PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DEI MEDICI SPECIALISTI DA FORMARE PER IL TRIENNIO ACCADEMICO 2020-2023 - ai sensi delI'art. 35, comma 1, del D.Lgs ...
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DIREZIONE SANITA’ E WELFARE Settore Sistemi organizzativi e risorse umane del SSR PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DEI MEDICI SPECIALISTI DA FORMARE PER IL TRIENNIO ACCADEMICO 2020-2023 (ai sensi delI’art. 35, comma 1, del D.Lgs. n. 368/1999 e s.m.i.) 1
Indice Pag. Premessa 4 Le tendenze evolu ve della popolazione piemontese tra il 2001 e il 2038 (Fonte: IRES 6 Piemonte I bisogni della popolazione e la domanda di professionis sanitari (Fonte: IRES Piemonte) 7 Carenza del personale medico specialista (Fonte: Studio ANAAO ASSOMED) 10 Limi di età per il collocamento in riposo dei dirigen medici del SSN 11 Analisi da informa vi: Elaborazione tabelle e grafici 12 - Numero di contra/ statali assegna alla Regione Piemonte in relazione al totale 12 complessivo dei contra/ finanzia dallo Stato (trend storico aa.aa.2013-2019) - Benchmark Regioni – Totale contra/ di formazione medica specialis ca, finanzia dallo 12 Stato e da altri en (trend storico aa.aa. 2012/2019) - Confronto tra fabbisogno regionale, totale dei contra/ di formazione medico specialis ca 14 finanzia dallo Stato e dalla Regione, nel triennio accademico 2016/2019 - Raffronto tra la capacità forma va e il fabbisogno regionale per singola Scuola di 15 specializzazione medica - Numero dei medici forma dalle diverse Scuole di specializzazione medica e quelli in corso 16 di specializzazione negli aa.aa. 2014/2019 - Totale forma negli aa.aa. 2014/20219 nelle specializzazioni mediche dove si riscontrano 18 maggiori carenze nel SSR - Personale medico specialista nei servizi del SSR, trend storico 2017-2019 19 - Medici specialis in servizio nel SSR nell’anno 2019 19 - Quan medici specialis nel SSR + PDLS (medicina convenzionata ) in rapporto alla 20 popolazione 2
- Totale medici specializza nelle discipline maggiormente caren nel SSR – anno 2019 con 21 =>62 anni - Ripar zione per fascia d’età e per genere dei medici in servizio nelle AA.SS.RR nelle 23 specialità mediche dove si riscontrano maggiori carenze - Medicina convenzionata – Pediatri di Libera Scelta – anno 2019 , ripar per fasce di età e 26 per genere - Totale medici dipenden delle AA.SS.RR. nell’anno 2019, suddivisi per specializzazione, con 27 indicazione di quan sono na prima dell’1/12/56 - Tasso del turnover dei medici specializza nelle discipline dove si riscontrano maggiori 28 carenze, dipenden delle AA.SS.RR. nell’anno 2019 - Flussi in uscita dal SSR dei medici specialis sino al 2038 nelle discipline dove si riscontrano 29 maggiori carenze e rela va distribuzione per età anagrafica - Conclusioni e proposta del fabbisogno di medici specialis per il triennio accademico 2020- 38 2023 3
Premessa Con cadenza triennale, le Regioni e le PP.AA. di Trento e Bolzano, tenuto conto delle relative esigenze sanitarie e sulla base di una approfondita analisi della situazione occupazionale, individuano il fabbisogno dei medici specialisti da formare comunicandolo al Ministero della Sanità e al MIUR. La valutazione dei fabbisogni di personale rappresenta una tappa essenziale in un processo di governo del sistema dei servizi sanitari Ad oggi manca un modello previsionale, condiviso tra le Regioni e il Ministero della Salute, per la determinazione dei fabbisogni formativi dei medici specialisti, in analogia a quello realizzato per la determinazione delle necessità formative delle professioni sanitarie. Una metodologia univoca e strutturata consentirebbe di garantire prospetticamente un’offerta di personale sanitario in equilibrio rispetto alla domanda di salute, andando a determinare una stima del fabbisogno di personale medico specialista, che tenga conto anche dei mutamenti della composizione demografica della popolazione di riferimento, delle relative implicazioni di carattere epidemiologico, dei programmi di cura e di assistenza. In questo documento, si riportano brevemente le analisi e le tappe del percorso di indagine svolto per la determinazione del fabbisogno formativo dei medici specialisti, triennio 2020-2023, partendo da una ricognizione delle fonti informative disponibili, sia a disposizione del livello regionale sia grazie alla collaborazione degli Atenei piemontesi sui medici specialisti formati o in corso di specializzazione. E’ da diverso tempo che la Regione Piemonte è consapevole della problematica riguardante la carenza di medici specialisti in alcuni specifici ambiti, determinata da un insieme di concause, che si possono individuare, da una parte, nel numero non adeguato di posti annualmente definito dal livello nazionale per l’accesso alle Scuole di specializzazione di area sanitaria, e dall’altra da una mancata compensazione del turnover dei medici specialisti cessati dal servizio, a cui si affianca una diminuita attrattività del SSR da parte dei professionisti, che si registra anche nella limitata partecipazione alle procedure concorsuali. Per far fronte a questa problematica è indispensabile che il Governo assuma iniziative straordinarie e urgenti, che già negli ultimi atti normativi abbiamo visto concretizzarsi, come è il caso delle disposizioni della L. 25 giugno 2019, n. 60 di conversione al Decreto Legge del 30 aprile 2019, n. 35, recante “Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure in materia sanitaria”, che ha integrato i commi 547 e 548 della L. 30 dicembre 2018, n. 145 (Legge Finanziaria 2019) e s.m.i., secondo cui si potrà far fronte alla carenza dei medici specialisti attraverso l’assunzione di medici specializzandi. 4
Inoltre, a livello regionale, già a partire dall’a.a. 2016/2017, per far fronte alla carenza di personale medico specializzato nel SSR, sono stati finanziati contratti aggiuntivi di formazione medico specialistica, con particolare riferimento a quelle discipline laddove si registrano maggiori criticità: Anestesia, Rianimazione e T.I. e del dolore; Medicina d’Emergenza-Urgenza; Medicina Interna; Ortopedia e Traumatologia e Pediatria. Parimenti, con il fine di reperire ulteriori risorse finanziarie, si è provveduto ad approvare la D.G.R. n. 32 – 528 del 15 novembre 2019, avente per oggetto: “D.lgs. n. 368/1999 e s.m.i. - Contratti aggiuntivi di formazione medico specialistica – Promozione di attività di coordinamento per raccolta fondi di finanziamento”. L’intento regionale è quello di aumentare il numero dei contratti aggiuntivi di formazione medico specialistica per l’a.a. 19/20, auspicando ad un finanziamento complessivo di 35 contratti. 5
Le tendenze evolutive della popolazione piemontese tra il 2001 al 2038 (Fonte: IRES Piemonte) L’analisi delle tendenze evolutive della popolazione piemontese tra il 2018 e il 2038 segnala un quadro in trasformazione, che riguarda in maniera differenziata i residenti in Piemonte delle diverse classi di età. Queste trasformazioni determineranno le modalità di coinvolgimento delle differenti tipologie di professionisti sanitari. Tra il 2001 e il 2018 i dati dell’Osservatorio Demografico IRES fanno rilevare un moderato aumento del numero di abitanti, passati da 4.214.677 a 4.356.406 (+ 3,4 %). Tale aumento si è concentrato negli anni tra il 2001 e il 2010, per poi interrompersi in concomitanza con la fase più acuta della lunga fase recessiva. Contestualmente, i dati evidenziano una prosecuzione del processo di invecchiamento della popolazione residente. È aumentata in modo consistente la componente ultrasessantacinquenne, cresciuta negli stessi anni del 24% (da 895.861 a 1.112.742 abitanti), mentre è diminuita, per contro, la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni, passando da 2.807.858 a 2.703.323 persone (- 3,9%). Le previsioni ISTAT della popolazione relative al periodo 2018-2038 indicano una diminuzione della popolazione piemontese di 153 mila 558 unità: tale perdita è determinata dall’intensificazione del processo di invecchiamento e dalla la bassa natalità che caratterizza da tempo la regione. La perdita di popolazione riguarda soprattutto la classe di età 45-64 anni (258 mila e 21 unità in meno) e in secondo luogo la popolazione con meno di 18 anni (- 83 mila 488 unità). Per contro, la popolazione anziana segnala un incremento che investe sia la classe di età 65-74 anni (+ 144 mila e 426 unità), sia la classe di età superiore ai 74 anni (+ 140 mila e 210 unità). Tabella 1. Popolazione residente in Piemonte per gruppi di età 2018 – 2038 2018 2028 2038 2038/2018 Variazione % Totale 4.375.865 4.284.934 4.222.307 - 153.558 -3,5 ≤ 18 anni 702.950 634.385 619.462 - 83.488 -11,9 19 - 44 1.252.164 1.159.902 1.155.467 - 96.697 -7,7 45 - 64 1.314.697 1.284.202 1.056.676 - 258.021 -19,6 65 - 74 521.904 562.853 666.330 144.426 27,7 ≥ 75 584.150 643.593 724.369 140.219 24,0 Fonte: ISTAT, anni vari. Il deciso decremento della fascia di età 45-64 anni è spiegato dalla sostituzione, mano a mano che ci si avvicina al 2038, dei “baby boomers” di fine anni ’50 e ’60 con le generazioni nate nel periodo di de-natalità negli anni ’70-’90. Le generazioni dei “baby boomers” stanno infatti passando nella fascia di età più matura, producendo un deciso aumento della popolazione in quelle età. Una popolazione meno numerosa, in sintesi, ma con più problemi sanitari. 6
I bisogni della popolazione e la domanda di professionisti sanitari (Fonte: IRES Piemonte) L’andamento dei fattori riconducibili alle caratteristiche della popolazione e delle sue patologie, nonché ai percorsi assistenziali che ne conseguono, influenza lo scenario di riferimento. L’analisi dei valori assunti in Piemonte dagli indicatori tradizionalmente utilizzati per leggere le dinamiche della popolazione consente di effettuare prime ipotesi circa l’andamento della domanda di alcune categorie di professionisti sanitari. Negli anni si assiste, in Piemonte, a un aumento dell’aspettativa di vita: era di 77 anni per le donne e 70 anni per gli uomini nel 1980; è cresciuta a 84,9 anni per le donne e 80,4 anni per gli uomini nel 2016, per mantenersi pressoché invariata nell’ultimo triennio. È infatti leggermente più elevata – 85,2 anni per le donne e 80,9 per gli uomini, nel 2018 – l’aspettativa di vita a livello nazionale. Contestualmente, prosegue la drastica riduzione del tasso di natalità (nati vivi/1.000 residenti): nel 2015 era pari a 7,5 in Piemonte e 6,7 nel 2018, valori più bassi rispetto all’indicatore nazionale pari a 8 nati vivi/1.000 residenti nel 2015 e 7,3 nel 2018 1 . La lettura congiunta del peso delle diverse classi di età della popolazione attraverso l’indice di vecchiaia (anziani con più di 65 anni/bambini con meno di 14 anni), che mette in relazione la popolazione anziana con quella infantile, rileva nel 2019 in Piemonte un’ulteriore crescita dell’indice, salito a 205,9. Più di due anziani, quindi, per ogni bambino residente, mentre a livello nazionale il valore di tale indice si ferma nello stesso anno a 173,1. La percentuale di anziani in Piemonte nel 2019 era 25,5, contro il 22,8 in Italia 2. Come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, aumentano le patologie croniche in Piemonte, determinando un aumento di risorse, umane ed economiche, finalizzate a gestirne l’impatto: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, a livello mondiale, circa il 70-80 % delle risorse spese oggi in sanità sia destinato alla gestione delle malattie croniche. Il Piemonte fa rilevare una prevalenza di patologie croniche più elevata rispetto alla media nazionale: su 100 piemontesi, 41,4 nel 2017 dichiaravano almeno una patologia cronica, 3,8 punti percentuali in più rispetto ai valori medi nazionali. 1 fonte ISTAT 2 Ibidem 7
Tabella 2. Malattie croniche dichiarate in Piemonte e in Italia al 2015 e al 2017 Una Due Osteo Iper- Buona malattia malattie Artrosi Malattie - BP Disturbi Ambito Anno tension Diabete salute cronica croniche o artrite allergiche poros CO nervosi e o più più i 2017 67,3 41,4 20,9 18,1 16,1 9,6 6,6 6,4 6,0 5,1 Piemonte 2015 68,4 40,9 19,9 17,8 15,1 11,5 6,4 5,6 5,3 4,0 2017 69,6 39,9 20,9 17,8 16,1 10,7 7,9 5,9 5,7 4,5 Italia 2015 69,9 38,3 19,8 17,1 15,6 10,1 7,3 5,6 5,4 4,0 Fonte: Istat, Indagine Multiscopo Aspetti della vita quotidiana, 2015-2017. Il paziente cronico è una persona solitamente anziana, spesso affetta da più patologie, che richiede l’intervento di più figure professionali. Poco più del 40 % dei pazienti cronici godono, in Italia e in Piemonte, di buona salute. Tra le patologie croniche più diffuse, secondo le Indagini Multiscopo dell’Istat vi sono quelle di seguito elencate, che nel complesso rappresentano quasi il 44 % del totale delle patologie croniche: - ipertensione; - artrosi; - malattie allergiche. I cambiamenti epidemiologici stanno determinando un cambiamento negli scenari di cura. Negli ultimi 15 anni assistiamo a una riduzione del tasso di ricovero, passato in Piemonte da 180 ricoveri – ordinari e in regime di day hospital – ogni 1.000 residenti nel 2001, a 122,8 nel 2017. La tendenza alla diminuzione del tasso di ricovero, costante dall’inizio del millennio, prosegue nell’ultimo triennio. Il Piemonte fa rilevare, peraltro, uno dei tassi di decremento più elevati tra il gruppo di Regioni benchmark con cui viene messo a confronto nella tabella che segue. 8
Tabella 3. Andamento del tasso di ricovero (standardizzato – per 1.000 residenti) Variazione % Regione 2013 2017 2017/2013 Piemonte 137,7 122,8 -10,8 Lombardia 134,3 122,3 -8,9 Veneto 126,0 120,0 -4,8 Emilia Romagna 149,9 134,8 -10,1 Toscana 131,5 122,1 -7,1 Fonte: Rapporti di Monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza – Ministero della Salute – anni vari. Per le cure prestate sul territorio, in strutture di prossimità o al domicilio dei pazienti, ci si aspetterebbe quindi un’evoluzione. Invece l’indicatore relativo alla diffusione dell’Assistenza Domiciliare Integrata - sicuramente la più rilevante attività sanitaria sul territorio - tra la popolazione anziana 3, se in alcune regioni italiane fa rilevare decisi incrementi (raddoppia in Veneto), in Piemonte fa rilevare una diminuzione dei casi nell’ultimo quinquennio. In ogni caso si tratta di valori ancora lontani da quelli che tracciano l’attività ospedaliera, e questo crea problemi legati all’accessibilità ai servizi e alla domanda non soddisfatta, che coinvolgono le figure professionali dedicate ai servizi. Tabella 4. Percentuale di anziani in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) – 2013 -2017 Variazione % Regione 2013 2017 2017/2013 Piemonte 2,9 2,4 -17,2 Lombardia 1,7 2,1 23,5 Veneto 2,0 4,2 110,0 Emilia Romagna 4,0 3,5 -12,5 Toscana 1,6 3,1 93,8 Fonte: Rapporti di Monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza – Ministero della Salute – anni vari. 3 Gli anziani > 65 anni rappresentano più del’80 % degli uten' dell’Assistenza Domiciliare Integrata 9
Carenza del personale medico specialista (Fonte: Studio ANAAO ASSOMED) La carenza di personale medico negli Ospedali e nei servizi territoriali del SSR rischia di subire una brusca accelerazione con l’introduzione della “Quota 100”, prevista nella legge di bilancio 2019. I medici dipendenti del SSN oggi vanno in quiescenza con una anzianità media intorno ai 65 anni di età. Nel 2018, a livello nazionale, è iniziata l’uscita dal sistema dei nati nell’anno 1953 (circa 7.000 medici). Nel triennio 2019-2021, che interesserà secondo le regole “Fornero” essenzialmente i nati dal 1954 al 1956, sono previste uscite tra 6.000 e 7.000 medici l’anno, per un totale di 20.000 unità. Con la “Quota 100”, in vigenza sempre tra il 2019 e il 2021, si acquisisce il diritto ad un pensionamento anticipato a 62 anni di età. Quindi nel 2019, con l’anticipo di tre coorti, potrebbero lasciare i nati fino all’anno 1957, mentre quelli nati nel 1958 e 1959 raggiungeranno i 62 anni tra il 2020 e il 2021. L’anticipo potrebbe interessare nel triennio 2019/2021 altri 17.000/18.000 medici, per un totale di pensionamenti possibili di 38.000. E’ verosimile, comunque, che le quiescenze siano ridotte per le penalizzazioni che l’adesione alla “Quota 100” comporta: riduzione dell’assegno pensionistico, limitazione della libera professione e divieto del cumulo previdenziale. In definitiva, l’ANAAO-ASSOMED stima che l’uscita per “Quota 100” sia limitata al 25%, in pratica circa 4.500 medici dei 18.000 che acquisiranno il diritto. L’indagine svolta dall’ANAAO – ASSOMED intende fornire delle stime su quanto l’esodo dei medici dipendenti impatterà sui servizi del SSN, tenendo conto del flusso degli specialisti formati. Secondo gli esiti emersi dall’analisi condotta, in Piemonte il saldo tra neospecialisti e medici in uscita dal SSR entro il 2025 è un saldo negativo di 2.004 medici, con carenze maggiori per medicina d’emergenza-urgenza, anestesia e rianimazione, medicina interna, chirurgia generale, pediatria, neurologia ed ortopedia. Le specialità per le quali la programmazione risulta più deficitaria, rispetto alle necessità determinate dall’entrata in vigore delle nuove modalità previdenziali, sono tuttavia la medicina d’emergenza-urgenza e la pediatria. Secondo l’ANAAO-ASSOMED, il Piemonte ha effettuato sino ad oggi una programmazione dei fabbisogni formativi molto vicina al reale, ma è necessario che tenga conto nella prossima programmazione triennale delle maggiori carenze in alcune discipline mediche dovute alle uscite per cessazione di servizio dei medici nel SSR e alla mancata compensazione del turnover. L’analisi di ANAAO-ASSOMED riporta i dati diffusi da Eurostat, dove viene evidenziato che in Italia negli Ospedali nel 2016 operavano circa 213 medici ogni 100.000 abitanti, mentre in Francia erano 264, in Germania 237 e in Spagna 227.Senza interventi in Italia nel 2025 si rischia di passare a 181 medici ogni 100.000 abitanti. Gli organici ridotti obbligano i medici a turni gravosi, surplus di orario, ferie non godute e in questa situazione il disagio è sempre più crescente. Ciò che risulta necessario è l’incremento dei contratti di formazione medico specialistica portandoli a 10.000 all’anno, recuperando tutti i contratti persi o mai assegnati dal MIUR, nonostante i finanziamenti, favorendo il riassorbimento dell’imbuto formativo che vede circa 10.000 medici in 10
attesa di uno sbocco formativo. Infine, sarebbe auspicabile avviare una vigorosa campagna di assunzioni nel SSN, semplificando le procedure concorsuali e prolungando la validità delle graduatorie. Un campanello d’allarme è l’età avanzata dei medici italiani e i prossimi 20 anni saranno cruciali per garantire il ricambio generazionale. La pandemia di Covid-19 ha evidenziato molti dei limiti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ed è necessario porre particolare attenzione alle risorse umane in quanto rappresentano l’elemento cardine del sistema, da cui dipende la qualità dei servizi erogati. Limiti di età per il collocamento in riposo dei dirigenti medici del SSN Nella disciplina vigente (15- nonies del D.Lgs. 502/1992), la prosecuzione del servizio dei dirigenti medici del Ssn è consentita oltre il limite del sessantacinquesimo anno, su richiesta dell'interessato, fino al raggiungimento del quarantesimo anno di servizio effettivo - purché non si superi il limite dei 70 anni di età. Per fronteggiare la carenza di medici specialisti, l'articolo 5-bis , comma 2, del D.L. 162/2019 (c.d. Decreto proroga termini), conversione in L. 28 febbraio 2020, n. 8, ha modificato in via transitoria i limiti di età massima per il collocamento a riposo dei dirigenti medici del Ssn (la deroga non riguarda infatti il personale medico a rapporto convenzionale). In base alla nuova norma, tali soggetti, entro il 31 dicembre 2022, possono fare domanda per proseguire il servizio fino al settantesimo anno di età anche se, prima di tale limite anagrafico, maturano i quarant'anni di servizio effettivo. La disciplina transitoria instaurata dal Decreto proroga termini prevede altresì che l'amministrazione di appartenenza possa autorizzare la prosecuzione del rapporto di servizio fino all'assunzione di nuovi dirigenti medici specialisti. La procedura di assunzione di tali ultimi soggetti deve peraltro essere adottata senza ritardo e comunque non oltre centottanta giorni dalla data di adozione del provvedimento di trattenimento in servizio. Per i medici docenti universitari o ricercatori - che svolgono attività assistenziale presso le cliniche e gli istituti universitari di ricovero e cura facenti parte del SSN, il limite di età è posto a 67 anni, anziché a 65. Peraltro, per tali soggetti, la cessazione dallo svolgimento delle ordinarie attività assistenziali, nonché dalla direzione delle strutture assistenziali, non è obbligatoria qualora il limite di età per il collocamento a riposo come docente o ricercatore sia più elevato e manchino i protocolli d'intesa tra università e regioni, previsti dalla normativa ai fini della definizione delle modalità e dei limiti per l'utilizzo del medesimo personale universitario per specifiche attività assistenziali, strettamente connesse all'attività didattica e di ricerca. 11
Dati informativi: Elaborazione Tabelle e grafici - Numero dei contratti statali assegnati alla Regione Piemonte in relazione al totale complessivo dei contratti finanziati dallo Stato (trend storico – aa.aa 2013 – 2019) Come si può osservare nella rappresentazione grafica, nell’arco temporale considerato, il numero dei contra/ statali assegna' alla Regione Piemonte è progressivamente aumentato negli anni. - Benchmark Regioni – Totale contratti di formazione medica specialistica, finanziati dallo Stato e da altri enti (trend storico aa.aa. 2012/2019) 12
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- Confronto tra fabbisogno regionale, totale dei contratti di formazione medico specialistica finanziati dallo Stato e dalla Regione, nel triennio accademico 2016/2019 14
- Raffronto tra la capacità formativa e il fabbisogno regionale per singola Scuola di specializzazione medica 15
- Numero dei medici formati dalle diverse Scuole di specializzazione medica e quelli in corso di specializzazione negli aa.aa. 2014/2019 16
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- Totale formati negli aa.aa. 2014/20219 nelle specializzazioni mediche dove si riscontrano maggiori carenze nel SSR 18
- Personale medico specialista nei servizi del SSR, trend storico 2017-2019 Si segnala che nel totale medici sono compresi i medici specialisti quali dipendenti delle AA.SS.RR., quelli operanti nelle Aziende sanitarie con contratto di lavoro atipico, i dipendenti dei presidi equiparati al SSR (ex artt. 41 e 43 della L. n. 833/1978) e i medici specialisti universitari. - Medici specialisti in servizio nel SSR nell’anno 2019 19
- Quanti medici specialisti nel SSR + PDLS (medicina convenzionata ) in rapporto alla popolazione 20
- Totale medici specializzati nelle discipline maggiormente carenti nel SSR – anno 2019 con =>62 anni 21
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- Ripartizione per fascia d’età e per genere dei medici in servizio presso le AA.SS.RR nelle specialità mediche dove si riscontrano maggiori carenze DI CUI UOMINI ANESTESIA E RIANIMAZIONE DI CUI DONNE 350 300 250 96 106 146 200 150 100 192 169 144 50 65 0 22 30-39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI MEDICINA DI EMERGENZA ED URGENZA DI CUI UOMINI 180 160 DI CUI DONNE 140 54 120 53 106 100 80 60 105 40 83 60 20 17 0 5 30-39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI 23
MEDICINA INTERNA DI CUI UOMINI 250 DI CUI DONNE 200 117 150 55 100 42 115 119 77 50 84 22 0 30-39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA DI CUI UOMINI 120 100 DI CUI DONNE 80 60 82 97 59 40 20 34 22 18 0 8 3 30-39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI 24
PEDIATRIA DI CUI UOMINI 120 100 DI CUI DONNE 15 80 13 33 60 92 40 67 53 20 19 10 0 30-39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI 25
- Medicina convenzionata – Pediatri di Libera Scelta – anno 2019 , ripartiti per fasce di età e per genere 200 180 160 UOMINI 140 DONNE 68 120 29 100 80 60 5 111 103 40 20 3 59 22 0 FINO A 39 ANNI 40-49 ANNI 50-59 ANNI 60-70 ANNI 26
- Totale medici dipenden delle AA.SS.RR. nell’anno 2019, suddivisi per specializzazione, con indicazione di quan sono na prima dell’1/12/56 27
- Tasso del turnover dei medici specializza nelle discipline dove si riscontrano maggiori carenze, dipenden delle AA.SS.RR. nell’anno 2019 28
- Flussi in uscita dal SSR dei medici specialisti sino al 2038 nelle discipline dove si riscontrano maggiori carenze e relativa distribuzione per età anagrafica 29
Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Anestesia e Rianimazione Anestesia e Rianimazione Anestesia e Rianimazione in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 -135 -286 -454 30
Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Medicina di Emergenza e Medicina di Emergenza e Medicina di Emergenza e Urgenza Urgenza Urgenza in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 - 41 - 118 - 242 31
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Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Medicina Interna Medicina Interna Medicina Interna in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 - 147 - 289 - 408 33
Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Cardiologia Cardiologia Cardiologia in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 - 65 - 151 - 223 34
35
Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Ortopedia e Traumatologia Ortopedia e Traumatologia Ortopedia e Traumatologia in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 - 53 - 105 - 169 36
Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Tot. Medici specialis in Pediatria Pediatria Pediatria in uscita al 2025 in uscita al 2031 in uscita al 2038 - 221 - 341 - 453 37
- Conclusioni e proposta del fabbisogno di medici specialisti per il triennio accademico 2020-2023 I dati presentati offrono un quadro complessivo sui medici specialisti formati dalle Scuole di Specializzazione delle Università degli Studi di Torino e degli Studi del Piemonte Orientale e quelli in corso di specializzazione, dall’altro quelli occupati nel SSR negli anni 2017, 2018 e 2019, con dettagli relativi alla loro età anagrafica e al genere. L’indicazione relativa alla potenzialità formativa delle diverse Scuole di Specializzazione fa emergere in talune discipline mediche la necessità di incrementare il numero dei posti disponibili in accesso, al fine di far fronte al maggior fabbisogno di medici specialisti a seguito delle cessazioni di servizio nei prossimi anni. Questo lo si osserva, in particolare, nelle specializzazioni di Medicina di emergenza ed urgenza, Ortopedia e Traumatologia e in Pediatria. Tra le discipline mediche dove si riscontrano maggiori carenze nel SSR, risulta un numero molto basso di formati, tra l’anno 2014 e il 2019, di medici specializzati in Medicina di emergenza ed urgenza (tot. 36). I dati relativi all’occupazione risultano fondamentali per migliorare le previsioni sul fabbisogno occupazionale e formativo futuro di medici specialisti, seppur l’analisi si limita a registrare il turnover nel SSR nell’arco temporale considerato, 2017-2019, e le stime sulle uscite dal servizio tenendo conto dell’età anagrafica prossima al raggiungimento dei requisiti per il collocamento in stato di quiescenza. Non è stato possibile, infatti, registrare le cessazioni di servizio per mobilità dal SSR al settore privato, tenuto conto che l’attrattività del settore privato e della libera professione non è da considerarsi così residuale rispetto all’impiego nel SSR. Nelle AA.SS.RR. la fascia d’età con maggiore concentrazione di medici specialisti è quella compresa tra i 50 e 59 anni. Si osserva nel SSR, con particolare riferimento alle discipline mediche in Anestesia e Rianimazione e in Medicina Interna, come anche in Pediatria di Libera Scelta (Medicina convenzionata), un numero importante di medici specialisti con età compresa tra i 60 e i 70 anni. In generale, si registra una maggiore carenza nella specialità di Pediatria, dove il tasso del turnover nel SSR non risulta compensato dalle nuove assunzioni e si registrano uscite al 2025 di 221 medici, sino ad arrivare nel 2038 a 453 unità (compresa la medicina convenzionata). Altresì si registra un turnover non compensato nelle discipline mediche di Anestesia e Rianimazione, Medicina di Emergenza ed Urgenza e Ortopedia e Traumatologia. Alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione che determinerà un aumento delle cure e delle previsioni rilevate nelle cessazioni di servizio, è necessario far fronte alla carenza di medici che riguarderà soprattutto alcune discipline, quali in primo luogo: Pediatria, Anestesia e Terapia intensiva, Medicina di emergenza ed urgenza, Medicina interna, Ortopedia e Traumatologia e Malattie dell’apparato cardiovascolare. Si segnala, alla luce di quanto sopra illustrato, la seguente proposta di fabbisogno di medici specialisti per il triennio 2020-2023: 38
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Raffronto tra la rilevazione dei fabbisogni medici specialis triennio aa.aa. 17-20, triennio aa.aa. 20-23 e la capacità forma va delle singole Scuole di specializzazione medica. 40
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