PIANO TRIENNALE 2016-2019 OFFERTA
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MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LOMBARDIA ISTITUTO COMPRENSIVO CREMONA 3 Via San Lorenzo, 4 - 26100 Cremona Tel. 0372 27786 - Fax 0372 534835 e-mail: CRIC82000X@ISTRUZIONE.IT -pec: CRIC82000X@PEC.ISTRUZIONE.IT sito internet: www.vida.gov.it - Cod. MIUR CRIC82000X - C.F. 80005600194 Prot. n. 5694 /A19 Cremona, 29/12/2015 1.Al Collegio dei Docenti 2.Al sito web 3.Agli atti ATTO D’ INDIRIZZO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL POF TRIENNALE 2016-2019 IL DIRIGENTE SCOLASTICO VISTI : il D.P.R. n. 297/94; il D.P.R. n. 275/99; il D.P.R. 20 Marzo 2009, n. 89, recante Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della Scuola dell'Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell'art. 64, comma 4, del Decreto Legge 25 GIUGNO 2008, N. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 AGOSTO 2009, N. 133; gli artt. 26 - 27 - 28 – 29 del CCNL Comparto Scuola; l'art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 commi 1.2.3; la legge n. 107/2015 2
TENUTO CONTO: delle disposizioni in merito all'attuazione degli indirizzi Nazionali per il Curricolo (art. 1, c. 4 DPR 20.03.2009 n. 89, secondo i criteri indicati dal DM 254 del 16.11.2012); delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012; dei precedenti pronunciamenti del Collegio Docenti in materia; degli interventi educativo – didattici e delle linee d'indirizzo fornite dal Consiglio d'Istituto nei precedenti anni scolastici; delle risultanze del processo di autovalutazione dell'Istituto esplicitate nel Rapporto di Autovalutazione PREMESSO: che la formulazione della presente direttiva è compito attribuito al Dirigente Scolastico dalla Legge 107/2015; che l'obiettivo del documento è fornire una chiara indicazione sulle modalità di elaborazione, i contenuti indispensabili, gli obiettivi strategici, le priorità, gli elementi caratterizzanti l'identità dell'Istituzione, che devono trovare adeguata esplicitazione nel Piano Triennale dell'offerta Formativa, e sugli adempimenti che il corpo docente è chiamato a svolgere in base alla normativa vigente; che le competenze del Collegio dei docenti, risultanti dal combinato disposto dall'art. 7 del T.U. 297/74, di successivi provvedimenti normativi e delle disposizioni del CCNL si riferiscono a: 1.elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. 08.03.1999, N. 275 e della Legge di Riforma n. 107/2015 che introduce il PTOF (triennale) elaborato dal Collegio sulla base delle linee di indirizzo fornite dal Dirigente Scolastico; 2.adeguamento dei programmi d'insegnamento alle particolari esigenze del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a T.U. 297/94 e D.P.R. n. 275/99); 3.adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e figli di lavoratori stranieri (art.7 comma 2 lett. m e n. T.U.); 4.adozione di iniziative secondo quanto indicato da Linee Guida sull'integrazione degli alunni con disabilità 2009, Legge n. 170/2010, Direttiva MIUR del 27.12.2012 sui B.E.S., Linee Guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri 2014); 3
5.studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o T.U.); 6.identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNL 31.08.1999) con la definizione dei criteri d'accesso, della durata, delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi; 7.delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali all'insegnamento EMANA il seguente atto di indirizzo rivolto al Collegio dei Docenti: Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è da intendersi non solo quale documento con cui l’istituzione dichiara all’esterno la propria identità, ma programma in sé completo e coerente di strutturazione precipua del curricolo, di attività, di logistica organizzativa, di impostazione metodologico-didattica, di utilizzo, promozione e valorizzazione delle risorse umane, con cui la scuola intende perseguire gli obiettivi dichiarati nell’esercizio di funzioni che sono comuni a tutte le istituzioni scolastiche in quanto tali, ma al contempo la caratterizzano e la distinguono. Il coinvolgimento e la fattiva collaborazione delle risorse umane di cui dispone l’istituto, l’identificazione e l’attaccamento all’istituzione, la motivazione, il clima relazionale ed il benessere organizzativo, la consapevolezza delle scelte operate e delle motivazioni di fondo, la partecipazione attiva e costante, la trasparenza, l’assunzione di un modello operativo vocato al miglioramento continuo di tutti i processi di cui si compone l’attività della scuola non possono darsi solo per effetto delle azioni poste in essere dalla dirigenza, ma chiamano in causa tutti e ciascuno, quali espressione della vera professionalità che va oltre l’esecuzione di compiti ordinari, ancorché fondamentali, e sa fare la differenza; essi sono elementi indispensabili all’implementazione di un Piano che superi la dimensione del mero adempimento burocratico e ne faccia reale strumento di lavoro, in grado di canalizzare l’uso e la valorizzazione delle risorse umane e strutturali, di dare un senso ed una direzione chiara all’attività dei singoli e dell’istituzione nel suo complesso. Nell’esercizio della sua discrezionalità tecnica, pertanto, il Collegio Docenti è chiamato a elaborare il Piano per il triennio che decorre dall’anno scolastico 2016-2017. 4
Ai fini dell’elaborazione del documento, il Dirigente Scolastico ritiene indispensabile che si seguano le presenti indicazioni: − l’elaborazione del PTOF dovrà tenere conto delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi individuati nel RAV per rispondere alle reali esigenze dell’utenza; − l’Offerta Formativa dovrà articolarsi tenendo conto non solo della normativa e delle Indicazioni Nazionali, ma anche della visione e missione condivise e dichiarate nei piani precedenti, nonché del patrimonio di esperienza e professionalità che negli anni hanno contribuito a costruire l’immagine della nostra scuola. Si ritiene necessario, pertanto: − rafforzare i processi di costruzione del curricolo d’istituto verticale e caratterizzante l’ identità dell’ Istituto; − strutturare i processi di insegnamento-apprendimento in modo che essi rispondano esattamente alle Indicazioni Nazionali ed ai livelli che obbligatoriamente devono essere conseguiti da ciascuno studente nell’esercizio del diritto-dovere dell'istruzione. Da ciò deriva la necessità di: migliorare i processi di pianificazione, sviluppo, verifica e valutazione dei percorsi di studio (curricolo del singolo studente, curricolo per classi parallele, curricolo per ordine di scuola, curricolo d’ Istituto); superare la dimensione trasmissiva dell’insegnamento e modificare l’impianto metodologico in modo da contribuire fattivamente, mediante l’azione didattica, allo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza europea; monitorare e intervenire tempestivamente sugli alunni a rischio (a partire da una segnalazione precoce di casi potenziali DSA/BES/dispersione); abbassare le percentuali di dispersione e di abbandono; implementare la verifica dei risultati a distanza come strumento di revisione e/o correzione; migliorare l’offerta formativa e il curricolo; integrare le attività, i compiti e le funzioni dei diversi organi collegiali; potenziare ed integrare il ruolo delle Commissioni di lavoro e delle Funzioni Strumentali al POF; migliorare il sistema di comunicazione, socializzazione e condivisione tra il personale, gli alunni e le famiglie rispetto agli obiettivi perseguiti, alle modalità di gestione, ai risultati conseguiti; 5
promuovere la condivisione delle regole di convivenza e di esercizio dei rispettivi ruoli all’interno dell’istituzione; generalizzare l’uso delle tecnologie digitali tra il personale e migliorarne la competenza; migliorare quantità e qualità delle dotazioni tecnologiche; migliorare l’ambiente di apprendimento (dotazioni, logistica); sostenere formazione e autoaggiornamento per la diffusione dell’innovazione metodologico-didattica; implementare i processi di dematerializzazione e trasparenza amministrativa; accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti, accordi, progetti; operare per il miglioramento del clima relazionale e del benessere organizzativo. L'offerta formativa sarà monitorata e rivista annualmente sulla base delle esigenze sopravvenute nel territorio. Il Piano dovrà pertanto includere: l'offerta formativa; il curricolo verticale caratterizzante; le attività progettuali; i regolamenti e quanto previsto dalla Legge n.107/2015 al comma 7 dalla lettera “a” alla lettera “s” nonché le iniziative di formazione per gli studenti, compresa la conoscenza delle procedure di primo soccorso (Legge n.107/15 comma 16) e le attività formative obbligatorie per il personale docente e ATA (Legge n.107/15 comma 12); la definizione delle risorse occorrenti, l'attuazione dei principi per le pari opportunità e per la lotta alle discriminazioni; i percorsi formativi e le iniziative diretti all'orientamento e alla valorizzazione del merito scolastico e dei talenti (Legge n. 107/15 comma 29); le azioni per difficoltà e problematiche relative all’integrazione degli alunni stranieri e con italiano come L2; le azioni specifiche per alunni adottati; le azioni per sviluppare e migliorare le competenze digitali di alunni e personale; 6
la descrizione dei rapporti con il territorio. Il Piano dovrà inoltre includere ed esplicitare: gli indirizzi del Dirigente Scolastico e le priorità del RAV; il fabbisogno di posti comuni, di sostegno, e per il potenziamento dell'offerta formativa (comma2); il fabbisogno di ATA (comma3); il fabbisogno di strutture, infrastrutture, attrezzature materiali; il piano di miglioramento (riferito al RAV); la rendicontazione sociale e la pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti. L'Atto di Indirizzo fa espresso riferimento ai commi della legge 107 che espressamente si riferiscono al Piano dell'Offerta Formativa Triennale e che indicano anche il quadro e le priorità ineludibili. Il predetto Piano dovrà contenere anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il Piano potrà essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre di ogni anno successivo al 2016. Poiché il presente Atto di Indirizzo, introdotto da una normativa recente, si colloca in un momento di grandi cambiamenti normativi, si prevede sin d'ora che possa essere oggetto di revisione, modifica o integrazione. Considerando i principi di base espressi in precedenza, si riassumono di seguito MODALITA' e CRITERI che hanno caratterizzato principalmente l'elaborazione del presente Atto di Indirizzo. MODALITA' I presenti argomenti definiscono le direttrici lungo le quali l'Istituto vuole orientare la propria Offerta Didattica. Per l'attuazione di tali linee e per favorire la proficua partecipazione alla vita della scuola di tutte le sue componenti, nel rispetto dei ruoli, si evidenziano in particolare le seguenti modalità operative: − Programmazione e pianificazione, nei vari aspetti, della didattica e delle attività, recependo in particolare l'impulso verso una programmazione per competenze, anche secondo le linee indicate dalle prove INVALSI (prove nazionali di valutazione) e, più in generale, dalle raccomandazioni europee; 7
− Realizzazione di un sistema di autovalutazione della scuola, coerentemente a quanto previsto dal recente Sistema Nazionale di Valutazione, che analizzi e monitori i processi scolastici per l’individuazione dei punti di forza e di debolezza degli stessi nella prospettiva del miglioramento continuo e della rendicontazione (Piano di Miglioramento e Bilancio); − Miglioramento delle modalità, degli strumenti e dei contenuti della comunicazione tra tutte le componenti scolastiche (studenti, famiglie, docenti e personale amministrativo). In particolare in riferimento a: orari, modalità di richiesta, accesso e trasmissione alla modulistica, agli atti, a circolari e a documenti, trasparenza e comunicazione scuola-allievi e scuola-famiglia in merito a programmazione, obiettivi didattici, criteri di valutazione, ritardi, assenze e di ogni altro elemento inerente il profilo didattico-disciplinare del singolo allievo; − Promozione di una cultura digitale consapevole, anche nell'uso degli strumenti informatici nella programmazione didattica ordinaria; − Potenziamento e manutenzione delle infrastrutture didattiche, multimediali e di laboratorio della scuola e promozione del loro inserimento e utilizzo nella programmazione didattica ordinaria, anche attraverso attività di ampliamento dell'offerta formativa; − Continuità verticale, finalizzata ad accompagnare l'allievo nel passaggio tra i tre ordini di scuola e alla condivisione professionale dell'impianto curricolare e metodologico; − Orientamento in uscita, finalizzato a potenziare la consapevolezza dello studente sulle proprie capacità ed attitudini in relazione alla prosecuzione del suo percorso di studi. A tal fine sarà necessario : − sostenere formazione ed autoaggiornamento per la diffusione dell'innovazione metodologico-didattica; − implementare i processi di progressiva dematerializzazione , riduzione di spesa delle procedure e trasparenza amministrativa; − accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti, accordi e protocolli d'intesa. Si individuano, in particolare, le sottoelencate priorità di gestione ed amministrazione: per ciò che concerne i posti per il potenziamento dell'offerta formativa il fabbisogno sarà definito in relazione ai progetti ed alle attività contenuti nel Piano; 8
i progetti e le attività sui quali si pensa di utilizzare docenti dell'organico del potenziamento devono fare esplicito riferimento al RAV e al piano di miglioramento, definendo con esattezza l'area disciplinare coinvolta. Si terrà conto del fatto che l'organico di potenziamento deve servire anche alla copertura delle supplenze brevi e quindi si eviterà di assorbire sui progetti l'intera quota disponibile; nell'ambito dei posti di potenziamento saranno accantonate preliminarmente le ore necessarie per il semiesonero del collaboratore del dirigente; nell'ambito delle scelte di organizzazione, dovranno essere previste la figura del responsabile di plesso e quella del coordinatore di classe per la scuola secondaria di primo grado. CRITERI QUALITA' DELL'INSEGNAMENTO • Didattiche innovative • Utilizzo di nuove tecnologie nella didattica • Progettazione tra diversi ordini di scuola per la costruzione di un curricolo verticale • Formazione e aggiornamento del personale POTENZIAMENTO E AMPLIAMENTO DISCIPLINARE • Potenziamento dell'apprendimento delle lingue comunitarie • Valorizzazione delle eccellenze • Approfondimenti disciplinari INCLUSIONE • Costruire percorsi didattici per alunni in situazione BES • Favorire i processi di inclusione degli alunni figli di migranti • Attenzione e cura degli alunni nella fase di accoglienza • Favorire l'integrazione degli alunni con disabilità • Sostenere con interventi didattici e tecnologie adeguate gli alunni con DSA PROMOZIONE DEL BENESSERE • Porre attenzione agli ambienti di apprendimento • Orientamento e Continuità • Teatro, Laboratori, Musei • Prevenzione del disagio e della dispersione scolastica 9
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO • Storia e tradizioni locali • Conoscenza dei beni ambientali, artistici e culturali CITTADINANZA E COSTITUZIONE • Educazione alla cittadinanza • Educazione stradale • Educazione ambientale • Educazione alla salute • Educazione alimentare • Educazione all'affettività • Educazione all'utilizzo consapevole del Web Si ritiene utile, in conclusione, includere nell’ ”Atto di indirizzo” dirigenziale per l’ “Offerta Formativa Triennale” alcune linee fondanti che hanno sinora sostenuto l’impianto sistemico di questo Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, perché se ne possa fare, anche all’esterno, oggetto di riflessione ponderata su quanto ci si ripromette di costruire nel tempo a venire, a vantaggio dell’intera comunità scolastica per il benessere psico-fisico di tutti gli alunni che vi appartengono. 10
Il piano di dimensionamento delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo e la nascita dell'Istituto Comprensivo “Cremona Tre ” A seguito della legge 111/2011 e successive modifiche e integrazioni, i parametri dimensionali di riferimento per le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione sono state oggetto di revisione. In particolare, è stata disposta l’aggregazione delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado in Istituti Comprensivi, con la conseguente soppressione di direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado autonome, con l’obiettivo di raggiungere un numero minimo medio provinciale per autonomia di 1.000 studenti. In armonia con quanto disposto dalla normativa citata e dalle linee di indirizzo fornite dalla Regione Lombardia, la Provincia aveva provveduto ad avviare il processo di aggregazione delle scuole previsto dalla normativa con propria DGP n. 30 del 24.01.2012 definendo per l’a.s. 2012/2013 solo gli ambiti territoriali n. 1 (Casalmaggiore) e n. 15 (Pandino – Rivolta d'Adda) e rinviando il completamento dell'operazione all'a.s. 2013/2014. La Regione Lombardia ha recepito integralmente la suddetta proposta provinciale con proprio atto giuntale n. 3039 del 22.02.2012. Per l’a.s. 2013/2014, la Regione Lombardia, con propria deliberazione di Giunta n. IX/3744 dell'11.07.2012, ha previsto il completamento del processo di "verticalizzazione" in Istituti Comprensivi delle istituzioni scolastiche autonome ancora costituite separatamente in direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado, in continuità con la programmazione dell'a.s. 2012/2013 e sulla base dei medesimi principi, al fine di garantire equità di trattamento tra le diverse realtà territoriali, invitando le Province a trasmettere le rispettive deliberazioni entro il 31 ottobre 2012. Dopo numerose consultazioni territoriali, con deliberazione di Giunta Provinciale n. 408 del 30.10.2012, è stata approvata la proposta di modifica al piano di dimensionamento della rete scolastica del primo ciclo di istruzione a partire dall' a. s. 2013/2014, completando, in armonia con quanto disposto dalle indicazioni regionali, il processo di verticalizzazione delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. 11
DATI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “CREMONA TRE” Aggiornati al dicembre 2015 Numero Alunni Alunni Secondaria 1° grado 486 “Vida” 486 Alunni Numero Alunni 321 “Colombo” 214 Primaria Alunni Totale Alunni “Amati” 107 Istituto 911 Alunni San Felice Comprensivo Numero Alunni 104 53 Infanzia Alunni “La Gabbianella” 51 Numero Docenti Docenti Secondaria 1° grado 72 “Vida” 72 Docenti “Colombo” 24,5 Numero Numero Docenti Docenti Primaria 34 Docenti Istituto 111 “Amati” 9,5 Comprensivo Docenti San Felice 2,5 Numero Docenti 5 Infanzia Docenti “La Gabbianella” 2,5 Numero ATA Secondaria 1° grado 13 ATA 13 “Vida” ATA “Colombo” 4 Totale Numero ATA Numero 21 Primaria 6 ATA ATA 2 Istituto “Amati” Comprensivo ATA San Felice 1 Numero ATA 2 Infanzia ATA “La Gabbianella” 1 12
IL CURRICOLO VERTICALE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO “CREMONA TRE“ Una prospettiva e un impegno La costituzione dell’Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, conseguenza del piano di dimensionamento della rete scolastica delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, vede l’accorpamento in una sola istituzione scolastica delle Scuole dell’Infanzia di Malagnino “La Gabbianella” e di San Felice (Cremona), delle Scuole Primarie “Colombo” di Cremona - città e “Amati” di Malagnino e dell’Istituto Secondario di I grado “Vida” di Cremona. L’unione di scuole che hanno costruito nel tempo la propria identità educativa e culturale, in relazione alle specifiche fasce di età degli alunni, alle esigenze del contesto e del territorio, alla progettualità dei vari Collegi Docenti, ha imposto l’avvio di un processo complesso, ma necessario, di costruzione di un linguaggio comune tra i diversi ordini di Scuole, per elaborare un curricolo verticale capace di rendere il più possibile costruttivo ed efficace il percorso di ogni alunno. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo costituiscono il quadro di riferimento delle scelte affidate alla progettazione delle scuole nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche. I “traguardi per lo sviluppo delle competenze” delineati nelle Indicazioni, rappresentano una filigrana sottesa all’azione delle scuole, una nervatura significativa a cui fare costante riferimento nella progettazione dell’Istituto Comprensivo, intesa come quadro comune, da condividere tra i diversi livelli scolastici, in grado di offrire agli insegnanti i materiali per la costruzione dei concreti curricoli da praticare in aula. I docenti si impegnano nella definizione di standard di apprendimento, in progressione verticale, come esiti attesi nelle varie fasi del percorso di formazione, elaborando un curricolo, scandito in traguardi graduali e progressivi, organizzati attorno ad alcuni assi culturali strategici ( i linguaggi, la matematica, la storia, la pratica musicale, la tecnologia…). Tale impegno da parte dei docenti nasce dall’esigenza di andare al di là dei luoghi comuni sul termine “continuità”, che tende a semplificare il concetto di curricolo verticale, abbassando il livello delle aspettative di tutti i soggetti coinvolti (allievi, docenti, genitori). L'apprendimento, la crescita, lo sviluppo sono legati a nuove imprese e sfide continue, attraverso contenuti che attivino processi più raffinati, argomentazioni più complesse: si dovrebbe parlare di discontinuità utile. I docenti di strumento musicale della Secondaria, in collaborazione con le docenti di musica della Primaria, collaborano per la realizzazione di un progetto comune, con lezioni di strumento a cadenza settimanale, rivolte agli alunni delle classi quinte della Primaria dell’Istituto Comprensivo, plesso “Colombo”, Cremona - città. Si tratta cioè di elaborare azioni e linee comuni, e contemporaneamente scegliere contenuti, linguaggi e metodologie diverse a seconda delle età degli allievi in modo che sia evidente ed apprezzabile una sostanziale ed autentica progressione di competenze nella capacità di esposizione e di espressione degli alunni, nell'arco del primo ciclo di istruzione. 13
Occorre evitare il rischio di intendere la continuità in modo banale e lavorare piuttosto sulla discontinuità delle esperienze di apprendimento: la discontinuità utile si traduce in una progressione di competenze, da realizzare, come detto nelle Indicazioni, attraverso la predisposizione di una serie di ambienti di apprendimento, differenziati e progressivamente arricchiti, ma con una regia comune degli insegnanti dell'Istituto Comprensivo. Con ambienti di apprendimento si rimanda ad un apprendimento attivo, partecipato, in cui si mettono in gioco motivazioni, emozioni, socialità e se la parola competenza evoca conoscenze dichiarate e abilità, un metodo di lavoro, l'idea di processi da attivare, il clima favorevole, la partecipazione emotiva, la sfida dell'impresa conoscitiva, allora l'alunno competente è colui che usa anche le risorse dell'ambiente, colui che partecipa più consapevolmente ad un ambiente culturalmente organizzato, sapendo utilizzare tutti gli strumenti della conoscenza. Così è possibile costruire una comunità di pratiche e di apprendimento: questa è la classe che lavora sulle competenze. In questo senso la costituzione dell'Istituto Comprensivo ha rappresentato per i docenti l'occasione e l'impegno per sviluppare una vera e propria comunità professionale all'interno della quale ci si è confrontati in modo costruttivo, si è condiviso un linguaggio comune, si cresce insieme nella progettazione del curricolo verticale, da articolare per obiettivi di apprendimento e per traguardi di competenza, in relazione ai diversi percorsi disciplinari. L'impegno dei docenti dell' Istituto Comprensivo “Cremona Tre” si definisce dunque nella prospettiva di ricerca alle radici del curricolo verticale, nella scoperta degli elementi invarianti che corrono lungo tutto il curricolo - la ricorsività di azioni cognitive sempre più sicure e consapevoli - per coniugarli con gli elementi variabili dell'esperienza di conoscenza – contenuti sempre più ampi, abilità sempre più differenziate – assicurando coerenza e coesione all'intera formazione di base. COM’E’ STATO COSTRUITO IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA Con il Piano dell’Offerta Formativa si è inteso fornire all’utenza un documento che dia una visione d’insieme sulle finalità, sulle linee pedagogiche, sull’organizzazione e sui percorsi educativo – didattici dell’Istituto Comprensivo. Per facilitare nella consultazione del documento si è mantenuta una suddivisione degli ambiti INFANZIA – PRIMARIA - SECONDARIA di I GRADO, data la composizione dell’Istituto, formato da plessi distribuiti sul territorio, anche fuori dal Comune di Cremona. La “parte comune” sinora descritta delinea l’identità della Scuola nelle parti ritenute fondative di un progetto didattico - educativo che garantisca a tutti gli allievi uguaglianza di opportunità in un’età decisiva per la loro crescita. Grazie all’autonomia scolastica entrata in vigore col DPR 275/99 e in virtù della Legge n. 53/2003 e del Decreto Legislativo n. 59/2004, normativa poi aggiornata con le Nuove Indicazioni del DM del 31/07/2007, l’Istituto col Piano dell’Offerta Formativa declina il curricolo fondamentale obbligatorio proposto dal Ministero nel proprio curricolo d’Istituto, in base anche alle indicazioni date dall’Ufficio Scolastico Regionale, alle esigenze del territorio e alle proprie risorse umane e finanziarie. 14
L’Istituto si ispira anche alle linee fondamentali della Carta dei Diritti dello Studente e in particolare all'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni […]. È compito della Repubblica (e quindi anche della Scuola) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti […] all'organizzazione politica, economica e sociale del paese." Questo significa che l’Istituto pone al centro della propria azione lo sviluppo della persona-alunno nella sua interezza, cercando di predisporre un percorso di formazione personale e di apprendimento che lo valorizzi e porti alla luce le sue potenzialità. Inoltre l’Istituto si attiene alla nuova normativa vigente in materia di Disturbi Specifici dell’Apprendimento: la legge 170 del 2010 e le nuove Linee guida del Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011. Le Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico sollecitano ancora una volta la scuola a porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona. La legge si focalizza sulla didattica individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative, su adeguate forme di verifica e di valutazione per la tutela del diritto allo studio. “UNA SCUOLA PER TUTTI E PER CIASCUNO” Una scuola per tutti e per ciascuno si muove secondo una logica inclusiva ed è orientata da precisi criteri, che vanno a guidare la progettazione formativa e quella didattica: • Incontro con la persona nella sua interezza, con i punti di forza e di debolezza; • Rispetto della necessità di aiuti particolari, evitando comunque di creare differenze e divisioni; • Risposta ai bisogni individuali, ricercando la flessibilità all’interno di un sistema stabile. Per la progettazione di percorsi volti a costituire comunità solidali che accolgono, rispettano, valorizzano i diritti ed i doveri di tutti secondo le possibilità di ognuno, è essenziale evidenziare alcuni momenti importanti: • L’accoglienza, intesa come disponibilità quotidiana all’ascolto ed all’aiuto verso tutti, in risposta al bisogno fondamentale di sviluppare l’identità personale e l’appartenenza al gruppo; • La comunicazione e la relazione, per soddisfare nel singolo bambino/ragazzo e nella collettività sia il desiderio di esprimere sé stessi nel contatto quotidiano sia la necessità del confronto, condividendo le uguaglianze e rispettando le differenze; • L’introduzione di didattiche individualizzate per semplificare, differenziare, personalizzare e dare risposta al bisogno di sviluppare abilità e conoscenze, tutelando e garantendo ad ogni alunno il diritto di poter seguire percorsi uguali adeguati alle proprie condizioni e caratteristiche, al fine di raggiungere successi scolastici. 15
Nella scuola si incontrano sempre più differenze a cui essere sensibili, attraverso la personalizzazione degli interventi educativi e la individualizzazione della didattica. L’ INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ L’integrazione nella scuola di tutti è la strategia fondamentale per lo sviluppo, la crescita e la conquista dell’autonomia da parte di ogni alunno in situazione di disabilità e/o disagio. Scopo primario della scuola nell’accogliere la disabilità è quello di creare le condizioni affinché ogni alunno possa sviluppare le proprie potenzialità “nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni, nella socializzazione”. A tale fine la legge n.104 del 1992 stabilisce che la scuola provveda ogni anno alla formulazione di un piano educativo individualizzato che risponda alle esigenze specifiche di ciascun soggetto con disabilità. Il piano (PEI) è indirizzato costantemente verso il miglioramento della qualità dell’integrazione, seguendo come direttrici fondamentali: • Emotività: conoscenza di sé, autostima, espressione di emozione; • Relazionalità: socializzazione partecipata, acquisizione di ruolo nel gruppo; • Cognitività: aumento di esperienze, capacità, competenze, conoscenze; • Autonomia: padronanza sull’ambiente, indipendenza. Tali indirizzi generali si concretizzano in un’azione educativa personalizzata sui bisogni specifici dell’alunno, nel rispetto dei modi e dei tempi del suo apprendere, ma anche ben inserita nella programmazione educativa e didattica della classe di appartenenza. All’interno del percorso individuale si ritroveranno, infatti, quegli obiettivi previsti per la classe, che sono stati selezionati valutandone: la significatività, la complessità e la gradualità delle proposte rispetto alle specifiche capacità dell’alunno. Anche la valutazione è individualizzata, relativa agli interventi educativi e didattici svolti; riporta i progressi in rapporto alle potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali. Per la progettazione formativa e didattica e per la creazione di un contesto accogliente e propositivo la scuola si avvale dei seguenti strumenti e predispone le seguenti azioni: • protocollo di accoglienza degli alunni/e disabili, con particolare attenzione alla predisposizione di un ambiente e di un contesto adatto alle esigenze più particolari; • fascicolo personale contenente i seguenti strumenti: raccolta di informazioni in ingresso dalle famiglie, dagli esperti, dalle scuole di provenienza, dalle figure assistenziali, dal territorio; relazione osservativa dell’alunno; Piano Educativo personalizzato; relazione finale delle attività di sostegno; • assegnazione dei docenti che svolgono attività di sostegno, figure in possesso di specifiche competenze osservative e didattiche, che utilizzano per coordinare la raccolta dei dati, per definire significati e strategie, per proporre metodologie e strumenti. L’attività 16
essenziale dell’insegnante di sostegno, che è risorsa della scuola e nella scuola, consiste nel coniugare, in collaborazione con i docenti di classe le esigenze del singolo alunno con il contesto dei bisogni del gruppo in cui è inserito. Le insegnanti di classe a loro volta sono soggetti pienamente coinvolti, partecipi e consapevoli del processo di integrazione; • progetti specifici per la disabilità in collaborazione con assistenti alla persona, Enti locali, altre scuole, specialisti della riabilitazione, cooperative di servizi, volti a promuovere la socializzazione, l’integrazione e l’autonomia e a costruire un realistico progetto di vita; • percorsi di accompagnamento rivolti alle famiglie improntati ad una reale collaborazione e ad un’effettiva condivisione del progetto di vita dei bambini/e disabili; • incontri di coordinamento con équipes di specialisti; • costituzione ed attivazione del GLH d’Istituto, che ha il compito di promuovere e coordinare i progetti e le azioni positive messe in atto da ogni ordine di scuola per favorire l’integrazione. Nella realizzazione di tali obiettivi l’Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi: • legge 517/77: ha stabilito il principio dell'inclusione per tutti gli alunni disabili della scuola elementare e media imponendo l'obbligo di una programmazione educativa da parte di tutti gli insegnanti della classe, che venivano affiancati da un insegnante specializzato per il "sostegno didattico". • Legge 104 del 5 febbraio 1992 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." Raccoglie ed integra gli interventi legislativi divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. Riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare nei luoghi per essa fondamentali durante l’infanzia e l’adolescenza, come la scuola. • Legge 142 del 8 giugno 1990: gli enti locali, gli organi scolastici e le unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze, stipulano gli accordi di programma finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche. • Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità emanata dal MIUR nel 2009: forniscono indicazioni in materia di integrazione degli alunni disabili nella scuola. • Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la legge n. 18 del 3 marzo 2009. All’interno dell’Istituto vengono infine individuate figure di insegnanti referenti della disabilità sia per la scuola dell’infanzia e primaria sia per la scuola secondaria di primo grado, le quali coordinano le azioni sovraesposte e partecipano ad azioni di formazione concordate a livello territoriale. 17
ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA) E CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) Il concetto di BES si fonda su una visione globale della persona e la scuola è chiamata a rispondere in modo articolato a tutti quegli studenti che evidenziano difficoltà stabili o transitorie: • negli apprendimenti; • nello sviluppo di abilità e competenze; • nel comportamento; • nelle relazioni. Come suggerisce la Direttiva Ministeriale, si estende il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”. La Scuola tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • Legge 8 ottobre 2010, n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”; • Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 “Linee guida disturbi specifici di apprendimento”; • Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative; • Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013; • Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali”. La Scuola pertanto si può avvalere dei seguenti strumenti : • una scheda di rilevazione dei bisogni; • un piano didattico personalizzato; All’interno del nostro Istituto Comprensivo vengono individuate figure di insegnanti referenti per alunni con BES, le quali parteciperanno ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. 18
ALUNNI DI ALTRA MADRELINGUA Partendo dal presupposto che gli alunni stranieri frequentano “ la scuola di tutti”, l’ Istituto Comprensivo “Cremona Tre” intende l' Educazione all'Interculturalità come una offerta formativa che fornisca, agli studenti di qualsivoglia provenienza, la possibilità sia di essere inseriti in un contesto accogliente e rispettoso delle diversità sia di sviluppare appieno le loro potenzialità attraverso conoscenze e competenze disciplinari, ai fini di comprendere la realtà sempre più complessa e "globalizzata" in cui vivono. L’Istituto, al suo interno, ogni anno redige, sviluppa e monitora progetti a carattere interculturale. Il Progetto Intercultura si articola, quindi, su due livelli : • BUONE PRASSI PER L’ACCOGLIENZA; • INSERIMENTO E LA TUTELA DEL SUCCESSO SCOLASTICO PER GLI ALUNNI PROVENIENTI DA ALTRI PAESI attraverso : 1. la predisposizione di una serie di protocolli volti a favorire l’ accoglienza, l'inserimento e il successo scolastico degli alunni stranieri comuni ai diversi ordini di scuole dell’ Istituto, ma rispettosi delle necessità legate alle differenti fasce d’ età; 2. l’avviamento di laboratori di Italiano L2, al fine di consentire l’ apprendimento della lingua italiana e la prima alfabetizzazione agli alunni stranieri di recente immigrazione. FORMAZIONE ALL’INTERCULTURALITA’ Promuovere in tutti gli alunni atteggiamenti di apertura nei confronti delle diverse culture, attraverso la partecipazione a progetti di educazione alla pace e all’interculturalità interni o esterni all’Istituto. Formare un gruppo di docenti, Commissione Intercultura d'Istituto, rappresentativo dei vari ordini di scuola, che collabora, si aggiorna, promuove e favorisce l’ applicazione delle buone prassi, coordinate dai docenti che ricoprono il ruolo di Funzione Strumentale Intercultura. Questi parteciperanno ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. L'Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • Circolare Ministeriale n. 24 del 1/3/2006 - Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri; • Documento di indirizzo Ottobre 2007 - La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri ; • Circolare Ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010 - Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana; 19
• Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative; • Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013; • Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali”. ALUNNI ADOTTATI Da alcuni anni la Lombardia è la regione con il maggior numero di bambini adottati ed anche nella realtà locale e nel nostro Istituto Comprensivo vi è una presenza significativa di bambini adottati in ambito nazionale ed internazionale. Dalla consapevolezza che esista una “specificità dell’adozione” scaturisce inevitabilmente il bisogno di approfondimento e di “investimento”. A Cremona l'11/07/2013 è stato sottoscritto un importante Accordo di Programma fra l'Ufficio Scolastico territoriale di Cremona, l'Azienda Ospedaliera, l'A.S.L, l'Azienda Sociale Cremonese, il Consultorio Ucipem, il Gruppo “Gamma”, l'Associazione familiare “Genitori Si Diventa”. Si è creata dunque la possibilità di concretizzare sul territorio cremonese le direttive del MIUR in merito al raggiungimento del benessere scolastico degli studenti adottati, dando risposte agli effettivi bisogni, garantendo loro il diritto ad essere accolti adeguatamente ed a vedere riconosciute e valorizzate le loro specificità. L’ Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • Protocollo di intesa tra il MIUR e il CARE (Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete) per "Agevolare l’inserimento, l’integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati", del 26 marzo 2013; • L’accordo di programma “Adozione e scuola”, siglato a livello di provincia di Cremona l’11 luglio 2013. Nell’ Istituto Comprensivo ci si avvale dei seguenti strumenti di lavoro : Progetti interni alle scuole attraverso : • una raccolta di dati e documentazione interna alla scuola; • il coinvolgimento dei genitori adottivi; • il coinvolgimento dei docenti; Un lavoro in rete : • un insegnante dell’Istituto Comprensivo presente al tavolo interistituzionale provinciale per le adozioni. 20
All’interno del nostro Istituto Comprensivo viene individuata la figura dell’insegnante referente per le adozioni, che ha il compito legato all’inserimento e all’accompagnamento del bambino e della famiglia nell’ “iter” scolastico e che è presente al tavolo provinciale. La tematica adottiva viene fatta rientrare nelle progettazioni che la Commissione Intercultura declineranno nel corso dei vari anni scolastici. La presente Direttiva di Indirizzo viene emanata a norma dell'art. 25 del D. Leg.vo 165/2001 e dell'art 1, comma 14 della legge 107/2015: essa costituisce riferimento per la verifica annuale del POF e la valutazione del servizio formativo. Il Collegio dei Docenti è tenuto ad assumerla ed ad adottarla ai fini della progettazione, realizzazione e valutazione del PTOF nei modi e con gli strumenti che vorrà stabilire, attraverso le collaborazioni e le sinergie sistematiche da attivare al suo interno nei gruppi di lavoro, con le figure di sistema, i referenti dei progetti, i coordinatori di classe e i collaboratori del D.S., al fine di un coordinamento efficace per il conseguimento degli obiettivi. Consapevole dell'impegno che i nuovi adempimenti comportano per il Collegio dei Docenti e della responsabilità con cui il personale docente assolve normalmente ai propri doveri, il Dirigente Scolastico ringrazia per la competente e fattiva collaborazione ed auspica che si possa lavorare sempre insieme per il miglioramento della nostra Scuola. f.to IL DIRIGENTE SCOLASTICO Dott. Renato Suppini 21
SCUOLA DELL’INFANZIA 22
SCUOLA INFANZIA “LA GABBIANELLA” SAN FELICE VIA MONTEVERDI, 9 VIA SAN FELICE, 18 26030 MALAGNINO 26100 CREMONA TEL/FAX: 0372 807721 TEL/FAX: 0372 434076 e-mail: scuola.gabbianella@rccr.cremona.it e-mail: maternasanfelice@libero.it SCUOLA INFANZIA SCUOLA INFANZIA SAN FELICE MALAGNINO Sezioni 2 Sezioni 2 Alunni 53 Alunni 51 Alunni stranieri 13 Alunni stranieri 5 Disabili 1 Disabili 1 Docenti curricolari 4 Docenti curricolari 4 docenti specialisti docenti specialisti Docente religione 3h Docente religione 3h Docente sostegno 13 h Docente sostegno 12 h Funzionamento ore 40 Funzionamento ore 40 Assistente “ad personam” 12 h Orario Orario da Lunedì a Venerdì da Lunedì a Venerdì dalle 8:00 alle 16:00 dalle 8:30 alle 16:30 Trasporto a cura del Trasporto a cura del Comune di Cremona Comune di Malagnino per gli aventi diritto Disponibilità accoglienza anticipata Accoglienza anticipata dalle 7:45 dalle 7:45 per alunni con genitori lavoratori che per alunni con genitori lavoratori che presentino documentati problemi presentino documentati problemi 23
I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell'a.s. 2015/2016 . Per il successivo triennio si ipotizza un sostanziale mantenimento della medesima e pertanto, allo stato, non si prevede nessuna variazione riferibile al numero di posti attualmente in organico. Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo alla frequenza nelle due scuole degli alunni disabili in possesso della certificazione, che potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da impiegare per il sostegno psico-fisico necessario in “loco”. PRINCIPI FORMATIVI Le comunità scolastiche dell’Istituto Comprensivo Cremona Tre si ispirano ai principi formativi contenuti nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (DPR 20 marzo 2009, n. 89) “quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole”. La scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali dei bambini, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno, formare sul piano cognitivo e culturale, affinché ciascuno possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti i bambini, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della sezione come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito i bambini stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un progetto educativo condiviso. Il progetto che emerge è quello di una scuola che considera il bambino al centro dell’azione educativa, come soggetto attivo e protagonista del percorso formativo; una scuola che affianca al compito dell’insegnare ad apprendere quello del “saper stare nel mondo”, condividendo il progetto educativo con la famiglia e la società, ognuno con il proprio ruolo. La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare a essere”. L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ciascuno, formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo 24
ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO FINALITÀ La scuola dell’infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, in coerenza con i principi presenti nella Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e nei documenti dell’Unione Europea. Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’IDENTITA’, dell’AUTONOMIA, della COMPETENZA, e li avvia alla CITTADINANZA. IDENTITÀ: consolidare l’identità significa imparare a conoscersi e a stare bene, sperimentare diversi ruoli e sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze. AUTONOMIA: sviluppare l’autonomia significa saper curare il proprio corpo, esprimere sentimenti ed emozioni, motivare opinioni e scelte, coinvolgersi nelle varie attività con fiducia, provando piacere nel fare da sé con atteggiamenti sempre più consapevoli. COMPETENZA: acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, rappresentare esperienze proprie e altrui, fatti significativi, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto; significa ascoltare e comprendere, raccontare e rievocare. CITTADINANZA: vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro e dare importanza ai suoi bisogni, al suo punto di vista e avvertire la necessità di gestire le relazioni con regole condivise; significa mettere in atto comportamenti mirati al rispetto degli altri, dell’ambiente, della natura. Tali finalità sono perseguite attraverso: • occasioni di apprendimento create dalle insegnanti per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo, valorizzando ed estendendo le curiosità, le esplorazioni, le loro proposte • l’organizzazione di un ambiente di vita e di relazioni • il dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità • precisi criteri metodologici e strumenti di valutazione. 25
I CAMPI DI ESPERIENZA Le occasioni di apprendimento sono deducibili dai diversi campi di esperienza. Ciascuno offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuri. Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza relativa ai campi di esperienza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario. Il sé e l’altro I bambini formulano tanti perché che rappresentano la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioni. Nella scuola hanno molte occasioni per prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità, per apprendere le prime regole del vivere sociale. Osservano l’ambiente che li circonda, colgono le diverse relazioni tra le persone; partecipano alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza. Ogni bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo, sperimenta il piacere, il divertimento, la frustrazione, la scoperta; si imbatte nelle difficoltà della condivisione e nei primi conflitti, supera progressivamente l’egocentrismo e può cogliere altri punti di vista. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini. • Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato. • Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre. • Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta. • Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme. • Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise. 26
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