Racconti inenarrabili di mezz'estate: politici in barca in cerca di gloria

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Racconti inenarrabili di mezz'estate: politici in barca in cerca di gloria
Racconti   inenarrabili   di
mezz’estate:   politici   in
barca… in cerca di gloria

Non certo di letteratura che si vuole trattare oggi, perché
quello che commentiamo, nonostante descriva scenari tragi-
comici, rappresenta le disavventure di superstiti, più
precisamente di naufraghi, sempreché non li si voglia
classificare come derelitti.

Comunque li si voglia considerare rimangono sempre dei
sopravissuti all’agonia di un partito politico.

Sono tre uomini in barca, Orfini, Del Rio e Faraone, con una
voglia matta di alzare la vela e prendere il largo, invece si
sono trovati, loro malgrado, arenati ed impantanati in una
storia che acutizza e impoverisce sempre più il già modesto
bacino dei consensi della corrente ideologica a cui
appartengono.
Racconti inenarrabili di mezz'estate: politici in barca in cerca di gloria
A fargli compagnia sulla barca è precipitato Riccardo Magi
sognando lidi più gloriosi dopo il flop di +Europa.

In questa solenne occasione non poteva mancare Nicola
Fratoianni di Sinistra italiana, conosciutissimo come Maestro
Cerimoniere in materia di emigrazione.

“Posti esauriti” si è sentito dire Zingaretti al telefono ed
ha dovuto rimandare l’exploit a Lampedusa. Matteo Renzi è
arrivato fuori tempo massimo e si è visto sulla banchina
contemplando il tramonto e la decadenza degli eventi.

Sono questi racconti che proprio ci volevano, in parte comici,
leggeri, spensierati da assaporare e che fanno coinvolgere
sentimentalmente. Figure di spicco, altri insignificanti,
movimenti nazionali, una eroina in cerca spasmodica di
notorietà e una tifoseria da ultras curva sud.

E’ molto strano eppure ritornano in mente alcuni versi della
canzone “Sempre” di Mario Castellucci, divinamente
interpretata da Gabriella Ferri: “Ognuno è un cantastoria
/Tante facce nella memoria /Le parole di tanta gente. /Tanto
buio tanto colore /Tanta noia tanto amore /Tante sciocchezze
tante passioni /Tanto silenzio tante canzoni”.
Canta bene Gabriella. Quanti cantastorie in giro per l’Isola !
Quanto buio nella politica odierna e quante nefandezze che di
tanto in tanto affiorano, vengono in superficie con tutto il
tanfo di una cloaca in ebollizione. Casi come gli orrori degli
affidi di quelli di una scuola di Reggio Emilia, un vero
ventaglio del male che corrompe e corrode il tessuto sociale
italiano.
Quanto buonismo, falsità, moralismi da lungo predicati per
rinfacciare agli altri, lì, in quella scuola si è presentata
la nudità dei fatti crudi, con nomi e cognomi. Quanti silenzi,
quante facce nella memoria! Quanta retorica, quante
sciocchezze!
Quando è che si smette di adoperare i bambini come scudo, come
merce, come cause per commuovere, per impietosire le anime? I
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bambini muoiono se diventano merce per guadagni, ideologia gay
o finti abusi», dice giustamente don Noto, il sacerdote in
prima fila contro la pedofilia.
Proprio di oggi lo scandalo delle “fake Onlus” che vede
coinvolti alcuni come (“Volontari senza frontiere”, “Milano
Solidale”, “Amici di Madre Teresa” e “Area solidale”.

Qualcuno, molto caro agli italiani, usava dire: “E non finisce
qui”e Magda di Verdone memoria, con quella voce esasperata ,
ci pare ancora essere presente supplicando: “Non ce la faccio
più”!

Tante storie, tanti silenzi e tanta corruzione. Ovunque si può
leggere che l’attuale scandalo che investe il CSM, centro di
potere che per spartirsi le nomine esternamente allo stesso
Consiglio, è di una gravità senza precedenti e sta scuotendo
l’Italia. A giudizio a Perugia figurerebbe anche l’ex
presidente ANM.

Lo scandalo si allarga a macchia d’olio e si salvi chi può

Si rasenta il ridicolo. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara
vuole dedicare il porto di Lampedusa alla “capitana”
paragonandola a Garibaldi.
Ma per cortesia! Caro Monsignore, non sarebbe meglio dedicarsi
al Vangelo e a pascere il gregge?

“Battere il ferro finché è caldo”, pensava l’opposizione a
Salvini

Lo scandalo CSM è targato PD ed è scoppiato nel momento
sbagliato quando il partito, frantumato non dava segni di
vita. C’è chi dice che Zingaretti ci sia ma non si vede. Renzi
c’è, gira il mondo e pensa a Zingaretti. Calenda impegnato con
Cuperlo nel difficile compito d’inventare un nuovo PD.
Intanto, zitti zitti e mogi mogi, mentre aspettano
l’ispirazione, stanno seduti sulla riva del fiume aspettando
di vedere passare il corteo funebre dell’avversario politico
per non diventare: “Come un vecchio ritornello /Che nessuno
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canta più”.

All’improvviso gli è piovuta dal cielo l’avventura Carola e
vincendo lo smarrimento e l’incertezza si sono buttati sul
carro vincente del momento, la barca della buona speranza.

La storia non finisce qui perché il gesto gli verrà a costare
caro quando gli italiani entreranno nuovamente nella cabina
elettorale. Salvini se la ride sotto i baffi mentre i vari
Giannini, Lilly, Mughini,i Fazio e la sinistra chic continuano
ad aspettare “ Il sole che sorge”.

Auguri e lunga vita.

AAA: sofferenze, tormenti,
disagi e vicende scabrose
cercasi per trasmissione di
intrattenimento
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Esistevano, molto tempo fa, degli uomini e delle donne capaci
di grandi sentimenti di pietà, di amore, di rispetto, di
lealtà e di riconoscenza.
Che una figlia maltratti la madre pubblicamente o viceversa
che quest’ultima insulti e disprezzi con parole offensive il
proprio figlio, a quei tempi lontani non si comprendeva. Liti
in famiglia ci sono stati sempre e sempre ci saranno, scandali
pure e cose sconce non mancavano, però si diceva che i panni
sporchi si lavano in famiglia. Tutto ciò che andava avanti nel
tàlamo rimaneva gelosamente custodito nel cuore dei due
amanti.

Oggi non più. Tutto è cambiato
Il tempo passa e porta via il tutto. Oggi ci sono degli uomini
e delle donne a cui piace dare in pasto al pubblico le proprie
faccende personali, tristi, penose, scabrose. Oggi ci sono
degli uomini e delle donne che mentre stanno a pranzo si
divertono a seguire tragedie, sfortune e disgrazie di povera
gente, vere o sceneggiate, mandate in onda su qualche rete
all’ora di pranzo. Oggi ancora c’è qualche rete tv che
arruola, prestatori a pagamento o a prestazione gratuita,
questo non è dato sapere, volontari disposti a intrattenere il
pubblico, raccontando le loro disgrazie, sfortune, le loro
vicende scabrose, a volte piccanti e a volte misere e
vergognose.
Di questo smercio di sentimenti altrui abbiamo scritto, stiamo
scrivendo e continueremo a scrivere fino a che un qualche
garante non ne ravvisi la necessità di controllare
l’opportunità ed il messaggio educativo di tali
intrattenimenti.

Per fortuna , non è reale la società, che
certa trasmissione trash televisiva che
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si nutre di questi                  intrattenimenti
vorrebbe veicolare
Ancora in Italia ci sono tanti che protestano per quel tipo di
trasmissioni ed i commenti sul web ne sono la testimonianza.

Scrive una signora commentando la trasmissione : “Ennesima
pagliacciata anche la causa di oggi…e pagliacciata è dire
poco! Ho guardato Forum dai tempi del mitico Santi Licheri e
ho imparato tante cose a livello legale. Lo hanno trasformato
in un teatrino da quattro soldi. Almeno gli attori fossero
bravi! Neanche quello…” E con questa citazione il gatto è
fuori dal sacco perché la signora ha svelato una delle
trasmissioni di riferimento. Commenti simili e forse più
incisivi sono tanti ma si preferisce ometterli per ragioni di
spazio. Forum non rappresenta l’Italia!

Alcuni dei casi dibattuti da querelanti urlanti in Sportello
di Forum proprio questi giorni , quando le reti chiudono per
ferie ed agli utenti vengono proposti i fondi dei loro
magazzini, si è trasmesso il caso di un uomo di colore che non
più in grado di pagare l’affitto, si era presentato una bella
mattina alla locatrice, nudo come un pesce, proponendole di
saldare gli arretrati con una sua prestazione sessuale. Una
causa ridicola e la presentatrice, solo a proporla non ha
fatto per niente una bella figura.
Un altro caso poco edificante e si spera solamente che i
nostri giovani a quell’ora non stiano seguendo quella
trasmissione, la giornalista presentatrice ha proposto al
pubblico il caso triste e sconcertante di una “mamma” ed una
figlia. La ragazza , avendo partorito una bambina, storia
risalente a venti anni prima, ebbe l’orrore di subire da parte
di sua madre la violenza di vederla strappare la neonata e
gettarla nella spazzatura.
Che intrattenimento, mentre il signorino e la signorina con
pudore baciano la tazzina di quello che dovrebbe rappresentare
una pubblicità per il caffè.
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La gestione del programma condotto dalla signora Palombelli ha
mostrato la sua nuova linea già dal 2015. Di fatti, il 22
settembre di quell’anno, Stefania Stefanelli, su “ TV dietro
le quinte “ di Davide De Maggio, aveva commentato la
trasmissione della Palombelli in cui ribadiva che su Rete 4
allo Sportello di Forum < simulava una chat erotica alle ore
14.45, con una voce fuori campo ed un figurante “attizzato” a
fare da cavia>.
Come si suole dire che l’appetito viene mangiando ed anche lo
share dell’audience l’avevano capito a Rete4 perché ogni
giorno allo “Sportello” di questo e non solo ma di più. Casi
scabrosi e casi banali, risibili come di quel signore che non
aveva potuto partecipare alla nascita del suo bambino perché
in estrema necessità di andare in bagno , gli venne rifiutato
l’uso dal proprietario del negozio.

Non di solo questo vivono queste trasmissioni trash pur di
alzare il loro share di audience accetterebbero qualsiasi
storia e cosi si propina la storia di una figlia che scopre
suo marito a letto con suo padre. Due scoperte in una , storia
insipida, di cattivo gusto, eppure ancora c’è chi la propone,
chi si espone a rappresentarla e chi comodo a tavola, davanti
a un’amatriciana, si diverte come matto a seguire queste
“opere di genio”. Evviva l’Italia !
Ci consola lo scorrere inesorabile del tempo. Quello che era
ieri oggi non e più. Il tempo passa e se ne porta il tutto.
Bello pensare che ancora vi sia tanta gioventù sana che in
silenzio aspetta il suo turno per spazzare via questo grigiume
e fare brillare il sole su questo Belpaese.
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Politica italiana, gonfia di
chat e pregna di shit

Duemila     e   quattrocento   anni   circa,   già   prima   che   si
affacciassero sulle reti tv i vari politologi, opinion leader
ed analisti vari di politica, molto autorevolmente, Aristotele
dedicò un’opera in otto libri, fornendo                un’analisi
dell’organizzazione e dell’amministrazione             della cosa
pubblica.

Anche Platone, precedendo i politici di oggi di altrettanti
2400 anni, sognava una città ideale e nella sua Repubblica ne
tratteggiava tre classi organizzate su imitazione dell’anima e
governate da un gruppo di sovrani filosofi.
Il format politico di Platone lo avvicina più di chiunque
altro modello alle necessità attuali, volendo sanare un paese
malato.

La Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni,
nella Repubblica di Platone si troverebbero a loro agio. A
Luigi Di Maio e al suo M5s calzerebbe benissimo la politica di
Aristotele, calma e attendista, con una debita autonomia da
tutto quello che rappresenta la filosofia.
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Si dice che la politica sia l’arte e la
scienza del governare
Nel nostro paese, cosa fenomenale, tutti si sentono abilitati,
non solo nel dare giudizi ma anche a pontificare sull’arte e
sulla scienza della politica. Ne consegue che, specialmente
durante gli intrattenimenti televisivi, orchestrati dalle
solite mezze buste, anziché di vera politica si assista a
tante chat e molto shit.

Chi pensava che i partiti determinassero la politica del
paese, deve ricredersi. Nelle ultime europee, di liste di
partiti e partitini se ne sono presentati 47. Sarebbe molto
interessante, magari lo faremo la prossima volta, analizzare
il costo dei rimborsi elettorali. Rimandiamo l’argomento e
procediamo con il chat e shit dei messaggi che vanno in onda
per non perdere il filo.

Sta davanti agli occhi di tutti                           la
disgregazione del sistema Paese
Si dissolvono i partiti tradizionali e sparisce ideologia, la
classica destra e quella sinistra. E’ dissolto il partito
democratico e si è ridotto a lumicino il partito glorioso di
Berlusconi Forza Italia. Fa molto trendy e chic dichiararsi
pro Europa, più Europa. Rispondono gli avversari politici: più
Italia, Italia first. Seguono le contrapposizioni: Sovranisti
contro quelli pro Ancien Régime.

Nascono a questo punto gli hashtag:
#Sovranistabrutto #AncienRégimebello
Scatta l’allarme e parte la Corazzata Potemkin. Dai monitor
dei vari Palazzi-Venezia televisivi si leggono dichiarazioni
di ostilità e annunci di avversità contro lo iettatore del
momento.
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Zingaretti non è Aristotele nemmeno Platone e tantomeno Carlo
Calenda La Bonino non è Mahatma Ghandi e Matteo Renzi non è
Lady Thatcher. Non si immaginerebbe mai la Boldrini come
laura, la pianta sacra ad Apollo, dio della poesia e nemmeno
si riesce a pensarla come Laura, l’amore inappagato e
tormentato, attraverso cui il Petrarca esplorava i suoi
conflitti interiori. Ma bando alle divagazioni e parliamo di
cose serie.

Nonostante tutto ciò, tutti si sentono autorizzati a
pontificare e annunciare agli italiani che la fine del mondo
sia vicina.

Chat e tanto shit straripa dalla cloaca maxima di alcuni reti
tv, affollate da tecnici, analisti, economisti e politologi,
tutti ansiosi di spiegare l’agonia del Belpaese, facendo
prognosi e diagnosi, raccomandando terapie, sentendosi tutti
dei Carlo Magno, tutti restauratori dell’antico sistema
dell’impero romano.

Fuori, lontano dalle reti tv scoppia il bubbone “Giustizia”.
Tanto va al lardo il pm di Roma Luca Palamara, scuotendo un
gruppo di potere che manipolava le decisioni del CSM, che
rischia di lasciare lo zampino, spargendo veleni, sgomento e
discredito nelle procure, magistratura e nell’amministrazione
della Giustizia in genere.

Non si può dire che il fenomeno Palamara
sia un fulmine a ciel sereno
Il cielo già mandava segnali premonitori e nel 1994, oltre ai
lampi che serpeggiavano negli ambienti politici, cadevano
anche lingue di fuoco, fulminando ed incenerendo più che un
politico ed un intero partito.
Nel lontano 29 Aprile 1993, il compianto Bettino Craxi, nel
suo ultimo discorso alla Camera, e non a caso, ebbe a dire : “
Come già ho sottolineato, nella realtà politica e partitica si
era diffusa e radicata l’esistenza di “clan” e di correnti,
entro le quali si erano venute stabilendo solidarietà ed
interessi che molto spesso andavano al di là dei legami con
l’entità Partito anche se si mantenevano e si muovevano
all’interno ed entro le istituzioni”.

Sgretolava il sistema Paese allora e sgretola tutt’ora. Il
chat e shit straripa ovunque ed, ahinoi, del clero
secolarizzato con le sue uscite improvvide sta disperdendo il
gregge. Anziché il Vangelo spesso brandiscono la clava,
lasciandosi governare l’anima dalla passione politica anziché
da quella autentica evangelica.

Le invettive di Don Aldo, richiamando figure retoriche,
memorie nefaste di Adolf Hitler attribuendoli con cattivo
gusto a personaggi attuali, oppure quelle del capo della
Caritas di Como, augurando ad un “fratello” di essere cacciato
dalla società, non rappresentano in alcun modo il sentire
cristiano.

Ci si augura che questi personaggi, non solo loro ma tutti
quelli come loro in giro per l’Italia, vengano richiamati alle
loro responsabilità. Da noi cristiani ci si aspetta un
messaggio di pace, d’amore e di misericordia.
La gente protesta contro questa contaminazione di chat e shit
nel quotidiano che sta rodendo il tessuto sociale del
Belpaese, e pretende che la politica possa ritrovare la
capacità ed il coraggio di imporsi sul degrado imperante.

La politica non è ne chat e tanto meno shit. Essa è arte e
cultura del legislatore, arte oratoria per i principi del
foro; è la scienza di una sacra ed imparziale Giustizia; è
saggezza amministrativa per il buon governo della cosa
pubblica, PERO’, la politica è anche una cellula tumorale e se
non tenuta a bada può sfuggire dal suo alveo naturale,
rischiando di diffondere le metastasi nella società. Non è mai
troppo tardi, l’importante fermarsi in tempo.
Europa e Italia: un bailamme
di       sovranisti        e
collaborazionisti

Il 25 marzo 1957, in una giornata di pioggia , in
Campidoglio a Roma , nella sala degli Orazi e Curiazi , si
riunirono la Francia, la Germania, l’Italia, il Belgio,
l’Olanda ed il Lussemburgo.

In quel’ occasione, furono firmati i trattati costitutivi
della CEE e dell’EUROTOM. Fu allora che nacque il sogno di
un’Europa unita.

Il 26 maggio 2019, sessantadue anni dopo, in un’altra
giornata grigia, nebbiosa, fosca e confusa, quel sogno
europeo, oramai già da tempo logorato, è stato fortemente
lacerato. Gli schieramenti di destra e sinistra non fanno
più presa sull’elettorato.

Sessant’anni di sovranità europea sugli Stati nazionali hanno
esacerbato le anime dei cittadini mentre l’apparato oppure
tutto ciò che
comunemente si riconosce nell’establishment, rimane
tenacemente a fianco dell’organizzazione europea,
arrivando al punto di definire i delusi come sovranisti,
non rendendosi conto che con tale loro comportamento
si auto emarginano e recintano come collaborazionisti
del vecchio apparato.

Le firme note della grande stampa, i volti ricorrenti delle
schermate quotidiane, i salottieri habitué, gli opinionistiche
la sanno lunga su tutto ma non ne azzeccano una, tutti questi
signori e non solo, tutti si sono svegliati lunedì 27 maggio
con visi tesi e sguardi spenti.

Che impressione guardare i vari Lilly, i Loris, i Giannini, i
Lucia e
i Bassetti vari, Gualtieri e non solo, con i visi tirati e
senza quell’aria di “tu non sai chi siamo noi”, atteggiamento
che sciorinavano in lungo e in largo fino al 25 maggio.

Oggi gli è venuto a mancare il terreno sotto i piedi ma non
arretrano. Costoro non si affidano alla Madonnina, per loro
basta e avanza santa provvidenza di Bruxelles. In loro ausilio
viene l’Europa. L’arrivo di una
lettera della Commissione Ue chiedendo chiarimenti all’Italia
sul debito pubblico.

Eureka! Esultano i collaborazionisti 2.0 . Quelli del
fronte sovranista italiano ancora sono sotto scacco! Per
l’Italia non c’è scampo. Si riaprono le danze e scendono
tutti in pista. Tutto il mondo sta a guardare lo spettacolo
mentre stampa, televisioni e voci alto locate attaccano e
denigrano a non ti dico quanto e i finanziatori esteri
guardano, osservano e giudicano.

A questo punto viene in mente l’ultima parte della
“Stampa e Regime” su Radio Radicale del 25 maggio –
Mario Sechi, chiudendo il suo turno di staffetta alla
lettura dei giornali, quel giorno ha letto una notizia ed ha
fatto un’importantissima riflessione che, ahi noi, da tanti è
stata snobbata.
L’Italia è un paese esportatore e da anni vanta dei record
nel commercio estero. Se ritorniamo di pochi anni
indietro troviamo che già dal 2013 , per prodotti esportati
l’Italia è stata il terzo paese del mondo battendo la
Germania, Spagna e Francia fermandosi solamente
dietro la Cina e gli Stati Uniti.

Un’altra informazione importante che dà il Sole 24 Ore è che
parlando sempre del commercio estero italiano, tra il 2010 e
il 2014 è
cresciuto di 61 miliardi toccando la cifra di 398 miliardi di
euro. La bilancia commerciale per quello stesso periodo ha
visto un avanzo di 73 miliardi. La bilancia per i manufatti ha
visto un progressivo aumento, passando da
38 a 99 miliardi di euro con l’estero.

Nel 2017 l’Italia ha battuto un altro record nel settore
turismo. Secondo dati Bankitalia il 2017 ha avuto 6% di
presenze in più del 2016. Questo settore dell’economia,
secondo il ministro Centinaio,incide per il 12% sul Pil ma
ha un potenziale del 20%. Infine, secondo dati agenzia Reuters
del 15.02.2018 “Nel 2017 il surplus della bilancia commerciale
italiana , seppure leggermente ridotto alla luce di un aumento
più consistente delle importazioni rispetto all’export,
restando comunque il terzo saldo
positivo più alto all’interno dell’Unione europea”.

Questo trend positivo nel surplus della bilancia commerciale
non si ferma agli anni 2017 e nonostante la crisi dei dazi tra
USA/Cina, a marzo di quest’anno il surplus è salito a 4,63
miliardi di euro in aumento ai 3,24
miliardi di euro del mese precedente. Risultati contro ogni
e qualsiasi previsione degli analisti.
A questo punto il buon osservatore Sechi si ferma, beve un
sorso d’acqua e poi riflette: dopo questi bei risultati
dell’Italia, come mai che i finanziatori esteri non li tengono
in considerazione? Acutissima l’osservazione.
Dopo, Sechi, un po’ a mezza bocca mormora : anche noi
giornalisti dobbiamo fare un mea culpa!
Completiamo noi, Sechi permettendo, quello che lui forse
voleva dire ma ha preferito non fare. Si dice che la
pubblicità sia l’anima del commercio e si dice pure, che chi
grida di più abbia ragione. Apriamo una piccola parentesi.

In Italia chi è che grida di più? Chi è che ha la possibilità
di fare sentire la voce oltre i confini? Chi è che si
accanisce su ogni cattiva notizia, che, l’analizza, la
dibatte, la disseziona, la smembra per poi darla in pasto al
pubblico ignaro?

A questo punto ci si domanda: Che parte hanno i mass media in
questa crisi? Che influenza hanno sulla società e come ed in
quale misura possono influenzare i mercati esteri? Forse è
questo che intendeva Sechi con “ anche noi giornalisti
dobbiamo fare mea culpa”? Ma se così fosse a fare “un mea
culpa” dovrebbero essere tutti quelli che nei vari talk show,
pur di mostrarsi bravi e più realisti del re, inneggiano ai
meriti di tutti denigrando
sempre e comunque il “fu Belpaese”.

Oramai non si capisce più chi sono i sovranisti e chi sono i
collaborazionisti e chi capisce qualcosa in questo bailamme è
bravo!

Emanuel Galea
Giustizia a orologeria, da
Agrigento   a  Roma  (Santa
Croce) passando per Padova:
la morale on demand

Quante volte si è sentito parlare di giustizia ad
orologeria! Ogni volta si è voluto
sottintendere la manipolazione politica dell’avviso di
garanzia. Questi giorni,
a parere di chi scrive, è la morale che sta subendo l’uso on
demand.

Non sfugge un certo parallelismo tra l’audace ed
irresponsabile iniziativa dell’elemosiniere del Papa Cardinale
Krajewski e
l’insubordinazione del procuratore di Agrigento , dottore
Patronaggio. Sia
l’uno che l’altro hanno trasgredito la legge, commettendo un
illecito e tutti e
due giustificano la loro disobbedienza sostenendo di avere
agito essendo mossi
da scopi umanitari, magari uno si appoggia a una morale laica
e l’altro a una
morale religiosa.

Oramai è conosciutissima l’exploit del cardinale
elemosiniere che domenica 12 maggio, irrompendo nel palazzo a
Santa Croce a
Roma, occupato da abusivi, allora al buio perché morosi per
non avere pagato le
bollette dell’Acea ammontanti ad euro 319 mila, rompe i
sigilli, sblocca il
contatore e ridona la luce ai morosi.

Simile bravata l’ha compiuta il procuratore
Patronaggio, stesso funzionario che incriminò Salvini per
sequestro di persona
nell’affaire “Diciotto”. Questa volta
il procuratore ha fatto salire la
guardia di finanza a bordo della Sea Watch, la nave con 47
clandestini,
apparentemente   un’operazione    per    eseguire   il   sequestro
preventivo però oramai
non è più un mistero, per Patronaggio questo è solo un modo
per fare sbarcare i
clandestini, cosa     che   ha   fatto   poi   regolarmente.    Il
procuratore non l’ha detto,
ma si sa, ha agito perché mosso da un senso di pietà verso
quella gente sofferente
che fugge da fame, guerra, pestilenze e siccità, e lo vogliamo
dire,
abbandonati dalle istituzioni internazionali.

Ben altre storie succedono a Padova e
sembra che nessuno si commuova, nessuno
si muove da sensi di pietà
A Padova, sembra, non ci sia alcuna morale che tenga. E’
successo lo scorso mese di gennaio. Una povera vecchietta con
il minimo della pensione avendo fame, la 75enne non ha
resistito alla tentazione e entrando in un supermercato di
Padova, ha cercato, molto ingenuamente, di svignarsela senza
pagare, portando via una scatoletta di formaggio spalmabile ed
una bottiglia d’olio. E’ stata trattenuta per due ore in una
stanza al freddo e denunciata. Ora rischia di essere
processata.

Sempre a Padova, già nel marzo del 2018 era successo un fatto
simile. Un poveretto in preda alla
disperazione avendo rubato dal supermercato Prix di Ponte di
Brenta delle
scatolette di tonno. I gestori del negozio avevano allertato
la polizia che era
intervenuta immediatamente.

Volendo, si possono raccontare tanti piccoli
fatterelli come quelli della vecchietta e del poverello.

L’anziana 75enne di Padova, avendo fame , per avere commesso
l’illecito,non ha trovato alcuna misericordia e ora rischia
di essere processata.    Per il poverello, anch’esso avendo
commesso l’illecito
fu chiamata la polizia senza alcuna pietà.

Per i clandestini abusivi si è fatto avanti
l’elemosiniere del Papa, pur commettendo un illecito, lo
vogliono perdonare
perché si dice abbia agito in ragione di carità cristiana.

Il procuratore Patronaggio avendo commesso anche lui       un
illecito , vuole giustificare la sua
insubordinazione adducendola a fini umanitari.

Tre casi e tre morali diverse
La gente chiede chiarezza perché ha sempre creduto che la
morale è verità, la morale è giusta, la morale è ordine. La
morale è un concetto troppo nobile ed alto , andrebbe trattata
con cura e tenuta al di sopra a fazioni politiche.. Ciò
gioverebbe alla società civile, a quella religiosa e a tutta
la classe politica.

L’Italia   terra   di   santi
dissacrati, poeti politicanti
e   navigatori    di  denaro
pubblico
La constatazione
Fu destino o fu un caso, un progetto o un incidente di
percorso. Fu per incuria o per ignoranza, per impudenza o per
audacia. Tutto questo poco importa. Quello che conta è ciò che
si vede e cioè il fallimento, il degrado, il pauperismo, la
paura e l’incertezza. Il declino che impera, un popolo che
arranca nel buio, cercando una via di sopravvivenza in questa
landa, dominio di lupi e iene. Mai l’Italia , terra di santi,
poeti e navigatori avrebbe sognato di generare tanti
dissoluti, empi e dissacranti; mai tanti prosaici, grossolani,
materialistici; mai una classe politica così rozza e assetata
di potere, incapace di pensare e tanto meno di provvedere al
bene del paese.
Così è, se vi pare perché come scrisse Pirandello, è
praticamente impossibile conoscere la verità perché questa non
è “una” ma è “molteplice” come molteplici sono i punti di
vista dei politici.

La premessa amara
Bussano alle porte le elezioni europee. Tutti vogliono
concorrere e tutti cercano l’accoppiamento. Non mancano i
transfughi da un paese all’altro come Sandro Gozi dal PD che
trasloca verso En Marche di Macron e Caterina Avanza che
trasmigra per le europee dall’En Marche di Macron al PD di
Zingaretti.
A conferma,che quello che conta per loro è una poltrona a
Bruxelles, hanno inventato la lista internazionale dove
figurano Calenda, Renzi e Gentiloni.
Luigi di Maio dichiara, raggiante di gioia:” Siamo molto
orgogliosi di aver trovato importanti convergenze con i
polacchi di Kukiz’15, i croati di Zivi zig e i finlandesi di
Liike Nyt. Con loro, trasformeremo l’Europa in una terra di
opportunità per giovani, imprese e famiglie”.
Chi l’avrebbe mai pensato che Kukiz, Zivi e Liike deterrebbero
la soluzione per farci uscire dalla crisi!
Salvini corteggia l’attuale premier ungherese Viktor Orbán
colui che non ha paura di dichiarare che la democrazia è
illiberale e dice: “Stiamo costruendo uno stato volutamente
illiberale, uno stato non liberale”, perché “i valori liberali
dell’occidente oggi includono la corruzione, il sesso e la
violenza”. Chi capisce cosa vuol dire Orban è bravo.
Ma non finisce qui perché alla maratona del 26 maggio, corsa
all’ultimo voto per la spartizione delle poltrone a Bruxelles,
concorre tutta la galassia di sinistra e centro sinistra con
l’immancabile Boldrini, Bonini per più Europa, Sel, Fi,
Possibile di Pippo Civati, Partito comunista dei lavoratori e
tanti e tanti altri.
Manca la sorpresa in mezzo a tanto grigiume e tanto déjà vue
Ad iniziare da Zingaretti, segretario PD, figura che
degnamente rappresenta il grigiore in cui è piombato il
partito di Berlinguer, di Natta e di Togliatti non riesce a
“dire cose di sinistra” come avrebbe chiesto Nanni Moretti.
Berlusconi, facendo spola tra Arcore ed il S.Raphael annuncia
gli apocalissi e di più non sa dire.
Per Di Maio tutto va bene, madama la marchesa! Monti evoca la
patrimoniale, Salvini lo stoppa, Tria fa lo gnorri e Conte fa
il pesce in barile. Il presidente è super partes, lui qui lo
dice e qui lo nega, intanto la magistratura fa il bello ed il
cattivo gioco e mentre loro sparlano l’Italia va a ramengo.

Terra di santi dissacrati
Sono fatti che non bucano la stampa, come si suol dire, però
sviliscono il tessuto sociale. Allentando l’attenzione da
fatti di tanta gravità, forse non oggi, ma domani si
ripercuoteranno su tutta la vita sociale. A Villa di Villa di
Mel, in provincia di Belluno, “i soliti bravi” hanno
decapitato le statue di Gesù e di Sant’Antonio che teneva in
braccio Gesù bambino.
Sulla statale nordest di Udine l’immagine del Cristo in croce
è stata presa a sassate.
A Gemona del Friuli (Udine) è stata danneggiata gravemente la
chiesa vecchia di Sala.
Alla chiesa di S.Pietro e Paolo a Majano, provincia di Udine,
è stato profanato il tabernacolo e sono state sparse per terra
le ostie consacrate.
L’ultimo orrendo e stupido atto è stato compiuto da quel
personaggio che a Trieste, nella chiesa San Giovanni
Decollato, durante la Messa di Pasqua, ha profanato
l’Eucaristia, portandosela in giro, bestemmiando e riprendendo
tutto con il cellulare.
Sono tutti fatti che non hanno interessato la grande stampa ma
certamente hanno scavato un solco nella società che non riesce
a reagire. Se si vuole essere intellettualmente onesti , si
dovrebbe ammettere che diversi parroci stanno contribuendo a
questa triste ondata di decadenza

Terra di poeti politicanti
Si è parlato della corsa all’ultimo voto dei partiti verso le
poltrone di Bruxelles. Si è accennato al grigiume ed al
“niente sotto vuoto” dei programmi elettorali. Vuoto completo,
vuoto spinto. Un bla bla generico e banale che lascia senza
parola i commentatori televisivi ed i soliti politologi.
Quarantasette partiti e partitini aspirano di atterrare in
Europa per cambiarla. Ci sarebbe da dire “andate avanti che a
noi viene da ridere”. Chi di loro andrà a difendere il turismo
italiano, l’agricoltura italiana,il know how italiano, le
imprese italiane, l’arte, la cultura e l’artigianato italiano?
Chi sta parlando di un regime fiscale comune a tutti i paesi
membri? Chi sta portando proposte per regolamentare il costo
della mano d’opera, comune a tutti gli stati membri? Parlare
della immigrazione è cosa buona e giusta ma non basta.
Trasferire gli emigrati dalla povertà dell’Africa a quella
Italiana, dalla disoccupazione africana a quella italiana, dal
degrado africano a quello italiano non ci sembra che ci sia
niente di evangelico! Tutt’altra cosa è l’accoglienza e
l’integrazione.
Terra di navigatori di denaro pubblico
Parlare di navigatori di denaro pubblico è come aprire una
porta aperta; sporgersi pericolosamente verso una voragine.
Anagrammando il divino Dante nazionale, sarebbe come se ci si
trovasse nel mezzo del cammino della vita quotidiana per poi
ad un tratto ritrovarsi in una selva oscura dove la retta via
si era smarrita. Difficile spiegare quanta scura e torbida sia
questa navigazione e quanta paura suscita su chi l’attraversa.
Dalle Dolomiti ai monti Peloritani, alle Madonie e ai Nebrodi,
è un unico fiume carsico di corruttori ed evasori che non
risparmiano la politica, la Giustizia , il Corpo della Guardia
di Finanza, il Corpo forestale dello Stato le istituzioni
centrali e periferiche e, ahinoi, in qualche caso, l’onta
lambisce persino la Chiesa.
In un colloquio con Civiltà Cattolica, lo stesso Papa
Francesco così dichiarava: “In Vaticano c’è corruzione. Nella
barca di Pietro alcuni marinai remano contro.”
Se lo dice il Papa chi siamo noi per metterlo in dubbio?
Non è mai troppo tardi e la speranza è l’ultima a morire.
Tutti gli italiani sperano e si augurano che all’intera classe
politica, il lungo letargo, possa avere portato consiglio ed
inizino a preoccuparsi veramente per il bene del Paese.

L’Africa non è il Klondike e
l’Europa non è la terra
promessa
L’Europa non è la terra promessa, non è il paese “buono e
spazioso, il paese dove scorre latte e miele” come quello
promesso agli Israeliti liberati dall’Egitto, descritto in
Esodo 3:8. D’altro canto, nell’Africa, ahinoi, già dall’inizio
del XV° secolo si annunciava l’alba precorritrice di una corsa
al saccheggio di risorse umane e naturali, un facsimile della
corsa all’oro del Klondike che ebbe inizio nel 1896 attirando
gente di tutto il mondo, perché al contrario di quello che si
possa credere, l’Africa non è povera altrimenti non si capisce
perché dovrebbe interessare tanto alle multinazionali.

Sarebbe interessante allora capire perché tanti giovani
africani lasciano la loro terra, rischiando tutto,
attraversando il deserto, sfidando torture e affrontando le
perfide onde del mediterraneo per giungere in Europa.
Molti di loro sono più che consapevoli che il loro faticoso
viaggio sarà interrotto in Libia e lì, il loro sogno
s’infrangerà incontrando la spietata disumanità degli scafisti
e dei trafficanti di uomini . L’attuale conflitto in atto in
Libia aggrava la già precaria situazione dei migliaia di
migranti .
Perché in Italia, in particolare, si vuole convincere tutti
della povertà del continente africano e si investe di anatemi
e si scomunica chiunque osi mettere in dubbio questo “dogma”.
Qui invece questo dogma si contesta e si cerca di illustrare
un’altra verità di quella che si vuole fare veicolare.
.Fondi, finanziamenti, sussidi e aiuti a pioggia dall’Europa
all’Africa
Il 16 gennaio 2019 la Commissione europea ha adottato il
budget annuale umanitario di 1.6 miliardi di euro per il 2019,
il cosiddetto “budget iniziale”. Questo è il budget più alto
finora adottato dall’Ue per crisi umanitarie.

In un articolo di Galli della Loggia sul Corriere , il
28.6.2018 si leggeva che l’UE versa 14 miliardi di euro in
media ogni anno. A questi, continua il politologo, vanno
contati i fondi che si versano alla Libia e alla Turchia per
contrastare l’immigrazione. Ancora da conteggiare i fiumi di
versamenti che l’Africa beneficia anche in parte dei 51,5
miliardi di euro del Fondo Europeo di sviluppo (FES), fondo
istituito nel 1957 nel Trattato di Roma, che l’Unione europea
ha messo a disposizione per il periodo 2014-2020. Se poi si
considerano le contribuzioni e le donazioni varie da parte del
volontariato ed a questi si sommano le spese che l’Italia e
altri paesi Ue sostengono per il mantenimento degli immigrati
già sul territorio, si avrà infine un costo globale, anche se
molto approssimativo,     di   quello   che   implica   la   voce
“immigrazione”.

Da tutte queste elargizioni, quante effettivamente
arrivano agli africani in crisi?
Facile rispondere alla domanda. Mentre il paese è ricco di
risorse, la popolazione ha un livello di povertà assoluto. Lo
sfruttamento è generale. Le immense ricchezze del continente
sono sempre state oggetto di scambio commerciale con l’esterno
e con evidente vantaggio di mercati stranieri.
Il ricavo economico delle svariate risorse del continente,
risorse naturali, idriche, forestali, energetiche come
petrolio e gas, minerarie come oro, argento,diamanti ,ferro,
rame, carbone, bauxite, titanio, uranio e non solo e poi i
prodotti per l’esportazione come il caffè, il cotone, il
cacao, il tè e le gomme, non coinvolgono la popolazione. Si
calcola che il loro livello di povertà sia di un dollaro Usa
per giorno.

L’Africa è il paese degli estremi opposti
Nel continente però,ci sono anche territori con livelli di
vita al pari di quelli occidentali. Uno di questi è il
Sudafrica. Si trovano grandi aziende agricole, grandi
strutture industriali, grandi aziende che hanno rilevanza
mondiale. A modo esemplificativo si cita la SAB – South
African Brewery che con una continua politica di acquisizione
in tutto il mondo è attualmente il primo produttore di birra.
Controlla fra l’altro la Peroni italiana.
Da non sottovalutare il settore terziario, sia dei servizi che
del turismo che dimostra una continua crescita, godendo di
risorse naturali accessibili e una buona stabilità in Namibia,
Kenya, Egitto, Marocco e Etiopia.
Fiore all’occhiello dell’economia di successo è quella degli
stati isolani di Seychelles, Riunione, Mauritius e Capo Verde.

Ritorna la domanda: perché tanta gioventù cerca allora di
espatriare?
A questa domanda già in parte è stato risposto. Le cause
geografiche e climatiche c’entrano in parte. Le guerre tribali
non dovrebbero influenzare,perché ogni paese ha avuto la sua
brava guerra, il suo bravo periodo di terrorismo e la gioventù
non è espatriata , al contrario sono rimasti per difendere
territorio e popolazioni.

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un
giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per
tutta la vita.(Confucio)
E’ un fatto innegabile che la ricostruzione industriale
dell’Europa, le nascenti economie asiatiche e persino lo
sviluppo industriale americano hanno tutti lucrato di materie
prime a basso costo “saccheggiate” dal continente, facendo sì
che l’Africa anziché godere di un sviluppo industriale e
agricolo che avrebbe dovuto produrre nuovi posti di lavoro, in
realtà ha subito un sfruttamento minerario senza alcun
beneficio per le popolazioni indigene. Le stesse potenze
europee hanno amministrato nuovi territori e c’è chi li
amministra tutt’ora, per averne un beneficio economico senza
investire nel futuro di quella gente.

Il Papa emerito Benedetto XVI sostiene il diritto di non
emigrare:
“Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che
il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non
emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella
propria terra, ripetendo con il Beato (ora Santo) Giovanni
Paolo II che “diritto primario dell’uomo è di vivere nella
propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si
tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono
all’emigrazione”, (Discorso al IV Congresso mondiale delle
Migrazioni, 1998)”.

Fermo restando il diritto sacrosanto a non emigrare, cioè il
diritto a essere in condizione di rimanere nella propria
terra; constatato che le potenzialità del continente sono
immense e non aspettano che di essere messe a disposizione
delle comunità locali ;visto che l’Europa e non solo,
stanziano miliardi di euro come aiuti; visto e considerato che
da indagini fatte, di tutti questi miliardi alla popolazione
non arrivano che pochi spiccioli; assodato che le
multinazionali sono quelle che da sempre hanno lucrato sulle
ricche risorse del continente, è arrivato il momento di
cambiare politiche. Anziché elargire miliardi e miliardi,
consegnandoli in mani a chi finora non ha saputo tradurli in
strutture e benessere per gli africani, l’Europa e l’occidente
dovrebbero cambiare politica e cioè anziché soldi liquidi
inviare ditte, ingegneri, tecnici e quant’altro con
progettazioni per avviare strutture, costruire strade, ponti,
porti, vie di comunicazione anche fluviali, adoperando il know
how europeo, impegnando mano d’opera indigena, pagandola con
salari contrattuali normali.

Solo così si potranno evitare a migliaia di emigranti di
arenarsi nei campi in Libia, cadere nelle mani dei trafficanti
per poi essere usati dai partiti per le campagne elettorali.

Belpaese, non ci resta che
piangere…

Il profeta Geremia, attivo nel Regno di Giuda tra il 626-586
a.C. circa, al 31:15 del suo Libro scrisse: “Geova ha detto
questo: ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro pianto;
Rachele piange i suoi figli. Ha rifiutato d’essere confortata
per i suoi figli, perché non sono più”.

La Rachele nazionale rifiuta d’essere confortata e lamenta
piangendo sul calo di tanti valori che sta subendo la società
italiana,

Quello di Geremia non è altro che il ritratto profetico dei
giorni nostri.

Cala la demografia, cala la produzione, calano i consumi, cala
il benessere, si riduce la sicurezza, si restringe
l’assistenza sanitaria, si degrada la qualità di vita, si
svaluta la sacralità della fede, scarseggia la frequenza dei
fedeli ai riti sacri domenicali, mentre si alza lo spread, si
impenna il costo della vita, cresce il degrado, si dilaga il
materiale trash negli intrattenimenti televisivi e si allunga
la lista di parroci che annacquano il Vangelo, incuranti dei
lamenti dei fedeli.

Europa, la prossima primavera si
voterà per un guscio vuoto
Le urne si apriranno in tutti i paesi appartenenti all’UE tra
il 23 e il 26 Maggio 2019 e lo scrutinio si aprirà per tutti a
partire dalle ore 23:00 del 26 Maggio 2019. Sarà la nona volta
che i cittadini della Comunità europea verranno chiamati ad
eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo e sarà
anche la nona volta, ahinoi, che si chiameranno 400 milioni di
cittadini dei paesi europei a votare per un guscio vuoto. Nei
4 paesi della Ue, Lussemburgo, Cipro, Grecia e Belgio il voto
è obbligatorio, nei restanti paesi, per fortuna, il voto è
libero. E’ una occasione ghiotta e non è sfuggita ai
faccendieri della politica , i soliti che vegetano tra partiti
e affaristi. I contrassegni per la partecipazione a questa
kermesse si contano intorno a numero 47. Ci sono dei più
strani come il Partito Pirata, il Movimento dei Poeti
d’Azione, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, la Liga
Veneta Repubblica, La Catena, Democrazia Cristiana, l’Altra
Italia e poi il Sacro Romano Impero Cattolico, il Partito
Internettiano e “Fuori dalla Ue per diventare il Giappone
d’Europa”.

Poi, naturalmente ci sono da aggiungere i big della “politica”
come il M5S, la Lega dei popoli di Salvini, Più Europa,
Zingaretti con il simbolo “Ora Unità” per il PD, Forza Italia
e di tutto e di più. Si sa quanti sono, come e da chi si
faranno rappresentare ma non è dato sapere cosa vogliono
andare a fare al parlamento europeo, quale programma hanno in
mente, cosa ci si potrà attendere dalla loro presenza ,
eventuale, a Bruxelles.

Con candore risponde Mirella Cece, presidente del Sacro Romano
Impero Cattolico : “.. il mio programma è ambizioso ma non lo
voglio anticipare perché troppo articolato”. Sarebbe troppo
per il comprendonio dei cittadini capire l’articolato di
Mirella Cece, bisogna votare a scatola chiusa, prendere o
lasciare. Si tralascia la novità di Zingaretti, “Ora Unità” e
quando mai! Viene da rispondere: domani Bella Ciao.

Con queste prospettive come fa la Rachele nazionale a non
lamentarsi e
ben si capisce perché rifiuta d’essere confortata.

L’Europa non è il paese del pater familae e tanto
meno una buona mamma
Tra le liste iscritte per la presentazione alle prossime
europee c’è chi più di altri vende retorica dicendo: “Fuori
dalla Ue per diventare il Giappone d’Europa” senza spiegare
cosa affascinerebbe a questo gruppo del sistema giapponese.
Poi c’è chi, con convinzione, ma non convince, insiste su “Più
Europa”. Quale,domanda il cittadino, perché quella che c’è
basta e avanza.
L’altro sabato, 6 aprile , nel corso della seconda giornata
della Dottrina Sociale della Chiesa, evento promosso
dall’Osservatorio Van Thuan e svolto nel teatro Rosetum di
Milano, l’Arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi,
nella sua lectio magistralis “Europa, processo di unificazione
europea”, citava delle opinioni di illustri personaggi
riguardo all’Europa che si riproduce qui di seguito: Remi
Brague, professore emerito di Filosofia medievale e araba
presso l’Università Paris, ha affermato che l’Europa non crede
più in nulla; Gianni Baget-Bozzo aveva detto che l’Europa si
considera una colpa ed è stretta tra nichilismo e islam;

Walter Laqueur, storico e commentatore politico, sostiene che
l’Europa stia vivendo i suoi ultimi giorni; Giulio Meotti dice
che l’Europa si suicida ed è alla fine; Jürgen Habermas dice
che è in crisi e Benedetto XVI ha detto che l’Europa odia se
stessa.

Piange Rachele meditando al crepuscolo, seduta su una
polveriera con in mano la miccia a lenta combustione

Anche l’Italia, come Achille sarebbe stata immersa dai suoi
costituenti in acque sicure, anche lei sarebbe stata posta su
basi solide per affrontare qualsiasi emergenza e non per
niente da sempre aveva conquistato l’appellativo di Belpaese.
Madre natura non le aveva fatto mancare niente. Nei suoi
annali vantando uomini illustri ha conosciuto momenti di
gloria. Poi arrivarono i personaggi dai quali Platone
avvertiva di stare lontani perché pretendevano di dare ed
insegnare agli altri ciò che non possedevano e non
conoscevano.

Pretendevano di amministrare il Paese creando debiti piacendo
di piacere, pareggiando favori e raccomandazioni e sempre con
il sorriso stampato salutavano chiunque : “ciao caro”. Grazie
a loro oggi l’Italia è sommersa sotto un debito pubblico
mastodontico che ostacola ogni e qualsiasi manovra. Un buon e
vero amministratore, prima di gridare “più Europa” farebbe
bene a convincersi per un “più Italia” ed il primo passo
andrebbe fatto verso la rimozione di questo macigno.

Non più i pastori che guidano il gregge ma
quest’ultimo che pasce i pastori
Per fortuna di noi credenti ancora ci sono tanti sacerdoti che
dedicano la loro vita al bene degli altri. Lavorano in
silenzio, affrontano pericoli e insulti e talvolta anche
minacce di morte. Non indietreggiano e spesso se ne vanno
senza onori come hanno sempre vissuto. Ahinoi non tutti sono
cosi. Tanti altri stanno sposando il vento che tira. Sono i
cosiddetti preti di frontiera, quelli d’assalto che trascinati
dal gregge seguono il politically correct, accantonano il
Vangelo nel cassetto ed elevano i gommoni degli immigranti
agli onori dell’altare.
I profughi sostituiscono i pastorelli nei presepi, le stazioni
della via crucis , l’omelia domenicale e il Sinodo dei
giovani. Questi pastori guidati dal gregge predicano la carità
verso il prossimo e va benissimo perché è un precetto
evangelico però dimenticano di predicare che non si può amare
il fratello che sta in Zambia o in Burkina Faso e fregarsene
del fratello nella periferia della propria città. Questi
stessi stanno facendo della Santa Messa uno show domenicale
con canti e balli, chitarre e tamburi, tanti ye ye e tanti
clap clap.

Scrisse Geremia : ‘In Rama si ode una voce, lamento e amaro
pianto”.
Da oltre Tevere non si odono voci, nessuno lamento, l’amaro
pianto
proviene dalle tante Racheli fedeli che sono costrette a
subire questo
decadimento.

Primo pomeriggio ora delle trasmissioni trash e cascame a go
go

L’abbiamo letto, sempre su questo giornale, in una edizione
precedente, che la televisione non copre più quel ruolo di una
volta, e cioè ruolo educativo. Lontani sono i tempi delle
trasmissioni di Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi”. Le
conduttrici di oggi pescano le loro storie dalle periferie
profonde e presentano storie di pochi, tristI storie di
matrimoni falliti, figli abbandonati e altre storie di
decadenza, degrado e declino.

Ha più di una ragione Rachele a piangere i suoi figli e
rifiuta d’esser confortata, perché non è questa l’Italia che a
lei piace vedere promossa. Non vede nulla di educativo e ciò
che si trasmette non rappresenta la società italiana. C’è una
parte maggioritaria del paese sana, che ride, che ama e
rifiuta di essere coinvolta in questa cloaca magna di tanto
trash e cascame del primo pomeriggio in TV

“Uomini,    mezzi   uomini,
ominicchi, pigliainculo e
quaquaraquà”:        signor
Presidente fermi l’Italia e
ci faccia scendere
Lanciata a velocità folle in una nottata di crisi da
indebitamento, sfreccia l’Italia, lasciando durante il suo
passaggio una scia di vuoto occupazionale, rovine economiche,
tessuto sociale lacerato, una giustizia zoppicante , lenta e
nebulosa, la corruzione che dilaga ed una criminalità sempre
più aggressiva.

Giorgio Gaber ieri come la gente oggi
La gente si preoccupa. Attualissime sono le parole di Giorgio
Gaber: Mi scusi Presidente/Ma questo nostro Stato/Che voi
rappresentate/Mi
sembra un po’ sfasciato./ E’ anche troppo chiaro/Agli occhi
della
gente/Che tutto è calcolato/E non funziona niente.

L’attuale situazione ed il canto dantesco
dell’inferno
Notizia di pochi giorni fa: Bill Whatcott, canadese di 52
anni, cristiano di fede, è stato condannato a pagare una multa
di 55.000 dollari per avere chiamato maschio un avvocato e
attivista transessuale di nome Ronald Oger che si sente donna.
Una sentenza sbalorditiva.
Signor Presidente, fermi l’Italia e ci faccia scendere prima
che questo ventaccio canadese contamini ulteriormente la
penisola e sarà multato chiunque osi chiamare maschi gli
“Oger” italioti. Si preferisce anche scendere, caro
Presidente, per non dovere subire più a lungo, persone
consacrate come la monaca Cristina che balla con le Stelle
anziché ritirarsi in monastero a pregare per lo sfacelo che
sta attraversando la Chiesa mentre lei dà spettacolo in tv.

Signor Presidente, questa è l’Italia dantesca come viene
descritta nel canto dell’Inferno “’Per me si va ne la città
dolente /, per me si va ne l’eterno dolore, /per me si va tra
la perduta gente”. Non può essere che così. E per dirla alla
Benigni e Troisi: “Non ci resta che piangere

Il sistema          delle      opere      pubbliche         è
bloccato
Lo sblocca cantieri fatica a decollare, imbrigliato tra bozze
di subappalto, vertici del Palazzo, limiti del valore dei
lavori e rimandi mentre l’Italia affretta la sua corsa verso
il punto di non ritorno. La febbre del debito pubblico ha
ormai superato la cifra di 2.363.000.000.000 di euro e le
spese corrono su binari paralleli. La spesa giornaliera per
enti inutili si aggira mediamente sui 17 milioni di euro e si
calcola che giornalmente vengono evasi al fisco 194 milioni di
euro circa. I disoccupati si avvicinano ai tre milioni e
quattro milioni vanno avanti con un lavoro precario. Caro
signor Presidente, quanto può andare avanti questa situazione?
Forse meglio scendere ora e qui.

Lasciate ogni speranza o voi che dimorate
nelle periferie.
La situazione generale non offre tante scelte. E’ sempre il
canto dantesco. Schiacciata al nord dai lacci e laccioli delle
direttive Ue e al sud dalla crisi africana che fomentata da
mercanti di vite umane spinge con veemenza sul Belpaese.
L’urto la sta sfiancando, o reagisce o soccombe. La sicurezza
è diventata un bene prezioso molto ricercato, in particolare
modo nelle periferie dove molto spesso il governo centrale, e
a volte anche gli stessi Enti pubblici locali, ignorano e
sottovalutano il disagio ed il degrado in cui vive quella
parte della cittadinanza. Su scala nazionale si contano
giornalmente circa 380 furti in abitazione e di questi
solamente di 11 si vengono a scoprire i colpevoli.

A.A.A. giustizia giusta cercasi
Caro signor Presidente, la gente ormai ha perso ogni speranza
e sta perdendo fiducia nella giustizia. Il crimine di Stefano
Leo, a Torino, assassinato con una coltellata da Said
Machaouat perché sorrideva, giustamente ha suscitato molta
indignazione anche perché il marocchino aveva una condanna
definitiva e doveva essere incarcerato.

La sentenza del giudice non è stata eseguita, si legge, “per
un intoppo”.
Signor Presidente, chiamare tutto questo “una vergogna”
sarebbe troppo
poco e conferma la richiesta di chiedere che si fermi
l’Italia, ora e prima che succeda l’irreparabile.

Non c’è pace tra gli ulivi e nemmeno tra
la maggioranza
Scoppia il braccio di ferro tra Tria e le due forze
dell’esecutivo bloccando il governo. La Lega si mette contro
Tria accusandolo di bloccare la Flat Tax. Nasce la tensione
sul dossier dei ”truffati” dalle banche. Cala il gelo tra
Bankitalia ed il vicepremier Di Maio e si rimanda lo scontro
finale alle prossime nomine.

In giro la gente cerca di capire qualcosa su Quota Cento e sul
Reddito di Cittadinanza, sui Navigator e sui Centri d’impiego.
La TAV al momento dorme. Alla Camera è stato votato il Revenge
Porn. Per i meno avvezzi spieghiamo che trattasi del decreto
Codice Rosso che introduce il reato per la divulgazione di
materiale sessualmente esplicito senza consenso.

Qui si balla            sul    ponte      del     Titanic
italiano
Signor Presidente, non si capisce più niente. Davanti a tutti
questi problemi che ha il paese, il senatore Zanda si sta
facendo promotore di una proposta per rintrodurre il
finanziamento pubblico ai partiti; Radio Radicale sta
mobilitando tutta l’elite per protestare contro la riduzione
da euro 14 a 9 milioni/annui come finanziamento alla radio che
i contribuenti versano a questa emittente; il Ministero per lo
Sviluppo Economico ha ordinato alla Consip di emanare i bandi
per l’acquisto e il noleggio di 8280 auto blu e grigie, per un
costo totale di 168 milioni di euro; nelle trasmissioni tv di
intrattenimento si tengono le udienze del tribunale tra
risate, urla, balli e canti mentre negli uffici giudiziari si
verificano degli “intoppi”.

Intanto l’Italia corre spedita avvolta in una nebbia fitta e a
nessuno sembra importare più di tanto. L’Italia va verso il
suo destino, oltre quei lidi incerti ci sta il baratro, lo
strapiombo.

Signor Presidente ancora non è tutto
perso
Permetta la metafora, signor Presidente. Una volta l’Italia
era il giardino d’Europa. Qui germogliava l’arte, nasceva la
musica, fioriva la letteratura, cresceva la cultura e si
coltivavano i valori. Questo giardino era fonte di nutrimento
del popolo italiano. Poi venne l’ideologia del terzo
millennio, piena di gramigna infestante della globalizzazione,
sradicando radici e anni di sana tradizione, saccheggiando
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