Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista

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                                                                                                                                                                                              la copertina!

                                                                                                                          Aprile - 2021 - 3€
Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv.in L 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 C1/Firenze

                                                                                                                                                    Ragazza da record
                                                                                                                                          Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino

                                                                                                                            Col piede giusto           Una connessione con    Il “dietro le quinte” di
                                                                                                                            A confronto con                 l’Universo         un giovane artigiano
                                                                                                                            Arturo Mariani                 “Link4Universe”    La storia di Riccardo Penko

                                                                                                                                                                                             Aprile 2021 / EDERA / 1
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ED ER A | E DITO R IA LE
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                                                                 Editoriale

           “Capitano, mio capitano”

           Oggi più che mai abbiamo bisogno di modelli. Di simboli positivi che ci indichino la strada. Che ci aiutino a
           resistere adesso e a ripartire appena possibile.
           Ogni città ha le sue icone. A Firenze, che di grandi uomini ne ha avuti tanti, una è Davide Astori. Uno dei
           volti puliti del calcio italiano. Un Capitano che in poco tempo è riuscito ad arrivare dritto al cuore dei tifosi
           e della città intera. Per quella sua semplicità da bravo ragazzo, per la disponibilità che sapeva regalare nono-
           stante il ruolo e la fama. Per l’empatia che univa alla leadership.
           E Firenze, che fatica sempre tanto a trovare modelli alla sua altezza, lo ha saputo subito riconoscere. E gli ha
           reso il giusto onore in vita e poi quando la morte ne ha come cristallizzato il valore, rendendolo ancor più un
           ideale da non dimenticare.
           Oggi quel sentimento continua a resistere e, anzi, a rafforzarsi. Non a caso in via Canova nascerà un murale
           che colorerà un’intera facciata col volto del Capitano. Tutti sono stati chiamati a contribuire perché il tributo
           sia davvero collettivo. I cittadini potranno farlo cercando #unMuraleperDavideAstori sulla piattaforma Go-
           FundMe: https://www.gofundme.com/f/muraleastori oppure effettuando direttamente un bonifico sul conto
           Chianti Banca intestato a Fondazione Cure2Children (Iban IT85L0867321400040000403828 causale: Mu-
           rale Astori).
           Anche Edera farà la sua parte collaborando a far conoscere l’evento e a raccontare la nascita di quest’opera
           d’arte in un documentario. Perché anche la memoria, proprio come la cultura, cresce ovunque. Anche sulle
           pareti della nostra città.

                                                                                                                 Lisa Ciardi

Edera
L A C U LT U R A C R E S C E O V U N Q U E

Mensile di cronaca, arte e cultura . N°43 APRILE 2021

PRE SID E N TE: Lorenzo Chiaro
DIR . RE SP ON SABIL E: Lisa Ciardi
R EDAT TO R I: Leonardo Torrini, Tommaso Fantechi, Enrico Tongiani, Tommaso Nuti, Marti-
na Stratini, Simone Andreoli, Margherita Barzagli, Jacopo Malenotti, Matteo Andorlini

CO LL A BO R ATO R I: Niccolò Bigazzi, Filippo Castiglioni, Martina Canovai, Riccardo Ficini
(Prosperous Network), Francesca Diodati, Isabella Casu, Olmo Paoletti, Sof ia Galli, David
Marchetti, Luca De Santis, Gahel Zesi, Gabriele Batistini, Ginevra Poli, Ilaria Brandolini, Marta
Guarducci, Gallo Vincenza, Gemma Tusa, Ginevra Rossi, Associazione 360

PRO G E T TO GR AFICO : Samuele Cairo, Carlotta Antichi

COVE R C R E DITS:
Larissa Iapichino – fotograf ia di FIDAL/Colom

CONTATTI E INFO: Trovaci all'indirizzo www.ederarivista.it, scrivici a edera.archivio@gmail.com
Stampa presso Pixartprinting
Registrazione presso il tribunale di Firenze n.6035 in data 16/11/2016
Iscrizione ROC: 30991 procedimento n: 1098248

                                                                                                                   Aprile 2021 / EDERA / 1
Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
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2 / EDERA / Aprile 2021        34
Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
EDERA / INDICE

                                                         E
                                                 Edera 43 - Aprile 2021

     4          Col piede giusto
                Intervista ad Arturo Mariani
                                                             26                Casa Panacea

     6          Una connessione con
                l’Universo: Link4Universe
                                                             28                La “nuova” frontiera della
                                                                               divulgazione: Audible e il Podcast
                                                                               Intervista a Francesco Bono

                Manu Lalli                                                      Il “dietro le quinte”
                Il teatro e la diversità vista                                 di un giovane artigiano
                come valore aggiunto                                           Intervista a Riccardo Penko

10              Diritto all’oblio:
                Quando essere dimenticati in rete
                diventa un problema
                                                             32                La (vera) pizza napoletana
                                                                               Intervista a Davide De Maio

12              Ragazza da record
                Quando la realtà supera i sogni
                Intervista a Larissa Iapichino
                                                                               Il collettivo Fratture
                                                                               Due parole con Olga e Sara,
                                                                               ideatrici del progetto

18                                                           36
                Puntare in alto,
                con i piedi per terra                                          L’asilo nel bosco
                Intervista a Martina Ricca e Alice
                Berardi, fondatrici di Mea Design

20              Non è un paese per giovani
                La generazione Z e
                l’attivismo digitale
                                                                               Chi trova un amico trova un
                                                                               tesoro, meglio ancora se a
                                                                               quattro zampe!

22               Intervista a TuttiFenomeni
                 “Può l’arte risvegliare le persone
                 dall’eterno sonno dell’omologazione
                 del gusto?”
                                                             39                4 novembre 1966: l’alluvione
                                                                               vissuta nel distretto del cuoio

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EDERA / ATTUALITÀ

COL
PIEDE
GIUSTO
Intervista ad Arturo Mariani

di Niccolò Bigazzi

4 / EDERA / Aprile 2021
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EDERA / ATTUALITÀ

A
                      rturo Mariani è nato con una gamba sola, non        a crescere. Se non ci mettiamo alla prova e sfidiamo la vita a testa
                      senza una gamba. Questa è la sua visione della      alta tutto questo diventa difficile. Quindi il piede giusto in ognuno
                      vita, perché le difficoltà sono opportunità. Ha     di noi è quando scegliamo di accogliere il dolore, la sofferenza e le
                      iniziato a scrivere giovanissimo e l’esigenza di    difficoltà e le sfruttiamo come possibilità».
                      condividere la sua esperienza l’ha portato oggi
                      ad aver pubblicato sei libri. Arturo, nella sua     Sui social ci ha colpito particolarmente un tuo post, dove ap-
                      vita, ha chiaramente dimostrato che niente è        punto chiedevi: perché devo comprare due scarpe se ho biso-
impossibile: dal 2012 fa parte della Nazionale Italiana di Calcio Am-     gno di una soltanto? Come possono i negozi agevolare questa
putati e ha partecipato anche ai mondiali in Messico. Non solo cal-       necessità? Hai un’idea da proporre?
ciatore, Arturo oggi è un motivatore e attraverso i suoi corsi segue      «Da quando ho abbandonato la protesi, quindi circa da dieci anni,
più di mille persone che ogni giorno grazie alle sue parole trovano       compro due scarpe anche se ho bisogno di una soltanto. È una piaga
la forza per affrontare quei momenti difficili che la vita ci presenta.   sociale che va sistemata, se ne parla poco perché i casi non sono molti,
Arturo ci ha permesso di capire che ognuno di noi ha la possibilità       ma questa situazione ha bisogno di più spazio. La mia idea è quella
di partire, o ripartire, con il piede giusto.                             appunto di dar voce, e questa della scarpe rappresenta a pieno la quo-
                                                                          tidianità. Sto lavorando alla creazione di una piattaforma che faccia
Cosa significa un ragazzo in gamba? Quando è iniziata la tua              da tramite fra i brand e i clienti, per agevolare persone con le mie
storia?                                                                   stesse necessità, ma non solo. Magari c’è chi ha esigenze particolari
«Ragazzo in gamba è l’appellativo che più mi sta a cuore, dice un         tipo un numero diverso dall’altro oppure il colore».
po’ tutto e rappresenta la mia vita. Con una gamba, non senza una
gamba. La mia storia è iniziata ancor prima che io nascessi, perché i     Sei un motivatore e fonte di ispirazione per moltissime per-
miei genitori hanno detto sì pur sapendo che dovevo nascere con una       sone. Quanto è importante una figura come la tua nella quo-
gamba sola. Mi hanno accolto come un dono, grazie al loro amore e         tidianità soprattutto durante la situazione attuale?
alla loro fiducia sono riuscito a diventare la persona che sono oggi. È   «Non mi reputo un eroe, lo dico sempre che non esiste un manuale
importante avere fiducia e conquistarla, i miei genitori me l’hanno       per vivere bene. Metto davanti un’esperienza concreta ancor prima
data a prescindere e questo è stato determinante».                        delle parole, questa è la base. Attraverso i miei corsi e i miei libri cerco
                                                                          di fare proprio questo: tradurre e fornire strumenti per mettere nero
Hai scritto sei libri, da dove nasce l’esigenza di scrivere?              su bianco la mia esperienza. Cerco di condividere delle chiavi di let-
«È nata più o meno a 12 anni. Ho iniziato a scrivere pensieri e rifles-   tura della vita che possono stimolare a loro volta domande e risposte
sioni, spesso negativi, oppure situazioni che mi facevano stare male:     utili. Un problema visto solo come un problema rimane tale, visto
nella scrittura ho trovato proprio uno sfogo dove potermi liberare.       invece come una soluzione già modifica la percezione della realtà.
Scrivevo all’Arturo del futuro immaginandolo in un mondo per-             Una figura come la mia è importante soprattutto in questo periodo:
fetto dove riuscivo a realizzare tutto ciò che avevo in mente. Avere      stimolare la mente e la creatività delle persone è fondamentale per
questa visione futuristica mi ha aiutato a metterla in pratica oggi.      riscoprire quella forza che c’è dentro di noi. Attraverso i miei corsi
A 19 anni ho scritto il mio primo libro dove racconto la storia della     seguo più di mille persone e la cosa più gratificante per me è vedere
mia vita, da lì la scrittura è diventata fondamentale, uno strumento      i risultati che loro ottengono grazie a ciò che riesco a trasmettere».
di condivisione di pensieri positivi, per far capire alle persone che     E

c’è sempre una possibilità. Sono partito dalla mia esperienza per ar-
rivare fino a quella degli altri».

Sei riuscito a fare dei tuoi limiti la tua forza. Dove si trova tutta
questa motivazione?
«La motivazione si trova quando capisci cosa vuoi raggiungere, chi
vuoi essere nella vita. È svegliarsi la mattina e indirizzare i tuoi
pensieri. Ogni giorno devi dare un’intenzione a ciò che fai, alle tue
azioni, pensieri, parole. Un limite diventa un momento in cui riesci
a capire che ogni evento nella vita può avere diverse sfaccettature,
quando riesci a capire che il significato che dai a una situazione lo
decidi tu e basta, è lì che inizi a divertirti».

“Col piede giusto” è uno dei tuoi sei libri. Ma qual è veramente
in ognuno di noi il piede giusto?
«Il piede giusto in ognuno di noi è quella possibilità che riusciamo
a carpire dalle difficoltà che viviamo. Spesso e volentieri le persone
si buttano giù per una situazione, un evento, un fallimento e non
riescono ad andare avanti perché fa male. Il dolore istintivamente
ci blocca e ci paralizza, ma se andiamo oltre scopriamo che tutto
serve. Oggi riconosco che tutte le esperienze che mi hanno provo-
cato sofferenza sono da ringraziare, perché è solo così che riusciamo

                                                                                                                               Aprile 2021 / EDERA / 5
Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
EDERA / SCIENZE

                                 Una connessione
                                  con l’Universo:
                                  Link4Universe                     di Filippo Castiglioni

         È
                         impressionante la vastità dell’Universo. Quando         cosa stessi realmente facendo. Facevo teatro e ogni volta pen-
                         sentiamo dire che la stella più vicina al nostro pia-   savo a cosa portare sul palco per intrattenere le persone. Mi
                         neta, Proxima Centauri, dista poco più di quat-         piacevano tantissimo la storia e l’astronomia, ma ancora non
                         tro anni luce da noi, non ci rendiamo veramente         collegavo le due cose. Mi ero accorto, strada facendo, che
                         conto di quanto effettivamente sia. Le distanze         c’erano moltissime cose della scienza che le persone non co-
          nello spazio si misurano in anni luce e spesso la parola “anni”        noscevano e che avevano voglia di scoprire: più ne parlavo
          confonde le persone. Questo perché non è cosa comune mi-               più ne rimanevano entusiaste. Ho deciso quindi di seguire
          surare una quantità di spazio in termini temporali. Ma per-            la facoltà di storia e filosofia, dato che qui in Italia non esi-
          ché allora lo facciamo?                                                ste un percorso di laurea mirato alla storia della scienza, ma
          La necessità di adottare un nuovo sistema di misurazione               durante gli studi ho coltivato per conto mio l’astronomia e
          deriva dal fatto che sarebbe molto scomodo definire in ter-            la storia dell’esplorazione spaziale.
          mini chilometrici quanto distano                                                                    Nel 2008 ho ripreso il teatro, nel
          le stelle, le galassie o i buchi neri,                                                              2009 è nato il primo blog scritto e
          da noi e fra loro! Ma facciamo un                                                                   nel 2012 ho dato vita al canale You-
          esempio: la Terra dista dal Sole in                                                                 tube Link4Universe».
          media 150 milioni di chilometri e
          la sua luce ci mette solo 8 minuti                                                                Una volta laureato hai quindi
          per arrivare a noi. Ecco, dunque,                                                                 intrapreso la carriera a tempo
          che possiamo definire la distanza                                                                 pieno di youtuber scientifico.
          della Terra dal Sole come il tempo                                                                Come ti sei reso conto che po-
          che impiega la luce a compiere tutti                                                              teva rivelarsi il tuo vero e pro-
          quei chilometri. In questo modo,                                                                  prio lavoro?
          enormi distanze si trasformano in                                                                 «All’epoca non pensavo a gettare le
          numeri molto più comodi con cui                                                                   basi per poi, un domani, aprire un
          lavorare, e diciamocela tutta: i fisici                                                           patreon. Le uniche entrate deriva-
          tendono a semplificarsi la vita lad-                                                              vano dalle pubblicità. Sapevo che
          dove ne hanno la possibilità.                                                                     c’era la possibilità di renderlo un
          Ci sono molte altre stranezze che                                                                 lavoro e vedevo Youtube come lo
          vanno oltre la logica comprensione.                                                               strumento più adatto per fare di-
          Pensiamo alla meccanica quantistica                                                               vulgazione. È un po’ come la diffe-
          o alla teoria della relatività: se ci dicono che più misuriamo         renza fra cinema e teatro. Il cinema, quando è nato, tentava
          attentamente un fenomeno e meno informazioni avremo di                 di replicare il teatro, non tenendo conto delle grandi possi-
          esso, non è che lo si dia per certo a priori; se ci dicono che         bilità che aveva. A teatro hai un’unica prospettiva, mentre
          più ci muoviamo velocemente e più il tempo rallenta, vale lo           tagliando qua e là, aggiungendo e togliendo inquadrature
          stesso discorso. Allora come possiamo avvicinarci, cercando            hai molte più possibilità. Il montaggio è un vero e proprio
          il modo più semplice per assaporare tanto fascino, a oggetti           linguaggio, grazie al quale cambia il modo di raccontare la
          di studio tanto complessi e talvolta illogici?                         storia. Non che una sia meglio o peggio dell’altra. Sono sem-
          Ne parliamo con Adrian Fartade, fondatore del canale You-              plicemente due cose diverse. E così è per Youtube. All’inizio
          tube Link4Universe e divulgatore scientifico.                          molti hanno pensato di imitare la televisione, di fare “i Piero
                                                                                 Angela” della situazione, ma non poteva essere così. You-
          Com’è nato il progetto Link4Universe?                                  tube apre altri scenari e permette di proporre contenuti in
          «Ho iniziato a fare divulgazione alle superiori, senza sapere          maniera totalmente differente dalla televisione. Consente di

6 / EDERA / Aprile 2021
Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
EDERA / SCIENZE
avere un’interazione diretta e di arrivare in maniera più con-      leggono gialli non lo fanno perché un giorno si troveranno
creta senza intermezzi. Le cose poi sono venute da sé e gua-        a risolvere un caso di omicidio, ma lo fanno perché li entu-
dagnando visualizzazioni sono riuscito a farne il mio lavoro».      siasma. E allo stesso modo dobbiamo rapportarci con la ma-
                                                                    tematica e la fisica. Un problema, a mio parere, è il modo
Quando si sente parlare di scienza, si pensa spesso a tutte         attraverso il quale i ragazzi vengono invogliati allo studio di
quelle teorie e formule incomprensibili che, senza pas-             queste discipline, perché si dà poco spazio alla creatività. Ci
sare ore e ore sui libri, non capiremo mai. Come, e so-             limitiamo al superamento di test, senza preoccuparci di come
prattutto perché, hai deciso di sensibilizzare le persone           imparare ad imparare. Il più delle volte, alla fine, molti stu-
alla scienza?                                                       denti non riescono a trovare la propria strada».
«I primi a cambiare le regole sono stati gli adolescenti negli
anni ’10 che hanno iniziato a portare su Youtube la loro vita       Un consiglio ai ragazzi su come approcciarsi alla scienza
senza filtri. Questo atteggiamento toglie strati su strati all’i-   e al mondo esterno?
dea che abbiamo di ciò che riteniamo “inaccessibile”. E così        «Una delle cose da tenere sempre a mente è questa: ciò che
ho fatto io con la scienza. Parlandone in maniera genuina,          c’è di entusiasmante da scoprire là fuori va scoperta insieme.
grazie anche alla grande passione che mi spinge a farlo, ciò        Parte della bellezza di comprendere come funziona qual-
che sembra difficile e complicato perde quel velo di inacces-       cosa è poterlo raccontare a qualcuno. Un’altra cosa che vo-
sibilità che altrimenti avrebbe. Ci sono vari aspetti fonda-        glio dire è di non pensare di non essere bravi nelle discipline
mentali che mi hanno spinto a fare divulgazione scientifica.        scientifiche perché non si è bravi in matematica. La mate-
Immagina una melodia che ti coinvolge e ti piace. Se cono-          matica è un grosso spauracchio che esiste di fondo, ma che si
sci il lavoro che c’è dietro alla composizione musicale, se sai     può imparare. Alle superiori viene insegnata a pezzettini ed
come vengono mixati o composti certi effetti, allora quella         è veramente molto facile perdere il filo. Quando vai all’uni-
melodia verrà apprezzata molto di più. E così per la scienza.       versità nell’arco di sei mesi ti viene insegnato tutto da zero,
Avendo basi di matematica, di fisica o di chimica la guarde-        senza pause nel mezzo, e ti rendi conto che ciò che hai im-
rai con molto più stupore, ma ci sono comunque certe cose           parato in cinque anni lo puoi recuperare in così poco tempo.
della scienza che, indipendentemente dalle tue conoscenze,          Ve lo assicuro! Dategli una chance, perché una volta che fai
non potrai che apprezzare. Un esempio lampante è l’arcoba-          il ricercatore non ti serve quasi mai. Ci sono i computer per
leno. Per guardarlo meravigliato non ti serve conoscere la fi-      i calcoli che dovresti svolgere, ma ti serve conoscerla per-
sica che c’è dietro, e questo ci porta al secondo punto. Spesso     ché se non torna qualcosa sai dove andare a cercare l’errore».
la scienza è associata a qualcosa di pratico e non a qualcosa
di estetico, quando invece dovrebbe essere così. Nell’Otto-         La scienza, dunque, non deve essere vista in funzione di una
cento la scienza era relegata al suo utilizzo pratico, ma do-       qualche necessità, ma per la sua naturale bellezza. Non c’è
vremmo semplicemente comprenderla perché è bella così.              da temere se non abbiamo grandi basi matematiche, fisiche
È bello sapere come sono fatti gli anelli di Saturno o cosa         o chimiche, ed è grazie al modo in cui Adrian e altri come
c’è nell’atmosfera di Giove! Non dobbiamo sempre chiederci          lui ci connettono con l’universo che possiamo avvicinarci
a cosa ci serve! Se guardi la matematica in questo modo, ti         ai misteri del cosmo, comprendendone i segreti e le mera-
rendi conto che è genuinamente divertente. Le persone che           viglie che cela.
                                                                    «E come sempre, continuate a essere meravigliosi!». E

                                                                                                                        Aprile 2021 / EDERA / 7
Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
EDERA / SPETTACOLO
                                                                             Il progetto è iniziato come un laboratorio di formazione all’arte sce-
                                                                             nica insieme all’Istituto per i servizi sociali Elsa Morante. Gli in-
                                                                             segnanti che lavorano in quella scuola sono infatti per me persone
                                                                             speciali in quanto hanno tra gli studenti anche molti ragazzi con
                                                                             difficoltà di varia natura.

Manu Lalli
                                                                             Il laboratorio ha preso avvio, in collaborazione con le insegnanti
                                                                             Raimonda Ugolini e Ambretta Miniati, con un percorso teatrale
                                                                             aperto a tutti gli studenti. Che a partecipare fosse un ragazzo disa-
                                                                             bile o un ragazzo abile con tutte le possibilità di esprimersi con il
                                                                             corpo, per me non faceva differenza, anzi: la relazione e la possibi-
Il teatro e la diversità                                                     lità di lavorare in teatro condividendo l’esperienza e l’emozione del
                                                                             palcoscenico sono sempre un arricchimento pazzesco. Altrimondi
vista come valore aggiunto                                                   è arrivato ad avere tra gli 80 e i 100 iscritti, è stato finanziato dall’I-
                                                                             stituto Elsa Morante, dalla Provincia e dal Comune di Firenze ed è
di Martina Canovai                                                           diventato il punto di riferimento dell’inclusività di tutta l’attività la-
                                                                             boratoriale teatrale fiorentina.
                                                                             Credo che far vivere le emozioni legate a una messinscena, in prima

D
                                                                             persona sul palcoscenico, a qualcuno che non sia un attore profes-
          al 2020, con la chiusura dei teatri a causa dell’emergenza         sionista, sia un’esperienza magnifica e indimenticabile. Il mio non
          Covid, il mondo culturale ha subito un arresto. I lavoratori       è volutamente un teatro inclusivo solo dal punto di vista della disa-
          dello spettacolo stanno cercando di continuare a lavorare a        bilità fisica o psichica ma anche di tipo sociale.
porte chiuse per mantenere vivo il teatro e la sua bellezza, esorciz-        Gli “attori” di Alt, adulti e ragazzi, alcuni dei quali con gravi pa-
zando le paure che questa emergenza ci ha messo davanti.                     tologie fisiche o psichiche, hanno calcato le scene in decine di tea-
In quest’ultimo anno sono cresciuti i casi di depressione che hanno          tri per oltre 23 anni. Gli spettacoli realizzati hanno chiesto loro un
colpito anche chi lavora nel settore culturale e teatrale: non solo at-      impegno artistico enorme, poiché non sono mai stati fatti “sconti”
tori, presentatori, registi, ma anche tutte le persone che fanno gi-         legati alle difficoltà oggettive dei singoli e credo che sia stata una
rare questo magico mondo, come costumisti, tecnici delle luci, del           delle esperienze più significative della mia carriera».
suono, truccatori, sarte….e molti altri. A raccontarci questo anno
diverso è Manu Lalli, una regista fiorentina che ha fondato la sua
compagnia, Venti Lucenti, nel 1993.

Manu Lalli: chi sei, da dove vieni e qual è il tuo percorso?
«Sono una donna! Sono cresciuta a Fiesole. Una città che fin dagli
anni ’70 vantava di avere nell’organico comunale la figura dell’ani-
matore culturale, che lavorava con le scuole e i cittadini con pro-
getti di impatto sociale.
All’età di sei anni ho iniziato a partecipare ai laboratori teatrali or-
ganizzati dall’animatore culturale Alfredo Puccianti, che poi sa-
rebbe diventato il mio maestro di teatro e di vita, e da allora non ho
più abbandonato il palcoscenico. Quando sono diventata adulta, ho
lavorato con Alfredo con l’idea che il “regalo” che avevo ricevuto
da piccola, il teatro, dovesse essere “restituito” proprio attraverso il
luogo stesso in cui io l’avevo conosciuto: la scuola.
Attraverso la scuola infatti è possibile “contagiare” con il teatro tan-
tissime persone e regalare loro esperienze che altrimenti non avreb-
bero occasione di vivere.
Successivamente ho fondato la mia compagnia, Venti Lucenti, oc-
cupandomi assieme ad altri professionisti dell’animazione e del te-
atro di divulgazione e formazione teatrale. Il progetto al quale mi
sono dedicata più nello specifico negli ultimi quindici anni è quello
della divulgazione e dell’avvicinamento all’Opera Lirica attraverso
la collaborazione tra teatri e istituzioni scolastiche. In questi progetti
sono i ragazzi stessi, protagonisti degli spettacoli, che portano i geni-
tori e gli insegnanti a teatro, e non il contrario come spesso accade».

A chi è venuta l’idea del laboratorio teatrale Altrimondi, al
quale io stessa ho partecipato?
«Il laboratorio Altrimondi è nato da una mia idea nel 1994 con l’o-
biettivo di rendere accessibile il dono del teatro a più persone pos-
sibili. Il nome evoca l’idea che un altro mondo è possibile: il teatro
diventa mezzo per favorire l’inclusione di ragazzi diversamente abili
e di sensibilizzazione sui temi dell’impegno civile e della tolleranza,
del rispetto, dell’espressione artistica di alta qualità, del superamento
del pregiudizio.

8 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / SPETTACOLO

Perché questo laboratorio non esiste più?                                 vanno via e ne arrivano di nuovi, altri restano. In questo momento sì,
«Il mondo è cambiato. Negli anni ’90 quasi ogni scuola organizzava        siamo in maggioranza donne ma è un caso: credo tantissimo nell’in-
un laboratorio teatrale al suo interno. I cambiamenti sociali, i po-      tegrazione e nella sinergia del lavoro tra uomini e donne, da cui de-
chi finanziamenti alla scuola e l’avvento della tecnologia e di Inter-    riva spesso un grande arricchimento per tutti».
net, che hanno modificato profondamente il modo di relazionarsi e
anche di divertirsi, hanno determinato non solo la chiusura del no-       Ti è mai capitato un flop?
stro laboratorio ma anche, e soprattutto, la fine di un’intera epoca.     «Mi è capitato di fare uno spettacolo di opera lirica con professionisti
Un laboratorio teatrale come Alt per esistere necessita di importanti     dove i costumi risaltavano poco rispetto alla scena. Mi è dispiaciuto,
risorse economiche e umane, e questo momento storico purtroppo            ma effettivamente era tremendo! Quando finisce uno spettacolo, per
non lo permette: ma nel futuro chissà… potrebbe tornare a essere il       chi fa il mio lavoro c’è sempre qualcosa che può andare meglio, ma
grande amore della mia vita come lo è stato per 24 anni».                 questa volta era palese per tutti. Che figura!».

Il lockdown ha messo un lucchetto alle porte dello spettacolo:            Quali sono i progetti e le speranze per il futuro?
come lo avete affrontato?                                                 «Speranze tantissime, progetti anche. Vorrei continuare a lavorare
«È stato un duro momento. Stavamo preparando “La principessa di           con i ragazzi e i bambini, usando il teatro come strumento forma-
gelo” dalla “Turandot” di Puccini con il Teatro del Maggio Musicale       tivo perché credo che sia un mezzo al servizio della crescita della col-
Fiorentino, che avrebbe debuttato a marzo 2020 con 900 bambini in         lettività. La speranza è riuscire faticosamente a riprendere in mano
palcoscenico. Erano in preparazione anche il “Falstaff” di Verdi con      questa stagione che ci è stata “portata via”, lavorando su temi ur-
il Teatro Massimo di Palermo e la “Carmen” al teatro Il Maggiore          genti: l’ambiente, le relazioni e l’immigrazione. A tutto questo il te-
di Verbania, ed eravamo in tournée con i nostri spettacoli dedicati       atro può partecipare in modo significativo per chi lo fa e per chi lo
ai grandi compositori per il Maggio Metropolitano. Poi tutto si è         guarda: può dare la possibilità di conoscere altri punti di vista e di
fermato, non siamo andati in scena. Abbiamo quindi ripensato ad           comprendere, indossando i panni di “altri”, una realtà molto com-
alcune attività con i bambini in modalità online e ci siamo dedicati      plessa come quella odierna» E .
a ridisegnare il nostro sito web in previsione delle future attività».

Ho notato che il tuo staff è composto in prevalenza da donne,
scelta voluta?
«Le compagnie teatrali sono sempre “esseri” in divenire. Alcuni artisti

                                                                                                                             Aprile 2021 / EDERA / 9
EDERA / ATTUALITÀ

                 Intervista a Gabriele Rugani, dottorando di ricerca dell’Università di Pisa

                                                                               relative a vicende che erano già state legittimamente pubblicate in

S
di Margherita Barzagli e Riccardo Ficini (Prosperous Network)
                                                                               un certo momento storico, ma rispetto all’accadimento delle quali
                                                                               è ormai trascorso un notevole lasso di tempo. Esso, ovviamente, è
           i può essere dimenticati online? Secondo il diritto all’oblio,      finalizzato a tutelare la pretesa di un soggetto a non veder reintro-
           una ramificazione giurisprudenziale relativamente recente,          dotte nel circuito della divulgazione informativa notizie relative a
           sì, è possibile. In linea generale, tale diritto è inquadra-        vicende personali che si vorrebbe venissero dimenticate, in quanto
           bile come il non voler essere imprescindibilmente esposti           lesive della propria reputazione.
           a ulteriori danni che una notizia potrebbe arrecare alla re-        Come è stato autorevolmente sostenuto, si tratta dunque di un di-
putazione e all’onore. L’eterno presente delle notizie on-line è una           ritto che appartiene “alle ragioni e ‘alle regioni’ del diritto alla ri-
dimensione continuamente dibattuta, sia nella sfera pubblica che in            servatezza” (G.B. Ferri)».
ambito giurisprudenziale, dato l’enorme utilizzo dei social network
e del “mondo internet” in genere. La questione del diritto all’oblio ri-       Come si è mossa la giurisprudenza riguardo alla tutela dei dati
condiziona inoltre l’utilizzo della memoria collettiva: rispetto al pas-       personali in correlazione alla libertà di informazione?
sato si è rovesciata la prospettiva che vigeva, per esempio, nell’antico       «Fin dalla breve definizione che è stata appena data, appare chiaro
diritto romano, in cui l’oblio era considerato una pena, la “damnatio          come sia necessario bilanciare la tutela del diritto in esame con altri
memoriae”, mentre oggi invece la “condanna” è la ridondanza infor-             interessi e, in particolare, con la libertà di informazione. Secondo
mativa perpetua. Gabriele Rugani, dottorando di ricerca in Scienze             la giurisprudenza, per capire quale delle due esigenze prevalga, e
giuridiche presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università            quindi se la pubblicazione sia lecita o meno, è necessario verificare
di Pisa, chiarirà nelle righe successive le spinose dinamiche che con-         se si protrae nel tempo l’interesse pubblico alla conoscenza dell’e-
dizionano il diritto all’oblio.                                                vento. Da questo punto di vista, dunque, non si tratta di valutare se
                                                                               la notizia che si vorrebbe nuovamente pubblicizzare sia lesiva della
Cosa è il diritto all’oblio? Come nasce e perché?                              componente reputazionale e identitaria, ma se il trascorrere di un
«Definire il diritto all’oblio è tutt’altro che agevole. Si tratta infatti     significativo lasso di tempo abbia fatto venir meno la finalità dell’o-
di una figura che, in mancanza di una specifica disciplina positiva            riginaria divulgazione. In tal caso, ne consegue la legittima pretesa
di riferimento, ha trovato la propria originaria elaborazione a opera          del soggetto, cui la notizia si riferisce, alla non riemersione della me-
                                  della dottrina civilistica e della giuri-    moria collettiva su quel determinato evento. Al contrario, per po-
                                  sprudenza: in Italia, alcune importanti      ter ripubblicare, è necessaria una specifica e rinnovata utilità sociale
                                  pronunce della Corte di Cassazione sul       all’ulteriore diffusione degli avvenimenti del passato».
                                  punto risalgono agli anni ’80, mentre
                                  in altri Stati vi sono sentenze ancor più    Quale correlazione c’è fra questo nuovo ma controverso di-
                                  datate (in particolare in Francia, dove      ritto e il mondo online?
                                  il celebre caso Landru risale agli anni      «Il diritto all’oblio, nella sua accezione più tradizionale, è stato ela-
                                  ’60). Una simile genesi ha inevitabil-       borato prima dell’avvento di Internet. Tuttavia, con l’utilizzo della
                                  mente reso incerto il perimetro dell’i-      rete, si è sviluppata una nuova accezione: su Internet, infatti, la ri-
                                  stituto in questione, alimentando un         pubblicazione non è più necessaria, dal momento che l’informazione
                                  vivace dibattito interpretativo in me-       non è cancellata, ma permane disponibile per un tempo indetermi-
                                  rito alla sua effettiva portata. Tuttavia,   nato. Non si tratta di un evento che si ripropone all’attenzione del
                                  se si vuole tentare di definire il diritto   pubblico, bensì di un evento che potenzialmente non è mai uscito
                                  all’oblio nella sua accezione più tra-       dall’attenzione del medesimo. Di conseguenza, l’esigenza che il di-
                                  dizionale, affermatasi come si è visto       ritto vuole soddisfare in questo caso è differente: si rende infatti
                                  in epoca antecedente rispetto all’av-        necessario, se non cancellare, quantomeno contestualizzare l’infor-
                                  vento della Rete, si può dire che esso       mazione, come ha affermato anche la Suprema Corte italiana (sul
                                  consiste nel diritto di un soggetto a        punto, si veda Cass. Civ., 5 aprile 2012, n. 5525).
                                  non vedere pubblicate alcune notizie
EDERA / ATTUALITÀ

                                                                                si fa riferimento al caso in cui il trattamento è necessario per l’eser-
Quale caposaldo giurisprudenziale circoscrisse per la prima                     cizio della libertà di espressione e di informazione (lett. a). Ma non
volta il tema?                                                                  solo: tra le ragioni per cui la cancellazione può essere negata figu-
«Il caposaldo giurisprudenziale a cui si fa riferimento quando si parla         rano anche motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pub-
di diritto all’oblio nella sua accezione più recente è, senza alcun dub-        blica (lett. c); fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca
bio, la sentenza nota come Google Spain, pronunciata dalla Corte                scientifica o storica o fini statistici (lett. d); oppure per l’accerta-
di giustizia dell’Unione Europea nel maggio 2014. La vicenda ri-                mento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria (lett. e)».
guardava un cittadino spagnolo che, nel 2009, si era reso conto che
inserendo il proprio nome nel motore di ricerca del gruppo Google               Cosa consiglierebbe alle persone per la tutela di questo diritto?
(Google Search) l’elenco dei link rimandava a due pagine del quo-               «Le persone che vogliono tutelare il proprio diritto all’oblio potreb-
tidiano spagnolo “La Vanguardia” risalenti al 1998. Su di esse figu-            bero, in primo luogo, rivolgersi al gestore del motore di ricerca.
rava l’annuncio di una vendita all’asta di immobili in seguito a un             Google, ad esempio, ha deciso di attivarsi senza indugio per dare at-
pignoramento effettuato per la riscossione coattiva di crediti previ-           tuazione all’analizzata pronuncia della Corte di Giustizia, e ha messo
denziali nei confronti dello stesso cittadino. Egli, tuttavia, sosteneva        a disposizione un modulo online da compilare identificandosi e de-
che la menzione di tale evento fosse ormai priva di qualsiasi rilevanza.        scrivendo la propria richiesta di cancellazione. (Tale modulo è re-
Il Giudice di Lussemburgo ha dato ragione all’uomo, sviluppando                 peribile online ndr).
il proprio ragionamento a partire dall’art. 12, lett. b), dell’allora vi-       Tuttavia, cosa ancor più importante, occorre ricordare che i diritti
gente Direttiva 95/46/CE, che si limitava ad accordare il diritto alla          sanciti dal Gdpr, compreso quindi il diritto alla cancellazione (o all’o-
cancellazione dei propri dati personali in determinate ipotesi. At-             blio che dir si voglia) dell’art. 17, possono essere tutelati ai sensi de-
traverso un’interpretazione estensiva di tale scarna disposizione, la           gli artt. 77 e ss. dello stesso Regolamento: l’interessato potrà dunque
Corte di giustizia ha sancito il diritto dell’interessato di esigere dal        adire in via amministrativa l’autorità di controllo competente (che in
gestore del motore di ricerca la soppressione, dall’elenco dei risul-           Italia è il Garante per la protezione dei dati personali), oppure pro-
tati che si possono ottenere effettuando una ricerca nominativa, dei            porre un ricorso innanzi all’autorità giudiziaria (che, in Italia, è il
link verso le pagine degli archivi del quotidiano contenenti il suo             giudice ordinario e non il giudice amministrativo). E
nome. Il diritto all’oblio, che viene qui a configurarsi come un vero
e proprio “diritto alla deindicizzazione”, prevale dunque sull’inte-
resse del grande pubblico a trovare le informazioni in occasione di
una ricerca concernente il nome di una persona. Così non sarebbe
solo qualora l’interesse del pubblico ad avere accesso all’informazione
risultasse preponderante per ragioni particolari, come il ruolo rico-
perto dalla persona nella vita pubblica: anche la Corte di giustizia
tenta dunque di trovare un bilanciamento tra il diritto in questione
e la libertà di informazione».

In quali casi si applica il diritto all’oblio?
«Attualmente, i casi in cui il diritto in esame può trovare applica-
zione sono sanciti dall’art. 17 del Regolamento (Ue) 2016/679, me-
glio conosciuto come Regolamento generale sulla protezione dei dati
o Gdpr, che ha sostituito la menzionata Direttiva 95/46/CE. Tale
disposizione, rubricata proprio “Diritto alla cancellazione («diritto
all’oblio»)”, elenca al paragrafo 1 tutte le ipotesi in cui una persona
ha il diritto di ottenere la cancellazione dei dati personali che la ri-
guardano. Tra queste, a titolo esemplificativo, è possibile menzio-
nare il caso in cui i dati personali non siano più necessari rispetto
alle finalità originarie (lett. a); il caso in cui il trattamento si basi sul
consenso ed esso venga revocato (lett. b); il caso in cui i dati per-
sonali siano trattati illecitamente (lett. d). Conviene ricordare, a tal
proposito, che il par. 2 dello stesso articolo prevede un meccanismo
affinché in tali ipotesi la cancellazione abbia una portata ancora più
ampia: il titolare del trattamento, infatti, è tenuto entro certi limiti
ad informare della richiesta di cancellazione gli ulteriori titolari che
trattino i medesimi dati, in modo che provvedano a rimuovere qual-
siasi link, copia o riproduzione degli stessi. A onor del vero, occorre
anche ricordare che sull’opportunità di qualificare un simile diritto
come “diritto all’oblio” vi sono alcuni scetticismi».

Perché solo in alcuni casi?
«È possibile esercitare il diritto all’oblio solo in alcuni casi perché an-
che il Gdpr tiene conto delle possibili esigenze confliggenti, con cui
è necessario trovare un punto di equilibrio. A tal proposito, giova ri-
cordare che il par. 3 dello stesso art. 17 elenca una serie di ipotesi in
cui il diritto in questione non può essere esercitato (e quindi i para-
grafi 1 e 2 non si applicano). Ancora una volta, possiamo vedere che

                                                                                                                                     Aprile 2021 / EDERA / 11
EDERA / SPORT

Ragazza
da record:
quando la realtà
supera i sogni
A tu per tu con
la 19enne fiorentina
Larissa Iapichino,
neo record del mondo
Under 20 nel
salto in lungo
di Martina Stratini

12 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / SPORT

Aprile 2021 / EDERA / 13
EDERA / SPORT

                                                                          «Lo sport è stato sempre parte della mia vita, mi sono innamorata
                                                                          della ginnastica artistica prima e poi... dopo il meeting di Montecarlo
                                                                          visto con mia mamma, colpo di fulmine con la pista. Ho provato un
                                                                          po’ di tutto, ho iniziato a vincere e poi è arrivato in modo naturale il
                                                                          successo in pedana, che è il mio terreno preferito di competizione».
                                                                          In pochi anni hai raggiunto traguardi sempre più difficili e
                                                                          hai alzato l’asticella. Qual è il segreto del tuo successo? Quali
                                                                          sono gli elementi che secondo te sono stati essenziali per ar-
                                                                          rivare fino a oggi?
                                                                          «Determinazione, passione, credere nei propri sogni sempre e impa-
                                                                          rare dalle sconfitte che insegnano più di molte vittorie».
                                                                          Quanto è stato importante il sostegno di mamma Fiona e babbo
                                                                          Gianni? Ci sono dei consigli non solo nel tuo percorso spor-
                                                                          tivo ma anche nella vita di ogni giorno, che sono soliti darti?
Quattro volte campionessa italiana di salto in lungo ca-                  «I miei genitori sono una fonte di ispirazione e motivazione, mi sono
tegoria allievi, due volte campionessa italiana di salto                  sempre vicini sopra tutto nella mia vita quotidiana e chiaramente an-
in lungo negli assoluti, qualche argento e un salto di                    che nello sport. Non hanno mai invaso la mia comfort zone e adesso
6.91 metri che le ha portato un record nazionale, un re-                  sono io che li cerco: mi piace confrontarmi con la mamma che mi
cord del mondo Under 20 e un pass per le Olimpiadi di                     dà ottimi consigli a livello mentale e con il babbo che è il mio vi-
Tokyo 2021. Un palmares di tutto rispetto quello della                    deomaker personale con cui riguardo a casa tutti i salti delle gare.
giovanissima atleta Larissa Iapichino, 19 anni non an-                    Dal punto di vista personale il consiglio è sempre lo stesso, pensare
cora compiuti e una carriera nel mondo dell’atletica ini-                 al mio futuro dopo l’atletica, prepararmi per quando sarà il cervello
ziata solo nel 2015.                                                      a sostenermi e non più le gambe, per questo gli studi sono per me
                                                                          molto importanti».
Larissa, figlia degli ex atleti Fiona May e Gianni Iapichino, è una       La tua vita si è alternata fra città e campagna, fra Firenze e il
fiorentina Doc. Una ragazza come molte altre della sua età che ogni       Mugello. In quali di questi luoghi ti identifichi di più? Quali
giorno si destreggia fra amici, famiglia, scuola, allenamenti e deci-     sono i ricordi più belli hai di ciascuno di essi?
sioni da prendere sul futuro. Bella, solare, razionale e determinata:     «Ogni luogo della mia vita ha un significato ben preciso. Sono af-
sono alcuni degli aggettivi che possono riassumere la neo-stella ita-     fezionata sia alla mia casa delle Croci di Calenzano dove abita la
liana emergente del mondo dell’atletica. Ho avuto il piacere di po-       mamma e dove sono cresciuta sia a Firenze dove ho iniziato il liceo,
ter porre proprio a Larissa qualche domanda facendo un viaggio fra        alla casa dei miei nonni a Pratolino in cui ho vissuto fino allo scorso
passato, presente e futuro.                                                                  anno invece con il babbo e sono felice adesso nella
                                                                                             mia nuova casa di Firenze, dove sempre con babbo
                                                                                             mi sono trasferita, vicina al campo. Io sono tutte
Ciao Larissa, grazie per aver accettato la no-                                               queste esperienze insieme, di certo un ricordo spe-
stra intervista. Partirei dalla domanda che par-          Credere nei propri                 ciale è quello della festa dei miei 18 anni quando
rebbe più scontata: come ti senti? Quali sono le             sogni sempre                    ho sfrattato il babbo e siamo rimasti a dormire in
sensazioni che stai provando dopo il raggiun-              e imparare dalle                  8 qua da me».
gimento di tutti questi obiettivi?                     sconfitte che insegnano               Oltre al lato sportivo di Larissa, c’è anche quello
«Mi sento prima di tutto con i piedi per terra. Sono     più di molte vittorie               di appassionata di moda. Come riesci a unire
estremamente felice dei risultati, è stata la miglior                                        questi due amori? E come è nato quello per il
stagione indoor di sempre, coronata da un obiettivo                                          mondo delle sfilate?
che ho centrato già nei primi due mesi di quest’anno,                                        «La passione per la moda nasce fin da quando ero
entry standard per le Olimpiadi e addirittura il record del mondo         piccola e accompagnavo alle sfilate la mamma. Poi per un periodo
U20 indoor. Emozioni indimenticabili ogni volta che rivedo quel           non ci ho più pensato, poi REDValentino mi ha chiamato per es-
salto. Adesso la concentrazione deve essere massima e rivolta alla sta-   sere sua testimonial: una nuova folgorazione. Si può conciliare tutto
gione outdoor, che sarà lunga per me, quindi cerco di non pensare         con passione e organizzazione, essendo professionali in ciò che si fa
al record ma a migliorarmi ancora».                                       e ho intenzione di continuare scuola e allenamenti, continuando a
                                                                          conciliare le due cose».
Il tuo percorso sportivo nell’atletica è iniziato solo nel 2015           La maturità arriverà questo giugno. Quanto è stato difficile
partendo proprio dalla Firenze Marathon mentre prima hai                  negli anni organizzare lo studio e lo sport? Terminate le me-
sperimentato molti altri sport. Cosa ti frenava dal provare at-           die la tua scelta è ricaduta sul liceo scientifico, pensi di conti-
letica? Qual è stato, invece, il giorno in cui hai compreso che           nuare gli studi una volta finito? E nel caso, hai già le idee chiare?
quella potesse essere la tua strada?                                      «Conciliare sport e studio, come dicevo, è questione di grande

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organizzazione. Il babbo mi ha aiutata in questo accompagnandomi spesso a scuola poi
subito all’allenamento e risparmiando tempo. Per me studiare anche dopo cena spesso
fino alle 2 di notte per essere sempre in pari e ricominciare il giorno dopo alle 6.30 di
mattina è la routine e va bene così. Continuerò certamente, ho deciso di fare giuri-
sprudenza e magari magistratura anche se la strada è lunga. Amo la giustizia e la mia
aspirazione più grande è quella di fare in modo che essa sia rispettata e che tutte le cose
abbiano il proprio equo posto».

Come ci si sente a essere primatista mondiale Under 20 nella tua specialità? Quale
è stata la prima reazione dopo aver scoperto la lunghezza del salto? Nel pre-gara
sentivi che avresti potuto raggiungere questo risultato?
«Diciamo subito che i record sono fatti per essere battuti quindi inutile bearsi troppo.
Sono molto contenta: risultato ottenuto e ora pensiamo al prossimo record da battere.
Prima reazione? Incredulità. Sapevo di essere costante ormai su certe misure, sui 6.70-
6.75... non sapevo però fino a dove poteva arrivare l’acuto».

A marzo, dopo il celebre salto da 6.91 mt, è arrivato il debutto in nazionale all’Eu-
ropeo Indoor di Torun. Quali emozioni hai provato indossando per la prima
volta la maglia azzurra?
«Grande emozione, orgoglio e senso di responsabilità verso la mia nazione. Questo an-
che dopo aver effettuato il giuramento alla maglia, una motivazione a tenere alti i co-
lori del nostro Paese e dare il meglio in gara».

Il record del mondo ti ha permesso anche la qualificazione alle prossime Olim-
piadi di Tokyo. Hai già degli obiettivi per la tua partecipazione?
«Tokyo è un sogno diventato realtà nel migliore dei modi. Vorrei arrivare nel massimo
della condizione, andare in finale e poi dare il meglio di me».

Siamo giunti alla conclusione della nostra intervista e mi piacerebbe doman-
darti: adesso cosa ti aspetti? Quali sono i tuoi obiettivi futuri, anche al di fuori
del mondo sportivo?
«Cerco sempre di settare le mie aspettative in modo realistico e tenere i piedi per terra.
Obiettivi di questo anno: maturità con buoni voti, Olimpiadi e finale, dare il meglio anche
ai Mondiali U20 in Kenya a metà agosto. La stagione è lunga... e dopo voglio iniziare al
meglio l’Università in autunno con una consapevolezza diversa e ancora nuovi sogni». E

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EDERA / ATTUALITÀ

Puntare in alto,
con i piedi
per terra
Intervista a Martina Ricca
e Alice Berardi, fondatrici
di Mea Design

D
di Francesca Diodati

                    ue ragazze che hanno pratica-
                    mente vissuto la stessa vita senza
                    mai incontrarsi. Si sono conosciute
                    tra i banchi dell’Istituto Europeo
                    di Design (Ied) di Roma e non si
                    sono più lasciate. Nel 2018, l’espe-
rienza lavorativa alla Mostra del Cinema di Venezia
come social media manager per uno dei film in con-
corso, ha acceso in loro la voglia di mettersi in gioco
e dopo un anno di studio e lavoro è nata Mea De-
sign. Il nome rappresenta l’unione delle iniziali dei
loro nomi, infatti Martina e Alice sono proprio così:
complementari, una somma perfetta di energia, in-          Alice: «In un mondo dove ci sono già tante agenzie che offrono pacchetti predefi-
telligenza, determinazione e competenza. Due gio-          niti e uguali per tutti, Mea Design vuole invece offrire un servizio che definiamo
vani donne che hanno scelto di seguire l’istinto e di      sartoriale, molto elastico. Chi si rivolge a noi, infatti, sa che verrà accompagnato
raccontarsi, senza filtri e oltre i pregiudizi.            passo dopo passo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Inoltre trattiamo Mea De-
                                                           sign come se fosse il nostro primo cliente perché produciamo una marea di conte-
Ciao ragazze, la prima domanda che forse vi farà           nuti e questo richiede molto tempo. Chiaramente essendo all’inizio stiamo facendo
la maggior parte delle persone è: che lavoro fate?         tanti sacrifici, o meglio, scelte che però non rimpiangiamo neanche per un secondo».
Martina: «Nel nostro caso questa domanda è normale         Avete portato il vostro mondo su Instagram, TikTok e su Spotify e Apple Po-
perché ci occupiamo di tante cose diverse. Siamo sia       dcast con “Mea Talk”. Cosa vuol dire fare comunicazione sui social media?
art director, quindi ci occupiamo dello sviluppo della     Martina: «Quello che abbiamo notato è che le persone che parlano di marketing e
parte visiva di una campagna pubblicitaria, sia social     pubblicità lo fanno tra di loro cioè esperti di marketing con esperti di marketing, in
media manager che significa che lavoriamo sulla comu-      un linguaggio che è difficile da comprendere, a volte anche per noi. Noi vogliamo
nicazione social per aziende o privati. Abbiamo scelto     rendere alla portata di tutti delle informazioni che effettivamente riguardano tutti,
di procedere su due binari paralleli: da una parte c’è     è cultura generale. Sicuramente significa prendersi una grande responsabilità per-
Mea in quanto distributore di servizi, per cui l’obiet-    chè stiamo dicendo cose che in qualche modo avranno un impatto sulla vita delle
tivo è quello di trasformare i followers in potenziali     persone, specialmente dei più giovani. È sicuramente bello stare sui social ma die-
acquirenti del prodotto di cui stiamo parlando, men-       tro c’è un grande impegno. Per noi il contro è quello di non staccare mai, è un la-
tre dall’altra parte abbiamo Mea in quanto “marca”         voro continuo, per cui non riesci più a capire quando ti stai riposando e quando
che sui social media ci permette di raccontare anche       stai lavorando».
la storia di Martina e Alice, cioè di come si arriva da
zero, passo dopo passo, speriamo, al più alto livello      Alice: «Affrontiamo il mondo della comunicazione in maniera molto diretta e sem-
del nostro settore».                                       plice, pensiamo che la semplicità sia la chiave della nostra comunicazione perchè
                                                           tutti devono avere la possibilità di capire. I social non sono un gioco, sono un modo

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                                                                           importante far vedere che non è stato merito di una mattina
                                                                           in cui siamo state fortunate ma del nostro impegno e lavoro.
                                                                           Per questo stiamo cercando di raccontare le gioie e i dolori di
                                                                           questo percorso. Inoltre essendo due donne dobbiamo fati-
                                                                           care un po’ di più perché il pregiudizio c’è, è inutile negarlo.
                                                                           Spesso veniamo guardate in maniera diversa, ci sono persone
                                                                           che ti reputano meno affidabile di un ragazzo giovane della
                                                                           tua età. Secondo noi è meglio non farci caso e dimostrare con
                                                                           i fatti di essere all’altezza del lavoro per cui si è pagati. Anche
                                                                           perché crediamo assolutamente di esserlo (ride, ndr) ».

                                                                           Alice: «Quando ci chiedono come si fa a credere in se stessi
                                                                           rispondiamo che è qualcosa che si costruisce giorno dopo
                                                                           giorno, acquisendo competenze, perché nel momento in cui
                                                                           sei preparato non puoi non sentirti sicuro in qualsiasi ambito.
                                                                           Bisogna essere molto razionali nel guardare se stessi e capire
                                                                           quello che si sa e quello che non si sa fare. Per esempio noi
                                                                           non sappiamo fare la pubblicità tradizionale, non faremo mai
                                                                           uno spot in tv, pur essendo state formate anche per quello. Il
                                                                           sogno è bellissimo ma deve essere trasformato in obiettivo.
                                                                           Noi lavoriamo così, anche perché secondo me questa moda
                                                                           della narrazione dei sogni e del “tutti possiamo farcela” rischia
                                                                           di portare le persone verso fallimenti giganteschi che, con
                                                                           un po’ di razionalità, si sarebbero potuti evitare. La domanda
                                                                           è “posso farcela, oggettivamente, con i dati alla mano?”. Se
                                                                           penso di avere le competenze e sono pronta a darmi da fare
                                                                           tutti i giorni allora la risposta è sì».

                                                                           L’ultimo anno è stato duro per tutti. Cosa vi lasciate alle
                                                                           spalle e cosa sperate per il futuro?
                                                                           Martina: «Devo dire che siamo state molto fortunate perché
                                                                           poco prima del lockdown abbiamo firmato un contratto con
                                                                           una grande azienda, che ci ha permesso di stare tranquille per
                                                                           un po’. Quando a settembre siamo rientrate dalle ferie teme-
                                                                           vamo di incontrare molte difficoltà perché uno dei nostri punti
                                                                           di forza è sempre stato il parlare di persona ai clienti. Dietro a
                                                                           un telefono è tutto molto più vago. Poi, per fortuna, abbiamo
                                                                           ritrovato la forza e siamo riuscite a riprenderci e questo pe-
                                                                           riodo è il migliore che abbiamo vissuto finora. Anche perché
per posizionarci nel mercato e per esprimerci. Inoltre siamo co-           esistiamo da due anni e considerando che uno l’abbiamo pas-
stantemente collegate su siti di settore, riviste di approfondimento       sato in quarantena…. (ride, ndr)».
e tutti i social e questo ci porta ad avere una visione molto ampia
che ci permette di scegliere in base a quello che interessa a noi in       Alice: «Subito prima della pandemia avevamo iniziato a vi-
primis ma anche quello che pensiamo e sappiamo possa piacere al            vere la nostra vita dei sogni da donne in carriera: sempre in
nostro pubblico. Oggi inoltre i tempi dei social sono molto stretti        giro, due treni a settimana, ci sembrava di essere in un film. Ci
e non riesci mai a dire tutto quello che vorresti quindi i podcast ol-     divertivamo tantissimo anche perché amiamo avere una vita
tre ad essere il nostro fiore all’occhiello rappresentano un momento       dinamica, in cui nessun giorno assomiglia all’altro. La pan-
di connessione e di scambio, nonostante l’assenza di un dialogo si-        demia ci ha tagliato un po’ le gambe da questo punto di vi-
multaneo con gli ascoltatori».                                             sta, ma a livello strettamente lavorativo, fortunatamente, non
Cosa direste a chi, come voi, vuole trasformare la propria pas-            abbiamo avuto grosse ripercussioni proprio perché il nostro
sione in un lavoro?                                                        è un lavoro che si è sempre sviluppato online. Anzi, la con-
Martina: «Quello che diciamo sempre, anche nei podcast, è che bi-          centrazione delle persone, costrette a casa, sui social ci ha an-
sogna sempre fare mente locale perché noi non saremo mai il tipo di        che aiutate. Adesso abbiamo veramente tanti progetti e idee,
persone che ti dicono che basta crederci. Non è vero! Nelle cose ci        siamo due che non riescono a stare ferme. Pensiamo di essere
si deve buttare, ma con il paracadute, ovvero con consapevolezza e         una realtà molto versatile e di poter trovare il nostro spazio in
un’attenta analisi delle proprie capacità. Noi non abbiamo trasfor-        tanti ambiti: quindi stiamo lavorando in questa direzione». E
mato una passione in lavoro ma abbiamo trovato nel lavoro la pas-
sione e la dimensione ideale in cui stare bene, felici e con la voglia
di impegnarsi tutti i giorni. Siamo molto concrete, non ci siamo
mai prese in giro. È il lavoro che fa diventare i tuoi obiettivi realtà,
per questo abbiamo deciso di raccontarci fino dal primo giorno, an-
che quando avremmo potuto fallire il giorno successivo, perché è

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