Poste italiane, tutte le idee (prioritarie) di Caio
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Poste italiane, tutte le idee (prioritarie) di Caio 29 - 01 – 2015 Valeria Covato Numeri, novità in fieri nell'organigramma, aumenti in ballo per le tariffe postali e progetti digitali in corso d'accordo con Palazzo Chigi Chiamato dal governo Renzi nel maggio scorso per guidare Poste Italiane anche verso la privatizzazione, Francesco Caio ha dovuto prima concentrarsi sul piano industriale del gruppo presieduto da Luisa Todini, non tralasciando – anzi – la questione spinosa del servizio universale. IL PIANO A fine anno Poste Italiane ha illustrato il piano industriale 2015-2020, ponendosi come obiettivo 30 miliardi di euro di ricavi. Tre miliardi di investimenti, 8mila assunzioni, misure per la formazione e la riqualificazione del personale. Ma per compensare la domanda in flessione e i tagli della remunerazione riconosciuta dallo Stato per il servizio universale, scesa da 350 milioni a 262,4 milioni, Caio ha dichiarato di sentirsi anche costretto a “ridefinire il servizio universale”. LE NOVITA’
Così, visto il calo del business tradizionale e la riduzione degli introiti statali, potrebbero essere introdotte una serie di novità. Ecco tutti gli aumenti annunciati nei documenti spediti al governo in vista della privatizzazione della società ma che dovranno essere autorizzati dall’Autorità per le Comunicazioni. Al costo di 1 euro e con un’attesa fino a 4 giorni (nel 90% dei casi) ritorna la posta ordinaria, mentre lieviterà a 3 euro la prioritaria che sarà consegnata entro un giorno, puntuale solo nell’80% degli invii, contro la vecchia prioritaria che attualmente giunge a destinazione in una giornata nell’89% dei casi. “Colpisce – ha scritto Aldo Fontanarosa oggi su Repubblica – che le Poste vorrebbero farci pagare di più per un servizio peggiore”. Di minore entità sarà l’aumento per le raccomandate, che oggi costano 4 euro (sotto i 20 grammi), e che in futuro costeranno 4 euro e 25 centesimi, ma impiegheranno un giorno in più per arrivare, da tre a quattro. In vista del rinnovo del contratto di servizio previsto entro marzo 2015, Poste italiane per alzare l’asticella dei ricavi prevede un alleggerimento e una maggiore flessibilità del servizio di recapito. La consegna della posta ordinaria, che oggi avviene dal lunedì al venerdì, potrebbe infatti avvenire a giorni alterni e la sua frequenza potrebbe essere graduata anche in base al numero degli abitanti. Non mancano comunque le prime proteste sindacali. IL RIASSETTO MANAGERIALE In funzione della possibile quotazione in Borsa Caio ha previsto cambiamenti anche nel management del gruppo. A partire da febbraio Luigi Ferraris prenderà il posto di Luigi Calabria come nuovo Direttore Finanziario. Ferraris ha da qualche giorno lasciato l’incarico di responsabile dell’Area America Latina di Enel, nonché di Gerente General della controllata cilena Enersis. Secondo anticipazioni riportate da Milano Finanza, il riassetto a breve potrebbe coinvolge anche l’area information technology, dove è prevista la nomina di un nuovo responsabile “proveniente dal settore bancario”, ha specificato la giornalista di MF Anna Messia; il nuovo responsabile potrebbe prendere il posto di Maria Pia Sassano, arrivata lo scorso giugno alle Poste Italiane per guidare la trasformazione tecnologica del gruppo Poste. Cambiamento futuribili anche “l’area affari regolamentari e istituzionali con Bianca Martinelli, manager del settore comunicazioni e già consigliere di amministrazione di Vodafone Italia arrivata in Poste a giugno, che si focalizzerebbe sulla parte regolamentare”, si legge sul quotidiano finanziario del gruppo Class. LA DIGITALIZZAZIONE Il piano di Caio prevede investimenti in piattaforme e servizi digitali per 3 miliardi di euro, di cui circa 500 milioni per la sicurezza e la riqualificazione degli uffici postali. L’attenzione del gruppo sarebbe però focalizzata anche sulla digitalizzazione dei cittadini, che, come ha dichiarato Caio in recenti interviste, potrebbe proprio passare per le Poste, colmando il gap con il resto dell’Europa. “L’innovazione sono le start up, i prodotti tecnologici, ma anche le infrastrutture e un mutamento culturale”, ha detto Caio a Repubblica, che oltre a voler fornire strumenti semplici e utilizzabili da tutti punta anche a giocare un ruolo “come fornitori dell’identità digitale ai servizi che possiamo offrire alle imprese e allo Stato nella gestione dei documenti dematerializzati”. Di un possibile contributo di Poste alla digitalizzazione del Paese portata avanti dal governo Renzi ha parlato recentemente Formiche.net anticipando l’ipotesi di un nuovo dipartimento ad hoc alla presidenza del Consiglio specializzato in materia digitale.
I PASSI VERSO LA PRIVATIZZAZIONE “L’intenzione di Caio – ha scritto Anna Messia su Milano Finanza riferendo di fonti vicine al manager – sarebbe quella di accelerare il più possibile l’avvio della realizzazione del piano e soprattutto la preparazione del gruppo per la Borsa, per dare concretezza ai piani del governo che prevedono la privatizzazione del 40% delle azioni di Poste Italiane, oggi interamente in mano al ministero dell’Economia”. Accantonato per dare spazio all’approvazione del piano industriale, il processo di privatizzazione di Poste Italiane è infatti riapprodato al Ministero dell’Economia, dove due giorni fa si è svolto un incontro tra i vertici di Poste Italiane, il Capo del Dipartimento del Tesoro, Vincenzo La Via, il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, Fabrizio Pagani, e gli advisor finanziari del Tesoro e della Società, rispettivamente Lazard e Rotschild. Presentati da Caio gli obiettivi del piano, le modifiche alla squadra e le misure necessarie per procedere alla quotazione della società, il Mef ha confermato con determinazione il target temporale del 2015 e rimandato a metà febbraio la prossima riunione del gruppo di lavoro. “L’equity story che le banche dovranno raccontare al mercato descrive un gruppo che presenta una varietà di offerta unica nel suo genere dai recapiti, alla finanza e alle assicurazioni, e che beneficia di una piattaforma di distribuzione molto forte”, ha scritto Laura Serafini sul Sole 24 ore. Ma “L’operazione trova i suoi limiti nel fatto che il piano resta ancora un documento aperto, le cui proiezioni nel tempo non si possono chiudere finché non sarà concluso il negoziato in corso con l’Autorithy per le comunicazioni e con il ministero dello sviluppo economico per la definizione delle nuove regole e tariffe del comparto dei recapiti dei termini di una probabile ristrutturazione che dovranno poi trovare formulazione concreta nel contratto di programma che dovrà essere firmato entro marzo”, si legge sul quotidiano confindustriale. _______________________________________________________________________________ 29 gen 2015 11:42 CHE SUPPOSTE DALLE POSTE! IN VISTA DELLA PRIVATIZZAZIONE, STANGATA SULLE TARIFFE: LA NUOVA PRIORITARIA COSTERÀ 3 EURO (RISPETTO AGLI 80 CENTESIMI DI OGGI) E CON STANDARD DI QUALITÀ PIÙ BASSI NELLA CONSEGNA
Cambia anche la raccomandata: oggi la tariffa base è di 4 euro (sempre che la busta pesi massimo 20 grammi). Nel nuovo schema, salirebbe a 4 euro e 25 centesimi - La posta prioritaria online salirebbe a 1,8 euro (contro i 70 cent di oggi) - Il prezzo della privatizzazione: si paga di più per servizi meno efficienti… Aldo Fontanarosa per “la Repubblica” Su prezzi e tariffe, le intenzioni di Poste Spa sono bellicose. Nei documenti spediti al governo in vista della privatizzazione, che dovrebbe avvenire nel 2015, la società di Francesco Caio delinea una manovra tariffaria dolorosa per le famiglie. Torna intanto la lettera ordinaria che – nei piani di Poste – dovrebbe costare un euro. Arriveranno per davvero le lettere ordinarie? Poste si impegna a consegnare il 90% di queste missive low cost entro massimo 4 giorni dalla spedizione. poste italiane C’è poi la lettera prioritaria. Oggi la prioritaria deve arrivare entro un giorno e costa 80 centesimi. Questa è la tariffa base per gli invii fino a 20 grammi di peso. Nei progetti di Poste, la Nuova Prioritaria ci farà spendere 3 euro. Da 80 centesimi a 3 euro: un bel salto in avanti. Colpisce che le Poste vorrebbero farci pagare di più per un servizio peggiore. Nel senso che la vecchia prioritaria giunge a destinazione in una giornata nell’89% dei casi, mentre la Nuova arriverebbe puntuale solo nell’80% degli invii. L’obiettivo di qualità si abbasserebbe.
Francesco Caio Eccoci alla famosa raccomandata. Oggi la tariffa base è di 4 euro (sempre che la nostra busta pesi massimo 20 grammi). Nel nuovo schema, la raccomandata salirebbe sia pure di poco a 4 euro e 25 centesimi. Anche qui, però, lo standard qualitativo si abbasserebbe. La vecchia raccomandata – che è tracciata e ci dà la garanzia legale dell’invio – arriva a casa del destinatario in 3 giorni (questo nel 92,5% dei casi). La nuova raccomandata verrebbe consegnata in 4 giorni e solo nel 90% dei casi. Stesso schema: paghi di più per stare peggio. Sempre più spesso gli italiani evitano la fila all’Ufficio postale e utilizzano il computer. Scrivono la lettera al pc e – grazie al sito delle Poste – la inviano. Le Poste stampano la lettera e la portano a destinazione nella versione fisica, materiale. Anche qui la società di Caio progetta degli aumenti. La ordinaria che nasce online – un’altra novità – costerebbe 70 centesimi. La prioritaria online invece 1,8 euro (contro i 70 cent di oggi). Nessuna variazione per la particolare raccomandata che nasce online, confermata a quota 3,3 euro.
poste italiane Queste sono, dunque, le intenzioni delle Poste. Che però devono superare l’esame dell’Autorità per le Comunicazioni. Come già nel 2013, spetta all’AgCom approvare la manovra di Poste. Due anni fa, l’Autorità diede semaforo verde con la sua delibera numero 728. E gli aumenti delle tariffe scattarono dal primo dicembre del 2014. Se autorizzati anche solo in parte, i ritocchi daranno una spinta alla privatizzazione di cui hanno discusso ieri – al ministero dell’Economia - l’ad di Poste Francesco Caio, il capo del Dipartimento del Tesoro Vincenzo La Via e il capo della Segreteria Tecnica del ministro Fabrizio Pagani, oltre ai consulenti (advisor) di ministero e società. _______________________________________________________________________________ Caio, Guerra e Renzi studiano una cabina di regia digitale a Palazzo Chigi 28 - 01 – 2015 Michele Arnese e Valeria Covato
Il futuro di Agid e il ruolo di Poste Italiane. Fatti, indiscrezioni e ricostruzioni Si aggiungono nuove indiscrezioni a quelle scritte due giorni fa da Formiche.net in materia digitale. Sta prendendo piede infatti alla presidenza del Consiglio l’idea di una sorta di “ufficio centrale” digitale a Palazzo Chigi, così lo definisce il Corriere delle Comunicazioni, il quotidiano specializzato in materia, che senza menzionare Formiche.net ha rilanciato le nostre indiscrezioni. Sarà istituito un dipartimento ad hoc? E come si concilierà questa nuova struttura con l’Agid, l’Agenzia digitale diretta da Alessandra Poggiani? Sono le domande che si stanno ponendo gli addetti ai lavori dopo che le idee del consigliere di Renzi, Andrea Guerra, coadiuvate anche da Marco Carrai, stanno circolando in ambienti governativi e ministeriali. L’assetto dell’Agid sarebbe appunto al vaglio di Guerra. In ambienti della maggioranza di governo si delinea questo scenario, che però ha solo una valenza tecnica perché non c’è ancora un via libera politico. Eccolo. Alcune funzioni dell’Agid potrebbero essere assegnate all’Antitrust. Così come altre andrebbero a confluire nella ipotizzata struttura della presidenza del Consiglio (che dovrebbe convogliare anche alcune deleghe su queste materie che sono sparpagliate in vari dicasteri). Altre funzioni ancora andrebbero messe a fattor comune con Poste Italiane, dove il capo azienda Francesco Caio, che ha sintonia con Guerra, ha progetti e idee che vuole mettere a frutto per il gruppo, non solo per la quotazione in Borsa sempre in cantiere. Non a caso negli scorsi giorni Caio in un’intervista pubblicata su Repubblica ha candidato le Poste a “motore di sviluppo inclusivo nella transizione epocale verso l’economia digitale”. Preoccupato per aver constatato “quanto la digitalizzazione crei un fossato sempre più largo tra chi ha la cultura digitale e chi non ce l’ha”, l’ad del gruppo controllato dal Tesoro ha aggiunto che ”Poste è, e ancor più sarà, una porta tra il mondo analogico e il mondo digitale, una porta aperta a tutti perché arriva ovunque”. Sintonie con Guerra?
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