PSR 2014-2020 REPORT DELL'OSSERVATORIO REGIONALE SUL CREDITO AGRICOLO Dati aggiornati a Dicembre 2017 Luglio 2018 - Rete Rurale Nazionale

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PSR 2014-2020 REPORT DELL'OSSERVATORIO REGIONALE SUL CREDITO AGRICOLO Dati aggiornati a Dicembre 2017 Luglio 2018 - Rete Rurale Nazionale
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PSR 2014-2020
REPORT DELL’OSSERVATORIO
REGIONALE SUL CREDITO AGRICOLO
Dati aggiornati a Dicembre 2017
Luglio 2018
Documento realizzato nell’ambito del
Programma Rete Rurale Nazionale 2014-20
Piano di azione biennale 2017-18

Scheda progetto 10.3 ISMEA “Politiche
creditizie, strumenti finanziari e aiuti di
stato”

Autorità di gestione: Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali
Ufficio DISR2 - Dirigente: Paolo Ammassari

Responsabile scientifico:
Fabio Del Bravo

Coordinamento operativo:
Michele Di Domenico

Autore: Maria Nucera

Impaginazione e grafica:
Roberta Ruberto e Mario Cariello

Data: luglio 2018
INDICE

Introduzione ...................................................................................................................................................... 4
Evoluzione del credito in agricoltura ................................................................................................................. 5
   1. Il credito in Italia ........................................................................................................................................ 5
   2. Il credito a livello territoriale ..................................................................................................................... 8

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INTRODUZIONE

Nella prima parte del 2018 la Rete Rurale Nazionale ha proseguito le attività dell’Osservatorio per l’analisi
del mercato del credito su base territoriale prendendo in esame i dati della Banca d’Italia aggiornati a fine
2017.
Come per i precedenti report, partendo dal contesto nazionale, si è passati all’analisi delle informazioni sul
credito agricolo nelle macro aree e nelle regioni italiane, al fine di fornire un aggiornamento dettagliato
sull’accesso al credito delle imprese agricole soprattutto agli attori della programmazione e attuazione delle
politiche di sviluppo rurale.

In termini generali l’esame delle informazioni della Banca d’Italia conferma un’ulteriore riduzione del credito
concesso al sistema produttivo nazionale nel suo complesso, -6% a dicembre 2017, rispetto al 2016.
Inoltre l’analisi, pur confermando il trend negativo del credito al settore primario in corso dalla fine del 2015,
ne rivela un’attenuazione: -1,2% il calo su base annua di dicembre, dopo il -1,3% di giugno e il -2% di dicembre
2016.

L’accelerazione della spesa pubblica per lo sviluppo rurale nel corso del 2017 potrebbe aver avuto un lieve
impatto sul credito, così come suggerito dai segnali positivi che finalmente interessano i finanziamenti a
medio-lungo termine nei primi mesi del 2018. In particolare, i dati sull’avanzamento della spesa pubblica per
lo sviluppo rurale alla fine del 2017 riportano una percentuale di esecuzione nazionale del 17,2% (quota
FEASR - comprende il prefinanziamento e include la riserva di efficacia di attuazione), salita poi al 19, 9% nel
primo trimestre del 2018, con una spesa pubblica complessivamente sostenuta di 3.323 milioni di euro.

Le attività dell’Osservatorio proseguiranno quindi nei prossimi mesi al fine di rilevare quanto e come la
componente bancaria potrà sostenere gli investimenti agricoli, per i quali sia stato anche chiesto/ottenuto
un cofinanziamento pubblico.

Le due sezioni in cui è articolato il presente report illustrano, rispettivamente, la prima come si è evoluto
l’accesso al credito del sistema produttivo nazionale; la seconda, il trend del credito al settore agricolo,
esaminando a livello regionale lo stock di prestiti di medio-lungo termine in agricoltura.
Insieme all’analisi, è stata anche aggiornata la banca dati (BD) contenente i dati regionali del credito bancario
concesso al settore agricolo e all’industria alimentare. Tale BD, disponibile in formato Excel, è consultabile
alla pagina web del portale Rete Rurale Nazionale dedicata al presente report.

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EVOLUZIONE DEL CREDITO IN AGRICOLTURA

    1. Il credito in Italia
In una fase espansiva dell’economia mondiale, nel 2017 anche l’Italia ha agganciato la crescita, con un +1,5%
di aumento del Pil. La spesa complessiva delle famiglie, componente principale del Pil, è tornata a trainare
l’economia (+1,3%) e molto dinamici sono risultati anche gli investimenti fissi lordi (+3,7%), mentre un minore
contributo è arrivato dalla bilancia commerciale, perché a fronte della buona crescita delle esportazioni
(+5,4%), vi è stato un incremento di pari entità delle importazioni (+5,3%). Anche gli occupati sono aumentati
dell’1,1% rispetto al livello del 2016, grazie all’evoluzione positiva dei dipendenti (+2,1%), a fronte di un
rallentamento degli indipendenti (-1,9%). Nel complesso, il numero di imprese registrate nel Registro delle
Imprese è rimasto stabile (+0,3% la variazione a dicembre 2017 rispetto a dicembre 2016).
In questo contesto, l’agricoltura, fortemente condizionata dall’andamento meteorologico nel corso
dell’intero 2017, ha chiuso l’anno dando un contributo negativo all’economia nazionale; le ultime
informazioni disponibili indicano una flessione del 4,4% del valore aggiunto rispetto all’anno precedente.
Focalizzandosi sul credito, a dicembre 2017, l’ammontare dei prestiti al totale dei settori economici, in bonis
e non, indipendentemente dalla durata, si è ulteriormente ridotto del 6% rispetto al livello di un anno prima.
Flessioni di minore entità hanno interessato lo stock di prestiti al comparto agroalimentare: -1,2% quelli
dell’agricoltura, -1,6% quelli dell’industria alimentare.

Stock di prestiti (in bonis e non) indipendentemente dalla durata al totale dei settori economici,
all’agricoltura e all’industria alimentare, delle bevande e del tabacco

                                                                    Milioni di euro    Peso %           Var. %
 Settore
                                                                                  2017                   17/16
 Totale economia                                                          808.960         100               -6,0
 Agricoltura, silvicoltura e pesca                                          42.920        5,3               -1,2
 Industria alimentare, delle bevande e del tabacco                          31.961        4,0               -1,6
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Dall’analisi di lungo periodo emerge che lo stock di prestiti richiesti dalle imprese del settore agricolo ha avuto
un primo calo nel 2013, poi una ripresa nel 2014, cui è seguito un trend negativo dal 2015 in poi. Va specificato
che nel corso del 2017 è rilevata un’attenuazione di questo trend, dinamica inoltre confermata anche dai dati
del primo trimestre 2018: la flessione in questo caso è dello 0,7% su base annua nei primi tre mesi dell’anno,
con un lieve incremento rispetto al trimestre precedente (+0,3%).

                                                        5
Stock di prestiti (in bonis e non) indipendentemente dalla durata all’agricoltura, silvicoltura e pesca

                     45.000
                                           Stock prestiti agricoltura silvicoltura e pesca

                     44.000
  milioni di euro

                     43.000

                     42.000

                     41.000

                     40.000

                     39.000
                                   2010      2011     2012      2013      2014     2015       2016      2017

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Le tendenze più interessanti, che possono essere ricollegate alla ripresa degli investimenti del settore
avvenuta nell’ultimo triennio, derivano dall’analisi dei prestiti oltre il breve termine: anche in questo caso
rallenta la flessione su base annua (-2,5% a dicembre, dopo il -5,1% di giugno). Nel complesso dell’agricoltura
nazionale, gli investimenti fissi lordi del settore considerati a valori costanti, calati del 36% tra il 2007 e il
2014, nel 2015 hanno ripreso a crescere segnando un +1,4%, al quale è seguito un +3,1% nel 2016 e un +1,7%
nel 2017.

Stock di prestiti in bonis oltre il breve termine all’agricoltura, silvicoltura e pesca

                                  Stock prestiti medio lungo termine agricoltura, silvicoltura e
                                                             pesca
                         18.000

                         16.000
       milioni di euro

                         14.000

                         12.000

                         10.000

                          8.000

                          6.000
                                    2010     2011     2012      2013     2014     2015       2016     2017

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Tornando allo stock dei prestiti oltre il breve termine e disaggregandolo per destinazione di finanziamento,
spicca l’aumento del 2,1% dei prestiti per l’acquisto di macchine e attrezzature, che ha interrotto la tendenza
negativa in atto dal 2013, probabilmente mossi anche dall’avvio degli investimenti attivati dalle risorse dei
PSR; si conferma poi l’andamento positivo dei prestiti finalizzati all’acquisto di immobili rurali, inclusi i terreni
agricoli (+2,7% rispetto a dicembre 2016), trend in corso dalla fine del 2015; invece ancora in calo, ma in
                                                                  6
attenuazione, lo stock di prestiti richiesti per la costruzione di immobili rurali (-9,5% rispetto a dicembre
2016).

Stock di prestiti di medio lungo-termine in bonis all’agricoltura per destinazione di finanziamento

                                                                   Milioni di euro             Peso %       Var. %
 Destinazione
                                                                                 2017                        17/16
 Totale, di cui:                                                           11.594                 100           -2,5
 Costruzione di fabbricati rurali                                           4.396                 37,9          -9,5
 Acquisto macchinari e attrezzature                                         4.500                 38,8           2,1
 Acquisto di fabbricati rurali                                              2.698                 23,3           2,7
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

L’attenuazione del trend negativo per il credito agricolo di medio-lungo termine - e in particolare la ripresa
dei finanziamenti per l’acquisto di macchine e attrezzature - che si inizia a vedere negli ultimi trimestri del
2017 è molto importante, visto che lo stock complessivo è in continua flessione dal 2011, anno rispetto al
quale ha perso il 28%.

La qualità del credito agricolo si conferma, nel 2017, migliore che nel complesso dell’economia o nel Food &
Beverage. In particolare il tasso di decadimento, che consiste nell’incidenza dei nuovi prestiti che entrano in
sofferenza rispetto allo stock di inizio periodo, per l’agricoltura è pari allo 0,4%, mentre nel caso del totale
economia è dello 0,66% e nel caso dell’industria alimentare sale allo 0,7%. La qualità del credito è
notevolmente peggiorata dal 2011 in poi, sia guardando ai prestiti del settore primario, sia a quelli
dell’alimentare, sia a quelli del complesso dell’economia; a partire dal 2015 il tasso di decadimento ha iniziato
a migliorare, toccando il dato più basso dell’ultimo quinquennio proprio a fine 2017.

Tasso di decadimento sul numero di finanziamenti per settore di attività economica al 31 dicembre 2017

                                            Tasso di decadimento
 0,80
                                                                                               0,70
 0,70                   0,66

 0,60
 0,50
                                                           0,40
 0,40
 0,30
 0,20
 0,10
 0,00
                  Totale economia             Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria alimentare, delle bevande
                                                                                            e del tabacco

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                          7
2. Il credito a livello territoriale
La flessione del credito complessivo a livello nazionale è stata determinata da tutte le regioni, ad eccezione
del Trentino Alto Adige, il cui stock di prestiti è rimasto sostanzialmente allineato al livello di fine 2016, e
della Valle d’Aosta, che comunque rappresenta una minima parte del credito nazionale.

Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti al totale settori economici per regione e incidenza regionale sullo
stock nazionale

                                                                Totale economia

           15                                                                                                                                  30
           10                                                                                                                                  25
                27,6                                                                                                             11,0
            5                                             0,1
            0                                                                                                                                  20

                                                                                                                                                    Quota %
 Var. %

           -5   -3,1 -5,6 -10,9 -8,1 -5,6 -2,1 -5,1             -6,7                   -7,0 -10,7 -5,7 -4,7 -6,7 -7,8 -5,8              -8,9   15
                                                                       -11,0
          -10                                                                  -16,3
                                                                                                                                               10
          -15          10,7 10,3 10,1
          -20                           7,6                                                                                                    5
                                              6,8
          -25                                       4,4   3,4                                                                                  0
                                                                3,0    3,0     2,5     2,2   1,9   1,7   1,5   1,4   0,9   0,4   0,2    0,2
                                                          var. % 17/16          Peso % (asse dx)

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Focalizzandosi sul credito agricolo, a livello territoriale, in primo luogo va detto che in appena sei regioni si
concentra quasi il 70% dell’intero stock nazionale: Lombardia (19%), Veneto ed Emilia Romagna (13%),
Toscana (10%), Piemonte (8%), Trentino Alto Adige (6%).

Nel 2017, rispetto al 2016, lo stock delle prime tre regioni ha ricalcato la dinamica nazionale, con flessioni
rispettivamente pari a -3,1%, -1,1% e -0,6%; quello delle restanti tre, invece, ha attenuato la dinamica
generale, con avanzamenti rispettivamente dell’1%, dell’1,3% e del 4,7%. Si tratta di aree che rappresentano
quote notevoli dell’agricoltura nazionale, sebbene vada evidenziato che la graduatoria dell’incidenza del
valore aggiunto e quella del credito non siano perfettamente coerenti. In particolare, regioni meridionali
come la Sicilia, la Puglia e la Campania, rispettivamente terza, quinta e sesta per valore aggiunto, si
posizionano in ottava, settima e undicesima posizione nella classifica del credito agricolo.

Un’ulteriore considerazione riguarda il fatto che il credito agricolo si concentra in aree dove l’incidenza
dell’agricoltura sulla totalità delle attività economiche è più bassa: si vedano le prime cinque regioni della
graduatoria (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte), il cui peso del valore aggiunto
agricolo sul totale regionale va dall’1% al 2,5%. Questo accade in parte perché si tratta di territori con una
spiccata vocazione all’agricoltura intensiva e ad alto valore aggiunto. In secondo luogo, queste stesse regioni
concentrano una elevata fetta del credito complessivo e quindi è probabile che il credito al settore agricolo
sia trainato da quello agli settori produttivi (relazioni migliori con il sistema creditizio, maggiore propensione
all’indebitamento, ecc.)

                                                                          8
Tornando alle dinamiche dello stock nel 2017 rispetto al 2016 e andando oltre alle prime sei posizioni della
graduatoria, tutte le regioni evidenziano una riduzione dei prestiti agricoli, ad eccezione della Campania
(+2,9%), dell’Abruzzo (+2%), della Basilicata (+1,1%) e della Valle d’Aosta (+2,9%).

Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti all’agricoltura, silvicoltura e pesca per regione e incidenza
regionale sullo stock nazionale

                                             Agricoltura, silvicoltura e pesca

       15                                                                                                                             30
       10                                                                                                                             25

                                                                                                                                           Quota %
        5   19,3
 Var. %

                               1,0 1,3 4,7                                2,9                    2,0          1,1               2,9
        0                                                                                                                             20
       -5   -3,1 -1,1 -0,6                      -3,5 -8,1 -0,2 -2,5             -7,0 -0,9 -0,3         -1,7         -5,0 -3,8         15
      -10                                                                                                                             10
                   13,2 12,9
      -15
                               10,0                                                                                                   5
      -20                             7,7
                                            5,6 4,7 4,5 4,3
      -25                                                      3,1 2,8 2,5 2,2 2,1                                                    0
                                                                                     1,5 1,4 0,9 0,8 0,4
                                                                                                         0,1
                                                    var. % 17/16    Peso % (asse dx)

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                                      9
Distribuzione del valore aggiunto agricolo italiano e incidenza dello stesso sul valore aggiunto totale per
regione (valori medi 2013-2015)

           Distribuzione VA agricoltura,                                     Incidenza VA agricoltura, silv.,
                silvicoltura e pesca                                             pesca/VA totale settori
      V. d'Aosta     0,2%                                                  Liguria        1,1%
          Molise       0,9%                                                  Lazio        1,1%
          Liguria        1,4%                                         Lombardia           1,1%
         Umbria          1,6%                                          V. d'Aosta           1,4%
       Basilicata         1,7%                                         Piemonte                1,7%
      Friuli V.G.         1,8%                                         Friuli V.G.             1,8%
         Marche            2,1%                                           Marche                1,9%
        Abruzzo             2,2%                                          Veneto                 2,1%
   Trentino A.A.                   4,6%                                  Toscana                   2,2%
        Calabria                   4,7%                                  Emilia R.                   2,5%
       Sardegna                    4,7%                                  Abruzzo                     2,5%
            Lazio                     5,4%                             Campania                      2,6%
      Piemonte                           6,2%                             Umbria                      2,6%
        Toscana                            6,9%                             Sicilia                          3,9%
      Campania                               7,5%                   Trentino A.A.                             4,1%
           Puglia                               8,5%                        Puglia                             4,2%
         Veneto                                  8,9%                   Sardegna                                      5,0%
           Sicilia                                 9,5%                  Calabria                                     5,1%
        Emilia R.                                     10,5%             Basilicata                                     5,2%
     Lombardia                                         10,7%               Molise                                       5,4%
                 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0%                             0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0%

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Passando, invece, al credito richiesto dalle imprese dell’industria alimentare nelle diverse regioni italiane
emergono dinamiche diversificate, fermo restando che anche in questo caso le prime sei regioni
rappresentano oltre il 70% dell’intero stock nazionale. Si tratta dell’Emilia Romagna (21%), della Lombardia
(18%), del Veneto (13%), del Piemonte (8%) e di due regioni del Sud, Campania (7,3%) e Puglia (5,5%), dove
elevata è la concentrazione di stabilimenti di lavorazione del pomodoro da industria e di pastifici.

Le dinamiche sono state positive per tutte le regioni menzionate, ad eccezione del Piemonte, il cui stock ha
subìto un notevole calo (-9,4%) e dell’Emilia Romagna (-1,6%). Tra le restanti regioni, spiccano in positivo la
Toscana (+3,2%), il Trentino Alto Adige (4,1%), l’Umbria (+0,7%), il Friuli (+2,2%), la Liguria (+8,5%) e la Valle
d’Aosta (+13,2%). La flessione più consistente è stata registrata dallo stock delle imprese dell’industria
alimentare laziale (-22,2%).

La distribuzione del credito al settore e quella del valore aggiunto per regione appare abbastanza coerente,
più che nel caso del settore primario.

                                                               10
Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti all’industria alimentare, delle bevande e del tabacco per regione
e incidenza regionale sullo stock nazionale

                                     Industria alimentare, bevande e tabacco

           15                                                                                                                                 30
           10                                                                                                                                 25
            5 20,6 0,7 2,1                                                                                                            13,2
                                  0,8     5,0     3,2          4,1                  0,7                 2,2   8,5
                                                                                                                                              20

                                                                                                                                                    Quota %
            0
 Var. %

           -5 -1,6 17,8      -9,4                       -5,7         -9,8                  -1,4 -7,2                -5,5 -7,1 -5,1            15
          -10                                                               -22,2                                                             10
                        12,6
          -15
          -20                 8,0 7,3                                                                                                         5
                                          5,5     4,6
          -25                                           4,0                                                                                   0
                                                               2,7   2,7     2,6    2,4    2,1    1,7   1,7   1,5   1,2   0,4   0,3    0,1
                                                        var. % 17/16        Peso % (asse dx)

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Distribuzione del valore aggiunto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco italiana e incidenza
dello stesso sul valore aggiunto totale per regione (valori medi 2013-2015)

               Distribuzione regionale VA                                                 Incidenza VA ind. alim., bev.,
            industria alimentare, bevande e                                                 tabacco/VA totale settori
                         tabacco
                                                                                       Lazio              0,6%
        V. d'Aosta     0,2%                                                          Liguria                 0,9%
            Molise     0,4%                                                        Calabria                   1,1%
         Basilicata     0,9%                                                       Toscana                      1,2%
          Calabria       1,3%                                                         Sicilia                   1,3%
            Liguria      1,6%                                                       Marche                       1,3%
         Sardegna         1,7%                                                    Sardegna                        1,4%
        Friuli V.G.       1,9%                                                   V. d'Aosta                       1,5%
           Marche         1,9%                                                   Friuli V.G.                       1,5%
           Umbria         2,0%                                                  Lombardia                           1,6%
          Abruzzo          2,4%                                                       Puglia                        1,6%
     Trentino A.A.           3,3%
                                                                                 Campania                             1,8%
             Sicilia          3,9%
                                                                                     Molise                            1,9%
             Puglia           4,1%
                                                                                    Veneto                               2,1%
              Lazio            4,3%
                                                                                   Abruzzo                               2,1%
          Toscana               4,8%
        Campania                   6,6%                                       Trentino A.A.                                2,3%
           Veneto                         11,4%                                   Basilicata                               2,3%
        Piemonte                          11,4%                                  Piemonte                                    2,5%
          Emilia R.                               15,6%                             Umbria                                    2,6%
       Lombardia                                           20,4%                   Emilia R.                                     2,9%
                   0,0%   5,0%    10,0% 15,0% 20,0% 25,0%                                        0,0%     1,0%       2,0%       3,0%         4,0%

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
                                                                       11
Tornando al credito agricolo e concentrandosi su quello oltre il breve termine, risulta evidente che anche in
questo caso le prime sei regioni (Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Lazio) assorbono
oltre il 70% dello stock complessivo, in calo per tutte quante nel 2017 rispetto al 2016, ad eccezione del
Veneto (+1,9%).

I prestiti di medio-lungo termine hanno seguito la tendenza negativa generale in tutti i restanti territori, con
qualche eccezione. Lo stock, infatti, è aumentato in Sicilia (+4,8%), Umbria (+3,7%), Abruzzo (2,1%) e Calabria
(+4,2%); per lo più stabile, invece, in Sardegna e Puglia.

Il confronto tra la distribuzione del credito di medio-lungo termine e quella degli investimenti fissi lordi
agricoli risulta essere molto coerente.

Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti di medio-lungo termine al settore agricolo per regione e
incidenza regionale sullo stock nazionale

                                                     Stock medio-lungo termine

          20                                                                                                                                 30
                20,1                                                                                                                         25
                                   1,9               0,6               4,8    3,7          0,1          2,1   4,2
           0                                                                                                                                 20

                                                                                                                                                  Quota %
 Var. %

                -5,0 -1,4 -5,1           -4,3 -7,3         -2,6 -2,6                -0,4         -2,8               -3,9 -4,6 -5,2
                                                                                                                                             15
                                                                                                                                     -33,3
          -20          13,3 12,2                                                                                                             10
                                   9,5                                                                                                       5
                                         7,6
                                               5,9   5,6
          -40                                              3,9 3,7     3,6    3,3                                                            0
                                                                                     2,5   2,5   2,0    1,5   1,2 0,9    0,4   0,3   0,1
                                                               var. % 17/16         Peso %

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                                        12
Distribuzione degli investimenti fissi lordi in agricoltura e incidenza degli stessi sul valore aggiunto agricolo
per regione (valori medi 2013-2015)

            Distribuzione IFL agricoltura,                                         Incidenza % IFL/VA agricoltura,
                 silvicoltura e pesca                                                    silvicoltura e pesca
      V.d'Aosta         0,5%                                                   Calabria       13,9%
         Molise         1,0%                                                     Puglia       14,3%
         Umbria          1,2%                                                Sardegna         15,0%
       Basilicata        1,6%                                                     Lazio       16,7%
        Calabria          2,3%                                                   Sicilia       17,1%
        Abruzzo           2,4%                                               Campania          17,6%
         Liguria           2,4%                                               Toscana          18,6%
        Marche             2,4%                                                Umbria           21,9%
       Sardegna            2,5%                                               Emilia R.          24,0%
      Friuli V.G.          2,6%                                              Basilicata           26,7%
           Lazio               3,2%                                             Molise                29,3%
          Puglia                 4,3%                                          Abruzzo                29,5%
        Toscana                  4,6%                                          Marche                  32,6%
      Campania                   4,7%                                       Lombardia                    40,9%
           Sicilia                    5,8%                                   Friuli V.G.                  41,7%
   Trentino A.A.                        7,2%                                   Veneto                     43,1%
       Emilia R.                             9,0%                         Trentino A.A.                   44,3%
      Piemonte                                      13,0%                       Liguria                       46,8%
         Veneto                                      13,6%                   Piemonte                             58,8%
     Lombardia                                          15,6%                V.d'Aosta                                    87,3%

                 0,0%          5,0%      10,0%      15,0%    20,0%                     0,0%             50,0%             100,0%

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat

Focalizzandosi sui prestiti oltre il breve termine al settore agricolo per destinazione di finanziamento
emergono alcuni aspetti interessanti. In primo luogo, la riduzione dei prestiti per la costruzione di fabbricati
rurali è diffusa in tutto il territorio nazionale, qualche timido segnale in area positiva c’è stato soltanto in
Abruzzo (+0,5%) e Basilicata (+1,3%), ma l’incidenza delle due regioni sullo stock nazionale è molto limitata.

Più dinamici i prestiti destinati a finanziare l’acquisto di macchine e attrezzature: lo stock intercettato dalla
maggior parte delle regioni alla fine del 2017 è risultato in aumento rispetto a quello di fine 2016. Poche
regioni fanno eccezione a questa dinamica generale, avendo incassato al contrario una flessione (Piemonte,
Trentino Alto Adige, Umbria, Friuli, Calabria, Basilicata e Liguria) o un andamento più stazionario (Emilia
Romagna e Campania).

Anche il credito destinato all’acquisto di immobili rurali è risultato abbastanza vivace. In questo caso, va
segnalato, che ad eccezione della Sicilia e del Molise, tutte le regioni del Mezzogiorno hanno avuto un
incremento dello stock. Nei restanti territori si segnala una tendenza crescente per i prestiti dell’Emilia
Romagna, del Veneto, del Trentino, dell’Umbria, del Friuli e delle Marche, declinante per quelli della
Lombardia, del Piemonte, del Lazio, della Liguria e della Valle d’Aosta, stabili per quelli delle aziende agricole
toscane.

                                                                     13
Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti di medio-lungo termine al settore agricolo per costruzione di
immobili rurali per regione e incidenza regionale sullo stock nazionale

                                             Stock medio-lungo termine: costruzioni

            60                                                                                                                                 30

            40                                                                                                                                 25
                   24,2

                                                                                                                                                    Quota %
            20                                                                                                                                 20
   Var. %

                                                                                                      0,5           1,3
             0                                                                                                                                 15
                   -10,2 -2,0 -13,9 -8,2 -4,5 -19,7 -13,0 -4,4 -11,9 -5,4 -14,5-13,2 -7,1 0,0                -0,5         -18,2 -8,0
            -20                                                                                                                                10
                          11,7 11,1 10,7                                                                                               -51,7
            -40                              7,4                                                                                               5
                                                    6,0 5,4
                                                               4,0 3,7 3,5
            -60                                                                2,5 2,4 2,2 2,0                                                 0
                                                                                               1,1 0,6 0,6 0,4 0,3 0,1
                                                                   var. % 17/16    Peso %

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti di medio-lungo termine al settore agricolo per acquisto di
macchine e attrezzature per regione e incidenza regionale sullo stock nazionale

                                Stock medio-lungo termine: macchine e attrezzature

            60                                                                                                                                 30

            40                                                                                                                                 25

            20        1,7 1,4                                                                                                                  20
                                                                                                                                                    Quota %

                                0,3 11,5            7,6 17,1               10,0               3,1 4,1 16,1                     13,0 2,9
   Var. %

             0                                                                                                                                 15
                                             -3,5              -0,4 -4,9          -9,8 -3,6                  -1,3 -18,1 -3,4
                  19,2 16,4
            -20                 12,4                                                                                                           10

                                       8,9
            -40                              7,6                                                                                               5
                                                    6,2
                                                          4,0 3,7 3,2
            -60                                                         3,1 2,8 2,7 2,3                                                        0
                                                                                        2,0 1,8 1,4 1,3
                                                                                                        0,4 0,4 0,1
                                                                 var. % 17/16   Peso %

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                                             14
Dinamica (2017/16) dello stock di prestiti di medio-lungo termine al settore agricolo per acquisto di
fabbricati rurali per regione e incidenza regionale sullo stock nazionale

                                   Stock medio-lungo termine: acquisto immobili rurali

            60                                                                                                                                30

            40                                                                                                                                25

            20                                                                                                  47,4 52,9                     20
                                                                                            39,8
   Var. %

                                                                                                         24,4

                                                                                                                                                   Quota %
                            0,4 3,2 4,4                    4,1 17,3 3,9          16,7 3,7          0,7
             0                                                                                                                                15
                  -4,1                         -5,6 -5,0                  -2,9                                              -3,4 -4,8 -9,0
            -20            13,6                                                                                                               10
                                  12,1
                    14,9
                                         9,5
            -40                                7,8                                                                                            5
                                                     6,8 6,6
                                                                5,0 4,6
                                                                        4,1 3,8 3,4
            -60                                                                     2,6                                                       0
                                                                                                   1,5 1,2 0,9 0,8
                                                                                                                   0,4 0,3 0,1
                                                                   var. % 17/16         Peso %

Le Regioni sono ordinate in base all’incidenza sullo stock nazionale
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Le informazioni sul tasso di decadimento, disponibili al massimo livello di dettaglio per ripartizione
geografica, indicano una migliore qualità del credito nelle regioni del Nord, rispetto a quelle del Centro e del
Mezzogiorno.

Tasso di decadimento per il totale economia al 31 dicembre 2017 per ripartizione geografica

                                                Tasso di decadimento totale economia
 1,40

 1,20
                                                                                                           0,98
 1,00
                                                                                                                                      0,87
                  Italia                                                         0,82
 0,80
                  0,66
 0,60                      0,54
                                                      0,41
 0,40

 0,20

 0,00
                     Nord Ovest                      Nord Est                Centro                        Sud                        Isole

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                                            15
Tasso di decadimento in agricoltura, silvicoltura e pesca al 31 dicembre 2017 per ripartizione geografica

                     Tasso di decadimento in agricoltura, silvicoltura e pesca
 1,40

 1,20

 1,00

 0,80
        Italia                                                         0,64
                                                                                          0,60
 0,60   0,40                                        0,50

 0,40
                  0,33               0,22
 0,20

 0,00
             Nord Ovest            Nord Est        Centro               Sud               Isole

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

Tasso di decadimento nel settore dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco al 31 dicembre
2017 per ripartizione geografica

                 Tasso di decadimento nell'industria alimentare, delle bevande e
                                          del tabacco
 1,40
                                                                                           1,22
 1,20

 1,00                                                0,91
            Italia                                                      0,86
 0,80       0,70

 0,60                                 0,50

 0,40             0,31

 0,20

 0,00
             Nord Ovest             Nord Est        Centro              Sud                Isole

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Banca d’Italia

                                                    16
RETE RURALE NAZIONALE
                                 Autorità di gestione
                Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
                            Via XX Settembre, 20 Roma
                                  www.reterurale.it
                           reterurale@politicheagricole.it
                                      @reterurale
                              www.facebook/reterurale

Pubblicazione realizzata con il contributo del Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale)
       nell’ambito delle attività previste dal Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020
RETE RURALE NAZIONALE

                                 Autorità di gestione
                Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
                            Via XX Settembre, 20 Roma

                                    www.reterurale.it
                              reterurale@politicheagricole.it
                                       @reterurale
                              www.facebook.com/reterurale

Pubblicazione realizzata con il contributo del Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale)
       nell’ambito delle attività previste dal Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020
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