Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino - Edera Rivista
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Scarica l’app 43 Aria e inquadra la copertina! Aprile - 2021 - 3€ Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv.in L 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 C1/Firenze Ragazza da record Intervista alla fiorentina Larissa Iapichino Col piede giusto Una connessione con Il “dietro le quinte” di A confronto con l’Universo un giovane artigiano Arturo Mariani “Link4Universe” La storia di Riccardo Penko Aprile 2021 / EDERA / 1
I tuoi esperti Apple più vicini. Accogliamo tutti i clienti con il sorriso, la nostra disponibilità e un tocco personale. Siamo aperti anche in zona rossa. Pistoia Viale Macallè, 99/101 | T. 0573 402278 Montevarchi Via F.lli Alinari, 78 | T. 055 0763205
ED ER A | E DITO R IA LE Scarica l’app Aria e inquadra lo sponsor! Editoriale “Capitano, mio capitano” Oggi più che mai abbiamo bisogno di modelli. Di simboli positivi che ci indichino la strada. Che ci aiutino a resistere adesso e a ripartire appena possibile. Ogni città ha le sue icone. A Firenze, che di grandi uomini ne ha avuti tanti, una è Davide Astori. Uno dei volti puliti del calcio italiano. Un Capitano che in poco tempo è riuscito ad arrivare dritto al cuore dei tifosi e della città intera. Per quella sua semplicità da bravo ragazzo, per la disponibilità che sapeva regalare nono- stante il ruolo e la fama. Per l’empatia che univa alla leadership. E Firenze, che fatica sempre tanto a trovare modelli alla sua altezza, lo ha saputo subito riconoscere. E gli ha reso il giusto onore in vita e poi quando la morte ne ha come cristallizzato il valore, rendendolo ancor più un ideale da non dimenticare. Oggi quel sentimento continua a resistere e, anzi, a rafforzarsi. Non a caso in via Canova nascerà un murale che colorerà un’intera facciata col volto del Capitano. Tutti sono stati chiamati a contribuire perché il tributo sia davvero collettivo. I cittadini potranno farlo cercando #unMuraleperDavideAstori sulla piattaforma Go- FundMe: https://www.gofundme.com/f/muraleastori oppure effettuando direttamente un bonifico sul conto Chianti Banca intestato a Fondazione Cure2Children (Iban IT85L0867321400040000403828 causale: Mu- rale Astori). Anche Edera farà la sua parte collaborando a far conoscere l’evento e a raccontare la nascita di quest’opera d’arte in un documentario. Perché anche la memoria, proprio come la cultura, cresce ovunque. Anche sulle pareti della nostra città. Lisa Ciardi Edera L A C U LT U R A C R E S C E O V U N Q U E Mensile di cronaca, arte e cultura . N°43 APRILE 2021 PRE SID E N TE: Lorenzo Chiaro DIR . RE SP ON SABIL E: Lisa Ciardi R EDAT TO R I: Leonardo Torrini, Tommaso Fantechi, Enrico Tongiani, Tommaso Nuti, Marti- na Stratini, Simone Andreoli, Margherita Barzagli, Jacopo Malenotti, Matteo Andorlini CO LL A BO R ATO R I: Niccolò Bigazzi, Filippo Castiglioni, Martina Canovai, Riccardo Ficini (Prosperous Network), Francesca Diodati, Isabella Casu, Olmo Paoletti, Sof ia Galli, David Marchetti, Luca De Santis, Gahel Zesi, Gabriele Batistini, Ginevra Poli, Ilaria Brandolini, Marta Guarducci, Gallo Vincenza, Gemma Tusa, Ginevra Rossi, Associazione 360 PRO G E T TO GR AFICO : Samuele Cairo, Carlotta Antichi COVE R C R E DITS: Larissa Iapichino – fotograf ia di FIDAL/Colom CONTATTI E INFO: Trovaci all'indirizzo www.ederarivista.it, scrivici a edera.archivio@gmail.com Stampa presso Pixartprinting Registrazione presso il tribunale di Firenze n.6035 in data 16/11/2016 Iscrizione ROC: 30991 procedimento n: 1098248 Aprile 2021 / EDERA / 1
EDERA / INDICE E Edera 43 - Aprile 2021 4 Col piede giusto Intervista ad Arturo Mariani 26 Casa Panacea 6 Una connessione con l’Universo: Link4Universe 28 La “nuova” frontiera della divulgazione: Audible e il Podcast Intervista a Francesco Bono Manu Lalli Il “dietro le quinte” Il teatro e la diversità vista di un giovane artigiano come valore aggiunto Intervista a Riccardo Penko 10 Diritto all’oblio: Quando essere dimenticati in rete diventa un problema 32 La (vera) pizza napoletana Intervista a Davide De Maio 12 Ragazza da record Quando la realtà supera i sogni Intervista a Larissa Iapichino Il collettivo Fratture Due parole con Olga e Sara, ideatrici del progetto 18 36 Puntare in alto, con i piedi per terra L’asilo nel bosco Intervista a Martina Ricca e Alice Berardi, fondatrici di Mea Design 20 Non è un paese per giovani La generazione Z e l’attivismo digitale Chi trova un amico trova un tesoro, meglio ancora se a quattro zampe! 22 Intervista a TuttiFenomeni “Può l’arte risvegliare le persone dall’eterno sonno dell’omologazione del gusto?” 39 4 novembre 1966: l’alluvione vissuta nel distretto del cuoio Scarica l'app “Aria The AR Platform”, inquadra le immagini dove trovi il simbolo e scopri l'animazione Edera / Attualità Edera / Musica Edera / Spettacolo Edera / Sport Edera / Artigianato Edera / Cucina Edera / Scienze Edera / Storia Edera / Arte Aprile 2021 / EDERA / 3
EDERA / ATTUALITÀ COL PIEDE GIUSTO Intervista ad Arturo Mariani di Niccolò Bigazzi 4 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / ATTUALITÀ A rturo Mariani è nato con una gamba sola, non a crescere. Se non ci mettiamo alla prova e sfidiamo la vita a testa senza una gamba. Questa è la sua visione della alta tutto questo diventa difficile. Quindi il piede giusto in ognuno vita, perché le difficoltà sono opportunità. Ha di noi è quando scegliamo di accogliere il dolore, la sofferenza e le iniziato a scrivere giovanissimo e l’esigenza di difficoltà e le sfruttiamo come possibilità». condividere la sua esperienza l’ha portato oggi ad aver pubblicato sei libri. Arturo, nella sua Sui social ci ha colpito particolarmente un tuo post, dove ap- vita, ha chiaramente dimostrato che niente è punto chiedevi: perché devo comprare due scarpe se ho biso- impossibile: dal 2012 fa parte della Nazionale Italiana di Calcio Am- gno di una soltanto? Come possono i negozi agevolare questa putati e ha partecipato anche ai mondiali in Messico. Non solo cal- necessità? Hai un’idea da proporre? ciatore, Arturo oggi è un motivatore e attraverso i suoi corsi segue «Da quando ho abbandonato la protesi, quindi circa da dieci anni, più di mille persone che ogni giorno grazie alle sue parole trovano compro due scarpe anche se ho bisogno di una soltanto. È una piaga la forza per affrontare quei momenti difficili che la vita ci presenta. sociale che va sistemata, se ne parla poco perché i casi non sono molti, Arturo ci ha permesso di capire che ognuno di noi ha la possibilità ma questa situazione ha bisogno di più spazio. La mia idea è quella di partire, o ripartire, con il piede giusto. appunto di dar voce, e questa della scarpe rappresenta a pieno la quo- tidianità. Sto lavorando alla creazione di una piattaforma che faccia Cosa significa un ragazzo in gamba? Quando è iniziata la tua da tramite fra i brand e i clienti, per agevolare persone con le mie storia? stesse necessità, ma non solo. Magari c’è chi ha esigenze particolari «Ragazzo in gamba è l’appellativo che più mi sta a cuore, dice un tipo un numero diverso dall’altro oppure il colore». po’ tutto e rappresenta la mia vita. Con una gamba, non senza una gamba. La mia storia è iniziata ancor prima che io nascessi, perché i Sei un motivatore e fonte di ispirazione per moltissime per- miei genitori hanno detto sì pur sapendo che dovevo nascere con una sone. Quanto è importante una figura come la tua nella quo- gamba sola. Mi hanno accolto come un dono, grazie al loro amore e tidianità soprattutto durante la situazione attuale? alla loro fiducia sono riuscito a diventare la persona che sono oggi. È «Non mi reputo un eroe, lo dico sempre che non esiste un manuale importante avere fiducia e conquistarla, i miei genitori me l’hanno per vivere bene. Metto davanti un’esperienza concreta ancor prima data a prescindere e questo è stato determinante». delle parole, questa è la base. Attraverso i miei corsi e i miei libri cerco di fare proprio questo: tradurre e fornire strumenti per mettere nero Hai scritto sei libri, da dove nasce l’esigenza di scrivere? su bianco la mia esperienza. Cerco di condividere delle chiavi di let- «È nata più o meno a 12 anni. Ho iniziato a scrivere pensieri e rifles- tura della vita che possono stimolare a loro volta domande e risposte sioni, spesso negativi, oppure situazioni che mi facevano stare male: utili. Un problema visto solo come un problema rimane tale, visto nella scrittura ho trovato proprio uno sfogo dove potermi liberare. invece come una soluzione già modifica la percezione della realtà. Scrivevo all’Arturo del futuro immaginandolo in un mondo per- Una figura come la mia è importante soprattutto in questo periodo: fetto dove riuscivo a realizzare tutto ciò che avevo in mente. Avere stimolare la mente e la creatività delle persone è fondamentale per questa visione futuristica mi ha aiutato a metterla in pratica oggi. riscoprire quella forza che c’è dentro di noi. Attraverso i miei corsi A 19 anni ho scritto il mio primo libro dove racconto la storia della seguo più di mille persone e la cosa più gratificante per me è vedere mia vita, da lì la scrittura è diventata fondamentale, uno strumento i risultati che loro ottengono grazie a ciò che riesco a trasmettere». di condivisione di pensieri positivi, per far capire alle persone che E c’è sempre una possibilità. Sono partito dalla mia esperienza per ar- rivare fino a quella degli altri». Sei riuscito a fare dei tuoi limiti la tua forza. Dove si trova tutta questa motivazione? «La motivazione si trova quando capisci cosa vuoi raggiungere, chi vuoi essere nella vita. È svegliarsi la mattina e indirizzare i tuoi pensieri. Ogni giorno devi dare un’intenzione a ciò che fai, alle tue azioni, pensieri, parole. Un limite diventa un momento in cui riesci a capire che ogni evento nella vita può avere diverse sfaccettature, quando riesci a capire che il significato che dai a una situazione lo decidi tu e basta, è lì che inizi a divertirti». “Col piede giusto” è uno dei tuoi sei libri. Ma qual è veramente in ognuno di noi il piede giusto? «Il piede giusto in ognuno di noi è quella possibilità che riusciamo a carpire dalle difficoltà che viviamo. Spesso e volentieri le persone si buttano giù per una situazione, un evento, un fallimento e non riescono ad andare avanti perché fa male. Il dolore istintivamente ci blocca e ci paralizza, ma se andiamo oltre scopriamo che tutto serve. Oggi riconosco che tutte le esperienze che mi hanno provo- cato sofferenza sono da ringraziare, perché è solo così che riusciamo Aprile 2021 / EDERA / 5
EDERA / SCIENZE Una connessione con l’Universo: Link4Universe di Filippo Castiglioni È impressionante la vastità dell’Universo. Quando cosa stessi realmente facendo. Facevo teatro e ogni volta pen- sentiamo dire che la stella più vicina al nostro pia- savo a cosa portare sul palco per intrattenere le persone. Mi neta, Proxima Centauri, dista poco più di quat- piacevano tantissimo la storia e l’astronomia, ma ancora non tro anni luce da noi, non ci rendiamo veramente collegavo le due cose. Mi ero accorto, strada facendo, che conto di quanto effettivamente sia. Le distanze c’erano moltissime cose della scienza che le persone non co- nello spazio si misurano in anni luce e spesso la parola “anni” noscevano e che avevano voglia di scoprire: più ne parlavo confonde le persone. Questo perché non è cosa comune mi- più ne rimanevano entusiaste. Ho deciso quindi di seguire surare una quantità di spazio in termini temporali. Ma per- la facoltà di storia e filosofia, dato che qui in Italia non esi- ché allora lo facciamo? ste un percorso di laurea mirato alla storia della scienza, ma La necessità di adottare un nuovo sistema di misurazione durante gli studi ho coltivato per conto mio l’astronomia e deriva dal fatto che sarebbe molto scomodo definire in ter- la storia dell’esplorazione spaziale. mini chilometrici quanto distano Nel 2008 ho ripreso il teatro, nel le stelle, le galassie o i buchi neri, 2009 è nato il primo blog scritto e da noi e fra loro! Ma facciamo un nel 2012 ho dato vita al canale You- esempio: la Terra dista dal Sole in tube Link4Universe». media 150 milioni di chilometri e la sua luce ci mette solo 8 minuti Una volta laureato hai quindi per arrivare a noi. Ecco, dunque, intrapreso la carriera a tempo che possiamo definire la distanza pieno di youtuber scientifico. della Terra dal Sole come il tempo Come ti sei reso conto che po- che impiega la luce a compiere tutti teva rivelarsi il tuo vero e pro- quei chilometri. In questo modo, prio lavoro? enormi distanze si trasformano in «All’epoca non pensavo a gettare le numeri molto più comodi con cui basi per poi, un domani, aprire un lavorare, e diciamocela tutta: i fisici patreon. Le uniche entrate deriva- tendono a semplificarsi la vita lad- vano dalle pubblicità. Sapevo che dove ne hanno la possibilità. c’era la possibilità di renderlo un Ci sono molte altre stranezze che lavoro e vedevo Youtube come lo vanno oltre la logica comprensione. strumento più adatto per fare di- Pensiamo alla meccanica quantistica vulgazione. È un po’ come la diffe- o alla teoria della relatività: se ci dicono che più misuriamo renza fra cinema e teatro. Il cinema, quando è nato, tentava attentamente un fenomeno e meno informazioni avremo di di replicare il teatro, non tenendo conto delle grandi possi- esso, non è che lo si dia per certo a priori; se ci dicono che bilità che aveva. A teatro hai un’unica prospettiva, mentre più ci muoviamo velocemente e più il tempo rallenta, vale lo tagliando qua e là, aggiungendo e togliendo inquadrature stesso discorso. Allora come possiamo avvicinarci, cercando hai molte più possibilità. Il montaggio è un vero e proprio il modo più semplice per assaporare tanto fascino, a oggetti linguaggio, grazie al quale cambia il modo di raccontare la di studio tanto complessi e talvolta illogici? storia. Non che una sia meglio o peggio dell’altra. Sono sem- Ne parliamo con Adrian Fartade, fondatore del canale You- plicemente due cose diverse. E così è per Youtube. All’inizio tube Link4Universe e divulgatore scientifico. molti hanno pensato di imitare la televisione, di fare “i Piero Angela” della situazione, ma non poteva essere così. You- Com’è nato il progetto Link4Universe? tube apre altri scenari e permette di proporre contenuti in «Ho iniziato a fare divulgazione alle superiori, senza sapere maniera totalmente differente dalla televisione. Consente di 6 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / SCIENZE avere un’interazione diretta e di arrivare in maniera più con- leggono gialli non lo fanno perché un giorno si troveranno creta senza intermezzi. Le cose poi sono venute da sé e gua- a risolvere un caso di omicidio, ma lo fanno perché li entu- dagnando visualizzazioni sono riuscito a farne il mio lavoro». siasma. E allo stesso modo dobbiamo rapportarci con la ma- tematica e la fisica. Un problema, a mio parere, è il modo Quando si sente parlare di scienza, si pensa spesso a tutte attraverso il quale i ragazzi vengono invogliati allo studio di quelle teorie e formule incomprensibili che, senza pas- queste discipline, perché si dà poco spazio alla creatività. Ci sare ore e ore sui libri, non capiremo mai. Come, e so- limitiamo al superamento di test, senza preoccuparci di come prattutto perché, hai deciso di sensibilizzare le persone imparare ad imparare. Il più delle volte, alla fine, molti stu- alla scienza? denti non riescono a trovare la propria strada». «I primi a cambiare le regole sono stati gli adolescenti negli anni ’10 che hanno iniziato a portare su Youtube la loro vita Un consiglio ai ragazzi su come approcciarsi alla scienza senza filtri. Questo atteggiamento toglie strati su strati all’i- e al mondo esterno? dea che abbiamo di ciò che riteniamo “inaccessibile”. E così «Una delle cose da tenere sempre a mente è questa: ciò che ho fatto io con la scienza. Parlandone in maniera genuina, c’è di entusiasmante da scoprire là fuori va scoperta insieme. grazie anche alla grande passione che mi spinge a farlo, ciò Parte della bellezza di comprendere come funziona qual- che sembra difficile e complicato perde quel velo di inacces- cosa è poterlo raccontare a qualcuno. Un’altra cosa che vo- sibilità che altrimenti avrebbe. Ci sono vari aspetti fonda- glio dire è di non pensare di non essere bravi nelle discipline mentali che mi hanno spinto a fare divulgazione scientifica. scientifiche perché non si è bravi in matematica. La mate- Immagina una melodia che ti coinvolge e ti piace. Se cono- matica è un grosso spauracchio che esiste di fondo, ma che si sci il lavoro che c’è dietro alla composizione musicale, se sai può imparare. Alle superiori viene insegnata a pezzettini ed come vengono mixati o composti certi effetti, allora quella è veramente molto facile perdere il filo. Quando vai all’uni- melodia verrà apprezzata molto di più. E così per la scienza. versità nell’arco di sei mesi ti viene insegnato tutto da zero, Avendo basi di matematica, di fisica o di chimica la guarde- senza pause nel mezzo, e ti rendi conto che ciò che hai im- rai con molto più stupore, ma ci sono comunque certe cose parato in cinque anni lo puoi recuperare in così poco tempo. della scienza che, indipendentemente dalle tue conoscenze, Ve lo assicuro! Dategli una chance, perché una volta che fai non potrai che apprezzare. Un esempio lampante è l’arcoba- il ricercatore non ti serve quasi mai. Ci sono i computer per leno. Per guardarlo meravigliato non ti serve conoscere la fi- i calcoli che dovresti svolgere, ma ti serve conoscerla per- sica che c’è dietro, e questo ci porta al secondo punto. Spesso ché se non torna qualcosa sai dove andare a cercare l’errore». la scienza è associata a qualcosa di pratico e non a qualcosa di estetico, quando invece dovrebbe essere così. Nell’Otto- La scienza, dunque, non deve essere vista in funzione di una cento la scienza era relegata al suo utilizzo pratico, ma do- qualche necessità, ma per la sua naturale bellezza. Non c’è vremmo semplicemente comprenderla perché è bella così. da temere se non abbiamo grandi basi matematiche, fisiche È bello sapere come sono fatti gli anelli di Saturno o cosa o chimiche, ed è grazie al modo in cui Adrian e altri come c’è nell’atmosfera di Giove! Non dobbiamo sempre chiederci lui ci connettono con l’universo che possiamo avvicinarci a cosa ci serve! Se guardi la matematica in questo modo, ti ai misteri del cosmo, comprendendone i segreti e le mera- rendi conto che è genuinamente divertente. Le persone che viglie che cela. «E come sempre, continuate a essere meravigliosi!». E Aprile 2021 / EDERA / 7
EDERA / SPETTACOLO Il progetto è iniziato come un laboratorio di formazione all’arte sce- nica insieme all’Istituto per i servizi sociali Elsa Morante. Gli in- segnanti che lavorano in quella scuola sono infatti per me persone speciali in quanto hanno tra gli studenti anche molti ragazzi con difficoltà di varia natura. Manu Lalli Il laboratorio ha preso avvio, in collaborazione con le insegnanti Raimonda Ugolini e Ambretta Miniati, con un percorso teatrale aperto a tutti gli studenti. Che a partecipare fosse un ragazzo disa- bile o un ragazzo abile con tutte le possibilità di esprimersi con il corpo, per me non faceva differenza, anzi: la relazione e la possibi- Il teatro e la diversità lità di lavorare in teatro condividendo l’esperienza e l’emozione del palcoscenico sono sempre un arricchimento pazzesco. Altrimondi vista come valore aggiunto è arrivato ad avere tra gli 80 e i 100 iscritti, è stato finanziato dall’I- stituto Elsa Morante, dalla Provincia e dal Comune di Firenze ed è di Martina Canovai diventato il punto di riferimento dell’inclusività di tutta l’attività la- boratoriale teatrale fiorentina. Credo che far vivere le emozioni legate a una messinscena, in prima D persona sul palcoscenico, a qualcuno che non sia un attore profes- al 2020, con la chiusura dei teatri a causa dell’emergenza sionista, sia un’esperienza magnifica e indimenticabile. Il mio non Covid, il mondo culturale ha subito un arresto. I lavoratori è volutamente un teatro inclusivo solo dal punto di vista della disa- dello spettacolo stanno cercando di continuare a lavorare a bilità fisica o psichica ma anche di tipo sociale. porte chiuse per mantenere vivo il teatro e la sua bellezza, esorciz- Gli “attori” di Alt, adulti e ragazzi, alcuni dei quali con gravi pa- zando le paure che questa emergenza ci ha messo davanti. tologie fisiche o psichiche, hanno calcato le scene in decine di tea- In quest’ultimo anno sono cresciuti i casi di depressione che hanno tri per oltre 23 anni. Gli spettacoli realizzati hanno chiesto loro un colpito anche chi lavora nel settore culturale e teatrale: non solo at- impegno artistico enorme, poiché non sono mai stati fatti “sconti” tori, presentatori, registi, ma anche tutte le persone che fanno gi- legati alle difficoltà oggettive dei singoli e credo che sia stata una rare questo magico mondo, come costumisti, tecnici delle luci, del delle esperienze più significative della mia carriera». suono, truccatori, sarte….e molti altri. A raccontarci questo anno diverso è Manu Lalli, una regista fiorentina che ha fondato la sua compagnia, Venti Lucenti, nel 1993. Manu Lalli: chi sei, da dove vieni e qual è il tuo percorso? «Sono una donna! Sono cresciuta a Fiesole. Una città che fin dagli anni ’70 vantava di avere nell’organico comunale la figura dell’ani- matore culturale, che lavorava con le scuole e i cittadini con pro- getti di impatto sociale. All’età di sei anni ho iniziato a partecipare ai laboratori teatrali or- ganizzati dall’animatore culturale Alfredo Puccianti, che poi sa- rebbe diventato il mio maestro di teatro e di vita, e da allora non ho più abbandonato il palcoscenico. Quando sono diventata adulta, ho lavorato con Alfredo con l’idea che il “regalo” che avevo ricevuto da piccola, il teatro, dovesse essere “restituito” proprio attraverso il luogo stesso in cui io l’avevo conosciuto: la scuola. Attraverso la scuola infatti è possibile “contagiare” con il teatro tan- tissime persone e regalare loro esperienze che altrimenti non avreb- bero occasione di vivere. Successivamente ho fondato la mia compagnia, Venti Lucenti, oc- cupandomi assieme ad altri professionisti dell’animazione e del te- atro di divulgazione e formazione teatrale. Il progetto al quale mi sono dedicata più nello specifico negli ultimi quindici anni è quello della divulgazione e dell’avvicinamento all’Opera Lirica attraverso la collaborazione tra teatri e istituzioni scolastiche. In questi progetti sono i ragazzi stessi, protagonisti degli spettacoli, che portano i geni- tori e gli insegnanti a teatro, e non il contrario come spesso accade». A chi è venuta l’idea del laboratorio teatrale Altrimondi, al quale io stessa ho partecipato? «Il laboratorio Altrimondi è nato da una mia idea nel 1994 con l’o- biettivo di rendere accessibile il dono del teatro a più persone pos- sibili. Il nome evoca l’idea che un altro mondo è possibile: il teatro diventa mezzo per favorire l’inclusione di ragazzi diversamente abili e di sensibilizzazione sui temi dell’impegno civile e della tolleranza, del rispetto, dell’espressione artistica di alta qualità, del superamento del pregiudizio. 8 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / SPETTACOLO Perché questo laboratorio non esiste più? vanno via e ne arrivano di nuovi, altri restano. In questo momento sì, «Il mondo è cambiato. Negli anni ’90 quasi ogni scuola organizzava siamo in maggioranza donne ma è un caso: credo tantissimo nell’in- un laboratorio teatrale al suo interno. I cambiamenti sociali, i po- tegrazione e nella sinergia del lavoro tra uomini e donne, da cui de- chi finanziamenti alla scuola e l’avvento della tecnologia e di Inter- riva spesso un grande arricchimento per tutti». net, che hanno modificato profondamente il modo di relazionarsi e anche di divertirsi, hanno determinato non solo la chiusura del no- Ti è mai capitato un flop? stro laboratorio ma anche, e soprattutto, la fine di un’intera epoca. «Mi è capitato di fare uno spettacolo di opera lirica con professionisti Un laboratorio teatrale come Alt per esistere necessita di importanti dove i costumi risaltavano poco rispetto alla scena. Mi è dispiaciuto, risorse economiche e umane, e questo momento storico purtroppo ma effettivamente era tremendo! Quando finisce uno spettacolo, per non lo permette: ma nel futuro chissà… potrebbe tornare a essere il chi fa il mio lavoro c’è sempre qualcosa che può andare meglio, ma grande amore della mia vita come lo è stato per 24 anni». questa volta era palese per tutti. Che figura!». Il lockdown ha messo un lucchetto alle porte dello spettacolo: Quali sono i progetti e le speranze per il futuro? come lo avete affrontato? «Speranze tantissime, progetti anche. Vorrei continuare a lavorare «È stato un duro momento. Stavamo preparando “La principessa di con i ragazzi e i bambini, usando il teatro come strumento forma- gelo” dalla “Turandot” di Puccini con il Teatro del Maggio Musicale tivo perché credo che sia un mezzo al servizio della crescita della col- Fiorentino, che avrebbe debuttato a marzo 2020 con 900 bambini in lettività. La speranza è riuscire faticosamente a riprendere in mano palcoscenico. Erano in preparazione anche il “Falstaff” di Verdi con questa stagione che ci è stata “portata via”, lavorando su temi ur- il Teatro Massimo di Palermo e la “Carmen” al teatro Il Maggiore genti: l’ambiente, le relazioni e l’immigrazione. A tutto questo il te- di Verbania, ed eravamo in tournée con i nostri spettacoli dedicati atro può partecipare in modo significativo per chi lo fa e per chi lo ai grandi compositori per il Maggio Metropolitano. Poi tutto si è guarda: può dare la possibilità di conoscere altri punti di vista e di fermato, non siamo andati in scena. Abbiamo quindi ripensato ad comprendere, indossando i panni di “altri”, una realtà molto com- alcune attività con i bambini in modalità online e ci siamo dedicati plessa come quella odierna» E . a ridisegnare il nostro sito web in previsione delle future attività». Ho notato che il tuo staff è composto in prevalenza da donne, scelta voluta? «Le compagnie teatrali sono sempre “esseri” in divenire. Alcuni artisti Aprile 2021 / EDERA / 9
EDERA / ATTUALITÀ Intervista a Gabriele Rugani, dottorando di ricerca dell’Università di Pisa relative a vicende che erano già state legittimamente pubblicate in S di Margherita Barzagli e Riccardo Ficini (Prosperous Network) un certo momento storico, ma rispetto all’accadimento delle quali è ormai trascorso un notevole lasso di tempo. Esso, ovviamente, è i può essere dimenticati online? Secondo il diritto all’oblio, finalizzato a tutelare la pretesa di un soggetto a non veder reintro- una ramificazione giurisprudenziale relativamente recente, dotte nel circuito della divulgazione informativa notizie relative a sì, è possibile. In linea generale, tale diritto è inquadra- vicende personali che si vorrebbe venissero dimenticate, in quanto bile come il non voler essere imprescindibilmente esposti lesive della propria reputazione. a ulteriori danni che una notizia potrebbe arrecare alla re- Come è stato autorevolmente sostenuto, si tratta dunque di un di- putazione e all’onore. L’eterno presente delle notizie on-line è una ritto che appartiene “alle ragioni e ‘alle regioni’ del diritto alla ri- dimensione continuamente dibattuta, sia nella sfera pubblica che in servatezza” (G.B. Ferri)». ambito giurisprudenziale, dato l’enorme utilizzo dei social network e del “mondo internet” in genere. La questione del diritto all’oblio ri- Come si è mossa la giurisprudenza riguardo alla tutela dei dati condiziona inoltre l’utilizzo della memoria collettiva: rispetto al pas- personali in correlazione alla libertà di informazione? sato si è rovesciata la prospettiva che vigeva, per esempio, nell’antico «Fin dalla breve definizione che è stata appena data, appare chiaro diritto romano, in cui l’oblio era considerato una pena, la “damnatio come sia necessario bilanciare la tutela del diritto in esame con altri memoriae”, mentre oggi invece la “condanna” è la ridondanza infor- interessi e, in particolare, con la libertà di informazione. Secondo mativa perpetua. Gabriele Rugani, dottorando di ricerca in Scienze la giurisprudenza, per capire quale delle due esigenze prevalga, e giuridiche presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università quindi se la pubblicazione sia lecita o meno, è necessario verificare di Pisa, chiarirà nelle righe successive le spinose dinamiche che con- se si protrae nel tempo l’interesse pubblico alla conoscenza dell’e- dizionano il diritto all’oblio. vento. Da questo punto di vista, dunque, non si tratta di valutare se la notizia che si vorrebbe nuovamente pubblicizzare sia lesiva della Cosa è il diritto all’oblio? Come nasce e perché? componente reputazionale e identitaria, ma se il trascorrere di un «Definire il diritto all’oblio è tutt’altro che agevole. Si tratta infatti significativo lasso di tempo abbia fatto venir meno la finalità dell’o- di una figura che, in mancanza di una specifica disciplina positiva riginaria divulgazione. In tal caso, ne consegue la legittima pretesa di riferimento, ha trovato la propria originaria elaborazione a opera del soggetto, cui la notizia si riferisce, alla non riemersione della me- della dottrina civilistica e della giuri- moria collettiva su quel determinato evento. Al contrario, per po- sprudenza: in Italia, alcune importanti ter ripubblicare, è necessaria una specifica e rinnovata utilità sociale pronunce della Corte di Cassazione sul all’ulteriore diffusione degli avvenimenti del passato». punto risalgono agli anni ’80, mentre in altri Stati vi sono sentenze ancor più Quale correlazione c’è fra questo nuovo ma controverso di- datate (in particolare in Francia, dove ritto e il mondo online? il celebre caso Landru risale agli anni «Il diritto all’oblio, nella sua accezione più tradizionale, è stato ela- ’60). Una simile genesi ha inevitabil- borato prima dell’avvento di Internet. Tuttavia, con l’utilizzo della mente reso incerto il perimetro dell’i- rete, si è sviluppata una nuova accezione: su Internet, infatti, la ri- stituto in questione, alimentando un pubblicazione non è più necessaria, dal momento che l’informazione vivace dibattito interpretativo in me- non è cancellata, ma permane disponibile per un tempo indetermi- rito alla sua effettiva portata. Tuttavia, nato. Non si tratta di un evento che si ripropone all’attenzione del se si vuole tentare di definire il diritto pubblico, bensì di un evento che potenzialmente non è mai uscito all’oblio nella sua accezione più tra- dall’attenzione del medesimo. Di conseguenza, l’esigenza che il di- dizionale, affermatasi come si è visto ritto vuole soddisfare in questo caso è differente: si rende infatti in epoca antecedente rispetto all’av- necessario, se non cancellare, quantomeno contestualizzare l’infor- vento della Rete, si può dire che esso mazione, come ha affermato anche la Suprema Corte italiana (sul consiste nel diritto di un soggetto a punto, si veda Cass. Civ., 5 aprile 2012, n. 5525). non vedere pubblicate alcune notizie
EDERA / ATTUALITÀ si fa riferimento al caso in cui il trattamento è necessario per l’eser- Quale caposaldo giurisprudenziale circoscrisse per la prima cizio della libertà di espressione e di informazione (lett. a). Ma non volta il tema? solo: tra le ragioni per cui la cancellazione può essere negata figu- «Il caposaldo giurisprudenziale a cui si fa riferimento quando si parla rano anche motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pub- di diritto all’oblio nella sua accezione più recente è, senza alcun dub- blica (lett. c); fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca bio, la sentenza nota come Google Spain, pronunciata dalla Corte scientifica o storica o fini statistici (lett. d); oppure per l’accerta- di giustizia dell’Unione Europea nel maggio 2014. La vicenda ri- mento, l’esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria (lett. e)». guardava un cittadino spagnolo che, nel 2009, si era reso conto che inserendo il proprio nome nel motore di ricerca del gruppo Google Cosa consiglierebbe alle persone per la tutela di questo diritto? (Google Search) l’elenco dei link rimandava a due pagine del quo- «Le persone che vogliono tutelare il proprio diritto all’oblio potreb- tidiano spagnolo “La Vanguardia” risalenti al 1998. Su di esse figu- bero, in primo luogo, rivolgersi al gestore del motore di ricerca. rava l’annuncio di una vendita all’asta di immobili in seguito a un Google, ad esempio, ha deciso di attivarsi senza indugio per dare at- pignoramento effettuato per la riscossione coattiva di crediti previ- tuazione all’analizzata pronuncia della Corte di Giustizia, e ha messo denziali nei confronti dello stesso cittadino. Egli, tuttavia, sosteneva a disposizione un modulo online da compilare identificandosi e de- che la menzione di tale evento fosse ormai priva di qualsiasi rilevanza. scrivendo la propria richiesta di cancellazione. (Tale modulo è re- Il Giudice di Lussemburgo ha dato ragione all’uomo, sviluppando peribile online ndr). il proprio ragionamento a partire dall’art. 12, lett. b), dell’allora vi- Tuttavia, cosa ancor più importante, occorre ricordare che i diritti gente Direttiva 95/46/CE, che si limitava ad accordare il diritto alla sanciti dal Gdpr, compreso quindi il diritto alla cancellazione (o all’o- cancellazione dei propri dati personali in determinate ipotesi. At- blio che dir si voglia) dell’art. 17, possono essere tutelati ai sensi de- traverso un’interpretazione estensiva di tale scarna disposizione, la gli artt. 77 e ss. dello stesso Regolamento: l’interessato potrà dunque Corte di giustizia ha sancito il diritto dell’interessato di esigere dal adire in via amministrativa l’autorità di controllo competente (che in gestore del motore di ricerca la soppressione, dall’elenco dei risul- Italia è il Garante per la protezione dei dati personali), oppure pro- tati che si possono ottenere effettuando una ricerca nominativa, dei porre un ricorso innanzi all’autorità giudiziaria (che, in Italia, è il link verso le pagine degli archivi del quotidiano contenenti il suo giudice ordinario e non il giudice amministrativo). E nome. Il diritto all’oblio, che viene qui a configurarsi come un vero e proprio “diritto alla deindicizzazione”, prevale dunque sull’inte- resse del grande pubblico a trovare le informazioni in occasione di una ricerca concernente il nome di una persona. Così non sarebbe solo qualora l’interesse del pubblico ad avere accesso all’informazione risultasse preponderante per ragioni particolari, come il ruolo rico- perto dalla persona nella vita pubblica: anche la Corte di giustizia tenta dunque di trovare un bilanciamento tra il diritto in questione e la libertà di informazione». In quali casi si applica il diritto all’oblio? «Attualmente, i casi in cui il diritto in esame può trovare applica- zione sono sanciti dall’art. 17 del Regolamento (Ue) 2016/679, me- glio conosciuto come Regolamento generale sulla protezione dei dati o Gdpr, che ha sostituito la menzionata Direttiva 95/46/CE. Tale disposizione, rubricata proprio “Diritto alla cancellazione («diritto all’oblio»)”, elenca al paragrafo 1 tutte le ipotesi in cui una persona ha il diritto di ottenere la cancellazione dei dati personali che la ri- guardano. Tra queste, a titolo esemplificativo, è possibile menzio- nare il caso in cui i dati personali non siano più necessari rispetto alle finalità originarie (lett. a); il caso in cui il trattamento si basi sul consenso ed esso venga revocato (lett. b); il caso in cui i dati per- sonali siano trattati illecitamente (lett. d). Conviene ricordare, a tal proposito, che il par. 2 dello stesso articolo prevede un meccanismo affinché in tali ipotesi la cancellazione abbia una portata ancora più ampia: il titolare del trattamento, infatti, è tenuto entro certi limiti ad informare della richiesta di cancellazione gli ulteriori titolari che trattino i medesimi dati, in modo che provvedano a rimuovere qual- siasi link, copia o riproduzione degli stessi. A onor del vero, occorre anche ricordare che sull’opportunità di qualificare un simile diritto come “diritto all’oblio” vi sono alcuni scetticismi». Perché solo in alcuni casi? «È possibile esercitare il diritto all’oblio solo in alcuni casi perché an- che il Gdpr tiene conto delle possibili esigenze confliggenti, con cui è necessario trovare un punto di equilibrio. A tal proposito, giova ri- cordare che il par. 3 dello stesso art. 17 elenca una serie di ipotesi in cui il diritto in questione non può essere esercitato (e quindi i para- grafi 1 e 2 non si applicano). Ancora una volta, possiamo vedere che Aprile 2021 / EDERA / 11
EDERA / SPORT Ragazza da record: quando la realtà supera i sogni A tu per tu con la 19enne fiorentina Larissa Iapichino, neo record del mondo Under 20 nel salto in lungo di Martina Stratini 12 / EDERA / Aprile 2021
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EDERA / SPORT «Lo sport è stato sempre parte della mia vita, mi sono innamorata della ginnastica artistica prima e poi... dopo il meeting di Montecarlo visto con mia mamma, colpo di fulmine con la pista. Ho provato un po’ di tutto, ho iniziato a vincere e poi è arrivato in modo naturale il successo in pedana, che è il mio terreno preferito di competizione». In pochi anni hai raggiunto traguardi sempre più difficili e hai alzato l’asticella. Qual è il segreto del tuo successo? Quali sono gli elementi che secondo te sono stati essenziali per ar- rivare fino a oggi? «Determinazione, passione, credere nei propri sogni sempre e impa- rare dalle sconfitte che insegnano più di molte vittorie». Quanto è stato importante il sostegno di mamma Fiona e babbo Gianni? Ci sono dei consigli non solo nel tuo percorso spor- tivo ma anche nella vita di ogni giorno, che sono soliti darti? Quattro volte campionessa italiana di salto in lungo ca- «I miei genitori sono una fonte di ispirazione e motivazione, mi sono tegoria allievi, due volte campionessa italiana di salto sempre vicini sopra tutto nella mia vita quotidiana e chiaramente an- in lungo negli assoluti, qualche argento e un salto di che nello sport. Non hanno mai invaso la mia comfort zone e adesso 6.91 metri che le ha portato un record nazionale, un re- sono io che li cerco: mi piace confrontarmi con la mamma che mi cord del mondo Under 20 e un pass per le Olimpiadi di dà ottimi consigli a livello mentale e con il babbo che è il mio vi- Tokyo 2021. Un palmares di tutto rispetto quello della deomaker personale con cui riguardo a casa tutti i salti delle gare. giovanissima atleta Larissa Iapichino, 19 anni non an- Dal punto di vista personale il consiglio è sempre lo stesso, pensare cora compiuti e una carriera nel mondo dell’atletica ini- al mio futuro dopo l’atletica, prepararmi per quando sarà il cervello ziata solo nel 2015. a sostenermi e non più le gambe, per questo gli studi sono per me molto importanti». Larissa, figlia degli ex atleti Fiona May e Gianni Iapichino, è una La tua vita si è alternata fra città e campagna, fra Firenze e il fiorentina Doc. Una ragazza come molte altre della sua età che ogni Mugello. In quali di questi luoghi ti identifichi di più? Quali giorno si destreggia fra amici, famiglia, scuola, allenamenti e deci- sono i ricordi più belli hai di ciascuno di essi? sioni da prendere sul futuro. Bella, solare, razionale e determinata: «Ogni luogo della mia vita ha un significato ben preciso. Sono af- sono alcuni degli aggettivi che possono riassumere la neo-stella ita- fezionata sia alla mia casa delle Croci di Calenzano dove abita la liana emergente del mondo dell’atletica. Ho avuto il piacere di po- mamma e dove sono cresciuta sia a Firenze dove ho iniziato il liceo, ter porre proprio a Larissa qualche domanda facendo un viaggio fra alla casa dei miei nonni a Pratolino in cui ho vissuto fino allo scorso passato, presente e futuro. anno invece con il babbo e sono felice adesso nella mia nuova casa di Firenze, dove sempre con babbo mi sono trasferita, vicina al campo. Io sono tutte Ciao Larissa, grazie per aver accettato la no- queste esperienze insieme, di certo un ricordo spe- stra intervista. Partirei dalla domanda che par- Credere nei propri ciale è quello della festa dei miei 18 anni quando rebbe più scontata: come ti senti? Quali sono le sogni sempre ho sfrattato il babbo e siamo rimasti a dormire in sensazioni che stai provando dopo il raggiun- e imparare dalle 8 qua da me». gimento di tutti questi obiettivi? sconfitte che insegnano Oltre al lato sportivo di Larissa, c’è anche quello «Mi sento prima di tutto con i piedi per terra. Sono più di molte vittorie di appassionata di moda. Come riesci a unire estremamente felice dei risultati, è stata la miglior questi due amori? E come è nato quello per il stagione indoor di sempre, coronata da un obiettivo mondo delle sfilate? che ho centrato già nei primi due mesi di quest’anno, «La passione per la moda nasce fin da quando ero entry standard per le Olimpiadi e addirittura il record del mondo piccola e accompagnavo alle sfilate la mamma. Poi per un periodo U20 indoor. Emozioni indimenticabili ogni volta che rivedo quel non ci ho più pensato, poi REDValentino mi ha chiamato per es- salto. Adesso la concentrazione deve essere massima e rivolta alla sta- sere sua testimonial: una nuova folgorazione. Si può conciliare tutto gione outdoor, che sarà lunga per me, quindi cerco di non pensare con passione e organizzazione, essendo professionali in ciò che si fa al record ma a migliorarmi ancora». e ho intenzione di continuare scuola e allenamenti, continuando a conciliare le due cose». Il tuo percorso sportivo nell’atletica è iniziato solo nel 2015 La maturità arriverà questo giugno. Quanto è stato difficile partendo proprio dalla Firenze Marathon mentre prima hai negli anni organizzare lo studio e lo sport? Terminate le me- sperimentato molti altri sport. Cosa ti frenava dal provare at- die la tua scelta è ricaduta sul liceo scientifico, pensi di conti- letica? Qual è stato, invece, il giorno in cui hai compreso che nuare gli studi una volta finito? E nel caso, hai già le idee chiare? quella potesse essere la tua strada? «Conciliare sport e studio, come dicevo, è questione di grande 14 / EDERA / Aprile 2021
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EDERA / SPORT organizzazione. Il babbo mi ha aiutata in questo accompagnandomi spesso a scuola poi subito all’allenamento e risparmiando tempo. Per me studiare anche dopo cena spesso fino alle 2 di notte per essere sempre in pari e ricominciare il giorno dopo alle 6.30 di mattina è la routine e va bene così. Continuerò certamente, ho deciso di fare giuri- sprudenza e magari magistratura anche se la strada è lunga. Amo la giustizia e la mia aspirazione più grande è quella di fare in modo che essa sia rispettata e che tutte le cose abbiano il proprio equo posto». Come ci si sente a essere primatista mondiale Under 20 nella tua specialità? Quale è stata la prima reazione dopo aver scoperto la lunghezza del salto? Nel pre-gara sentivi che avresti potuto raggiungere questo risultato? «Diciamo subito che i record sono fatti per essere battuti quindi inutile bearsi troppo. Sono molto contenta: risultato ottenuto e ora pensiamo al prossimo record da battere. Prima reazione? Incredulità. Sapevo di essere costante ormai su certe misure, sui 6.70- 6.75... non sapevo però fino a dove poteva arrivare l’acuto». A marzo, dopo il celebre salto da 6.91 mt, è arrivato il debutto in nazionale all’Eu- ropeo Indoor di Torun. Quali emozioni hai provato indossando per la prima volta la maglia azzurra? «Grande emozione, orgoglio e senso di responsabilità verso la mia nazione. Questo an- che dopo aver effettuato il giuramento alla maglia, una motivazione a tenere alti i co- lori del nostro Paese e dare il meglio in gara». Il record del mondo ti ha permesso anche la qualificazione alle prossime Olim- piadi di Tokyo. Hai già degli obiettivi per la tua partecipazione? «Tokyo è un sogno diventato realtà nel migliore dei modi. Vorrei arrivare nel massimo della condizione, andare in finale e poi dare il meglio di me». Siamo giunti alla conclusione della nostra intervista e mi piacerebbe doman- darti: adesso cosa ti aspetti? Quali sono i tuoi obiettivi futuri, anche al di fuori del mondo sportivo? «Cerco sempre di settare le mie aspettative in modo realistico e tenere i piedi per terra. Obiettivi di questo anno: maturità con buoni voti, Olimpiadi e finale, dare il meglio anche ai Mondiali U20 in Kenya a metà agosto. La stagione è lunga... e dopo voglio iniziare al meglio l’Università in autunno con una consapevolezza diversa e ancora nuovi sogni». E 16 / EDERA / Aprile 2021
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EDERA / ATTUALITÀ Puntare in alto, con i piedi per terra Intervista a Martina Ricca e Alice Berardi, fondatrici di Mea Design D di Francesca Diodati ue ragazze che hanno pratica- mente vissuto la stessa vita senza mai incontrarsi. Si sono conosciute tra i banchi dell’Istituto Europeo di Design (Ied) di Roma e non si sono più lasciate. Nel 2018, l’espe- rienza lavorativa alla Mostra del Cinema di Venezia come social media manager per uno dei film in con- corso, ha acceso in loro la voglia di mettersi in gioco e dopo un anno di studio e lavoro è nata Mea De- sign. Il nome rappresenta l’unione delle iniziali dei loro nomi, infatti Martina e Alice sono proprio così: complementari, una somma perfetta di energia, in- Alice: «In un mondo dove ci sono già tante agenzie che offrono pacchetti predefi- telligenza, determinazione e competenza. Due gio- niti e uguali per tutti, Mea Design vuole invece offrire un servizio che definiamo vani donne che hanno scelto di seguire l’istinto e di sartoriale, molto elastico. Chi si rivolge a noi, infatti, sa che verrà accompagnato raccontarsi, senza filtri e oltre i pregiudizi. passo dopo passo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Inoltre trattiamo Mea De- sign come se fosse il nostro primo cliente perché produciamo una marea di conte- Ciao ragazze, la prima domanda che forse vi farà nuti e questo richiede molto tempo. Chiaramente essendo all’inizio stiamo facendo la maggior parte delle persone è: che lavoro fate? tanti sacrifici, o meglio, scelte che però non rimpiangiamo neanche per un secondo». Martina: «Nel nostro caso questa domanda è normale Avete portato il vostro mondo su Instagram, TikTok e su Spotify e Apple Po- perché ci occupiamo di tante cose diverse. Siamo sia dcast con “Mea Talk”. Cosa vuol dire fare comunicazione sui social media? art director, quindi ci occupiamo dello sviluppo della Martina: «Quello che abbiamo notato è che le persone che parlano di marketing e parte visiva di una campagna pubblicitaria, sia social pubblicità lo fanno tra di loro cioè esperti di marketing con esperti di marketing, in media manager che significa che lavoriamo sulla comu- un linguaggio che è difficile da comprendere, a volte anche per noi. Noi vogliamo nicazione social per aziende o privati. Abbiamo scelto rendere alla portata di tutti delle informazioni che effettivamente riguardano tutti, di procedere su due binari paralleli: da una parte c’è è cultura generale. Sicuramente significa prendersi una grande responsabilità per- Mea in quanto distributore di servizi, per cui l’obiet- chè stiamo dicendo cose che in qualche modo avranno un impatto sulla vita delle tivo è quello di trasformare i followers in potenziali persone, specialmente dei più giovani. È sicuramente bello stare sui social ma die- acquirenti del prodotto di cui stiamo parlando, men- tro c’è un grande impegno. Per noi il contro è quello di non staccare mai, è un la- tre dall’altra parte abbiamo Mea in quanto “marca” voro continuo, per cui non riesci più a capire quando ti stai riposando e quando che sui social media ci permette di raccontare anche stai lavorando». la storia di Martina e Alice, cioè di come si arriva da zero, passo dopo passo, speriamo, al più alto livello Alice: «Affrontiamo il mondo della comunicazione in maniera molto diretta e sem- del nostro settore». plice, pensiamo che la semplicità sia la chiave della nostra comunicazione perchè tutti devono avere la possibilità di capire. I social non sono un gioco, sono un modo 18 / EDERA / Aprile 2021
EDERA / ATTUALITÀ importante far vedere che non è stato merito di una mattina in cui siamo state fortunate ma del nostro impegno e lavoro. Per questo stiamo cercando di raccontare le gioie e i dolori di questo percorso. Inoltre essendo due donne dobbiamo fati- care un po’ di più perché il pregiudizio c’è, è inutile negarlo. Spesso veniamo guardate in maniera diversa, ci sono persone che ti reputano meno affidabile di un ragazzo giovane della tua età. Secondo noi è meglio non farci caso e dimostrare con i fatti di essere all’altezza del lavoro per cui si è pagati. Anche perché crediamo assolutamente di esserlo (ride, ndr) ». Alice: «Quando ci chiedono come si fa a credere in se stessi rispondiamo che è qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, acquisendo competenze, perché nel momento in cui sei preparato non puoi non sentirti sicuro in qualsiasi ambito. Bisogna essere molto razionali nel guardare se stessi e capire quello che si sa e quello che non si sa fare. Per esempio noi non sappiamo fare la pubblicità tradizionale, non faremo mai uno spot in tv, pur essendo state formate anche per quello. Il sogno è bellissimo ma deve essere trasformato in obiettivo. Noi lavoriamo così, anche perché secondo me questa moda della narrazione dei sogni e del “tutti possiamo farcela” rischia di portare le persone verso fallimenti giganteschi che, con un po’ di razionalità, si sarebbero potuti evitare. La domanda è “posso farcela, oggettivamente, con i dati alla mano?”. Se penso di avere le competenze e sono pronta a darmi da fare tutti i giorni allora la risposta è sì». L’ultimo anno è stato duro per tutti. Cosa vi lasciate alle spalle e cosa sperate per il futuro? Martina: «Devo dire che siamo state molto fortunate perché poco prima del lockdown abbiamo firmato un contratto con una grande azienda, che ci ha permesso di stare tranquille per un po’. Quando a settembre siamo rientrate dalle ferie teme- vamo di incontrare molte difficoltà perché uno dei nostri punti di forza è sempre stato il parlare di persona ai clienti. Dietro a un telefono è tutto molto più vago. Poi, per fortuna, abbiamo ritrovato la forza e siamo riuscite a riprenderci e questo pe- riodo è il migliore che abbiamo vissuto finora. Anche perché per posizionarci nel mercato e per esprimerci. Inoltre siamo co- esistiamo da due anni e considerando che uno l’abbiamo pas- stantemente collegate su siti di settore, riviste di approfondimento sato in quarantena…. (ride, ndr)». e tutti i social e questo ci porta ad avere una visione molto ampia che ci permette di scegliere in base a quello che interessa a noi in Alice: «Subito prima della pandemia avevamo iniziato a vi- primis ma anche quello che pensiamo e sappiamo possa piacere al vere la nostra vita dei sogni da donne in carriera: sempre in nostro pubblico. Oggi inoltre i tempi dei social sono molto stretti giro, due treni a settimana, ci sembrava di essere in un film. Ci e non riesci mai a dire tutto quello che vorresti quindi i podcast ol- divertivamo tantissimo anche perché amiamo avere una vita tre ad essere il nostro fiore all’occhiello rappresentano un momento dinamica, in cui nessun giorno assomiglia all’altro. La pan- di connessione e di scambio, nonostante l’assenza di un dialogo si- demia ci ha tagliato un po’ le gambe da questo punto di vi- multaneo con gli ascoltatori». sta, ma a livello strettamente lavorativo, fortunatamente, non Cosa direste a chi, come voi, vuole trasformare la propria pas- abbiamo avuto grosse ripercussioni proprio perché il nostro sione in un lavoro? è un lavoro che si è sempre sviluppato online. Anzi, la con- Martina: «Quello che diciamo sempre, anche nei podcast, è che bi- centrazione delle persone, costrette a casa, sui social ci ha an- sogna sempre fare mente locale perché noi non saremo mai il tipo di che aiutate. Adesso abbiamo veramente tanti progetti e idee, persone che ti dicono che basta crederci. Non è vero! Nelle cose ci siamo due che non riescono a stare ferme. Pensiamo di essere si deve buttare, ma con il paracadute, ovvero con consapevolezza e una realtà molto versatile e di poter trovare il nostro spazio in un’attenta analisi delle proprie capacità. Noi non abbiamo trasfor- tanti ambiti: quindi stiamo lavorando in questa direzione». E mato una passione in lavoro ma abbiamo trovato nel lavoro la pas- sione e la dimensione ideale in cui stare bene, felici e con la voglia di impegnarsi tutti i giorni. Siamo molto concrete, non ci siamo mai prese in giro. È il lavoro che fa diventare i tuoi obiettivi realtà, per questo abbiamo deciso di raccontarci fino dal primo giorno, an- che quando avremmo potuto fallire il giorno successivo, perché è Aprile 2021 / EDERA / 19
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