Smart Working Informativa Lavoratori - ABC della Sicurezza ad uso dei lavoratori - Uilm

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Smart Working Informativa Lavoratori - ABC della Sicurezza ad uso dei lavoratori - Uilm
ABC della Sicurezza ad uso dei lavoratori

                                    Smart Working
                                Informativa Lavoratori
.

A cura dell’ufficio Ambiente Salute e Sicurezza Uilm Nazionale
Versione marzo 2021 Rev. 5
Smart Working Informativa Lavoratori - ABC della Sicurezza ad uso dei lavoratori - Uilm
Premessa
Aggiornamento
Decreto-Legge 30 aprile 2021 n. 56
Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. (GU n.103 del 30.04.2021) Entrata in vigore del
provvedimento: 30/04/2021
Decreto-Legge 22 Aprile 2021 n. 52
Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di
contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. (GU n.96 del 22.04.2021) Entrata in vigore
del provvedimento: 23/04/2021
Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione
del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro del 06 Aprile 2021
Il Protocollo sicurezza condiviso misure Covid-19 negli ambienti di lavoro, ha avuto questa
evoluzione/aggiornamenti:
Protocollo sicurezza condiviso misure Covid-19 negli ambienti di lavoro 14 marzo 2020
Protocollo sicurezza condiviso misure Covid-19 negli ambienti di lavoro 24 aprile 2020
Protocollo sicurezza condiviso misure Covid-19 negli ambienti di lavoro 06 aprile 2021
Oggi, 6 aprile 2021, è stato sottoscritto - all’esito di un approfondito confronto in videoconferenza - il
presente “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della
diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”.
Il Protocollo aggiorna e rinnova i precedenti accordi su invito del Ministro del lavoro e delle politiche
sociali e del Ministro della salute, che hanno promosso un nuovo confronto tra le Parti sociali, in
attuazione della disposizione di cui all’articolo 1, comma 1, numero 9), del decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, che - in relazione alle attività professionali e alle attività
produttive - raccomanda intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.
Il Governo favorisce, per quanto di sua competenza, la piena attuazione del Protocollo.
Premessa Il documento tiene conto delle misure di contrasto e di contenimento della diffusione del
SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro, già contenute nei Protocolli condivisi sottoscritti
successivamente alla dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare il 14 marzo e il 24 aprile
2020, sviluppati anche con il contributo tecnico-scientifico dell’INAIL. Il presente Protocollo aggiorna
tali misure tenuto conto dei vari provvedimenti adottati dal Governo e, da ultimo, del dPCM 2 marzo
2021, nonché di quanto emanato dal Ministero della salute. A tal fine, contiene linee guida condivise
tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio, ovverosia
Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-
CoV2/COVID-19 negli ambienti di lavoro. La prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire
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solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione.
La mancata attuazione del Protocollo, che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la
sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Pertanto, le Parti convengono
sul possibile ricorso agli ammortizzatori sociali, con la conseguente riduzione o sospensione dell’attività
lavorativa, al fine di permettere alle imprese di tutti i settori di applicare tali misure e la conseguente
messa in sicurezza del luogo di lavoro. Unitamente alla possibilità per l’azienda di ricorrere al lavoro
agile o da remoto e agli ammortizzatori sociali, soluzioni organizzative straordinarie, le Parti intendono
favorire il contrasto e il contenimento della diffusione del virus.
È obiettivo prioritario coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni
di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative. Nell’ambito di tale obiettivo,
si può prevedere anche la riduzione o la sospensione temporanea delle attività. In questa prospettiva
continueranno a risultare utili, per la rarefazione delle presenze dentro i luoghi di lavoro, le misure
straordinarie finora adottate dal Governo, in particolare in tema di ammortizzatori sociali per tutto il
territorio nazionale. Ferma la necessità di aggiornare il Protocollo condiviso di regolamentazione per il
contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 che preveda procedure
e regole di condotta, va favorito il confronto preventivo con le 4 rappresentanze sindacali presenti nei
luoghi di lavoro, e per le piccole imprese le rappresentanze territoriali come previsto dagli accordi
interconfederali, affinché ogni misura adottata possa essere condivisa e resa più efficace dal contributo
di esperienza delle persone che lavorano, in particolare degli RLS e degli RLST, tenendo conto della
specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali.
PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAMENTAZIONE PER IL CONTRASTO E IL
CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS SARS-CoV2/COVID-19
In continuità e in coerenza con i precedenti accordi sottoscritti dalle Parti sociali, il presente Protocollo
condiviso ha l’obiettivo di fornire indicazioni operative aggiornate, finalizzate a incrementare, negli
ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per
contrastare l’epidemia di COVID-19. Il virus SARS-CoV-2/COVID-19 rappresenta un rischio biologico
generico, per il quale occorre adottare misure uguali per tutta la popolazione. Il presente protocollo
contiene, quindi, misure che seguono la logica della precauzione e seguono e attuano le prescrizioni del
legislatore e le indicazioni dell’Autorità sanitaria. Fatti salvi tutti gli obblighi previsti dalle disposizioni
emanate per il contenimento del virus SARS-CoV-2/COVID-19 e premesso che il Dpcm in data 2
marzo 2021 prevede misure restrittive nell’intero territorio nazionale, specifiche per il contenimento del
virus SARS-CoV-2/COVID–19 e che per le attività di produzione tali misure raccomandano:
• il massimo utilizzo, ove possibile, della modalità di lavoro agile o da remoto da parte dei datori
di lavoro privati, ai sensi dell’articolo 90 (Lavoro agile) del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34,
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convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai
protocolli 12 e 13 allegati al citato Dpcm 2 marzo 2021;
• che le attività professionali siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano
essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
• che siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti
dalla contrattazione collettiva;
• che siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;
• che siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio, fermo restando l’obbligo di utilizzare dispositivi
di protezione delle vie respiratorie previsti da normativa, protocolli e linee guida vigenti;
• che siano incentivate le operazioni di sanificazione nei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine
forme di ammortizzatori sociali;
• che sull’intero territorio nazionale tutte le attività produttive industriali e commerciali rispettino i
contenuti del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento
della diffusione del virus COVID19 negli ambienti di lavoro, nonché, per i rispettivi ambiti di
competenza, il Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del
COVID-19 nei cantieri, sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il
Ministro del lavoro e delle politiche sociali e le Parti sociali, e il protocollo condiviso di
regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto e della
logistica sottoscritto il 20 marzo 2020;
e ritenuto, altresì, opportuno:
• garantire il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che
possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza, nonché per quelle non sospese;
• raccomandare, in particolare per le attività produttive, che siano limitati al massimo gli spostamenti
all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni;
• assicurare, fermo restando il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro come
principale misura di contenimento, che negli spazi condivisi vengano indossati i dispositivi di protezione
delle vie aeree, fatta salva l’adozione di ulteriori strumenti di protezione individuale già previsti
indipendentemente dalla situazione emergenziale;
• favorire, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali;
si stabilisce che
le imprese adottano il presente Protocollo condiviso di regolamentazione all’interno dei propri luoghi
di lavoro, oltre a quanto previsto dal suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e
applicano le ulteriori misure di precauzione di seguito elencate - da integrare con altre equivalenti o più
incisive secondo le peculiarità della propria organizzazione, previa consultazione delle rappresentanze
sindacali aziendali - per tutelare la salute delle persone presenti all’interno dell’azienda e garantire la
salubrità dell’ambiente di lavoro.
8.ORGANIZZAZIONE AZIENDALE (TURNAZIONE, TRASFERTE E LAVORO AGILE E
DA REMOTO, RIMODULAZIONE DEI LIVELLI PRODUTTIVI)
Con riferimento a quanto previsto dal Dpcm 2 marzo 2021, articoli 4 e 30, limitatamente al periodo
dell’emergenza dovuta al COVID-19, le imprese potranno, avendo a riferimento quanto previsto dai
CCNL e favorendo così le intese con le rappresentanze sindacali aziendali:
• disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile
il funzionamento mediante il ricorso al lavoro agile e da remoto;
• procedere ad una rimodulazione dei livelli produttivi;
• assicurare un piano di turnazione dei lavoratori dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire
al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili;
• utilizzare il lavoro agile e da remoto per tutte quelle attività che possono essere svolte in tale modalità,
in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione.
Nel caso vengano utilizzati ammortizzatori sociali, anche in deroga, valutare sempre la possibilità di
assicurare che gli stessi riguardino l’intera compagine aziendale, se del caso anche con opportune
rotazioni del personale coinvolto; utilizzare in via prioritaria gli ammortizzatori sociali disponibili nel
rispetto degli istituti contrattuali (par, rol, banca ore) generalmente finalizzati a consentire l’astensione
dal lavoro senza perdita della retribuzione. Nel caso in cui l’utilizzo di tali istituti non risulti sufficiente,
si utilizzeranno i periodi di ferie arretrati e non ancora fruiti.
In merito alle trasferte nazionali ed internazionali, è opportuno che il datore di lavoro, in collaborazione
con il MC e il RSPP, tenga conto del contesto associato alle diverse tipologie di trasferta previste, anche
in riferimento all’andamento epidemiologico delle sedi di destinazione.
Il lavoro agile e da remoto continua ad essere favorito, anche nella fase di progressiva ripresa delle
attività, in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione, ferma la necessità che il datore di lavoro
garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività (assistenza nell’uso delle
apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause).
È necessario il rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di
lavoro, compatibilmente con la natura dei processi produttivi e degli spazi aziendali. Nel caso di
lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare
da soli, gli stessi potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati ad esempio
da uffici inutilizzati o sale riunioni. Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente,
potranno essere individuate soluzioni innovative come, ad esempio, il riposizionamento delle postazioni
di lavoro adeguatamente distanziate tra loro, ovvero soluzioni analoghe.
L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati, che favoriscano il
distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e
prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità degli orari.
È essenziale evitare aggregazioni sociali, anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto
di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico.
Per tale motivo andrebbero incentivate forme di trasporto verso il luogo di lavoro con adeguato
distanziamento fra i viaggiatori e favorendo l’uso del mezzo privato o di navette.
Decreto-Legge 30 aprile 2021 n. 56
Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. (GU n.103 del 30.04.2021) Entrata in vigore del
provvedimento: 30/04/2021
Art. 1. Disposizioni urgenti in materia di lavoro agile
All’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17
luglio 2020, n. 77, relativo alla disciplina del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1:
1) il secondo periodo è sostituito dal seguente: «A tal fine, le amministrazioni di cui al primo periodo,
fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi, ove previsti, e,
comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, in deroga alle misure di cui all’articolo 87, comma 3, del
decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27,
organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario
di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione
programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro
agile, con le misure semplificate di cui al comma 1, lettera b) , del medesimo articolo 87, e comunque
a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità
ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente.»;
2) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le disposizioni del presente comma si applicano al personale
del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico fino al termine dello stato di emergenza connessa al
COVID -19.»;
b) al comma 2, dopo le parole «tutela della salute» sono inserite le seguenti: «e di contenimento del
fenomeno epidemiologico da COVID-19».
2. All’articolo 14, comma 1, della legge 7 agosto 2015, n. 124, relativo alla promozione della
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) al primo periodo, dopo la parola «telelavoro» sono aggiunte le seguenti: «e del lavoro agile»;
b) al terzo periodo, le parole «60 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «15 per cento»;
c) al quarto periodo le parole «30 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «15 per cento».
Decreto-Legge 22 Aprile 2021 n. 52
Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di
contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. (GU n.96 del 22.04.2021) Entrata in vigore
del provvedimento: 23/04/2021
ART. 1 (Rispristino della disciplina delle zone gialle e ulteriori misure per contenere e contrastare
l'emergenza epidemiologica da COVID-19)
1. Fatto salvo quanto diversamente disposto dal presente decreto, dal 1° maggio al 31 luglio 2021, si
applicano le misure di cui al provvedimento adottato in data 2 marzo 2021, in attuazione dell'articolo 2,
comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio
2020, n. 35.
2. Dal 26 aprile 2021 cessano di avere efficacia le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 2, del
decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, e sono conseguentemente consentiti gli spostamenti in entrata e in
uscita dai territori delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano che si collocano nelle
zone bianca e gialla.
3. Dal 1° maggio al 31 luglio 2021, le misure stabilite per la zona rossa si applicano anche nelle regioni
e province autonome di Trento e Bolzano individuate con ordinanza del Ministro della salute ai sensi
dell'articolo 1, comma 16-bis, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni,
dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, nelle quali l'incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore
a 250 casi ogni 100.000 abitanti, sulla base dei dati validati dell'ultimo monitoraggio disponibile.
4. Dal 1° maggio al 31 luglio 2021, i Presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e
Bolzano possono disporre l'applicazione delle misure stabilite per la zona rossa, nonché ulteriori,
motivate, misure più restrittive tra quelle previste dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 19 del
2020, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 3, comma 1: a) nelle province in cui l'incidenza cumulativa
settimanale dei contagi è superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti; b) nelle aree in cui la circolazione
di varianti di SARS-CoV-2 determina alto rischio di diffusività o induce malattia grave.
Decreto-Legge 1° 2021 n. 44
Misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-
CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici. (GU n.79 del 01.04.2021) Entrata in vigore del
provvedimento: 01/04/2021
ART. 1 (Ulteriori misure per contenere e contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19)
1. Dal 7 aprile al 30 aprile 2021, si applicano le misure di cui al provvedimento adottato in data 2 marzo
2021, in attuazione dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, salvo quanto diversamente disposto dal presente
decreto.
- DPCM 2 marzo 2021 Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19,
    convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per
    fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33,
    convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per
    fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», e del decreto-legge 23 febbraio 2021, n. 15,
    recante «Ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il
    contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. (GU n. 52 del 02.03.2021 - SO n. 17)
    - Legge 30 Dicembre 2020 n. 178 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e
    bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. (GU n.322 del 30.12.2020 - SO n. 46) Entrata in vigore
    del provvedimento: 01/01/2021
    - Decreto 23 dicembre 2020 Proroga delle disposizioni di cui al decreto 19 ottobre 2020
    recante «Misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo
    emergenziale». (GU n.323 del 31.12.2020)
    DPCM 03 Dicembre 2020
    Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni,
    dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, recante: «Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza
    epidemiologica da COVID-19» e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con
    modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante: «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare
    l'emergenza epidemiologica da COVID-19», nonché del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, recante:
    «Disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19».
    (GU n.301 del 03.12.2020)
-   Aggiunto Modello Informativa lavoro agile da consegnare ai lavoratori

    Normativa
    DPCM 2 marzo 2021
    DPCM 2 Marzo 2021 valido fino 6 Aprile 2021, le cui misure sono state prorogate:
    - dal 7 al 30 Aprile 2021 dal DL 1° aprile 2021 n. 44 (GU n.79 del 01.04.2021) ed ulteriormente
    prorogate
    - dal 1° Maggio al 31 Luglio 2021 dal DL 22 Aprile 2021 n. 52 (GU n.96 del 22.04.2021)
    Capo I Misure di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale
    Art. 6 (Misure relative allo svolgimento della prestazione lavorativa nei luoghi di lavoro pubblici e
    privati sull'intero territorio nazionale)
    1. Nel predisporre, anche attraverso l'adozione di appositi protocolli, le misure necessarie a garantire la
    progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici e il rientro in sicurezza dei propri dipendenti con le
    modalità di cui all'articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni,
dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, le pubbliche amministrazioni assicurano il rispetto delle prescrizioni
vigenti in materia di tutela della salute adottate dalle competenti autorità.
2. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità
organizzative e con la qualità e l'effettività del servizio erogato con le modalità stabilite da uno o più
decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui
all'articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla
legge 17 luglio 2020, n. 77.
3. Nelle pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell'evolversi della situazione epidemiologica, ciascun
dirigente:
a) organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo
svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata possibile, e comunque in misura non inferiore
a quella prevista dalla legge, del personale preposto alle attività che possono essere svolte secondo tale
modalità, compatibilmente con le potenzialità organizzative e l'effettività del servizio erogato;
b) adotta nei confronti dei dipendenti di cui all'articolo 21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104,
convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché di norma nei confronti dei
lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche
attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento
come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo svolgimento di specifiche attività di formazione
professionale.
4. Le pubbliche amministrazioni dispongono una differenziazione dell'orario di ingresso e di uscita del
personale, fatto salvo il personale sanitario e socio sanitario, nonché quello impegnato in attività
connessa all'emergenza o in servizi pubblici essenziali. È raccomandata la differenziazione dell'orario
di ingresso del personale anche da parte dei datori di lavoro privati.
5. È fortemente raccomandato l'utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro
privati, ai sensi dell'articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni,
dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al
presente decreto.
Capo III Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona gialla
Art. 30 (Attività professionali)
1. In ordine alle attività professionali si raccomanda che:
a) esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio
domicilio o in modalità a distanza;
b) siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla
contrattazione collettiva;
c) siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio, fermo restando l'obbligo di utilizzare dispositivi
di protezione delle vie respiratorie previsti da normativa, protocolli e linee guida vigenti;
d) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme
di ammortizzatori sociali.
Capo V Misure di contenimento del contagio che si applicano in Zona rossa
Art. 48 (Attività lavorativa)
1. I datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare
esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza,
anche in ragione della gestione dell'emergenza. Il personale non in presenza presta la propria attività
lavorativa in modalità agile.
DPCM 14 gennaio 2021
Art. 1 Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale
nn) in ordine alle attività professionali si raccomanda che: 1) esse siano attuate anche mediante modalità
di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
Art. 3 Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate
da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto
4. A far data dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle ordinanze di cui al
comma 1, nelle Regioni ivi individuate sono applicate le seguenti misure di contenimento:
i) i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare
esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza,
anche in ragione della gestione dell'emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività
lavorativa in modalità agile;
Art. 5 Misure di informazione e prevenzione sull'intero territorio nazionale
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001,
n. 165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità
organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato con le modalità stabilite da uno o più
decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui
all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla
legge 17 luglio 2020, n. 77. 4. Nelle pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della
situazione epidemiologica, ciascun dirigente: a) organizza il proprio ufficio assicurando, su base
giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata
possibile, e comunque in misura non inferiore a quella prevista dalla legge, del personale preposto alle
attività che possono essere svolte secondo tale modalità, compatibilmente con le potenzialità
organizzative e l’effettività del servizio erogato; b) adotta nei confronti dei dipendenti di cui all’articolo
21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre
2020, n. 126, nonché di norma nei confronti dei lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo
svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa
nella medesima categoria o area di inquadramento come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo
svolgimento di specifiche attività di formazione professionale.
DPCM 03 Dicembre 2020
Art. 1 Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale […]
nn) in ordine alle attività professionali si raccomanda che: 1) esse siano attuate anche mediante
modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
Art. 3 Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate
da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto
i) i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare
esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza,
anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività
lavorativa in modalità agile;
Art. 5 Misure di informazione e prevenzione sull'intero territorio nazionale
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.
165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità
organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato con le modalità stabilite da uno o più
decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’art.
263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17
luglio 2020, n. 77
4. Nelle pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, ciascun
dirigente:
a) organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo
svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata possibile, e comunque in misura non inferiore
a quella prevista dalla legge, del personale preposto alle attività che possono essere svolte secondo tale
modalità, compatibilmente con le potenzialità organizzative e l’effettività del servizio erogato;
b) adotta nei confronti dei dipendenti di cui all’articolo 21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104,
convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché di norma nei confronti dei
lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche
attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di
inquadramento come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo svolgimento di specifiche attività di
formazione professionale.
DPCM 03 Novembre 2020
Art. 1 Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale
nn) in ordine alle attività professionali si raccomanda che:
1) esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio
domicilio o in modalità a distanza;
Art. 3 Ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate
da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto
1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, con ordinanza del Ministro
della salute, adottata sentiti i Presidenti delle Regioni interessate, sulla base del monitoraggio dei dati
epidemiologici secondo quanto stabilito nel documento di “Prevenzione e risposta a COVID-19:
evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale”,
condiviso dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome l’8 ottobre 2020 (allegato 25) nonché
sulla base dei dati elaborati dalla cabina di regia di cui al decreto del ministro della salute 30 aprile 2020,
sentito il Comitato tecnico scientifico sui dati monitorati, sono individuate le Regioni che si collocano
in uno “scenario di tipo 4” e con un livello di rischio “alto” di cui al citato documento di Prevenzione.
2. Con ordinanza del Ministro della salute adottata ai sensi del comma 1, d’intesa con il presidente della
Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione
dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure di cui al c. 4.
3. Il Ministro della salute, con frequenza almeno settimanale, secondo il procedimento di cui al comma
1, verifica il permanere dei presupposti di cui ai commi 1 e 2 e provvede con ordinanza
all’aggiornamento del relativo elenco fermo restando che la permanenza per 14 giorni in un livello di
rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova
classificazione. Le ordinanze di cui ai commi precedenti sono efficaci per un periodo minimo di 15
giorni e comunque non oltre la data di efficacia del presente decreto.
4. A far data dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle ordinanze di cui al
comma 1, nelle Regioni ivi individuate sono applicate le seguenti misure di contenimento:
a) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori di cui al comma 1, nonché all’interno dei
medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni
di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente
necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita.
È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori di cui
al comma 1 è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni
negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti ai sensi del presente decreto;
b) sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi
alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 23, sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie
e grandi strutture di vendita, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l'accesso
alle sole predette attività e ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi di cui all’articolo 1,
comma 9, lett. ff). Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le
attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e
le parafarmacie;
c) sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie),
ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano
rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola
ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l'attività di
confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di
consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di
alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli
ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale
di almeno un metro;
d) tutte le attività previste dall’articolo 1, comma 9, lettere f) e g), anche svolte nei centri sportivi
all’aperto, sono sospese; sono altresì sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di
promozione sportiva;
e) è consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché
comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo
di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva
esclusivamente all’aperto e in forma individuale;
f) fermo restando lo svolgimento in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, dei servizi
educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 e del primo anno
di frequenza della scuola secondaria di primo grado, le attività scolastiche e didattiche si svolgono
esclusivamente con modalità a distanza. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora
sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi
l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo
quanto previsto dal decreto del Ministro n. 89 dell’istruzione 7 agosto 2020, e dall’ordinanza del
Ministro dell’istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli
alunni della classe che sono in didattica digitale integrata;
g) è sospesa la frequenza delle attività formative e curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta
formazione artistica musicale e coreutica, fermo in ogni caso il proseguimento di tali attività a distanza.
I corsi per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale,
nonché le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e le altre attività, didattiche o curriculari,
eventualmente individuate dalle Università, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento,
possono proseguire, laddove necessario, anche in modalità in presenza. Resta in ogni caso fermo il
rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca, di cui all'allegato 18, nonché sulla
base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di COVID-19, di cui all'allegato 22; le
disposizioni di cui alla presente lettera si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta
formazione artistica musicale e coreutica;
h) sono sospese le attività inerenti servizi alla persona, diverse da quelle individuate nell’allegato 24;
i) i datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare
esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale
presenza, anche in ragione della gestione dell'emergenza; il personale non in presenza presta la
propria attività lavorativa in modalità agile.
5. Le misure previste dagli altri articoli del presente decreto, si applicano anche ai territori di cui al
presente articolo, ove per tali territori non siano previste analoghe misure più rigorose.
Art. 5 Misure di informazione e prevenzione sull'intero territorio nazionale
1. Sull'intero territorio nazionale si applicano altresì le seguenti misure:
a) il personale sanitario si attiene alle appropriate misure per la prevenzione della diffusione delle
infezioni per via respiratoria previste dalla normativa vigente e dal Ministero della salute sulla base
delle indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità e i responsabili delle singole strutture
provvedono ad applicare le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti fornite dal
Ministero della salute; b) al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App
Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria
locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di
positività; c) è raccomandata l'applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitaria di cui
all'allegato 19; d) nei servizi educativi per l'infanzia di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65,
nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni,
sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le
informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all'allegato 19; e) i sindaci e le
associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione
igienico sanitarie di cui all'allegato 19 anche presso gli esercizi commerciali; f) nelle pubbliche
amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in
tutti i locali aperti al pubblico, in conformità alle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la
pubblica amministrazione 25 febbraio 2020, n. 1, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli
utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l'igiene delle mani; g) le aziende di trasporto pubblico anche
a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi, ripetuti a cadenza
ravvicinata. 2. Nel predisporre, anche attraverso l'adozione di appositi protocolli, le misure necessarie a
garantire la progressiva riapertura di tutti gli uffici pubblici e il rientro in sicurezza dei propri dipendenti
con le modalità di cui all’articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con
modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, le pubbliche amministrazioni assicurano il rispetto delle
prescrizioni vigenti in materia di tutela della salute adottate dalle competenti autorità.
3. Le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, assicurano le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le
potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato con le modalità
stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la
percentuale di cui all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito
con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.
4. Nelle pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica,
ciascun dirigente:
a) organizza il proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo
svolgimento del lavoro agile nella percentuale più elevata possibile, e comunque in misura non
inferiore a quella prevista dalla legge, del personale preposto alle attività che possono essere svolte
secondo tale modalità, compatibilmente con le potenzialità organizzative e l’effettività del servizio
erogato;
b) adotta nei confronti dei dipendenti di cui all’articolo 21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020,
n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché di norma nei
confronti dei lavoratori fragili, ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in
modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima
categoria o area di inquadramento come definite dai contratti collettivi vigenti, e lo svolgimento
di specifiche attività di formazione professionale.
5. Le pubbliche amministrazioni dispongono una differenziazione dell’orario di ingresso e di uscita del
personale, fatto salvo il personale sanitario e socio sanitario, nonché quello impegnato in attività
connessa all’emergenza o in servizi pubblici essenziali. È raccomandata la differenziazione dell’orario
di ingresso del personale anche da parte dei datori di lavoro privati. 6. È fortemente raccomandato
l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati, ai sensi dell’articolo 90 del
decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77,
nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al presente decreto.
DPCM 13 Ottobre 2020
Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni,
dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica
da COVID-19», e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge
14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da
COVID-19». (GU n. 253 del 13.10.2020)
DPCM 18 Ottobre 2020
Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni,
dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica
da COVID-19», e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge
14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da
COVID-19». (GU n.258 del 18.10.2020).
DPCM 13 Ottobre 2020 modificato da DPCM 18 Ottobre 2020
Art. 1 Misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale
ll) in ordine alle attività professionali si raccomanda che:
a) esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio
domicilio o in modalità a distanza;
Art. 3 Misure di informazione e prevenzione sull'intero territorio nazionale
1. Sull'intero territorio nazionale si applicano altresì le seguenti misure:
3. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165, è incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro
della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all'articolo 263, comma
1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
Decreto Ministeriale 19 Ottobre 2020 | PA Smart working
Decreto ministeriale sullo smart working che attua le norme del decreto Rilancio, alla luce dei DPCM
13 Ottobre 2020 e DPCM 18 Ottobre 2020.
Decreto Ministeriale 19 Ottobre 2020 prorogato da:
Proroga 30 Aprile 2021
Decreto 20 Gennaio 2021 Proroga delle misure per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel
periodo emergenziale. (GU n.23 del 29.01.2021)
Art. 1. Proroga delle disposizioni di cui al decreto 19 ottobre 2020
1. Le disposizioni di cui al decreto del Ministro per la pubblica amministrazione 19 ottobre 2020, di cui
in premessa, sono prorogate fino al 30 aprile 2021.
Proroga 31 Gennaio 2021
Decreto 23 dicembre 2020 Proroga delle disposizioni di cui al decreto 19 ottobre 2020 recante «Misure
per il lavoro agile nella pubblica amministrazione nel periodo emergenziale». (GU n.323 del
31.12.2020)
Il Decreto 23 dicembre 2020 dispone che le disposizioni di cui al decreto del Ministro per la pubblica
amministrazione 19 ottobre 2020 sono prorogate fino al 31 gennaio 2021.
Il testo contempera l’esigenza di contrasto alla pandemia con la necessità di continuità nell’erogazione
dei servizi.
Punti salienti:
- ciascuna amministrazione con immediatezza assicura su base giornaliera, settimanale o
plurisettimanale lo svolgimento del lavoro agile almeno al 50% del personale impegnato in attività che
possono essere svolte secondo questa modalità. Può farlo in modalità semplificata ancora fino al 31
dicembre 2020;
- gli enti, tenendo anche conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, assicurano in ogni caso
le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le loro potenzialità organizzative e
con la qualità e l’effettività del servizio erogato;
- il lavoratore agile alterna giornate lavorate in presenza e giornate lavorate da remoto, con una
equilibrata flessibilità e comunque alla luce delle prescrizioni sanitarie vigenti e di quanto stabilito dai
protocolli di sicurezza;
- le amministrazioni adeguano i sistemi di misurazione e valutazione della performance alle specificità
del lavoro agile. Il dirigente, verificando anche i feedback che arrivano dall’utenza e dal mondo
produttivo, monitora le prestazioni rese in smart working da un punto di vista sia quantitativo sia
qualitativo;
- lo smart working si svolge di norma senza vincoli di orario e luogo di lavoro, ma può essere
organizzato per specifiche fasce di contattabilità, senza maggiori carichi di lavoro. In ogni caso, al
lavoratore sono garantiti i tempi di riposo e la disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche di
lavoro. Inoltre, i dipendenti in modalità agile non devono subire penalizzazioni professionali e di
carriera;
- le amministrazioni si adoperano per mettere a disposizione i dispositivi informatici e digitali ritenuti
necessari, ma comunque rimane consentito l’utilizzo di strumentazione di proprietà del dipendente;
- l’amministrazione favorisce il lavoro agile per i lavoratori disabili o fragili anche attraverso
l’assegnazione di mansioni diverse e di uguale inquadramento. In ogni caso, promuove il loro impegno
in attività di formazione;
- nella rotazione del personale, l’ente fa riferimento a criteri di priorità che considerino anche le
condizioni di salute dei componenti del nucleo familiare del dipendente, della presenza di figli minori
di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di domicilio e la sede di lavoro, ma anche
del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi tempi di percorrenza;
- data l’importanza della continuità dell’azione amministrativa e della rapida conclusione dei
procedimenti, l’ente individua comunque ulteriori fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in
uscita rispetto a quelle adottate.
Articolo 1 (Lavoro agile)
1. Il lavoro agile nella pubblica amministrazione costituisce una delle modalità ordinarie di svolgimento
della prestazione lavorativa. 2. Fino al 31 dicembre 2020 per accedere al lavoro agile non è richiesto
l’accordo individuale di cui all’articolo 19 della legge 22 maggio 2017, n. 81. 3. Il lavoro agile può
avere ad oggetto sia le attività ordinariamente svolte in presenza dal dipendente, sia, in aggiunta o in
alternativa e comunque senza aggravio dell’ordinario carico di lavoro, attività progettuali
specificamente individuate tenuto conto della possibilità del loro svolgimento da remoto, anche in
relazione alla strumentazione necessaria. Di regola, e fatto salvo quanto disposto all’articolo 3, il
lavoratore agile alterna giornate lavorate in presenza e giornate lavorate da remoto. 4. I lavoratori che
rendono la propria prestazione in modalità agile non subiscono penalizzazioni ai fini del riconoscimento
di professionalità e della progressione di carriera.
Articolo 2 (Definizioni)
1. Per “dirigente” si intende il dirigente di livello non generale, responsabile di un ufficio o servizio
comunque denominato e, ove non presente, la figura dirigenziale generale sovraordinata. Negli enti in
cui non siano presenti figure dirigenziali, il riferimento è da intendersi a una figura apicale individuata
in coerenza con i relativi ordinamenti.
2. Il “lavoratore fragile” richiamato nel presente decreto viene definito tale con esclusivo riferimento
alla situazione epidemiologica e va individuato nei soggetti in possesso di certificazione rilasciata dai
competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione
o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i
lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’articolo
3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. 3. Per “mappatura delle attività” si intende la
ricognizione, svolta da parte delle amministrazioni in maniera strutturata e soggetta ad aggiornamento
periodico, dei processi di lavoro che, in base alla dimensione organizzativa e funzionale, possono essere
svolti con modalità agile. 4. Per “accesso multicanale” alla pubblica amministrazione si intende
l’accesso dell’utenza in presenza o attraverso l’utilizzo di ogni mezzo informatico, telefonico o
tecnologico.
Articolo 3 (Modalità organizzative)
1. Ai fini di cui all’articolo 1, tenuto conto della mappatura di cui all’articolo 2, comma 3, e, comunque,
anche qualora essa non sia stata ancora completata dalle amministrazioni e salva la vigenza di
disposizioni già definite dalle amministrazioni, ciascun dirigente, con immediatezza: a. organizza il
proprio ufficio assicurando, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale, lo svolgimento del
lavoro agile almeno al cinquanta per cento del personale preposto alle attività che possono essere svolte
secondo tale modalità, tenuto conto di quanto previsto al comma 3; b. adotta, nei confronti dei
dipendenti di cui all’articolo 21-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con
modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, nonché, di norma, nei confronti dei lavoratori fragili
ogni soluzione utile ad assicurare lo svolgimento di attività in modalità agile anche attraverso
l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento come
definite dai contratti collettivi vigenti e lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale;
c. adotta, al proprio livello, le soluzioni organizzative necessarie per consentire lo svolgimento delle
attività di formazione di cui alla lettera b) anche al personale che svolge attività di lavoro in presenza;
d. favorisce la rotazione del personale di cui alla lettera a), tesa ad assicurare, nell’arco temporale
settimanale o plurisettimanale, un’equilibrata alternanza nello svolgimento dell‘attività in modalità agile
e di quella in presenza, tenendo comunque conto delle prescrizioni sanitarie vigenti per il distanziamento
interpersonale e adeguando la presenza dei lavoratori negli ambienti di lavoro a quanto stabilito nei
protocolli di sicurezza e nei documenti di valutazione dei rischi; e. tiene conto, nella rotazione di cui
alla lettera d), ove i profili organizzativi lo consentano, delle eventuali disponibilità manifestate dai
dipendenti per l’accesso alla modalità di lavoro agile, secondo criteri di priorità che considerino le
condizioni di salute del dipendente e dei componenti del nucleo familiare di questi, della presenza nel
medesimo nucleo di figli minori di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di domicilio
e la sede di lavoro, nonché del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi
tempi di percorrenza. 2. Al fine di agevolare lo svolgimento delle attività in modalità agile, le
amministrazioni si adoperano per mettere a disposizione i dispositivi informatici e digitali ritenuti
necessari, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e promuovono l’accesso
multicanale dell’utenza. È in ogni caso consentito, ai sensi dell’articolo 87, comma 2, del decreto-legge
17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, l’utilizzo di
dispositivi in possesso del lavoratore, qualora l’amministrazione non sia tempestivamente in grado di
fornirne di propri. 3. Le pubbliche amministrazioni, tenuto conto dell’evolversi della situazione
epidemiologica, assicurano in ogni caso le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili
con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato. 4. Le pubbliche
amministrazioni organizzano e svolgono le riunioni in modalità a distanza, salvo la sussistenza di
motivate ragioni.
Novità sulla Legge di conversione del Decreto Rilancio sul Diritto al lavoro agile
Con la modifica agli Artt. 90 e 263 apportati alla Legge 17 luglio 2020 n. 77 (Legge rilancio) -
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto rilancio),
recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonche' di politiche sociali
connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. (GU n.180 del 18-07-2020 - S.O. n. 25), novità
sul diritto al lavoro agile.
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