Sia Lodato Gesù Cristo - UCDL

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Sia Lodato Gesù Cristo - UCDL
Il Confratello – 2021/1

                      PERIODICO TRIMESTRALE
     DELL’UNIONE DELLE CONFRATERNITE DELLA DIOCESI DI LUGANO
                    Anno XXXV – No 1 – Marzo 2021

                          Sia Lodato Gesù Cristo

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Il Confratello – 2021/1

                                    Il Confratello
                                   N.1, Marzo 2021
                         Periodico trimestrale a cura della
                          UNIONE CONFRATERNITE
                         DELLA DIOCESI DI LUGANO
                                     www.ucdl.ch
                           Gli articoli per la pubblicazione
                     del prossimo numero devono essere inviati
                      entro il 10 maggio 2021 alla Redazione:
                                   Don Fabio Minini
                                   Casa parrocchiale
                                      6802 Rivera
                tel. 076/679 18 75- e-mail: donminini@gmail.com
                   INDIRIZZO DEL PRIORE GENERALE:
                                Natale Cremonini
                                 Via Grütli 14
                                  6855 Stabio
             079 960 87 65 // e-mail: natale.cremonini@ bluewin.ch
                      Offerte a Conto postale: 69-2823-5
                  Unione Confraternite della Diocesi di Lugano

Sancte Michaël Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli
esto praesidium. Imperet illi Deus,
supplices deprecamur: tuque,
Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum
pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen.

È on-line il nuovo sito internet
della nostra Unione, visitatelo all’indirizzo: www.ucdl.ch

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EDITORIALE:

Care Consorelle, Cari Confratelli;

Anche quest’anno è iniziato con le ristrettezze dovute alla pandemia che
ci accompagna già da 12 mesi. Le prime Feste patronali sono state an-
nullate o fortemente ridotte e penso che per noi confratelli sia stata una
grande perdita: ci mancano i momenti di amicizia e gli incontri festosi
tra parenti e conoscenti per stimolare quel legame affettivo che sempre
ci accomuna.

Questi momenti spero siano stati per noi tutti di riflessione e di pre-
ghiera individuale, per essere consapevoli di quello che siamo, piccole
creature impotenti davanti ad avvenimenti, piccoli o globali, che supe-
rano le nostre capacità. Sperimentiamo il nostro limite. Sappiamo tutta-
via che il rapporto con nostro Signore resta la base di tutta la nostra vita,
nella Chiesa e, anche se non sempre come vorremmo, nelle nostre chiese.

Ricordiamoci l’ammonizione di San Paolo ai Romani, sovente proposta
nelle cerimonie funebri, così frequenti in questo tempo: “Chi ci separerà
dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecu-
zione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi
siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti
persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né
avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura
potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

Come confratelli e consorelle, siamo chiamati a vivere, per primi, nel
nostro cuore, questa realtà: lo sguardo di Cristo su ciascuno di noi. Egli
mai si dimentica di noi. Essere membri di una confraternita, indossarne
l’abito, portarne gli emblemi, sono gesti che dovrebbero dirci che ci pos-
siamo affidare, in primo luogo, a Lui, e poi con la sua Santa Madre, e i
santi nostri fratelli nel Cielo.

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Certo, poi speriamo che anche la scienza, frutto dell’intelligenza che Dio
ci ha voluto dare, riesca a mettere un freno a questa pandemia.

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                                                   e non da ultimo carità.
                                                   Mi auguro che nella vita
                                                   delle singole confrater-
                                                   nite ci siano e continuino
                                                   a esserci dei buoni con-
                                                   tatti cristiani sia tra con-
                                                   fratelli che con gli altri
                                                   fedeli e con tutti, al fine
                                                   di poter sempre far va-
                                                   lere la nostra credibilità
                                                   e lo scopo di essere con-
                                                   fratelli.

                                                  Ricordiamoci: alla fine
                                                  della pandemia, nel no-
                                                  stro cuore e dai nostri
                                                  parenti, amici, ecc… ci
                                                  verrà chiesto: come ab-
                                                  biamo vissuto questo pe-
riodo? Siamo stati capaci di guardare al di là del nostro orticello, del no-
stro “io” e delle nostre lamentele per servire il Signore nei fratelli?

Le confraternite sono rimaste bloccate perché non ci sono state le feste o
il legame fra confratelli e consorelle è stato più forte delle restrizioni? Ci
siamo sentiti, abbiamo fatto dei piccoli gesti di presenza per aiutarci a
frenare la tristezza o la disperazione di molti? Far parte della confrater-
nita ha dato una marcia in più per la nostra vita?

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Ho già provato diverse volte a dirvelo: se essere confratello significa solo
conservare una tradizione che non incide sulla nostra vita, allora la pan-
demia finirà per accelerare la decadenza dei nostri sodalizi, anche solo
per le dolorose perdite di tanti nostri anziani, a cui va una nostra prece.
Invece, se l’essere confratelli ci dà, concretamente, la forza di vivere in
modo diverso, con una speranza in più, allora saremo testimoni Suoi, e
quindi anche attireremo forze nuove. Il calendario che abbiamo stam-
pato e distribuito non sia dunque solo utile per annotare i nostri appun-
tamenti personali, o per contare i giorni fino alla uscita dalle restrizioni,
ma diventi segno che ogni giorno, bello o brutto, è abitato dal Signore,
anche tramite la presenza dei volti dei nostri confratelli.

Lo spirito confraternale che da sempre ci distingue sia per noi lo scopo
della nostra appartenenza a Lui.

Auguro a tutti, con fraterna amicizia, tanta salute e un buon tempo di
Quaresima: le opere di pietà e di carità che potremo (se possibile) com-
piere, siano sempre segno di una profonda letizia.

                            Il Vostro Priore Generale, Natale Cremonini

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La voce del Papa
 A 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe quale patrono della
Chiesa universale, Papa Francesco ha indetto un anno dedicato al Santo
sposo di Maria che va dall’8 dicembre 2020 all’8 dicembre 2021.
Di seguito riportiamo alcuni passaggi significativi della Lettera Aposto-
lica “Patris Corde” dedicata a questo anno giuseppino di cui potete trovare
il testo integrale sul nostro sito: www.ucdl.ch

1. Padre amato
La grandezza di San Giuseppe consiste nel fatto che egli fu lo sposo di
Maria e il padre di Gesù. In quanto tale, «si pose al servizio dell’intero
disegno salvifico», come afferma San Giovanni Crisostomo.

San Paolo VI osserva che la sua paternità si è espressa concretamente
«nell’aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell’in-
carnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta; nell’aver usato
dell’autorità legale, che a lui spettava sulla sacra Famiglia, per farle to-
tale dono di sé, della sua vita, del suo lavoro; nell’aver convertito la sua
umana vocazione all’amore domestico nella sovrumana oblazione di sé,
del suo cuore e di ogni capacità, nell’amore posto a servizio del Messia
germinato nella sua casa».
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Per questo suo ruolo nella storia della salvezza, San Giuseppe è un padre
che è stato sempre amato dal popolo cristiano, come dimostra il fatto che
in tutto il mondo gli sono state dedicate numerose chiese; che molti Isti-
tuti religiosi, Confraternite e gruppi ecclesiali sono ispirati alla sua spi-
ritualità e ne portano il nome.

2. Padre nella tenerezza
Giuseppe vide crescere Gesù giorno
dopo giorno «in sapienza, età e grazia
davanti a Dio e agli uomini» Come il Si-
gnore fece con Israele, così egli “gli ha in-
segnato a camminare, tenendolo per
mano: era per lui come il padre che sol-
leva un bimbo alla sua guancia, si chi-
nava su di lui per dargli da mangiare”
Gesù ha visto la tenerezza di Dio in Giuseppe: «Come è tenero un padre
verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono»
Giuseppe avrà sentito certamente riecheggiare nella sinagoga, durante
la preghiera dei Salmi, che il Dio d’Israele è un Dio di tenerezza, che è
buono verso tutti e «la sua tenerezza si espande su tutte le creature».

3. Padre nell’obbedienza
Giuseppe è fortemente angustiato davanti all’incomprensibile gravi-
danza di Maria: non vuole «accusarla pubblicamente»,[14] ma decide di
«ripudiarla in segreto» (Mt 1,19). Nel primo sogno l’angelo lo aiuta a
risolvere il suo grave dilemma: «Non temere di prendere con te Maria,
tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti sal-
verà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21). La sua risposta fu im-
mediata: «Quando si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’an-
gelo» (Mt 1,24). Con l’obbedienza egli superò il suo dramma e salvò Ma-
ria.

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4. Padre nell’accoglienza
Giuseppe accoglie Maria senza mettere condi-
zioni preventive. Si fida delle parole dell’An-
gelo. «La nobiltà del suo cuore gli fa subordinare
alla carità quanto ha imparato per legge; e oggi,
in questo mondo nel quale la violenza psicolo-
gica, verbale e fisica sulla donna è evidente, Giu-
seppe si presenta come figura di uomo rispet-
toso, delicato che, pur non possedendo tutte le
informazioni, si decide per la reputazione, la dignità e la vita di Maria.
E nel suo dubbio su come agire nel modo migliore, Dio lo ha aiutato a
scegliere illuminando il suo giudizio».

5. Padre dal coraggio creativo
Molte volte, leggendo i “Vangeli dell’infanzia”, ci viene da domandarci
perché Dio non sia intervenuto in maniera diretta e chiara. Ma Dio in-
terviene per mezzo di eventi e persone. Giuseppe è l’uomo mediante il
quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione. Egli è
il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Il Cielo
interviene fidandosi del coraggio creativo di quest’uomo.

Se certe volte Dio sembra non aiutarci, ciò non significa che ci abbia ab-
bandonati, ma che si fida di noi, di quello che possiamo progettare, in-
ventare, trovare.

Alla fine di ogni vicenda che vede Giuseppe come protagonista, il Van-
gelo annota che egli si alza, prende con sé il Bambino e sua madre, e fa
ciò che Dio gli ha ordinato. In effetti, Gesù e Maria sua Madre sono il
tesoro più prezioso della nostra fede. Nel piano della salvezza non si
può separare il Figlio dalla Madre, da colei che «avanzò nella peregrina-
zione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla
croce».

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6. Padre lavoratore
Un aspetto che caratterizza San Giuseppe e che è stato posto in evidenza
sin dai tempi della prima Enciclica sociale, la Rerum novarum di Leone
XIII, è il suo rapporto con il lavoro. San Giuseppe era un carpentiere che
ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua fami-
glia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che
significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro.

7. Padre nell’ombra
Lo scrittore polacco Jan Dobraczyński, nel suo libro L’ombra del Padre,
ha narrato in forma di romanzo la vita di San Giuseppe. Con la sugge-
stiva immagine dell’ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei con-
fronti di Gesù è l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo
protegge, non si stacca mai da Lui per seguire i suoi passi. Pensiamo a
ciò che Mosè ricorda a Israele: «Nel deserto hai visto come il Signore,
tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il
cammino». Così Giuseppe ha esercitato la paternità per tutta la sua vita.

***
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre», dice Dio a San Giuseppe.
Lo scopo di questa Lettera Apostolica è quello di accrescere l’amore
verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua interces-
sione e per imitare le sue virtù e il suo slancio.
Infatti, la specifica missione dei Santi è non solo quella di concedere mi-
racoli e grazie, ma di intercedere per noi davanti a Dio, come fecero
Abramo e Mosè, come fa Gesù, «unico mediatore», che presso Dio Padre
è il nostro «avvocato», «sempre vivo per intercedere in nostro favore».

Non resta che implorare da San Giuseppe la grazia delle grazie: la nostra
conversione.

                                        Papa Francesco, 8 dicembre 2020.

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Fino all’8 dicembre 2021,
grazie allo speciale Anno
di San Giuseppe, i fedeli
potranno ricevere l’indul-
genza plenaria.

Confessione sacramentale,
comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo
Padre sono le consuete condizioni richieste per lucrare l’indul-
genza.

È concessa l’Indulgenza plenaria:

1) a quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre
Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una
giornata che preveda una meditazione su San Giuseppe;

2) a coloro i quali, sull’esempio di San Giuseppe, compiranno un’opera
di misericordia corporale o spirituale;

3) a quanti reciteranno il Rosario, nelle famiglie e tra fidanzati;

4) a “chiunque affiderà quotidianamente la propria attività alla prote-
zione di San Giuseppe e ogni fedele che invocherà con preghiere l’inter-
cessione dell’Artigiano di Nazareth, affinché chi è in cerca di lavoro
possa trovare un’occupazione e il lavoro di tutti sia più dignitoso”;

5) ai fedeli che reciteranno le Litanie a San Giuseppe (per la tradizione
latina), oppure l’Akathistos a San Giuseppe, per intero o almeno qualche
sua parte (per la tradizione bizantina), oppure qualche altra preghiera a
San Giuseppe, propria alle altre tradizioni liturgiche, “a favore della
Chiesa perseguitata ad intra e ad extra e per il sollievo di tutti i cristiani
che patiscono ogni forma di persecuzione”.

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Parola dell’Assistente – di don Fabio Minini

Carissimi Confratelli e Consorelle,
è sicuramente una gioia per tutti noi poter celebrare, con tutta la Chiesa,
un anno dedicato a San Giuseppe, un Santo molto caro al nostro popolo,
infatti anche in Ticino sono molte le testimonianze di fede a lui dedicate:
chiese, altari, cappelle, confraternite, monasteri, parrocchie….

San Giuseppe è un Santo di cui non conosciamo nessuna sua parola, ep-
pure è un santo che ci dice molto, che ci insegna molto, proprio col suo
silenzio, con la sua discrezione, con il suo esempio. Possiamo dunque
dire che San Giuseppe è stato prescelto non per essere un uomo della
Parola, ma per essere “guardiano della parola” guardiano e custode del
Verbo eterno fattosi uomo in Gesù di Nazareth di cui Giuseppe fu padre
in questo mondo.

L’evangelista Matteo nel suo Vangelo chiama Giuseppe con il bel titolo
di “giusto” mettendo in risalto il fatto che egli è soprattutto l'esempio
dell'uomo che sa abbandonare il proprio progetto di vita per un bene
maggiore, per fare, non la sua, ma la volontà del Signore.

Giuseppe aveva nel cuore, come tutti i ragazzi della sua terra e della sua
età, il grande desiderio di sposarsi, e nello specifico di sposare Maria che
già era la sua promessa sposa, e insieme a lei formare una famiglia, ma
la gravidanza inaspettata e misteriosa di lei infrange tutti i suoi piani.

Ecco allora una grande confusione, e non potrebbe essere diversamente,
ma nel sonno Giuseppe tramite l’angelo ha una forte esperienza di Dio
che lo convince che è il Signore che opera in Maria ed egli allora com-
prende anche quale è la propria missione, accogliere e custodire il dise-
gno impenetrabile di Dio, divenendo custode della Santa Famiglia.

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Il Confratello – 2021/1

È dunque un impegno nobile quello di San Giuseppe, ma nel contempo
gravoso poiché esige la rinuncia della sua visione personale delle cose,
per diventare parte della visione stessa di Dio, per diventare parte attiva
della redenzione che, dopo tanti secoli di attesa, che dopo essere stata
preparata e annunziata dai profeti, è ormai in atto nel grembo di Maria.
Giuseppe accetta e compie quella missione con amore, umiltà e corag-
gio, pienamente disponibile dinanzi alle gioie e alle sofferenze di un
compito così unico e irripetibile.

Ecco allora che dall'esempio di San Giuseppe possiamo trarre un grande
insegnamento, possiamo chiederci quali sogni, progetti, desideri ab-
biamo giustamente anche noi per la nostra vita? E se siamo consapevoli
che quei progetti a volte possono infrangersi contro la realtà delle cose
che magari non va come vorremmo noi.

Infatti succede che non sempre realizziamo ciò che avremmo desiderato,
non sempre la vita ci riserva l'attenzione che avremmo voluto. E davanti
agli imprevisti, possiamo ribellarci, prendercela con Dio e con la sorte,
chiuderci in noi stessi. Ed è un po’ ciò che accade al povero Giuseppe
nella più lunga notte della sua vita. Un angelo però in sogno, lo rassicura
che ciò che accade è nel cuore di Dio. Ed allora Giuseppe si fida, e si
rasserena ed accoglie e fa suo per la sua vita quel progetto che inizial-
mente non era il suo. E questo è ciò che gli ha donato la felicità in questo
mondo, e poi la beatitudine eterna.

E questo è quello che succede anche nella nostra vita, la nostra felicità
sta nel saper allineare i nostri progetti, le nostre idee, la nostra visione
della vita, con quello che è il progetto di Dio per noi.

Chiediamo con fiducia l’intercessione di San Giuseppe, affinché ci aiuti
sempre a comprendere quale è il progetto di Dio su di noi, e ad avere il
coraggio di aderirvi con fede ed entusiasmo.

                                                        Don Fabio Minini
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                    “Corone” che uniscono
La solennità dell’Epifania coincide a Vezio con la festa della Confrater-
nita e del Priore, quest’anno, non ostante le restrizioni imposte dalla si-
tuazione pandemica, i bravi Confratelli di Vezio non hanno voluto la-
sciar cadere questo importante appuntamento di fede, anzi più che mai
hanno sentito il desiderio ed il bisogno di ritrovarsi assieme a pregare la
tanto cara Madonna del Rosario, chiedendo per sua intercessione la sa-
lute dell’anima e del corpo e la cessazione di questa pandemia.

Sapendo che molte persone non avrebbero potuto partecipare alle sacre
funzioni, la confraternita ha pensato ad un gesto di
condivisione con loro, infatti ha fatto preparare una
sessantina di “corone dei Re Magi”, che sono state be-
nedette durante la celebrazione della vigilia dell’Epi-
fania, e sono state poi distribuite una ad ogni fami-
glia di confratelli, sia a quelle che risiedono in paese sia a quelle fuori.

Un piccolo gesto certo, ma molto apprezzato soprattutto dagli anziani e
dagli ammalati che, assieme alla “corona dei Re Magi” hanno avuto il
dono del ricordo anche nella “corona del Rosario” che per loro è stata
recitata in chiesa.

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                          Terra Mariana
A cura della consorella Christa Bisang

C'è chi prega molto, è chi vive consapevole dell'immenso dono della Re-
denzione che è in atto da circa duemila anni. È un evento veramente
indescrivibile, viviamo inseriti in Cristo per il dono del santo Battesimo.
Come è possibile questo? Si tratta del fatto che lo Spirito Santo sia il le-
game tra il Signore risorto e l'uomo. Lo Spirito Santo non parla da sé, ma
prende dal Cristo (cfr. Gv 16, 12-15), è memoria attualizzante e profetica
dell'evento cristologico, ed è co-attore nell'uomo della conoscenza teo-
logica.

Lo Spirito Santo rende vivo e presente (cioè contemporaneo a noi) l'av-
venimento di Gesù di Nazareth crocifisso e risorto. La persona umana è
quindi incorporata a Cristo mediante l'azione dello Spirito Santo che
conforma a Lui nel senso di una configurazione filiale e di una trasfor-
mazione spirituale. È questo lo Spirito dell'amore e del dono, crea la co-
munione con i fratelli: comunione che si costituisce in modo particolare
attraverso la S. Eucaristia (la S. Messa), Sacramento della carità.

Maria Santissima è modello per noi della corresponsabilità dell'uomo
all'interno della Redenzione. Maria, è archetipo della Chiesa, è modello
insorpassabile per la nostra conformità a Cristo. Oltre a questo, Maria è
anche insignita da- e in Cristo, della maternità spirituale dell'uomo. Ma-
ria coopera nella generazione e formazione dei fedeli, Ella coopera alla
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diffusione della grazia che influisce su ogni vita. Il fiat di Maria è alla
Parola, è disponibile in modo illimitato a Dio in risposta di amore obbe-
diente. Maria plasma il "Sì" di tutti noi che inseriti in Cristo veniamo
portati da Lui al Padre. È il Padre il fine ultimo dell'agire cristiano.

La nostra preghiera è un colloquio amoroso con Gesù e con Maria San-
tissima. Ogni volta che iniziamo a pregare, è presente lo Spirito Santo
che con la sua grazia preveniente ci attira sul cammino della preghiera.
La Chiesa ci invita ad invocare ogni giorno la Spirito Santo, soprattutto
all'inizio e al termine di qualsiasi azione importante. La preghiera opera
miracoli, Dio interviene nella storia. Di questo ci rendiamo conto dalla
vita dei santi, tutta la loro vita è impregnata di preghiera. La giovanis-
sima santa Teresa di Lisieux afferma: «Per me la preghiera è uno slancio
del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di grati-
                                 tudine e di amore nella prova come nella
                                 gioia». E quando lei parla di orazione
                                 mentale lo definisce essere «Un intimo
                                 rapporto di amicizia nel quale ci si intrat-
                                 tiene spesso a tu per tu con quel Dio da
                                 cui ci si sa amati».

                                 La preghiera di ringraziamento la si può
                                 incontrare visibilmente nei dipinti come
                                 quello del Mantegna (1496), nella sua
                                 opera intitolata: "Madonna della vittoria"

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Il Confratello – 2021/1

o "sacra conversazione", che si trova ora nel Louvre a Parigi. La Vergine
sta seduta sul trono con in braccio il Bambino, c'è presente anche il pic-
colo Giovanni Battista ed altre persone. Il marchese Francesco Gonzaga
II, capo dell'esercito della lega antifrancese, ha vinto la battaglia a For-
novo nei pressi di Parma. Egli si trova inginocchiato in primo piano in
basso a sinistra, prendendo la benedi-
zione materna di Maria che è rivolta
verso di lui. Si trattava di una grande
pala d'altare donata alla chiesa di Santa
Maria della Vittoria come ex voto.

Anche Raffaello dipinge il quadro: la
"Madonna di Foligno" (320 x 194 cm), da-
tabile al 1511-1512, come ex voto: per il
miracolo che aveva visto Sigismondo de'
Conti segretario di papa Giulio II, uscito
illeso dalla sua casa di Foligno che fu colpita dall'esplosione di un bolide
di fuoco di non chiara origine. L'opera fu la prima pala di altare romana
dipinta da Raffaello, si trovava sopra l'altare maggiore della Basilica di
Santa Maria in Aracoeli a Roma.

Così è anche nelle nostre terre. Il Ticino presentava e presenta ancora
oggi parte di un vasto patrimonio d'un tempo, che sono gli ex voto. Rap-
presentano grazie ricevute, molti pericoli scampati, preghiere esaudite.

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Il Confratello – 2021/1

L'arte degli ex voto è definito essere «un bene culturale». Il diritto cano-
nico ne raccomanda la conservazione sicura proprio lì, dove si trova il
luogo di culto, cioè al luogo preciso dove sono stati collocati. Osservati
nel contesto della dottrina teologica riguardante la preghiera, sono
espressione umile e potente di una teologia della speranza. Questi di-
pinti, seppur possano essere piuttosto piccoli, rendono presente una il-
limitata fiducia sia nella mediazione materna di Maria, che nella divina
Provvidenza mediata dalla Madonna, dai Santi, dalle anime del Purga-
torio. Ci sono anche cuori d'argento oppure tavole o altro come arti del
corpo umano: gambe, braccia, mani; ne precisano la guarigione.

Nella persona è presente un moto iniziale che suggerisce questo atto,
esso deriva dalla certezza che Dio sia capace di esaudire intervenendo
direttamente o indirettamente in riguardo a richieste personali. Oppure
è presente il ringraziamento per la guarigione, o per il grave pericolo che
è stato miracolosamente scampato come quello di un incidente stradale,
o sul lavoro, nella natura, o per causa di malvagità. L'altro atteggia-
mento è appunto la supplica per una petizione in concomitanza di una
offerta singolare, che è come un patto spontaneo del credente che desi-
dera assicurarsi la benevolenza di Dio. Il rendimento di grazie dell'ex
voto è quindi espressione pubblica di lode al Signore: è avvenuto un be-
neficio.

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Il Confratello – 2021/1

Il miracolo è sempre in riferimento a Dio stesso, mentre negli ex voto
compaiono come elargitori di grazie quasi sempre la Vergine ed i Santi
a testimonianza della loro mediazione di grazia.

Associata all'unico Mediatore tra Dio e l'uomo: Gesù Cristo, è Maria San-
tissima come mediatrice di tutte le grazie in Cristo. Vi è presente anche
una gerarchia di Santi. Nelle belle tavole pittoriche si esprime l'amicizia
come comunione di vita tra cielo e terra. Negli ex voto la preghiera di
supplica è quasi sempre presente, ad eccezione del rarissimo «grazie per
grazia non ricevuta». È visibile l'efficacia della preghiera, questa verità
può ravvivare il rapporto quotidiano anche nostro personale con il Si-
gnore, con la Vergine Maria, con i Santi. Al presente sono pochi i segni
di ringraziamento per GR, derivanti per la maggior parte per l'incidente
stradale scampato o associato alla sopravvivenza di esso. Resta invariata
invece la campana della chiesa a scandire le ore della giornata, segnando
in modo sonoro il tempo dall'alto del campanile da sotto la croce del
Redentore. Dovrebbe far ricordare che è tempo donato, è tempo di gra-
zia, è tempo per la supplica, ma è anche tempo per ringraziare perché
appunto di tempo ce n'è ancora. È quel dono di Dio che rimane precario,
è Lui il creatore di ogni tempo. In ogni istante Dio tiene in atto tutta
quanta la creazione dell'universo.

Sono proprio le Confraternite, che nascono già agli inizi del secondo mil-
lennio, come associazioni di fedeli laici. La loro storia è variata. La do-
manda urgente riguardava in quale modo è da rispondere alla questione

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Il Confratello – 2021/1

della fede. La vita, per causa delle epidemie come la peste nera (1576-77
peste di San Carlo), è ritenuta fragile, si sentiva il bisogno di agire. La
Devotio Moderna nasce attorno al 1300 con Gerhard Groote († 1384), spi-
ritualità che toccherà tutta l'Europa del nord.

Attorno al 1420 viene scritto il libro: «La imitazione di Cristo», che di-
venterà un classico. Cristo è da amare, è centrale, è da mostrare compas-
sione ed affetto a Lui orientandone il sentimento, ed è da generare af-
fetto per Lui da parte di altri. Bisogna quindi ritornare a parlare con Dio.
Nascono delle associazioni di spiritualità organizzata e disciplinata
nella regolarità di esercizi di pietà. Sono dei laici che si riuniscono in
Confraternite, è presente una vita di preghiera e ci si assiste vicendevol-
mente tra i soci. In questo periodo nascono per esempio "i flagellanti",
Confraternita che si percuote fisicamente per partecipare alla passione
di Cristo.

L'importanza della salvezza individuale porterà anche allo sviluppo
dell'arte del ben morire, è per il: "tenetevi pronti", e questo implica il far
uso delle indulgenze che sono offerte dal Magistero. Le Nationes sono
Confraternite di immigrati dalla stessa città o nazione. Coloro prove-
nienti da Roma si chiamano "confraternita dello Spirito Santo". L'obiet-
tivo è dare un sostegno pratico e spirituale ai nuovi membri che sono
accolti come l'avrebbe fatto Gesù stesso. Alcune Confraternite si fanno
promotrici della preghiera del S. Rosario; la Confraternita di San Cristo-
foro è presente per l'aiuto dell'ospizio per agevolare il passaggio di un

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Il Confratello – 2021/1

valico. I confratelli si adoperano per le opere di Misericordia. La «Con-
fraternita del Divino Amore» arriva dalla città di Genova: Ettore Ver-
nazza e Caterina Fieschi Adorno (Santa Caterina da Genova), si occu-
pano dei più poveri dei poveri, soccorrono anche coloro affetti dalla ma-
lattia venerea mortale della sifilide. Questa Confraternita si espande
nelle varie città. Per una necessità del tempo e vi saranno presenti cam-
biamenti rivoluzionari anche in ambito monastico, nascono gli ordini
terziari. Ecco come la Madre Chiesa sia sempre in movimento di rin-
novo, l'opera dello Spirito Santo è visibile. Il ritorno è alle origini in sem-
plicità, è il ritorno alla preghiera in umiltà. Cristo è la via, è la verità e la
vita, ed anche le Confraternite, sotto la protezione di Maria, sono pre-
ziosissime testimonianze di una evangelizzazione sempre in atto e sem-
pre nuova. Le nostre confraternite ticinesi sono un vero gioiello, testi-
monianze visibili delle quali ne possiamo essere fieri.

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Il Confratello – 2021/1

                          La nostra storia
La Madonna e la Rivoluzione del 1839

Premessa

Il rapporto fra politica e religione, soprattutto nel passato, è stato, in Ti-
cino, conflittuale e segnato da momenti di collaborazione ma anche di
scontro acceso. Soprattutto nell’Ottocento, come ben si sa, i due partiti
conservatore e liberale (radicale) hanno sovente trovato un campo di
scontro a proposito del ruolo della religione e della Chiesa. Se questo
basterebbero le descrizioni di Don Francesco Alberti, che ne Il Voltamar-
sina, rende molto bene il clima di esagerata conflittualità per strappare
all’avversario anche un singolo voto. In questo senso, parlare di confra-
ternite e politica potrebbe essere un esercizio perfino… pericoloso. I con-
fratelli, oltre ad essere laici fedeli cattolici, furono sovente anche persone
impegnate in altri ambiti, fra cui la politica. La domanda che viene da
porsi è: il fatto di essere confratello aveva un risvolto anche politico? E
le confraternite, come istituzioni, favorirono l’adesione a un partito?

Confraternite e politica

Il tema, vista la mancanza di studi specifici, è ancora piuttosto nuovo, e,
si deve dire, anche di difficile soluzione. Di primo acchito, il collega-
mento fra conservatorismo politico (partitico) e confraternita potrebbe
essere un fatto acquisito. Alcune testimonianze, penso all’esperienza ad
esempio raccontatami da un anziano di Lavertezzo, sembrerebbero va-
lidare l’assunto: “per poter portare l’abito della confraternita… occor-
reva essere conservatore”. Ma davvero è stato sempre così? Nella nostra
ricerca, non mancano esempi di altro stampo.
Ad esempio, il parroco di Lumino, interrogato dal vescovo mons. Vin-
cenzo Molo alla fine dell’Ottocento, si lamentò che la confraternita era

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Il Confratello – 2021/1

“ormai crogiuolo di agitazione radicale”. C’erano quindi confratelli…
radicali. Il tema delle appartenenze politiche all’interno delle confrater-
nite è dunque un soggetto delicato ma interessante. A livello svizzero,
una ricerca condotta in questi prossimi anni, finanziata dal Fondo Na-
zionale di ricerca svizzera, fra altre cose, desidera comprendere come
l’appartenenza (o meno) a una confraternita potesse essere legata alle
pratiche sociali e politiche. Tale studio coinvolgerà anche le Tre Valli e
Lugano (con il ricercatore Alessandro Ratti e chi scrive). A questo stadio
è estremamente prematuro anticipare delle conclusioni. Presenteremo
tuttavia un’ipotesi (da verificare!): studiando le confraternite, forse è
possibile far luce sull’identità politico-religiosa di Lugano, centro ur-
bano dal 1830 governato dal partito liberale-radicale, ma per lungo
tempo molto legato alle forme devozionali antiche. Una città, per dirla
breve, con un forte partito liberale della cotta.

Un esempio “clamoroso”

A rafforzare questo interesse c’è anche un episodio finora mai rilevato
dagli studiosi. Torniamo, per questo, alla prima metà dell’Ottocento.
Come ben si sa, i radicali il 7 dicembre 1839 marciarono su Locarno per
abbattere il Governo e il Parlamento in carica. In effetti, negli anni pre-
cedenti, il regime cantonale sortito dalla Rigenerazione tese a diventare
sempre più moderato e anche conservatore. Nel novembre del 1839 il
Gran Consiglio decretò lo scioglimento delle società dei carabinieri (li-
berali) e l’espulsione di Giacomo Ciani. Tali provvedimenti portarono
all’agitazione politica soprattutto nel Sottoceneri. I rivoluzionari eles-
sero poi il 9 dicembre un Governo provvisorio, e il 15 dicembre “sotto
l’occhio vigile dei Carabinieri” si tennero nuove elezioni, chiaramente
vinte dai radicali. Il clero da par sua fu “invitato” a solennizzare con una
funzione solenne per “il felice esito della bella e gloriosa rivoluzione” ed
esponendo ai fedeli un proclama. A Lugano, tale richiesta fu oggetto di
nutrita discussione fra i canonici della Semi-cattedrale di San Lorenzo.

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Il Confratello – 2021/1

Per la cronaca sappiamo che il proclama del Governo fu effettivamente
letto in chiesa, ma due canonici si allontanarono dal coro, e lo stesso ar-
ciprete Luigi Amadio modificò il tenore della dichiarazione.

La questione non terminò qui, perché il 30 dicembre, la confraternita
dell’Immacolata Concezione volle fare ancora di più per… onorare la
rivoluzione, predisponendo un solenne triduo. A raccontarcelo sono gli
atti del Capitolo laurenziano, mentre nei registri della confraternita non
ci sono notizie. Un silenzio piuttosto strano? Ecco comunque la cronaca:

“Lugano 30 dicembre 1839. Si presentarono li Signori Deputati del So-
dalizio di Maria Santissima Immacolata per ottenere l’assenso dal Capi-
tolo di compiere una funzione nella loro chiesa per ringraziare Iddio dei
benefici ricevuti nello spirante dicembre.
Il Capitolo, precedentemente sollecito che lo scopo della funzione fosse
retto e lodevole, e non favoreggiasse lo spirito di partito, invitò li sudetti
Signori deputati a presentare per iscritto la supplica a proposito. Questa
venne infatti presentata nel giorno stesso colla firma del Signore Zaverio
Laghi Priore, nella quale in termini generali esponevasi la premura del
ridetto Sodalizio di ringraziare Iddio per i benefici compartiti tuttodì
[sempre] sopra questa nostra patria e per pregarlo a continuarli a vero
nostro salvamento. In essa annunziavasi ancora, che l’oratore nel terzo
giorno del triduo era il Rev.do Signor don Giovanni Della Bianchina [?]
facente funzione di parroco a Gandria. Il Capitolo allora prestò il suo
assenso e l’oggetto del discorso fu la preziosità della divozione verso
Maria Santissima” .

Tutto bene dunque? A dare notizia dell’esito della “devozione” sono an-
cora gli Atti citati, questa volta in data 30 settembre 1842, in una postilla
firmata dal canonico don Francesco Anastasi, vicecancelliere del Capi-
tolo:

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“Sino dal 1839 […] il Sodalizio dell’Immacolata Concezione di Maria
vergine avea umiliato supplica a questo Capitolo per l’approvazione di
una festa per la seguita rivoluzione e il Capitolo vi si è rifiutato, perché
opposta al diritto divino ed all’oracolo di Gregorio XVI espresso nella
sua Enciclica Mirari vos arbitremus del 15 agosto 1832 limitandosi ad
annuire per la celebrazione di una festa in ringraziamento a Dio dei be-
nefici da lui compartititi su questa popolazione.
La confraternita però non fu fedele ai sentimenti del Capitolo ed espose
al pubblico una inscrizione ingiuriosa a Dio ed a Maria Santissima, nella
quale questa Regina della Pace e conservatrice dell’ordine fu dichiarata
protettrice del moto rivoluzionario. Eccone il tenore:
Grazie immortali
Alla Deipara Vergine Immacolata
Che il bienne lamento
Del suo buon popolo
Tradito, oppresso, deriso,
Da un’ipocrita sette reazionaria
Benigna accolse
E l’incruento moto rigeneratore
Del 7 dicembre 1839
Protesse e benedì
I divoti ed esultanti confratelli
Con solenne triduo…”

Il canonico Anastasi non ebbe dun-
que remore a denunciare la man-
canza di osservanza degli ordini del
Capitolo e il carattere contrario alla
religione della festa… mariana.
E non solo: per lo stesso cronista fu
facile dimostrare come questo atto
di culto fosse stato ben poco apprezzato da Dio, visto che proprio nel

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Il Confratello – 2021/1

1842 le autorità -liberali- avevano deciso la demolizione della stessa
chiesa dell’Immacolata per lasciar spazio per il nuovo palazzo governa-
tivo (il Municipio attuale).

Conclusione

Riassumendo: questa è la storia di una rivoluzione anti-clericale bene-
detta nientemeno… che dalla Vergine Santissima, e di una confraternita
politicizzata e poi vittima della “modernizzazione” della città voluta
dalle autorità luganesi. Questo episodio è davvero un esempio molto
interessante per comprendere la complessità di influenze e fattori
espressi dagli attori di questo periodo di cambiamento. Non possiamo
ora dilungarci sul seguito della vicenda, della demolizione della chiesa
                                               e della difficile ricerca di
                                               un nuovo edificio di culto
                                               da parte della confrater-
                                               nita luganese. Ma negli
                                               anni successivi molte no-
                                               tizie e annotazioni prove-
                                               nienti da questa stessa
                                               confraternita       attestano
                                               come i grandi movimenti
                                               politici ebbero risvolti
                                               concreti anche a livello lo-
                                               cale, determinando scelte
                                               piccole e grandi, perso-
                                               nali, famigliari e comuni-
                                               tarie, fra una gamma
                                               piuttosto complessa di
                                               grigi, e non colorabili solo
                                               con il nero e il bianco (o
                                               fra il rosso e il blu).
                                                                         DA
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Il Confratello – 2021/1

                  Benefattori 2020 - GRAZIE
Agliati Giancarlo Lugano, Aldo e Jolanda Rusconi Davesco Soragno, Angelo e Ivana Ferrari
Ludiano, Arciconfraternita Buona Morte Lugano, Arciconfraternita del Suffragio Stabio, Ar-
zuffi Olivia Quartino, Attilio e Feliciana Saglini Malvaglia, Augusta Binda Locarno, Aure-
liano Bianchi Valsolda, Aurelio Fossati Porza, Benyamin Odun Stabio, Bernardina Marzorati
Serocca d'Agno, Bernasconi Ares Lugano, Beti Ferruccio Sessa, Bonaldi M e A Torricella,
Boschetti Marco Caslano, Bottani -Albertolli Giuliana Taverne, Carlo Franscini Lugano, Ca-
terina Romy Quartino, Cavallero Andrea Massagno, Cerutti Luigi Castelrotto, Conf. Beata
Vergine del Carmelo Coldrerio, Conf. Beata Vergine del Carmelo Pambio-Noranco, Conf.
BV del Carmine Taverne Torricella, Conf. del Carmine Lodrino, Conf. Madonna della Cin-
tura Ludiano, Conf. Madonna della Cintura Cureglia, Conf. Madonna Riscatto Camignolo,
Conf. Magliaso, Giorgio Zanetti Magliaso, Conf. Osogna c/o Emilia Fazzini Osogna, Conf.
San Carlo Lugano, Conf. Santo Rosario Dangio, Conf. Sessa Monteggio Sessa, Conf. SS Ro-
sario Gentilino, Conf. SS Sacramento Biasca, Conf. SS Sacramento Salorino, Conf. SS Sacra-
mento Cattedrale Lugano, Conf. SS Sacramento Agno, Confraternita Immacolata Lugano,
Consorelle Maria SS Addolorata Quartino-Magadino, Convento Capuccini Faido, Derighetti
Ernestino Motto Blenio, Don Guido Pagnamenta Morbio Inferiore, Don Luigi Mazzetti Lu-
gano, Emilio Filippini Rivera, Emilio Fontana Somazzo, Ennio Ferrari Lodrino, Fernando
Gregori Lodrino, Flavia e R Steiger Ascona, Fondazione Dr. Martin Winterhalter Mendrisio,
Francesco Carrara Salorino, Gabriele Gianolli Salorino, Gabriele Muri Ludiano, Gaia Mas-
simo Giubiasco, Giacomo Gianolli Salorino, Gian Placido Giamboni Aquila, Giorgio Baz-
zurri Fescoggia, Giovanna e Guido Giamboni Dongio, Giovanni Maria Staffieri Muzzano,
Giulietto e Pia Zanotta Cresciano, Giuseppe Filippini Rivera, Giuseppe Robbiani S. Pietro,
Givanni Maria Staffieri Muzzano, Grassi Roberto e Anne La Tour- de-Peliz, Guidicelli Pio e
Nives Ponto Valentino, Ignazio Rodesino Aquila, Ivan Tami Comano, Jose Del Romano Lo-
drino, Leila Lüscher Quartino, Lino Della Casa Stabio, Luisa Bucher Lugano, M e A Caval-
lasca Paradiso, Macconi Gemma Vezio, Maria Dotta Massagno, Marilena e Adelio Lanfran-
chini Mezzovico, Mario e Marilena Gianoli Salorino, Mario Rossi Lugano, Maurizio Checchi
Ascona, Medolago Ero Guido Pazzallo, Naria Golini Losone, Nicoletta Samos Rivera, Noemi
Ghisla Ponte Valentino, Oratorio S.Antonio Castro, Padre Angelo Somaini Bellinzona, Pe-
razzi Marco e Anna Maria Ludiano, Piergiorgio Ambrosini Lodrino, Pietro Schianchi Lu-
gano, Ponti Leonardo e Eugenia Salorino, Poretti G e V Salorino, Reto Meloni Iragna, Rino
Poma Brusino Arsizio, Ritter Promotion SA Aristide Cavaliere Lugano, Robbiani Finazzi
S.Pietro, Rolando e Edy Grandi Vezio, S. Moor Cureglia, S. Pologna Sigirino, Salvatore Mi-
nutella- Näpflin Sementina, Sandro Delmuè Biasca, Sergio Zanetti Lodrino, Urbano Bizzo-
zero Canobbio, Urietti Luigi e Stella Dongio, Vescovi Amato Castro, Von Allem B Quartino,
Zanatello Neri Anna Lugano.

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Il Confratello – 2021/1

A cura del confratello Stefano Galimberti
Pensieri:

      * Nella vita apri bene gli occhi prima di sposarti, se vuoi poterli
chiudere tranquillamente una volta sposato!

      * Le chiacchiere di persone intelligenti anticipano fatti concreti,
mentre le chiacchiere di persone ignoranti, chiacchiere vuote riman-
gono.

Barzellette:

        * Un tizio si reca all’ufficio
postale per spedire una busta. La
consegna all’impiegato che la
pesa e gli dice: - Guardi che la sua
busta è troppo pesante: bisogna
aggiungere un francobollo! –
Meravigliato, con fare incredulo,
il cliente aggiunge. – Ma così non
diventa ancora più pesante? -

       * Un tizio incontra al bar un amico di vecchia data che subito gli
domanda: - Ma che faccia triste che hai! Non hai appena vinto uno dei
grossi premi della lotteria?? – Rispose il tizio con voce fioca: - Ma sai,
caro amico avevo preso due biglietti, e con l’altro non ho vinto niente! -

“Morale: la cupidigia non consce confini, vuol comandare anche nel
campo delle barzellette.”

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Il Confratello – 2021/1

    2021 anno di San Giuseppe

 San Giuseppe prega per noi!
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