 4.5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 Obiettivo Se si Senza Se non si accordi Parigi rispettano gli USA prende alcuna impegni presi misura Fonte: Climate interactive, Bbc
Le conseguenze del’incremento della temperatura del Pianeta Scioglimento dei ghiacciai (1) Il permagelo dell’Artico trattiene 1.800 miliardi di tonn di carbonio (più del doppio di quanto presente nell’atmosfera terrestre) . Lo scioglimento dei ghiacci può liberarlo sotto forma di gas serra (34 volte più potente della CO₂) • Alte maree/inondazioni • Perdita di patrimonio boschivo = meno capacità di rielaborare CO ₂ che aumenterà • Perdita di biodiversità e fauna tipica
Scioglimento dei ghiacciai (2) Epidemie climatiche: nel ghiaccio sono intrappolati agenti patogeni di epoche passate che potrebbero tornare attivi (esempio: tracce di influenza spagnola che nel 1919 il 5% circa della popolazione mondiale sono state trovate in Alaska, batteri di vaiolo sono stati identificati in Siberia) Il surriscaldamento può far evolvere batteri e vettori (es: zanzare, papataci..) e la globalizzazione ne favorisce la migrazione. Nel 2050 la malaria potrà interessare oltre 5miliardi di persone.
Peggioramento qualità aria Incremento CO₂ • Attualmente valutata in 400 PPM, nel 2050 può arrivare a 1000 PPM • Effetti sulle persone: respirazione difficoltosa, riduzione capacità cognitive Aumento di altri inquinanti (es. ozono) Entro fine secolo 2 miliardi di persone respireranno aria che non rientra negli standard di sicurezza dell’Organizzazione mondiale della sanità Aumento del particolato sottile dovuto ai combustibili fossili Incremento morti per emissione di fumi durante gli incendi e per presenza di inquinanti nell’aria Riduzione delle possibilità di ventilazione naturale (permanere dello smog sulle città con aggravamento delle malattie cardiorespiratorie
Qualche previsione ‘locale’ •Nord America: scioglimento ghiacciai e aumento ondate di calore nelle grandi aree metropolitane, •America Latina: scomparsa foresta amazzonica rimpiazzata dalla savana, perdita di biodiversità, riduzione acqua accessibile. • Europa: inondazioni, erosioni provocate da alluvioni e tempeste, scomparsa ghiacciai, perdita biodiversità riduzione produzione di vegetali. •Bacino del Mediterraneo: scarsità d’acqua e desertificazioni di superfici sempre più estese con significativi impatti anche sull’agricoltura. •Africa: siccità, scarsità d’acqua e degrado dei suoli potrebbero portare a una perdita del 75% delle terre arabili non irrigate •Asia: in Asia meridionale l’innalzamento del livello del mare colpirà l’habitat del 40% della popolazione dell’area •Artico: ritiro dei ghiacci polari e innalzamento delle temperature. fonte: LegaAmbiente
Preoccupante stato di salute di mari e Oceani • Acidificazione: è il nome dato alla decrescita del valore del pH oceanico, causato dalla assunzione di CO2 di origine antropica dall’ atmosfera che contamina le acque trasformandosi in acido carbonico (H2CO3). Gli effetti sulla qualità della vita nei fondali sono gravi. La contaminazione coinvolge la catena alimentare. • Eutrofizzazione : alterazione provocata da eccessiva presenza di sostanze nutritive in un dato ambiente, in particolare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati prodotti da detergenti e sostanze chimiche usate nei processi industriali (tessili e concia)
Plastica nei mari • Secondo un rapporto del World Economic Forum (WEF) e della fondazione Ellen MacArthur, entro il 2050 gli oceani arriveranno a contenere più plastica che pesci in termini di peso, con enormi rischi per l'ecosistema mondiale. Uno studio dell'Imperial College di Londra ha inoltre stimato che entro quella data il 99% degli uccelli marini potrebbe avere dentro di sé residui di plastica.
Il problema delle microplastiche un singolo lavaggio a macchina può introdurre nell’acqua marina attraverso i suoi scarichi 700mila micro frammenti di plastica . Microplastiche sono presenti anche nei detergenti e nei cosmetici
Consumo di materie prime 2000 58 miliardi di tonnellate 2015 105 miliardi di tonnellate 2030 162 miliardi di tonnellate Consumi materie prime, fonte: Seri, – Sustainable Europe Research Institute
Rifiuti In media, ogni cittadino dell’UE consuma 16–17 tonnellate di materiali l’anno, una cifra che sale a 40–50 tonnellate a persona se si considerano i materiali inutilizzati (sfidi di lavorazione, parti del materiale non utilizzabili etc.) Pacchetto economia circolare UE (aprile 2018): portare il riciclo dei rifiuti solidi urbani e commerciali al 65% entro il 2035 e ridurre al 10% lo smaltimento in discarica (due target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030).
Clima/Conflitti sociali • Fenomeni come siccità, incendi, inondazioni, perdita di aree coltivabili spingono fasce di popolazione a lasciare i propri insediamenti • Ad ogni grado di temperatura in più la probabilità di conflitti armati aumenta del 10 al 20% (M.Burke, S.Hsiang) • 2017: numero profughi nel mondo accertati: 65 milioni, previsti entro il 2015 200/250 milioni (50 mil dalla sola Africa) Fonte: Unef
Rapporto Unicef 2015 • Oltre mezzo miliardo di minori vive in aree a rischio inondazioni e altri 160 milioni sono esposti ad altissimi livelli di siccità. • Il cambiamento climatico significa un aumento della siccità, più inondazioni. A rischiare di più sono i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà, per i quali malnutrizione, malaria e diarrea sono già la principale causa di morte.
Meno cibo, più conflitti • Aumento della popolazione mondiale (8,5 miliardi attesi nel 2030, 9,8 nel 2050,11 nel 2100), • aumento dei consumi anche grazie al miglioramento della qualità della vita in aree del mondo prima escluse dal mercato, • riduzione delle aree coltivabili, • maggior esposizione delle colture all’imprevedibilità del clima quando non a catastrofi, • acidificazione degli Oceani e moria di pesci e crostacei, renderanno insufficienti le materie prime necessarie a soddisfare i bisogni primari di vaste aree di popolazione. • Aumenteranno povertà e disuguaglianze.
• I paesi più vulnerabili hanno meno capacità di proteggersi. Sono anche quelli che meno contribuiscono alle emissioni globali di gas serra. In assenza di provvedimenti, saranno loro a pagare un alto prezzo per le azioni altrui Kofi Annan (2007) I paesi occidentali che si sono arricchiti con lo sviluppo industriale basato sul carbonio devono rispettare l’impegno preso a Parigi per aiutare le nazioni più povere sia ad adattarsi ad una terra più calda, sia a ridurre le emissioni senza sacrificare la crescita necessaria per uscire dalla povertà (The economist, 31/8/2018, pag. 38-40)
In tema di disuguaglianze molto resta da fare Non è vero che si stava meglio quando si stava peggio • Negli ultimi 25 anni la quota di popolazione mondiale che soffre la fame è diminuita molto; l’incidenza della malnutrizione è scesa dal 19 all’11%, ma resta elevata nei paesi a basso reddito e in particolare fra i bambini sotto i 5 anni e le donne incinte. • In 56 su 94 paesi nel periodo 2007-2012 il reddito pro capite del 40% più povero della popolazione è cresciuto più della media.(Fonte: Banca Mondiale) però • Nel mondo 800 milioni di persone sono in una condizione di povertà estrema • 60 milioni in condizione di schiavitù • 400 milioni sono state colpite da calamità naturali nel 2016 • 700 milioni non hanno accesso ad acqua ulita • L’1% della popolazione possiede il 50% della ricchezza totale
• Nel 2012, il 13% della popolazione mondiale viveva al di sotto della soglia di povertà fissata a livello internazionale a $1.90 al giorno: nel 1990 la percentuale era pari al 37%.
• “Sebbene il pianeta sia oggi immensamente più disuguale di quanto fosse trecento anni fa, nessuno potrebbe avanzare la bizzarra idea che si stesse meglio quando si stava tutti peggio. La palese assurdità di un tale paradosso balzerebbe agli occhi quando si considerasse, ad esempio, che nessun paese registra oggi una mortalità infantile pari a quella degli anni cinquanta del secolo scorso e che un bambino "che nasce oggi in Cina o in India (paesi che nel 2005 contavano insieme più di un terzo della popolazione mondiale e quasi la metà di quella più povera) può aspettarsi di vivere rispettivamente per 73 e 64 anni“. • La grande fuga (dalla povertà) necessita di conoscenza. Gli aiuti possono limitare la crescita se non esistono condizioni ambientali in grado di consentire alle persone di avvantaggiarsene (ambiente salubre, lotta alle malattie, scolarizzazione)
Cambiamenti sociali e problematiche ambientali alla base delle disuguaglianze • Dal punto di vista quantitativo cresce nel mondo il ceto medio (entro il 2030 5 miliardi di persone contro i 2 miliardi attuali – previsione: Banca Mondiale) ma anche la forbice tra i più ricchi e i più poveri • Con la crescita del ceto medio aumentano i consumi (acqua, materie prime, energia, rifiuti, inquinamento) • La durata della vita umana si allunga e con essa i costi del welfare • Le nuove tecnologie digitali (4.0) per quanto creino nuovi posti di lavoro generano disoccupazione nelle fasce professionalmente deboli
La scarsità di materie prime • 2000-2010: consumi domestici di materie prime da 48,7 miliardi di tonn a 71. • Global Footprint Network: calcola la data in cui il consumo mondiale di risorse ha superato i volumi prodotti nel (Pianeta Earth overshoot day): nel 2017 è stata il 2 agosto (nel 2000 era caduta il 4 ottobre). • L’Italia consuma risorse paragonabili a 2 pianeti e mezzo, gli USA 5
L’economia della ciambella di KateRaworth: rappresentazione dello spazio sicuro per gli abitanti del pianeta
Cosa si sta facendo/ si dovrebbe fare?
La governance mondiale discute di clima : le tappe principali • 1979. Prima Conferenza mondiale sul clima. Il mondo scientifico denuncia come le alterazioni in atto possono avere effetti di lungo periodo sull’uomo e l’ambiente. Si stabilisce di dar vita al World Climate Programme (WCP). • 1987 Rapporto Brundltland. Definizione di sostenibilità: processo di consente il soddisfacimento dei propri bisongi senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri • 1990. L’Intergovernmental Panel on Climate Change istituito nel 1988 (IPCC) pubblica il suo primo rapporto sul clima. • 1992. Rio de Janeiro: Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (Summit della Terra) con le delegazioni di 154 paesi. Si concluse con la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Agenda 21: responsabilità paesi industrializzati, riduzione delle emissioni di gas serra • 1995 . Cop 1.Berlino 2^ rapporto IPCC sul clima. Si parla di processo irreversibile in atto. • 1997. COP‐3 a Kyoto conclusosi con il Protocollo di Kyoto che prevede riduzioni legalmente vincolanti delle emissioni di gas serra(-5%) da realizzare fra il 2008 e il 2012. Fra i paesi non aderenti gli USA. Quote verdi. Il protocollo entra in vigore nel 2005 • 2000. COP 6 L’Aja. Si discute di crediti con cui i Paesi più industrializzati possono compensare le emissioni • 2001. Cap 6, bis Bonn IPCC presenta il 3^ rapporto sul clima, Gli USA partecipano
• 2007. COP‐ 13 a Bali (presenti anche USA e Cina) Road Map sul dopo Kyoto in cui si riconosce la necessità di finanziare le nazioni in via di sviluppo per consentire loro di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. • 2009. COP‐15 a Copenhagen. Accordo interlocutorio messo a punto da Stati Uniti e Cina, con il contributo di India, Brasile e Sud Africa, sostanzialmente accettato dall’Unione Europea che prevede di contenere di 2 gradi centigradi l’aumento della temperatura media del Pianeta e un impegno finanziario da parte dei Paesi industrializzati nei confronti delle nazioni più povere. • 2010 COP‐16 a Cancun. Viene elaborato un "pacchetto di accordi" accettato da tutti i Paesi, grandi potenze incluse, con la sola esclusione della Bolivia. E’ un documento che non contiene impegni vincolanti o operativo. Una delle decisioni prese riguarda il Protocollo di Kyoto che dovrà continuare anche dopo la sua scadenza naturale del 2010. Gli impegni presi vanno inoltre nella direzione della diminuzione netta, entro il 2020, delle emissioni di Co2. • 2015 COP 21, Parigi L’accordo prevede 0 emissioni di gas serra da raggiungere durante la seconda metà del XXI secolo. Le parti si impegnano a "proseguire gli sforzi per" limitare l'aumento della temperatura di 1,5 °C. • 2017, COP 23 Bonn è stato riconosciuto che limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo non è sufficiente.
L’incognita USA http://www.adnkronos.com 28/01/2018 12:08 • Donald Trump sarebbe disposto a far rientrare gli Stati Uniti negli accordi di Parigi sul clima, ma solo dopo drastici cambiamenti al trattato. Lo ha detto il presidente americano nell'intervista, rilasciata a Davos… Trump non ha mancato però di esprimere il suo scetticismo sulle teorie del global warming. www.focus.it/ 11 MAGGIO 2018 • Uno dei sistemi più all'avanguardia (per monitorare la Co2)è il Carbon Monitoring System (CMS) della Nasa, nato nel 2010 su iniziativa del Congresso Usa per organizzare e armonizzare tutte le informazioni relative alle emissioni, per facilitare il lavoro dei "decisori" politici e industriali. Il CMS è stato finora finanziato con 10 milioni di dollari l'anno. Finora, perché l'amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rimosso il CMS dai progetti da finanziare, e questo senza alcun clamore. «Questa decisione mette a repentaglio anche i programmi di verifica sui tagli alle emissioni di gas serra di altri Paesi, così com'era stato deciso alla Cop21, la conferenza sul clima di Parigi», commenta Sims Gallagher, direttore del Centro per le politiche internazionali per l'ambiente dell’Università di Tufts, nel Massachusetts…
Dall’ambiente alla visione globale L’Agenda dello sviluppo 2030 è stata sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU ma non dagli USA. E’ costituita da 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e da 169 sotto-obiettivi, I macro obiettivi sono: – porre fine alla povertà estrema – combattere la disuguaglianza e le ingiustizie – mettere un limite ai cambiamenti climatici • Si guarda con molta speranza all’impegno della Cina
Agenda 2030
UE e cambiamenti climatici • Si parla di politica ambientale già nel trattato costitutivo della Comunità Europea (1957) • L’UE sostiene l’obiettivo dell’UNFCCC e mira a ridurre, entro il 2050, le emissioni di gas a effetto serra dell’80 - 95 % rispetto ai livelli del 1990. • Si è posta come obiettivo, da realizzare entro il 2020, una riduzione del 20 % delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 e per questo ha istituito un sistema per lo scambio di quote di gas a effetto serra (ETS) all’interno dell’Unione europea. Allo stesso tempo, ha adottato normative per promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili, come quella eolica, solare, idroelettrica e da biomassa, nonché per migliorare l’efficienza energetica di una vasta gamma di apparecchiature ed elettrodomestici. • L’UE intende inoltre sostenere lo sviluppo di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio per intrappolare e immagazzinare la CO2 emessa dalle centrali elettriche e da altri impianti di grandi dimensioni. • https://www.eea.europa.eu/it/themes/climate/intro
Quale modello di sviluppo sostenibile? Emissioni Scarti, rifiuti a fine vita Capitale naturale Inquinamento Processo ambientale Capitale sociale produttivo Capitale umano Beni e servizi Salvaguardia risorse PIL Crescita competenze Ricerca scientifica Incremento produttività
Suggerimenti di lettura https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossierprofughi_ambientali.pdf http://www.comitatoscientifico.org/temi%20CG/clima/datiglobali.htm
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