PRESENTAZIONE* - OPENSTARTS

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PRESENTAZIONE* - OPENSTARTS
Presentazione*

      “Ho diciotto anni e non posso andare a scuola… Ho diciotto anni e non posso fare sport… Ho diciotto anni e non
      posso andare la domenica a pranzo dai miei nonni… Ho diciotto anni e non posso viaggiare, scoprire, conoscere”.
      Sono alcuni brani tratti da un tema scritto da una ragazza dei nostri tempi, questi nostri tempi di lockdown
      e distanziamento sociale. Una testimonianza, sulla quale meditare, accompagnata da alcune parole,
      altrettanto significative, della mamma. “I miei figli – scrive la signora – hanno quattordici e diciotto anni e
      non si lamentano nemmeno più, la loro è apatia totale. Il maschio passa dalla sedia in Dad alla poltrona
      con la play station al letto con TikTok, come una larva. Almeno in zona arancione rimaneva lo sport, il
      calcio (mai un positivo in squadra). Siamo sani! E ci stanno facendo morire dentro. […]”.1

1. PERCHÉ UN NUMERO SPECIALE?
Mentre stiamo continuando a sperimentare “sulla nostra pelle” - chi come docente, chi come
studente, chi come genitore, chi semplicemente come membro di una medesima comunità di destino
- la desolante esperienza della pandemia, proprio in questi tempi così complicati, si è
concluso, inevitabilmente in sordina, il primo decennio di vita della rivista.
Il traguardo “miliare” del decennio, con il suo carico di impegno profuso e vivace
operosità, avrebbe meritato certamente una qualche forma di valorizzazione, anche
se, dato il quadro della situazione, come ci rammentano, se ce ne fosse bisogno, le
amare suggestioni non a caso riportate in epigrafe, non si può certamente affermare
che ci sia tanta voglia di “festeggiare” la fausta ricorrenza – come invece si conviene
di consueto in tali felici occasioni – organizzando, ad esempio, qualche dignitoso
evento culturale che, invece, a motivo della pandemia in corso, non si può nemmeno
ipotizzare di realizzare, almeno in presenza.
Nonostante tutto, è sembrato comunque opportuno soffermarsi almeno un po’ a
ripensare e a considerare la mole di lavoro intrapresa con continuità nel corso di questo
prolungato intervallo di tempo, anche per fare opportunamente il punto sullo stato
dell’arte circa le attività di ricerca didattica di volta in volta intraprese dalle diverse anime
che operano fruttuosamente nell’ambito del CIRD della nostra Università.

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    Title: Presentation.
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    Cfr. VALLI 2021.

QuaderniCIRD n. 21 (2020)                                  5                                              ISSN 2039-8646
Presentazione                                                                  Michele Stoppa

Ne è così scaturito un numero speciale che ora viene offerto all’attenzione dei lettori.
Tuttavia, prima di procedere, come da consolidata tradizione, alla presentazione del
contenuto, sembra opportuno fornire alcuni orientamenti per favorire una più proficua
fruizione dei contributi proposti. Questo numero si contraddistingue, infatti, per almeno
due aspetti, ossia il pervasivo carattere ologrammatico e il fecondo – talora ardito -
approccio transdisciplinare, felicemente sviluppato in molti di essi.

                            Figura 1. La copertina del numero speciale.

Ogni contributo, pur essendo in sé pienamente compiuto, invita dunque alla lettura
di altri, che ne consentono, invero, in termini comparativi, una comprensione più
profonda. In definitiva si tratta di “tessere” che, collocate al posto che loro compete,
fanno emergere un mosaico che, adeguatamente interpretato, comunica al lettore un

QuaderniCIRD n. 21 (2020)                       6                               ISSN 2039-8646
Presentazione                                                                                             Michele Stoppa

supplemento di informazione che eccede indubbiamente quella fornita dal singolo
contributo, qualora considerato estraneo all’insieme. Infatti, ogni contributo per
essere pienamente apprezzato e assimilato, dopo una prima lettura di carattere
informativo, suggerisce di essere considerato e ripensato più e più volte, sempre e anche
alla luce di tutti gli altri.
Inoltre, come si rammentava già in precedenza, l’approccio precipuo che caratterizza
il numero è di natura esplicitamente transdisciplinare, non trascurando, per altro, di
intraprendere “a caldo” anche alcune interessanti incursioni nelle problematiche
operative e formative scaturite dal ricorso repentino alla DAD – la fantomatica Didattica
a Distanza – erogata di punto in bianco in situazione di emergenza pandemica, e quindi
senza l’adeguato preavviso necessario per un’acquisizione ponderata degli strumenti
informatici – sottacendo la questione dei costi gravanti sulle famiglie – e senza la
preventiva formazione dei docenti nonché degli sventurati fruitori (studenti e, nel caso
degli alunni più giovani, anche genitori e nonni… almeno quando disponibili), con
conseguenze facilmente intuibili, aspetti sui quali per altro si intende certamente
ritornare in futuro con opportuni approfondimenti ad hoc, come ripetutamente
sollecitato da molti colleghi.
L’approccio transdisciplinare implica il coraggio di “uscire” dai confini2 della propria
disciplina di elezione per “invadere” campi di conoscenza tradizionalmente riferibili
a discipline di volta in volta più o meno contigue, per applicarvi procedimenti
euristici tanto più estranei a quei contenuti quanto maggiore è la distanza sia in
termini di contenuto ma anche e soprattutto di linguaggi, di metodi e di valori formativi
tra le discipline implicate.
L’operazione - indubbiamente di notevole pregio euristico e foriera di originali forme di
sviluppo della conoscenza - impone pertanto le necessarie cautele e il prudente rispetto

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 Non a caso si può affermare che, almeno a livello universitario – a Scuola è forse ancora prematuro porre la questione
in questi termini - una disciplina dispiega i suoi confini disciplinari solo dove si esauriscono le competenze dei suoi
cultori, una collocazione che appare quindi fortemente condizionata dalle competenze soggettive effettivamente di
volta in volta padroneggiate dallo studioso.

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Presentazione                                                                         Michele Stoppa

delle peculiarità e delle specificità che caratterizzano le diverse discipline coinvolte,
soprattutto in carenza di adeguata padronanza dei contenuti e dei procedimenti
euristici tipici che caratterizzano gli ambiti in cui si intende eventualmente cimentarsi
e ciò in misura tanto maggiore quando risultano implicate discipline non immediatamente
contigue alla propria.

2. I CONTENUTI DEL NUMERO
Passando alla presentazione, si precisa che in questa occasione esso risulta deliberatamente
organizzato in tre parti, ossia in una prima parte (speciale) di carattere storico-celebrativo,
seguita dalle due parti consuete, anche se ben più sostanziose del solito e, in
particolare, per quanto concerne l’ultima parte, anche con la comparsa, a partire da
questo numero, di due nuove rubriche.
La Prima parte (speciale) esibisce un efficace contributo ad invito richiesto a Luciana
Zuccheri, che è e continua a essere l’anima della rivista, avendola fondata, diretta
saggiamente e vista crescere per un intero decennio, e che continua a svolgere per il
team editoriale il prezioso ruolo di maestra e preziosa consigliera. Chi infatti meglio
di Lei avrebbe potuto ripercorrere puntualmente, con tale minuziosa precisione, le
vicende che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo della rivista?!
Luciana Zuccheri ne ripercorre mirabilmente la storia, inquadrandola innanzitutto nel
contesto in cui è maturata la decisione di impegnarsi nella creazione di una nuova rivista
multidisciplinare dedicata alla ricerca didattica e alla formazione permanente di elevato livello
dei docenti, in una prospettiva nel contempo attenta alla valorizzazione della ricerca e
della cultura elaborate nel nostro Paese ma anche con un respiro sensibile allo stato
dell’arte sul versante internazionale. Nel contributo viene illustrato l’impegno profuso e
l’intenso lavoro complessivamente intrapreso da tutti coloro che, in diversa misura e a
vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione dell’impresa, offrendo anche suggestioni
sui principali risultati conseguiti e suggerendo spunti per futuri ulteriori fecondi sviluppi.
La Seconda parte contiene nove contributi che spaziano su diversi argomenti, talora

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Presentazione                                                                      Michele Stoppa

affrontando da vari punti di vista temi sensibili su cui non c’è unanimità di vedute tra
gli intellettuali o, rispettivamente, all’interno della comunità scientifica e, pertanto, è
indubbiamente opportuno sul piano didattico far sentire il suono di “tante campane”,
evitando di assolutizzare acriticamente idee o teorie che lo sviluppo delle conoscenze
potrebbe in futuro falsificare. La storia è lastricata da esempi di questo tipo.
Un primo ambito tematico è caratterizzato da due magistrali contributi decisamente
complementari, dedicati rispettivamente alla vulnerabilità della green economy, a firma
di Orfeo Sbaizero – Decano del CIRD –, e alla modificazione degli assetti geopolitici del
pianeta in conseguenza delle transizioni energetiche, a firma di Gianfranco Battisti, che
affrontano temi indubbiamente molto dibattuti ahimè spesso senza la padronanza delle
conoscenze indispensabili e della necessaria oggettività.
Nel contributo di Orfeo Sbaizero viene puntualmente precisato come la transizione
verso un’economia a basse emissioni di Carbonio sia strettamente connessa non solo alla
concreta disponibilità ma anche alla complessa geopolitica delle risorse, con particolare
attenzione agli elementi delle terre rare essenziali per lo sviluppo dell’innovazione
tecnologica.
Gianfranco Battisti spiega, come di consueto in modo avvincente e indubbiamente
molto chiaro – anche per i non addetti ai lavori–, come le attuali politiche ambientali,
con particolare riferimento alle politiche di decarbonizzazione, comportino un cambiamento
radicale dell’organizzazione economica mondiale, con conseguente superamento
dell’attuale assetto geopolitico.
Nel contributo successivo, dedicato invece alla didattica universitaria, viene ribadita
l’efficacia formativa delle attività pratiche. Franco Grossi presenta, in termini di
didattiche comparate, due interessanti esperienze di carattere applicativo intraprese
nell’ambito dell’insegnamento universitario dell’ergonomia. Nella prima di queste,
svoltasi all’Università di Trieste, l’ergonomia entra in dialogo con le scienze della
comunicazione. I prodotti del lavoro degli studenti, derivanti invece dalle attività di

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Presentazione                                                                   Michele Stoppa

progettazione intraprese presso la Kazan State University of Architecture and Engineering,
sono stati successivamente anche presentati e premiati alla Biennale di Venezia.
Un ulteriore ambito tematico viene a delinearsi nei due contributi che seguono,
dedicati a un primo esame della didattica a distanza erogata nel nostro Paese in
condizioni di lockdown pandemico.
Il nutrito team operante nell’ambito del Laboratorio Evoluti_vamente Lab del Dipartimento
di Scienze della Vita presenta gli esiti di una ricerca di grande attualità e di indubbio
interesse, intrapresa con l’obiettivo di indagare le esperienze vissute da un gruppo di
insegnanti della Scuola primaria dell’Italia nord-orientale nel condurre la DAD nei primi
mesi di lockdown e di conseguente drammatica chiusura delle scuole.
Silvia Battistella propone, invece, dal canto suo, un dettagliato resoconto critico sulle
esperienze, le soluzioni e le riflessioni di un docente universitario impegnato nella
complessa ri-progettazione di un insegnamento di Laboratorio di area biologica,
esaminando di volta in volta gli aspetti problematici emersi nell’immediato post-
lockdown, sia in ordine alle attività formative da svolgere in aula sia in campagna.
I due contributi successivi sono strettamente interdipendenti, in quanto presentano
una serie di attività formative integrative che si sono svolte con il supporto scientifico
del CIRD presso la Scuola secondaria di primo grado “San Domenico Savio” di Mira (VE),
grazie all’opportunità offerta da un Bando emesso dal Dipartimento delle Pari Opportunità
della Presidenza del Consiglio dei Ministri volto alla promozione di attività formative
nell’ambito delle discipline STEM e vinto dalla Fondazione Giovanni Paolo I di Venezia,
da cui le Scuole coinvolte nel progetto dipendono.
Maria Peressi illustra l’attività formativa proposta ad alunni delle scuole primarie
nell’ambito del progetto testé richiamato, dedicata alla scoperta del sistema binario.
Vengono presentate le interessanti schede di lavoro progettate ad hoc e proposte ai
giovani partecipanti nell’ambito delle attività laboratoriali e vengono pure descritte
passo passo le metodologie didattiche utilizzate, di volta in volta, per una loro corretta

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Presentazione                                                                   Michele Stoppa

fruizione, anche offrendo al termine un’originale proposta per promuovere eventuali
ulteriori possibili sviluppi dell’esperienza.
Nel contributo seguente, Stefania Nicolli, Preside delle Scuole afferenti alla Fondazione,
dopo un opportuno inquadramento storico del contesto formativo localizzato in un
centro minore dell’Agro veneziano, presenta entusiasticamente le molteplici iniziative
formative realizzate, volte a favorire negli alunni lo sviluppo del pensiero creativo, con
particolare riguardo alla robotica educativa, e non senza soffermarsi a presentare
dettagliatamente gli attrezzatissimi spazi scolastici – a dir poco da sogno – in cui tali
attività vengono proposte. Nel contributo viene quindi concretamente presentato
l’articolato progetto, realizzato grazie all’opportunità offerta dalla vincita del bando
STEM da parte della Fondazione.
I due contributi successivi esplorano, infine, temi cari alle discipline umanistiche.
Pietro Zovatto affronta nel suo contributo il complesso tema dell’identità che viene
declinato in termini diacronici secondo un filo conduttore che si snoda in un
imprevedibile intreccio di originali rimandi ologrammatici tra il piano delle aggregazioni
statali e il piano personale, per altro preceduto da un opportuno inquadramento, in cui
vengono esaminati i fondamenti filosofici della questione. Lo studioso esamina il
concetto a varie scale, partendo dalla scala europea, per focalizzare quindi l’attenzione
sulle vicende dell’esodo istriano e, in particolare sulla drammatica figura di Maria
Pasquinelli, la cui identità lacerata viene confrontata con le esperienze interiori di
altre ben più note personalità del suo tempo.
Helena Lozano Miralles ci offre, invece, un’accurata presentazione critica di un
evento culturale che si è svolto nella sede galiziana del Museo Nacional de Ciencia y
Tecnología ad A Coruña (Spagna), un’occasione per far entrare un ospite inconsueto – la
letteratura – in un museo scientifico. Il pretesto è stato offerto dalla mostra temporanea
curata da Miguel Barral Precedo dedicata al tema della scienza enucleabile dai romanzi
di Umberto Eco. Nel contributo, Helena Lozano Miralles illustra dettagliatamente le
strategie messe in atto dal museo per la buona riuscita dell’evento culturale, ivi

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Presentazione                                                                       Michele Stoppa

compresa l’elaborazione di efficaci sussidi, calibrati per fasce d’età, a beneficio degli
studenti delle Scuole secondarie, con l’obiettivo dichiarato di comunicare ai ragazzi la
passione per la scienza. Il contributo analizza quindi il rapporto di Umberto Eco con il
pensiero scientifico, inquadrandolo nell’alveo della formazione umanistica e scientifica
del semiologo, noto al vasto pubblico per essere l’autore del best-seller Il nome della rosa.
La Terza parte si articola invece in quattro rubriche, di cui due di nuova introduzione.
Nella prima, denominata Suggestioni di Storia della ricerca didattica, si intende rivisitare,
da una prospettiva multidisciplinare, attraverso la riproposizione di alcuni frammenti
di volta in volta accuratamente selezionati, l’apporto scientifico elaborato dagli
studiosi italiani di diverse discipline che ci hanno preceduto almeno negli ultimi
cinquant’anni, un cospicuo qualificato apporto di conoscenza in termini di ricerca
didattica disciplinare, da rivalutare e rimeditare con profitto, con particolare attenzione
ai contributi che si caratterizzino per proposte innovative di interazione, integrazione e
sinergia fra discipline diverse, armonizzate con i mutevoli assetti, di volta in volta assunti
dal mondo della Scuola, in forza delle riforme intervenute nel corso del tempo. In
anteprima viene proposto un originalissimo contributo magistrale di Vincenzo
Aversano, che esamina le suggestive potenzialità didattiche derivanti dall’utilizzo
della canzone nell’insegnamento-apprendimento integrato della geografia, della
lingua e cultura italiana nonché della musica.
Segue la tradizionale rubrica dedicata alle Recensioni. Ne vengono proposte quattro,
due di interesse per la didattica sinergica delle geoscienze e della geografia, una per
la didattica della storia e una per la didattica della matematica.
Furio Finocchiaro recensisce una monografia di Corrado Venturini edita dal Geoparco
delle Alpi Carniche ma disponibile pure in lingua tedesca. L’Autore, docente all’Università
di Bologna, grande esperto della complessa geologia della Carnia e costantemente
impegnato in una intensa attività di divulgazione scientifica, affronta lo spinoso
problema della formazione delle “guide geologiche”, ossia di quelle peculiari figure
professionali operanti nei geoparchi, o più in generale nell’ambito delle aree protette, a

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Presentazione                                                                      Michele Stoppa

cui è affidato il non facile compito di accompagnare con adeguata competenza i
visitatori alla scoperta della geodiversità.
Michele Stoppa recensisce invece un Atlante fotografico in lingua tedesca, dedicato
alla Stiria, il polmone verde dell’Austria, questa volta rivisitata dal cielo, grazie a un
apparato iconografico costituito da esemplari immagini aeree semipanoramiche, realizzate
dai coautori grazie a un bimotore superleggero, con cui ripetutamente hanno sorvolato il
territorio del Land austriaco. Il volume, frutto della collaborazione di un geologo
dell’Università di Graz (Kurt Stüwe) e di un fotografo professionista di Arosa specializzato
in fotografia alpina (Ruedi Homberger), offre efficaci spunti per elaborare un
percorso formativo finalizzato a scoprire i beni ambientali e culturali stiriani, che
integri la geografia e le geoscienze con le discipline linguistiche (Lingua straniera) e
artistiche (Arte e Immagine, Storia dell’Arte).
Verena Zudini propone in questo numero ben due recensioni. Nella prima presenta
con competenza un interessante volume di Alessandro Barbero, dedicato alla figura
di Dante Alighieri in occasione della ricorrenza dei settecento anni dalla morte. Il
volume recensito esamina con originalità, da una inconsueta prospettiva storica,
squarci poco noti del drammatico vissuto del Sommo Poeta, esule dall’amata città
natia, inquadrandoli coerentemente nel complesso quadro storico del suo tempo.
Nella successiva recensione, pure elaborata da Verena Zudini, viene illustrato un saggio
di interesse per la didattica della matematica dal titolo “ad effetto” “La matematica è
politica”, dai contenuti talora provocatori. Con tale scelta strategica, appare evidente
che l’autrice intenda esplicitamente suscitare dibattito in un pubblico possibilmente più
ampio dalla ristretta cerchia dei cultori della disciplina, anche grazie al ricorso militante
a un belligerante sconfinamento transdisciplinare nelle discipline umanistiche, offrendo
talora anche considerazioni derivanti dall’esperienza personale che si radicano fin
nell’adolescenza.
L’interessante operazione corre, peraltro, il rischio non trascurabile, di “liquidare”
sbrigativamente temi complessi e di spessore per le scienze filosofiche – il tema della

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Presentazione                                                                       Michele Stoppa

verità –, per le scienze sociali – il tema della democrazia –, e per le scienze storiche – il
tema della rivoluzione –, e che richiedono per essere adeguatamente “addomesticati” di
allargare la razionalità alla ragionevolezza sapienziale, pena di pervenire a esiti non
sempre condivisibili e che possono, pertanto, ferire l’intelligenza e la sensibilità di
coloro che coltivano la sapienza.
Ad esempio, l’approccio meramente processuale con cui viene affrontato, per così dire in
un “capitoletto”, il tema della democrazia, di indubbio interesse per l’Educazione civica,
non è esente dal rischio di involuzione, se non di vera e propria degenerazione della
stessa, laddove si trascuri di considerare i presupposti fondanti che, ultimamente, la
precedono, legittimandola. Non a caso, un matematico e filosofo del calibro di Blaise
Pascal ebbe ad affermare lapidariamente che «non essendosi potuto far in modo che quel
che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto»3.
In presenza di temi trasversali tanto delicati e complessi – come peraltro anche quelli di
verità e di rivoluzione già richiamati e pure considerati nel saggio – non si può che suggerire
prudentemente, almeno sul piano didattico, di offrire agli studenti, soprattutto nella
delicata fase dell’adolescenza, un ampio spettro di punti di vista, in modo tale da favorire
un equilibrato sviluppo del pensiero critico.
La rubrica Notizie propone tre contributi. I primi due presentano le attività di alta
formazione offerte agli insegnanti di Matematica e, rispettivamente, di Scienze
promosse dal Polo Linceo di Trieste nell’ambito del Progetto “I Lincei per una nuova
didattica nella scuola: una rete nazionale” nel corso dell’anno accademico 2019-20.
Il primo è stato curato da Fabio Perroni, mentre il secondo è stato elaborato dal team
interdisciplinare che ha progettato il percorso formativo di Scienze (Patrizia Nitti,
Giorgio Pastore e Michele Stoppa), pure con la collaborazione di tutti gli altri membri
del corpo docente impegnati nell’iniziativa di formazione (Fabio Benedetti, Maurizio
Prato e Tatiana Da Ros per la Chimica, Francesco Princivalle per le Geoscienze, Maria
Francesca Matteucci, Maria Peressi e Marco Palla per la Fisica).

3
    Cfr. AFORISMIMANIA, in Siti web.

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Presentazione                                                                        Michele Stoppa

Fabio Perroni, nel presentare il percorso formativo di Matematica, sottolinea come
l’obiettivo prioritariamente perseguito dai docenti responsabili (Fabio Perroni, Emilia
Mezzetti e Pierpaolo Omari) si proponga di consolidare importanti competenze disciplinari
e interdisciplinari, evidenziando, ad esempio, l’interferenza di carenze extra-disciplinari
nell’apprendimento della matematica, ma soprattutto anche approfondendo temi di volta
in volta rilevanti nella didattica della geometria, dell’algebra, dell’analisi matematica, della
statistica e del calcolo delle probabilità, anche con riferimento a specifiche applicazioni
di quest’ultimo in ambito medico.
Il percorso rivolto invece ai docenti di Scienze ha permesso di esplorare il tema delle
Strutture spaziali in natura, dai punti di vista della chimica, delle geoscienze e della fisica,
offrendo ai partecipanti spunti di aggiornamento pregiati, derivanti dalle attività di
ricerca più avanzate intraprese nei rispettivi ambiti disciplinari. Il percorso formativo
si è inoltre concluso con un’esperienza di laboratorio didattico progettuale digitale, in
cui sono stati valorizzati gli apprendimenti acquisiti tramite le lezioni teoriche e che si
è rivelato indubbiamente efficace anche ai fini della successiva gestione della didattica a
distanza in situazione pandemica, certamente imprevedibile in fase di progettazione
dell’iniziativa, ma nel frattempo impostasi prepotentemente in corso d’opera.
Il terzo contributo, elaborato da Valentina Bologna, già apprezzata supervisore del
tirocinio nell’ambito del TFA A059 – in entrambi i cicli di attivazione presso l’Ateneo
giuliano – esibisce i più recenti sviluppi della ricerca didattica in fisica, con
particolare attenzione al qualificato apporto derivante dall’impegno del gruppo di
lavoro locale operante nell’ambito del Dipartimento di Fisica.
Segue quindi una rubrica, denominata Osservatorio Università – Spazio Tesi, in cui verranno
di volta in volta agilmente presentate tesi di laurea sperimentali particolarmente
brillanti, discusse nella nostra Università. In questo numero ne vengono presentate due.
La Tesi di Laurea di Maria Vittoria Bertolino, discussa con il Prof. Alessandro Fonda,
affronta un problema di grande attualità, in quanto esamina dettagliatamente, grazie al
ricorso a modelli matematici predittivi, l’esperienza del lockdown, offrendo interessanti

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Presentazione                                                                                                            Michele Stoppa

suggerimenti per una gestione che tenga prudentemente in adeguata considerazione
anche aspetti connessi alla sua sostenibilità psicologica e socio-economica, contenendone
in tal modo il pesante impatto sulla popolazione.
La Tesi di Laurea di Lucia Bello, discussa con la Prof.ssa Silvia Battistella e la Dott.ssa
Costanza Uboni (nel ruolo di Correlatore) illustra dettagliatamente gli esiti di una ricerca
sul campo focalizzata sullo studio dell’Odonatofauna che caratterizza due ambienti
limnici del Friuli pedemontano, inquadrandola nel contesto ecologico dei due sistemi
ambientali considerati, e offrendo un originale significativo contributo alla conoscenza
delle loro peculiarità.
Il numero è corredato infine dall’Indice analitico (degli autori e delle parole chiave)
relativi ai contributi pubblicati nei primi 20 numeri della rivista, che declinano
analiticamente quanto già sinteticamente tratteggiato nel contributo di apertura,
consentendo una più agile ed efficiente fruizione dei molteplici contenuti proposti
dalla rivista nel corso del decennio.

3. CONCLUSIONI
Stiamo continuando a governare non senza fatica il “tempo delle rivoluzioni” che, se
apparentemente non conducono da nessuna parte, è probabile che sospingano
inesorabilmente la civitas verso il baratro di una crisi epocale senza precedenti, i cui
effetti devastanti non tarderanno a manifestarsi e si dispiegheranno progressivamente4,
per tempi indubbiamente molto prolungati, anche sul versante strategico dei processi
formativi. Le taglienti considerazioni riferite nella citazione in epigrafe a questa
introduzione, espresse con sincerità e disincanto da una studentessa appena diciottenne
in un tema recentemente assegnatole a Scuola5, pesano come macigni e ci interpellano
profondamente come docenti e, prima ancora, come educatori.
Quali modelli di “futuro” intendiamo proporre alle nuove generazioni? Come
rivitalizzare omnia? Come far rifiorire la fiducia e l’entusiasmo tra i giovani?

4
    Cfr. BETTI 2021.
5
    Cfr. VALLI 2021. Nel blog del qualificato giornalista (e saggista) il tema può essere letto integralmente ed è molto istruttivo.

QuaderniCIRD n. 21 (2020)                                          16                                                      ISSN 2039-8646
Presentazione                                                                               Michele Stoppa

Indubbiamente c’è bisogno di rinnovamento. Rivolgendosi, in tempi non sospetti, a una
moltitudine sterminata di giovani convenuti a Colonia nel 2005 in occasione delle
Giornate Mondiali della Gioventù, il già professore nonché vicerettore dell’Università di
Ratisbona ebbe allora ad affermare risolutamente: «Ora vorrei esprimerlo in modo
ancora più radicale: Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento
decisivo del mondo»6.

BIBLIOGRAFIA
BENEDETTO XVI
2005, La rivoluzione di Dio, Introduzione di Camillo Ruini, Cinisello Balsamo (MI), Editrice San Paolo,
scaricabile eventualmente anche all’indirizzo:
.

SITI WEB
AFORISMIMANIA
Frasi e aforismi sulla democrazia,
, sito consultato
il 25/4/2021.

BETTI I.
2021, Non depressi, ma privi di gioia. L’emozione del 2021 è il “languishing”,
, sito consultato il 25/4/2021.

VALLI A. M.
2021, Giovani e Covid / Tema: “Ho diciotto anni e questa è la mia non-vita”,
, sito consultato l’11.4.2021.

                                                                              MICHELE STOPPA
                                             Direttore responsabile, rivista “QuaderniCIRD”
                                                  Dipartimento di Matematica e Geoscienze
                                                                        Università di Trieste
                                                                             mstoppa@units.it

6
    Cfr. BENEDETTO XVI 2005.

QuaderniCIRD n. 21 (2020)                         17                                         ISSN 2039-8646
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