RADAR Dispositivo di progettazione creativa under 28 sulle rotte della Via Emilia

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RADAR
Dispositivo di progettazione creativa under 28
                     sulle rotte della Via Emilia
Pubblicazione a cura di Altre Velocità in collaborazione con
ERT - Emilia-Romagna Teatro Fondazione.

Coordinamento di redazione: Ilaria Cecchinato, Alex Giuzio,
Vittoria Majorana, Damiano Pellegrino.

Progetto realizzato nell’ambito del “Laboratorio avanzato
di giornalismo culturale e narrazione transmediale”, con la
partecipazione di Giulia Cesolari, Giulia Damiano, Ivana
Damiano, Francesca Lombardi, Giulia Mento, Giulia Penta,
Guendalina Piselli, Marta Renda.

Per informazioni
www.altrevelocita.it
info@altrevelocita.it
prima fase | selezione | ottobre-novembre 2018
                                                                                                     Spettacoli selezionati:
                                                                                                     • Appunti per un trasloco, di Giuseppe Attanasio, Carlo Guasconi, Massimo Scola, Marta
                                                                                                        Solari, Pablo Solari
                                                                                                     • Ciao mamma!, di TeatroEbasko (Simone Bevilacqua, Marzia D’Angeli, Martina Giampietri,
                                                                                                        Domenico Pizzulo
                                                                                                     • Le notti di Emilia, di Flavia Bakiu, Alessandra Beltrame, Nicolò Collivignarelli, Alice Gera,
                                                                                                        Nico Guerzoni, Claudia Russo
                                                                                                     • Lo stradone, di Lorenzo Carpinelli, Vladimiro De Felice, Iacopo Gardelli
                                                                                                     • Non era, di TeatroServiDisobbedienti (Federica Amatuccio, Francesca Bertolini, Margheri-
                                                                                                        ta Kay Budillon, Manuela Davoli, Roberto Durso, Andrea Gianessi, Francesca Nardi)
                                                                                                     • Radar project, di Cecilia Lorenzetti, Cesare Ehr Nanni, Noemi Pellicciari, Francesco Zan-
                                                                                                        nuccoli
                                                                                                     • Rimini, di Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona,
                                                                                                        Mario Scandale, Francesco Tozzi

                                                                                              seconda fase | progettazione | stagione 2018/2019
                                                                                                     Gli artisti selezionati alla prima fase hanno trascorso due settimane in residenza a Villa Pini

il bando RADAR
                                                                                                     (Bologna) per progettare un primo esito dello spettacolo, compreso tra i 20 e i 30 minuti. I pro-
                                                                                                     cessi di residenza e di progettazione sono stati documentati dagli osservatori di Altre Velocità
                                                                                                     attraverso interviste video (disponibili su www.altrevelocita.it/speciale-radar) e articoli raccolti
                                                                                                     in una pubblicazione cartacea.
                                                                                                     Il 4 luglio 2019, gli artisti hanno presentato il loro lavoro al Teatro Bonci di Cesena. Al termine
                                                                                                     delle presentazioni, i componenti del gruppo di selezionatori, attraverso una votazione demo-
                                                                                                     cratica a maggioranza semplice, hanno scelto e annunciato i tre spettacoli ammessi alla fase di
                                                                                                     laboratorio:

   RADAR è un percorso di formazione, affiancamento e sostegno rivolto a giovani artisti             •   Le notti di Emilia, di Flavia Bakiu, Alessandra Beltrame, Nicolò Collivignarelli, Alice Gera,
                                                                                                         Nico Guerzoni, Claudia Russo
   dell’Emilia-Romagna, promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione.
                                                                                                     •   Lo stradone, di Lorenzo Carpinelli, Vladimiro De Felice, Iacopo Gardelli
                                                                                                     •   Rimini, di Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona,
   Il bando triennale è stato presentato a giugno 2018 ed era rivolto a compagnie e singoli              Mario Scandale, Francesco Tozzi
   artisti emergenti con età inferiore ai 28 anni e domiciliati in Emilia-Romagna.

   La giuria “Giovani sguardi”, di circa 35 membri, è stata formata in collaborazione con
   Avanguardie 20 30, Konsulta di Trasparenze Festival e Teatro dei Venti e gruppi under
   28 che si sono costituiti per questa occasione a Cesena, Castelfranco Emilia e Vignola.
                                                                                              terza fase | vincitori | stagioni 2019/2020/2021
                                                                                                     Gli artisti selezionati alla seconda fase hanno trascorso altre quattro settimane di residenza al
   L’intero percorso è stato monitorato da un gruppo di osservatori under 28 partecipanti            Teatro delle Moline di Bologna, comprensive di tutoraggio tecnico e artistico (Marta Cuscunà
   al “Laboratorio avanzato di giornalismo culturale e narrazione transmediale” condotto             per Le notti di Emilia, Lino Guanciale per Lo stradone, Enzo Vetrano per Rimini).
   da Altre Velocità.
                                                                                                     Al termine di questo ulteriore periodo di residenza, che ha subito diverse interruzioni a causa
                                                                                                     della pandemia del Covid-19, gli artisti hanno presentato il 30 aprile 2021 al Teatro Arena del
                                                                                                     Sole di Bologna uno studio di circa 60 minuti.

                                                                                                     I tre studi finalisti sono stati valutati tramite video dal gruppo di selezionatori, che ha decretato
                                                                                                     come vincitore Le notti di Emilia di Flavia Bakiu, Alessandra Beltrame, Nicolò Collivignarelli,
                                                                                                     Alice Gera, Nico Guerzoni, Claudia Russo. Lo studio diventerà una produzione ERT nella sta-
                                                                                                     gione 2021/2022.
LE NOTTI                                                                   spettacolo vincitore del bando Radar

    DI EMILIA
di Flavia Bakiu, Alessandra Beltrame,
Nicolò Collivignarelli, Alice Gera,
Nicole Guerzoni, Claudia Russo

          scompaginare l’anima notturna
                          della via Emilia
                         di Ivana DAMIANO
         Quali presenze abitano la notte? Quali storie sot-    tari al fianco dell’associazione ViaLibera, impe-
         terranee conferiscono corpo e voce a una strada       gnata nell’assistenza sociale e sanitaria in strada.
         a cui piace cambiare a seconda delle condizioni       L’incontro con quelle narrazioni incarnate, con
         di luce? Giochi di prestigio, strategie di dissol-    quei corpi capaci di esercitare potere perfomati-
         venza e di sparizioni sembrano essere accaduti        vo sulla via Emilia capovolgendone la conforma-
         e stare accadendo sulla via Emilia, crocevia di       zione e le direttrici di significato, ha sollecitato
         incontri, di scambi, di merci e di passaggi, di       i quattro attori a tentare di scompaginare il co-
         cui gli attori Nico Guerzoni, Alice Gera, Flavia      mune immaginario della prostituzione, ricucire
         Bakiu e Nicolò Collivignarelli hanno tentato di       lo strappo perbenista che smaterializza la legitti-
         esplorare le molteplicità di senso con il progetto    mità di quei corpi, ripristinare le connessioni tra
         Le notti di Emilia, proposto al bando Radar di        soggettività considerate fantasmiche e la cornice
         Emilia Romagna Teatro.                                urbana in cui esse si muovono. Assieme a tracce
          Compiendo quasi una moderna catabasi, por-           di storie scomparse emerge la sostanza ossimori-
         tandosi al di là della dimensione accessibile del     ca del rapporto tra ombra e luce del mattino che,
         reale, gli attori hanno intrapreso una serie di at-   invece di illuminare, sottrae spessore a quei cor-
         traversamenti notturni, operando come volon-          pi che determinano l’anima notturna della stra-
«La prostituzione, un universo
da. Così tutto appare sovvertito: il buio permette      componenti apparentemente inconciliabili sono
di guardare, di (re-)esistere; il bagliore della luce   le incursioni musicali con cui il gruppo ha gio-
acceca e mangia i contorni delle vite. Ed è pro-        cato: i brani scelti paiono generare cortocircuiti

                                                                                                                    curioso e denso di tragedie»
prio nella soglia di questo cambio di prospettiva       capaci di stordire lo spettatore e stemperare con
che hanno agito gli attori, interrogando le pro-        sorpresa delicatezza le atmosfere più cupe, fino a
prie resistenze, decostruendo gli stereotipi ere-       sublimare l’atto sessuale col cliente. Le interazio-
ditati, prediligendo come approccio di ricerca il       ni con i pochi oggetti di scena, inoltre, recupera-
corpo in movimento anziché il corpo narrato.            no a tratti la dolcezza del tempo infantile, quasi a      di Vittoria MAJORANA e Marta RENDA
  Rifuggendo la pretesa di oggettivare la prosti-       collocare quei corpi notturni come prosecuzione
                                                                                                                Via delle Moline, un grigio pomeriggio di fine ot-       elementi che potevano essere messi in sequenza
tuzione e di realizzare personaggi circoscritti         della stessa via Emilia. La cornice della strada si
                                                                                                                tobre, un piccolo teatro per pochi spettatori. En-       e diventare le nostre partiture fisiche. Inoltre, in
e fedeli alle biografie incontrate, la compagnia        pone così come arena di gioco in cui forzare le
                                                                                                                triamo in fila e ci sediamo distanziate indossando       questa seconda fase uno spazio importante lo
ha preferito restituire un ritratto meticciato di       visioni dei corpi desiderati e sfidati dalla voracità
                                                                                                                la mascherina. La sala è buia, sul palco una sedia,      hanno acquisito i contributi video di Alessandra
dettagli, il più affrescato e ampio possibile, so-      schiacciante degli occhi dei clienti.
                                                                                                                due attori, uno schermo luminoso sullo sfondo. Il        Beltrami: nello spettacolo sono infatti previsti sia
spendendo il giudizio e rimestando le acque               La struttura compositiva de Le notti di Emilia
                                                                                                                resto della compagnia osserva: parlano, discuto-         video registrati e montati precedentemente, sia
che bagnano mondi differenti a cui sono ricon-          restituisce così temporalità confuse, compe-
                                                                                                                no, riflettono collettivamente, provano e riprova-       riprese in diretta riprodotte in monocanale sullo
ducibili occhi e prospettive stratificate e anche       netrate e polisemantiche come pure i giochi di
                                                                                                                no la scena…                                             schermo in scena. Queste ultime in particolare
drammatiche. Dalla condizione di tratta vissuta         sguardi e di prospettive, in cui tutto oscilla tra
                                                                                                                 Dopo una breve pausa caffè invertiamo i ruoli:          costituiscono dei veri e propri quadri viventi che
dalle prostitute provenienti dall’Est Europa, dal-      fantasia (erotica e non) e realtà, tra reticenza e
                                                                                                                noi sul palco, loro sulle poltrone. Inizia così la no-   contribuiscono a restituire lo spettro delle sen-
la Nigeria e dal Marocco, alla scelta della strada      spettacolarizzazione, tra chi guarda e chi è cattu-
                                                                                                                stra chiacchierata con Alice Gera, Nico Guerzoni,        sazioni che vogliamo trasmettere. Colori accesi,
di transessuali e di travestiti: questo comparto        rato da un sguardo. I punti di vista che abitano lo
                                                                                                                Flavia Bankiu e Nicolò Collivignarelli attorno al        brillantini, paillettes, videogiochi, corpi spoglia-
multiforme e corale viene accolto in maniera ca-        spettacolo si moltiplicano come cerchi concen-
                                                                                                                progetto Le notti di Emilia e alla ripresa delle resi-   ti, bocche, labbra: tutto questo materiale viene
leidoscopica, declinato in scena attraverso una         trici, permettendo agli spettatori di ricomporre
                                                                                                                denze del bando Radar dopo la lunga interruzio-          utilizzato per meglio raffigurare l’affresco così
struttura drammaturgica perfomativa-coreo-              la scena attraverso più angolazioni possibili. L’os-
                                                                                                                ne dovuta alla pandemia.                                 ricco di sfumature che vogliamo rappresentare».
grafica che si sviluppa per quadri giustapposti in      sessione dello sguardo moltiplicato si concretiz-
un susseguirsi di immagini, figure, movimenti e         za attraverso quell’intervento discreto a bordo
                                                                                                                  Come si è sviluppato il lavoro di creazione             Come raccontare un universo complesso
suoni rappresentanti l’anima notturna della via         scena, della camera che fa rimbalzare gli sguardi
                                                                                                                dello spettacolo Le notti di Emilia, dalla prima         come quello della prostituzione e come anco-
Emilia. In scena, momenti corali composti da            allineati dei clienti, dei papponi, degli spetta-
                                                                                                                fase del bando Radar a oggi?                             rarlo al territorio bolognese, alla Via Emilia?
gestualità reiterate e respiri affannati si alterna-    tori-voyeur, di chi si avvicina famelicamente al
                                                                                                                  Alice: «Una volta scelta la prostituzione sulla         Flavia: «È difficile narrare uno scenario così va-
no a parentesi solitarie in cui prendono forma          dettaglio di quelle esperienze. I diversi linguag-
                                                                                                                Via Emilia come tema per il progetto, per co-            rio e ricco di elementi. Di solito quando si parla
racconti quotidiani di madri, mogli, lavoratrici,       gi, da quello perfomativo a quello cinematogra-
                                                                                                                noscere dal vivo questo mondo e incontrare               del mondo della prostituzione si scivola sempre
compagne. Ad accompagnare la paratattica nar-           fico, si intersecano per restituire il caos di quelle
                                                                                                                personalmente chi lo abita abbiamo deciso di             nel drammatico, nel pietismo. Poi quando entri
razione ci sono delle incursioni video a fondo          vite che in Le notti di Emilia si lasciano afferrare
                                                                                                                contattare ViaLibera, un’associazione apolitica e        a contatto con le ragazze scopri che, pur essendo
palco, in un gioco continuo tra ironia (come nel        di sfuggita nell’eterno ritorno di una notte.
                                                                                                                aconfessionale che si occupa di portare assistenza       un universo denso di tragedie, è anche un luogo
caso della proiezione del famoso e irriverente
                                                                                                                e supporto alle ragazze in strada. Impegnandoci          curioso, colorato, fatto di normalità e di tante di-
videogioco Gta), realtà (registrazioni originali
                                                                                                                a collaborare con loro oltre il temine del nostro        verse sfaccettature. Abbiamo lavorato molto sulle
dalla via Emilia) e soggettive live, ovvero riprese
                                                                                                                progetto, abbiamo iniziato ad accompagnare al-           immagini nel tentativo di restituire questi aspetti
dal vivo mediante una telecamera sul palco che
                                                                                                                tre volontarie nelle uscite notturne: questo è stato     così diversificati, senza per forza doverli raccon-
raccoglie i dettagli dei corpi, delle movenze e dei
                                                                                                                il materiale di partenza e il nostro primo contatto      tare. Vogliamo regalarli, lanciarli al pubblico. Lo
costumi, una sorta di una lente d’ingrandimento
                                                                                                                diretto con la prostituzione sulla Via Emilia. A         spettacolo vorrebbe essere una sorta di affresco
su dettagli che, aumentati, acquistano un valore
                                                                                                                Villa Pini, all’inizio della prima residenza, abbia-     di questo mondo, senza nessun tipo di giudizio».
simbolico capace di astrarsi dalle storie parti-
                                                                                                                mo lavorato molto sulle improvvisazioni, dalle            Alice: «Tutti questi mondi accadono sulla Via
colari per donare linfa vitale a una narrazione
                                                                                                                quali sono nate delle vere e proprie immagini,           Emilia. Ti ritrovi lì, in un posto preciso: è una via
universale.
                                                                                                                basate perlopiù su ciò che ci aveva colpito dell’e-      commerciale e storica. Nello spettacolo si sente la
  Dichiarata infatti l’impossibilità etica di rac-
                                                                                                                sperienza vissuta in strada da volontari».               voce della presidente dell’associazione ViaLibera,
contare autenticamente l’essenza di queste sto-
                                                                                                                  Nicolò: «Nella prima restituzione, per esempio,        Aurelia, la quale - nel descrivere i cambiamenti
rie, Le notti di Emilia si muove convulsamente
                                                                                                                per rappresentare la scena di una prostituta che         che la Via Emilia ha comportato nella società so-
sull’orizzonte dell’interdetto, dell’incompletezza
                                                                                                                attira un cliente ballando avevamo preso ispira-         prattutto a livello economico - afferma che non
suggestiva, della sospensione ibrida in cui tutti
                                                                                                                zione dalla danza della seduzione degli Uccelli          esiste un solo centimetro dell’Emilia-Romagna
sono, interpretano e si confondono negli ele-
                                                                                                                del Paradiso. In generale lavorare sulle movenze         che non sia sfruttato al meglio. Si parla dunque
menti scenici. Pur trascendendo il dato reale,
                                                                                                                degli animali ci ha permesso di trasformare ge-          di mercato e di commercio, e all’interno di que-
si tenta di amplificare quello emotivo, umano,
                                                                                                                sti che possono sembrare banali in vere e proprie        sto rientrano anche le ragazze. Si può comprare
spesso censurato nella trattazione della prosti-
                                                                                                                piccole coreografie. Claudia Russo, che è il nostro      anche quella intimità lì. È qualcosa che tuttora ci
tuzione. A restituire il complesso contrasto fra
                                                                                                                occhio esterno, ci ha aiutato a individuare degli        fa pensare molto».
Il coronavirus e il lockdown hanno influen-                 Abbiamo fatto una ricerca per conoscere ciò di                  Qual è il tuo rapporto con la strada?                       pioni, nell’asfalto crepato. Chi possiede chi? Chi ha i
zato il vostro lavoro? È cambiato anche l’ap-                cui vogliamo parlare, ma il materiale che pren-                                                                             soldi, il corpo, l’illusione? Tutto si scambia, tutto ve-
proccio alla materia?                                        diamo lo trattiamo in maniera artistica. Esiste                                    cittadini                                ste di forme di sogno, di sonno, di fame. Chi cercate
 Flavia: «Sì, in diversi modi. Oltre al rallenta-            questa realtà, noi non ne sapevamo nulla ma ci               La bella stagione è un problema. Le prostitute sono            quaggiù? La via, la verità, la vita.
mento dei lavori, abbiamo dovuto ripensare di-               si è spalancata davanti ed è quella che vogliamo          davanti agli occhi di tutti, indecorose e inspiegabili ai
verse scene che prevedevano il contatto fisico.              condividere. Sono sensazioni, colori, fatti per         bambini. Se devono esistere che almeno non siano visibi-              Che poi, “quaggiù” geograficamente cos’è? Quali
In più abbiamo notato come questa situazione                 noi inaspettati. Non vogliamo dare nessun giu-           li. Una cena al ristorante non può essere compromessa.             sono le coordinate per raggiungere questo buco nero,
pandemica abbia spostato la prostituzione dal-               dizio né sulle ragazze, né sui clienti né sui protet-                                                                       questo magma infuocato al centro della Terra?
la strada alle case o sul web. Nelle nostre ultime           tori. Questo è ciò che abbiamo visto e vorremmo                                   prostitute                                  Quaggiù la città è capovolta, squaderna occasio-
uscite abbiamo incontrato molte meno ragazze e               restituirlo così. Del resto le stesse ragazze non           La strada è il mio posto di lavoro, il mio ufficio. Non         ni di perdizione. Si spoglia della luce modesta che
anche il mondo della clientela è cambiato rispet-            sanno che stiamo lavorando a questo progetto,             siamo libere. Siamo persone che subiscono una tratta.             bagna le strade principali, rivelandosi selvaggio un-
to all’inizio».                                              soltanto l’associazione ne è al corrente. Noi le          Siamo controllate dai nostri fidanzati, papponi, dalle            derground metropolitano dove fameliche si fanno
 Nicolò: «Nello spettacolo abbiamo infatti deci-             abbiamo conosciute in veste di volontari: quan-            nostre maman. Non siamo libere ma ci guadagnamo                  le viscere della terra, dei desideri repressi. Quaggiù
so di raccontare sia la realtà delle web-communi-            do eravamo lì abbiamo svolto un ruolo preciso            qualcosa da vivere. Ci chiamiamo sister ma non siamo               i rettilinei tangenziali, sinuosi serpenti a sonagli, at-
                                                                                                                     sorelle. Non di sangue almeno. Siamo sorelle di disgrazia.          traversano la notte e ne fanno teatro del possibile
ty dove gli uomini si incontrano per scambiarsi              e loro erano sul posto di lavoro. Parlare di que-
informazioni sulle prostitute, sia l’immaginario             sto progetto in strada era un rischio ed è ancora                                                                           stregonesco, dove le contraddizioni si abbracciano e
                                                                                                                                   volontari delle unità di strada                       convivono impunemente. Quaggiù, dove l’assogget-
che essi costruiscono intorno a queste donne                 una situazione delicata. Cerchiamo di avere il
                                                                                                                      La strada è il luogo dell'incontro con le ragazze, il punto        tamento si annida anche negli angoli più esposti, la
usando immagini e percezioni sempre diverse:                 massimo rispetto dei racconti che ci hanno re-
                                                                                                                       di contatto tra i nostri mondi. È il modo per arrivare            libertà d’espressione rivendicata si fa pratica eman-
oggetti, figure angeliche o materne, meretrici               galato spontaneamente in strada durante i nostri
                                                                                                                       a loro e per fornire assistenza con la consegna di un             cipata. Presenze notturne aleggiano clandestine e
specializzate in una certa tecnica, macchine da              incontri. Tuttavia, ogni volta che proponiamo
                                                                                                                      numero di telefono per esigenze sanitarie, preservativi,           plasmano lo spazio pubblico, rimescolano i sogni
prestazioni più o meno economiche».                          qualcosa sulla scena ci chiediamo: se venisse una
                                                                                                                                             lubrificanti.                               e le seduzioni inconfessabili di una città dormien-
 C’è un intento politico nel vostro lavoro?                  di loro, questa azione andrebbe bene? Quale di-                                                                             te, di braci ignorate. Quaggiù assomiglia al fondo
 Alice: «Non vogliamo fare teatro sociale, an-               ritto abbiamo di mostrarla? Fino a dove possia-                     i clienti (che poi sono cittadini)                      liquoroso della bottiglia in cantina, al pantano dalle
che se potremmo aprire un enorme dibattito                   mo spingerci con la rappresentazione?».                  È il luogo del perverso, del piacere, dell'illecito, del fetici-   acque torbide e infestate, a voluttuose voci di sire-
sul fatto che il teatro è sempre sociale e politico.                                                                                     stico, dell'angelico.                           ne reiette, custodi di macerie che appartengono agli
                                                                                                                                                                                         abitanti della superficie. Quaggiù è un coro di corpi
                                                                                                                      ragazzi (anch'essi cittadini nonché futuri possibili               poliedrici e sfuggenti che parlano d’altro, transiti-
                                                                                                                                            clienti)                                     vi e predicativi. Quaggiù è il molo di traghettatrici
                                                                                                                        A volte quando torniamo in macchina ubriachi dalla               che con un guizzo marino restituiscono il riflesso

                                                                          Emilia.
                                                                                                                      discoteca e vediamo le puttane per strada ci divertiamo            rigettato della città che quotidianamente attraver-
                                                                                                                      ad abbassare il finestrino e a lanciare loro addosso sac-          siamo, una metropoli-ade che raccoglie solitudine,
                                                                                                                                      chetti di merda e piscio.                          ossessione erotica, immobilità arida e senza tempo.

                                                                  Note a margine
                                                                                                                                                                                         Quaggiù è la via d’accesso impervia che collega la
                                                                                                                      «Se po' morì affogata pe' 40.000 lire?» si domanda-                città “reale” alla propria parte inconscia. In mezzo
                                                                                                                     va Cabiria mentre, sulla musica di Nino Rota, dan-                  sta la Via Emilia: un luogo di attraversamento, di
                                                                                                                     zava e spalancava il mondo con uno sguardo. È una                   tutela e di scambio, di chiari e di scuri, di una vita-
                                                      di Giulia CESOLARI, Ivana DAMIANO e Marta RENDA                prostituta, «una che fa la vita», urlano i ragazzini                lità permanente anche quando esausta. Forse, per
                                                                                                                     della periferia romana. Come la Cabiria di Fellini,                 compenetrare luce e ombra, basterebbe davvero os-
    «Caro Luciano, io credo che bisogna chiedersi            no, mentre si mangia una pizza nodosa sotto un          anche Emilia, la Via Emilia, è una capace di cogliere               servare le cose per quello che sono.
    cosa è luce e cosa è ombra, per non lasciare le          lampione in Zona Roveri a Bologna; a tratti ci si       dei fiori colorati per se stessa e accompagnare tale
                  cose da sole nella loro disgrazia»         rivela fissando il sole in pieno inverno, in un bus     gesto con un cadeau d'amore per il proprio ballo                      C'è una lacrima nera che sembra un diamante, sul
      - Gianni Celati, Condizioni di luce sulla via Emilia   che sa di altre vite o di cose perdute. Certe cose      solitario. Malgrado la vita, i titani della Via Emilia              viso di Cabiria. Un pendente come a voler dire «mi
                                                             e certe albe vanno lasciate là dove le si vedono,       resistono e danzano un mambo di lotta, a ricordare                  sono entrati pezzi di vita nell'occhio ma ci vedo an-
Per non lasciare le cose da sole nella loro disgra-          senza volerle salvare dalla propria apparente fis-      che no, non se po' mai morì affogati pe' 40.000 lire.               cora». C'è una lacrima nera anche sul viso di Emi-
zia, bisogna osservarle con l’occhio dell’aquila e           sità. Ci sono serate in cui ci si confondono gli                                                                            lia: somma di tutti i colori che uno sguardo aperto
non della iena. Cos’è la “disfazione” della luce se          occhi, le braccia, le parole e se fissiamo troppo le      Quante rose, quante bocche quante bocche di rosa,                 sull'alba può collezionare
non una miopia dell’occhio che guarda da trop-               luci bianche e rosa inafferrabili della Via Emilia,     quante rose imboccate. La strada è un prato nero d’a-
po vicino? Come mettersi il collirio da soli: av-            all'alba in macchina, ci diciamo «attenzione, qua       sfalto, di carne i fiori che lo abitano. L’arteria dell’E-            il margine della strada è refrattario, il cuore è un
vicinare troppo un corpo esterno alle ciglia fa              rischiamo di bruciarci», Icari infelici. Bologna è      milia pulsa tutte le notti, battito dopo battito. Corpi                             margine refrattario.
chiudere l’occhio. È fisiologico.                            la cosa più atroce che ci siamo fatti capitare, te-     che battono il ritmo del marciapiede per freddo, per
 Davanti all’immobilità di cui parla Menini, il              nerezza ferma al distributore di benzina che sor-       noia, per spegnere una sigaretta, per una danza d’ac-                Finiscono così, Le notti di Emilia. Col sorriso, pro-
dipintore d'insegne di Gianni Celati, c'è una vita           ride, cammina avanti e indietro e ci fissa; creatu-     coppiamento. Altri corpi battono il terreno, a caccia.              prio come quelle di Cabiria: con una sigaretta in
che scorre sdraiata senza che nessuno possa sa-              ra e titano. Cammina: avanti, indietro. Resiste a       Battono i nodi di membra per coglierne i frutti. Chi                bocca, voglia di ballare un mambo solitario e man-
perlo. A tratti può rivelarcisi alle 5:30 del matti-         se stessa. Rimane.                                      possiede chi, nel buio, nelle stelle interrotte dai lam-            giare un buon sugo col piatto nel letto.
RIMINI                                                di Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati,
                                                      Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona, Mario Scandale,
                                                      Francesco Tozzi

                                                      spettacolo finalista al bando Radar

       alla fine c’è sempre qualcuno
                        che applaude
                                                                                            di Alex GIUZIO
Il fratino è un piccolo uccello che nidifica lungo     transennati per proteggerli dall’invasione dei tu-
le zone costiere e depone le uova direttamente         risti nel frattempo riversatisi in riviera, bramosi
sulla sabbia. La sua specie è in via di estinzio-      di tornare a fare il bagno e prendere il sole dopo
ne a causa dell’antropizzazione delle spiagge:         tante settimane di costrizioni. E così, nell’estate
l’invadente presenza dell’uomo, la pulizia mec-        2020 a Rimini si poteva ammirare un esempla-
canica degli arenili e la progressiva riduzione        re di questo piccolo volatile fermo a covare sulla
dei litorali non urbanizzati stanno provocando         sabbia, protetto da un gabbiotto di metallo e cir-
la scomparsa di questi piccoli volatili. Eppure lo     condato a pochi metri di distanza da centinaia
scorso anno, durante il duro lockdown che ci ha        di corpi stesi immobili sui lettini unti di crema
costretti tutti chiusi in casa per quasi due mesi,     solare.
i pochi fratini superstiti in Italia hanno notato –     Davanti a questa immagine proiettata durante
s’immagina con una certa incredulità – chilome-        Rimini, spettacolo finalista al bando Radar di
tri e chilometri di spiagge deserte, che li hanno      Emilia Romagna Teatro (con Leonardo Bian-
spinti a tornare a nidificare sulle spiagge roma-      coni, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli
gnole. Avvistati dagli ambientalisti appena usciti     e Chiara Sarcona, regia di Mario Scandale, aiu-
di casa, i nidi di fratino sono stati prontamente      to-drammaturgia di Francesco Tozzi), la prima
cosa che viene da pensare è che quando la realtà         biglietto, a renderti unico ci pensiamo noi», dice        Il regista però nel finale ammette che il suo         ne») e con Tondelli soprattutto si fa un riuscito
di un luogo riesce a superare la fantasia, diventa       il vitellone romagnolo (Leonardo Bianconi);             tentativo di restituirci tutto il materiale raccol-     parallelismo nel finale dello spettacolo, quando
molto difficile rappresentarlo attraverso la fin-        per questo «bisogna sempre stare allegri, anche         to durante il suo soggiorno è fallito, incarnan-        l’apocalisse che caratterizza la fine dell’omonimo
zione teatrale. Soprattutto se questo luogo è ap-        quando soffia la burrasca» afferma la proprieta-        do così l’impossibilità di interpretare la riviera      romanzo, con la città a fuoco e fiamme a causa
punto la città di Rimini, metropoli balneare ric-        ria del Bagno La Praia (Giulia Quadrelli): una          romagnola. Una dichiarazione esplicita che po-          della schizofrenica paura dell’imminente fine del
ca di fascino e di contraddizioni, dove possono          finzione insomma, in cui i turisti stanno al gioco      trebbe apparire come un’auto-giustificazione per        mondo diffusa da un santone, viene traslata nella
convivere giovani alla ricerca di sballo e famiglie      accontentandosi del mare maleodorante e bro-            proteggersi dal proprio fiasco, ma forse è proprio      pandemia del Covid-19 che ha realmente messo
desiderose di tranquillità, ombrelloni ordinati          doso compensato dai servizi come la cassaforte          questo l’unico modo per attraversare una realtà         in discussione il modello turistico romagnolo. Il
come filari di viti e masse di persone danzanti          attaccata all’ombrellone o la cabina-nursery per        così complessa senza avere la pretesa di capir-         regista dello spettacolo torna infatti a Rimini a
e drogate in discoteca; dove non si dorme mai e          cambiare il pannolino ai bebé. D’altronde è per         la: rappresentarla senza analizzarla. Raccontare        settembre 2020, ascoltando la bagnina dire che
la vacanza sembra un’unica lunga giornata. Ep-           questo che i forestieri tornano qui ogni anno:          la riviera romagnola significa infatti raccontare       «sembra incredibile, ma anche questa estate è
pure Rimini ci prova con ambizione, prendendo            «Li abbiamo visti nascere, crescere e invecchiare,      un pezzo d’Italia, quello dei costumi della so-         passata», sconvolta dalla pandemia e desiderosa
spunto dall’omonimo romanzo di Pier Vittorio             facciamo parte della loro vita», dice la bagnina        cietà, del turismo di massa e del divertimento          per la prima volta nella sua vita di vendere lo sta-
Tondelli – l’unico riuscito a restituire una nar-        romagnola con orgoglio, mentre in sottofondo            in quanto valore superficiale ma dominante. E           bilimento balneare. Eppure Rimini sopravviverà
razione poetica dignitosa di questo marasma – e          passano canzoni folkloristiche come Rimini Ri-          il fatto che a compiere questa scelta tematica          anche a questo: perché l’immagine che ci resta di
allo stesso tempo andando oltre come occorreva           mini Rimini di Raoul Casadei o Spiagge di Fio-          sia una compagnia di trentenni è significati-           questa città, evocata sul finale dal regista, è quel-
fare, poiché ciò che lo scrittore di Correggio ha        rello.                                                  vo dell’attrazione quasi perturbante che ancora         la di «una canzone in playback fuori sync, al ter-
figurato della riviera romagnola è nel frattempo                                                                 oggi proviene dalla riviera, mutata dai tempi di        mine della quale c’è sempre comunque qualcuno
tristemente diventato storia.                              Oltre questa superficie si nascondono però tan-       Tondelli ma ancora inalterata nelle sue contrad-        che applaude».
                                                         ti lati oscuri: dal sottotesto emerge che il reale      dizioni. Di Tondelli, peraltro, durante lo spetta-
  Lo spettacolo inizia con l’espediente di un regi-      intento con cui i titolari di alberghi, pensioni,       colo si leggono alcuni suggestivi brani («Rimini
sta (Leo Merati) che il 1° giugno 2019 parte da          campeggi e stabilimenti balneari accolgono e            è una galassia dove convivono euforia e solitudi-
Bologna con la sua auto per raggiungere Rimini           coccolano quasi ossessivamente i loro ospiti non
con l’intento di raccontarne l’essenza, i suoi uni-      è il piacere di svolgere un servizio bensì quello di
versi più o meno nascosti e la sua evoluzione da         guadagnare più soldi possibili. È solo per questo

                                                                                                                dalle spiagge incantate all’apocalisse
città distrutta durante la seconda guerra mon-           che la titolare dell’Hotel Luna festeggia i com-
diale a capitale internazionale del turismo: lo farà     pleanni di tutti i suoi ospiti, che «non li lasciamo
intervistando chi questa città la vive e la anima,       mai soli, questi poveri clienti». Ancora, ci sono

                                                                                                                               di un’Italia in miniatura
restituendocene cartoline e racconti e sempre            la vanità e l’ossessione per i selfie che hanno in-
restando in disparte, seduto alla scrivania in un        cancrenito la nostra società (rappresentate da
angolo della scena, senza farsi travolgere dalle         Chiara Sarcona nei panni di una vocalist all’os-
tentazioni frivole che continuamente gli vengo-          sessiva ricerca di followers: «È come stare in ve-
no proposte. «Rimini è la città con il numero più        trina, sei sempre su un piedistallo»), gli incidenti                                                                                                   di Giulia MENTO
elevato di palestre per abitanti», dice il regista, e    mortali del sabato sera e l’eccesso di droghe sin-
«non è mai stata conosciuta per esportare merci,         tetiche (raccontato dal vitellone impersonato da
bensì per importare persone». In questa locali-          Bianconi, corteggiatore e animatore di serate di                                                                avrà sentito il loro accento inconfondibile, avrà
tà, proprio qui e non altrove, milioni di turisti si     perdizione), lo sfruttamento dei lavoratori (Lui-                                                               sognato di essere immerso nella movida estiva.
riversano per praticare l’aquagym, la baby dan-          sa Borini, dipendente stagionale che inizialmen-                                                                Insomma, Rimini si può definire un’Italia in mi-
ce, l’aperitivo, le notti in discoteca, la tintarella.   te sembra felice e divertita dei ritmi frenetici a                                                              niatura, nome di un altro parco tematico presen-
Nel frattempo gli attori sul palco ci disegnano          cui è sottoposta, ma poi con voce tremante fa           Rimini non è il romanzo più bello di Pier Vit-          te nella città romagnola. Un contenitore che nel-
le immagini della città: saltellano sulla sabbia         emergere la stanchezza e la rassegnazione a esse-       torio Tondelli e nemmeno il più conosciuto, ma          la stagione estiva si riempie di famiglie e turisti
che scotta, stanno stesi per ore con buffe smorfie       re sottopagata e privata del giorno libero: «Devi       è stato l’ispirazione di Leonardo Bianconi, Luisa       provenienti da tutto il mondo, feste in spiaggia,
sui ruvidi lettini, ballano in riva al mare com-         accettarlo, se vuoi lavorare qui»). Tutto ciò va a      Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sar-       serate danzanti, eventi e notti di sballo, per poi
ponendo coreografie che evocano le foto aeree            comporre uno scenario surreale, quasi irrappre-         cona, Mario Scandale e Francesco Tozzi per co-          riposarsi d’inverno, la stagione preferita dei ra-
di Olivo Barberi in Adriatic sea (staged) dancing        sentabile: «Rimini è come una cartolina, facile         struire il loro spettacolo concorrente al progetto      gazzi residenti intervistati dagli attori. Una città
people, passano le giornate tra i locali notturni        da fotografare ma difficile da raccontare», affer-      Radar, che porta lo stesso nome del romanzo.            che attira e fa parlare di sé, pronta ad adattarsi e
come il Prince e i parchi di divertimento come           ma rassegnato il regista incompreso dagli altri          «La parola Rimini in quasi tutti fa risuonare          reinventarsi, distante dalla Rimini raccontata da
Italia in miniatura o Fiabilandia. Poco impor-           personaggi, la figura più tondelliana dello spet-       qualcosa: dire Rimini e dire Pavia non è la stessa      Tondelli nel romanzo.
ta se sono fuori città, perché Rimini è in realtà        tacolo: lui non si vuole divertire mentre gli altri     cosa» ci ricorda Giulia, attrice del gruppo. Per         «Del libro di Tondelli nel progetto dello spet-
solo il simbolo di un’intera riviera lunga cento         sullo sfondo ballano, vuole raccontare la poesia        tanti italiani Rimini rappresenta il mare, le di-       tacolo è rimasto lo spirito» dice Francesco, as-
chilometri senza interruzioni, una megalopoli            rappresentata dai personaggi con cui dialoga            scoteche, i primi amori sulla spiaggia, le balere, il   sistente alla drammaturgia, «ossia questo re-
sul mare dove «il divertimento è una cosa seria»,        mentre gli altri sono ignari e disinteressati a tut-    parco dei divertimenti di Fiabilandia. Chiunque         portage creativo che ha fatto sulla riviera con il
un valore da consumare. «Qui devi solo pagare il         to ciò che va oltre la superficie.                      almeno una volta avrà visto quelle lunghe distese       pretesto di raccontare delle storie che si incro-
                                                                                                                 di ombrelloni nelle immense spiagge romagnole,          ciano». Viene eliminato il giallo del romanzo,
viene eliminato quel senso di fiction, ma riman-          “Chi sono i superstiti dell’apocalisse di Vittorio    farlo: «Mi piacerebbe aspettare l’avvenire della       mitra. Arriva così l’apocalisse: quella definitiva,
gono i personaggi fortemente caratterizzati dagli         Tondelli?”, è stata una stranissima coincidenza       prossima estate per vedere come andranno le            destinata a far cadere questa realtà architettata
attori, con le loro storie sotto i riflettori. C’è Giu-   che il lavoro sia stato spaccato a metà da un’a-      cose».                                                 sul nulla nel buio. Buio che cala violento anche
lia che interpreta la bagnina Marzia, alle prese          pocalisse reale come quella del Covid-19», rac-        I nostri attori tornano nel mondo delle fiabe         sul palcoscenico, e che nonostante le musiche e
con i suoi affari e le sue vicende; Chiara che è la       conta sempre Giulia. «Era un evento troppo            iniziale, sullo sfondo dell’ingresso del parco di      le numerose parentesi umoristiche in uno spet-
bella influencer, malata di selfie e di social; Lu-       particolare per ignorarlo, soprattutto in un testo    Fiabilandia. Ma sulla tenera narrazione di Bian-       tacolo tecnicamente perfetto, lasciano lo spetta-
isa la ragazza proveniente dal centro Italia che          che è un’osservazione di vita. L’apocalisse im-       caneve, invece del lieto fine troviamo i personag-     tore con molte domande aperte, e con un senso
da cinque anni lavora a Rimini per la stagione            maginata da Tondelli è totalmente diversa ed è        gi che si eliminano a vicenda a suon di colpi di       di nostalgia e amarezza in bocca.
estiva; e Leonardo che interpreta l’uomo della            sicuramente frutto della sua osservazione degli
notte, imprenditore, festaiolo e discotecaro, che         anni ottanta. Noi ci siamo ispirati a questa frase
anima il gruppo e ci racconta l’evoluzione del-           del romanzo, riportata anche da un cartello sulla
la città attraverso le droghe. Personaggi che ap-         spiaggia in cui c’è scritto “L’apocalisse vista dal

                                                                                                                             essere tristi a Rimini è come
partengono alla realtà vissuta dagli attori nelle         mare. 5000 lire per tutta la notte per vedere la
loro numerose incursioni nella città di Rimini            fine del mondo”. Questa idea è dentro a tutto, e
per raccogliere interviste e materiali tra il 2018        il come i nostri personaggi vi reagiscono sono

                                                                                                                                   essere brutti a Parigi
e il 2021, anni di costruzione ed evoluzione del          frutto di una rielaborazione di quello che noi ab-
progetto (come specificato nel sottotitolo dello
spettacolo), segnati anche dalla pandemia del
                                                          biamo sentito dagli intervistati tornando all’ini-
                                                          zio e alla fine dell’estate scorsa».
                                                                                                                                                         1
Covid-19.                                                   È così che sotto quella patinatura costituita da
  Racconta Francesco: «È stato strano tornare a           vita da sballo, voglia di eterna giovinezza e mon-                                                                                                  di Giulia PENTA
Rimini un anno dopo il primo lockdown e ve-               do delle favole in cui è possibile avere qualunque
dere quanto era forte il luogo stesso, nel guidarti       cosa si voglia senza preoccupazioni, emergono         Alla geografia letteraria della riviera romagnola      c’è, in questa Cinecittà idroterapica? Terra anar-
a tornare continuamente per aggiornare il ma-             tutte le debolezze e le falle dei rapporti umani e    ci aveva già pensato un gigante come Pier Vitto-       chica e socialista fin dai tempi del Risorgimento,
teriale raccolto. Un po’ come il film Synecdoche,         dell’economia romagnola. Un’economia (come ci         rio Tondelli con l’antologia Riccione e la riviera     la Romagna è una cartografia di rovine frutto
New York, dove c’è il regista che per riprodur-           fa ben capire Luisa nell'interpretare la precaria     vent’anni dopo (1985-2005), dove il paesaggio          delle contraddizioni politiche che l’hanno tra-
re la realtà nella maniera più esatta possibile ci        dipendente stagionale) basata sull’accoglienza        balneare del fuori stagione è paragonato a «una        sformata. Sì, perché la riviera non è sempre stata
passa tutta la vita. Anche noi abbiamo provato a          per sfruttamento, pronta a buttarti via nel mo-       discoteca vuota, poco prima che inizi la serata»2.     costellata da hotel, pensioni e spiagge del cuore.
cercare una conclusione in questa realtà gigante-         mento in cui non risulti più utile per il guada-       L’immaginario della riviera è prima di tutto ar-      Durante il Ventennio oltre duecentoquaranta
sca, che chissà quando è iniziata e chissà quando         gno. Un sistema in cui volenti o nolenti siamo        chitettura, un panorama futuribile ed estremo.         colonie marine fungevano da riformatori mino-
finirà». È in questo periodo di chiusura forzata          tutti ingabbiati, turisti e lavoratori, allo stesso   Qui, molto più che altrove, le città sono simu-        rili, sponsorizzati alle famiglie dalla Federazio-
e di riflessione che è venuta sempre più a gal-           modo del fratino che vediamo nelle immagini di        lacri.                                                 ne dei Fasci come una sorta di “summer camp”
la l’idea dell’apocalisse, immaginaria nell'opera         Leo Merati.                                            Sempre Tondelli scriveva «ma il paesaggio è           della FederTerme. Oggi molte di queste colonie
tondelliana ma tremendamente reale e sentita                Nell’apocalisse esce violenta la solitudine, sem-   così artificiale, poiché l’impressione è che qui       somigliano più a relitti delle terre emerse, altre
nell’attualità: un’idea onnipresente nello spetta-        pre presente nella vita dei romagnoli alla fine di    non solo abbiano portato la sabbia, ma addi-           sono al centro di progetti di rigenerazione ur-
colo, che fa capolino piano piano per poi irrom-          ogni stagione estiva, ma che in questo caso pesa      rittura ingabbiato il mare e il cielo in certe pro-    bana, come l’ex Colonia Bolognese, dal 2015 in
pere violentemente nel finale.                            ancor di più, presentandosi insieme alla paura        spettive pop da cartolina illustrata»3. Rimini         mano all’associazione culturale Il Palloncino
  A tenere le fila di questa enorme realtà portata        che nel futuro nulla sarà più come prima, nell’in-    per grandi e piccini, Rimini afrodisiaca, Rimini       Rosso. Mentre Rimini veniva attraversata dalla
in scena dagli attori è Leo Merati, voce interna          certezza del domani che vede perfino vacillare la     come Hollywood, come Sodoma e Gomorra –                linea gotica, «italiani patiti della necrofilia sfi-
ed esterna dello spettacolo, che potremmo para-           solida bagnina Marzia.                                che fosse aspirazione o realtà, poco importa.          lano in auto davanti a Villa Mussolini, santifi-
gonare al Marco Bauer del romanzo di Tondelli.              Questa confusione, questo disorientamento            Altra faccenda è invece che cosa credeva di fare      cano [...] l’uomo che si cambiava nella cabina
Le sue immagini, girate nel parco tematico Italia         vengono spiegati da Leonardo Bianconi nel fina-       Pierino Brunelli, l’imperatore della Magnaro-          circondata da carabinieri [...] e faceva il bagno
in miniatura, a Fiabilandia e in altre diverse zone       le. Accompagnati da un senso di abbacchiamen-         magna, andando di porta in porta, o meglio di          sorvegliato dalla moglie orgogliosa di avere un
della città di Rimini, accompagnano e avvolgo-            to e di letargo, misto a quel “tenere botta” tipico   albergo in albergo, per vendere CAF-MUS: un            marito con le braccia sporche di rossetto»4. L’a-
no buona parte dello spettacolo. E se all’inizio          dei romagnoli, Bianconi si chiede se questa sia       concime organico di nostra propria produzione.         scesa del nazismo poi portò molte famiglie della
vediamo spiagge piene di famiglie e ragazzi a             stata l’unica apocalisse avvenuta oppure se sia       Chi viene dalla megalopoli rivierasca conoscerà        borghesia tedesca in villeggiatura sull’Adriatico:
prendere il sole sui lettini, mano a mano la mu-          solo l’ultima delle tante precedenti. Riusciranno     questo mito(mane) degli anni ‘90 dal sapore fa-        lo racconta Giorgio Falco nel suo romanzo La
sica e la voglia di fare festa si sgretolano fino a       le persone a reagire, come fecero nel caso della      scista. Doppelganger mussoliniano, possedeva           gemella H (Einaudi 2014) dove i componenti
spezzare definitivamente il trenino, lasciando gli        mucillagine dell’89? Siamo sicuri che anche que-      un suo canale privato, la “tv imperiale univer-        della famiglia Hinner, originari della cittadina
attori come dei pesci fuor d’acqua o, per richia-         sta volta i personaggi sapranno adattarsi, oppure     sale”, e volantini ora digitalizzati in prezioso       immaginaria di Bockburg, si muovono sulla via
mare uno dei suoi video, come un fratino impri-           è veramente arrivato il momento dell’apocalisse       materiale d’archivio, come uno in cui capeggia         Emilia passando per Rimini, Riccione, Cesena-
gionato dentro una gabbia a covare le sue uova            auspicata dal santone nel romanzo di Tondelli?        “Satana si è manifestato a Mercatino Conca”.           tico, Cervia per approdare a Milano Marittima
in mezzo a una spiaggia piena di turisti.                 A queste domande i nostri personaggi non san-          Aveva ragione Moravia a fare lo snob tenendo-         dove «la natura è docile, addomes-ticata al go-
  «Considerando che la nostra domanda di aper-            no rispondere, e anche il regista Mario Scanda-       si alla larga da questi lidi così politicamente in-    dimento privato, all’utilizzo guidato da uomini
tura della primissima bozza di progetto chiedeva          le dice candidamente di non essere in grado di        visi e a preferire le acque di Capri, o una bellezza   per altri uomini, [...] villini liberty [...] a volte
trasformati in castelletti neogotici con torrette dànno       nell’album Un’estate con te edito da Postcart. Tornan-           Alle spiagge disseminate di corpi proteiformi che ri-                 Baràca! di Cristiano Cavina. Del resto l’Italia è un pa-
al luogo intero una sensazione infantile [...]: è la fru-     do al romanzo, fa parlare di sé Fedeltà (Premio Strega         cordano certi dipinti di Bosch fa da contraltare la sto-                ese che profuma di sugo al pomodoro, di minestroni
izione della bellezza su misura: abbiamo bisogno di           Giovani 2019) del riminese Marco Missiroli, che alla           ria delle colline da cui il mare è solo un orizzonte. Fino              e di abbracci morbidi di mamme bellissime. Occhieg-
questo»5.                                                     fine di quest’anno diventerà serie tv. Missiroli sceglie       agli anni ‘90 la storia delle discoteche della riviera è                gia come le prostitute di cui non si può fare a meno
  Nonostante il turismo della Ricostruzione si dicesse        di far muovere i suoi personaggi tra Milano e Rimini,          stata una storia di cultura, di scambi oltreoceano dove                 di parlare quando si racconta delle località balneari
volenteroso, per chi aveva vissuto la guerra l’accento        vasi comunicanti che sul finire degli anni ‘60 fecero          la gente arrivava da tutta Italia per sentire in antepri-               dell’Adriatico – qui il turismo sessuale è quasi folklo-
tedesco tra gli ombrelloni doveva fare lo stesso effetto      incontrare anche Dino Buzzati e Federico Fellini. Il           ma le ultime release inglesi e americane. Un volantino                  re, i ragazzini sghignazzano e gli adulti non spiegano,
di certi déjà-vu dove il paesaggio che si ha di fronte        sogno era quello di ricavare una pellicola da un rac-          dell’allora Baia degli Angeli di Gabicce annuncia «la                   cambiano strada per poi forse ritornarci.
stride contro quello della memoria. Ma la bellezza di         conto di Buzzati che Fellini lesse nel 1938 su “Omni-          musica che sentirai anche nelle altre discoteche (fra 12
questa Storia sta tutta qui: «Finire il dopoguerra con        bus” con il titolo Lo strano viaggio di Domenico Molo          mesi)»10. Perché prima della scena house, i dj illumi-                      Sono le ventiquattro e io e Laura passeggiamo sul
il mare, i bomboloni dell’inizio di giornata, discutere       (poi Il sacrilegio). Il sogno di Fellini rimase tale, quello   nati dell’underground e della new wave importavano                          lungomare di Rimini. Salutiamo puttane austria-
di soldi sotto l’ombrellone, le onde sono fatte apposta       di Missiroli è passato nelle mani di Netflix. Ancora,          qui capolavori per cui le serate in discoteca diventa-                      che in body luccicanti e negre grasse e fiorate dal-
per noi, i corpi abbandonati al sole, immobili»6.             sulla scia dell’immaginario felliniano c’è la quadrilo-        vano scambio culturale, scoperta e ricerca. Adesso in-                      le labbra giganti e il culo enorme che battono in
                                                              gia noir edita da Solferino di Gino Vignali9, milanese         vece che anche l’impero del Cocoricò è caduto, ci si è                      gruppo ridendo. Qualche pappa controlla il traffico
  Se negli anni ’50 il modello era quello americano del-      d’origine e riminese per scelta (solito ritornello), che       ridotti ad accettare locali che scimmiottano il modello                     rintanato in supercar con non so quante valvole. I
la West Coast, del divertimentificio alla Las Vegas, la       però si smarca dal mito della stagione unica e restitu-        discoteca e si adattano al turismo del fine settimana,                      turisti rivieraschi guardano schifati questo mercato
generazione degli anni ’80 già constatava che il mito         isce all’immaginario anche quella autunnale di quan-           unendo cibo e musica (da sottofondo) e organizzando                         tutto sesso in offerta tre per due, mentre file di mac-
dolceamaro della provincia felliniana non esisteva più:       do i turisti ritornano alle loro vite cittadine lasciando      serate in spiaggia che non hanno nulla del concept del                      chine piene di maschi affamati di sporche maniere
«Per noi esiste solo la metropoli balneare, Los Ange-         alle proprie spalle un paesaggio da sanificare. Meno           clubbing. La parabola della club culture romagnola è                        aspettano il loro turno11.
les di cartapesta tirata su a forza di cambiali, estesa da    recente, del 2001, un altro giallo ambientato a Rimini         tutta racchiusa nella recente capitolazione del Cocori-
Gabicce fino a Cesenatico e Cervia!»7. Dopo Tondelli          è Laura da Rimini (Einaudi) di Carlo Lucarelli: qui            cò, che invece di accettare la propria morte ha deciso                   Anche nei libri ambientati qui, sono quasi sempre
nessuna descrizione di Rimini ha resistito al passare         a fare da chiacchiericcio di sottofondo non è solo la          di automuseificarsi in MUDI (MUseo DIscocratico),                       di donne i corpi a essere riportati a riva con la ma-
degli anni – prendete il romanzo Bassa marea di Enri-         riviera, ma IL Meeting.                                        il primo museo mai realizzato in Italia all’interno di                  reggiata. Stefano Tura ha pubblicato quest’anno il suo
co Franceschini, uscito nel 2019 per Rizzoli: ogni capi-                                                                     un club, peraltro cercando sostegno attraverso una                      primo romanzo, un thriller ambientato nella Rimini
tolo ha una sua music track, un omaggio alla scrittura         Insomma, alla riviera non è congeniale la forma               piattaforma di crowdfunding. Insomma, anche la Pi-                      degli anni ‘90 che racconta di un killer di cubiste –
tondelliana che sa piuttosto di offerta votiva. Impossi-      romanzo nella sua accezione moderna. Si disgrega,              ramide ha finito per cedere all’ultima frontiera chiac-                 s’intitola Il killer delle ballerine.
bile raccontare Rimini dopo Tondelli? Eppure.                 sfugge dalle dita come un pugno di sabbia troppo               chieratissima del mercato artistico online, gli NFTs.
                                                              stretto. In riviera la narrativa ha bisogno di limiti, di      Persino quella che era stata la staffetta del post punk                     Lèvati rana un giorno,
 I libri più recenti che scelgono come set per le loro        punti ciechi, di misteri irrisolti e di una badilata di au-    e del rock negli anni dello Slego di Viserba, una volta                     guardiana dei relitti,
storie la riviera adriatica rivalutano il fuori stagione, o   toironia. Il luogo dove più ci sembra di assistere a un        raggiunte le sale del Velvet Club sui colli riminesi, nel                   con un soffio del piccolo petto
sono noir o guide organizzate per punti o sono scritti        perpetuo display senza remore, dove il giorno si alter-        2016 si è trasformata in un fascio di spine senza rose –                    freddo, rifà il deserto12.
in maniera impressionistica. Questo perché lo scena-          na alla notte senza zone d’ombra intermedie, brulica           da storica venue d’avanguardia a birrificio, il Baldoria
rio riminese è un perfetto non-luogo, un gigantesco           invece di contraddizioni e nascondimenti. È nei posti          Brewpub.
mindfulness coloring book dove ambientare le proprie          di villeggiatura che le persone si rivelano per quello                                                                                   Diverse volte mi sono chiesta perché qualcuno ab-
traversie senza correre il rischio di diventare scritto-      che sono: in vacanza le persone hanno la guardia ab-             Alcuni dicono che la riviera è rimasta sempre ugua-                   bia coniato la frase “vita da spiaggia” e non “vita da
ri di romanzi psicologici. Un po’ come l’applicazione         bassata, nella loro nudità si sentono a casa propria, si       le, e che sono i turisti a essere cambiati. Altri afferma-              montagna”, “vita da campagna”, vita da. Forse per-
della foglia d’oro sullo sfondo dei dipinti medievali. Si     sentono al sicuro, la pelle non rivela lo status.              no con un sorriso compiaciuto che, a parte il mare, c’è                 ché nelle località balneari l’immaginario lo fanno la
scrive perché la riviera si rivela a posteriori, bisogna                                                                     tutto. I romagnoli hanno battuto terreni vergini per                    metratura delle spiagge, i centimetri che dividono il
darle tempo, il tempo che la pioggia ci mette a ridur-         Della riviera si può dire tutto e niente. Dall’immagi-        riuscire a vivere di turismo con un mare che non sa                     lettino del tedesco da quello del milanese e tutti quei
re in poltiglia gli annunci pubblicitari e la spiaggia in     nario degli anni ’80, con le sue luci e i club che la ren-     generare invidie. Qui le città sono avamposti balne-                    lost in translation che stanno nel mezzo. Una volta ar-
un deserto scuro. Non tutte le coste lasciano spazio          devano la capitale della notte, alle ultime produzioni         ari che sfruttano e si rallegrano del proprio parados-                  rivati a casa le conchiglie che si raccolgono a riva non
al grottesco, a farlo sono solo le spiagge destinate alla     di una Netflix goes local (Summertime, Sotto il sole di        so. Il buon cibo non manca, e se volete un elenco di                    ci piacciono più. Ecco, quando si nasce in riviera o ci
società del benessere che quasi ci invita a immorta-          Riccione, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, San-     eventi a metà tra la sagra e la fiaba, date una scorsa a                si è affezionati, funziona un po’ allo stesso modo.
lare questi tripudi dell’acquagym. Se siete interessati       Pa), Rimini, la California della piccola-media borghe-
al tema ma non vi ci siete mai addentrati, procura-           sia italiana, è cambiata senza però riuscire a togliere la
tevi il numero di “Bellissimo Zine” dedicato a Ostia,         polvere dai simboli che la raccontavano. Quando tut-
                                                                                                                                                             1. Intervista a Marco Missiroli, 26 febbraio 2021, https://youtu.be/-5G7tWm5TVI
una fanzine nata nel 2019 dall’idea dei fotografi Paolo       to perisce, la firma Vanzina riesce a sfuggire a questo                      2. Pier Vittorio Tondelli, Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta, Bompiani, Milano, 2015, pag. 94
Zerbini e Ivan Ruberto che «vuole trovare il fascino          assoluto universale. Ma di questi film ci rimarrà forse                           3. Pier Vittorio Tondelli, Riccione e la riviera vent’anni dopo (1985-2005), Guaraldi editore, 2005, pag. 11
in ciò che non è affatto esclusivo, ma non per que-           poco, perché i colori artificiali di queste produzioni                                                    4. Giorgio Falco, La gemella H, Einaudi, Torino, 2014, pag. 191
                                                                                                                                                                                                5. ibid., pag. 193
sto meno attraente». L’obiettivo è comunque sempre            Netflix sono sempre uguali, così che non si distingue                                                                             6. ibid., pag. 199
a metà tra l’indagine socio-antropologica e la satira.        una serie ambientata nel 2019 da una nel 1968. Sem-                                       7. Pier Vittorio Tondelli, Riccione e la riviera vent’anni dopo, Guaraldi editore, 2005, pag. 11
Non mancano i progetti che invece accarezzano la po-          bra che in riviera possano vivere solo gli antipodi, i                                9. in ordine di pubblicazione: La chiave di tutto, Ci vuole orecchio, La notte rosa, Come la grandine
                                                                                                                                       10. Pierfrancesco Pacoda, Riviera club culture. La scena dance nella metropoli balneare d’Europa, NdA press, Rimini, 2012
esia degli anni ‘70/‘80 delle estati adriatiche, come la      teenagers in preda ai caldi spiriti o i vecchi che “slu-                                   11. Isabella Santacroce, Fluo. Storie di giovani a Riccione, Feltrinelli, Milano, 1999, pag. 71
serie di fotografie scattate da Claude Nori, ora raccolte     mano” da lontano, come scriveva Tondelli.                                               12. Versi tratti da Tomba bianca, in Furore delle cose di Rosita Copioli (Guanda, Milano, 1988)
LO STRADONE
 di Lorenzo Carpinelli, Vladimiro De Felice, Iacopo Gardelli // spettacolo finalista al bando Radar

                   Tagliare il cordone.
          La Via Emilia che si fa madre
                                                                        di Giulia DAMIANO
 Come dev’essere per un punto lasciarsi attraver-          Fulcro storico per lo scambio commerciale
 sare da una linea retta? E se questa linea è una        e culturale, oggi la Via Emilia è «una periferia
 strada, (a) che punto è la città? Uno spiedino che      di quasi 300 km piena di capannoni», afferma
 passa per tutti i centri, un nastro trasportatore:      Iacopo, autore del testo de Lo Stradone. Un po’
 questo è Lo Stradone. A quasi due anni dall’ini-        lo specchio di una decadenza più generale, più
 zio del loro progetto per il bando Radar, Lorenzo       nazionale. Nazione che non sa prendersi cura di
 Carpinelli e Iacopo Gardelli possono finalmente         ciò che ha, di ciò che è, sotto una bandiera che
 mostrare la loro rielaborazione della Via Emilia.       non sa «fare da mamma a tutti», dirà Lorenzo
 L’idea del progetto ha visto cambi e crisi attorno      in scena, in una digressione sulla bandiera ita-
 a un punto cardine: una via madre che abbrac-           liana in riferimento a quando, il 7 gennaio 1797
 cia, indirizza e un po’ soffoca. Il rapporto tra ma-    a Reggio, il tricolore divenne ufficialmente ban-
 dre e figlio, in parallelo con quello tra paesaggio     diera nazionale. Del vessillo se ne osserva però
 e personaggio, diviene un dialogo tra l’essere e        anche il bagaglio storico e potenziale: quante
 il dover essere, tra la dolcezza del lasciarsi tra-     storie ha visto e fatto nascere?
 sportare, la responsabilità di scegliere ma anche
 la necessità di potersi perdere ad un certo punto,       “Stradone” è il nomignolo che gli abitanti della
 di poter ammettere deviazioni.                          zona (almeno gli emiliani) danno alla Via Emi-
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