Quaderni di Yoga 1 Lo Yoga del Cielo e della Terra - Selene Calloni Williams - Editore di pensieri, emozioni, strumenti

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Quaderni di Yoga 1 Lo Yoga del Cielo e della Terra - Selene Calloni Williams - Editore di pensieri, emozioni, strumenti
Selene Calloni Williams

      Quaderni di Yoga 1

Lo Yoga del Cielo e della Terra

    Editore di pensieri, emozioni, strumenti

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

                           E’ una collana diretta da Matteo Ponti

I «quaderni di Yoga» costituiscono un'esposizione completa, dettagliata e unitaria delle
tecniche dello Yoga; dalle posture fisiche al controllo del respiro, dalle krìyà alle pratiche
di meditazione tradizionale, dalla meditazione al lavoro sui chakra, ma non solo. L'autrice
non si limita a una mera classificazione delle tecniche, ma ne svela il significato più
profondo: ne esce un «racconto» dello Voga non solo chiaro ed esauriente, ma anche
appassionato e affascinante, capace di trasportarci nella più bella di tutte le avventure:
l'avventura interiore.
Il criterio secondo il quale la collana è stata ideata fa sì che ogni singolo libro, pur
facendo parte di un più ampio disegno,possa avere anche una vita indipendente ed
essere un'opera di per sé completa e utile.
La chiarezza dell'esposizione e l'ampio utilizzo di disegni rendono la collana fruibile non
solo da quanti conducono gruppi di hatha-yoga e meditazione, e da chi opera nell'ambito
delle terapie psicocorporee, ma anche dal lettore che si accosta per la prima volta allo
Voga e al vasto panorama delle tecniche di autoesplorazione. L'autrice, infatti, in perfetta
sintonia con l'antico insegnamento del Tantra, ci propone un cammino di autoevoluzione
integrale che non si realizza attraverso una fuga nello spirito, ma tramite l'incontro dello
spirito e della materia, dell'anima e del corpo, del Cielo e della Terra.

                                        è un marchio

                                 http://www.nonterapia.ch/

                                   info@nonterapia.ch
               Società di Nonterapia: Bissone, Losanna, Milano, Edimburgo.

                                                                                            2
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

                                 SELENE CALLONI WILLIAMS

Molto giovane trascorre svariati anni in Oriente dove è iniziata allo yoga e allo sciamanismo da
Michael Williams. Studia meditazione durante sei anni di ritiro presso il Polgasduwa Island
Hermitage, l’eremitaggio theravada nella foresta (Forest Monastery), fondato dal Ven.
Nyanatiloka nel 1911, che si trova nel Distretto di Galle, in Sri Lanka. Successivamente si
laurea in psicologia con una tesi sullo Yoga Integrale di Sri Aurobindo e viaggia intensamente
per le regioni himalayane seguendo un percorso geografico che è altresì un percorso di
iniziazione interiore. Anche in Occidente è allieva di grandi maestri del calibro di Raimon
Panikkar e James Hillman, con quest’ultimo e altri filosofi pubblica nel 2003 il libro Quaderni di
Mantra, edizioni Holos International, Melide, Svizzera. Aspetti significativi della sua iniziazione,
unitamente alla spiegazione di pratiche e di rituali dello Yoga Sciamanico, si trovano nei libri
Iniziazione allo Yoga Sciamanico, edizioni Mediterranee, Roma, 1999 e Yogin e Sciamano,
edizioni Attipoetici, Bissone, 2010.

La sua tesi di laurea sullo Yoga Integrale è stata pubblicata nel 1993 dalla Casa Editrice
Promolibri di Torino con il titolo Energia e Armonia nello Yoga Integrale, libro ri-edito in
versione riveduta e corretta nel 2010 da Atti Poetici. Le edizioni Attipoetici nel 2010 pubblicano
in nuova edizione anche i suoi Quaderni di Yoga, due volumi dedicati alle tecniche psicofisiche
dello yoga, già editi nel 1994 da Promolibri.

Nel 2004 pubblica per i tipi della Casa Editrice Magnanelli di Torino il saggio Il Mito del
Superuomo, da Nietzsche ad Aurobindo.

È autrice televisiva e documentarista. A cavallo tra il 2007 e 2008 realizza il programma
televisivo Camminando, andato in onda su “LA7” nel febbraio 2008. Ha realizzato anche
documentari a carattere antropologico. Il documentario Myanmar, la Terra dei Nat, è
acquistabile presso la Società di Nonterapia al prezzo di 25 Euro. Per averlo è sufficiente
inviare una mail di richiesta a info@nonterapia.ch.

Su esempio e incarico di Michael Williams, fonda il movimento dello Yoga Sciamanico.
www.yogasciamanico.it

Il movimento dello Yoga Sciamanico vanta oggi numerosi
allievi che hanno dato origine ad associazioni e centri in
cui é possibile praticare lo Yoga Sciamanico.

Per unire tutte le attività sotto una unica egida, nel 2003 fonda in Svizzera la Società di
Nonterapia, oggi proprietaria dei marchi:

                         un innovativo laboratorio di idee e prodotti per la formazione aziendale

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

                            l’opificio dei viaggi nelle emozioni, dove si creano viaggi a partire
da un interesse antropologico e antroposofico. Capire i popoli, le loro culture, i loro riti,
sentirne l’anima.

Sfatando l’ansia della guarigione e dell’elevazione, a vantaggio dell’essere più divertiti, creativi,
rilassati, definisce il metodo simboloimmaginale, che si basa sulle tradizioni astoriche e sui
sistemi naturali e pubblica nel 2008 il libro elettronico “Il metodo simboloimmaginale”, edito
dalla Società di Nonterapia. Nel metodo simboloimmaginale l’esperienza estetica si propone
quale alternativa all’esperienza terapeutica, là dove l’uomo, oltre che parte della realtà
oggettiva, sia pure in grado di condividere l’aspetto immaginario del reale, nel quale egli può
essere padrone del corso degli eventi, nonché delle vicende del proprio corpo e della propria
mente.

Oggi Selene Calloni Williams vive a Edimburgo, la capitale UNESCO della letteratura. Dalla
Scozia, assai spesso, come sempre del resto, il suo spirito nomade continua a portarla per il
mondo, ovunque vi siano ispirazioni da cogliere.

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                                      INTRODUZIONE

                               L'AVVENTURA INTERIORE

Da qualunque punto si parta, in qualsiasi direzione ci si muova, dovunque si arrivi, un viaggio
interiore è sempre un'esperienza trasformante. La vera conoscenza, la conoscenza di sé, è la
trasformazione, poiché l'essere può conoscere solamente attraverso il proprio divenire.
Chi non è disposto a lasciare ciò che ha, ad abbandonare ciò che è, a perdere se stesso, non
saprà.
Molti fra coloro che si sono dati all'avventura interiore ci hanno lasciato i racconti dei loro
viaggi e ci hanno svelato gli strumenti della loro trasformazione. Questi strumenti hanno tutti
un aspetto comune: sono sistemi olistici, integrali, sistemi che riguardano l'intera sfera delle
potenzialità umane, che coinvolgono l'essere in tutte le sue forme: corpo, emotività, mente e
spirito.
Tutti i maestri, orientali e occidentali, antichi e moderni, che ci hanno lasciato il racconto della
loro avventura interiore, ci hanno lasciato con esso un invito a partire, un incitamento a
tentare e ci hanno fatto comprendere che ogni cammino è unico e che le mete che
raggiungeremo non dipendono dagli strumenti che usiamo per viaggiare ma dalla nostra
aspirazione interiore. Gli strumenti della conoscenza interiore, le tecniche che impieghiamo per
lavorare su noi stessi, il linguaggio che adoperiamo per raffigurare la nostra esperienza, non
sono che le forme con le quali rivestiamo la nostra aspirazione interiore. Non esistono tecniche
migliori o peggiori: per esempio le tecniche dello Yoga non sono migliori o peggiori di quelle del
Tantra o di quelle dello Zen o di quelle della giovane psicologia occidentale. Invece ci sono
molte diversità di aspirazione interiore, e sono queste diversità che fanno sì che noi ci troviamo
più in sintonia con certe tecniche e meno con certe altre. Infine ogni anima ha la propria
missione da compiere, unica e irripetibile, e dunque ogni essere ha un'aspirazione tutta
propria. Perciò, benché molti condividano gli stessi strumenti di conoscenza, non esiste un solo
cammino uguale a un altro.
La cosa più difficile, il primo e il più grande ostacolo da superare è, comunque, darsi la spinta
iniziale: partire, o anche ripartire dopo una lunga sosta. Ogni volta c'è sempre molta zavorra
da gettare, e lasciare ciò che si possiede non è una cosa facile per l'uomo. A volte la partenza
è forzata, nel senso che l'individuo è spinto ad affrontare il viaggio interiore da un peso
psichico che è intervenuto a gravare sulla sua esistenza e lo ha costretto a cercare, viaggiando
dentro se stesso, una soluzione liberatoria.
D'altro canto l'essere deve divenire, la vita deve evolvere, l'energia deve continuamente fluire,
ogni arresto non può che portare l'essere verso una crisi, e ogni crisi prelude a un cambia-
mento. Per evitare la crisi non c'è che da permettere incessantemente il divenire del nostro
essere e per divenire incessantemente bisogna non attaccarsi mai a nulla, non fare mai propria
nessuna cosa, nessuna persona, nessun concetto, nessuna passione. Tutto ciò che oggi ci
sembra estremamente vero e giusto è ciò che ci impedisce di scoprire il nostro domani.
Un'apertura totale, un'estrema tolleranza, un'assoluta umiltà, un'illimitata libertà interiore sono
indispensabili all'avventura senza fine, senza stagnazioni, senza irrigidimenti, senza sofferenza,
senza vecchiaia e senza morte.
Quando un essere si avventura dentro se stesso viaggia oltre il tempo e lo spazio, quando si
ferma e guarda all'esterno di sé crea il tempo e lo spazio, poiché il tempo e lo spazio non sono

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che tutto il tempo e lo spazio che si frappongono tra l'essere e il suo divenire. L'errore e il
dolore non sono possibili se non all'esterno dell'essere, poiché essi non sono che i frutti del
tempo. Nel divenire dell'essere ogni errore si risolve, ogni dolore si dissolve, ogni limite si
supera. Ogni avventura interiore ha un valore in sé, non dobbiamo mai attaccarci ai frutti che
essa ci porta, poiché ciò determinerebbe il nostro arresto, ma incessantemente dovremmo
continuare a viaggiare: compiere la missione per la quale la nostra anima è venuta ed offrire i
frutti a Colui dal quale la nostra anima è discesa, continuamente, senza esitazioni.
L'azione è l'espressione del nostro divenire, compiere l'azione è la ragione del nostro essere.
Ciò che divide l'essere dall'azione è il nostro giudizio, il nostro pensiero: esso è ciò che rende
ogni cosa estremamente difficile e complessa. La mente crea con i propri giudizi una serie di
dubbi e di difficoltà all'azione che divengono difficoltà oggettive nella misura in cui noi
crediamo alla nostra mente e siamo prigionieri del nostro giudizio. La vera conoscenza, la
conoscenza di sé, la conoscenza trasformatrice, è la conoscenza dell'essere, ovvero è il
divenire, non è la conoscenza mentale.
La conoscenza dell'essere è trasformazione, è azione. La conoscenza mentale è giudizio, quindi
è dubbio, è esitazione, è spazio che si frappone fra il conoscente e il conoscibile, è tempo che
trascorre, e dunque è errore, è dolore. La conoscenza dell'essere è azione, esperienza,
divenire. Conoscere qualcosa attraverso l'essere significa fare esperienza di quella cosa con
tutto il proprio essere, significa divenire quella cosa. Conoscere qualcosa attraverso la mente
significa semplicemente giudicarla, e non comprenderla.
Per conoscere attraverso il proprio essere bisogna offrire se stessi all'esperienza in modo
integrale, senza esitazioni, senza dubbi, e ciò non è possibile se ci si riserva di giudicare prima
di sperimentare. Fin da bambini ci è stato insegnato a pensare prima di agire, e ciò è cosa di
grande valore se decidiamo di muoverci all'esterno di noi stessi e di avventurarci nel mondo.
Ma ciò che è utile per muoverci nel mondo è di ostacolo alla nostra avventura interiore. Un
universo meraviglioso è all'interno di noi, una gioia suprema fa battere il nostro cuore,
un'energia senza limiti muove la nostra vita. Nessun confine, nessun ostacolo, niente
impedisce e niente imprigiona, niente trattiene la vita, l'errore non è possibile, il dolore non è
possibile, l'impossibilità non è possibile. Lo vedi? Tu lo vedi questo? Puoi vedere questo? Se tu
puoi vedere questo, anche per un solo istante, allora sei libero, libero di viaggiare all'interno di
te stesso. E se hai incontrato lo Yoga, lo Yoga sarà il tuo veicolo. Non dare spazio al dubbio,
presto arriverai in un luogo che è tutti i luoghi: lì non vi è un Oriente e un Occidente, non vi è
storia, non vi è alcuna barriera di mentalità o di cultura. Non porre ostacoli alla tua avventura
e non incontrerai limiti. Solo l'occhio che è già in grado di vedere si aprirà. Solo chi è
consapevole del proprio sonno si risveglierà. Lo Yoga può condurti molto lontano nei tuoi sogni,
nelle tue illusioni, così come può condurti verso il risveglio. Ma chi siamo noi per dire se sia
meglio illudersi o ridestarsi? Nessuna illuminazione sarebbe possibile se non vi fosse l'oscurità.
Perciò rilassati e gioisci per il buio che culla il tuo sonno così come per la luce che apre i tuoi
occhi. Rilassati e gioisci per i tuoi sogni così come per i tuoi risvegli. Rilassati e gioisci...

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                                   LO YOGA DEL CORPO

                                     ASANA E PRANAYAMA

Le radici del rilassamento e della gioia, così come quelle della vita, sono nel corpo. Chi pratica
la meditazione sa che l'immobilità prolungata del corpo produce uno stato di quiete nel vitale e
nella mente, non solo, essa determina un aumento dell'energia vitale, il pràna, e ciò è sempre
accompagnato da un senso di profondo benessere psicofisico che presto si trasforma in
serenità interiore, la quale può crescere fino all'estasi.
Il nostro corpo, il nostro essere fisico, è un essere cosciente, è come un bambino, spontaneo e
immediato. Sat è Cit, l'esistenza è coscienza: ogni cosa che esiste è coscienza. Vedere la
coscienza come qualcosa che appartiene esclusivamente all'essere mentale è solo un'abitudine
culturale che gratifica la mente e penalizza il corpo. La società, qualsiasi società, perfino la più
primitiva, si basa sul potere della mente di creare bisogni, perciò ci insegna che la coscienza è
un fatto mentale; lo Yoga vuole fare dell'uomo un essere libero, perciò ci svela che
l'intelligenza è un fatto universale e che non esiste un solo atomo di materia stupido o
incosciente. Se potete vedere il vostro corpo come un essere cosciente, intelligente, allora
potete entrare nel vero spirito dello hatha-yoga. Lo hatha-yoga è un dialogo tra i vari piani
del vostro essere: tra i vostri pensieri (il vostro essere mentale), i vostri desideri, le vostre
emozioni, i vostri sentimenti (il vostro essere vitale) e il vostro corpo (il vostro essere fisico).

HATHA-YOGA:
Saf è Cit ed è Ananda: l'esistenza è coscienza ed è gioia. Sat- Cit-Ànanda è il nome della
realtà, è l'essenza reale di ogni cosa che si cela dietro l'apparenza che noi viviamo. Sat-Cit-
Ànanda è un'espressione chiave nello Yoga, un mantra che in sé riassume il senso di molte
rivelazioni. Tu non potrai mai conoscere Sat-Cit- Ananda attraverso la tua mente, giacché la
tua mente non è uno strumento che serve a conoscere la realtà, ma è uno strumento che
serve a interpretare, a raffigurare, a creare il senso di una certa realtà; Conoscere la realtà
significa divenire. Tu puoi divenire Sat-Cit-Ànanda, tu puoi essere la tua realtà, tu puoi
essere ciò che sei, puoi essere te stesso. Una coscienza infinita, una gioia suprema si cela in
te: nelle profondità del tuo essere, al di sotto della tua mente, sotto il tuo vitale, al di sotto del
tuo corpo, vi è un'altra mente, un altro vitale, un altro corpo, una vera materia, una vera vita
che è infinita coscienza e suprema gioia. Risveglia questa gioia, libera te stesso: ecco il
messaggio dello Yoga.
Il tuo corpo è come un bambino costretto dentro una gabbia di regole e giudizi, una specie di
abito mentale decisamente troppo stretto. Incomincia a liberare il corpo. Scoprirai che più
liberi il tuo corpo più la tua mente e il tuo cuore si aprono, e più la tua mente e il tuo cuore si
aprono più il tuo corpo si libera. Incomincia dal corpo, è più facile, è molto più facile.
Ogni stato mentale negativo, sia esso un prodotto del pensiero cosciente o della mente
subliminale, si traduce nelle profondità della materia in un ostacolo alla vita. Paure,
insicurezze, rimorsi, rimpianti, ci spingono a serrarci nella nostra individualità e a chiuderci
all'energia vitale che incessantemente deve attraversarci. Osservarci, accettarci, amarci,
aprirci, liberare il corpo e lasciare che esso possa aprirsi integralmente all'energia della vita:
questo è il senso dello hatha-yoga. Conoscere se stessi fin nelle profondità della materia,
comprendere, accettare e amare tutto ciò che si viene scoprendo nell'assoluta certezza che, al

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di là di ogni costruzione mentale, dietro Mayà, il velo dell'illusione, la realtà è una soltanto:
Sat-Cit-Ànanda.
Durante la pratica degli àsana (posizioni) e dei prànàyàma (respirazioni controllate) il tuo
corpo ti parla: potrai comprenderlo se ti accosti a esso con amore. Amalo, non perché esso è
te, ma in quanto esprime un aspetto della vita universale. Ogni cellula del tuo corpo è Sat-Cit-
Ànanda, è la realtà estrema, il Tutto, Bhagavat, è la suprema coscienza, è la gioia infinita
dell'esistenza, è il Divino. Accostati con devozione al tuo corpo e ne comprenderai il linguaggio:
allora capirai la vecchiaia e la morte, e ogni più remota e recondita paura sparirà dal tuo
essere. Il cuore dell'infinito è stracolmo di poesia: l'onnipotenza diviene la fragilità di una
cellula, la dolcezza del respiro, la delicatezza della vita, si dimentica di sé, si perde nel finito...
e rimane l'infinito.
Dietro alla respirazione polmonare, che facilmente puoi percepire, vi è il respiro pranico che
non ha i confini dei tuoi polmoni. Esso è l'incessante fluire dell'energia vitale (il pràna)
attraverso il tuo essere, è l'incessante scambio tra la tua energia individuale e l'energia
cosmica: queste due energie sono una sola, una sola energia che è dentro di te ed è ovunque,
essa è te ed è il Tutto, non ci sono divisioni, non ci sono confini, non c'è un dentro e un fuori,
se tu non ti chiudi nel tuo io, se non ti aggrappi a quell'immagine mentale che chiami te
stesso, non c'è alcun confine. Il respiro polmonare è quell'aspetto della respirazione pranica
che tu riesci a percepire. Non puoi dire che qualcosa non esiste solo perché non riesci a
sentirla: attraverso la pratica del prànàyàma farai esperienza del vero respiro del tuo essere e
scoprirai che ciò che sentivi di essere non era che l'ombra di ciò che sei.
Libera il tuo essere, permetti al tuo corpo, alla tua mente, al tuo vitale di respirare
pienamente, lascia che il pràna attraversi tutto il tuo essere senza opporre più alcuna
resistenza, elimina le resistenze, supera i tuoi rifiuti, accogli l'energia, apriti. Libera il tuo
essere mantenendo la tua visione rivolta all'infinito.
Lo Yoga è anche una psicologia, è anche scienza, è psicologia applicata, ma è anche e
soprattutto poesia. Se puoi avventurarti dentro te stesso percependo ovunque, nel tuo corpo,
nel tuo vitale e nella tua mente la poesia dell'infinito, allora tutto sarà molto più facile.
Se potrai, attraverso l'amore, parlare al tuo corpo, al tuo vitale, alla tua mente, non in quanto
parti di te, ma in quanto espressioni della coscienza universale, e se potrai liberarli dalla
gabbia del tuo piccolo io, se potrai liberarli da te, se potrai, per amore, lasciarli liberi, allora
tutto sarà molto più facile, tutto si farà da sé. Sarai spettatore dì uno spettacolo meraviglioso;
vedrai la gioia risorgere dalle profondità del corpo e la paura svanire, così come svanisce la
notte allo spuntar del sole, vedrai la mente aprirsi e sentirai la coscienza riversarsi in lei come
acqua di cascata, vedrai il vitale esplodere d'amore e sentirai Bhagavat, il Divino, riempire
l'essere.
Allora saprai di aver vinto la sola battaglia vera della vita, saprai di aver trionfato sul dolore e
sulla morte, allora saprai...
«Non lasciare che la prudenza del mondo mormori al tuo orecchio» scriveva Aurobindo,
«perché è giunta l'ora dell'inatteso».

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                                            I CHAKRA

I chakra sono i centri della nostra attività psicofisica. I chakra trasformano il pràna, l'energia
cosmica, in energia individuale, in attività organica, fisica, emotiva e mentale. La conoscenza
di questi centri è molto importante nella pratica dello Yoga, giacché sia gli àsana che i
prànàyàma sono pratiche che mirano alla stimolazione e al riequilibrio delle funzioni dei
chakra. Il nostro equilibrio psicofisico dipende dal funzionamento armonico dei chakra.
modo migliore di conoscere i chakra è quello di farne esperienza attraverso la pratica dello
Yoga: sapere che esiste un determinato chakra, che si chiama in un determinato modo, si
colloca in una determinata parte del corpo e governa determinate funzioni psicofisiche, senza
poterlo percepire direttamente, non serve. Le pratiche contenute in questo volume, dalle

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

posizioni fisiche alle meditazioni, sono presentate proprio in modo tale da permetterti di
sviluppare un'esperienza diretta dei chakra.
Rilassati, lo Yoga non richiede nessuno sforzo, solo il piacere dell'azione... un'azione che si
compie da sé. Rilassa il tuo corpo, lascialo libero di esprimersi, le posizioni che esso assumerà
sono del tutto naturali. Ascolta il piacere del tuo corpo che si muove, si stira. Respira... lascia
libero il tuo corpo, rilassati, non opporre resistenza... e tutto si farà da sé. Il senso della
pratica dello Yoga è quello di liberare la tua energia: se costringi il tuo corpo nelle posizioni, se
costringi la tua mente con la scusa di meditare, come puoi liberarti?

Qui di seguito vengono illustrati i chakra principali del tronco e della testa, i chakra periferici
degli arti, la dimensione ultracosciente del Cielo e la dimensione subcosciente della Terra.

Il Cielo. È la sede del Purusha, lo Spirito Supremo. Per l'uomo rappresenta anche la
dimensione uitracosciente, ovvero il piano della Coscienza Sovramentale illuminata dallo
Spirito.
Sahasràra (il Loto dai mille petali). È l'apertura attraverso la quale l'uomo è posto in contatto
con il Cielo. Attraverso questa apertura discendono nell'uomo i poteri del Cielo come, per
esempio, la fede, e attraverso quest'apertura la coscienza dell'uomo sale al Cielo per ricevere
l'illuminazione e venire trasformata in Coscienza Universale.
Il colore che corrisponde al sahasràra è il lilla.

Àjnà-chakra (il Terzo Occhio). È il chakra rappresentatore. in questo chakra l'energia
della vita si trasforma in pensiero e in volontà cosciente, dunque è in questo chakra che si
costruisce la nostra interpretazione mentale del reale fondata sul senso dell'individualità.
Finché questo chakra resta in prevalenza chiuso noi non possiamo vedere altro che la nostra
raffigurazione mentale del reale e perciò rimaniamo prigionieri di Màyà, il mondo dell'illusione
creato dalla nostra mente. Solo quando il Terzo Occhio si apre, acquisiamo il potere del
corretto discernimento (viveka) attraverso il quale possiamo distinguere il mondo dell'illusione
dalia vera realtà.
Nel piano fisico questo chakra controlla il nostro sistema nervoso centrale e periferico.
Il colore del chakra è bianco puro oppure bianco leggermente dorato. Non tutti gli autori
attribuiscono gli stessi colori ai chakra. Quando vengono proposti due diversi colori per lo
stesso chakra, l'ideale è che sia tu stesso a scegliere, fra i due colori, quello che
personalmente senti più adatto a esprimere la natura del chakra.
Il bìja-mantra, ovvero la vibrazione sonora che corrisponde a questo chakra, è OM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: ghiandola pineale.
Punto del corpo sul quale ci si deve concentrare per contattare il chakra: centro tra le
sopracciglia.

Vishuddha-chakra. È il chakra di relazione. In questo centro tutte le energie, trasformate
negli altri centri in pensieri, emozioni, sentimenti, vengono rielaborate in modo tale da poter
essere rese manifeste e comunicabili agli altri. Con questo chakra noi recepiamo tutti i
messaggi verbali che ci provengono dall'esterno.
Nel piano fisico questo chakra controlla il processo della respirazione polmonare.
Il colore del chakra è blu.
Il bija-mantra è HAM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: tiroide.
Punto del corpo sul quale ci si concentra: cavità della gola.

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Anàhata-chakra. È il chakra sublimatore. In questo centro i desideri e le emozioni che si
generano nel manipùra-chakra vengono sublimati. Nel piano fisico questo chakra controlla
l'apparato cardiocircolatorio.
Colore: acquamarina, tra il verde e l'azzurro.
Bija-mantra: YAM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: plesso cardiaco.
Punto del corpo sul quale ci si concentra: centro del torace.

Manipùra-chakra. È il chakra formatore. Questo chakra dà molteplici forme particolari,
che corrispondono ai vari desideri dell'essere vitale, alla vibrazione che nello svàdhishthàna-
chakra viene conferita all'energia vitale. Nel piano fisico questo chakra controlla tutti t
processi di trasformazione e assimilazione del cibo.
Colore: giallo.
Bija-mantra: RAM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: plesso solare.
Punto del corpo sul quale ci si concentra: ombelico.

Svàdhishthàna-chakra. È il chakra motore. Questo chakra fornisce all'energia vitale, che
a livello del mùlàdhàra-chakra è come l'acqua calma di un lago, la potente vibrazione che è
all'origine dell'essere vitale. Questa vibrazione originaria corrisponde al desiderio di vita e
all'istinto sessuale. Nel manipùra-chakra il desiderio che fa vibrare l'energia viene riprodotto,
moltiplicato in un'infinità di desideri secondari e di emozioni.
Nel piano fisico questo chakra controlla le funzioni degli organi sessuali.
Colore: rosso chiaro.
Bija-mantra: VAM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: plesso pelvico.
Punto del corpo sul quale ci si concentra: organi sessuali.

Mùlàdhàra-chakra È il chakra fondamento. Questo centro, nel quale si genera l'impulso
della fame e della sete, controlla il passaggio dell'energia della Terra attraverso il canale-uomo.
Esso è l'apertura attraverso la quale l'energia della Terra informa l'uomo e,
contemporaneamente, è la porta oltre la quale l'uomo getta tutte quelle energie, quelle
informazioni che vuole dimenticare, che sceglie di rimuovere dalla propria consapevolezza.
Nel piano fisico questo chakra controlla il processo dell’'alimentazione.
Colore: viola oppure rosso molto scuro. Noterete che tra il viola di questo chakra e il lilla del
sahasràra c'è solo una differenza di luminosità: il lilla è un viola più carico di bianco. Anche
questo conferma che il Cielo e la Terra, l'Ultracosciente e il Subcosciente, lo Spirito e la
Materia, ciò che rifiutiamo e ciò verso cui tendiamo hanno la medesima origine, di fatto sono la
stessa cosa che si proietta ugualmente nell'oscurità e nella luce.
Bìja-mantra: LAM.
Sede del chakra nell'involucro fisico: plesso pelvico come per lo svàdhishthàna, infatti
questi due chakra sono strettamente legati l'uno all'altro.
Punto del corpo sul quale ci si concentra: perineo.

Chakra dei piedi o chakra radici. Sono legati al mùlàdhàra chakra in uno stretto
rapporto di interdipendenza. Controllano il contatto con la Terra. Se sono aperti vi è un buon
contatto con la Terra e ciò influisce positivamente sul mulàdhàra-chakra che è sollecitato ad

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aprirsi e ad accogliere energia. D'altro canto, lo sviluppo di un buon contatto con la Terra
favorisce l'apertura del mùlàdhàra- chakra.
Colore: nero.
Bìja-mantra: SO.
Sede dei chakra nell'involucro fisico: piante dei piedi.

Chakra delle ginocchia o chakra radici. Valgono le stesse cose dette per i chakra dei
piedi, in quanto questi chakra e quelli dei piedi sono così legati tra loro da poter essere
considerati quasi come un unico centro.
Colore: marrone.
Bija-mantra: PAH.
Sede dei chakra nell'involucro fisico: centro delle ginocchia.

Chakra dei gomiti o chakra fiore. In questi centri l'energia della Terra, unendosi a quella
de! Cielo, si trasforma in azioni. I pensieri generati nell'àjhà-chakra, i sentimenti nati
nell'anàhata-chakra, qui vengono rielaborati per divenire azioni.
Colore: verde.
Bija-mantra: SO.
Sede dei chakra nell'involucro fisico: centro dei gomiti.

Chakra delle mani o chakra frutto. Valgono le stesse cose dette per i chakra dei gomiti.
Anche questi chakra, infatti, sono così legati tra loro da poter formare quasi un unico centro
energetico.
Colore: arancione.
Bija-mantra: HAM.
Sede dei chakra nell'involucro fisico: palme delle mani.

Ciò che si manifesta negli ultimi quattro chakra non è che la conseguenza di ciò che è
maturato nei primi sei: ecco perché i cinque chakra del tronco e il chakra della testa sono
considerati i chakra principali. Tuttavia, se l'energia viene trattenuta nei sei chakra centrali,
diviene difficile produrre dei risultati su questo piano materiale dell'esistenza nei quale noi ci
troviamo in quanto esseri incarnati. In altre parole possiamo nutrire grandi e positivi progetti
ma ci è difficile realizzarli. Inoltre estendere in modo equilibrato l'energia nei chakra periferici,
ovvero nei chakra degli arti, contribuisce all'apertura dei chakra centrali. Una situazione nella
quale l'energia è trattenuta nei chakra centrali non è equilibrata e favorisce il consolidarsi e il
moltiplicarsi dei blocchi energetici.
La Terra. È la sede della Prakriti, la Natura. Rappresenta la dimensione materiale
dell'universo. Per l'uomo la Terra rappresenta anche la dimensione del subcosciente, ovvero
della consapevolezza rifiutata, rimossa, ad opera dell'essere mentale, dalla sfera della
coscienza individuale. L'Ultracosciente e il Subcosciente sono due dimensioni virtualmente
divise dal senso dell'io.

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L'individuo è una costruzione mentale che divide l'infinito in due universi perfettamente uguali.
Per preservare la propria costruzione la mente incessantemente giudica, ovvero separa la
realtà. Essa tiene al di sotto di sé tutto ciò che giudica oscurità, ovvero male, e colloca al di
sopra di sé tutto ciò che ritiene luce, ossia bene. Poiché ogni speculazione mentale nasce dalla
medesima matrice di divisione, la ragione spinge incessantemente l'uomo a muoversi, ad
andare da ciò che essa vede come un passato naturale e oscuro a ciò che essa ritiene sarà un
futuro spirituale e luminoso. La ragione non può evitare di vedere nella Natura la morte e il
dolore, e dunque non può evitare di riporre dall'altro lato di sé, nello Spirito, il riscatto dalla
morte e dal dolore. Ciò che la ragione non può vedere è che Natura e Spirito, gioia e dolore,
morte e vita sono la stessa identica cosa.
Per questo l'uomo non può stare fermo, egli è sempre convinto che la luce si trovi da qualche
altra parte e deve spostarsi per raggiungerla, è convinto che l'oscurità gli stia alle spalle e deve
correre per sfuggirle. In realtà noi siamo sempre nel punto assolutamente esatto, perciò
dobbiamo rimanere assolutamente immobili e completamente aperti. Questa assoluta
immobilità, questa completa apertura è lo Yoga.

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                                            LE SEDUTE

Tra poco inizierai a praticare lo Yoga: scegliti un luogo e un tempo tranquillo. Le sedute che ti
proponiamo sono formate da pratiche di vario genere, il cui scopo è principalmente quello di
condurti verso la progressiva integrazione delle tue energie. Non ha molto senso nello Yoga
parlare di tecniche più o meno difficili in quanto ciò che conta è sempre e solo l'intensità con la
quale tu ti abbandoni all'esperienza. Questo abbandono sarà qualcosa che crescerà in te
gradualmente, mano a mano che pratichi lo Yoga, giacché lo Yoga progressivamente scioglierà
tutte le tue resistenze.

                                       PRIMA SEDUTA

Lo Yoga è un percorso di evoluzione integrale, un'affascinante avventura nelle profondità della
materia. Un dialogo a tu per tu con l'intelligenza, la gioia, la forza che è in ogni cellula del
nostro corpo. Un cammino che scopre le leggi della vita celate alla mente e alla conoscenza,
ma sempre aperte all'esperienza diretta di chiunque sappia non essere schiavo dell'apparenza.
Uno dei molti strumenti dello Yoga è la meditazione dinamica.
La meditazione è dinamica quando in essa si esprime una sincera volontà di progresso e si
opera una reale trasformazione delle nostre condizioni psichiche e fisiche. Una meditazione di-
namica rompe i nostri vecchi equilibri per liberare le nostre energie e permettere la crescita del
nostro essere. Una meditazione dalla quale si esce pacificamente e serenamente immutati non
è una meditazione dinamica.
Possiamo meditare con il corpo seduto, diritto e perfettamente immobile. Possiamo meditare
con il corpo disteso e completamente abbandonato. Possiamo meditare lasciando il corpo libero
di muoversi, di danzare seguendo le vibrazioni di una musica, di toccarsi e di autoscoprirsi. La
vera differenza non è mai nell'atteggiamento del nostro corpo, ma in quello della nostra
coscienza.
La meditazione dinamica è quella meditazione che opera una reale trasformazione del nostro
essere, e una trasformazione reale non può che essere una trasformazione globale: non solo
un cambiamento delle nostre condizioni psichiche, ma anche un cambiamento delle nostre
condizioni fisiche.

CONTATTO CON L'ENERGIA (MEDITAZIONE IN DUE FASI SUCCESSIVE)

Fase attiva

Sdraiati sulla schiena con le gambe distese, a occhi chiusi.
Per alcuni secondi resta in ascolto del ritmo spontaneo del tuo respiro e rilassa profondamente
tutto il tuo corpo.
Inizia a respirare lentamente e profondamente con tutto il tuo corpo. L'inspirazione nasce a
livello della pelvi e sale lungo il corpo senza interruzioni fino alla gola. L'esalazione scende dalla
gola fino alla pelvi. Senti che è tutto il tuo corpo che respira pienamente e liberamente.

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Respira dal naso per due minuti circa.
Adesso, durante un'inalazione lenta e profonda dal naso, porta il ginocchio destro al torace.
Trattenendo il respiro a polmoni pieni afferra il ginocchio destro e tiralo contro il corpo gonfio
d'aria. In questo modo eserciti un dolce massaggio degli organi addominali.
Esala pienamente e lentamente dalla bocca. Devi soffiare l'aria attraverso le labbra socchiuse
producendo un suono simile a quello del vento. Mentre soffi riporta lentamente la gamba
destra al pavimento.
Ripeti con la gamba sinistra.
Continua per circa due minuti.
Ora appoggia i piedi a terra, vicino ai glutei, tenendoli leggermente divaricati.
Inalando attraverso il naso solleva il bacino e spingilo verso l'alto.

Esala dalla bocca soffiando e riporta il bacino a terra. Continua per circa due minuti.
Adesso solleva entrambe le gambe tenendo le ginocchia piegate.

Soffiando porta le ginocchia a terra da un lato. Inalando solleva le ginocchia.
Esalando portale a terra dall'altro lato. I piedi restano sempre sollevati da terra.
Continua per circa due minuti.

Fase passiva

Resta completamente sdraiato e ascolta tutte le sensazioni del tuo corpo, percepisci gli effetti
della respirazione e cerca di sentire l'energia che pervade tutto il tuo essere e che ora, dopo la
respirazione, è aumentata, è più pura, più forte. Resta sdraiato per cinque/dieci minuti. Il tuo
corpo rimane assolutamente immobile, perfettamente rilassato, completamente abbandonato.
Medita sullo scambio incessante di energia tra il tuo essere e il cosmo. L'energia della vita non
appartiene al nostro essere, ma lo attraversa allo scopo di divenire, di evolversi. Il nostro
essere è uno strumento della vita attraverso il quale la vita diviene, si evolve. Non possiamo
trattenere l'energia della vita, pena lo squilibrio del nostro essere, dobbiamo dare, dobbiamo
darci, dobbiamo aprirci. E, nella misura in cui ci sappiamo aprire, riceviamo. Immagina la Terra

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e tutta la natura sotto forma di alberi, montagne, laghi, mari, prati, foreste, ecc. Immagina la
Terra che respira... Concentrati su questo respiro finché senti che il respiro della Terra e il tuo
respiro divengono una cosa sola. Ripeti mentalmente, in maniera continua, l'affermazione: « Il
mio corpo è l'universo che respira».
Percepisci l'universalità del tuo essere.
Resta in questo stato di oblio del tuo io fino a quando lo desideri, godendo gli effetti della
respirazione e dei movimenti che hai poc'anzi effettuato e che non solo hanno ripulito il tuo
corpo dalle tossine e ossigenato i tuoi tessuti, ma hanno soprattutto migliorato la circolazione
energetica nel tuo fisico, nel tuo vitale e nel tuo mentale. Più saprai aprire i confini della tua
individualità, più l'energia della vita fluirà in te rivitalizzando il tuo essere.

SALUTO AL SOLE (SÙRYANAMASKÀRA)

Il saluto al sole è una sequenza di posizioni che stimola, uno dopo l'altro, tutti i chakra,
armonizzandone il funzionamento e favorendo la circolazione energetica. Il saluto al sole può
venire praticato come «esercizio di riscaldamento« all'inizio di ogni seduta di hatha-yoga.
Posizione di partenza: in piedi, le mani giunte a preghiera davanti al torace, i piedi paralleli,
leggermente distanziati, il corpo diritto.
Respirazione: lenta e profonda dal naso.
    o Inalando solleva le braccia e inarca la schiena all'indietro.

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   o   Esalando fletti il busto in avanti, afferra con le mani le gambe stirando dolcemente la
       schiena.
   o   Inalando appoggia le mani a terra e slancia all'indietro la gamba sinistra. Appoggia il
       ginocchio sinistro a terra e porta lo sguardo verso l'alto. La pianta del piede destro
       poggia a terra completamente.

   o   Trattenendo il respiro slancia all'indietro anche la gamba destra.
   o   Esalando poggia a terra le ginocchia e il torace. Tieni il bacino leggermente sollevato.

   o   Inalando esegui la posizione del cobra. Appoggiando il bacino a terra inarca la schiena
       sostenendoti sulle braccia. Nella posizione completa le braccia sono completamente
       distese ma l'osso pubico resta a contatto con il pavimento. Se non riesci a mantenere
       l'osso pubico a terra tenendo le braccia distese, allora tieni i gomiti leggermente piegati.

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   o   Esalando esegui la posizione della montagna. Sollevati e poggia a terra tutta la pianta
       dei piedi, anche i talloni. Rivolgi lo sguardo all'ombelico.

   o   Inalando porta in avanti il piede sinistro e appoggialo al centro delle mani. Metti il
       ginocchio destro a terra e porta lo sguardo verso l'alto.
   o   Esalando porta in avanti anche il piede destro, alla stessa altezza del sinistro. Afferra
       con le mani le gambe e tira dolcemente la schiena.

   o   Inalando sollevati e inarca leggermente all'indietro la schiena.
   o   Esalando ritorna con le mani giunte a preghiera davanti al torace.

Ripeti il saluto al sole due o tre volte.

All'inizio non è facile coordinare le posizioni con la respirazione. Per le prime volte concentrati
solo sulle posizioni, senza badare alla respirazione. Quando avrai imparato la sequenza allora
potrai unirvi anche la respirazione.
È molto importante mantenere il corpo morbido durante l'esecuzione del saluto al sole.
Percepire il piacere del corpo che sì muove e si stira è più importante che eseguire
correttamente le posizioni. Non esiste una maniera «corretta« di eseguire le posizioni che non
sia quella nella quale il tuo corpo spontaneamente tende a disporsi e trova maggiore beneficio.
Lascia libero il tuo corpo e abituati ad ascoltarlo. Se imponi i movimenti al tuo corpo come puoi
lasciarlo parlare, come puoi abituarti a capirlo? Ricorda: la pratica degli àsana deve essere un
momento di meditazione sul corpo, non una ginnastica.

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

POSIZIONE DI RACCOGLIMENTO (DHÀRMIKÀSANA)

In questa posizione il tuo corpo sì riposa, dopo la rapida sequenza del saluto al sole, la tua
respirazione sì normalizza. Nello stesso tempo la schiena resta leggermente incurvata e
piacevolmente distesa, gli organi addominali vengono dolcemente massaggiati dalla pressione
dell'addome contro le cosce e la circolazione sanguigna viene stimolata.
Siediti sui talloni, i piedi distesi.
Poggia la fronte a terra, cercando di mantenere i glutei il più possibile vicini ai talloni. Rilassa le
braccia ai lati del corpo.
Resta in questa posizione per uno o due minuti concentrandoti sul movimento spontaneo del
tuo respiro. Segui il tuo respiro cercando di non distrarti, entra insieme a esso nel tuo corpo e
muoviti con esso.

Sciogli la posizione molto lentamente cercando di avvertire il sangue che defluisce dalla testa
mentre ti sollevi. Un'uscita troppo rapida dalla posizione potrebbe causare un leggero
giramento di capo.

POSIZIONE DELLA PINZA (PASHCIMOTTÀNÀSANA)

Questa posizione carica i due chakra più bassi, il mùlàdhàra e lo svàdhishthàna, i quali,
nell'involucro fisico, corrispondono al medesimo plesso nervoso: il plesso pelvico.
La stimolazione dei chakra è conseguente al protrarsi della posizione, ecco perché le posizioni
vanno mantenute per un certo periodo di tempo, periodo che aumenta gradualmente con
l'esercizio. Eseguire e sciogliere immediatamente una posizione non porta alla stimolazione dei
chakra. È preferibile eseguire le posizioni in modo comodo, senza sforzo, senza stirare
eccessivamente i muscoli, e riuscire a mantenerle, piuttosto che tirare i muscoli al limite delle
loro possibilità ed essere costretti a sciogliere immediatamente la posizione pervia dello sforzo
eccessivo.
Caricare un chakra significa aumentarne l'energia. Ciò avviene in tutte quelle posizioni, come
in tutte quelle situazioni della vita, nelle quali il corpo, e in particolare la colonna vertebrale, si
distende: in queste situazioni, infatti, i chakra si aprono e accumulano energia. Per esempio,
una situazione di questo tipo si verifica durante la notte, quando dormiamo. Nel sonno il nostro
corpo si distende tanto che al mattino la nostra statura è leggermente più alta. Questa
distensione della colonna vertebrale e di tutto l'essere in generale permette una maggiore
apertura dei centri energetici che si caricano. La questione non è solo fisica, i chakra
riguardano l'involucro fisico tanto quanto l'involucro vitale e quello mentale. Poiché i tre
involucri si interpenetrano, la distensione del corpo richiama quella del vitale e della mente.

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

Nella meditazione e nel prànàyàma la distensione della mente e del vitale è operata in
maniera diretta, nella pratica degli àsana essa è conseguente alla distensione del corpo.

Siediti con le gambe distese e unite.
Inspira profondamente dal naso e, alzando le braccia, stira tutta la schiena.
Esalando scendi con il corpo verso le gambe. Cerca di mantenere la schiena il più possibile
diritta, cerca di non incurvarla.
Mantieni il respiro spontaneo. Afferra con le mani le gambe, oppure, se puoi arrivarci
comodamente, i piedi.
Resta nella posizione cercando di rilassare tutto il tuo corpo.

Avvertirai una tensione nella muscolatura delle gambe e, forse, anche nella schiena. Se la
tensione è eccessiva e ti impedisce di mantenere la posizione, allentala sollevandoti
leggermente. Lascia che sia il tuo stesso corpo a disporsi nella maniera che gli è più
congeniale. Ascolta il tuo corpo: esso deve poter rimanere morbido e rilassato, non deve
sentirsi costretto. Resta nella posizione fino a che il tuo corpo si sente a proprio agio e scioglila
non appena inizi ad avvertire un senso di sforzo o di fatica. I tempi limite vanno da un minimo
di trenta secondi a un massimo di cinque minuti. Chi è molto esperto può anche superare i
cinque minuti occasionalmente, quando ne avverte il bisogno.
I due chakra mùlàdhàra e svàdhishthàna determinano il grado di contatto con la natura,
governano l'attività della nutrizione e l'attività sessuale. Aumentare l'energia di questi chakra
significa aumentare la coscienza della vita organica, della materia intesa quale forma estrema
di realizzazione dell'energia, il piano materiale è il piano del compimento ultimo.
L'energia universale, la Shakti pranica, è il veicolo della volontà cosmica, il Purusha. Per
mezzo della Shakti (l'energia) il Purusha (lo spirito) genera l'esistenza. L'ultimo piano
dell'esistenza è il piano materiale. La materia è la forma ultima che l'energia assume, il piano
della materia è il piano del compimento estremo della volontà del Purusha. L'uomo è un
canale tra Cielo e Terra, tra la volontà spirituale e la Prakrìti (la Natura, la materia organica e
la Terra, ovvero la materia tutta). L'uomo è informato dalla volontà spirituale per mezzo
dell'energia vitale e deve portare tale volontà a compimento attraverso tutti i piani
dell'esistenza: il piano mentale, vitale e, da ultimo, quello materiale. Caricare i chakra bassi
significa aumentare l'energia che agisce sul piano materiale, accrescere le possibilità di
influenzare il piano materiale dell'esistenza. Il funzionamento dei due chakra in questione è
volto all'azione concreta che si esplica nel mondo: aumentare l'energia di questi chakra
significa accrescere nell'individuo il senso della stabilità, la fiducia e la sicurezza.
Per contro, un eccesso di energia in questi chakra determina uno stato di irrequietezza e di
iperattività che è sempre accompagnato da un senso di frustrazione e di insoddisfazione.
Posizione della mezza ruota (ardha-chakràsana)

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

Dopo aver eseguito la posizione della pinza            sdraiati a terra, attendi qualche secondo, poi
piega le ginocchia e porta i piedi vicino ai glutei   tenendoli leggermente divaricati.
Inarca la schiena e sostienila con le mani poste      sui fianchi. Cerca di avvicinare i gomiti tra loro,
tieni i talloni e le spalle a terra.
Resta nella posizione mantenendo il respiro            spontaneo e il corpo morbido. Fai oscillare
leggermente il bacino: questo movimento aiuta         a scaricare l'energia.

Questa posizione ti permette di scaricare l'energia in eccesso nei due chakra bassi,
mulàdhàra e svàdhishthàna.
Tutte le posizioni che comportano un movimento di chiusura delle vertebre, ovvero un
inarcamento della colonna vertebrale, determinano una scarica energetica. Nella vita una delle
attività principali di scarica dell'energia è l'attività sessuale. Nell'amplesso il corpo si contrae e
parimenti si contraggono i chakra, ciò provoca la scarica energetica. La sequenza pinza+
mezza ruota riequilibra i chakra mulàdhàra e svàdhishthàna.

POSIZIONE DELLA BARCHETTA (PAVANAMUKTÀSANA)

Subito dopo la mezza ruota, porta le ginocchia al torace, circonda le gambe con le braccia e
stringile contro il corpo.
Resta in posizione respirando lentamente e profondamente dal naso.
Nella posizione della barchetta la tua schiena si riposa e i tuoi organi addominali vengono
massaggiati dal respiro profondo e dalla pressione delle cosce.

POSIZIONE DEL PESCE (MATSYÀSANA)

Distendi le gambe e appoggiati sugli avambracci.
Reclina la testa all'indietro.
Scivolando sugli avambracci e inarcando la schiena porta a terra la sommità della testa.
Solleva le braccia da terra, appoggia le mani alle cosce e rilassa le gambe.
Mantieni la posizione con il respiro spontaneo.
Se non riesci a mantenere la posizione per più di trenta secondi, puoi ripeterla due o tre volte.

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

Questa posizione scarica l'energia in eccesso nei chakra più alti: anàhata, che nell'involucro
corporeo corrisponde al plesso cardiaco, e vishuddha, che nell'involucro fisico corrisponde alla
tiroide.
L'anàhata è il chakra che governa i nostri sentimenti, il vishuddha è il chakra che governa la
nostra capacità di espressione e di relazione con gli altri.
La posizione dei pesce tranquillizza i moti del pràna vitale: ciò contribuisce a creare una
maggiore chiarezza nelle nostre passioni e ci permette dì esprimere meglio i nostri sentimenti.

POSIZIONE DELLA LEPRE (SHASHÀSANA)

Mettiti nella posizione dì raccoglimento (p. 29), giacché questa è la posizione di partenza.
Inalando profondamente dal naso solleva il bacino dai talloni e ruota sulla testa fino ad
appoggiare a terra la nuca. Il mento si comprime contro il torace permettendo la stimolazione
degli organi all'interno della gola.
Esalando ritorna nella posizione di raccoglimento.
Ripeti consecutivamente per circa dieci-venti volte, poi riposa nella posizione di
raccoglimento.

Questa posizione carica i due chakra alti, anàhata e vishuddha. Contribuisce a sciogliere le
tensioni a livello emotivo, rinforza il nostro essere vitale e rende più incisiva la voce.

POSIZIONE A GAMBE INCROCIATE (SUKHÀSANA)

Al termine di questa prima seduta resta seduto a gambe incrociate cercando di tenere la
schiena diritta ma non rigida. Mantieni le spalle rilassate, la testa leggermente cascante in
avanti e gli occhi chiusi.
Ascolta il tuo respiro e seguilo ripetendo mentalmente il mantra spontaneo del respiro: SO
'HAM. Ripeti SO durante ogni inalazione e 'HAM durante ogni esalazione.
Fissa la tua attenzione sullo spazio buio che è dietro i tuoi occhi chiusi e dietro la tua fronte, la
parete anteriore del cranio. Questo è il cidàkàsha, la tua regione interiore. Mantieni sempre la
concentrazione su questo spazio e, sotto le palpebre chiuse, tieni il tuo sguardo rivolto verso
l'alto, verso il centro tra le sopracciglia.
Resta concentrato finché il corpo accuserà le prime tensioni e ti spingerà a sciogliere la
posizione.
Il centro fra le sopracciglia è il punto di concentrazione dell’àjnà chakra, ovvero quel punto
sul quale ci si concentra per stabilire un contatto con questo chakra. Nell'involucro corporeo
l’àjnà- chakra corrisponde alla ghiandola pineale. Questo centro è anche detto «Terzo
Occhio« giacché è da esso che dipende il potere della visione sottile. La concentrazione su

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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 1, lo yoga del cielo e della terra

questo chakra accresce l'intuizione, la quale altro non è che il primo aspetto, la prima
manifestazione del potere della visione sottile.

La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.

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