Racconti inenarrabili di mezz'estate: politici in barca in cerca di gloria
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Racconti inenarrabili di mezz’estate: politici in barca… in cerca di gloria Non certo di letteratura che si vuole trattare oggi, perché quello che commentiamo, nonostante descriva scenari tragi- comici, rappresenta le disavventure di superstiti, più precisamente di naufraghi, sempreché non li si voglia classificare come derelitti. Comunque li si voglia considerare rimangono sempre dei sopravissuti all’agonia di un partito politico. Sono tre uomini in barca, Orfini, Del Rio e Faraone, con una voglia matta di alzare la vela e prendere il largo, invece si sono trovati, loro malgrado, arenati ed impantanati in una storia che acutizza e impoverisce sempre più il già modesto bacino dei consensi della corrente ideologica a cui appartengono.
A fargli compagnia sulla barca è precipitato Riccardo Magi sognando lidi più gloriosi dopo il flop di +Europa. In questa solenne occasione non poteva mancare Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, conosciutissimo come Maestro Cerimoniere in materia di emigrazione. “Posti esauriti” si è sentito dire Zingaretti al telefono ed ha dovuto rimandare l’exploit a Lampedusa. Matteo Renzi è arrivato fuori tempo massimo e si è visto sulla banchina contemplando il tramonto e la decadenza degli eventi. Sono questi racconti che proprio ci volevano, in parte comici, leggeri, spensierati da assaporare e che fanno coinvolgere sentimentalmente. Figure di spicco, altri insignificanti, movimenti nazionali, una eroina in cerca spasmodica di notorietà e una tifoseria da ultras curva sud. E’ molto strano eppure ritornano in mente alcuni versi della canzone “Sempre” di Mario Castellucci, divinamente interpretata da Gabriella Ferri: “Ognuno è un cantastoria /Tante facce nella memoria /Le parole di tanta gente. /Tanto buio tanto colore /Tanta noia tanto amore /Tante sciocchezze tante passioni /Tanto silenzio tante canzoni”. Canta bene Gabriella. Quanti cantastorie in giro per l’Isola ! Quanto buio nella politica odierna e quante nefandezze che di tanto in tanto affiorano, vengono in superficie con tutto il tanfo di una cloaca in ebollizione. Casi come gli orrori degli affidi di quelli di una scuola di Reggio Emilia, un vero ventaglio del male che corrompe e corrode il tessuto sociale italiano. Quanto buonismo, falsità, moralismi da lungo predicati per rinfacciare agli altri, lì, in quella scuola si è presentata la nudità dei fatti crudi, con nomi e cognomi. Quanti silenzi, quante facce nella memoria! Quanta retorica, quante sciocchezze! Quando è che si smette di adoperare i bambini come scudo, come merce, come cause per commuovere, per impietosire le anime? I
bambini muoiono se diventano merce per guadagni, ideologia gay o finti abusi», dice giustamente don Noto, il sacerdote in prima fila contro la pedofilia. Proprio di oggi lo scandalo delle “fake Onlus” che vede coinvolti alcuni come (“Volontari senza frontiere”, “Milano Solidale”, “Amici di Madre Teresa” e “Area solidale”. Qualcuno, molto caro agli italiani, usava dire: “E non finisce qui”e Magda di Verdone memoria, con quella voce esasperata , ci pare ancora essere presente supplicando: “Non ce la faccio più”! Tante storie, tanti silenzi e tanta corruzione. Ovunque si può leggere che l’attuale scandalo che investe il CSM, centro di potere che per spartirsi le nomine esternamente allo stesso Consiglio, è di una gravità senza precedenti e sta scuotendo l’Italia. A giudizio a Perugia figurerebbe anche l’ex presidente ANM. Lo scandalo si allarga a macchia d’olio e si salvi chi può Si rasenta il ridicolo. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara vuole dedicare il porto di Lampedusa alla “capitana” paragonandola a Garibaldi. Ma per cortesia! Caro Monsignore, non sarebbe meglio dedicarsi al Vangelo e a pascere il gregge? “Battere il ferro finché è caldo”, pensava l’opposizione a Salvini Lo scandalo CSM è targato PD ed è scoppiato nel momento sbagliato quando il partito, frantumato non dava segni di vita. C’è chi dice che Zingaretti ci sia ma non si vede. Renzi c’è, gira il mondo e pensa a Zingaretti. Calenda impegnato con Cuperlo nel difficile compito d’inventare un nuovo PD. Intanto, zitti zitti e mogi mogi, mentre aspettano l’ispirazione, stanno seduti sulla riva del fiume aspettando di vedere passare il corteo funebre dell’avversario politico per non diventare: “Come un vecchio ritornello /Che nessuno
canta più”. All’improvviso gli è piovuta dal cielo l’avventura Carola e vincendo lo smarrimento e l’incertezza si sono buttati sul carro vincente del momento, la barca della buona speranza. La storia non finisce qui perché il gesto gli verrà a costare caro quando gli italiani entreranno nuovamente nella cabina elettorale. Salvini se la ride sotto i baffi mentre i vari Giannini, Lilly, Mughini,i Fazio e la sinistra chic continuano ad aspettare “ Il sole che sorge”. Auguri e lunga vita. AAA: sofferenze, tormenti, disagi e vicende scabrose cercasi per trasmissione di intrattenimento
Esistevano, molto tempo fa, degli uomini e delle donne capaci di grandi sentimenti di pietà, di amore, di rispetto, di lealtà e di riconoscenza. Che una figlia maltratti la madre pubblicamente o viceversa che quest’ultima insulti e disprezzi con parole offensive il proprio figlio, a quei tempi lontani non si comprendeva. Liti in famiglia ci sono stati sempre e sempre ci saranno, scandali pure e cose sconce non mancavano, però si diceva che i panni sporchi si lavano in famiglia. Tutto ciò che andava avanti nel tàlamo rimaneva gelosamente custodito nel cuore dei due amanti. Oggi non più. Tutto è cambiato Il tempo passa e porta via il tutto. Oggi ci sono degli uomini e delle donne a cui piace dare in pasto al pubblico le proprie faccende personali, tristi, penose, scabrose. Oggi ci sono degli uomini e delle donne che mentre stanno a pranzo si divertono a seguire tragedie, sfortune e disgrazie di povera gente, vere o sceneggiate, mandate in onda su qualche rete all’ora di pranzo. Oggi ancora c’è qualche rete tv che arruola, prestatori a pagamento o a prestazione gratuita, questo non è dato sapere, volontari disposti a intrattenere il pubblico, raccontando le loro disgrazie, sfortune, le loro vicende scabrose, a volte piccanti e a volte misere e vergognose. Di questo smercio di sentimenti altrui abbiamo scritto, stiamo scrivendo e continueremo a scrivere fino a che un qualche garante non ne ravvisi la necessità di controllare l’opportunità ed il messaggio educativo di tali intrattenimenti. Per fortuna , non è reale la società, che certa trasmissione trash televisiva che
si nutre di questi intrattenimenti vorrebbe veicolare Ancora in Italia ci sono tanti che protestano per quel tipo di trasmissioni ed i commenti sul web ne sono la testimonianza. Scrive una signora commentando la trasmissione : “Ennesima pagliacciata anche la causa di oggi…e pagliacciata è dire poco! Ho guardato Forum dai tempi del mitico Santi Licheri e ho imparato tante cose a livello legale. Lo hanno trasformato in un teatrino da quattro soldi. Almeno gli attori fossero bravi! Neanche quello…” E con questa citazione il gatto è fuori dal sacco perché la signora ha svelato una delle trasmissioni di riferimento. Commenti simili e forse più incisivi sono tanti ma si preferisce ometterli per ragioni di spazio. Forum non rappresenta l’Italia! Alcuni dei casi dibattuti da querelanti urlanti in Sportello di Forum proprio questi giorni , quando le reti chiudono per ferie ed agli utenti vengono proposti i fondi dei loro magazzini, si è trasmesso il caso di un uomo di colore che non più in grado di pagare l’affitto, si era presentato una bella mattina alla locatrice, nudo come un pesce, proponendole di saldare gli arretrati con una sua prestazione sessuale. Una causa ridicola e la presentatrice, solo a proporla non ha fatto per niente una bella figura. Un altro caso poco edificante e si spera solamente che i nostri giovani a quell’ora non stiano seguendo quella trasmissione, la giornalista presentatrice ha proposto al pubblico il caso triste e sconcertante di una “mamma” ed una figlia. La ragazza , avendo partorito una bambina, storia risalente a venti anni prima, ebbe l’orrore di subire da parte di sua madre la violenza di vederla strappare la neonata e gettarla nella spazzatura. Che intrattenimento, mentre il signorino e la signorina con pudore baciano la tazzina di quello che dovrebbe rappresentare una pubblicità per il caffè.
La gestione del programma condotto dalla signora Palombelli ha mostrato la sua nuova linea già dal 2015. Di fatti, il 22 settembre di quell’anno, Stefania Stefanelli, su “ TV dietro le quinte “ di Davide De Maggio, aveva commentato la trasmissione della Palombelli in cui ribadiva che su Rete 4 allo Sportello di Forum < simulava una chat erotica alle ore 14.45, con una voce fuori campo ed un figurante “attizzato” a fare da cavia>. Come si suole dire che l’appetito viene mangiando ed anche lo share dell’audience l’avevano capito a Rete4 perché ogni giorno allo “Sportello” di questo e non solo ma di più. Casi scabrosi e casi banali, risibili come di quel signore che non aveva potuto partecipare alla nascita del suo bambino perché in estrema necessità di andare in bagno , gli venne rifiutato l’uso dal proprietario del negozio. Non di solo questo vivono queste trasmissioni trash pur di alzare il loro share di audience accetterebbero qualsiasi storia e cosi si propina la storia di una figlia che scopre suo marito a letto con suo padre. Due scoperte in una , storia insipida, di cattivo gusto, eppure ancora c’è chi la propone, chi si espone a rappresentarla e chi comodo a tavola, davanti a un’amatriciana, si diverte come matto a seguire queste “opere di genio”. Evviva l’Italia ! Ci consola lo scorrere inesorabile del tempo. Quello che era ieri oggi non e più. Il tempo passa e se ne porta il tutto. Bello pensare che ancora vi sia tanta gioventù sana che in silenzio aspetta il suo turno per spazzare via questo grigiume e fare brillare il sole su questo Belpaese.
Politica italiana, gonfia di chat e pregna di shit Duemila e quattrocento anni circa, già prima che si affacciassero sulle reti tv i vari politologi, opinion leader ed analisti vari di politica, molto autorevolmente, Aristotele dedicò un’opera in otto libri, fornendo un’analisi dell’organizzazione e dell’amministrazione della cosa pubblica. Anche Platone, precedendo i politici di oggi di altrettanti 2400 anni, sognava una città ideale e nella sua Repubblica ne tratteggiava tre classi organizzate su imitazione dell’anima e governate da un gruppo di sovrani filosofi. Il format politico di Platone lo avvicina più di chiunque altro modello alle necessità attuali, volendo sanare un paese malato. La Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, nella Repubblica di Platone si troverebbero a loro agio. A Luigi Di Maio e al suo M5s calzerebbe benissimo la politica di Aristotele, calma e attendista, con una debita autonomia da tutto quello che rappresenta la filosofia.
Si dice che la politica sia l’arte e la scienza del governare Nel nostro paese, cosa fenomenale, tutti si sentono abilitati, non solo nel dare giudizi ma anche a pontificare sull’arte e sulla scienza della politica. Ne consegue che, specialmente durante gli intrattenimenti televisivi, orchestrati dalle solite mezze buste, anziché di vera politica si assista a tante chat e molto shit. Chi pensava che i partiti determinassero la politica del paese, deve ricredersi. Nelle ultime europee, di liste di partiti e partitini se ne sono presentati 47. Sarebbe molto interessante, magari lo faremo la prossima volta, analizzare il costo dei rimborsi elettorali. Rimandiamo l’argomento e procediamo con il chat e shit dei messaggi che vanno in onda per non perdere il filo. Sta davanti agli occhi di tutti la disgregazione del sistema Paese Si dissolvono i partiti tradizionali e sparisce ideologia, la classica destra e quella sinistra. E’ dissolto il partito democratico e si è ridotto a lumicino il partito glorioso di Berlusconi Forza Italia. Fa molto trendy e chic dichiararsi pro Europa, più Europa. Rispondono gli avversari politici: più Italia, Italia first. Seguono le contrapposizioni: Sovranisti contro quelli pro Ancien Régime. Nascono a questo punto gli hashtag: #Sovranistabrutto #AncienRégimebello Scatta l’allarme e parte la Corazzata Potemkin. Dai monitor dei vari Palazzi-Venezia televisivi si leggono dichiarazioni di ostilità e annunci di avversità contro lo iettatore del momento.
Zingaretti non è Aristotele nemmeno Platone e tantomeno Carlo Calenda La Bonino non è Mahatma Ghandi e Matteo Renzi non è Lady Thatcher. Non si immaginerebbe mai la Boldrini come laura, la pianta sacra ad Apollo, dio della poesia e nemmeno si riesce a pensarla come Laura, l’amore inappagato e tormentato, attraverso cui il Petrarca esplorava i suoi conflitti interiori. Ma bando alle divagazioni e parliamo di cose serie. Nonostante tutto ciò, tutti si sentono autorizzati a pontificare e annunciare agli italiani che la fine del mondo sia vicina. Chat e tanto shit straripa dalla cloaca maxima di alcuni reti tv, affollate da tecnici, analisti, economisti e politologi, tutti ansiosi di spiegare l’agonia del Belpaese, facendo prognosi e diagnosi, raccomandando terapie, sentendosi tutti dei Carlo Magno, tutti restauratori dell’antico sistema dell’impero romano. Fuori, lontano dalle reti tv scoppia il bubbone “Giustizia”. Tanto va al lardo il pm di Roma Luca Palamara, scuotendo un gruppo di potere che manipolava le decisioni del CSM, che rischia di lasciare lo zampino, spargendo veleni, sgomento e discredito nelle procure, magistratura e nell’amministrazione della Giustizia in genere. Non si può dire che il fenomeno Palamara sia un fulmine a ciel sereno Il cielo già mandava segnali premonitori e nel 1994, oltre ai lampi che serpeggiavano negli ambienti politici, cadevano anche lingue di fuoco, fulminando ed incenerendo più che un politico ed un intero partito. Nel lontano 29 Aprile 1993, il compianto Bettino Craxi, nel suo ultimo discorso alla Camera, e non a caso, ebbe a dire : “ Come già ho sottolineato, nella realtà politica e partitica si era diffusa e radicata l’esistenza di “clan” e di correnti,
entro le quali si erano venute stabilendo solidarietà ed interessi che molto spesso andavano al di là dei legami con l’entità Partito anche se si mantenevano e si muovevano all’interno ed entro le istituzioni”. Sgretolava il sistema Paese allora e sgretola tutt’ora. Il chat e shit straripa ovunque ed, ahinoi, del clero secolarizzato con le sue uscite improvvide sta disperdendo il gregge. Anziché il Vangelo spesso brandiscono la clava, lasciandosi governare l’anima dalla passione politica anziché da quella autentica evangelica. Le invettive di Don Aldo, richiamando figure retoriche, memorie nefaste di Adolf Hitler attribuendoli con cattivo gusto a personaggi attuali, oppure quelle del capo della Caritas di Como, augurando ad un “fratello” di essere cacciato dalla società, non rappresentano in alcun modo il sentire cristiano. Ci si augura che questi personaggi, non solo loro ma tutti quelli come loro in giro per l’Italia, vengano richiamati alle loro responsabilità. Da noi cristiani ci si aspetta un messaggio di pace, d’amore e di misericordia. La gente protesta contro questa contaminazione di chat e shit nel quotidiano che sta rodendo il tessuto sociale del Belpaese, e pretende che la politica possa ritrovare la capacità ed il coraggio di imporsi sul degrado imperante. La politica non è ne chat e tanto meno shit. Essa è arte e cultura del legislatore, arte oratoria per i principi del foro; è la scienza di una sacra ed imparziale Giustizia; è saggezza amministrativa per il buon governo della cosa pubblica, PERO’, la politica è anche una cellula tumorale e se non tenuta a bada può sfuggire dal suo alveo naturale, rischiando di diffondere le metastasi nella società. Non è mai troppo tardi, l’importante fermarsi in tempo.
Europa e Italia: un bailamme di sovranisti e collaborazionisti Il 25 marzo 1957, in una giornata di pioggia , in Campidoglio a Roma , nella sala degli Orazi e Curiazi , si riunirono la Francia, la Germania, l’Italia, il Belgio, l’Olanda ed il Lussemburgo. In quel’ occasione, furono firmati i trattati costitutivi della CEE e dell’EUROTOM. Fu allora che nacque il sogno di un’Europa unita. Il 26 maggio 2019, sessantadue anni dopo, in un’altra giornata grigia, nebbiosa, fosca e confusa, quel sogno europeo, oramai già da tempo logorato, è stato fortemente lacerato. Gli schieramenti di destra e sinistra non fanno più presa sull’elettorato. Sessant’anni di sovranità europea sugli Stati nazionali hanno
esacerbato le anime dei cittadini mentre l’apparato oppure tutto ciò che comunemente si riconosce nell’establishment, rimane tenacemente a fianco dell’organizzazione europea, arrivando al punto di definire i delusi come sovranisti, non rendendosi conto che con tale loro comportamento si auto emarginano e recintano come collaborazionisti del vecchio apparato. Le firme note della grande stampa, i volti ricorrenti delle schermate quotidiane, i salottieri habitué, gli opinionistiche la sanno lunga su tutto ma non ne azzeccano una, tutti questi signori e non solo, tutti si sono svegliati lunedì 27 maggio con visi tesi e sguardi spenti. Che impressione guardare i vari Lilly, i Loris, i Giannini, i Lucia e i Bassetti vari, Gualtieri e non solo, con i visi tirati e senza quell’aria di “tu non sai chi siamo noi”, atteggiamento che sciorinavano in lungo e in largo fino al 25 maggio. Oggi gli è venuto a mancare il terreno sotto i piedi ma non arretrano. Costoro non si affidano alla Madonnina, per loro basta e avanza santa provvidenza di Bruxelles. In loro ausilio viene l’Europa. L’arrivo di una lettera della Commissione Ue chiedendo chiarimenti all’Italia sul debito pubblico. Eureka! Esultano i collaborazionisti 2.0 . Quelli del fronte sovranista italiano ancora sono sotto scacco! Per l’Italia non c’è scampo. Si riaprono le danze e scendono tutti in pista. Tutto il mondo sta a guardare lo spettacolo mentre stampa, televisioni e voci alto locate attaccano e denigrano a non ti dico quanto e i finanziatori esteri guardano, osservano e giudicano. A questo punto viene in mente l’ultima parte della “Stampa e Regime” su Radio Radicale del 25 maggio –
Mario Sechi, chiudendo il suo turno di staffetta alla lettura dei giornali, quel giorno ha letto una notizia ed ha fatto un’importantissima riflessione che, ahi noi, da tanti è stata snobbata. L’Italia è un paese esportatore e da anni vanta dei record nel commercio estero. Se ritorniamo di pochi anni indietro troviamo che già dal 2013 , per prodotti esportati l’Italia è stata il terzo paese del mondo battendo la Germania, Spagna e Francia fermandosi solamente dietro la Cina e gli Stati Uniti. Un’altra informazione importante che dà il Sole 24 Ore è che parlando sempre del commercio estero italiano, tra il 2010 e il 2014 è cresciuto di 61 miliardi toccando la cifra di 398 miliardi di euro. La bilancia commerciale per quello stesso periodo ha visto un avanzo di 73 miliardi. La bilancia per i manufatti ha visto un progressivo aumento, passando da 38 a 99 miliardi di euro con l’estero. Nel 2017 l’Italia ha battuto un altro record nel settore turismo. Secondo dati Bankitalia il 2017 ha avuto 6% di presenze in più del 2016. Questo settore dell’economia, secondo il ministro Centinaio,incide per il 12% sul Pil ma ha un potenziale del 20%. Infine, secondo dati agenzia Reuters del 15.02.2018 “Nel 2017 il surplus della bilancia commerciale italiana , seppure leggermente ridotto alla luce di un aumento più consistente delle importazioni rispetto all’export, restando comunque il terzo saldo positivo più alto all’interno dell’Unione europea”. Questo trend positivo nel surplus della bilancia commerciale non si ferma agli anni 2017 e nonostante la crisi dei dazi tra USA/Cina, a marzo di quest’anno il surplus è salito a 4,63 miliardi di euro in aumento ai 3,24 miliardi di euro del mese precedente. Risultati contro ogni e qualsiasi previsione degli analisti.
A questo punto il buon osservatore Sechi si ferma, beve un sorso d’acqua e poi riflette: dopo questi bei risultati dell’Italia, come mai che i finanziatori esteri non li tengono in considerazione? Acutissima l’osservazione. Dopo, Sechi, un po’ a mezza bocca mormora : anche noi giornalisti dobbiamo fare un mea culpa! Completiamo noi, Sechi permettendo, quello che lui forse voleva dire ma ha preferito non fare. Si dice che la pubblicità sia l’anima del commercio e si dice pure, che chi grida di più abbia ragione. Apriamo una piccola parentesi. In Italia chi è che grida di più? Chi è che ha la possibilità di fare sentire la voce oltre i confini? Chi è che si accanisce su ogni cattiva notizia, che, l’analizza, la dibatte, la disseziona, la smembra per poi darla in pasto al pubblico ignaro? A questo punto ci si domanda: Che parte hanno i mass media in questa crisi? Che influenza hanno sulla società e come ed in quale misura possono influenzare i mercati esteri? Forse è questo che intendeva Sechi con “ anche noi giornalisti dobbiamo fare mea culpa”? Ma se così fosse a fare “un mea culpa” dovrebbero essere tutti quelli che nei vari talk show, pur di mostrarsi bravi e più realisti del re, inneggiano ai meriti di tutti denigrando sempre e comunque il “fu Belpaese”. Oramai non si capisce più chi sono i sovranisti e chi sono i collaborazionisti e chi capisce qualcosa in questo bailamme è bravo! Emanuel Galea
Giustizia a orologeria, da Agrigento a Roma (Santa Croce) passando per Padova: la morale on demand Quante volte si è sentito parlare di giustizia ad orologeria! Ogni volta si è voluto sottintendere la manipolazione politica dell’avviso di garanzia. Questi giorni, a parere di chi scrive, è la morale che sta subendo l’uso on demand. Non sfugge un certo parallelismo tra l’audace ed irresponsabile iniziativa dell’elemosiniere del Papa Cardinale Krajewski e l’insubordinazione del procuratore di Agrigento , dottore Patronaggio. Sia l’uno che l’altro hanno trasgredito la legge, commettendo un illecito e tutti e due giustificano la loro disobbedienza sostenendo di avere agito essendo mossi
da scopi umanitari, magari uno si appoggia a una morale laica e l’altro a una morale religiosa. Oramai è conosciutissima l’exploit del cardinale elemosiniere che domenica 12 maggio, irrompendo nel palazzo a Santa Croce a Roma, occupato da abusivi, allora al buio perché morosi per non avere pagato le bollette dell’Acea ammontanti ad euro 319 mila, rompe i sigilli, sblocca il contatore e ridona la luce ai morosi. Simile bravata l’ha compiuta il procuratore Patronaggio, stesso funzionario che incriminò Salvini per sequestro di persona nell’affaire “Diciotto”. Questa volta il procuratore ha fatto salire la guardia di finanza a bordo della Sea Watch, la nave con 47 clandestini, apparentemente un’operazione per eseguire il sequestro preventivo però oramai non è più un mistero, per Patronaggio questo è solo un modo per fare sbarcare i clandestini, cosa che ha fatto poi regolarmente. Il procuratore non l’ha detto, ma si sa, ha agito perché mosso da un senso di pietà verso quella gente sofferente che fugge da fame, guerra, pestilenze e siccità, e lo vogliamo dire, abbandonati dalle istituzioni internazionali. Ben altre storie succedono a Padova e sembra che nessuno si commuova, nessuno si muove da sensi di pietà A Padova, sembra, non ci sia alcuna morale che tenga. E’
successo lo scorso mese di gennaio. Una povera vecchietta con il minimo della pensione avendo fame, la 75enne non ha resistito alla tentazione e entrando in un supermercato di Padova, ha cercato, molto ingenuamente, di svignarsela senza pagare, portando via una scatoletta di formaggio spalmabile ed una bottiglia d’olio. E’ stata trattenuta per due ore in una stanza al freddo e denunciata. Ora rischia di essere processata. Sempre a Padova, già nel marzo del 2018 era successo un fatto simile. Un poveretto in preda alla disperazione avendo rubato dal supermercato Prix di Ponte di Brenta delle scatolette di tonno. I gestori del negozio avevano allertato la polizia che era intervenuta immediatamente. Volendo, si possono raccontare tanti piccoli fatterelli come quelli della vecchietta e del poverello. L’anziana 75enne di Padova, avendo fame , per avere commesso l’illecito,non ha trovato alcuna misericordia e ora rischia di essere processata. Per il poverello, anch’esso avendo commesso l’illecito fu chiamata la polizia senza alcuna pietà. Per i clandestini abusivi si è fatto avanti l’elemosiniere del Papa, pur commettendo un illecito, lo vogliono perdonare perché si dice abbia agito in ragione di carità cristiana. Il procuratore Patronaggio avendo commesso anche lui un illecito , vuole giustificare la sua insubordinazione adducendola a fini umanitari. Tre casi e tre morali diverse La gente chiede chiarezza perché ha sempre creduto che la
morale è verità, la morale è giusta, la morale è ordine. La morale è un concetto troppo nobile ed alto , andrebbe trattata con cura e tenuta al di sopra a fazioni politiche.. Ciò gioverebbe alla società civile, a quella religiosa e a tutta la classe politica. L’Italia terra di santi dissacrati, poeti politicanti e navigatori di denaro pubblico
La constatazione Fu destino o fu un caso, un progetto o un incidente di percorso. Fu per incuria o per ignoranza, per impudenza o per audacia. Tutto questo poco importa. Quello che conta è ciò che si vede e cioè il fallimento, il degrado, il pauperismo, la paura e l’incertezza. Il declino che impera, un popolo che arranca nel buio, cercando una via di sopravvivenza in questa landa, dominio di lupi e iene. Mai l’Italia , terra di santi, poeti e navigatori avrebbe sognato di generare tanti dissoluti, empi e dissacranti; mai tanti prosaici, grossolani, materialistici; mai una classe politica così rozza e assetata di potere, incapace di pensare e tanto meno di provvedere al bene del paese. Così è, se vi pare perché come scrisse Pirandello, è praticamente impossibile conoscere la verità perché questa non è “una” ma è “molteplice” come molteplici sono i punti di vista dei politici. La premessa amara Bussano alle porte le elezioni europee. Tutti vogliono concorrere e tutti cercano l’accoppiamento. Non mancano i transfughi da un paese all’altro come Sandro Gozi dal PD che trasloca verso En Marche di Macron e Caterina Avanza che trasmigra per le europee dall’En Marche di Macron al PD di Zingaretti. A conferma,che quello che conta per loro è una poltrona a Bruxelles, hanno inventato la lista internazionale dove figurano Calenda, Renzi e Gentiloni. Luigi di Maio dichiara, raggiante di gioia:” Siamo molto orgogliosi di aver trovato importanti convergenze con i polacchi di Kukiz’15, i croati di Zivi zig e i finlandesi di Liike Nyt. Con loro, trasformeremo l’Europa in una terra di opportunità per giovani, imprese e famiglie”. Chi l’avrebbe mai pensato che Kukiz, Zivi e Liike deterrebbero la soluzione per farci uscire dalla crisi!
Salvini corteggia l’attuale premier ungherese Viktor Orbán colui che non ha paura di dichiarare che la democrazia è illiberale e dice: “Stiamo costruendo uno stato volutamente illiberale, uno stato non liberale”, perché “i valori liberali dell’occidente oggi includono la corruzione, il sesso e la violenza”. Chi capisce cosa vuol dire Orban è bravo. Ma non finisce qui perché alla maratona del 26 maggio, corsa all’ultimo voto per la spartizione delle poltrone a Bruxelles, concorre tutta la galassia di sinistra e centro sinistra con l’immancabile Boldrini, Bonini per più Europa, Sel, Fi, Possibile di Pippo Civati, Partito comunista dei lavoratori e tanti e tanti altri. Manca la sorpresa in mezzo a tanto grigiume e tanto déjà vue Ad iniziare da Zingaretti, segretario PD, figura che degnamente rappresenta il grigiore in cui è piombato il partito di Berlinguer, di Natta e di Togliatti non riesce a “dire cose di sinistra” come avrebbe chiesto Nanni Moretti. Berlusconi, facendo spola tra Arcore ed il S.Raphael annuncia gli apocalissi e di più non sa dire. Per Di Maio tutto va bene, madama la marchesa! Monti evoca la patrimoniale, Salvini lo stoppa, Tria fa lo gnorri e Conte fa il pesce in barile. Il presidente è super partes, lui qui lo dice e qui lo nega, intanto la magistratura fa il bello ed il cattivo gioco e mentre loro sparlano l’Italia va a ramengo. Terra di santi dissacrati Sono fatti che non bucano la stampa, come si suol dire, però sviliscono il tessuto sociale. Allentando l’attenzione da fatti di tanta gravità, forse non oggi, ma domani si ripercuoteranno su tutta la vita sociale. A Villa di Villa di Mel, in provincia di Belluno, “i soliti bravi” hanno decapitato le statue di Gesù e di Sant’Antonio che teneva in braccio Gesù bambino. Sulla statale nordest di Udine l’immagine del Cristo in croce è stata presa a sassate. A Gemona del Friuli (Udine) è stata danneggiata gravemente la
chiesa vecchia di Sala. Alla chiesa di S.Pietro e Paolo a Majano, provincia di Udine, è stato profanato il tabernacolo e sono state sparse per terra le ostie consacrate. L’ultimo orrendo e stupido atto è stato compiuto da quel personaggio che a Trieste, nella chiesa San Giovanni Decollato, durante la Messa di Pasqua, ha profanato l’Eucaristia, portandosela in giro, bestemmiando e riprendendo tutto con il cellulare. Sono tutti fatti che non hanno interessato la grande stampa ma certamente hanno scavato un solco nella società che non riesce a reagire. Se si vuole essere intellettualmente onesti , si dovrebbe ammettere che diversi parroci stanno contribuendo a questa triste ondata di decadenza Terra di poeti politicanti Si è parlato della corsa all’ultimo voto dei partiti verso le poltrone di Bruxelles. Si è accennato al grigiume ed al “niente sotto vuoto” dei programmi elettorali. Vuoto completo, vuoto spinto. Un bla bla generico e banale che lascia senza parola i commentatori televisivi ed i soliti politologi. Quarantasette partiti e partitini aspirano di atterrare in Europa per cambiarla. Ci sarebbe da dire “andate avanti che a noi viene da ridere”. Chi di loro andrà a difendere il turismo italiano, l’agricoltura italiana,il know how italiano, le imprese italiane, l’arte, la cultura e l’artigianato italiano? Chi sta parlando di un regime fiscale comune a tutti i paesi membri? Chi sta portando proposte per regolamentare il costo della mano d’opera, comune a tutti gli stati membri? Parlare della immigrazione è cosa buona e giusta ma non basta. Trasferire gli emigrati dalla povertà dell’Africa a quella Italiana, dalla disoccupazione africana a quella italiana, dal degrado africano a quello italiano non ci sembra che ci sia niente di evangelico! Tutt’altra cosa è l’accoglienza e l’integrazione.
Terra di navigatori di denaro pubblico Parlare di navigatori di denaro pubblico è come aprire una porta aperta; sporgersi pericolosamente verso una voragine. Anagrammando il divino Dante nazionale, sarebbe come se ci si trovasse nel mezzo del cammino della vita quotidiana per poi ad un tratto ritrovarsi in una selva oscura dove la retta via si era smarrita. Difficile spiegare quanta scura e torbida sia questa navigazione e quanta paura suscita su chi l’attraversa. Dalle Dolomiti ai monti Peloritani, alle Madonie e ai Nebrodi, è un unico fiume carsico di corruttori ed evasori che non risparmiano la politica, la Giustizia , il Corpo della Guardia di Finanza, il Corpo forestale dello Stato le istituzioni centrali e periferiche e, ahinoi, in qualche caso, l’onta lambisce persino la Chiesa. In un colloquio con Civiltà Cattolica, lo stesso Papa Francesco così dichiarava: “In Vaticano c’è corruzione. Nella barca di Pietro alcuni marinai remano contro.” Se lo dice il Papa chi siamo noi per metterlo in dubbio? Non è mai troppo tardi e la speranza è l’ultima a morire. Tutti gli italiani sperano e si augurano che all’intera classe politica, il lungo letargo, possa avere portato consiglio ed inizino a preoccuparsi veramente per il bene del Paese. L’Africa non è il Klondike e l’Europa non è la terra promessa
L’Europa non è la terra promessa, non è il paese “buono e spazioso, il paese dove scorre latte e miele” come quello promesso agli Israeliti liberati dall’Egitto, descritto in Esodo 3:8. D’altro canto, nell’Africa, ahinoi, già dall’inizio del XV° secolo si annunciava l’alba precorritrice di una corsa al saccheggio di risorse umane e naturali, un facsimile della corsa all’oro del Klondike che ebbe inizio nel 1896 attirando gente di tutto il mondo, perché al contrario di quello che si possa credere, l’Africa non è povera altrimenti non si capisce perché dovrebbe interessare tanto alle multinazionali. Sarebbe interessante allora capire perché tanti giovani africani lasciano la loro terra, rischiando tutto, attraversando il deserto, sfidando torture e affrontando le perfide onde del mediterraneo per giungere in Europa. Molti di loro sono più che consapevoli che il loro faticoso viaggio sarà interrotto in Libia e lì, il loro sogno s’infrangerà incontrando la spietata disumanità degli scafisti e dei trafficanti di uomini . L’attuale conflitto in atto in Libia aggrava la già precaria situazione dei migliaia di migranti . Perché in Italia, in particolare, si vuole convincere tutti della povertà del continente africano e si investe di anatemi e si scomunica chiunque osi mettere in dubbio questo “dogma”.
Qui invece questo dogma si contesta e si cerca di illustrare un’altra verità di quella che si vuole fare veicolare. .Fondi, finanziamenti, sussidi e aiuti a pioggia dall’Europa all’Africa Il 16 gennaio 2019 la Commissione europea ha adottato il budget annuale umanitario di 1.6 miliardi di euro per il 2019, il cosiddetto “budget iniziale”. Questo è il budget più alto finora adottato dall’Ue per crisi umanitarie. In un articolo di Galli della Loggia sul Corriere , il 28.6.2018 si leggeva che l’UE versa 14 miliardi di euro in media ogni anno. A questi, continua il politologo, vanno contati i fondi che si versano alla Libia e alla Turchia per contrastare l’immigrazione. Ancora da conteggiare i fiumi di versamenti che l’Africa beneficia anche in parte dei 51,5 miliardi di euro del Fondo Europeo di sviluppo (FES), fondo istituito nel 1957 nel Trattato di Roma, che l’Unione europea ha messo a disposizione per il periodo 2014-2020. Se poi si considerano le contribuzioni e le donazioni varie da parte del volontariato ed a questi si sommano le spese che l’Italia e altri paesi Ue sostengono per il mantenimento degli immigrati già sul territorio, si avrà infine un costo globale, anche se molto approssimativo, di quello che implica la voce “immigrazione”. Da tutte queste elargizioni, quante effettivamente arrivano agli africani in crisi? Facile rispondere alla domanda. Mentre il paese è ricco di risorse, la popolazione ha un livello di povertà assoluto. Lo sfruttamento è generale. Le immense ricchezze del continente sono sempre state oggetto di scambio commerciale con l’esterno e con evidente vantaggio di mercati stranieri. Il ricavo economico delle svariate risorse del continente, risorse naturali, idriche, forestali, energetiche come petrolio e gas, minerarie come oro, argento,diamanti ,ferro, rame, carbone, bauxite, titanio, uranio e non solo e poi i prodotti per l’esportazione come il caffè, il cotone, il
cacao, il tè e le gomme, non coinvolgono la popolazione. Si calcola che il loro livello di povertà sia di un dollaro Usa per giorno. L’Africa è il paese degli estremi opposti Nel continente però,ci sono anche territori con livelli di vita al pari di quelli occidentali. Uno di questi è il Sudafrica. Si trovano grandi aziende agricole, grandi strutture industriali, grandi aziende che hanno rilevanza mondiale. A modo esemplificativo si cita la SAB – South African Brewery che con una continua politica di acquisizione in tutto il mondo è attualmente il primo produttore di birra. Controlla fra l’altro la Peroni italiana. Da non sottovalutare il settore terziario, sia dei servizi che del turismo che dimostra una continua crescita, godendo di risorse naturali accessibili e una buona stabilità in Namibia, Kenya, Egitto, Marocco e Etiopia. Fiore all’occhiello dell’economia di successo è quella degli stati isolani di Seychelles, Riunione, Mauritius e Capo Verde. Ritorna la domanda: perché tanta gioventù cerca allora di espatriare? A questa domanda già in parte è stato risposto. Le cause geografiche e climatiche c’entrano in parte. Le guerre tribali non dovrebbero influenzare,perché ogni paese ha avuto la sua brava guerra, il suo bravo periodo di terrorismo e la gioventù non è espatriata , al contrario sono rimasti per difendere territorio e popolazioni. Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.(Confucio) E’ un fatto innegabile che la ricostruzione industriale dell’Europa, le nascenti economie asiatiche e persino lo sviluppo industriale americano hanno tutti lucrato di materie prime a basso costo “saccheggiate” dal continente, facendo sì
che l’Africa anziché godere di un sviluppo industriale e agricolo che avrebbe dovuto produrre nuovi posti di lavoro, in realtà ha subito un sfruttamento minerario senza alcun beneficio per le popolazioni indigene. Le stesse potenze europee hanno amministrato nuovi territori e c’è chi li amministra tutt’ora, per averne un beneficio economico senza investire nel futuro di quella gente. Il Papa emerito Benedetto XVI sostiene il diritto di non emigrare: “Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato (ora Santo) Giovanni Paolo II che “diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”, (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998)”. Fermo restando il diritto sacrosanto a non emigrare, cioè il diritto a essere in condizione di rimanere nella propria terra; constatato che le potenzialità del continente sono immense e non aspettano che di essere messe a disposizione delle comunità locali ;visto che l’Europa e non solo, stanziano miliardi di euro come aiuti; visto e considerato che da indagini fatte, di tutti questi miliardi alla popolazione non arrivano che pochi spiccioli; assodato che le multinazionali sono quelle che da sempre hanno lucrato sulle ricche risorse del continente, è arrivato il momento di cambiare politiche. Anziché elargire miliardi e miliardi, consegnandoli in mani a chi finora non ha saputo tradurli in strutture e benessere per gli africani, l’Europa e l’occidente dovrebbero cambiare politica e cioè anziché soldi liquidi inviare ditte, ingegneri, tecnici e quant’altro con progettazioni per avviare strutture, costruire strade, ponti, porti, vie di comunicazione anche fluviali, adoperando il know
how europeo, impegnando mano d’opera indigena, pagandola con salari contrattuali normali. Solo così si potranno evitare a migliaia di emigranti di arenarsi nei campi in Libia, cadere nelle mani dei trafficanti per poi essere usati dai partiti per le campagne elettorali. Belpaese, non ci resta che piangere… Il profeta Geremia, attivo nel Regno di Giuda tra il 626-586 a.C. circa, al 31:15 del suo Libro scrisse: “Geova ha detto questo: ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro pianto;
Rachele piange i suoi figli. Ha rifiutato d’essere confortata per i suoi figli, perché non sono più”. La Rachele nazionale rifiuta d’essere confortata e lamenta piangendo sul calo di tanti valori che sta subendo la società italiana, Quello di Geremia non è altro che il ritratto profetico dei giorni nostri. Cala la demografia, cala la produzione, calano i consumi, cala il benessere, si riduce la sicurezza, si restringe l’assistenza sanitaria, si degrada la qualità di vita, si svaluta la sacralità della fede, scarseggia la frequenza dei fedeli ai riti sacri domenicali, mentre si alza lo spread, si impenna il costo della vita, cresce il degrado, si dilaga il materiale trash negli intrattenimenti televisivi e si allunga la lista di parroci che annacquano il Vangelo, incuranti dei lamenti dei fedeli. Europa, la prossima primavera si voterà per un guscio vuoto Le urne si apriranno in tutti i paesi appartenenti all’UE tra il 23 e il 26 Maggio 2019 e lo scrutinio si aprirà per tutti a partire dalle ore 23:00 del 26 Maggio 2019. Sarà la nona volta che i cittadini della Comunità europea verranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo e sarà anche la nona volta, ahinoi, che si chiameranno 400 milioni di cittadini dei paesi europei a votare per un guscio vuoto. Nei 4 paesi della Ue, Lussemburgo, Cipro, Grecia e Belgio il voto è obbligatorio, nei restanti paesi, per fortuna, il voto è libero. E’ una occasione ghiotta e non è sfuggita ai faccendieri della politica , i soliti che vegetano tra partiti e affaristi. I contrassegni per la partecipazione a questa kermesse si contano intorno a numero 47. Ci sono dei più strani come il Partito Pirata, il Movimento dei Poeti
d’Azione, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, la Liga Veneta Repubblica, La Catena, Democrazia Cristiana, l’Altra Italia e poi il Sacro Romano Impero Cattolico, il Partito Internettiano e “Fuori dalla Ue per diventare il Giappone d’Europa”. Poi, naturalmente ci sono da aggiungere i big della “politica” come il M5S, la Lega dei popoli di Salvini, Più Europa, Zingaretti con il simbolo “Ora Unità” per il PD, Forza Italia e di tutto e di più. Si sa quanti sono, come e da chi si faranno rappresentare ma non è dato sapere cosa vogliono andare a fare al parlamento europeo, quale programma hanno in mente, cosa ci si potrà attendere dalla loro presenza , eventuale, a Bruxelles. Con candore risponde Mirella Cece, presidente del Sacro Romano Impero Cattolico : “.. il mio programma è ambizioso ma non lo voglio anticipare perché troppo articolato”. Sarebbe troppo per il comprendonio dei cittadini capire l’articolato di Mirella Cece, bisogna votare a scatola chiusa, prendere o lasciare. Si tralascia la novità di Zingaretti, “Ora Unità” e quando mai! Viene da rispondere: domani Bella Ciao. Con queste prospettive come fa la Rachele nazionale a non lamentarsi e ben si capisce perché rifiuta d’essere confortata. L’Europa non è il paese del pater familae e tanto meno una buona mamma Tra le liste iscritte per la presentazione alle prossime europee c’è chi più di altri vende retorica dicendo: “Fuori dalla Ue per diventare il Giappone d’Europa” senza spiegare cosa affascinerebbe a questo gruppo del sistema giapponese. Poi c’è chi, con convinzione, ma non convince, insiste su “Più Europa”. Quale,domanda il cittadino, perché quella che c’è basta e avanza. L’altro sabato, 6 aprile , nel corso della seconda giornata
della Dottrina Sociale della Chiesa, evento promosso dall’Osservatorio Van Thuan e svolto nel teatro Rosetum di Milano, l’Arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi, nella sua lectio magistralis “Europa, processo di unificazione europea”, citava delle opinioni di illustri personaggi riguardo all’Europa che si riproduce qui di seguito: Remi Brague, professore emerito di Filosofia medievale e araba presso l’Università Paris, ha affermato che l’Europa non crede più in nulla; Gianni Baget-Bozzo aveva detto che l’Europa si considera una colpa ed è stretta tra nichilismo e islam; Walter Laqueur, storico e commentatore politico, sostiene che l’Europa stia vivendo i suoi ultimi giorni; Giulio Meotti dice che l’Europa si suicida ed è alla fine; Jürgen Habermas dice che è in crisi e Benedetto XVI ha detto che l’Europa odia se stessa. Piange Rachele meditando al crepuscolo, seduta su una polveriera con in mano la miccia a lenta combustione Anche l’Italia, come Achille sarebbe stata immersa dai suoi costituenti in acque sicure, anche lei sarebbe stata posta su basi solide per affrontare qualsiasi emergenza e non per niente da sempre aveva conquistato l’appellativo di Belpaese. Madre natura non le aveva fatto mancare niente. Nei suoi annali vantando uomini illustri ha conosciuto momenti di gloria. Poi arrivarono i personaggi dai quali Platone avvertiva di stare lontani perché pretendevano di dare ed insegnare agli altri ciò che non possedevano e non conoscevano. Pretendevano di amministrare il Paese creando debiti piacendo di piacere, pareggiando favori e raccomandazioni e sempre con il sorriso stampato salutavano chiunque : “ciao caro”. Grazie a loro oggi l’Italia è sommersa sotto un debito pubblico mastodontico che ostacola ogni e qualsiasi manovra. Un buon e vero amministratore, prima di gridare “più Europa” farebbe bene a convincersi per un “più Italia” ed il primo passo
andrebbe fatto verso la rimozione di questo macigno. Non più i pastori che guidano il gregge ma quest’ultimo che pasce i pastori Per fortuna di noi credenti ancora ci sono tanti sacerdoti che dedicano la loro vita al bene degli altri. Lavorano in silenzio, affrontano pericoli e insulti e talvolta anche minacce di morte. Non indietreggiano e spesso se ne vanno senza onori come hanno sempre vissuto. Ahinoi non tutti sono cosi. Tanti altri stanno sposando il vento che tira. Sono i cosiddetti preti di frontiera, quelli d’assalto che trascinati dal gregge seguono il politically correct, accantonano il Vangelo nel cassetto ed elevano i gommoni degli immigranti agli onori dell’altare. I profughi sostituiscono i pastorelli nei presepi, le stazioni della via crucis , l’omelia domenicale e il Sinodo dei giovani. Questi pastori guidati dal gregge predicano la carità verso il prossimo e va benissimo perché è un precetto evangelico però dimenticano di predicare che non si può amare il fratello che sta in Zambia o in Burkina Faso e fregarsene del fratello nella periferia della propria città. Questi stessi stanno facendo della Santa Messa uno show domenicale con canti e balli, chitarre e tamburi, tanti ye ye e tanti clap clap. Scrisse Geremia : ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro pianto”. Da oltre Tevere non si odono voci, nessuno lamento, l’amaro pianto proviene dalle tante Racheli fedeli che sono costrette a subire questo decadimento. Primo pomeriggio ora delle trasmissioni trash e cascame a go go L’abbiamo letto, sempre su questo giornale, in una edizione
precedente, che la televisione non copre più quel ruolo di una volta, e cioè ruolo educativo. Lontani sono i tempi delle trasmissioni di Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi”. Le conduttrici di oggi pescano le loro storie dalle periferie profonde e presentano storie di pochi, tristI storie di matrimoni falliti, figli abbandonati e altre storie di decadenza, degrado e declino. Ha più di una ragione Rachele a piangere i suoi figli e rifiuta d’esser confortata, perché non è questa l’Italia che a lei piace vedere promossa. Non vede nulla di educativo e ciò che si trasmette non rappresenta la società italiana. C’è una parte maggioritaria del paese sana, che ride, che ama e rifiuta di essere coinvolta in questa cloaca magna di tanto trash e cascame del primo pomeriggio in TV “Uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà”: signor Presidente fermi l’Italia e ci faccia scendere
Lanciata a velocità folle in una nottata di crisi da indebitamento, sfreccia l’Italia, lasciando durante il suo passaggio una scia di vuoto occupazionale, rovine economiche, tessuto sociale lacerato, una giustizia zoppicante , lenta e nebulosa, la corruzione che dilaga ed una criminalità sempre più aggressiva. Giorgio Gaber ieri come la gente oggi La gente si preoccupa. Attualissime sono le parole di Giorgio Gaber: Mi scusi Presidente/Ma questo nostro Stato/Che voi rappresentate/Mi sembra un po’ sfasciato./ E’ anche troppo chiaro/Agli occhi della gente/Che tutto è calcolato/E non funziona niente. L’attuale situazione ed il canto dantesco dell’inferno Notizia di pochi giorni fa: Bill Whatcott, canadese di 52 anni, cristiano di fede, è stato condannato a pagare una multa di 55.000 dollari per avere chiamato maschio un avvocato e attivista transessuale di nome Ronald Oger che si sente donna. Una sentenza sbalorditiva.
Signor Presidente, fermi l’Italia e ci faccia scendere prima che questo ventaccio canadese contamini ulteriormente la penisola e sarà multato chiunque osi chiamare maschi gli “Oger” italioti. Si preferisce anche scendere, caro Presidente, per non dovere subire più a lungo, persone consacrate come la monaca Cristina che balla con le Stelle anziché ritirarsi in monastero a pregare per lo sfacelo che sta attraversando la Chiesa mentre lei dà spettacolo in tv. Signor Presidente, questa è l’Italia dantesca come viene descritta nel canto dell’Inferno “’Per me si va ne la città dolente /, per me si va ne l’eterno dolore, /per me si va tra la perduta gente”. Non può essere che così. E per dirla alla Benigni e Troisi: “Non ci resta che piangere Il sistema delle opere pubbliche è bloccato Lo sblocca cantieri fatica a decollare, imbrigliato tra bozze di subappalto, vertici del Palazzo, limiti del valore dei lavori e rimandi mentre l’Italia affretta la sua corsa verso il punto di non ritorno. La febbre del debito pubblico ha ormai superato la cifra di 2.363.000.000.000 di euro e le spese corrono su binari paralleli. La spesa giornaliera per enti inutili si aggira mediamente sui 17 milioni di euro e si calcola che giornalmente vengono evasi al fisco 194 milioni di euro circa. I disoccupati si avvicinano ai tre milioni e quattro milioni vanno avanti con un lavoro precario. Caro signor Presidente, quanto può andare avanti questa situazione? Forse meglio scendere ora e qui. Lasciate ogni speranza o voi che dimorate nelle periferie. La situazione generale non offre tante scelte. E’ sempre il canto dantesco. Schiacciata al nord dai lacci e laccioli delle direttive Ue e al sud dalla crisi africana che fomentata da
mercanti di vite umane spinge con veemenza sul Belpaese. L’urto la sta sfiancando, o reagisce o soccombe. La sicurezza è diventata un bene prezioso molto ricercato, in particolare modo nelle periferie dove molto spesso il governo centrale, e a volte anche gli stessi Enti pubblici locali, ignorano e sottovalutano il disagio ed il degrado in cui vive quella parte della cittadinanza. Su scala nazionale si contano giornalmente circa 380 furti in abitazione e di questi solamente di 11 si vengono a scoprire i colpevoli. A.A.A. giustizia giusta cercasi Caro signor Presidente, la gente ormai ha perso ogni speranza e sta perdendo fiducia nella giustizia. Il crimine di Stefano Leo, a Torino, assassinato con una coltellata da Said Machaouat perché sorrideva, giustamente ha suscitato molta indignazione anche perché il marocchino aveva una condanna definitiva e doveva essere incarcerato. La sentenza del giudice non è stata eseguita, si legge, “per un intoppo”. Signor Presidente, chiamare tutto questo “una vergogna” sarebbe troppo poco e conferma la richiesta di chiedere che si fermi l’Italia, ora e prima che succeda l’irreparabile. Non c’è pace tra gli ulivi e nemmeno tra la maggioranza Scoppia il braccio di ferro tra Tria e le due forze dell’esecutivo bloccando il governo. La Lega si mette contro Tria accusandolo di bloccare la Flat Tax. Nasce la tensione sul dossier dei ”truffati” dalle banche. Cala il gelo tra Bankitalia ed il vicepremier Di Maio e si rimanda lo scontro finale alle prossime nomine. In giro la gente cerca di capire qualcosa su Quota Cento e sul Reddito di Cittadinanza, sui Navigator e sui Centri d’impiego.
La TAV al momento dorme. Alla Camera è stato votato il Revenge Porn. Per i meno avvezzi spieghiamo che trattasi del decreto Codice Rosso che introduce il reato per la divulgazione di materiale sessualmente esplicito senza consenso. Qui si balla sul ponte del Titanic italiano Signor Presidente, non si capisce più niente. Davanti a tutti questi problemi che ha il paese, il senatore Zanda si sta facendo promotore di una proposta per rintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti; Radio Radicale sta mobilitando tutta l’elite per protestare contro la riduzione da euro 14 a 9 milioni/annui come finanziamento alla radio che i contribuenti versano a questa emittente; il Ministero per lo Sviluppo Economico ha ordinato alla Consip di emanare i bandi per l’acquisto e il noleggio di 8280 auto blu e grigie, per un costo totale di 168 milioni di euro; nelle trasmissioni tv di intrattenimento si tengono le udienze del tribunale tra risate, urla, balli e canti mentre negli uffici giudiziari si verificano degli “intoppi”. Intanto l’Italia corre spedita avvolta in una nebbia fitta e a nessuno sembra importare più di tanto. L’Italia va verso il suo destino, oltre quei lidi incerti ci sta il baratro, lo strapiombo. Signor Presidente ancora non è tutto perso Permetta la metafora, signor Presidente. Una volta l’Italia era il giardino d’Europa. Qui germogliava l’arte, nasceva la musica, fioriva la letteratura, cresceva la cultura e si coltivavano i valori. Questo giardino era fonte di nutrimento del popolo italiano. Poi venne l’ideologia del terzo millennio, piena di gramigna infestante della globalizzazione, sradicando radici e anni di sana tradizione, saccheggiando
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