Équipe Nuove forme di regia per l'oratorio - Note di pastorale giovanile
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Équipe educative Nuove forme di regia per l'oratorio Introduzione di Mons. Francesco Beschi, Vescovo della Diocesi di Bergamo 5 Per una vera “ministerialità educativa” Le équipe educative della nostra Diocesi di Don Emanuele Poletti, Direttore dell’Ufficio Pastorale dell’Età Evolutiva della Diocesi di Bergamo 7 1. Il racconto della sfida: la nascita dell’équipe educativa 10 1.1 Le tappe dell’équipe educativa Dialogo con don Gianluca Brescianini, parroco di San Pellegrino Terme 13 1.2 Cooperare per generare: l’alleanza con il non profit di Giuseppe Guerini, Presidente di Confcooperative Bergamo e di CECOP Europa 16 1.3 Da équipe a gruppo: l’apporto delle scienze sociali Progetto a cura dell’Ufficio Pastorale Età Evolutiva della Diocesi di Bergamo Dialogo con Claudia Manzi, Tel. 035 278 203 mail: upee@curia.bergamo.it Professore di Psicologia Sociale all’Università Cattolica di Milano 19 in collaborazione con: Confocooperative Bergamo - On Impresa sociale - Vita SpA Impresa sociale 2. L’esperienza dell’équipe educativa 22 Redazione: 2.1 Il sacerdote: da “tuttofare” a uomo dell’ascolto e del cambiamento 25 Ufficio Pastorale Età Evolutiva - Diocesi di Bergamo Marco Dotti (Vita SpA Impresa sociale) 2.2 Il laico: da esecutore a corresponsabile 28 Grafica: Laura Regazzoni 2.3 Il volontario: il vero motore dell’Oratorio 32 Fotografie: Chiara Savio, Confcooperative Bergamo 2.4 L’educatore professionale: attore del coinvolgimento 35 2.5 Il cooperatore: un facilitatore 38 I testi che seguono sono stati scritti in più tempi. 2.6 La famiglia: un interlocutore prezioso 40 Da pagina 5 a 50 sono stati chiusi in redazione il 16 marzo 2020. 2.7 Il ruolo del territorio 42 Da pagina 51 a 55 sono stati chiusi in redazione il 20 settembre 2021 3. Concludere per rilanciare 46 4. L'equipe educativa e le sfide della pandemia Finito di stampare il 30 settembre 2021 da Litostampa Istituto Grafico srl (Bergamo) 4.1 Sulla stessa barca - Oratorio di Nese 51 4.2 Una comunità attenta alla comunità - Oratorio di Pagazzano 54
L’ Oratorio è una specie di brand no uno dei tratti caratteristici dell’esperienza Oratoriana. Un terzo percorso, tra i tanti, è che raccoglie una molteplici- la consegna dell’Oratorio alla responsabilità di una cooperativa. In questi anni, il rapporto tà di esperienze portandole ad con le cooperative si è intensificato ed è cresciuto non solo in quantità, ma soprattutto unità. Non si tratta dunque di un in qualità: d’altra parte, questa crescita si verifica nel momento in cui non si immagina contenitore e neppure di un open space: e persegue questa soluzione semplicemente come un appalto di attività. Una scelta di l’Oratorio è un’idea che diventa esperienza. questo genere rappresenterebbe la rinuncia della comunità al rapporto con un’espe- Nemmeno l’immagine del lab-Oratorio, rienza che lei stessa ha generato. pure interessante, riesce a esaurire l’idea e L’esperienza e la riflessione attorno a questi percorsi, ha orientato la Diocesi di Berga- l’esperienza dell’Oratorio. mo in direzione della formazione dell’équipe educativa dell’Oratorio: una figura che si L’Oratorio è un “mondo”, il mondo come sta diffondendo e che verrà illustrata in tutti i suoi aspetti dagli interventi che segui- dovrebbe essere: da questo punto di vista ranno. Mi permetto di sottolineare soltanto queste ragioni. La prima ci riporta a quella bisogna riconoscere il rischio di fare dell’Oratorio un mondo a parte. In realtà l’Oratorio è caratteristica che avevo richiamato all’inizio: l’Oratorio bergamasco è espressione della in grado di superare questo rischio per la sua permeabilità con il territorio, con la comu- comunità e vive di questo legame. L’équipe educativa è espressione della responsabilità nità, con le periferie, con i soggetti più diversi: famose sono le originali immagini del educativa della Comunità. Non per nulla a presiedere l’équipe è il Parroco, che presiede “muretto”, della “soglia”, che la rappresentano. Non solo: da una parte l’Oratorio gode di la Comunità stessa. un riconoscimento “pubblico” e dall’altra è iscritta nel suo DNA la consegna al mondo di L’équipe educativa, espressione della Comunità è composta da laici, giovani, geni- coloro che lo hanno abitato. tori, educatori in senso ampio, che non hanno come compito primo quello di gestire, Merita di essere ricordata una peculiarità dell’Oratorio lombardo: esso nasce dalla organizzare e animare le attività dell’Oratorio (non si tratta della riedizione del Consiglio Comunità, dalla passione educativa di un intero paese, di un quartiere, di una parrocchia. dell’Oratorio), ma hanno il compito di esercitare con tutta la serietà e la responsabilità di È un’opera comunitaria e proprio in questa caratteristica affonda le radici la proposta cui sono capaci e di cui sono investiti dalla Comunità stessa, la responsabilità educativa dell’équipe educativa. La progressiva contrazione del numero di sacerdoti giovani, dedi- che caratterizza l’esistenza stessa dell’Oratorio. cati all’Oratorio, cominciata tanti anni fa e velocemente cresciuta, ha imposto alcune Maturata negli anni, questa “istituzione” rappresenta la scelta che la nostra Diocesi questioni che il servizio del cosiddetto curato dell’Oratorio, risolveva semplicemente per ha compiuto, con la trepidazione alimentata dalla velocità dei cambiamenti di questo il fatto di esserci. La soluzione di questi problemi ha prospettato possibilità diverse. tempo, ma anche con la determinazione e l’entusiasmo che riconosce in questo percor- Ne ricordo alcune, variamente sperimentate. La sostituzione del prete con un laico: un so le caratteristiche più “genuine” della figura e della proposta Oratoriana. Sono lieto di percorso di questo genere soffre di un equivoco di fondo, un laico non è un prete. Può accompagnare i contenuti di questo lavoro, con la convinzione di aver intrapreso una essere migliore di un prete, ma rappresenta una figura, una vocazione evidentemente buona via. diversa. Il criterio dell’intercambiabilità non si rivela adeguato, perché riduce le figure ad una funzione. Un’altra traccia, percorsa in più occasioni, è quella dell’assunzione di figure +Francesco Beschi professionali, sotto la guida del parroco: si tratta di un percorso interessante, ma molto Vescovo dipende dal parroco e dall’atteggiamento complessivo della comunità nei confronti di questi “professionisti”. Basti pensare al delicato rapporto tra questi e il numero di volontari, che rappresenta- 4 5
Per una vera to – attraverso cui la parrocchia, in nome del Vangelo, ha a cuore la crescita dei più piccoli. zativi e funzionali un tempo svolti dal giovane prete. La deriva, possibile e non indifferente, “ministerialità Sono due le istanze che da sempre lo caratte- avrebbe potuto essere quella di “mercanteg- rizzano e che sono chiamate a mantenere fra giare” l’attenzione educativa. loro una sana tensione: Abbiamo preferito percorrere una “via educativa” • la passione e la cura educativa per ogni lunga”, una strada più di “senso”, impegna- persona e per l’intero della persona, renden- tiva ma forse anche più “profetica”: mostra- do così l’Oratorio un luogo aperto a tutti e re che gli Oratori continueranno ad esserci interessato al tutto della persona; e a rinnovarsi soltanto se le singole comuni- tà se ne assumeranno la “regia”. Pensandosi Le équipe educative • la volontà di radicare questa passione e come le prime e decisive risorse per affronta- questa cura nel Vangelo di Gesù, affinché re adeguatamente la trasformazione in atto. possa apparire chiaro l’orizzonte di senso e della nostra Diocesi il fine che muove l’agire stesso dell’Oratorio. Oppure, ancora più radicalmente, disposte a credere che un domani gli Oratori potranno Come custodire queste due istanze nel anche non più esistere, perché “mezzi” e non nostro tempo, soprattutto se i preti giovani “fini”. Ma ciò che non dovrà assolutamente vengono meno e il parroco, a volte anziano sparire perché cruciale, è il desiderio di cura e solo, non può più essere il pastore così vici- per le giovani generazioni, agita dentro una di Don Emanuele Poletti Alcune note per dare il “la” no a tutto il suo gregge come in passato? E chiara e condivisa intenzionalità educativa e Direttore La Diocesi di Bergamo sta vivendo anni faticosi e allo come articolare la ricchezza delle strutture evangelica. dell’Ufficio Pastorale stesso tempo affascinanti. Faticosi perché, come in tante Oratoriane che abbiamo a disposizione con dell’Età Evolutiva Da qui è nata l’ipotesi di chiedere ad ogni altre realtà, la cultura contemporanea continua a mettere il calo demografico (non solo di preti ma Oratorio – anche a quei 50 in cui il giovane Diocesi di Bergamo in discussione il Vangelo e la Chiesa con domande radicali, anche di ragazzi) che da diversi anni attana- prete è ancora presente – di dotarsi di una mentre il numero dei ragazzi e dei preti giovani loro dedica- glia inesorabilmente i nostri territori? équipe educativa, ovvero di un gruppo di ti è in evidente e continuo calo. Molti parlano di una Chiesa persone tendenzialmente adulte, una decina già in “minoranza”, categoria sociologica che riteniamo non La scelta dell’équipe educativa di persone al massimo, avente l’obiettivo di sufficiente a descrivere la storia bimillenaria cui apparte- custodire gratuitamente le finalità e le istan- niamo, ma che certamente connota in maniera obiettiva il Dal 2014, alla nostra Diocesi è sembrato ze dell’Oratorio precedentemente ricorda- tempo dentro al quale ci troviamo. Affascinanti perché, se opportuno avviare un processo di accompa- te. Dall’intuizione elaborata dalla Diocesi, si ce lo si concede e lo si vuole, in questo contesto può essere gnamento delle trasformazioni in atto. Innan- possono cogliere anche le caratteristiche che, fortemente stimolata la nostra capacità di vivere il Vangelo zitutto rinunciando da subito ad un dispositi- dopo attento discernimento del parroco, sono e di trovare le forme più adatte per annunciarlo alle nuove vo “gestionale” rispondente alle necessità più chiamate ad avere le persone ingaggiate per generazioni. immediate. Si sarebbe infatti potuta percorre- questo servizio: esperienza di fede, sensibilità Da più di un secolo, nella nostra Diocesi l’Oratorio si presen- re la “via breve” ovvero quella di assumere del ecclesiale, passione educativa, generosità e ta come lo strumento privilegiato – anche se non assolu- personale laico cui delegare i compiti organiz- disponibilità di tempo. 6 7
Va ammesso che non è mai facile individua- tente dell’uomo solo al comando – il “don” – te attorno a tre prospettive: mento che non è isola- re persone – laici e preti che siano – con tutte che zelantemente in passato si era caricato 1. mantenere un legame virtuoso tra l’Ora- to ma diocesano. Come queste caratteristiche. Tuttavia l’esperienza della riuscita o meno dell’Oratorio stesso. torio e la parrocchia, di cui l’Oratorio spesso accade per tutte di questi anni ci sta dicendo che non è stato stesso è espressione; le esperienze istituenti, nelle neppure impossibile: la questione educati- singole parrocchie si registra Guardando avanti 2. convergere su una linea educativa va e pastorale, da molti spesso tratteggia- un forte entusiasmo e, soprattutto dell’Oratorio, che possa diventare anche ta come un’emergenza cui dover far fronte Nel corso di questi anni sono andate matu- nei preti che già da qualche tempo un progetto scritto, e che custodisca la in modi altrettanto discutibili, ha innescato rando alcune consapevolezze che, anche hanno avviato un’équipe educativa, la dinamiche di cura e di responsabilità grazie tensione tra evangelizzazione ed educa- grazie a questa pubblicazione, desideriamo testimonianza è che «grazie all’équipe a tante persone che – insieme – hanno scel- zione; condividere. L’agire sinodale e unitario dell’éq- educativa, ho dismesso i panni del “tuttofa- to di mettersi in gioco e di dedicare tempo. È 3. favorire un coordinamento interno delle re” e mi sono riposizionato nel ruolo di pastore uipe educativa non può significare appiat- infatti sorprendente il fermento che si è gene- timento o neutralizzazione di ruoli definiti e attività dell’Oratorio e la costruzione di in ascolto della comunità»7. Allo stesso tempo, rato: ad oggi parliamo di quasi un centinaio di opportune alleanze con altre agenzie si deve registrare un sano realismo. Il processo necessari per il buon funzionamento del grup- équipe educative avviate, presiedute da circa educative del territorio4. di concretizzazione del progetto delle équipe po stesso2. Così come la gratuità degli ingaggi un centinaio di preti e che nell’insieme coin- Proprio perché la trasformazione avviata non non può escludere a priori il coinvolgimento di educative non è semplice né scontato: spesso volgono più di seicento laici. Non è certamen- è di poco conto, la Diocesi ha sempre cercato professionalità retribuite3. La preoccupazione emerge l’apprezzamento per il progetto ma vi te il numero delle persone coinvolte che ora che da sempre ha accompagnato il processo di sostenere il processo delle équipe educati- è anche il rischio di scoraggiarsi. ci interessa bensì il senso di queste presen- avviato, è stata quella di evitare il meccanismo ve attraverso alcune sinergie importanti, che L’auspicio è quello di mantenere vivo il ze: simbolicamente esse incarnano il volto della delega educativa a figure “apicali”, con continueranno ad esserci anche nel prossimo desiderio e di perfezionarlo affinché si possa di quella comunità che è da sempre il grem- tutti i rischi prima evocati. Da più parti e da futuro: con la Scuola di Teologia del Seminario arrivare ad una vera e propria «ministerialità bo dell’Oratorio. Come ben dicono le “Linee qualche tempo, le équipe educative più matu- Vescovile e l’Università Cattolica di Milano per educativa»8 che garantisca una continuità di progettuali dell’Oratorio” della nostra Dioce- re si stanno avviando verso una suddivisione una supervisione dal punto di vista teologico servizio nel tempo e che permetta alla nostra si: l’Oratorio è “faccenda di tutta la comuni- dei ruoli al loro interno e un ingaggio di nuove pastorale e pedagogico5; con Confcooperative Diocesi di rigenerare un Oratorio che, oggi e tà cristiana” 1. Una comunità che però, per la risorse, anche professionali, per l’Oratorio. Bergamo per la presenza di educatori profes- soprattutto domani, potrà aiutare ancora le liquidità e la complessità del nostro tempo, Solo l’esperienza dei prossimi anni sionali formati ad hoc nell’accompagnare il giovani generazioni a crescere come uomini e potrebbe rischiare di rimanere invisibile se non addirittura astratta. E che invece, grazie potrà dettagliare ulteriormente i compiti processo6 e con l’Ufficio Pastorale per l’Età donne di fede, disposti a riconoscere in Gesù all’équipe educativa, appare concreta e gratu- dell’équipe educativa. Ad oggi possiamo dire Evolutiva per la formazione dei laici coinvolti. la forma più alta della vita dentro la nostra ita, forse fragile ma sicuramente più promet- che i suoi compiti ruotano fondamentalmen- Ad oggi si assiste alla positività di un movi- storia. 1 Cfr. Diocesi di Bergamo, Linee progettuali dell’Oratorio, 2004. 4 Maickol Duzioni Il ruolo del territorio, pagina 42 2 Gigi Bonetti, Il laico: da esecutore a corresponsabile, pagina 28 5 Prof.ssa Manzi Da équipe a gruppo: l’apporto delle scienze sociali, pagina 19 3 Mirko Scandella, L’educatore professionale: attore del coinvolgimento, pagina 35 6 Giuseppe Guerini, Cooperare per generare: l’alleanza con il non profit, pagina 16 7 don Loris Fumagalli, Il sacerdote: da “tuttofare” a uomo dell’ascolto e del cambiamento, pagina 25 8 Conferenza Episcopale Italiana, Il Laboratorio dei talenti, n.22. 8 9
1. Il percorso delle équipe educative si avvia a compiere quasi dieci anni. Un percorso che può essere compreso guardando indietro, ma deve essere vissuto guardando avanti, mentre si fa progetto Il racconto 2013 La nascita della dell’équipe La necessità delle équipe educative di una figura di riferimento tradizio- sfida negli Oratori bergamaschi comincia nale come il curato? Quali elementi educativa ad essere fortemente sentita nel 2013 virtuosi emergevano da quel riposizio- namento? Quale insegnamento trarre a causa di un segno forte arrivato dalla realtà, quando la Diocesi perse di colpo da una situazione che, evidentemen- quindici curati. Il primo passo compiuto te, indicava una tendenza generale del nostro tempo e della nostra società? dal Vescovo fu quello di lasciarsi interro- Quest’anno di ascolto è stato fecondo e gare da quel segno e, al tempo stesso, ha fatto comprendere come non fosse iniziare una fase, durata circa un anno, la dimensione singola, o apicale, ma di ascolto delle comunità che avevano quella di gruppo e comunitaria a offri- perso il curato. re le maggiori possibilità di risposta a Come si stavano riposizionando una sfida che richiedeva, prima di tutto, queste comunità rispetto al venir meno elaborazione di pensiero e di senso. 10 11
Nel 2016, infine, è arrivata l’alleanza con Confcooperative. Un’alleanza di senso mossa da un’esigenza comune tanto agli Oratori, quanto al mondo del Terzo settore: l’idea che per rigenerare energie si debba partire dal basso. Ne è nato un processo di empowerment che ha consentito alla Diocesi di avere a disposizione competenza, passione e risorse da impegnare e al mondo della cooperazione di avviare un importante percorso di riflessione sui propri fini. Le tappe 1.1 dell’équipe 2014 2016 2020 educativa Dialogo con Da quali esigenze profonde nasce Nel settembre del Oggi, su 298 Oratori don Gianluca la sfida dell’équipe educativa? 2014, l’intuizione delle bergamaschi, le Brescianini Stiamo sperimentando tutta la fatica, ma anche tutta la bellezza del équipe educative équipe educative parroco cambiamento. Oggi sta cambiando tutto. Ma è anche il nostro modo venne presentata presenti sul di San Pellegrino di affrontare le cose che deve cambiare. La sfida dell’équipe educativa ufficialmente territorio della Terme nasce da questa esigenza di rispondere a una fatica, cercando di speri- all’Assemblea del Diocesi sono quasi mentarne la bellezza. Si parte sempre da un dato quantitativo: i preti Clero e, da lì, elaborata 100. Segno di una vengono a mancare e, questo, pone un problema per il presente e il futu- nelle sue linee guida Quasi comunità cristiana ro dei nostri Oratori. Oratori che rappresentano una parte importante del 100 dall’Ufficio Pastorale che ha saputo tessuto comunitario bergamasco. Ma da quel dato quantitativo, emer- dell’Età Evolutiva. lasciarsi provocare, genziale, possiamo lasciarci provocare. E in quel caso, la nostra risposta équipe! aprendosi a un non può essere un “tappare i buchi”, ma un accogliere con umiltà la sfida. progetto di futuro. In questo caso: aprendosi a forme nuove di corresponsabilità e regia degli Oratori. Parlando della nascita dell’équipe educativa, potremmo dire che nasce ogni giorno, nel momento stesso in cui, iniziato un percor- so, assunta la consapevolezza di voler mettere in atto questo percorso, si 12 13
Servono molti passaggi capisce che è un cammino ancora tutto da all’interno della comunità “Il Laboratorio dei talenti” è stata legare di più Chiesa e territorio in modo che la fare. la prima Nota pastorale dedicata Chiesa in uscita, come la chiama Papa Fran- affinché essa capisca Un primo passaggio, una prima tappa dalla CEI al valore degli Oratori. cesco, sia più presente in quello che riguarda nel cammino di un’équipe? questa nuova dimensione Tocca anche il tema i vissuti (la fragilità, le relazioni, la cittadinan- delle équipe educative… za, la scuola); dall’altro, generare una “rela- Diventare gruppo. La Diocesi ha messo in e le ragioni profonde Non solo, ma ricorda come «la comunità zione più relazione” fra i preti e i laici, un loro campo importanti momenti di formazione per i membri dell’équipe. Questo è fonda- che hanno spinto educativa dell’Oratorio è il soggetto fonda- “far corpo” in vista delle sfide future, quando mentale dell’azione Oratoriale, ed esprime i preti verranno meno. Questi due passaggi mentale, perché far parte di un’équipe non a creare un’équipe sono chiaramente in sintonia con l’operazio- significa “essere arrivati”, ma partire. Non è a suo modo la continuazione della missione degli Apostoli». Si tratta di un ne dell’équipe educativa in un lavoro a tavolino, ma una sfida. D’altron- processo lento, di maturazio- Oratorio. de, già nel 2013, nella Nota pastorale sul valo- Le équipe e la loro re e la missione degli Oratori, la Conferenza ne e di trasformazione “gene- Resta aperto il tema Episcopale Italiana ricordava che proprio «gli ad esempio, intercettando gli altri gruppi rativa”, non “gestionale”. La duplice attenzione: dell’identità dell’équipe… valorizzazione del laicato si Oratori non nascono come progetti “fatti a presenti in Oratorio, presentandosi e ponen- legare di più Chiesa Quando uno sa chi è, tavolino” ma dalla capacità di lasciarsi provo- gioca in questo processo. Un allora ecco l’apertura, do a tutti le caratteristiche e i compiti di care e mettere in discussione dalle urgenze e processo che non è di mera e territorio ecco l’uscita. Un’apertura questa “novità”. Credo, però, che presentarsi collaborazione, ma è di corre- dai bisogni del proprio tempo»9.Per costruire non basti. Servono molti passaggi all’interno e generare una nell’ottica di andare con la dobbiamo prima costruire la nostra capacità sponsabilità: sono respon- consapevolezza di identi- di far gruppo, ascoltando e ascoltandoci. Non della comunità affinché essa capisca questa sabile io, quanto lo sei tu. Il “relazione tà che ci caratterizza. Ma nuova dimensione e le ragioni profonde che ruolo della mediazione del è per il fatto che siamo équipe, che siamo già hanno spinto a creare un’équipe. Servirà più relazione” proprio per questo, se vera, gruppo. sacerdos è quello di aiutare se vissuta e sentita nell’ot- Un secondo passaggio è forse del tempo soprattutto per generare una in questa corresponsabilità, fra i preti e i laici tica del Vangelo, quell’i- progettazione feconda. Tra i vari soggetti che nella comunione. Il sacerdote dentità ti apre a tutti e si il rapporto con la comunità compongono un’équipe educativa, forse il deve mediare, valorizzare, incorporare alcune relaziona con tutti. Sul piano pratico e opera- nel suo insieme? più importante è il tempo. Darsi tempo, per situazioni ma fare in modo di rilanciarle affin- tivo, credo che si andrà sempre più verso il Bisogna aiutare la comunità a prendere capire, per guardarsi dentro e attorno, per ché la comunità sia sempre più correspon- potenziamento del proprium, all’interno delle consapevolezza di questa nuova presenza sabile. Le équipe sono dentro un percorso di comunità e dentro le attività tipiche di un all’interno dell’Oratorio. Questo si può fare, prepararsi e per agire. una duplice attenzione legato a quanto sta Oratorio come “comunità educante”, rispetto accadendo nella nostra Diocesi: da un lato, alla dispersione dei nostri tempi. 9 Conferenza Episcopale Italiana, Il Laboratorio dei talenti, 2013. 14 15
1.2 Le forme nuove dell’impegno sociale Fin dalle prime conversazioni con la Diocesi è emersa la necessità di cercare una nuova e diversa forma di impegno sociale per fare in modo che le cooperative tornassero a rivolgersi alle comunità, considerandole come luoghi di generazione e nutrimento contrario: abbiamo chiesto loro di investire risorse, tempo, idee e denaro. Non dovevano pensare a questo progetto come un modo tra tanti per fare fatturato, ma come una stra- ordinaria opportunità per incrementare il capitale sociale. A tutte le realtà del mondo cooperativo che hanno deciso di impegnarsi in questo proget- del capitale sociale e non semplicemente to abbiamo domandato una cosa sempli- come mere portatrici di bisogni o interessi. ce, ma chiara: scommettere su un progetto Rovesciare la prospettiva, cercando una forma educativo. Un progetto fatto di impegno e di impegno davvero diverso ci ha consentito promozione della partecipazione. Un lavoro Cooperare dal quale le cooperative coinvolte si sarebbe- L’alleanza di individuare nelle crescenti richieste delle comunità locali, nelle quali il venir meno di ro dovute aspettare, nell’ipotesi più ottimisti- sacerdoti ha di fatto reso “impresenziati” ca, il pagamento di una parte del lavoro ma con il per generare moltissimi Oratori, altrettante occasioni per il cui principale ricavo sarebbe stato espres- dar senso al nostro impegno comune. so in ben altri termini: reputazione, relazioni Terzo Settore sociali, credibilità, coinvolgimento di giovani e famiglie in un progetto sociale, che partiva Scommettere su un progetto, dagli Oratori ma avrebbe portato alle comu- investire sul futuro nità locali dei quartieri o dei paesi coinvolti. di Giuseppe Guerini Quando abbiamo iniziato a conversare, scelgo intenzionalmente Nasce da quelle conversazioni e da queste Oggi possiamo dirlo: questa scommessa ha Presidente questo verbo, con la Diocesi di Bergamo sulle équipe educative si considerazioni il progetto Oratori-Coope- dato buoni frutti. di Confcooperative è inevitabilmente aperto un grande tema di prospettiva e di senso: rative Sociali sviluppato nella Diocesi di Bergamo come un’organizzazione di rappresentanza qual è Confcooperative, Bergamo. Alle cooperative che hanno aderi- e di CECOP Europa che nel proprio Statuto richiama l’ispirazione ai valori e agli insegna- to inizialmente al progetto non abbiamo Il beneficio di tutti menti della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, potesse nuova- Qualcuno potrebbe pensare che a trarne promesso spazi di lavoro, incarichi di consu- mente tradurre questi richiami in un impegno concreto e fattivo. beneficio siano state solo le comunità, che lenza o gestioni di attività negli Oratori. Al Per me era un’esigenza impellente, anche alla luce di alcuni scan- dali che hanno minato la reputazione delle cooperative sociali. Un’e- sigenza concreta in relazione al fatto che tante, troppe cooperative di fatto si erano trasformate nel tempo in agenzie di lavoro, in comitati A tutte le realtà del mondo cooperativo che di professionisti, in gruppi d’interesse spesso autoreferenziali che, di hanno deciso di impegnarsi in questo progetto abbiamo domandato fatto, senza troppo rendersene conto, avevano rattrappito il principio mutualistico al solo mantenimento del posto di lavoro dei soci. una cosa semplice, ma chiara: scommettere su un progetto educativo 16 17
La comunità locale entrando in cooperativa chiedeva di rispondere ad altre domande 1.3 hanno visto i propri Oratori rimanere animati Riscoprire la vocazione e aperti. Altri, invece, che a beneficiarne sia al cooperare stata la Diocesi, che è riuscita a tenere attivi Proprio in questo continuo sorprender- Oratori anche senza nuovi giovani sacerdo- si davanti a cose nuove, il progetto Orato- ti da inviare in quelle comunità. Altri ancora Da équipe ri-Cooperative Sociali realizzato nella Dioce- potrebbero pensare che a beneficiarne siano state invece proprio le cooperative… Io penso si di Bergamo si è rivelato innovativo. Per le cooperative si tratta di una occasione prezio- L’apporto invece che, come nelle migliori esperienze delle scienze a gruppo sa a cui guardare con interesse per ritrovare cooperative o comunitarie, tutti ne abbiano motivazione e ispirazioni a svolgere a pieno la sociali beneficiato. funzione di imprese sociali di interesse gene- Chi si attendeva di avere un “curato laico” rale che perseguono la realizzazione di un a dirigere l’Oratorio e a cui delegare l’anima- beneficio per le comunità in cui operano. zione delle attività, si è trovato a dover diven- Il progetto sugli Oratori realizzato dalle tare educatore e animatore; chi si attendeva Cooperative Sociali di Confcooperative insie- di mettere a disposizione un educatore o un Dialogo con Dal punto di vista delle scienze umane e, in particolare, me alla Diocesi di Bergamo rappresenta professionista sociale da mettere “al lavo- Claudia Manzi della pedagogia come possiamo inquadrare una formidabile occasione per ridare senso ro” sul territorio, si è trovato con la comunità Professore (anche scientificamente) l’esperienza delle équipe educative e significato alla presenza delle cooperative locale che entrando in cooperativa chiedeva di Psicologia Sociale sperimentata ormai da diversi anni negli Oratori bergamaschi? nelle comunità locali, ma diventa anche una di rispondere ad altre domande e magari, all’Università Ci dà una sua lettura? grande occasione per portare dentro le stes- partendo da un progetto di animazione dei Cattolica Appoggiarsi ad un’équipe educativa anzichè fare affidamento ad se cooperative esperienze, valori, radicamen- ragazzi all’Oratorio, ci si è scoperti con un di Milano un singolo educatore nella gestione degli Oratori bergamaschi è to relazionale e ispirazione che porteranno appartamento da gestire per sostenere un certamente un passaggio innovativo ed interessante. Un passaggio una ri-generazione dell’esperienza coopera- progetto di autonomia di persone con disa- che ha delle indubbie potenzialità da un punto di vista psico-peda- tiva che darà benefici in grado di alimenta- bilità… gogico. re il cambiamento anche nei contesti sociali in cui le cooperative sociali sono chiamate a Prima potenzialità: il lavoro di gruppo, facilitando la suddivisio- operare. ne dei compiti e delle responsabilità, aiuta gli operatori a gestire 18 19
La visione delle famiglie mi o portare avanti iniziative. le per il buon successo dell’équipe. Colui precisa i confini e le aspettative reciproche Accanto a queste potenzialità possiamo o colei che coordina l’équipe educativa (e tra équipe e consiglio pastorale. Da una aiutava nella programmazione intravedere degli aspetti sfidanti? che non potrà essere il sacerdote che inve- parte vanno rispettate le legittime indica- ce la presiede) dovrà quindi saper esercita- di attività che rispondessero Certamente, su tutti, la diversità che carat- zioni della parrocchia, dall’altra va tutelato il re questa complessa funzione che richie- grado di autonomia dell’équipe negli ambiti terizza ciascun membro dell’équipe può maggiormente anche de notevoli capacità di riflessione, ascolto, che le competono di responsabilità. portare a momenti di tensione e conflitto che problem solving, mediazione e anche crea- ai bisogni dei genitori andranno adeguatamente risolti. Inoltre nei Se la guardiamo in prospettiva come tività. vede, sempre nell’ottica delle scienze gruppi che non sono ben gestiti si possono creare delle dinamiche, sia al livello conscio Autogoverno, autogestione, completa umane, il futuro di questa esperienza? il carico con maggiore facilità e a sentirsi che inconscio, che possono risultare in un autoresponsabilità o, comunque, A suo parere le équipe evolveranno, meno soli nella “regia” degli Oratori. Inol- appesantimento del lavoro. Le équipe educa- è sempre necessaria una supervisione i tempi della maturazione tre avere una molteplicità di prospetti- tive dovranno quindi essere supportate con e un coordinamento “verticale” di una consapevolezza saranno lunghi? ve nell’analisi e risoluzione delle questioni una formazione e una supervisione specifica. nella gestione della singola équipe Ci lascia una parola chiave? educative legate ai progetti portati avanti Temi molto cruciali per la formazione dell’éq- e nel rapporto delle équipe tra loro? Le parole chiave a mio avviso sono due: in Oratorio, come anche una complemen- uipe sono quelli relativi al team-building, alla Ciascun gruppo di lavoro, ciascuna équipe formazione e supervisione. Credo che la tarietà di visioni nella risoluzione di nodi gestione dei conflitti, alla leadership. si innesta in un tessuto organizzativo e cultu- Diocesi nell’orientarsi verso questa soluzio- critici e problematici, porta una maggiore rale ben preciso che è ne abbia ben chiaro che Se interroghiamo la natura dell’équipe ricchezza nella comprensione delle diverse quello della parrocchia. il progetto avrà succes- sfumature che queste sfide comportano e educativa, sorge spontanea la domanda: La Diocesi nell’orientarsi è un gruppo o un’unione “funzionale” di È quindi imprescindibi- so ed un futuro nella di conseguenza una più efficace gestione. singoli e di singole competenze? le un profondo legame verso questa soluzione misura in cui le perso- Ricordo che nelle interviste fatte presso dell’équipe con il parro- ne coinvolte nell’équipe un’équipe della Diocesi, i componenti ripor- Credo che l’équipe educativa da un punto ha ben chiaro co che ne è già parte e possano contare su una di vista psicosociale vada inquadrata come tavano come un elemento di ricchezza avere un vero e proprio gruppo di lavoro, quindi soprattutto con il consi- che il progetto avrà costante formazione e una mamma dell’Oratorio presente nell’éq- glio pastorale dal quale supervisione rispetto al uipe perché, seppure con minore esperien- più che un’unione di singoli componenti che l’équipe assume il suo un futuro nella misura loro compito educativo svolgono differenti funzioni. Infatti il lavoro di za nel campo dell’educazione Oratoriana, gruppo presenta dei vantaggi che potrebbe- mandato. Se è vero però in cui le persone coinvolte e alle sfide che compor- portava sempre la visione delle famiglie. Ciò che risulta fondamen- ta il lavorare in équipe. facendo aiutava nella programmazione di ro costituire la vera innovazione nella gestio- tale che l’équipe sappia nell’équipe possano Aggiungerei una terza attività che rispondessero maggiormente ne degli Oratori. Diventare gruppo non è facile: è questa la sfida aperta dall’esperienza assumere a pieno il contare su formazione parola: comunicazione. anche ai bisogni dei genitori. mandato e costante- L’équipe riuscirà a svol- Seconda potenzialità: l’équipe può essere delle équipe in Oratorio. mente si relazioni con il e supervisione costanti gere il proprio compito un importante arricchimento relazionale All’interno degli Oratori e delle stesse parroco rispetto alla sua con successo nella misu- anche per coloro a cui le attività dell’Orato- équipe torna spesso il tema della missione, è altrettanto vero che un ecces- ra in cui nelle parrocchie verrà comunicata rio si rivolgono. Avere a disposizione diver- leadership. Ci aiuta a inquadrare anche sivo controllo intrusivo dall’alto porterebbe con chiarezza, non solo la presenza dell’éq- se figure che sono responsabili può aiutare questo tema, alla luce di quanto abbiamo ad un fallimento dell’équipe stessa, dele- uipe ed i suoi componenti, ma anche la sua anche i ragazzi ad avvicinarsi alla personalità detto prima sui gruppi? gittimata del suo ruolo e della sua respon- funzione all’interno della più complessa che sentono più affine per affrontare proble- Il tema della leadership è imprescindibi- sabilità. Occorre quindi segnare in maniera organizzazione parrocchiale. 20 21
2. La novità dell’équipe Dinanzi alle sfide educative del nostro tempo la «genialità degli Oratori» è sempre stata quella di innovare, «valorizzare e abitare la qualità etica dei linguaggi e delle sensibilità giovanili»10. Una sfida che, nella Diocesi di Bergamo, ha aperto la strada alla novità – intesa come vera capacità di rinnovare e al contempo di custodire la missione fondamentale dell’Oratorio – dell’équipe educativa. Sono i primi passi dell’esperienza istituente di un luogo capace di interpretare un bisogno di profezia e L’esperienza di futuro. Innanzitutto nelle figure che compongono l’équipe educativa (il sacerdote, il laico, il volontario, l‘educatore professionale), che l’accompagnano (il dell’équipe facilitatore) o ne osservano, con occhio attento e moti- vato, il percorso (il sindaco). Il compito Il compito che attende le équipe educative non è, che attende educativa infatti, quello di gestire l’Oratorio di oggi. Il compi- to che attende le équipe educative è immaginare le équipe l’Oratorio di domani, nella consapevolezza di ciò che è educative l’Oratorio oggi. La novità dell’équipe si gioca in questa capacità di aprirsi da parte delle sue figure a un’espe- è immaginare rienza fraterna e di gruppo, coscienti che l’Oratorio ha l’Oratorio espresso da sempre «il volto e la passione educativa della comunità1., adattandosi ai diversi contesti »11. di domani 10 Conferenza Episcopale Italiana, Il Laboratorio dei talenti, n. 5. 11 Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 42. 22 23
L'esperienza 2.1 in cifre Il sacerdote CURATI Da “tuttofare” 2019 2013-2017 PARROCCHIE a uomo dell’ascolto 90 389 100 2018 da 90 e del cambiamento 2017 a 50 70 2016 Don Loris Fumagalli Mutare, cambiare, sperimentare, ma anche girare, provare 2015 ÉQUIPE 40 LAICI COINVOLTI Vicario interparrocchiale e riprovare. Insieme. Sono tante le sfumature dell’etimologia 2014 EDUCATIVE NEI PERCORSI FORMATIVI di Romano di Lombardia della parola “cambiamento”. Di certo, la radice greca, kambein, 25 è la più suggestiva da cogliere, ma la meno facile da mette- 10 600 re in pratica. Indica il cambiar rotta, avendo chiara la direzio- ne. Richiede pazienza. Richiede tempi che si confrontino con le circostanze. Richiede anche continuità nel cambiamento. Ma perché un cambiamento avvenga occorre, prima di tutto, CORSI DI FORMAZIONE ascoltarsi e saper ascoltare. ATTIVATI (CENTRALIZZATI Don Loris, nato nel 1981, dal settembre del 2018 è vicario inter- ORATORI E TERRITORIALI) parrocchiale a Romano di Lombardia, nelle parrocchie di Santa 298 15 Maria Assunta e di San Pietro. Su questo passaggio, da sacer- dote “tuttofare” a “uomo dell’ascolto”, ha improntato il lavoro con le équipe educative. 24 25
L’équipe educativa è uno straordinario stru- te, quando un prete arriva e ha bisogno di de col contributo di tanti e ogni contributo si mento di conoscenza e di consapevolezza. conoscere la realtà, mettendosi in ascolto. somma agli altri permettendo di alzare, ogni Un punto di connessione, ma anche di inno- L’équipe, spiega ancora don Loris, «mi ha volta, il livello della proposta. Per questo è vazione di quello «stile educativo» che l’Ora- introdotto rapidamente e in maniera obietti- molto importante, per un prete, proprio in torio ha saputo declinare in epoche, luoghi, va rispetto a queste realtà». Evitando di «dover termini di azione innovativa il rapporto e il persone e situazioni sempre diversi. ricominciare da zero». Non confronto continui con l’éq- solo, perché l’équipe, prose- uipe. L’innovazione è un gue don Loris, «ha rafforzato processo comunitario». le fondamenta su cui avrem- L’équipe Usando categorie cristia- mo cominciato a costruire» non è solo un anello ne «chiamiamo questa e ha evitato alcune fatiche: innovazione profezia». Se la «ho così potuto dismettere di trasmissione: profezia è stata a lungo del «Sono arrivato a Romano di Lombardia», tarsi con i due Oratori, con i gruppi e con la racconta don Loris, «città che ha circa venti- nuova realtà? gli abiti del “tuttofare”, che è anche singolo, nel nostro mondo mila abitanti, nel settembre del 2018». Per la avrebbero rubato tempo sempre più complesso è La risposta è stata l’équipe educativa: «Al e risorse ai parrocchiani, un potente oramai da attribuire a un prima volta, nella storia di Romano, è l’unico mio arrivo ho trovato due équipe, una per curato dei due Oratori. Don Loris si trova in ogni Oratorio. Come antenne sul territorio e orientandomi rapidamente attivatore di novità processo. «Un processo un territorio nuovo e in una sull’ascolto della comunità». fraterno e di gruppo», spie- come segni di continuità, situazione inedita. Inedita per L’équipe non è solo un ga don Loris. Per questo, la le équipe mi hanno aiutato lui e per la comunità. È un Come conoscere, anello di trasmissione: è profezia «appartiene a chi a capire la realtà in cui mi prete giovane, ma con una sa mettersi insieme», portando il proprio come capire, trovavo». Le équipe, osser- anche un potente attivatore di novità. «La lunga esperienza alle spal- tradizione ha sempre considerato che fosse contributo, il proprio carisma, la propria come rapportarsi va don Loris, hanno fatto le: «Venivo da Sarnico, dove l’estro del curato a portare elementi di novi- particolarità. da ponte tra il prima e il avevo trascorso dodici anni e tà alla proposta dell’Oratorio», spiega don con i due Oratori, dopo, «così, il mio arrivo non «L’équipe educativa, per me “prete giova- mi trovavo calato in una situa- Loris, «con il rischio che se la creatività è affi- ne”, è questo dispositivo che aiuta a gene- zione tutta da capire. Quanto con i gruppi e è stato un trauma per loro data all’estro e alla propensione e alla fanta- rare il nuovo, creando un luogo di pensie- tempo mi sarebbe servito per e non è stato un problema con la nuova realtà? sia del singolo prete, l’Oratorio può ritrovarsi ro da cui partire per immaginare il futuro orientarmi? Quanto tempo per me. Ma le équipe hanno facilmente senza estro e senza novità. Oppu- dell’Oratorio. Un luogo che consente al prete per organizzarmi?». Doveva anche fatto da collante tra re, venendo a mancare il prete può trovar- di abbandonare i panni del “tuttofare” e di conoscere la città, i parrocchiani, i gruppi. le esperienze e le realtà che il Vescovo mi si a non avere quelle spinte di innovazione riposizionarsi nel ruolo di pastore in ascolto C’erano le attività da proseguire e quella da aveva affidato». che, oggi forse più di ieri, sono cruciali». della comunità». Anche in questo, conclu- avviare. La cura della comunità, le incomben- L’équipe educativa si rivela un importan- Quella messa in gioco dall’esperienza de don Loris, «quella dell’équipe educativa ze pratiche… Tante e tante cose. Che fare? te anello di trasmissione e di collegamen- dell’équipe è quel tipo di innovazione che i è una vera sfida, una sfida completamente Come conoscere, come capire, come rappor- to. Soprattutto in fasi di passaggio delica- sociologi chiamano “incrementale”: «proce- evangelica». 26 27
2.2 Come équipe, racconta Gigi, «abbiamo seguito il percorso di formazione diocesana di primo livello, ci siamo fatti le ossa e il nostro della delega che, un tempo, lo vedeva coin- volto come mero esecutore». Nell’équipe, il laico svolge un ruolo di corresponsabilità, di primo passo, poiché non c’era il Consiglio coordinamento e di cura. pastorale e il consiglio dell’Oratorio, per varie «L’esecuzione seguiva una dinamica linea- ragioni, non veniva convocato, è stato struttu- re: il laico prendeva in carico una consegna e Il laico rare un calendario». cercava di portarla a termine. Il suo ruolo, in Dal punto di vista organizzativo non c’era qualche misura, finiva lì. La corresponsabilità più niente. C’era, però, la volontà di risponde- segue invece una dinamica generativa e di re alla sfida, «iniziando a fare squadra, dando- progetto: si parte da una visione d’insieme, si Da esecutore ci finalità, tempi, un metodo, una linea e delle scadenze». Tre parole: corre- prosegue con una condivisione all’interno del gruppo e solo dopo si passa sponsabilità, coordinamento, all’esecuzione». a corresponsabile gruppo. Parole che, spiega Corresponsabilità Al laico è chiesto in primo Gigi, grazie al lavoro dell’éq- è permettere luogo un cambio di menta- uipe «hanno il modo di diven- lità e di passo: non conside- all’équipe tare pratica concreta di comu- rarsi più esecutore, ma esse- nità e di Chiesa». di diventare motore re corresponsabile. Sentirsi Si inscrive in questo solco la parte di quel rilancio che vede progettuale proposta di «Chiesa in uscita» gli Oratori impegnati in una Gigi Bonetti L’Oratorio in costruzione, tanti i cambiamenti in per l’Oratorio auspicata da Papa Francesco. trasformazione che li spinge Coordinatore équipe educativa corso. Tutto consigliava di aspettare, «ma il nostro Una Chiesa che, in un tempo a diventare «ponti tra la Chie- di Tagliuno “don” si è fidato e siamo partiti». Nato nel 1970, viene di maturazione e consapevolezza delle sfide sa e la strada»14 comporta una «correspon- da una lunga attività associativa nell’Azione Cattolica poste da un mondo sempre più comples- sabilità condivisa che, per il laico, maturata e racconta così l’inizio di quella che chiama «l’avven- so e liquido, ha visto crescere la «coscien- la giusta esperienza, può significare anche La corresponsabilità segue tura dell’équipe educativa». Un’avventura che nel suo za dell’identità e della missione del laico»13. assumere la regia del gruppo». Questa consapevolezza impone di ripensare Corresponsabilità significa farsi carico di una dinamica generativa paese, Tagliuno, è partita nel 2018 e sta dando i propri la presenza stessa del laicato nel luogo e stru- tutte le parti di un progetto educativo: «dall’a- frutti. e di progetto: si parte mento privilegiato per la cura educativa delle scolto dei volontari, all’impegno per trovare Sono oltre 27mila i laici che danno il proprio suppor- nuove generazioni: l’Oratorio. da una visione d’insieme, soluzioni a problemi, fino alla condivisione to negli Oratori bergamaschi12.Gigi è uno di loro e ha «Dentro l’équipe, in un Oratorio, il ruolo del delle competenze che permettono all’équipe si prosegue portato il proprio bagaglio di esperienza all’interno laico è cruciale», racconta Bonetti, «perché è di diventare un motore progettuale per l’Ora- con una condivisione dell’équipe educativa. a lui che è chiesto di superare quella fatica torio». all’interno del gruppo e solo dopo 12 Ufficio Pastorale dell’Età Evolutiva, L’Oratorio oggi. Ricerca quantitativa 13 Francesco, esort. ap. Evangelii Gaudium, n. 102. si passa all’esecuzione sugli Oratori nella Diocesi di Bergamo, Bergamo 2015, vol. 9 bis, p. 42. 14 Conferenza Episcopale Italiana, Il Laboratorio dei talenti, n. 5. 28 29
Corresponsabilità, però, significa anche po. «Aver cura del gruppo significa trovare darsi dei ruoli e assumerli con discernimento. qualcuno che lo aiuti a crescere, evitando che Serve infatti, spiega Gigi, «qualcuno che si si disperda in mille rivoli, ma si dia un metodo Chiesa e alla sua santificazione permanente. L’apostolato dei laici è quindi assuma la responsabilità ulteriore di aver progettuale e lo guidi attraverso le fasi dell’e- partecipazione alla missione salvifica stessa della Chiesa; a questo apostolato cura delle relazioni all’interno dell’équipe». laborazione, della condivisione, dell’attua- sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confer- Curare le relazioni interne e coordinare i ruoli zione e della verifica del progetto educativo mazione. Dai sacramenti poi, e specialmente dalla sacra eucaristia, viene comu- all’interno del gruppo è, infatti, un altro aspet- dell’Oratorio». nicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini che è l’anima di tutto to dell’operare del laico nell’orizzonte di un Un laico, conclude Bonetti «è una figu- l’apostolato. Ma i laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la «Oratorio in uscita», aperto alle sfide esisten- ra chiamata oggi anche a questo ruolo di Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della ziali del nostro tempo. coordinamento e raccordo fondamentale. terra se non per loro mezzo. Così ogni laico, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è Come ogni esperienza che voglia incidere Un ruolo che se condotto con discernimen- testimonio e insieme vivo strumento della stessa missione della Chiesa «secondo la sul lungo periodo, anche quella dell’équipe to permette al gruppo di maturare, tenendo misura del dono del Cristo» (Ef 4,7). educativa in Oratorio necessita infatti di co- sempre presente i bisogni della comunità e Oltre a questo apostolato, che spetta a tutti i fedeli senza eccezione, i laici possono anche ordinamento in grado di aiutare tutti i suoi inscrivendoli nell’ottica piena di un messag- essere chiamati in diversi modi a collaborare più immediatamente con l’apostolato della membri a muoversi in gruppo e come grup- gio cristiano». Gerarchia a somiglianza di quegli uomini e donne che aiutavano l’apostolo Paolo nell’e- vangelizzazione, faticando molto per il Signore (cfr. Fil 4,3; Rm 16,3 ss). Hanno inoltre la capacità per essere assunti dalla gerarchia ad esercitare, per un fine spirituale, alcuni uffici ecclesiastici. PER APPROFONDIRE Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno divino di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro La ministerialità laicale aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anch’essi alla luce del Concilio Vaticano II: un cammino che continua. attivamente partecipino all’opera salvifica della Chiesa». (Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, n. 33) 1 «Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici. (...) Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordi- 3 «I laici sono semplicemente l’immensa maggioranza del popolo di Dio. Al loro servi- narie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi zio c’è una minoranza: i ministri ordinati. È cresciuta la coscienza dell’identità e della sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santifica- missione del laico nella Chiesa. Disponiamo di un numeroso laicato, benché non suffi- zione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico, e ciente, con un radicato senso comunitario e una grande fedeltà all’impegno della carità, in questo modo a manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della della catechesi, della celebrazione della fede. Ma la presa di coscienza di questa respon- loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità». sabilità laicale che nasce dal Battesimo e dalla Confermazione non si manifesta nello (Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, n. 31) stesso modo da tutte le parti. In alcuni casi perché non si sono formati per assumere responsabilità importanti, in altri casi per non aver trovato spazio nelle loro Chiese parti- colari per poter esprimersi ed agire, a causa di un eccessivo clericalismo che li mantiene 2 «I laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti nell’unico corpo di Cristo sotto un solo al margine delle decisioni. (...) La formazione dei laici e l’evangelizzazione delle categorie capo, sono chiamati chiunque essi siano, a contribuire come membra vive, con tutte le professionali e intellettuali rappresentano un’importante sfida pastorale». forze ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all’incremento della (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 102) 30 31
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