Sistemi di scarico articolare extra-capsulari del ginocchio: stato dell'arte - Lo ...
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Aggiornamenti Lo Scalpello (2019) 33:150-154 https://doi.org/10.1007/s11639-019-00319-x Sistemi di scarico articolare extra-capsulari del ginocchio: stato dell’arte Pietro Zedde1,a (B), Francesco Mattia Uboldi2 , Federica Denti3 , Leonardo Puddu2 , Sebastiano Cudoni1 1 U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia Ospedale Giovanni Paolo II – ASSL, Olbia, Italia 2 Dipartimento di Ortopedia, Università degli Studi di Sassari, Sassari, Italia 3 Dipartimento di Chimica e Farmacia, Università degli Studi di Sassari, Sassari, Italia a pietrozedde@tiscali.it A BSTRACT – E XTRA- CAPSULAR KNEE JOINT UNLOADING IMPLANT SYSTEM : STATE OF THE ART The treatment of early osteoarthritis of the knee can also be addressed with the use of different techniques that provide for the discharge of the affected joint compartment. Internal extra-articular devices consist of metal or polycarbonate-urethane shock absorbers fixed to the femur and tibia by angular stability plates. Their purpose is to unload the joint and allow for reduction of the intra-articular compressive strength in the first degrees of flexion without modifying its anatomy and biomechanics and, therefore, being reversible. The literature is lacking in medium- and long-term clinical results with the presence of limited case series or case reports with contrasting results that do not provide significant conclusions on their efficacy but highlight some complications. Further studies are needed, as the theory is very promising. Pubblicato online: 15 maggio 2019 © Società Italiana Ortopedici Traumatologi Ospedalieri d’Italia 2019 Introduzione Il trattamento dell’artrosi precoce può oggi avvalersi di nu- merose terapie e di moderni biomateriali che si propongo- no di risolvere la sintomatologia dolorosa e consentire un L’osteoartrosi è una condizione caratterizzata da una pro- rapido recupero funzionale. Nel corso degli ultimi 30 an- gressiva degenerazione articolare responsabile della gradua- ni sono state introdotte numerose tecniche di trattamento le e cronica insorgenza di dolore e limitazioni funzionali [1]. conservative e non, e oggi le possibilità terapeutiche si sono L’incidenza dell’artrosi è in costante aumento e si stima che notevolmente ampliate. Grande interesse rivestono oggi tut- negli Stati Uniti e in Europa essa interessi attualmente il 16% te quelle metodiche e dispositivi in grado di ridurre il carico degli individui di età superiore ai 45 anni [2]. L’eziologia del- assiale della zona degenerata e ridistribuirlo in maniera più l’osteoartrosi è di natura multifattoriale, tra i principali fat- fisiologica sull’intera superficie articolare. tori di rischio vi sono l’età avanzata, la presenza di deviazioni L’utilizzo di ortesi rappresenta un’opzione di comprova- assiali, l’obesità, i ripetuti stress meccanici dell’articolazione ta efficacia [4]; tuttavia, il loro utilizzo è spesso gravato e pregressi interventi chirurgici. da una scarsa compliance del paziente, legata alle neces- Per la sua elevata incidenza e il frequente riscontro nell’e- sarie numerose ore di utilizzo giornaliero [5] e alla loro tà giovane-adulta, il trattamento dell’artrosi precoce rappre- conformazione. senta attualmente un’importante sfida per l’ortopedico [3], L’approccio chirurgico allo scopo di ridurre il carico artico- che si ritrova a dover trattare individui con sempre più lare del compartimento usurato ebbe inizio nel 1958 quando elevate richieste funzionali. Jackson descrisse per la prima volta la tecnica di osteotomia Nelle fasi iniziali la degenerazione articolare di ginocchio è tibiale prossimale allo scopo di diminuire il sovraccarico me- generalmente limitata a uno solo dei compartimenti dell’ar- diale [6]. Successivamente Coventry, nel 1965, descrivendo ticolazione femoro-tibiale e, per questo, l’importanza della l’osteotomia di sottrazione a cuneo laterale prossimalmente sua salvaguardia e risparmio è da sempre uno dei principali alla tuberosità, introdusse una metodica tra le più utilizzate obiettivi perseguiti nella gestione del paziente. ancor oggi insieme alle più recenti tecniche in apertura [7]. 150
Fig. 1 - a Kinespring Device. b Atals System Fig. 2 - Impianto Kinespring Device in Rx AP e LL Indipendentemente dalla tipologia, sottrazione o addizione, più fisiologica sull’intera superficie articolare. Il dispositivo, e dalla tecnica chirurgica effettuata, le osteotomie rappresen- KineSpring device (Moximed, Hayward, CA, USA) è nato, tano un trattamento chirurgico non reversibile spesso as- quindi, con lo scopo di inserirsi tra le metodiche conserva- sociato a complicanze e a un decadimento dei risultati nel tive e quelle correttive chirurgiche. Il dispositivo, la cui con- tempo [8]. formazione e struttura hanno subito negli anni una conti- Moorman e collaboratori [9] hanno condotto uno studio al- nua evoluzione, fino ad arrivare all’ultima versione dal nome lo scopo di conoscere e valutare le preferenze del paziente Atlas System (Fig. 1), è costituito da due placche, una femo- giovane adulto con artrosi sintomatica nella scelta del trat- rale e una tibiale, a stabilità angolare in lega di titanio colle- tamento a cui essere sottoposto. L’analisi dei risultati ha mo- gate tra loro da un ammortizzatore prima metallico poi ri- strato nei pazienti più giovani e attivi una netta inclinazione verso metodiche mini-invasive e a risparmio tissutale. vestito in policarbonato uretano. L’impianto dei dispositivi avviene senza resezioni ossee, sacrificio di legamenti e senza KineSpring device e Atlas® System (Moximed, Hayward, violare la capsula articolare con un ammortizzatore situato CA, USA) nel tessuto sottocutaneo del compartimento mediale super- ficialmente al legamento collaterale mediale (Fig. 2). La cine- Nel 2011 Clifford e colleghi [1] hanno presentato un’opzio- matica del dispositivo accompagna quella articolare con un ne chirurgica alternativa, mini-invasiva e reversibile, in gra- sistema di doppia giunzione sferica, permettendo una com- do di ridurre, in pazienti con artrosi precoce, il carico assiale pleta intra/extra-rotazione, 50° di angolazione in varo-valgo del compartimento mediale e ridistribuire questo in maniera e 155° di flesso-estensione. 151
L’ultima versione del dispositivo può assorbire un carico Max FU 4,5 massimo di 13 kg in estensione completa, corrispondente Tegner alla riduzione di peso corporeo necessaria a migliorare le 3,5 funzionalità e a ridurre il dolore nei pazienti con gonartro- 0 si [10]. Il risparmio tissutale rende l’impianto rimovibile e Max FU l’intervento reversibile. Lysholm 90 99 40 60 Review della letteratura 0 Max La letteratura internazionale manca al momento di studi che FU 75 92 forniscano risultati clinici e funzionali a medio e lungo ter- IKDC mine dall’impianto dei dispositivi KineSpring Device e Atlas 40 57 0 System. Hyes et al. [11] hanno riportato i risultati clinici e funzionali di due pazienti valutati a un follow-up massimo Max FU di 3 anni utilizzando le scale di valutazione Western Ontario 2 0 VAS and McMaster Universites (WOMAC) e Knee Society Score 6 0 6 (KSS), con significativo miglioramento di tutti i parametri Max valutati in termini di risoluzione della sintomatologia dolo- 100 Funzione FU 95 rosa e recupero funzionale. London e collaboratori [12] han- no invece riportato i risultati a breve termine di 99 pazienti 79 40 0 con un follow-up medio di 17 mesi. Lo studio ha evidenziato una significativa riduzione della sintomatologia dolorosa e Ginocchio Max FU 94 88 un miglioramento della funzionalità articolare indipenden- temente dal genere, età, BMI e grado artrosico del paziente. KSS 60 62 Madonna et al. [13] hanno prospetticamente valutato 53 pa- 0 zienti riportando un miglioramento statisticamente signifi- 32 ± 24 −79% cativo a 3, 6 e 12 mesi alle scale di valutazione WOMAC, Li- Max FU sholm Score, International Knee Documentation Commitee 25 25 0 (IKDC) e Visual Analogue Scale (VAS). Lo studio ha però ri- 52 ± 21 Rigidità portato anche 5 casi di revisione dell’impianto (2 artrolisi dei tessuti peri-impianto, 2 rimozioni del dispositivo per dolo- 50 40 50 0 re locale a 8 e 10 settimane post-operatorie e una rimozione per infezione del sito chirurgico) (Tabella 1). 22 ± 18 −91% In letteratura sono inoltre presenti diversi case report. Ubol- Max FU di e colleghi [14] hanno riportato il caso clinico di un pa- 10 25 5 ziente con artrosi del compartimento mediale, in esiti di me- Funzione 44 ± 18 niscectomia, trattato con impianto di KineSpring e sostituto meniscale in poliuretano (Fig. 3). Lo studio ha mostrato la 41 35 44 0 risoluzione della sintomatologia dolorosa e un completo re- Tabella 1 Risultati clinici riportati in letteratura cupero funzionale a due anni dall’impianto. Nonostante il 20 ± 18 −92% basso numero di pubblicazioni sono presenti anche alcuni Max FU case report riportanti fallimenti precoci dell’impianto. Citak 35 25 5 e collaboratori [15] hanno descritto il caso clinico di un pa- WOMAC 45 ± 17 ziente con degenerazione articolare precoce con fallimento Dolore meccanico dell’impianto per rottura dell’ammortizzatore a 50 40 40 0 7 mesi dal trattamento chirurgico (Figg. 4 e 5). Bowditch [16] ha invece riportato un fallimento a sole 6 set- Caso 1 Caso 2 timane dovuto a un’infezione subacuta del sito chirurgico da Stafilococco coagulasi negativo. Schauttler [17] ha recen- Madonna et al. Shuttler et al. London et al. temente pubblicato un caso clinico con fallimento dell’im- Uboldi et al. Miller et al. Haves et al. pianto a 18 mesi da metallosi, innalzamento ematico degli ioni cromo di 7 volte superiori rispetto alla norma (2,9 mi- crogrammi/litro) e lesione della capsula articolare (Fig. 6). 152
Fig. 5 - Estesa metallosi del dispositivo (da [15]) Fig. 3 - Scaffold meniscale in poliuretano impiantato in associazione a Kinespring Fig. 6 - Vista artroscopica del compartimento mediale con lesione della capsula e penetrazione dell’impianto nello spazio articolare (da [17]) descritte in letteratura pongono domande sulla reale mini- invasività del sistema e sulla sua sicurezza a lungo termi- Fig. 4 - Rottura meccanica dell’ammortizzatore (da [15]) ne. L’evoluzione tecnologica di questa tipologia di dispo- sitivi è tuttora in atto. Recentemente è stato avviato un nuovo trial clinico presso l’Ohio State University per valutare Anche Wolf, qualche anno dopo [18], ha riportato un ca- un’ulteriore evoluzione del sistema [20]. so clinico con mobilizzazione, metallosi e innalzamento dei valori ematici dello ione cromo (6 microgrammi/litro) a 3 anni dall’impianto (Tabella 1). Una delle più recenti pubbli- C ONFLITTO DI INTERESSE Gli autori Francesco Mattia Uboldi, Pietro Zedde, Federica Denti, Leonardo Puddu, Sebastiano Cudoni dichiara- cazioni riporta la conversione a protesi totale di ginocchio in no di non avere alcun conflitto di interesse. un paziente di 75 anni dopo 7 anni di risultati soddisfacenti [19]. C ONSENSO INFORMATO E CONFORMITÀ AGLI STANDARD ETICI Tutte le procedure descritte nello studio e che hanno coinvolto esseri umani Conclusione sono state attuate in conformità alle norme etiche stabilite dalla di- chiarazione di Helsinki del 1975 e successive modifiche. Il consenso I nuovi sistemi extracapsulari di scarico del compartimen- informato è stato ottenuto da tutti i pazienti inclusi nello studio. to mediale presentano ancor oggi un razionale perseguibi- le, seppur sia ancora necessario valutarne i risultati clini- H UMAN AND A NIMAL R IGHTS L’articolo non contiene alcuno studio ci e funzionali a medio e lungo termine. Le complicanze eseguito su esseri umani e su animali da parte degli autori. 153
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