Sir András Schiff - Società del Quartetto di Milano

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Sir András Schiff - Società del Quartetto di Milano
Sir András
Schiff
                                                           Foto © Priska Ketterer

STAGIONE 2017 | 18   martedì 16 gennaio 2018 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
Di turno                                          Direttore artistico
Ilaria Borletti Buitoni                           Paolo Arcà
Antonio Magnocavallo

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LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO

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È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video,
anche con il cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:
• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici
• evitare colpi di tosse e fruscii del programma
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista
Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Felix Mendelssohn
(Amburgo 1809 - Lipsia 1847)

Fantasia in fa diesis minore op. 28 (ca. 10’)

Ludwig van Beethoven
(Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sonata n. 24 in fa diesis maggiore op. 78 (ca. 11’)
I. Adagio cantabile - Allegro ma non troppo II. Allegro vivace

Johannes Brahms
(Amburgo 1833 - Vienna 1897)

Otto Klavierstücke op. 76 (ca. 30’)

Intervallo

Johannes Brahms
Sette Fantasien op. 116 (ca. 24’)

Johann Sebastian Bach
(Eisenach 1685 - Lipsia 1750)

Suite inglese n. 6 in re minore BWV 811 (ca. 25’)
I. Prélude II. Allemande III. Sarabande et Double IV. Gavotte I et II
V. Gigue

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Intorno a Brahms

L’opera pianistica di Johannes Brahms, in particolare quella dell’ultima
stagione, è la sintesi esemplare di un estremo rigore formale coniugato
alla sensibilità romantica. Il compositore si rifà alla tradizione del
contrappunto severo bachiano, costruendo nel contempo, in spazi
temporali relativamente piccoli, momenti di grande contrasto
d’atmosfera e di carattere di stampo beethoveniano, già anticipati da
Mendelssohn della Fantasia op. 28. La capacità di generare l’intera
struttura formale di un’opera da pochi e semplici elementi, ereditata
da Beethoven, attraverso Brahms guiderà le scelte compositive di
Schönberg e Berg.

Mendelssohn - Fantasia in fa diesis minore op. 28

Cinque sono le grandi opere per pianoforte scritte da Mendelssohn: le
op. 28, 35 e 54 vengono pubblicate quando l’autore è ancora in vita, le
op. 82, 83 postume.

Caratterizza la Fantasia di Mendelssohn l’ampia
indagine dello spazio armonico

La versione finale dell’op. 28 data 1833 ed è pubblicata col titolo Fantasia
nel 1834, ma era precedentemente nota come Sonate écossaise;
venne scritta certamente prima del 1829, anno in cui il compositore
intraprese il suo primo viaggio a Londra. Lo sappiamo dalla sorella
Fanny che, in una lettera del 27 maggio 1829, gli confidò di eseguire
spesso la sua “Sonate écossaise”; ed è plausibile che l’idea degli accordi
di quinta e l’ispirazione melodica del brano derivino dalle musiche

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cosiddette “scozzesi” che circolavano in quegli anni sul continente. Il
titolo Fantasia ci permette invece di individuare i riferimenti profondi
che sono certamente da rilevarsi nella mistura dei generi (sonata e
fantasia) tipici delle due Sonate quasi una Fantasia op. 27 di Beethoven.
In generale, caratterizzano la Fantasia di Mendelssohn, oltre ai già citati
accordi di quinte, l’ampia indagine dello spazio armonico, la particolare
tecnica legata all’uso dei pedali, i grandi e drammatici crescendo
dissonanti; tutte tecniche che ritroveremo nei successivi lavori, quali
ad esempio la Sinfonia scozzese. L’op. 28 è costituita da tre movimenti
che si succedono senza separazione con il loro progressivo aumento di
tempo: un Andante dal carattere melanconico, un Allegro con moto (vero
e proprio scherzo con trio) al quale segue dopo una pausa coronata,
il Presto finale connotato da una grande energia, dettata dalle rapide
figure scalari discendenti e dai veloci arpeggi che non si interrompono
nemmeno quando appare il secondo elemento tematico cantabile.
Termina il brano la coda finale che arriva dopo un crescendo con fuoco
che si stabilizza su di un fortissimo, che va a concludere su di un trillo
seguito dai due accordi di dominante e tonica di grande effetto.

Beethoven - Sonata n. 24 in fa diesis maggiore op. 78

Dopo l’op. 57, la famosa Appassionata, passano tre anni prima che
Beethoven scriva sonate per pianoforte. Nell’autunno del 1809,
il compositore si dedicò con intensità allo studio delle opere di
Johann Sebastian Bach e del figlio Carl Philipp Emanuel. I risultati
di tali approfondimenti confluiranno nel primo caso nella Sonata in
programma, nel secondo nella Fantasia op. 77, entrambe del 1809. Il
modello Preludio e Fuga si trasfigura nei due movimenti della Sonata

Il modello Preludio e Fuga si trasfigura nei due
movimenti della Sonata in fa diesis maggiore

in fa diesis ed il ritorno a Bach diventa il modo di attingere alle sorgenti
della scrittura armonica, mettendo in discussione il genere e la forma
della sonata. La testimonianza che le op. 77 e 78 appartengano ad
una stessa linea di pensiero evolutiva sta nel fatto che Beethoven in
una lettera al proprio editore (Breitkopf & Härtel) dichiari che per lui è
indifferente se le due nuove composizioni verranno pubblicate con un

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solo numero d’opera o in modo distinto.
L’op. 78 è costituita da due movimenti: il primo è un Allegro ma non
troppo preceduto da un Adagio cantabile di quattro misure; il secondo
un Allegro vivace. Le quattro battute iniziali avviano in modo epigrafico la
Sonata nello spirito dell’improvvisazione. Un pedale di fa diesis sostiene
una linea melodica che si estende fino alla dominante. Improvvisazioni
alla ricerca di materiali possibili: accordi di seste, linee ascendenti,
mordenti e broderies. L’Allegro ma non troppo esordisce con un primo
tema lirico, a cui segue un progressivo arricchimento melodico,
costituito da più motivi che sottolineano il movimento e la velocità. A
questo primo tema se ne lega un secondo, dolce, connotato da terzine
di crome. Lo sviluppo è piuttosto breve, incentrato sulle modulazioni del
primo tema e seguito da una più ampia ripresa.
Nel secondo movimento, Allegro vivace, si intrecciano due temi, in
una forma prossima a quella del Rondò. Fioriti arabeschi si inseguono
nelle due mani. La linea tematica, interrogativa e di carattere ritmico,
sovrintende due importanti sviluppi modulanti. Qui è già presente il
Beethoven più tardo, quello delle continue trasformazioni degli elementi
musicali. La Sonata si chiude con una sorpresa: una coda che richiama
l’idea motivica principale del primo tempo.

Therese von Brunsvik è stata a lungo identificata
con l’immortale amata (a torto, oggi lo sappiamo),
e l’op. 78 diventerà presto nota con l’appellativo di
Thérèse-Sonate.

Di certo, questa composizione non merita gli strali di Vincent D’Indy
che ritiene l’op. 78 «insipida», un «campionario di passi pianistici privi
di interesse», «l’opera più insignificante di tutta la ‘seconda epoca’
creatrice di Beethoven», chiedendosi pure chi potrà ammettere «che
anche la sola opera dedicata alla contessa von Brunsvik possa essere
stata indirizzata alla destinataria di quelle lettere appassionate che tutto
il mondo conosce». Therese von Brunsvik è stata a lungo identificata
con l’immortale amata (a torto, oggi lo sappiamo), e l’op. 78 diventerà
presto nota con l’appellativo di Thérèse-Sonate.

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Brahms - Otto Klavierstücke op. 76
- Sette Fantasien op. 116

L’op. 76 del 1878 è l’emblema di una svolta poetica che porta il
compositore di Amburgo ad abbandonare le grandi strutture in favore
di pezzi più brevi, i Charakterstücke: i timbri richiamano certe sfumature
tenebrose degli anni giovanili; la forma è per lo più libera, la tecnica
compositiva è incentrata su quella che Schönberg definirà «developing
variation», fusione di sviluppo e variazione.
I Klavierstücke vennero pubblicati in due volumi per questioni di
convenienza editoriale; nel primo troviamo due Capricci seguiti da
due Intermezzi, nel secondo i due Intermezzi sono inframezzati a due
Capricci. Il Capriccio n. 1 fu composto già nel 1871 per il cinquantesimo
compleanno di Clara Schumann; quest’ultima - raffinata pianista -
trovava questo cammeo di estrema difficoltà tecnica. Il secondo

… in questi pezzi più brevi i timbri richiamano
certe sfumature tenebrose degli anni giovanili

Capriccio, in si minore, rimanda nelle intenzioni al Momento Musicale in fa
minore di Schubert. L’arte sopraffina della variazione brahmsiana emerge
qui presentando il tema in modo sempre differente, chiudendo con
una Coda delicata di rara finezza armonica. I due Intermezzi successivi,
definiti da Clara Schumann due «piccole perle», sono permeati di
grande profondità e tenerezza. Il primo, in la bemolle maggiore, si
presenta come una semplice forma ternaria ABA, con una rimembranza
di B nella chiusa finale. L’Intermezzo in si bemolle è una forma sonata in
miniatura, che con le sue note legate ricorda Les Baricades Mistérieuses
di François Couperin. Questo riferimento non è certo un caso, poiché
Brahms conosceva molto bene le opere del cembalista francese grazie
alla sua collaborazione per la realizzazione dell’edizione Chrysander. Il
Capriccio in do diesis minore è giocato sul contrasto dei metri, tre quarti
e sei ottavi. Anche il successivo Intermezzo scommette sul contrasto
ritmico, che qui dà vita ad una figura dondolante dove il tratto armonico,
nel segno bachiano, diviene presto sostegno di una linea melodica di
spiccato carattere vocale.
Il Capriccio finale, in do maggiore, ha un profilo toccatistico con la
presenza di temi volutamente mai definiti. Ritorna nella parte centrale

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l’ossessione brahmsiana dell’emiolia (ovvero dell’alternanza di accenti
binari e ternari) nella densità di arpeggi e accordi, che lasciano infine
spazio alla poesia della coda conclusiva.
L’op. 116 (1892) apre l’ultima fase brahmsiana, intimista e meditativa.
Accosta sette pezzi: tre capricci e quattro intermezzi nei quali i pochi
motivi base vengono sviluppati attraverso la tecnica della variazione,
circolando tra i diversi brani. L’ombra di Paganini aleggia sul primo
Capriccio, un Presto energico in ottave. Il secondo brano è l’Intermezzo in
la minore, un andante gentile, quasi una sarabanda. Segue il Capriccio
in sol minore, l’unico del gruppo ascrivibile a tutto tondo al genere
Fantasia: al lirismo della sezione centrale si contrappongono le due parti
estreme. I tre Intermezzi che seguono sono legati tra loro dall’alternanza
di impianto tonale: maggiore, minore, maggiore. Chiude la raccolta il
Capriccio in re minore ricco di contrasti, costituito da gesti decisi ed
agitati, caratterizzato da un Trio centrale, giocato sul passaggio della
linea melodica da una mano all’altra.

Bach - Suite inglese n. 6 in re minore BWV 811

Le Suite inglesi non presentano alcun tratto peculiarmente britannico.
Bach inizialmente le battezzò Préludes avec leurs Suites e poi Suites avec
Prélude. Due le ipotesi legate al titolo: Nikolaus Forkel (primo biografo di
J.S. Bach), trovando una copia realizzata dal figlio più giovane di Bach,
Johann Christian, sulla quale vi era scritto «Fait pour les Anglois», deduce
che l’opera sia stata scritta per un distinto inglese; l’altra ipotesi, più
attendibile, è che Bach sia stato indotto alla composizione della raccolta
dopo lo studio delle Suites di Dieupart, che a Londra insegnava. L’anno
esatto di composizione non è noto, ma i riferimenti ad altre musiche
dell’età giovanile ed altri indizi lasciano intendere che il compositore
le abbia iniziate durante il proprio soggiorno a Weimar (1715), per poi
concluderle nel periodo di Köthen (1723).

La composizione della raccolta avviene forse dopo
lo studio delle Suites di Dieupart, che a Londra
insegnava

Nella Suite inglese n. 6 in re minore, il Preludio, di notevoli dimensioni,
presenta come un concerto barocco un movimento lento, seguito da
un complesso Allegro in stile contrappuntistico imitativo. Nell’Allemande
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ritroviamo tutta la gravità dello stile tedesco compenetrato nella
ricchezza delle diminuzioni. Elegante come sempre la Courante. La
Sarabande è contraddistinta dalla presenza del Double, ripetizione
variata della danza, uno tra i pochi esempi rimasti di mano dell’autore.
Poi le due Gavotte: la prima nella tonalità d’impianto, la seconda alla
tonalità relativa minore. La linea melodica della prima delle due Gavotte
ha una curiosa identità con la canzone di lotta Bandiera Rossa, nello
specifico in quella parte dove il testo recita: «bandiera rossa la trionferà».
La seconda Gavotte, in re minore, è una musette di delicata grazia, che
ci accoglie nel tranquillo dondolio delle note affidate alla mano sinistra.
Il momento elegiaco e sereno delle due Gavotte è spezzato dalla forte
irruenza della Gigue. Qui le terzine di sedicesimi, che spesso insistono al
loro interno su di una nota più grave, vengono contrappuntate da note
isolate che segnano i quattro tempi (tactus) della battuta. Lunghi trilli
alternati tra le due mani precedono le due battute finali della danza.

		Maurizio Tassoni
		Conservatorio “G. Verdi” di Milano
                  Laureando in Discipline storiche,
                  critiche e analitiche della musica

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“Attraverso il pianoforte metto in dialogo le culture dell’Europa”

András Schiff pianoforte

Nato a Budapest nel 1953, András Schiff ha iniziato a studiare pianoforte
a cinque anni con Elisabeth Vadász. Ha poi proseguito gli studi
all’Accademia Liszt con Pál Kadosa, György Kurtág e Ferenc Rados e
infine a Londra con George Malcolm.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti
internazionali tra i quali la nomina a membro onorario del Beethoven-
Haus di Bonn (2006), il Premio Abbiati (2007) e la medaglia della
Wigmore Hall di Londra (2008). Nel 2011 ha meritato il Premio “Robert
Schumann” e, nel 2012, la medaglia d’oro della Internationale Stiftung
Mozarteum e la nomina a membro onorario del Wiener Konzerthaus e
membro speciale del Balliol College di Oxford. È stato inoltre insignito
della Croce al merito della Repubblica federale tedesca. Nel dicembre
2013 ha ricevuto la medaglia d’oro alla carriera della Royal Philharmonic
Society; nel 2014 è stato insignito dalla Regina Elisabetta della
onorificenza di KBE (Knight Commander of the Most Excellent Order
of the British Empire, Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico) e ha
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ricevuto la laurea honoris causa dell’Università di Leeds.
Ospite delle maggiori orchestre in tutto il mondo e dei maggiori festival,
nel 1999 ha fondato una propria orchestra da camera, la “Cappella
Andrea Barca” con la quale lavora, come con la Philharmonia Orchestra
di Londra e la Chamber Orchestra of Europe, nel duplice ruolo di
direttore e solista. Nel 1989 ha fondato il festival “Musiktage Mondsee”
e, con Heinz Holliger nel 1995, i “Concerti di Pentecoste” di Ittingen
in Svizzera. Dal 1998 anima a Vicenza una serie di concerti “Omaggio
a Palladio”. “Artist in residence” per la stagione 2007/08 dei Berliner
Philharmoniker, è “in residence” presso la nostra Società per l’esecuzione
integrale delle Sonate di Beethoven nelle stagioni 2012/13 e 2013/14.
Tra le sue incisioni ricordiamo l’integrale dei concerti di Beethoven con
la Staatskapelle di Dresda e Bernhard Haitink e quella dei concerti
di Bartók con la Budapest Festival Orchestra e Ivan Fisher. Nel 2012
ha meritato l’International Classic Music Award per l’incisione delle
Geistervariationen di Schumann.
Dal 2006 collabora con la casa editrice Henle al progetto di
pubblicazione di tutti i Concerti per pianoforte di Mozart nella versione
originale. Nel 2007 ha inoltre pubblicato un’edizione del Clavicembalo
ben temperato di Bach.
È professore onorario alle Musikhochschulen di Budapest, Detmold e
Monaco di Baviera.
È stato ospite della nostra Società nel 1988, 1993, 1998, 2000, 2006,
2007, 2008, 2009, due volte nel 2010, nel 2011, nelle stagioni 2012/2013
e 2013/2014 con i sei concerti dell’integrale beethoveniana, nel 2016 in
recital e in duo con la violinista Yuuko Shiokawa, nel 2017 con tre recital
dedicati a Bach, Bartók, Janáček e Schumann.

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Premio
Sergio Dragoni
A CASA VERDI... QUASI UN TALENT SHOW MUSICALE

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                                      info@quartettomilano.it
                                      Società del Quartetto di Milano
                                      via Durini 24 - 20122 Milano
I GIOVANI VINCITORI                   Tel 02 795 393
DEL PREMIO DEL CONSERVATORIO          www.quartettomilano.it
DI MILANO 2017
                                      BIGLIETTI
La giuria del concorso
                                      Ingresso € 2
è formata dai musicisti
Ospiti di Casa Verdi                  IN VENDITA PRESSO

piazza Buonarroti 29, Milano          Società del Quartetto
                                      via Durini 24, Milano,
il giovedi dalle ore 17 alle ore 18   da lunedì a venerdì
                                      ore 13,30 - 17,30
                                      Casa Verdi
                                      piazza Buonarroti 29, Milano,
                                      a partire dalle 16,15 nei giorni
                                      di concerto

                                      DATE
                                      gennaio 11, 18
                                      febbraio 1, 8, 15, 22
                                      marzo 1, 8, 15, 22
                                      aprile 5, 12, 19
                                      maggio 3, 10, 17, 24, 31

12
Quartetti
 d’Italia
 A VILLA NECCHI CAMPIGLIO
 Via Mozart 14 Milano

                                       20.1 Quartetto Echos
                                             Haydn Vacchi Schumann

     Quartetto Dàidalos         27.1
Beethoven Dodaro Verdi

                                                3.2 Quartetto Maurice
                                                      Bach Fedele Šostakovič

        Quartetto                                       10.2 Quartetto Fauves
      di Cremona          9.3                                  Mozart Galante Borodin
Webern Beethoven

                                                        24.3 Quartetto Indaco
                                                             Mozart Boccherini
                                                               Schubert Puccini
                                                               Stravinskij Sollima

                                               28.4 Quartetto Epos
                                                    Haydn Dall’Ongaro
                                                      Schubert

 INFORMAZIONI                            BIGLIETTI                                9.3

 Società del Quartetto di Milano         Ingresso intero                € 10    € 20
 via Durini 24 - 20122 Milano            Socio FAI                      €5      € 10
 Tel 02 795 393                          Socio Società del Quartetto    €5      € 10
  www.quartettomilano.it                 Under 26                       €5      €5
 info@quartettomilano.it

  IN VENDITA PRESSO

 Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30
 Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)
 Punti vendita Vivaticket
 Online su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it
 da un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

  in collaborazione con

                                                                                  13
Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto
                 e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi
musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di
attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf
Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi,
ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai
Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per
il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore
Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888),
Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888),
Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888),
Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985),
Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006),
Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi
Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli,
Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,
Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega,
Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti
Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini,
Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni,
Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe,
Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini
I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)
Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli,
Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,
Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone,
Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure,
Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante,
Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè,
Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo,
Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho,
Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana,
Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene,
Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam,
Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani,
Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori
Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre,
Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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Tel 02 795 393 | info@quartettomilano.it
via Durini 24 - 20122 Milano |
www.quartettomilano.it

Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto
ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con:

CONSERVATORIO “G. VERDI”
Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica
PROGETTO NOTE DI SALA
Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi,
Maurizio Tassoni
		 Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche
		e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI
PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK
Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi
		Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN
PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA
Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna
Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico
Sartori, Giulia Sigismondi
		Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design,
		Sara Canavesi assistente triennale
		                    Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO
Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela
Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo
		Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata,
		Sabrina Radice assistente Master
		                    Docente: Silvia Lelli

                                                                                          15
PROSSIMO CONCERTO martedì 23 gennaio 2018, ore 20.30

   SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

   Katia e Marielle Labèque
   pianoforte
   Le sorelle Labèque da molti anni formano un duo che il Quartetto
   conosce fin dall’esordio nel 1980. Marielle riservata e riflessiva, Katia
   estroversa e impulsiva, hanno caratteri assai diversi. Ma c’è assoluta
   intesa sul piano musicale e perfetta identità di vedute nella scelta
   del repertorio. Prediligono sempre nuove strade: questo vale sia
   nell’interpretazione di autori consolidati (Mozart, Schumann, Ravel), sia
   nella scelta delle novità. Il programma è centrato sull’aureo decennio
   di primo Novecento a Parigi, con un lavoro di Debussy scritto per due
   pianoforti e una versione pianistica della rutilante partitura orchestrale di
   Stravinskij e si chiude con il lavoro di Philip Glass del 2008 che le sorelle
   Labèque portano da allora in giro per il mondo.

      “La musica esprime ciò che non può essere detto
        e su cui è impossibile rimanere in silenzio”
                              Victor-Marie Hugo

CLASSICA HD
 MUSICA PER
I TUOI OCCHI
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