PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA - ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE MONTERIGGIONI - Prof ...
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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE MONTERIGGIONI Piazza Europa n° 1 – Loc. San Martino - 53035 Monteriggioni (Si) CODICE SCUOLA: SIIC81200B – COD. FISC. 80011790526 TEL: 0577318644 E- MAIL: siic81200b@istruzione.it – PEC: siic81200b@pec.istruzione.it SITO WEB: https://icmonteriggioni.edu.it/ PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA ANNI SCOLASTICI 2018/2021
"È l'arte suprema dell'insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza." (Albert Einstein) 2
Premessa Con l’art. 3 del D.P.R. 275/8-3-1999, ogni Istituzione scolastica è tenuta a predisporre un documento, una sorta di carta di identità, con il quale rende evidente, alla più vasta comunità sociale, le proprie attività, le risorse di cui dispone, le modalità di gestione e gli obiettivi che intende perseguire attraverso gli insegnamenti obbligatori e le attività aggiuntive che contribuiscono ad espandere gli orizzonti culturali ed a consolidare le conoscenze. Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è lo strumento regolatore delle azioni educative e didattiche e rappresenta il documento attraverso cui le proposte della scuola mirano a realizzare una comunità scolastica accogliente che affianchi “al compito dell’insegnare ad apprendere quello dell’insegnare ad essere”, in grado di coinvolgere gli studenti e renderli soggetti attivi del proprio processo di apprendimento. Il presente Piano dell’offerta formativa, relativo all’Istituto Comprensivo di Monteriggioni, è stato elaborato dal Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal Dirigente scolastico ed ha ricevuto il parere favorevole del Collegio dei docenti nella seduta del 4 novembre 2020 ed è stato approvato dal Consiglio d’Istituto nella seduta del 24 Novembre 2020. VARIAZIONI ED ADATTAMENTI IN ITINERE DEL PTOF Il Piano dell’Offerta Formativa è un documento flessibile, soggetto ad aggiornamenti ed integrazioni nel corso dell’anno scolastico in funzione di eventuali esigenze emergenti nel contesto e/o bisogni provenienti dal territorio non identificabili in sede di redazione iniziale del piano del Piano Triennale dell’Offerta Formativa. In modo particolare per l’anno 2020/2021 il documento potrà essere aggiornato nel corso dell’anno in relazione allo stato di emergenza Covid 19. 3
ATTO DI INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO La trasmissione delle conoscenze da una generazione all’altra avviene precipuamente attraverso la scuola. In questo senso la scuola non è tanto uno strumento, per quanto nobile, ma diviene un fine. Ogni generazione elabora nuove conoscenze e stabilisce una tappa nel progresso della ricerca sulla natura e sull’uomo e consegna i suoi risultati alla scuola perché continuamente la trasmetta alla nuova generazione. Ogni acquisizione di conoscenza trova un senso per come entra a far parte del patrimonio comune delle conoscenze, per assicurare il cammino ed il progresso della cultura materiale e di quella spirituale dell’umanità. Se la scuola è strumentale nei confronti dell’aumento di competenze individuali degli allievi in formazione ed evoluzione personale, è invece il fine della ricerca delle nuove conoscenze, che perderebbero ogni ragione di esistere se non dovessero essere trasmesse diacronicamente. La declinazione dei contenuti nel piano dell’offerta formativa richiama questa funzione della Istituzione Scolastica e la pone al centro di un meccanismo di civiltà. Il rischio dell’assenza della dichiarazione dei contenuti disciplinari è la perdita di importanza di questo aspetto della programmazione educativa e la conseguente indifferenza delle scelte didattiche riguardo alle conoscenze. La passione per il sapere viene trasmessa ai bambini e ai ragazzi attraverso i contenuti del sapere. L’identità della scuola manifestata dal piano dell’offerta formativa deve quindi richiamare l’attenzione su questo aspetto caratterizzante l’azione educativa. Ogni aspetto metodologico si attua quotidianamente attraverso la proposizione delle conoscenze disciplinari o multidisciplinari: la loro dichiarazione statutaria completa la dichiarazione dell’offerta formativa ed afferma con completezza il ruolo ed il prestigio dell’Istituzione, presentando nella sua completezza la funzione dell’Insegnante. Da quasi vent’anni il piano dell’offerta formativa costituisce la base dell’autonomia scolastica e fa sì che la libertà di insegnamento, la libertà di ricerca pedagogica e la libertà delle scelte didattiche, sia metodologiche che contenutistiche, divengano azione educativa. I Docenti affermano collegialmente e nella tolleranza di tutte le scuole di pensiero pedagogico democratico le scelte univoche o differenziate tramite le quali l’Istituto attua la propria funzione. Sono messe al bando e non possono essere accettate nel piano dell’offerta formativa tutti i frutti dolosi di un uso perverso della riflessione, che propongano la discriminazione e la non assoluta ed incondizionata accoglienza di ogni alunno che si sia presentato alla nostra scuola per essere aiutato a sviluppare la propria formazione. Ogni Docente ha il diritto di far inserire nel piano dell’offerta formativa ogni tipo di progettualità, metodologia, scelta di contenuti di conoscenza che abbia una rilevanza generale, 4
come paradigma alternativo alle tendenze più seguite o come esempio di buona pratica educativa, con i soli limiti di agire all’interno dei valori democratici, di promuovere l’uguaglianza e favorire l’integrazione. L’esposizione dei contenuti nel piano dell’offerta formativa e la loro scansione annuale raccoglie e favorisce il dibattito sulle scelte dei contenuti di conoscenza; attua una funzione indispensabile ed essenziale affidata alla autonomia scolastica dal momento storico che il superiore Dicastero ha fatto decadere la nozione vetusta di “programma ministeriale”, limitandosi alla definizione di standard sempre più metodologici, proprio in attuazione della legislazione che affidava un nuovo ruolo alle istituzioni scolastiche con il principio dell’autonomia; afferma la responsabilità epocale della scuola nella determinazione dei contenuti di conoscenza che trasmigrano tra le generazioni (Giovanni Verga fu proposto agli studenti a pochi mesi dalla morte, mentre la letteratura e le arti del novecento ancora non sono state selezionate dalla comunità dei docenti); costituisce una base di partenza per gli altri centri di programmazione. La programmazione di classe, in ogni sua normale periodicità, studierà l’adattamento alla situazione didattica ed educativa della classe, così come ogni docente, nell’ambito della propria libertà di insegnamento, compirà quelle scelte di modifica o integrazione che saranno suggerite dalla professionalità e dalle priorità culturali che predilige. La programmazione d’Istituto raccoglie i risultati del dibattito interno sulle scelte contenutistiche e costituisce la traccia per il proseguimento di tale dibattito. Non è cogente nel caso di scelte individuali o di consiglio di classe o interclasse, quando si ravveda la necessità di modifiche, diminuzioni o integrazioni, anche nel senso di sperimentazione didattica; fornisce concretezza ed assicura un contributo di realtà al progresso delle competenze di ogni allievo. L’attenzione ai contenuti corrobora il resto della programmazione, poiché richiama il senso della motivazione epistemologica delle competenze disciplinari. La storia di ogni disciplina e la nozione dei suoi contenuti stabiliscono con garanzia di concretezza la specificità delle competenze e abilità da promuovere e costituiscono la motivazione di queste scelte. Proprio il richiamo alla concretezza richiede che nel dibattito sulla programmazione, a qualsiasi livello avvenga nell’Istituto, si esaminino i contenuti e si rendano espliciti. Ogni materia ha una specifica concretezza e soprattutto uno specifico aggancio alla realtà. Il rischio dei compiti di realtà è di stabilire un rapporto puramente denotativo con la realtà stessa, che spesso è fortemente limitato dalla sua applicabilità solo ai livelli più semplici e immediati. Molti di questi contatti sono destinati a perdersi quando l’evoluzione mentale dell’alunno porta a livelli di 5
astrazione teorica che potrebbero agganciarsi alla realtà soltanto attraverso mediazioni semplicistiche, artificiose o velleitarie. La riflessione sui contenuti disciplinari impone l’esame specifico sugli aspetti di concretezza e di effettivo riferimento alla realtà. Il rapporto deve diventare connotativo e non può prescindere dallo statuto epistemologico disciplinare. Posso portare i bambini a fare la spesa e far loro vedere l’astanza di somma e sottrazione nell’esperienza quotidiana, al momento di pagare e ricevere il resto. Già qualche anno dopo sarei costretto però ad impegnarmi a fondo per parlare del senso delle parentesi in una comunissima espressione. Figuriamoci poi, molti anni dopo, con le funzioni trigonometriche. Il problema in questo esempio è che siamo partiti male al primo passo, poiché abbiamo stabilito un rapporto puramente denotativo tra l’addizione e la spesa al supermercato. Gli analfabeti di metà novecento non facevano addizioni e sottrazioni ma pagavano e controllavano il resto del fornaio. L’addizione e la sottrazione hanno maggiore relazione con la previsione della spesa, con la possibilità di pagare con pezzature diverse, di confrontare i prezzi. Ogni compito di realtà deve essere programmato tenendo conto degli sviluppi futuri della disciplina e dei contenuti che poi si andranno a far apprendere, fino a conoscere mete di lungo termine della disciplina stessa e comunque considerare i precipui meccanismi di quel ramo della conoscenza. All’interno di tali meccanismi va rintracciata la concretezza specifica della materia e poi sarà possibile determinare connotativamente il compito di realtà, esaltandone il ruolo educativo e l’impatto nella crescita intellettuale. Considerata la lunga permanenza nella scuola di secondo grado, il sottoscritto deve tener presente l’evidente e palpabile diminuzione della cultura generale in campo storico, geografico e delle scienze naturali. E’ opinione dello scrivente che l’assenza dell’acquisizione di larga parte dei contenuti storici e geografici di base nella scuola primaria abbia posto le ultime generazioni in un assoluto disorientamento proprio riguardo alle competenze di base delle discipline. Lo sforzo di far crescere nei bambini la stessa percezione e padronanza delle categorie dello spazio e del tempo senza fornire alla loro mente in formazione gli elementi concreti con cui percepire quelle categorie è stato assolutamente fallimentare. La penalizzazione dello studio del mondo antico greco e romano, nei suoi aspetti così vari e determinanti per la storia della nostra civiltà e di tutte le sue istituzioni penalizza lo sviluppo delle personalità e le condanna ad una ignoranza che sarà difficilmente attenuabile nelle fasi successive della formazione. Lo scrivente pertanto propone ed auspica l’attuazione di sperimentazioni metodologico-didattiche volte a rivedere e testare nuovi contenuti nella storia e nella geografia, in modo che la scuola italiana non si limiti a scandalizzarsi in sede di esami finali di Stato nei successivi gradi di istruzione per gli ormai gravissimi e frequentissimi errori nei riferimenti storici e geografici, certo non assegnabili alla 6
responsabilità degli allievi stessi, ai quali è stato tolto violentemente un importante segmento della formazione di base. L’attenzione va posta anche sui contenuti predisciplinari. Nella Scuola dell’Infanzia si deve prescolarizzare o protoscolarizzare lavorando sull’anticipo delle abilità di calcolo e scrittura- lettura o rafforzando i prerequisiti esterni a queste abilità? Si tratta di una domanda che affronta un tema contenutistico. Sia la lettoscrittura che la stesura del colore possono essere infatti, ad esempio, portate avanti in modo ludico o spontaneistico o con serialità metodica, ma rimane il problema della scelta responsabile che non può compiersi sulla base di pretesi vantaggi immediati nel futuro anno ponte. Ogni scelta sarà legittima, se dichiarata e motivata con la dovuta attenzione alle mete del segmento successive di istruzione, ma anche e soprattutto se considerata nelle esigenze specifiche dell’età cui si rivolge questo grado di istruzione. La Scuola dell’Infanzia ha bisogno di valorizzazione della peculiarità formativa, non solo come dichiarazione di intenti, ma come esplicitazione e scelta di contenuti. Potrà essere ripreso e approfondito operativamente il progetto generale già denominato “Un modo di idee – briciole di fantasia” che comunque potrà essere la base su cui costruire e specificare l’offerta futura. Ancora nella Scuola dell'Infanzia, occorre affrontare il problema della individuazione dei bisogni educativi speciali. E' in questa fase che si manifesta ogni tipologia di difficoltà, a parte le situazioni personali di disabilità dalla nascita. Il ritardo burocratico nella certificazione toglie di fatto e drammaticamente per un anno ai bambini interessati il diritto di avere, quando necessario, l'insegnamento di sostegno. Il Piano dell'Offerta Formativa dovrà dunque occuparsi di come alleviare la rilevanza di questo vulnus e di conseguenza stabilire dei criteri e delle risorse per l'osservazione immediata delle difficoltà e per l'operatività immediata delle strategie educative, all'interno della categoria delle possibilità concrete. All'opposto del segmento, la valutazione negli anni della Scuola Media, quando la componente sommativa prende maggior rilevanza, occorre che il Piano dell'Offerta Formativa affronti la questione della valutazione di alunni con gravi ritardi nelle competenze di base o distratti dallo studio da complesse situazioni sociali o affettive. La promozione non può essere un provvedimento preso per mancanza di alternative o per l'eccessiva permanenza nel tempo in questo grado di istruzione. Percorsi alternativi alla normale routine potranno essere previsti per condurre alla rilevazione delle conoscenze e delle competenze minime richieste. In seguito al percorso alternativo e personalizzato, si può a buon ragione prevedere sia una ripetenza 7
programmata della classe frequentata, sia l’ammissione alla classe successiva ottenuta per il tramite di una valutazione anomala o assolutamente personalizzata. La nostra azione educativa è rivolta a gruppi di bambini e ragazzi. Molti di loro riescono ad apprendere secondo gli standard diffusi ed è necessario comunque che la formazione vada avanti con un compromesso accettabile tra il gruppo a cui rivolgersi e la posizione di ogni alunno. Nei limiti delle possibilità concrete, va compiuto ogni sforzo progettuale in direzione della individualizzazione, ogni volta che ci troviamo davanti ad un bisogno educativo speciale. Purtroppo questo concetto, da nobile ed avanzato qual era, si è ridotto nella prassi ad una orrenda ed offensiva sigla etichettante, in grado di produrre moduli e di deformare la realtà con lo spacciare per progetto educativo la diminuzione delle richieste nei confronti di quell’alunno. Una diminuzione di richieste che va di pari passo con la diminuzione di responsabilità da parte della scuola. Non può invece esserci piano personalizzato che non sia davvero personalizzato, che non tenti di trovare soluzioni diverse, alternative, fuori della norma, davanti ai bisogni particolari. Cerchiamo dunque di eliminare al più presto ogni modulistica che stabilisce una normalizzazione dello speciale e creiamo situazioni educative, con la parola, la discussione, la pratica didattica coraggiosa e al più su carta libera. L’uso del modulo standard e standardizzante è in palese contraddizione con la nozione di personalizzazione dell’intervento educativo. Lo stesso piano annuale per l’inclusione deve prevedere anche gli interventi didattici ed educativi che integrano l’insegnamento di sostegno, compresi eventuali moduli di insegnamento personalizzato che saranno tenuti presenti nella destinazione del fondo dell’istituzione scolastica. Non potranno aver luogo uscite, visite e viaggi che non abbiano pienamente rimosso ogni ostacolo alla partecipazione di ogni alunno, soprattutto e senza eccezioni riguardo agli ostacoli posti dalla disabilità. Per gli ostacoli di tipo finanziario, la scuola potrà tener conto di quei disagi di cui è effettivamente e motivatamente a conoscenza. Nel Piano dell’Offerta Formativa saranno ulteriormente precisati i criteri per la valutazione nella secondaria di primo grado, anche per quanto riguarda l’ammissione agli esami. La distribuzione territoriale dei plessi conferisce grossa importanza alla funzione dei docenti responsabili, c.d. fiduciari. Nell’organigramma, saranno considerati collaboratori del dirigente insieme alla docente che svolge ruolo di vicepreside e potranno sostituire il dirigente in caso di indisponibilità della vicepreside. Oltre alle funzioni ormai consolidate di gestione quotidiana del plesso, con particolare riguardo alle sostituzioni immediate dei colleghi assenti o indisponibili e 8
alla collaborazione col dirigente per la composizione dell’orario delle lezioni del plesso, è Loro affidata la rilevazione dei bisogni in prima istanza per quanto riguarda la gestione e la cura dell’ambiente scolastico, ivi comprese le necessarie prestazioni lavorative dei Collaboratori scolastici. A tal uopo, questa rilevazione, sia nella fase incipiente l’anno scolastico, sia nelle contingenze infrannuali, sarà presentata al dirigente con o senza proposte operative o risolutive e con i mezzi che il caso consiglia (vie brevi o per iscritto a seconda dei bisogni), in modo che il dirigente medesimo possa prendere decisioni in merito o possa dare le opportune direttive al Direttore dei servizi per l’organizzazione del lavoro o la modifica estemporanea di tale organizzazione. La localizzazione dei plessi in gran parte del Chianti senese pone alla scuola anche una funzione di promozione culturale. L’Offerta Formativa dovrà quindi sempre più contenere e sostenere iniziative di promozione di operazioni culturali che interessino anche il resto della popolazione. Nell’immediato e per il prossimo triennio, in questo atto di indirizzo si citano le seguenti proposte. a) Costituzione dell’Accademia del Calligrafo (denominazione ovviamente non definitiva). Si tratta di una associazione a partecipazione libera che si occupi della scrittura in ogni sua forma. La nostra competenza e il nostro interesse sul fenomeno umano della scrittura è indubbio. I centri di interesse dell’associazione possono essere molteplici, come molteplice è l’atto della scrittura: calligrafia, tipi di scrittura, alfabeti, paleografia, didattica della scrittura, storia della scrittura, storia dei supporti cartacei, font di scrittura digitale, difficoltà nella scrittura e nel suo apprendimento, disgrafie e dislessie, scrittura e neuroscienze. b) Dante e i bambini nell’occasione dell’approssimarsi, nel triennio, del settimo centenario della morte del Poeta. c) Léo Ferré a Castellina in Chianti: la nostra scuola media in Castellina in Chianti insegna il Francese e deve contribuire a mantenere la traccia lasciata nel Chianti da uno dei protagonisti della cultura europea degli ultimi decenni del novecento. Ogni aspetto della pratica didattica e di quella amministrativo-contabile deve tenere nella massima considerazione il più volte richiamato legislativamente principio della semplificazione. Ogni abuso immotivato di complessità costituisce un episodio censurabile perché mina l’efficienza del servizio pubblico e può tecnicamente registrarsi e valutarsi come danno erariale. Nella collaborazione con altri enti ed istituzioni occorre sempre tenere salda la gestione dei processi educativi da parte dei docenti della scuola. Una delle funzioni del piano dell’offerta formativa è quella di dare omogeneità ed equilibrio ai progetti attuati in collaborazione con enti o 9
persone esterne. Se la proposta progettuale è eteronoma, allora sarà compito del docente vagliarne l’aspetto educativo e stabilire tempi e modalità di partecipazione; se il progetto è nato nella scuola e si è cercata la collaborazione degli esterni, mai dovrà delegarsi in bianco la progettualità stessa. Tale principio varrà anche nella organizzazione di uscite, visite e gite: se e quando sia necessario usufruire della collaborazione di enti diversi (di promozione culturale, musicale, ambientale et similia) o appoggiarsi ad agenzie per la prenotazione di mezzi di trasporto o servizi di accoglienza, allora massima dovrà essere la nostra progettualità e la nostra volontà di dirigere l’iniziativa. Secondo il diverso grado di complessità, il docente o i docenti propositori si avvarranno del supporto fornito dal sottoscritto e dalla struttura amministrativa della scuola, secondo i consolidati stretti rapporti, anche quando attuati tramite telefono e mail per la distanza del plesso. La triennalità del piano dell’offerta formativa non impedirà il continuo aggiornamento del documento, per fare in modo che non si interrompa e non si sclerotizzi l’attività di riflessione pedagogica, la ricerca delle soluzioni, la flessibilità degli atteggiamenti e la progettualità in corso d’anno. La cogenza di questo atto di indirizzo è legata solo a quanto la Legge assegna come mansione specifica al dirigente. Nelle questioni didattiche è superfluo sottolineare che ogni affermazione qui contenuta acquista cogenza solo se e per come viene recepita dal Piano dell’Offerta Formativa. A tutti noi l’augurio di sentirci parte umilmente esecutiva di una Repubblica che rimuove gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo di ogni essere umano in formazione. Monteriggioni, 28 agosto 2018 Preside Prof. Antonio Vannini 10
Il nostro Istituto 11
PRIORITÀ, TRAGUARDI ED OBIETTIVI Il presente Piano parte dalle risultanze dell’autovalutazione d’istituto, così come contenuta nel Rapporto di Autovalutazione, pubblicato all’Albo elettronico della scuola e presente sul portale Scuola in Chiaro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dove è reperibile all’indirizzo www.istruzione.it. In particolare, si rimanda al RAV per quanto riguarda l’analisi del contesto in cui opera l’istituto, l’inventario delle risorse materiali, finanziarie, strumentali ed umane di cui si avvale, gli esiti documentati degli apprendimenti degli studenti, la descrizione dei processi organizzativi e didattici messi in atto. Si riprendono qui in forma esplicita, come punto di partenza per la redazione del Piano, gli elementi conclusivi del RAV e cioè: Priorità, Traguardi di lungo periodo, Obiettivi di breve periodo. La priorità che l’Istituto si è assegnato per il prossimo triennio è: Variabilità fra le classi nelle prove standardizzate nazionali Il traguardo che l’Istituto si è assegnato in relazione alle priorità è: 1. Ridurre tale variabilità migliorando la performance degli studenti Gli obiettivi di processo che l’Istituto ha scelto di adottare in vista del raggiungimento del traguardo sono: Controllare, analizzare e riflettere sui risultati delle prove di verifica di Istituto e Invalsi Condividere adeguati criteri e pratiche valutative comuni Migliorare le pratiche didattiche innovative Incrementare percorsi di potenziamento e recupero e le motivazioni della scelta effettuata Promozione di attività inclusive come teatro, coro, gite Implementazione di incontri tra gli insegnanti degli anni ponte Attuazione di attività extracurricolari Aggiornamento e formazione dei docenti interni Cura dei rapporti con le famiglie e con gli Enti e le Associazione del territorio 12
CAMPI DI POTENZIAMENTO DELL’ORGANICO Il Piano dell’Offerta formativa impegna la struttura organizzativa della scuola e le sue risorse in modo dinamico verso obiettivi di miglioramento e consolidamento. La scuola propone una serie di obiettivi formativi ai fini della determinazione della programmazione, in base a quanto emerso dal Rapporto di Autovalutazione e dal Piano di Miglioramento. Questi obiettivi prioritari, scelti dalla scuola, costituiscono una chiave di lettura delle intenzionalità circa l’ampliamento dell’offerta formativa. Le aree di intervento in ordine di potenziamento dell’offerta formativa sono state ricondotte, a titolo esemplificativo, ad una serie di CAMPI tendenzialmente corrispondenti alle aree disciplinari degli insegnamenti che l’Istituto è chiamato a mettere in ordine di preferenza e che evidenzieranno l’azione di potenziamento in una descrizione qualitativa prima ancora che quantitativa dell’organico. Il nostro Istituto ha individuato i seguenti campi di potenziamento con relativi obiettivi formativi: Potenziamento linguistico - Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all’italiano nonché alla lingua inglese ed alle altre lingue dell’unione europea, anche mediante l’utilizzo della metodologia Content Language Integrated Learning. - Alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso percorsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l’apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali. Potenziamento umanistico, socio- economico e per la legalità - Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione alla autoimprenditorialità. - Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati 13
con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni del settore. - Alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l’apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali. Potenziamento scientifico - Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche. Potenziamento artistico e musicale - Potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell’arte e nella storia dell’arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori. Potenziamento motorio - Potenziamento delle discipline motorie e di sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport e attenzione alla tutela del diritto degli studenti praticanti attività sportiva agonistica. Potenziamento laboratoriale - Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio (comma 7 lettera i); valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore. 14
PRESENTAZIONE DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO Dall’anno scolastico 1999/2000 il Circolo Didattico di Monteriggioni è divenuto “Istituto Comprensivo Statale di Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I Grado di Monteriggioni”. L’Istituto comprende il territorio dei Comuni di Monteriggioni, Castelnuovo Berardenga e Castellina in Chianti. Le scuole dell’Istituto Comprensivo 15
La scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado di Castellina in Chianti, anche per l'anno scolastico 2020/2021 sono provvisoriamente trasferite nelle strutture posizionate in località Fonte al Coscio (di fronte al distributore di carburante). Aspetti socio-demografici Da una analisi della realtà socio-culturale in cui le scuole operano è emerso il seguente quadro: I flussi demografici: caratteristica della maggior parte della popolazione è il pendolarismo lavorativo con spostamenti giornalieri di entrambi i genitori. Questo, oltre alla prolungata permanenza degli adulti fuori casa, può incidere sulla necessità di usufruire del tempo extrascolastico. Mentre per alcune realtà territoriali emerge un forte senso di appartenenza e di riferimento storico e culturale (comune di Castellina in Chianti), in altre l’assenza di un centro storico che stimoli aggregazione crea il rischio di “quartieri dormitorio” con conseguente impoverimento culturale e sociale della qualità della vita stessa di adulti e ragazzi, delegando al capoluogo il compito dell’erogazione di servizi culturali e sportivi. Va rilevato che, nel corso degli ultimi anni, alcune realtà (Castellina Scalo, Quercegrossa, Uopini, Badesse) cercano di rispondere ai bisogni di riferimento e di appartenenza, creando varie occasioni di incontro e partecipazione. Si registra, infine, un notevole aumento demografico in tutte le zone. Lo sviluppo economico: è basato soprattutto sulla modernizzazione di aziende agricole, sul turismo, su attività industriali di nuovo impianto e sull’ artigianato. Il territorio: è presente una distribuzione notevole della popolazione in varie parti del territorio. Questo, in alcuni casi, dà origine a tempi lunghi di permanenza sullo scuolabus o sui mezzi di trasporto pubblici, generando disagio negli alunni. 16
Altro aspetto da sottolineare è la sempre maggior presenza sul territorio di immigrati italiani, europei ed extracomunitari che, pur presentando problematiche relative all’integrazione culturale e sociale, offre anche una notevole varietà di spunti e occasioni per una riflessione formativa. Servizi Parascolastici L’Istituto usufruisce della mensa fornita dai Comuni di Monteriggioni, Castelnuovo Berardenga e Castellina in Chianti. La mobilità degli alunni sul territorio è garantita attraverso il servizio di scuolabus comunali e dagli autobus messi a disposizione da Toscana Mobilità. Tempo Scuola SCUOLA DELL’INFANZIA ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO SCUOLA – EMERGENZA COVID19 DON MUZZI – SAN MARTINO Orario di 25 ore settimanali in cinque giorni con servizio mensa. I bambini saranno distribuiti in gruppi meno numerosi rispetto alle attuali sezioni, sfruttando anche i locali solitamente destinati ad altri usi (refettorio o dormitorio), al fine di organizzare le attività nella maggior sicurezza possibile. I pasti saranno serviti nelle sezioni, con due bambini per tavolo in modo da distanziare le posizioni. PINOCCHIO – QUERCEGROSSA Orario di 25 ore settimanali in cinque giorni con servizio mensa. I bambini saranno distribuiti in gruppi meno numerosi rispetto alle attuali sezioni, sfruttando anche i locali solitamente destinati ad altri usi (refettorio o dormitorio), al fine di organizzare le attività nella maggior sicurezza possibile. I pasti saranno serviti nelle sezioni, con due bambini per tavolo in modo da distanziare le posizioni. COLLODI- CASTELLINA SCALO Orario di 25 ore settimanali in cinque giorni con servizio mensa. I bambini saranno distribuiti in gruppi meno numerosi rispetto alle attuali sezioni, sfruttando anche i locali solitamente destinati ad altri usi (refettorio o dormitorio), al fine di organizzare le attività nella maggior sicurezza possibile. I pasti saranno serviti nelle sezioni, con due bambini per 17
tavolo in modo da distanziare le posizioni. IV NOVEMBRE- CASTELLINA IN Lezioni aperte dalle ore 8.30 alle ore 13.30, da lunedì a CHIANTI venerdì, con arrivo dei primi bambini con la prima corsa scuolabus dalle ore 7.40, accolti a scuola, e uscita posticipata per i bambini dell’ultima corsa. Non sarà attiva la mensa né il dormitorio. Ai bambini saranno però preparate due colazioni. L’uscita potrà iniziare dalle ore 13.00 per le prime corse degli scuolabus. SCUOLA ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO SCUOLA – PRIMARIA EMERGENZA COVID19 DON MILANI- Tempo pieno: Il tempo pieno sarà ridotto di un’ora giornaliera, con uscita alle SAN MARTINO sez. A 15.30, così come il modulo (due pomeriggi alle 15.30). Modulo: sez. B I. CALVINO- Tutte le classi svolgeranno lezione su sei giorni, compreso il QUERCEGROSSA sabato. L’orario sarà ogni giorno 8.30- 13.00. Le due classi più numerose svolgeranno le lezioni nella palestra e nello spazio solitamente adibito a refettorio. G. RODARI- Tempo pieno: Il tempo pieno sarà ridotto di un’ora giornaliera, con uscita alle CASTELLINA sez. A 15.30, così come il modulo (due pomeriggi alle 15.30). SCALO Modulo: sez. B MARTIRI DI L’orario di tutte le classi sarà 8.30 – 13.00 da lunedì a sabato, per MONTEMAGGIO- un totale settimanale di 27 ore, ammesso dalla normativa vigente. Non sarà attivo il servizio mensa e le 4 ore e mezza di ogni giorni CASTELLINA IN saranno tutte dedicate alla didattica. CHIANTI SCUOLA ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO SCUOLA – SECONDARIA EMERGENZA COVID19 DI PRIMO GRADO D. ALIGHIERI - Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Corso di 8.30-13.30 8.30- 13.30 8.30- 8.30-13.30 8.30- 8.30-13.30 latino MONTERIGGIONI Rientro 13.30 Rientro 13.30 Libero per la per le 18
pomeridia pomeridiano classe I C- I classi no delle delle classi I B- II C terze. classi I B I B I C- II C Corso C- II C dalle dalle 13.55 ECDL. 13.55 alle alle 16.55 16.55. Mentre la classe IA dalle 13,55 – 15,55 A. RONCALLI- L’orario di ogni classe sarà 8.30 – 13.00 da lunedì a sabato. Ogni lezione avrà la durata di CASTELLINA IN 54 minuti anziché 60. La somma di questi minuti (tre ore settimanali) sarà recuperata in un pomeriggio a settimana. Un giorno a settimana, quindi, sarà “lungo” con uscita alle CHIANTI 16.30 servita da apposite corse di scuolabus. Le tre ore pomeridiane saranno principalmente dedicate al recupero, quanto mai necessario dopo il periodo della didattica dell’emergenza del secondo quadrimestre di quest’anno. Alunni Gli alunni iscritti all’Istituto Comprensivo di Monteriggioni per l’anno scolastico 2020-21 sono complessivamente 1199. I grafici seguenti mostrano la distribuzione per ordine di scuola e per plesso scolastico. Infanzia Primaria Secondaria di I grado 19
Alunni della Scuola dell’Infanzia 90 80 70 60 50 83 40 68 55 54 30 20 10 0 Collodi Don Muzzi IV Novembre Pinocchio Totale alunni: 260 Alunni della Scuola Primaria 250 199 200 175 132 150 93 100 50 0 Via Martiri di I. Calvino G. Rodari Don Milani Montemaggio Totale alunni: 599 Alunni della Scuola Secondaria I Grado 300 250 200 150 285 100 50 55 0 D. Alighieri A. Roncalli Totale alunni: 340 20
SCELTE DIDATTICO-FORMATIVE E RAPPORTI CON IL TERRITORIO I criteri basilari individuati per la realizzazione del Piano dell'Offerta Formativa sono: - Valorizzazione delle risorse professionali e delle competenze specifiche degli insegnanti - Accoglienza delle offerte d'intervento (enti, associazioni, esperti) in funzione di precise intenzionalità formative del team docente e delle reali necessità dei gruppi di alunni - Condivisione delle scelte progettuali e confronto tra scuole in occasione delle riunioni per commissioni (vedi organigramma funzionale) - Priorità e precedenza degli interventi finalizzati alla prevenzione del disagio giovanile e alla prevenzione/recupero delle difficoltà di apprendimento - Sviluppo della cooperazione e dell’affettività negli alunni - Trasparenza nell'impiego delle risorse strutturali e finanziarie L’organizzazione dei progetti scolastici e delle esperienze didattiche, in un’ottica aperta e flessibile, consente di far interagire fra loro le diverse realtà locali, elaborando un’ampia serie di interventi volti ad arricchire l’Offerta Formativa nell’ottica dei bisogni degli alunni, delle famiglie, degli insegnanti ed infine dell’ambiente di riferimento. L’intento dei progetti è quello di: - utilizzare e ottimizzare l’elemento diversità/differenziazione quale occasione di incremento del confronto e del dialogo - approfondire ulteriormente la conoscenza dei diversi aspetti del proprio territorio. Considerando la realtà in cui stiamo vivendo e le rigide misure di sicurezza per la prevenzione del contagio da Covid 19, nel primo quadrimestre dell’anno scolastico 2020/2021 non sono previste tante adesioni ai progetti. Si rimanda pertanto un eventuale ampliamento dell’offerta formativa nel secondo quadrimestre. All’interno dell’Istituto Comprensivo, come si evince dai criteri adottati, viene posta particolare attenzione ai progetti a favore degli alunni stranieri (vedere anche i paragrafi relativi all’ Intercultura e ai piani di integrazione linguistica) e in difficoltà (soggetti diversamente abili e/o con ritardi nell’apprendimento) con l’intento di dare una struttura organica e coerente, dal punto di vista metodologico, alle attività coi singoli alunni e coi gruppi classe in cui sono inseriti. 21
In particolar modo per i bambini in difficoltà vengono attivati ogni anno: Ampliamento delle ore di sostegno (in collaborazione con il Comune di Monteriggioni per l’aspetto finanziario) Consultorio psicologico per insegnanti, famiglie e alunni Corsi di recupero all’inizio del secondo quadrimestre per gli alunni della Scuola Secondaria di I Grado. SICUREZZA A SCUOLA Sul versante della sicurezza e della prevenzione, con riferimento al D.L.81/08, il Dirigente Scolastico, consultato il Servizio di Prevenzione e Protezione, ha provveduto a: rilevare i rischi presenti compilare il documento di valutazione dei rischi comunicare all’ente locale (Comune), in quanto ente proprietario, i risultati della rilevazione. richiedere l’adeguamento in base alle problematiche emerse nei plessi. Per quanto riguarda il primo soccorso, ogni plesso è stato dotato di cassette di pronto soccorso a norma del D.L. 81/08 e ogni anno viene nominato e, se necessario, informato e formato il personale addetto. Sul piano antincendio, annualmente, si provvede alla nomina e, se necessario, alla formazione degli addetti. In merito alle emergenze, annualmente si dispone l’aggiornamento del piano di evacuazione (simulazione almeno due volte all’anno) e alla nomina di un preposto per ogni plesso. Particolare attenzione viene data alla sensibilizzazione degli alunni relativamente ai rischi a scuola e nell’extrascuola. Il Servizio di Prevenzione e Protezione è composto dalle seguenti persone: Prof. Antonio Vannini: Dirigente Scolastico Dott. Ing. Oliviero Bernardini responsabile RSPP ASPP Aliano Raffaella 22
Sicurezza durante il periodo di emergenza per rischi di contagio Covid19 Per l’anno scolastico 2020/2021 è stata istituita la commissione Covid presieduta dal Dirigente scolastico Antonio Vannini, dalla Vicepreside Dr.ssa Lucilla De Angelis e composta da diversi componenti: medico competente dott.ssa Anna Chiara Serio Ing. Oliviero Bernardini (Responsabile servizi prevenzione) F.S. per la Sicurezza dott.ssa Raffaella Aliano Direttore amministrativo Sig.ra Antonella Ghezzi Referenti di ogni plesso con i rispettivi supplenti La Commissione è un organo operativo che si occupa principalmente della raccolta di bisogni e della segnalazione di necessità urgenti. Il medico competente, collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione, per la valutazione dei rischi, la predisposizione e l’attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori. Il fine principale è quello di ridurre al minimo il contagio tenendo conto della realtà così complessa del nostro Istituto composto da dieci scuole in tre Comuni diversi. La commissione collaborerà con il Dipartimento di Prevenzione della provincia per agevolare le attività di contact tracing e si occuperà di informare e sensibilizzare il personale scolastico sui comportamenti da adottare in base alle informazioni assunte dal DPD. 23
La nostra offerta formativa 24
ARTICOLAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA Scuola dell’Infanzia La scuola dell’Infanzia si rivolge a tutti i bambini dai tre ai sei anni ed è la risposta al loro diritto di educazione e cura. Così come chiarito nelle “Nuove Indicazioni Nazionali” essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li avvicina alla cittadinanza. La scuola dell’Infanzia rappresenta il primo gradino all’interno del processo di scolarizzazione del bambino, del suo equilibrio emotivo e sociale che spesso è messo alla prova da situazioni personali complicate, motivo per cui la costruzione del rapporto empatico è il primo prerequisito di cui tener conto in funzione della prescolarizzazione. Oggi come oggi la scuola dell’infanzia deve rispondere a molteplici esigenze sociali e ha l’obbligo di coinvolgere nel proprio essere le famiglie della comunità di appartenenza e le istituzioni locali. La dimensione della relazionalità è molto importante ed è centrale per il personale che si prende cura dei nostri figli. Le maestre e i maestri del nostro Istituto mirano a definire l’architettura della mente: la fiducia in se stessi, l’apertura al nuovo, la creatività, l’entusiasmo per la vita, l’amore per la conoscenza; tutti elementi che contribuiscono ad un armonico sviluppo della mente infantile, e che fungono da prevenzione a quelle condizioni di incompetenza emotiva che talvolta si manifesta in disturbi delle relazioni. Il nostro Istituto, costituito da quattro plessi che ospitano i bambini dai tre ai sei anni, scuole molto distanti fra loro e diverse per numero di bambini, contesto sociale e organizzazione interna, elabora ogni tre anni un progetto contenitore dal quale le insegnanti possono attingere per preparare la programmazione annuale (di cui faranno parte ulteriori progetti scelti in base alle esigenze di ogni singola sezione), attività ed esperienze che si basano sia sulla complessità della vita quotidiana, sugli eventi che i bambini vivono e che non hanno il tempo di elaborare, sia sulle competenze comunicative, espressive, logico ed operative. Ecco che nasce “Io apprendista cittadino”, un grande contenitore educativo che racchiude gli obiettivi e le finalità descritte nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia. Le tematiche che saranno affrontate sono quelle che rientrano nell’ambito dell’educazione civica: educazione ambientale, alimentare, alla salute e all’intercultura. Tali progetti mettono al centro la relazione e il dialogo in modo che ogni allievo possa scoprire i propri talenti e li possa far fiorire, ma non solo, sono frutto di un’osservazione attenta della classe e una risposta a precise necessità. Le insegnanti analizzano le difficoltà e i punti di forza 25
dei propri alunni per far sì che si possano mettere dei mattoni ben saldi alla base della loro esperienza scolastica. I progetti presentati dalle insegnanti nella forma e nei contenuti mirano tutti alla costruzione dei suddetti prerequisiti, in particolare viene tenuto conto di: le ”Indicazioni Nazionali” del 2012 con l’articolazione dei campi di esperienza che offrono un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuri1. Essi sono articolati in: il sé e l’altro; il corpo e il movimento; immagini, suoni, colori; i discorsi e le parole; la conoscenza del mondo. I tempi, caratterizzati dalle attività di routine che rassicurano il bambino, lo aiutano ad acquistare fiducia nel gruppo sezione. L’ambiente di apprendimento; l’organizzazione degli spazi nella scuola dell’infanzia è di fondamentale importanza, lo spazio per il bambino non è contenitore neutro, ma il luogo dove sviluppa vissuti e memorie, all’interno del quale costruisce la sua identità. I soggetti verso cui sono destinate le attività proposte. In ogni classe sono presenti bambini con difficoltà più o meno gravi ed esse vanno tenute in considerazione per la partecipazione collettiva della sezione e per la proposta di percorsi ben specifici da verificare alla fine dell’anno. LE METODOLOGIE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Vengono riconosciuti come connotati essenziali della metodologia della scuola i seguenti punti: La valorizzazione del gioco come risorsa privilegiata di apprendimento e di relazione. L’esplorazione e la ricerca come modalità operativa prevalente dell’attività del bambino. La vita di relazione che si esplica nei seguenti punti: - ricorso a varie modalità di relazione (nella coppia, nel piccolo gruppo, nel gruppo più allargato di sezione, con o senza la presenza dell’insegnante); - clima sociale positivo favorito dalla qualità delle relazioni fra adulti (condivisione stili educativi) e fra adulti e bambini (atteggiamento sereno e disponibile all’emergere dei bisogni di sicurezza, gratificazione, autostima; attenzione, comprensione, rispetto e considerazione del 1 Indicazioni Nazionali 2012 26
vissuto di ciascun bambino e delle scelte e orientamenti delle famiglie ai fini del superamento delle diversità etniche, culturali, religiose, fisiche e psichiche). L’insegnante ha funzione prevalente di regia, ossia: - effettua un’osservazione sistematica del bambino; - progetta in modo aperto e flessibile; - organizza tempi e spazi; - predispone i mezzi e gli strumenti che orientano l’apprendimento. La sequenza metodologica di tutta l’attività didattica sarà pertanto la seguente: - manipolazione, esplorazione (presa di contatto e conoscenza da parte dei bambini di una determinata realtà); - gioco e attività diretta (strutturazione ludica delle attività); - sostegno sociale ed affettivo (interazione sociale); - rappresentazione delle esperienze e della realtà utilizzando simboli, sistemi simbolici o codici diversi (mediazione didattica). INSERIMENTO L’ingresso nella scuola dell’infanzia è un primo importante passo dei più piccoli verso la socializzazione e la condivisione in un gruppo “allargato”. Il periodo dell’Accoglienza nella scuola dell’infanzia rappresenta uno dei momenti più delicati sia per i bambini che per i genitori che lo caricano in genere di ansie e aspettative. In questo momento è fondamentale che scuola e famiglia collaborino alla costruzione di un rapporto basato sulla fiducia e sulla stima reciproca senza mai perdere di vista che il compito di educare i bambini deve essere largamente condiviso tra tutti i soggetti cui sta a cuore la loro crescita. Uno dei momenti più delicati del primo periodo scolastico è l’inserimento dei più piccoli e il ritorno degli alunni già frequentanti pertanto ogni scuola, in base alle proprie esigenze e caratteristiche, predispone delle strategie educative per affrontare tale momento. In questo primo periodo è frequente che molti bambini si trovino a dover gestire emotivamente situazioni nuove, non senza delle difficoltà circa il distacco dalla famiglia, la relazione con i pari e l’attaccamento a nuove figure adulte di riferimento, la permanenza prolungata in un nuovo ambiente. Al fine di facilitare questa fase, le insegnanti, durante la prima riunione, propongono alle famiglie, modalità di inserimento che, nel rispetto delle esigenze di ognuna, consentano una frequenza costante con tempi di permanenza gradualmente prolungati e personalizzati in base alle necessità dei bambini. 27
Allo scopo di sostenere il processo di crescita e di apprendimento degli alunni e il loro benessere, la scuola, avvalendosi di tutti i mezzi previsti possibili (colloqui individuali, riunioni con rappresentanti dei genitori, Consiglio d’Istituto) tende a creare un clima di dialogo e di confronto costante, coinvolgendo i genitori nella vita scolastica del proprio figlio. Promuovere lo star bene a scuola e il piacere di tornarvi è uno dei punti fondamentali del nostro progetto educativo: per le insegnanti è importante pensare le attività, gli spazi, l’organizzazione del tempo scuola in modo che siano adeguati per tutti gli alunni. Punto cardine dell’accoglienza sono le routine quotidiane, sulle quali si fondano l’organizzazione delle esperienze, dei laboratori, dei contenuti e lo sviluppo delle diverse autonomie del bambino (personale, relazionale, emotiva). DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA PRIMARIA Il fine ultimo è quello di preparare il bambino all’arrivo nella scuola primaria con un bagaglio di esperienze, conoscenze e competenze che gli permettano di affrontare il percorso scolastico in modo adeguato e positivo. Questo significa che la scuola dell’Infanzia non si propone di dare vere e proprie competenze di letto-scrittura, ma di fornire ai bambini tutti gli strumenti che gli permetteranno di riconoscere, gestire e organizzare il bagaglio di esperienze di cui sono in possesso per affrontarne di nuove. I prerequisiti agli apprendimenti sono delle abilità cognitive di base necessarie per l'apprendimento delle future abilità scolastiche, come la lettura, la scrittura e il calcolo. L'apprendimento si avvale infatti di diversi processi di elaborazione di tipo linguistico, logico, mnemonico, spazio-temporale, grafico-pittorico e attentivo che tra i 3 e i 6 anni sono in fase di sviluppo. Il "potenziale di apprendimento" all'ingresso della scuola primaria è diverso da bambino a bambino, a seconda della maturazione delle sue abilità di base. Spesso i bambini che all’inizio della classe prima faticano nei primi processi di apprendimento e mostrano una fragilità a carico di uno o più dei prerequisiti necessitano quindi di un percorso di potenziamento specifico. I prerequisiti agli apprendimenti sono: Discriminazione visiva cioè la capacità di riconoscere i segni grafici e di differenziarli tra loro pur senza sapervi attribuire un nome. Discriminazione uditiva, cioè la capacità di discriminare i suoni linguistici e di riconoscere i singoli fonemi della lingua. Attenzione visuo-spaziale, cioè riconoscere i confini e i concetti topologici di base. Memoria fonologica a breve termine, cioè la capacità di comprendere e memorizzare suoni e parole. 28
Competenze metalinguistiche, cioè la consapevolezza della funzione, della struttura e dell’uso della lingua di appartenenza. Coordinazione oculo-manuale, cioè un corretto sviluppo della motricità fine in relazione alle attività, siano esse di tipo grafico, manipolative o motorie. Elaborazione semantica, cioè la relazione che c’è tra l’ascolto e la comprensione. Sulla base delle Indicazioni Nazionali, il nostro Istituto ha elaborato il progetto Voce alle parole, spazio alla quantità, esplicativo del processo di prescolarizzazione dai 3 ai 6 anni suddiviso per ambiti e una tabella riassuntiva sulle competenze in uscita dalla scuola dell’Infanzia, declinate per campi di esperienza. Scuola Primaria e Secondaria di I Grado Il primo ciclo d’istruzione, costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado, ricopre un arco di tempo fondamentale per l’apprendimento e lo sviluppo dell’identità degli alunni, nel quale si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo l’intero arco della vita. La finalità del primo ciclo di istruzione è quella di formare cittadini consapevoli e responsabili attraverso un percorso di formazione nel quale ogni alunno viene posto al centro del processo di apprendimento, nel rispetto degli stili cognitivi e del patrimonio culturale di ciascuno. Metodologie di insegnamento Lezione frontale, ridotta e gestita con rispetto della curva di attenzione, per la trasmissione delle nuove conoscenze. Esercizio di immediata verifica ed applicazione di quanto appreso Lezione in forma dialogica ed interattiva che consenta di non fissare i ruoli e di lasciare spazio alla circolarità Strutturazione di messaggi chiari e calibrati sul patrimonio lessicale degli alunni, volti ad arricchire i vari linguaggi Lavoro di gruppo come modalità idonea al conseguimento di abilità trasversali e disciplinari (nell’anno 2020/2021 sospesi per garantire il rispetto delle norme di prevenzione del contagio da Covid 19) Attività che lascino all’alunno la possibilità di organizzare e condurre il lavoro in modo autonomo, nel rispetto delle linee-guida fornite dal docente 29
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