Manuela Custer Diego Mingolla - mezzosoprano 10 maggio 2018 - Amici della musica Sondalo
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10 Concerto in abbonamento
55º anno dalla fondazione
Stagione Sinfonica
2017/2018
Manuela
Custer mezzosoprano
Giovedì
10 maggio
Diego Mingolla
pianoforte
2018
ore 20.45La 55ª stagione 2017-2018 è realizzata in collaborazione con:
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
orchestra in residenza del Teatro Sociale di Sondrio
con il sostegno di:
PROVINCIA DI SONDRIO
COMUNE DI SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
con il contributo di
B.I.M. BACINO IMBRIFERO MONTANO DELL’ADDA
FONDAZIONE PRO VALTELLINA ONLUS
FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE
ASSOCIAZIONE ALPINSCENA, Sondrio (Progetto PERFORMARE)
AMICI DELLA MUSICA
SONDALO Consiglio direttivo in carica per il triennio 2017/18 - 2019/20
Periodico di cultura
musicale e spettacolo NOMINA ASSEMBLEARE:
Sergio Dagasso, presidente
Direttore Responsabile: Edoardo Trinca Colonel, vicepresidente - Roberto Spagnoli, segretario
IRENE TUCCI
Silvia Bettini, Franca Della Patrona, Flavia Gobbi Frattini,
Editore: Annalisa Graneroli, Marco Leone, Massimo Brambilla, Lucio Schiantarelli,
AMICI DELLA Carlo Varenna, consiglieri
MUSICA, Sondalo
Autorizzazione Tribuna- NOMINA CONSIGLIARE:
le di Sondrio nr. 214 Comitato artistico: M.o Lorenzo Passerini, direttore musicale -
Registro Stampa del M.o Piergiorgio Ratti, compositore in residenza
2.10.1990 Gianna Manoni, settore danza - Ernesto Colombo, consulente e segretario
Stampa: Collaboratori:
Lito Polaris - Sondrio M.o Alfonso Alberti, autore testi di sala - Ivan Mambretti, ufficio stampa
Bianca Bianchi e Alba Pasquinoli, biglietteria - Erminia Peiti, soci
Daniela Maffi, rapporti con la Scuola - Jacques Guilbaud, palcoscenico
Carlo Bonazzi, Elisabetta Mevio e Elia Maria Tomè, sala teatro e foyer
Bruno Pozzi, servizi tecnici
Associazione Amici della Musica, Sondalo
Via Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO) - Tel. 348 3256939 - Fax 0342 803082
www.amicidellamusica.org - info@amicidellamusica.org
Cod. Fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145Programma Claudio Monteverdi (1567-1643)
Sì dolce è ‘l tormento (da Ariose vaghezze)
Alessandro Scarlatti (1660-1725)
Già il sole dal Gange
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
An Chloe (K.524)
Manuela Gioachino Rossini (1792-1868)
Anzoleta avanti la regata (da La regata veneziana)
Custer Vincenzo Bellini (1801-1835)
mezzosoprano Vaga luna che inargenti
Alfredo catalani (1854-1893)
Le rouet [pianoforte solo]
Diego Gaetano donizetti (1797 -1848)
Mingolla Il Pescatore
Giuseppe Verdi (1813-1901)
pianoforte Stornello
Hector Berlioz (1803-1869)
Villanelle (da Les nuits d’été, op.7)
Franz Schubert (1797-1828)
Der Tod und das Mädchen (D. 531)
Felix Mendelssohn (1809-1847)
Romanza senza parole, op.27 n. 2 [pianoforte solo]
Eric Satie (1866-1925)
La Diva de l’Empire
Eduardo Di Capua (1865-1917)
I’ te vurria vasà
Domenico modugno (1928-1994)
Mio caro autunno
Luigi tenco (1938-1967)
Mi sono innamorata di te
Ennio morricone (1928)
Playing Love (da La leggenda del pianista sull’Oceano)
Joseph m. Lacalle (1859-1937)
Amapola
COLE PORTER (1891-1964)
Night and Day (da Gay divorce)
Leonard bernstein (1918-1990)
What a Movie (da Trouble in Thaiti)
Lennon /McCartney
Ticket to rideGemelle «Sono la musica e la poesia tanto simili, e di natura congiunte, che può
ben dirsi, non senza misterio di esse favoleggiando, ch’ambe nascessero
in Parnaso ad un medesimo parto in Parnaso. [...] né solamente si rassomigliano
queste due gemelle nell’aria, nelle fattezze, ma di più godono ancora
della rassomiglianza degli abiti e delle vesti. Se muta foggie l’una, can-
gia guise anche l’altra. [...] Se il poeta inalza lo stile, solleva il musico
il tuono. Piagne, se il verso piagne, ride, se ride, se corre, se resta, se
priega, se niega, se grida, se tace, se vive, se muore, tutti questi affetti,
ed effetti, così vivamente da lei vengon espressi, che quella par quasi
emulazione, che propriamente rassomiglianza dè dirsi».
Fra le tantissime pagine che si potrebbero citare sui rapporti fra musica
e parola scegliamo queste righe (parte di una dedica alla duchessa di
Urbino) che verso fine Cinquecento Luzzasco Luzzaschi fece stampare
all’inizio del suo sesto libro di madrigali. La musica e la poesia sono tanto
simili che si possono dire gemelle in Parnaso. E non si assomigliano
solo in sé, ma si vestono anche alla stessa maniera. Come si presenta
la poesia, così risponde la musica: al piangere col piangere, al ridere col
ridere, e così via con una serie di verbi che Luzzaschi sceglie ad arte,
a coppie associate per senso o per rima (priega/nega), concludendo
con l’opposizione vive/muore: sì, c’è anche la parola che vive e quella
che muore, e similmente risponderà la musica.
Ascoltare un recital di canto che come questo spazia su diversissime
epoche e stili è una vera avventura e l’ascoltatore–esploratore avrà a
disposizione fili diversi per seguire il cambiare dei paesaggi. Da un lato,
per esempio, potrà seguire il mutare del linguaggio musicale durante le
epoche: si parte nientemeno che dal Claudio Monteverdi (1567–1643)
di Sì dolce è ‘l tormento dalle Ariose vaghezze, in un’epoca in cui an-
cora non erano definiti i contorni di quella cosa che poi ha funzionato
per diversi secoli, ossia il sistema tonale. Quel sistema per cui, sia pur
nelle enormi diversità, sentiamo che la lingua di Mozart ha qualcosa in
comune con quella di Schubert e con quella di Verdi. E procedendo
poco per volta, passando da Già il sole dal Gange di Alessandro Scar-
latti (1660–1725) e poi parecchio indugiando presso il grande repertorio
italiano (ma non solo: una tappa meno consueta è per esempio la Villa-
nelle da Les nuits d’été op. 7 di Hector Berlioz (1803–1869)) si arriverà
a Cole Porter e colleghi, che allargano i confini di questa tonalità per
accogliere suggestioni diverse, come quelle del jazz. Senza dimenticare
le bizzarrie di Eric Satie (1866–1925), che già a inizio Novecento tutto
voleva scombinare con la sua ironia: di lui ascoltiamo La Diva de l’Empire.
Il paesaggio cambierà anche al cambiare del trattamento della voce. Un
conto è la voce in An Chloe K 524 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756
–1791), voce che per tanti versi è ancora uno strumento come gli altri (eda qui derivano difficoltà tutte particolari); altra cosa è il bel canto di Vaga luna che inargenti di Vincenzo Bellini (1801–1835), meraviglioso filo che dipana i suoi arabeschi; altra cosa ancora è il “corpo” conquistato dalla voce in Giuseppe Verdi (1813–1901), per esempio nel suo Stornello. Cambieranno le tematiche dei testi, o talvolta le prospettive da cui si guarda un unico tema, spesso quello amoroso. In Monteverdi troviamo l’accettazione quasi masochistica della pena d’amore: «Sì dolce è ‘l tormento che in seno mi sta, / Ch’io vivo contento per cruda beltà. [...] Diletto né pace non scendano a me: / E l’empia ch’adoro / Mi nieghi ristoro / Di buona mercé: / Tra doglia infinita / Tra speme tradita / Vivrà la mia fé». (E quel “quasi” che abbiamo posto prima di “masochistica” si potrebbe senz’altro cancellare). In Mozart troviamo l’estasi dell’amore: «[...] il mio cuore batte e arde / e ti stringo, e bacio con passione le tue rosee gote, / cara fanciulla, ti tengo / tremante fra le mie braccia!» Mentre in Verdi l’amante non riamato si vendica e rende pan per focaccia: «Tu dici che non m’ami... anch’io non t’amo... / Dici non mi vuoi ben, non te ne voglio. / Dici ch’a un altro pesce hai teso l’amo. / Anch’io in altro giardin la rosa coglio». Si potrà seguire invece il mutare della lingua parlata, sia attraverso le epoche sia attraverso i luoghi: si ascolterà un brano in dialetto veneziano, Anzoleta avanti la regata da La regata veneziana di Gioachino Rossini (1792–1868) e più avanti invece uno in dialetto napoletano, I’ te vurria vasà di Eduardo Di Capua (1865–1917). Ma anche si potranno osservare i diversi rapporti fra musica e poesia, meravigliandosi di quanti modi diversi vi siano per interpretare le pa- role di Luzzaschi: «Sono la musica e la poesia tanto simili, e di natura congiunte, che può ben dirsi [...] ch’ambe nascessero ad un medesimo parto in Parnaso». Detta in sintesi, le principali e opposte modalità di musicare un testo sono quella strofica (frequentissima, anche in questo programma), in cui la musica si ripete periodicamente uguale a dispetto del variare del testo, e perciò si rinuncia a cercare l’aderenza istante per istante del suono alla parola, e quella che con difficile parola tedesca si chiama durchkomponiert (questa parola si potrebbe tradurre proprio: composta istante per istante). Uno splendido esempio di brano durchkomponiert è Der Tod und das Mädchen (La morte e la fanciulla) D 531 di Franz Schubert (1797–1828). «La fanciulla: Via, ah, sparisci! / vattene, barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va’, caro! / e non mi toccare. La morte: Dammi la tua mano, bella e dolce creatura! / sono un amico, non vengo per farti del male. / Su, coraggio! non sono malvagio, / dolcemente dormirai fra le mie braccia!» Questo testo brevissimo e straordinario ha alcuni aspetti
che paiono ovvi e che si capiscono da sé (una giovane fanciulla che teme la morte) e altri meno chiari. Il meno chiaro di tutti, di primo acchito, è la parola «caro», in tedesco «Lieber» con cui la fanciulla si rivolge alla morte: perché? Proprio questa parola è il cardine per rovesciare la prospettiva. Forse che la fanciulla in realtà desideri la morte, per motivi che ignoriamo, e tema questo proprio desiderio? Ma le possibilità inter- pretative diventano ancora più ricche nel momento in cui si ricorda una particolarità linguistica tedesca: «morte», «Tod», in tedesco è sostantivo maschile. Tutta la psicologia del dramma cambia, tenendo a mente que- sto fatto. Una giovane ragazza e un uomo sono in dialogo. Forse che il terrore della fanciulla sia anche o soprattutto la paura di una giovane di fronte all’esperienza amorosa? Questo testo straordinario ispira a Schubert un brano che segue il dialogo punto per punto. L’introduzione pianistica è cupa e mestamente ritmata. I versi impauriti della fanciulla portano la musica a cambiare, diventando improvvisamente concitata. Infine, quando a parlare è la morte, si torna al tempo iniziale e la melodia non è più nemmeno più una melodia, “in- cagliandosi” su una sola nota ribattuta, un re ripetuto sedici volte prima di abbozzare una semplicissima linea melodica. Ancora più esplicitamente durchkomponiert è Il pescatore di Gaetano Donizetti (1797–1848), splendida ballata in cui si ritrovano i luoghi ricorrenti di questo genere poetico: in particolare il tema fantastico (la dea del lago) e l’esito tragico, incarnato nell’immagine finale di un lago senza più presenze umane. Nei quasi dieci minuti di durata della ballata, Donizetti crea un percorso che fra recitativi, ariosi e un’aria vera e propria si modella sul testo poetico con esattezza e sensibilità. Il recital comprende poi anche due brani per pianoforte solo: Le rouet di Alfredo Catalani (1854–1893) e la Romanza senza parole op. 27 n. 2 di Felix Mendelssohn (1809–1847). E nella seconda parte del programma avrà luogo un percorso fra canzone napoletana, canzone d’autore, jazz e canzone americana. Insieme al già citato I’ te vurria vasà di Eduardo Di Capua si ascolteranno Mio caro autunno di Domenico Modugno (1928–1994), Mi sono innamorata di te di Luigi Tenco (1938–1967), Playing Love (da La leggenda del pianista sull’Oceano) di Ennio Mor- ricone (1928), Amapola di Joseph M. Lacalle (1859–1937), Night and Day (da Gay divorce) di Cole Porter (1891–1964), What a Movie (da Trouble in Tahiti) di Leonard Bernstein (1918–1990) e Ticket to ride di John Lennon (1940–1980)/Paul McCartney (1942). Non potendo approfondire il discorso su tutti i brani in queste righe ne scegliamo uno, che immaginiamo relativamente meno noto al pubblico italiano. Leonard Bernstein è molto noto in rapporto al musical, in partico- lare West Side Story, ma il compositore e direttore d’orchestra americano
scrisse pure opere, come Trouble in Tahiti (1952). È una vera opera,
cioè senza quei dialoghi parlati che inequivocabilmente distinguono
il musical, e un’opera scomoda, anche, perché la Tahiti del titolo non
è collocata in un’estrema ed esotica lontananza geografica, bensì è la
stessa America, reale e contemporanea, e reali sono anche i “troubles”,
i problemi che la minacciano. Una trentina d’anni dopo il romanzo culto
di Fitzgerald, il fallimento del sogno americano torna a ripetersi. Là il
grande Gatsby consacrava l’esistenza a un sogno impossibile, riuscendo
soltanto a crearsi un’esteriorità dorata pronta ad andare in pezzi. Qui,
nell’opera di Bernstein, Sam ha successo nel lavoro e nello sport, ha
una casa modello in un’ambita periferia, ma fallisce miseramente come
marito e padre. Una via d’uscita c’è ancora, Sam e Dinah sembrano
infine pronti a imboccarla e lì si interrompe l’opera, lasciando aperta la
questione se ci sarà o meno «a day whitout the dark dollar» (“un giorno
senza lo sporco dollaro”) e «a night whitout despair» (“una notte senza
disperazione”).
Parola è anche messaggio e di conseguenza impegno. In ogni epoca (la
cosa è risaputa nel caso di Verdi e del Risorgimento italiano) la musica
vocale si è messa volentieri in relazione col presente e col contesto
civile. È l’ultimo anello delle avventure che aspettano l’ascoltatore di un
recital vocale come questo, che promette di divertire e stupire con le
sue diversità.
Alfonso AlbertiManuela Custer, mezzosoprano
Nata a Novara da famiglia di origini sondriesi, si diploma al Conserva-
torio “G. Verdi” di Torino. La sua brillante carriera inizia con Elisabetta
regina d’Inghilterra (Enrico) al Teatro Regio di Torino e con L’enfant et les
sortileges a Lucerna proseguendo poi con Così fan tutte a Montecarlo,
Les Contes d’Hoffmann (Nicklausse) a Verona, Torino, Genova e Lille,
Juditha Triumphans di Vivaldi a Venezia, Salisburgo, Amsterdam e alla
Wiener Konzerthaus, Le nozze di Figaro (Cherubino) al Teatro Regio
di Torino, Orfeo e Bajazet al Festival di Istanbul, Giustino ed Arminio al
Konzertgebouw di Amsterdam e alla Chigiana di Siena, La Zingara al
Festival di Martina Franca, Capuleti e Montecchi all’Opera di Roma e
al Petruzzelli di Bari, Zelmira per Opera Rara al Festival di Edimburgo,
Il barbiere di Siviglia al Filarmonico di Verona, al Petruzzelli di Bari, alla
Fenice di Venezia, Cenerentola al Teatro Regio di Torino e a Petruzzelli di
Bari. A questi, si aggiungono via via titoli famosi ed altri rari del repertorio
con Faust all’Opera di Roma, Falstaff al Filarmonico di Verona, Genova,
alla Scala e a Bilbao, L’incoronazione di Poppea a Valladolid e al Teatro
de la Maestranza di Siviglia, Orlando finto pazzo di Vivaldi al Théâtre des
Champs-Elysées di Parigi, Pia de’ Tolomei con Opera Rara al Royal Fe-
stival Hall di Londra. Al Rossini Opera Festival di Pesaro Manuela Custer
è presente ne Il vero omaggio, La Gazzetta e La gazza ladra; seguonoOlimpiade alla Fenice di Venezia, Il diluvio universale di Donizetti con
Opera Rara a Sankt Gallen e Theatre Royal Drury Lane di Londra,
Tancredi al Teatro Regio di Torino, Didone alla Fenice di Venezia e alla
Scala, Orlando furioso all’Accademia di Santa Cecilia, La demoiselle
élue di Debussy alla Scala, Madama Butterfly in vari teatri. Ancora,
seguono Anna Bolena al Théâtre des Champs-Elysèes di Parigi,
Palermo e Lyon, Il califfo di Bagdad in Spagna, L’ italiana in Algeri a
Palma de Mallorca, Cordoba, Firenze, Dallas, Equivoco stravagante
a Bilbao, Albert Herring di Britten al Maggio Musicale Fiorentino, Le
rossignol di Strawinsky a Stresa diretta da Gianandrea Noseda.
La lunga serie di titoli dà la misura dell’eclettismo e della preparazione
tecnica dell’interprete.
Ha lavorato con i più importanti direttori d’orchestra, quali Scimone,
Bonynge, Ceccato, Gardiner, Biondi, Olmi, Rousset, Marcon, Curtis,
Villaume, Chailly, Noseda, Harding, Viotti, Luisi e registi quali Ronconi,
De Ana, Joel, Kokkos, Vick, Fo, Livermore.
Svolge un’intensa attività concertistica che l’ ha vista impegnata nel
Requiem di Mozart alla Fenice di Venezia, nella Nona di Beethoven
all’Accademia di Santa Cecilia, nella Messa di Requiem di Verdi e
nella Petite Messe Solennelle di Rossini alla Sala Verdi di Milano e
al Teatro Cervantes di Malaga; nell’oratorio Sankt-Bach Passion di
Mauricio Kagel alla Gewandhaus di Lipsia; Le bel indiferent di Tutino
allo Stabile di Torino, Canti dall’inferno al Festival dei due Mondi di
Spoleto e allo Stabile di Torino.
Ha inciso tre volumi de Il Salotto, il melodramma seriol L’esule di
Granata, di Meyerbeer, e molti altri titoli anche del repertorio con-
temporaneo.
Diego Mingolla, pianoforte
Si è diplomato e laureato (DAMS) a Torino per poi perfezionarsi con
Elio Battaglia presso la Scuola Superiore per Pianisti Accompagnatori
“H. Wolf” di Acquasparta e con Helmuth Deutsch e Antonio Ballista
a Milano.
Come concertista ha preso parte a stagioni concertistiche in Italia e
all’estero (Stresa, Torino, Napoli, Roma, Milano, Venezia, Salisburgo,
Bilbao, Seoul, Buenos Aires, Cordoba, Montevideo, Santiago del Cile,
Città del Messico, Londra, Parigi, Ginevra e Almaty).
Specializzato nella prassi esecutiva di musica vocale da camera
e opera vanta importanti collaborazioni artistiche con Mirella Freni,
Fiorenza Cossotto, Barbara Frittoli, Rockweel Blake, Jennifer Larmore,
Lucio Gallo e Alessandro Corbelli.Ha collaborato con il Mozarteum di Salisburgo per più di vent’anni ed inoltre con Marco Rizzi, Robert Cohen, Roberto Ranfaldi, Pavel Berman, Anna Serova, Davide Formisano e Enrico Baroni. Apprezzato come pianista di scena ha preso parte a numerose produ- zioni teatrali in veste di interprete, compositore, arrangiatore e consu- lente musicale lavorando, tra gli altri, con la Fondazione Casa Teatro Ragazzi di Torino, i registi Davide Livermore, Arturo Brachetti, Willy Landin e John Turturro. Ha realizzato l’arredo sonoro della metropolitana automatica di Torino e della mostra “La passione e l’arte” allestita nel complesso museale di Santa Maria della Scala in Siena. Ha vinto il Premio del Pubblico al 6° Concorso Europeo organizzato nell’ambito del festival “Strade del Cinema” dedicato al cinema muto accompagnato dal vivo. Ha partecipato alla National Orchestra of India’s 12th Celebrity Season, organizzata dal NCPA (National Centre for Performings Art) di Mumbai in qualità di chorus master e korrepetitor. E’ stato ospite della Orchestra “Philarmonica” e del coro “Chapella” di Stato del Kazakistan esibendosi come solista, concertatore e direttore nella stagione 2012/2013. Per lo stesso organico ha composto “Psalm 150” eseguito in prima assoluta nel concerto inaugurale della stagione. Dal 2014 collabora regolarmente con l’Orchestre de Chambre de les Hautes-Alpes diretta da Jean-Christoph Keck, partecipando al Festival Offenbach di Briançon e Bruniquel e alle “Dimanches d’Offenbach” al teatro Odeon di Marsiglia. E’ docente ospite della NeiStëmmen Akademie du Luxembourg.
Ingressi SOCI: ingresso con abbonamento alla 55ª Stagione 2017-2018 NON SOCI: biglietto posto numerato - PLATEA € 25 (ridotto fino a 25 anni: € 15) 1ª GALLERIA € 20 (ridotto € 12) - 2ª GALLERIA € 15 (ridotto € 9) in vendita presso: U.R.P. Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Sondrio (tel. 0342 526312) - Biglietteria del Teatro Sociale, a partire dalle ore 19 del giorno del concerto, secondo disponibilità - Vendita online (non sono acquistabili online i biglietti con riduzioni) sul sito del Teatro www.teatroso- cialesondrio.it, o su www.vivaticket.it, oppure nei seguenti Punti vendita Vivaticket in provincia: SONDRIO, La Pianola - MORBEGNO, VanRadio - TIRANO, Libreria Il Mosaico. Progetto “-25” Grazie al contributo stanziato da Fondazione Pro Valtellina onlus e da Associazione Alpi in scena, agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, agli universitari e agli allievi delle Scuole di Musica della Provincia di Sondrio, di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare favore per tutti i concerti in abbonamento della Stagione: Studenti: 5 euro; accompagnatore adulto di studente minorenne: 10 euro. E’ richiesta la prenotazione entro i 10 giorni che precedono la manife- stazione presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio (tel. 0342 213136). Servizio bus navetta gratuito per i soci SEMOGO 18,35 POSCHIAVO stazione 19,20 Isolaccia 18,42 Li Curt, stazione 19,25 Piandelvino/Fiordalpe 18,45 Le Prese 19,30 Premadio, bivio 18,50 Brusio (La Pergola) 19,38 BORMIO Perego 19,00 Campascio 19,40 Santa Lucia, ponte 19,04 Campocologno, stazione 19,45 SONDALO, Viale Libertà 19,20 Madonna di Tirano - V.le Elvezia 19,50 Grosio 19,27 SONDRIO,Teatro - Via Alessi 20,20 Grosotto 19,30 Mazzo/Tovo/Lovero 19,35 Sernio 19,38 TIRANO - P.za Marinoni 19,45 PIANTEDO 19,25 Madonna di Tirano/ via Elvezia 19,50 Delebio 19,30 Villa di Tirano staz.F.S. 19,55 Cosio, bivio centro 19,40 Bianzone staz F.S. 19,58 Regoledo, farmacia rotonda 19,43 Tresenda staz. F.S 20,01 MORBEGNO, stazione 19,50 S.Giacomo staz. F.S. 20,05 Talamona, bivio 19,54 Chiuro staz. F.S. 20,08 Ardenno, bivio 19,58 Ponte staz.F.S. 20,10 San Pietro, bivio 20,03 Tresivio/Piateda staz.F.S. 20,13 Castione And. - bivio centro 20,10 Montagna piano - loc.Trippi 20,15 Sondrio - rotonda via Milano 20,15 SONDRIO - Teatro Via Alessi 20,20 SONDRIO - Teatro Via Alessi 20,20 PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19: € 0,50/ora (entrata da Via Alessi)
PROVINCIA DI SONDRIO
COMUNE DI
PROVINCIA DISONDRIO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
Associazione Amici del Teatro Sociale
di Sondrio
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO N. 10 - 2014
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
“AMICI DELLA MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Sondrio
SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO N. 10 - 2014
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art. 1, comma 1, DCB Sondrio
N. 2 - 2018
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB SondrioPuoi anche leggere