PIACENZA &PROVINCIA piacenzamusei.it - Associazione Piacenza Musei

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PIACENZA &PROVINCIA piacenzamusei.it - Associazione Piacenza Musei
Guida ai musei
  e al territorio
 PIACENZA
&PROVINCIA
  piacenzamusei.it
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Il perchè di questa Guida

                   L’anno 2015 resterà una data importante per Piacenza
                   Musei per due significativi contesti: il Ventennale della nostra
                   Associazione e l’evento straordinario di EXPO Milano 2015.

                   Ecco, dunque, un altro importante e utile strumento
                   realizzato da Piacenza Musei per aiutare a scoprire - e
                   meglio conoscere - tutto il patrimonio artistico, museale,
                   architettonico e paesaggistico di Piacenza, la Primogenita
                   d’Italia, e della sua provincia.
                   La nuova edizione della Guida tascabile di Piacenza Musei,
                   racchiude storia, cultura, tradizioni, profumi e sapori
                   e immagini di Piacenza e provincia, guidando il lettore
                   attraverso le lastricate vie cittadine, accompagnandolo
                   sulle strade incorniciate di verde lungo le quattro valli e
                   offrendogli un assaggio di quella essenza viva e colorita che
                   contraddistingue il nostro territorio.
                   La Guida illustra un patrimonio straordinariamente ricco,
                   meritevole di divulgazione e valorizzazione a livello nazionale
                   e internazionale.
                   Si è trattato di un lavoro complesso di ricerca, organizzazione
                   e gestione di contenuti.

                   Con questa pubblicazione si raggiunge un altro traguardo,
                   da aggiungere al percorso che ha portato l’Associazione
                   Piacenza Musei a creare importanti prodotti quali Panorama
                   Musei (rivista ufficiale d’informazione sulle attività museali,
                   d’arte e cultura di Piacenza e provincia, diffusa su tutto il
                   territorio nazionale) e il Portale Piacenza Musei.
                   Non mancano le tante iniziative e gli eventi culturali, creati
                   per raccontare e far amare la nostra storia e le nostre
                   tradizioni, per mostrare i nostri stupendi gioielli artistici,
                   architettonici e paesaggistici.
                   Credo che la strada sia quella giusta.

                   Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato
                   a questo strumento prezioso: in primo luogo al comitato
                   scientifico, ai direttori, coordinatori e gestori di musei e
                   luoghi d’arte, a chi lavora nell’ambito museale, storico e
                   artistico, i quali hanno supportato e guidato la redazione
                   attraverso l’organizzazione e la supervisione dei contenuti
                   e a tutti coloro che ci hanno sostenuto con un contributo,
                   associazioni di categoria, consorzi e aziende private.

                                                                      Luigi Rizzi
                                                                    Presidente
                                                   Associazione Piacenza Musei

piacenzamusei.it
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Comitato scientifico

                                                                        Stefano Pronti
                                                                  storico e critico d’arte
                                                                         Antonella Gigli
                                                                   direttore Musei Civici
                                                                    Annamaria Carini
                                                    conservatore Museo Archeologico
                                                                    Laura Putti Croce
                                                                         storico dell’arte
                                                                          Marco Horak
                                                             perito d’arte del Tribunale
                                                                Emanuela Coperchini
                                                              esperta in storia dell’arte
                                                                            Valeria Poli
                                                       professoressa di storia dell’arte
                                                               Alessandro Malinverni
                                                          conservatore Museo Gazzola
                                                                          Tiziano Fermi
                                                           presidente Domus Justinae
                                                                         Carlo Francou
                                                          coordinatore Musei Scientifici

                                                       Hanno inoltre collaborato

                                                             Maria Grazia Cacopardi
                                         direttore Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
                                                                      Federico Serena
                                                             direttore Panorama Musei

                                                 Un ringraziamento particolare

                              al Comune di Piacenza, alla Provincia di Piacenza
                             e a tutti i responsabili e referenti dell’area cultura
                                               dei comuni, musei, chiese, castelli
                                                       della città e della provincia

                            Testi e immagini della Guida sono in parte riferiti alle pagine
                    del portale Piacenza Musei, di proprietà della Provincia di Piacenza,
                                                             che vivamente si ringrazia.
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Comune di Piacenza      Provincia di Piacenza

           Con il sostegno di:

Con la partecipazione e collaborazione di:
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CITTÀ
                                                                12 |    Mappa della città
                                                                14 |    Dove mangiare
                                                                16 |    Dove dormire
                                                                18 |    Storia & urbanistica
                                                                22 |    Musei

                                                           10
                                                                80 |    Chiese
                                                                104 |   Monumenti
                                                                112 |   Palazzi
                                                                128 |   Teatri

                                                                PROVINCIA
                                                                140 | Mappa della provincia
                                                                142 | Introduzione
                                                                144 | Val Tidone
                                                                160 | Val Trebbia

Indice
                                                                180 | Val Nure

                                                          138
                                                                190 | Val d’Arda
                                                                Sezione dove mangiare e/o dormire
                                                                per ogni valle (vedi indice specifico)

La Guida è dotata di alcuni strumenti che ti
aiuteranno nella consultazione dei contenuti:
• indice generale: rispecchia la suddivisione                   ITINERARI
interna della Guida e identifica le sezioni per
                                                                236 |   Respira l’atmosfera
colore.
• indice parziale in ogni sottosezione: suddivide
                                                                238 |   Attraversa le emozioni
le sottosezioni della città di Piacenza (musei,                 240 |   Conosci la cultura
chiese, monumenti, palazzi, teatri) e della                     242 |   Segui la storia
provincia (Val Tidone, Val Trebbia, Val Nure, Val

                                                          234
d’Arda), con lo scopo di migliorare l’orientamento
e di specificare la suddivisione dei contenuti in
ogni area tematica della Guida.
• mappa della città: permette di localizzare
facilmente le attrazioni e i servizi utili, attraverso
simboli grafici. Nello specifico evidenzia musei,
chiese, monumenti, palazzi, teatri che si trovano
nella città di Piacenza. La mappa offre, inoltre, la
possibilità di orientarsi e muoversi velocemente                SAPORI & DINTORNI
in città, grazie alla segnalazione di parcheggi                 248 | Consorzio Tutela Vini D.O.C.
vicini ai punti d’interesse, di uscite autostradali, di
                                                                       Colli Piacentini
stazione ferroviaria e autostazione.
• cartina della provincia: indica la posizione dei              250 | Vini D.O.C. dei Colli Piacentini
principali comuni e dei relativi luoghi d’interesse             256 | Cantine vitivinicole
all’interno delle quattro valli maggiori, attraverso            260 | Consorzio Salumi Tipici Piacentini

                                                          244
simboli grafici intuitivi. Localizza musei, chiese,             26 1 | Consorzio Salumi DOP Piacentini
castelli, parchi della provincia di Piacenza ed                 262 | Salumi DOP Piacentini
evidenzia le principali reti stradali.                          266 | Produttori salumi tipici
                                                                268 | Piatti tipici piacentini
Gli orari dei musei possono essere soggetti
a variazioni. Consigliamo di contattare
telefonicamente      la struttura prima di
organizzare la visita.
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Piacenza, capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna,
è posta a 61 m di altitudine s.l.m. e conta circa 100.000
abitanti. Situata sulla sponda destra del fiume Po,
è ubicata all’estremo limite settentrionale della sua
provincia. Rappresenta un nodo stradale e ferroviario
d’importanza nazionale, inoltre è definita la porta del nord
dell’Emilia e, pertanto, risente dell’influenza della vicina

                                                                         Città
Milano, sia per la sfera economica, sia per quella culturale.

                                                                    Musei | Chiese
                                                                Monumenti | Palazzi
                                                                             Teatri
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musei                    palazzi            chiese
                                       monumenti                teatri             parcheggi

        mappa                          Polizia Municipale:        Polizia:         Carabinieri:

        della città | centro storico
                                       0523 492100                113              112

                                               Emergenza                  Ospedale:
                                               Sanitaria: 118             0523 301111

   Antica Osteria
   del Teatro
     Via Verdi 16, Piacenza
          Tel. 0523.323777
menu@anticaosteriadelteatro.it
 www.anticaosteriadelteatro.it

        Best Western
          Park Hotel
Strada Val Nure 7, Piacenza
         Tel. 0523.712600
 info@parkhotelpiacenza.it
 www.parkhotelpiacenza.it

Città             MAPPA                                                      MAPPA                Città

12                piacenzamusei.it                                 piacenzamusei.it               13
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trattorie tipiche

    Dove mangiare                           citta
                                                                la pireina
                                                                Trattoria casalinga di lunga tradizione,
                                                                dal 1907. Piatti tipici piacentini
                                                                proposti con cura e passione. Carta
                                                                dei vini con le migliori etichette del
                                                                territorio. Specialità carne e pasta
            ristoranti                                          fresca.
                                                                Via Borghetto 137, Piacenza
        Antica Osteria del teatro                               Tel. 0523.338578
        Chef Filippo Chiappini Dattilo                          lapireina@libero.it
                                                                Chiuso domenica sera e lunedì
        Una cucina legata al territorio e
        ai suoi prodotti in un palazzo del
        Quattrocento. Oltre 1.200 etichette,
        con un occhio alla produzione italiana                  antica trattoria
        e piacentina.                                           dell’angelo
        Via Verdi 16, Piacenza - Tel. 0523.323777               A conduzione familiare, propone la
        www.anticaosteriadelteatro.it                           qualità della cucina tipica piacentina
        menu@anticaosteriadelteatro.it                          con un servizio semplice e accurato.
        Chiuso domenica e lunedì                                Primi di produzione casereccia,
                                                                secondi di carne, dolci fatti in casa.
                                                                Via Tibini 14, Piacenza
        il barino                                               Tel. 0523.326739
                                                                www.anticatrattoriadellangelo.com
        Locale storico che offre colazioni,
                                                                Aperto tutti i giorni a pranzo e cena
        pranzi, aperitivi a buffet, preserate.
        Cucina tipica piacentina e cucina
        mediterranea; menu alla carta e
        tavola calda.                                           la muntà
        Piazza Cavalli 1, Piacenza                              Locale caratteristico nella vecchia
        Tel. 380.9097399                                        Piacenza. Specialità carne alla
        www.facebook.com/barino.piacenza                        griglia; potrete gustare piatti tipici
        cune973@yahoo.it                                        locali e sfiziose proposte, con un
        Chiuso giovedì                                          bicchiere di vino o di ottima birra.
                                                                Via Mazzini 72, Piacenza
                                                                Tel. 0523.498929
                                                                www.ristorantebirrerialamunta.it
        la veranda
                                                                lamunta.pc@libero.it
        Menù della tradizione locale raffinati e                Aperto tutti i giorni
        ben curati, con ampia scelta alle pro-
        poste nazionali à la carte. Scelta tra vini
        italiani e piacentini. Aperitivi e buffet.
        C/o Best Western Park Hotel Piacenza,
        Strada Valnure 7, Piacenza
        Tel. 0523.756664
        laveranda2004@libero.it
        Aperto tutti i giorni a pranzo e cena

Città               DOVE MANGIARE                                 DOVE MANGIARE                         Città

14                  piacenzamusei.it                                     piacenzamusei.it               15
PIACENZA &PROVINCIA piacenzamusei.it - Associazione Piacenza Musei
Dove dormire                                citta

        Best Western Park Hotel
        Spazi caratteristici, servizio dedicato
        e posizione eccellente rendono
        questo hotel 4 stelle la tua casa nel
        cuore del nord Italia. 99 camere
        spaziose e confortevoli, attrezzate
        per business, ma progettate per il
        relax. A disposizione dei nostri clienti,
        il centro fitness, aperto tutto l’anno, è
        la soluzione ideale per un momento
        di relax dopo una lunga giornata di
        lavoro. A pochi passi dall’Hotel, il
        Parco Galleana è consigliato per una
        corsetta o una camminata all’aria
        aperta. All’interno vi sono il ristorante
        La Veranda e il centro congressi, in
        grado di ospitare fino a 250 persone.
        Strada Val Nure 7, Piacenza
        Tel. 0523.712600
        info@parkhotelpiacenza.it
        www.parkhotelpiacenza.it

        Stadio hotel
        Dotato di ogni comfort, vi offrirà un
        piacevole soggiorno di lavoro in
        pieno relax. Camere insonorizzate,
        letti confortevoli, bagni spaziosi,
        una ricca prima colazione, servizi
        business.
        Strada Val Nure 20, Piacenza
        Tel. 0523.360020
        info@stadiohotel.it
        www.stadiohotel.it

Città              DOVE DORMIRE
16                 piacenzamusei.it
PIACENZA &PROVINCIA piacenzamusei.it - Associazione Piacenza Musei
dominio dei Farnese (1545). Il Ducato di
                                                                           Parma e Piacenza viene creato da papa
                                                                           Paolo III Farnese per il figlio Pier Luigi,
        storia &                                                           con capitale a Piacenza. In seguito ad una
                                                                           congiura, Pier Luigi è ucciso e la capitale è
        URBANISTICA                                                        trasferita a Parma. Al successore Ottavio e
                                                                           a sua moglie Margherita d’Austria si deve
                                                                           la realizzazione del grandioso progetto di
                                                                           Palazzo Farnese di Piacenza affidato nel
                                                                           1561 a Jacopo Barozzi, detto Vignola. A
                                                                           seguito della morte di Margherita, sono
        piaCenza           Piacenza fu fondata dai Romani nel 218          interrotti e poi ripresi i lavori di costruzione
                           a.C., come avamposto in terra celtica,          di Palazzo Farnese fino al 1602. In
                           col nome di Placentia. Con la costruzione       questa età si costruiscono numerosi e
                           della Via Emilia (187 a.C.) diventa un          magnifici palazzi, chiese e conventi, che
                           importante centro strategico-commerciale        si sono conservati e costituiscono tuttora
                                                                                                                              Cattedrale
                           per i suoi collegamenti con Lombardia,          una scoperta del turismo culturale. Ai             Campanile
                           Piemonte e Liguria. Grazie alle grandi          Farnese, nel 1731, succedono i Borbone
                           opere realizzate dai coloni romani che          di Spagna e, dopo il periodo napoleonico,
                           vi si stabiliscono, Piacenza diviene una        il Ducato viene affidato alla vedova e figlia
                           città sempre più importante, centro del         dell’Imperatore d’Austria Maria Luigia,
                           sistema viario romano; Giulio Cesare            che lo regge fino alla morte nel 1847.
                           sposa Calpurnia, figlia di Lucio Calpurnio      Le succede Carlo III di Borbone, ma il
                           Pisone, di ricca e nobile famiglia,             10 maggio 1848 Piacenza decreta, con
                           patrona delle popolazioni piacentine. Il        unanime plebiscito, la sua annessione
                           reticolo ortogonale delle strade parallele      al regno di Piemonte, guadagnandosi il
                           e perpendicolari al Po è, ancora oggi,          titolo di Primogenita. Ritorna poi ancora
                           identificabile   nel     tracciato  urbano      sotto i Borbone per poi annettersi al
                           romano. Nel Medioevo vede i suoi traffici       Piemonte definitivamente nel 1859, dopo
                           svilupparsi in modo straordinario, tanto        il plebiscito.
                           da diventare uno dei centri commerciali-        Dal 1861 le produzioni agricole
                           economici-politici più importanti dell’Italia   principali erano in collina e in pianura,
                           settentrionale e anche dell’Europa. Dopo        ma i primi grandi progressi nel settore
                           il dominio dei Vescovi-Conti, nel 1126          agroalimentare si devono sostanzialmente
        Cattedrale
        Facciata
                           diventa libero Comune e, nel 1183, il
                           Capitolo di Sant’Antonino ospita tutti i
                           Comuni del Nord Italia, dopo la vittoria su
                           Federico Barbarossa e in preparazione
                           della pace di Costanza. I secoli XII e XIII
                           sono caratterizzati, in concomitanza con lo
                           sviluppo commerciale, da un’evoluzione
                           nel campo urbanistico-edilizio. Il fervore
                           religioso stimola i piacentini a costruire
                           magnifiche chiese: Sant’Antonino, San
                           Savino, Duomo, San Francesco, San
                           Giovanni, Santa Brigida, Sant’Eufemia e
                           molte altre. Nei secoli successivi, la città
                           passa sotto il dominio di diversi signori,
                           tra cui Alberto Scoto (a lui si deve la
                           costruzione del Palazzo Comunale detto
                           Palazzo Gotico), dei Visconti e degli
        Palazzo Farnese    Sforza. Piacenza con Parma è sottoposta           Piazza Cavalli • Veduta di Palazzo Gotico con uno dei due
        Veduta esterna     allo Stato Pontificio dal 1521 e poi al           capolavori equestri di Francesco Mochi

Città              STORIA & URBANISTICA                                                        STORIA & URBANISTICA                        Città

18                 piacenzamusei.it                                                                              piacenzamusei.it          19
all’istituzione della Cattedra Ambulante
                             di Agricoltura nel 1897 e alla nascita
                             delle Cooperative. I progressi furono
                             enormi sia per l’introduzione delle prime
                             macchine, sia per la diffusione dei concimi
                             chimici. Iniziarono le colture industriali
                             della barbabietola e del pomodoro,
                             per cui sorsero i primi zuccherifici e
                             conservifici; l’allevamento fu potenziato
                             e, parallelamente, si svilupparono
                             notevolmente i caseifici e le latterie,
                             cominciarono a sorgere i primi salumifici.
                             Attualmente l’agricoltura e l’industria
        Chiesa di            manifatturiera sono ancora le principali
        San Francesco        prerogative economiche di Piacenza,
        Facciata e statua    che si è distinta notevolmente anche nel
        di Romagnosi
                             campo della meccanica e della robotica.
                             Essendo molto conservativa, Piacenza
                             ha mantenuto con cura il suo patrimonio
                             storico e artistico e, pertanto, è una
                             città che pur non avendo investito sulla
                             comunicazione e sulla promozione verso
                             l’esterno, si offre come un piccolo mondo
                             da scoprire e da apprezzare per la sua
                             alta qualità architettonica e artistica,
                             diffusa nelle testimonianze delle diverse
                             epoche. Due capolavori sono i monumenti
                             equestri farnesiani di Piazza Cavalli,
                             eseguiti da Francesco Mochi.

        Mura
        Pubblico passeggio con le mura (I metà del XVI secolo)

Città              STORIA & URBANISTICA
20                 piacenzamusei.it
La sezione presenta i musei di Piacenza e i loro
           tesori. A partire da Palazzo Farnese, potrai
           attraversare secoli di storia piacentina e scoprire
           riferimenti storici nazionali.

                        24 | Musei Civici di Palazzo Farnese
                        24 | Storia
                        27 | Pinacoteca
                        30 | Fasti farnesiani
                        32 | Museo delle Carrozze
                        34 | Sezione Medievale
                        35 | Sezione delle Armi
                        37 | Museo del Risorgimento
                        39 | Museo Archeologico
                        42 | Sezione Maioliche e Vetri
                        43 | Sezione Sculture ed Epigrafi

                        46 | Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
                        46 | Storia
                        47 | Sede
                        48 | Ottocento
                        49 | Novecento
                        51 | Oggi

                        53 | Collegio Alberoni
                        53 | Il Cardinale Giulio Alberoni
                        55 | Pinacoteca
                        56 | Sezione Arazzi
                        58 | Sezione Scienze

                        61 | Museo Gazzola
                        61 | Palazzo
                        62 | Il Conte Felice Gazzola
                        63 | Museo

                        65 | Museo Civico di Storia Naturale
                        65 | Fabbrica del ghiaccio
                        65 | Museo
                        66 | Percorso espositivo
                        67 | Museo del Petrolio

                        68 | Museo Capitolare di
                             Sant’Antonino

                        70 | Museo Ambientale di

   Città                     Palazzo Costa

MUSEI
                        72 | Piccolo Museo della Poesia

                        74 | Museo della
                             Civiltà Contadina

                        76 | Museo Ornitologico

                        77 | Biblioteca Passerini Landi
MUSEI CIVICI
        di PALAZZO FARNESE

           Storia         Palazzo Farnese sorge ai margini della
                          città verso nord, nettamente separato dal
                          resto dell’abitato antico così che, ancora
                          oggi, la sua cospicua mole comunica
                          immediatamente un senso di severa
                          maestosità a chi arriva a Piacenza dalla       dell’intero complesso previsto dal               Palazzo Farnese
                          Lombardia o dal Po. Tale caratteristica        Vignola che, se completato, avrebbe              (1558-1602)
                          risulta evidente anche dalla veduta di         costituito in Italia l’unico esemplare di        Veduta esterna
                          Piacenza, presente in un interessante          reggia confrontabile, per dimensioni,
                          dipinto del Malosso, ora conservato            con i modelli contemporanei francesi
                          nella pinacoteca del Museo e datato            e spagnoli. Nel gigantismo di Palazzo
                          1603, raffigurante Cristo e la Madonna         Farnese di Piacenza risiede, dunque,
                          intercedenti presso Dio per la città. La       un segno notevole della modernità del
                          costruzione del palazzo farnesiano,            progetto architettonico vignolesco. Il
                          nell’area dove in precedenza sorgeva           Palazzo fu, per tutto il Seicento, simbolo
                          un castello fatto costruire da Galeazzo        del potere farnesiano, in quanto residenza
                          II Visconti nel 1372-73, si deve alla          del duca e luogo in cui la corte si riuniva
                          volontà di Margherita d’Austria - figlia       intorno al sovrano nelle occasioni ufficiali
                          di Carlo V e moglie di Ottavio Farnese,        o per le grandi feste. Perciò sia gli spazi
                          secondo duca di Parma e Piacenza - di          privati, sia gli ampi saloni del palazzo
                          munire Piacenza di una residenza che           furono riccamente decorati. A tale scopo,
                          esprimesse il dominio ducale sulla città.
                          Margherita, inoltre, manifestò più volte
                          un particolare attaccamento nei confronti
                          della città emiliana, tanto da disporre nel
                          testamento di essere sepolta nella chiesa
                          di San Sisto, non lontana dal palazzo da
                          lei voluto, dov’era conservata, tra l’altro,
                          la Madonna Sistina di Raffaello. I lavori
                          di edificazione del Palazzo iniziarono nel
                          1558 su progetto inizialmente redatto
                          da Francesco Paciotto da Urbino e, in
                          seguito, affidato a Jacopo Barozzi detto
                          il Vignola, in quegli anni al seguito del
                          cardinale Alessandro Farnese. Il Vignola
                          intervenne nel 1558 con modifiche da
                          apportare ai disegni del Paciotto e, nel
                          1561, sottopose alla duchessa un nuovo
                          progetto, ottenendo la sua approvazione.
                          L’impresa, finanziata dalla Municipalità
        Palazzo Farnese                                                    Palazzo Farnese                 Palazzo Farnese
        Abside verso      piacentina, continuò sino al 1602. Si            Cancello in ferro               Veduta del cortile
        il cortile        realizzava, così, poco meno della metà           (1675 ca.)                      interno

Città                      Musei Civici                                                                  Musei Civici                      Città
                  MUSEI    di Palazzo Farnese                                                     di Palazzo Farnese    MUSEI
24                piacenzamusei.it                                                                          piacenzamusei.it          25
Le opere più significative della                    pinaco-
                                                                              Pinacoteca sono esposte al primo piano              teca
                                                                              di Palazzo Farnese, nel cosiddetto
                                                                              Appartamento Dorato, appartamento
                                                                              della duchessa. Nella Pinacoteca i dipinti
                                                                              provenienti da chiese piacentine, da
                                                                              raccolte pubbliche e private testimoniano
                                                                              quanto la città abbia saputo attirare, nei
                                                                              secoli XVI-XVII-XVIII, artisti di una certa
                                                                              fama e appartenenti a diversi ambienti
                                                                              culturali, dimostrando, nel contempo, la
                                                                              capacità di trarre vantaggio da questo
                                                                              suo essere luogo di confluenza di
                                                                              esperienze molteplici, che ha contribuito
                                                                              ad aumentarne l’importanza e il valore.
                                                                              Si possono, pertanto, vedere dipinti
                                                                              genovesi con opere di Domenico
                                                                              Fiasella, detto il Sarzana, e di Giovanni
        Palazzo Farnese      come si vedrà, i Farnese pensarono               Battista Merano; lombardi, come quelli
        Alcova:              anche a un ciclo unitario di tele inserite       di Camillo Boccaccino, Giovanni Battista
        Sebastiano Ricci,    in cornici a stucco, che svolgesse il            Trotti, detto il Malosso, Carlo Francesco
        Storie di Paolo III
        (1688)               racconto della vita dei due più illustri         e Giuseppe Nuvolone; emiliani, si
                             rappresentanti della casata: Papa                vedano infatti le opere di Girolamo
                             Paolo III (al secolo Alessandro Farnese)         Bedoli Mazzola, Giovanni Lanfranco, Pier
                             e Alessandro Farnese, terzo duca e               Francesco Ferrante, Alessandro Tiarini.
                             condottiero dell’esercito cattolico nelle        Compaiono, infine, nomi illustri anche
                             Fiandre. Nel Settecento, con l’estinzione        tra i nordici, quali ad esempio Justus
                             dei Farnese (1731), i loro beni passarono        Susterman, G. Cristoforo Storer, Pieter
                             ai Borbone. Fu questo l’inizio di una lunga      Bout e Robert de Longe. Nella Sala
                             decadenza per il palazzo piacentino,             del Trono appaiono alcune importanti
                             che dovette subire la spoliazione dei            opere farnesiane del Brescianino e del
                             quadri e degli arredi da parte di Carlo
        Modello ligneo,      di Borbone (1734 - 36), nel frattempo
        realizzato da Enrico divenuto re di Napoli; nel 1803 fu
        Bergonzoni (2004)
                             oggetto, poi, del saccheggio delle truppe
                             napoleoniche. Dal 1822, sotto il governo
                             austriaco, divenne caserma e, infine,
                             nel 1945 fu occupato dai senzatetto.
                             L’opera di restauro dell’edificio è quindi
                             stata impresa ardua e onerosa che ha,
                             tuttavia, ricevuto un forte impulso dalla
                             costituzione nel 1965 dell’Ente per il
                             Restauro e l’Utilizzazione di Palazzo
                             Farnese. A tale opera, ormai giunta a un
                             avanzato stato di completamento, hanno
                             contribuito il Comune di Piacenza, il
                             Ministero per i Beni culturali e l’Ente per il
                             Restauro di Palazzo Farnese.

                                                                                Domenico Fiasella                   Alessandro Tiarini • San Carlo
        Palazzo Farnese                                                         San Bernardo da Chiaravalle         Borromeo battezza un bambino
        Scalone                                                                 allattato dalla Vergine (1643)      nel lazzaretto (1635-45)

Città                         Musei Civici                                                                       Musei Civici                        Città
                    MUSEI     di Palazzo Farnese                                                          di Palazzo Farnese    MUSEI
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Tempesta, oltre a due capolavori di           il Bambino con San Giovannino, opera
                             tema biblico del Brescianino. A Ilario        preziosa sia per le caratteristiche
                             Spolverini sono dedicate le altre tre         estetico-formali, sia per il contenuto. Il
                             sale, dove sono esposti, tra gli altri,       tondo, che gli studiosi datano attorno al
                             i Fasti di Elisabetta Farnese, di cui si      1477, era appartenuto alla collezione di
                             parlerà, e alcuni dipinti di battaglie. Due   Federico II Landi di Bardi e, solo dopo
                             salette costituiscono il percorso finale      varie vicissitudini, venne acquistato nel
                             della Pinacoteca dedicato al passaggio        1860 dall’allora sindaco di Piacenza,
                             dal Settecento all’Ottocento. Spicca il       Fausto Perletti. L’opera costituisce un
                             piacentino Gaspare Landi, personaggio         singolare esempio del raffinato stile
                             chiave nell’arte italiana, perché diffonde    pittorico del celebre artista toscano.
                             le forme e il sentire del Neoclassicismo      Dotata di una splendida cornice originale
                             e gradualmente lo supera attraverso il        decorata a festoni, attribuita da alcuni a
                             ritratto, che diventa per lui un campo di     Giuliano da Sangallo e da altri a Giuliano
                             indagine psicologica in cui si colgono il     da Maiano, ritrae la Madonna in atto di
                             tempo, la società, l’ansia dei tempi nuovi.   adorare il Bambino, il quale compie un
        Gaspare Landi        Due opere del suo allievo prediletto C.M.     gesto apparentemente curioso, ma che in
                                                                                                                              Giovanni Battista
        Ritratto del conte   Viganoni e del suo allievo mancato L.         realtà indica la circoncisione. Si noti come
        Giacomo Rota                                                                                                          Merano • Adorazione
        (1790-92)            Toncini, concludono il percorso.              Botticelli sappia conferire spontaneità            dei Magi (1685-90)
                             La Pinacoteca è stata arricchita              al gesto del Bambino, peraltro carico di
                             recentemente dai dipinti della collezione     significato e colto rimando al costume
                             Rizzi-Vaccari: in prevalenza tempere su       ebraico. La stessa capacità di coniugare
                             tavola dei secoli XIV - XVI, documentano      la ricerca naturalistica e la profonda
                             la ricca produzione delle botteghe            concentrazione religiosa si ritrovano
                             toscane di quel periodo.                      nella Vergine per la grazia e la purezza
                                                                           dei lineamenti del viso e, soprattutto,
                                                                           per l’espressione della figura. La
                             Il Tondo di Botticelli                        Madonna inclina leggermente il capo
                                                                           da un lato e si volge verso il Bambino
                             In una saletta a parte è esposto il tondo,
                                                                           in un atteggiamento che racchiude un
                             dipinto su tavola dal pittore fiorentino
                                                                           sentimento di amore mistico e umano allo
                             Sandro Filipepi, detto Botticelli (1446 -
                                                                           stesso tempo. Sulla sinistra è raffigurato
                             1510), raffigurante la Madonna adorante
                                                                           San Giovannino, abbigliato con la
                                                                           tradizionale pelle di pecora, che reca in
                                                                           mano la croce di giunco. Alla base del
                                                                           dipinto è riprodotta, come se si trattasse
                                                                           di un’epigrafe, una frase del Magnificat
                                                                           che l’evangelista Luca attribuisce alla
                                                                           Madonna, quia respesit humilitate ancile           Giovanni Lanfranco
                                                                           sue.                                               San Luca (1611)

                                                                                                      Camillo Bocaccino
        Sandro Botticelli                     Giuseppe Nuvolone                                Ante d’organo, Profeta Isaia
        Madonna adorante il Bambino           Madonna con il Bambino                              e Profeta Davide (1530)
        con San Giovannino (1475-80)          tra i Santi Girolamo e
                                              Benedetto (1665)

Città                         Musei Civici                                                                  Musei Civici                        Città
                   MUSEI      di Palazzo Farnese                                                     di Palazzo Farnese    MUSEI
28                 piacenzamusei.it                                                                             piacenzamusei.it           29
fasti               Molto probabilmente la grande opera di
           farne-                decorazione a stucco viene realizzata
             siani               da Paolo Frisoni, anche se non sono da
                                 escludere interventi di altri valenti artigiani
                                 che, in quegli stessi anni, lavorano in
                                 palazzi e chiese della città. I progetti e i
                                 disegni degli stucchi sono da ricondurre
                                 ad Andrea Sighizzi (Bologna, 1613 - oltre
                                 1684), scenografo di corte di Ranuccio
                                 II. Si ritiene possibile, inoltre, che i fratelli
                                 Ferdinando e Francesco Galli Bibiena,
                                 già attivi nel 1682 nella decorazione
                                 delle sale del piano superiore, abbiano
                                 collaborato con il Sighizzi anche al piano
                                 rialzato. Nelle cornici a stucco, il duca           Piola (Genova, 1627 - 1703) e Marcantonio            A sx: Giovanni
        Sebastiano Ricci         Ranuccio II fa collocare un ciclo di dipinti        Franceschini (Bologna, 1648 - 1745).                 E. Draghi
        Paolo III nomina il      su tela raffigurante gli splendori della            Palazzo Farnese è, negli anni Ottanta                Alessandro Farnese
        figlio P. Luigi duca di                                                                                                           riceve lo Stocco
                                 casata: i Fasti farnesiani. Tramite queste          del Seicento, un grande cantiere in cui              pontificio,
        Parma e Piacenza,
        particolare (1687)       rappresentazioni, rifacendosi a un filone           lavorano diversi artisti; risulta perciò             particolare
                                 autocelebrativo già diffuso presso le               estremamente interessante osservare                  (1685-87)
                                 maggiori dinastie italiane del Rinascimento,        lo scambio reciproco avvenuto tra loro,              A dx: veduta di
                                 i duchi Farnese intendono ridare prestigio          non solo sul piano stilistico, ma anche su           una sala con i Fasti
                                                                                                                                          farnesiani
                                 e valore alla propria famiglia, soprattutto         quello iconografico. La serie dei Fasti della
                                 agli occhi degli altri sovrani e dei sudditi.       casata viene continuata da Ilario Spolverini
                                 I Fasti farnesiani voluti da Ranuccio II            (Parma 1657 - 1734). Lo Spolverini,
                                 mostrano le gesta di Paolo III e Alessandro         pittore di corte, riprende il tema dei Fasti
                                 Farnese, il primo, fondatore della dinastia         Farnesiani e crea un nuovo genere: quello
                                 e protagonista della storia europea del             della rappresentazione delle cerimonie.
                                 Cinquecento, il secondo, anch’egli figura           Abita tredici anni a Piacenza (1714 - 1727),
                                 di levatura internazionale, comandante              dove dipinge quadri di grandi dimensioni,
        Sebastiano Ricci         militare e governatore nelle Fiandre per            verosimilmente proprio nel Palazzo
        Paolo III ispirato dalla conto della Spagna contro i protestanti.            Farnese. In particolare, a lui si devono i
        Fede a convocare         Le storie di Paolo III, al secolo Alessandro        Fasti di Elisabetta Farnese (divenuta regina
        il concilio di Trento,
                                 Farnese (Canino, Viterbo, 1468 - Roma,              di Spagna nel 1714), cui appartengono la
        particolare (1687)
                                 1649), si trovano nell’alcova, divisa in            grande tela con il Congedo di Elisabetta
                                 due piccole stanze, la camera da letto e            dalla corte (1721 - 1723) e la colossale tela
                                 lo studiolo e furono dipinte da Sebastiano          ricomposta con l’Ingresso del cardinale
                                 Ricci (Belluno, 1659 - Venezia, 1734),              Gozzadini in Parma, che sono esposti nelle
                                 pittore di ambito veneto. Tra queste                sale della Pinacoteca.
                                 appare decisamente importante, per
                                 qualità pittorica, la tela con Paolo III mentre
                                 nomina il figlio Pier Luigi duca di Piacenza
                                 e Parma, e, per l’originale soluzione
                                 iconografica, il dipinto con Paolo III ispirato
                                 dalla Fede a convocare il Concilio di
                                 Trento. Per quanto riguarda le gesta di
                                 Alessandro Farnese (Roma 1545 - Arras
                                 1592) nelle Fiandre, invece, si segnala,
                                 tra gli altri, Alessandro Farnese riceve lo
        Sebastiano Ricci         Stocco pontificio di Giovanni Evangelista
        Paolo III approva
        il progetto del          Draghi (Genova, 1654 - Piacenza, 1712).               Ilario Spolverini
        Castello di Piacenza Insieme a Ricci e Draghi, collaborarono                   Ingresso in Parma del cardinale Gozzadini, affiancato dal cardinale
        (1687-1688)              al ciclo anche altri artisti come Domenico            Acquaviva e dal duca Francesco Farnese, particolare (1717-21)

Città                           Musei Civici                                                                           Musei Civici                          Città
                   MUSEI        di Palazzo Farnese                                                              di Palazzo Farnese    MUSEI
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museo                    Nei locali sotterranei di Palazzo Farnese
       delle                   è riunita ed esposta al pubblico la
    carrozze                   prestigiosa collezione delle carrozze
                               del conte Dionigi Barattieri, donata al
                               Comune di Piacenza nel 1948 dall’erede
                               Silvestro Brondelli di Brondello, a cui
                               si sono poi aggiunti altri importanti
                               esemplari, donati o depositati da privati e
                               da Enti. Il Museo delle Carrozze presenta
                               modelli in ottimo stato di conservazione
                               che, nel corso degli anni, non hanno
                               subito integrazioni, se non con pezzi
                               originali. Della collezione Barattieri, ora
                               al Museo, fanno parte due Berline di
                               gala del XVIII secolo e quattro Berline
                               da viaggio del XIX secolo. La berlina è
                               il modello di carrozza che vanta maggior
                               diffusione e successo lungo tutto il
                                                                              solo presso l’aristocrazia, ma anche             Berlina di gala
                               Settecento. Originariamente a quattro
                                                                              presso l’alta borghesia, ebbe il Landau,         Famiglia Scotti di
                               ruote, con la cassa sospesa a cinghie di
                                                                              anch’esso presente a Palazzo Farnese in          Sarmato (1750)
                               cuoio, a quattro portiere, con tappezzeria
                                                                              due esemplari, rispettivamente marchiati
                               interna in seta o velluto, nel Seicento
                                                                              Ferretti-Roma (1880 - 90) e Cesare Sala-
                               è riservata ai reali e all’alta nobiltà di
                                                                              Milano (1890). Principale caratteristica di
                               corte, mentre nel Settecento, passando
                                                                              questa carrozza è la possibilità di essere
                               la cassa dalla forma squadrata a quella
                                                                              facilmente decappottata: la cassa, infatti,
                               bombata, diviene la carrozza più diffusa
                                                                              nella parte superiore ha pareti di cuoio
                               fra la nobiltà, sia per i lunghi viaggi, sia
                                                                              a forma di mantici, con ossatura lignea,
        Berlina di gala        per passeggiate in città. Le Berline di
        Loyer (1750)                                                          agevolmente reclinabili. L’esposizione
                               gran gala (deposito temporaneo della
                                                                              prosegue con altri modelli di carrozze
                               Presidenza della Repubblica), realizzate
                                                                              (tra cui diversi Stages, un raro esemplare
                               nel 1879 dal carrozziere Cesare Sala di
                                                                              di Hansom-Cab, una raffinata Calèche-
                               Milano per il re d’Italia, hanno la cassa
                                                                              Barouche, una carrozzina Spyder ecc.),
                               fastosamente decorata e riportano
                                                                              portantine, carri funebri, un carro da
                               lo stemma dei Savoia dipinto sulle
                                                                              pompiere, un carretto siciliano, senza
                               portiere e fusi in bronzo sulle maniglie.
                                                                              trascurare le carrozzelle per neonati,
                               La tappezzeria interna, raffinatissima in
                                                                              di cui si espongono alcuni esemplari
                               raso chiaro, riveste i sedili e le pareti.
        Berlina                                                               databili tra il XVIII e il XIX secolo che
        (metà XIX secolo)      Grande diffusione nell’Ottocento non
                                                                              mostrano di utilizzare gli stessi espedienti
                                                                              tecnici delle carrozze, di cui, in certa
                                                                              misura, seguono l’evoluzione. Lo stesso
                                                                              fenomeno di adattamento delle tecniche
                                                                              in uso nella costruzione delle carrozze
                                                                              a modelli d’uso domestico è costituito
                                                                              dai carrozzini, vere e proprie carrozze
                                                                              in scala ridotta, destinate al gioco dei
                                                                              bambini.
                                                                              Una sala è stata destinata a sei importanti
                                                                              carrozze (Sociables, Phaeton, Break,
                                                                              Bruske) concesse in deposito dal Museo
                                                                              della Scienza e della tecnica L. da Vinci
                                                                              di Milano.
        Museo delle Carrozze                                                                                                   Stage
        Vedute delle sale interne. A sx: sulky; a dx: carrozzini                                                               (metà XIX secolo)

Città                            Musei Civici                                                                 Musei Civici                          Città
                    MUSEI        di Palazzo Farnese                                                    di Palazzo Farnese    MUSEI
32                  piacenzamusei.it                                                                             piacenzamusei.it            33
serie di ipotesi attributive utili a definire
                                                                               il contesto culturale di provenienza. Il
                                                                               critico Boskovitz, infatti, ha recentemente
                                                                               sottolineato le affinità stilistiche tra il
                                                                               nostro dipinto e il trittico datato 1355 della
                                                                               collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid.
                                                                               Sulla base di tale intuizione, ulteriori
                                                                               indagini hanno permesso di definire un
                                                                               corpus unitario di opere comprendente
                                                                               l’affresco con l’Incoronazione della Vergine
                                                                               e la Trinità, oggi a Palazzo Farnese, il
                                                                               trittico Thyssen e altre, tutte riconducibili
                                                                               alla metà del XIV secolo. Di notevole
        Sala degli affreschi                                                   rilievo sono anche le sculture conservate
                                                                               in questa sezione. Testimoniano, infatti, un
         sezione              I Musei Civici contengono un’ampia               momento cruciale dell’itinerario stilistico          Scultore
          medie-              sezione medievale al cui interno spiccano        della scultura romanica tra Wiligelmo e              antelamico

            vale              gli affreschi strappati e ora esposti al         Benedetto Antelami, momento che la                   Madonna di Piazza
                                                                                                                                    (XIII secolo)
                              Museo, provenienti dalla chiesa di San           critica ha individuato nella cosiddetta
                              Lorenzo. Le Storie di santa Caterina             Scuola di Piacenza. Il termine compare
                              d’Alessandria costituiscono il corpus            per la prima volta in un importante saggio
                              principale degli affreschi, il cui racconto      della Krautheimer-Hess del 1928 ad
                              svolto dalle immagini ci è pervenuto             indicare una serie di opere piacentine
                              praticamente integro. Tali affreschi             e non, caratterizzate dalla fusione degli
                              erano originariamente collocati nella            elementi stilistici delle maestranze
                              cappella dedicata a Santa Caterina e             wiligelmiche e niccoliane, incontratesi
                              sono attribuibili a un maestro lombardo          a decorare i portali minori della facciata
                              attivo negli ultimi decenni del secolo XIV,      della cattedrale di Piacenza. Grande
                              convenzionalmente identificato come              interesse rivestono, quindi, i due Profeti
                              Maestro di Santa Caterina, poiché non            (XII secolo), le cui caratteristiche stilistiche
                              si è potuto ricondurre il ciclo ad una           richiamano appunto i modi della Scuola di
                              personalità artistica già nota. Il Maestro di    Piacenza, la Majestas Domini (XII secolo),
        Maestro di Santa Santa Caterina potrebbe essersi formato
                                                                               attribuita anch’essa all’ambito espressivo
        Caterina • Santa      nell’ambito della cultura viscontea,             della scuola piacentina, e la Madonna
        Caterina rincuora     contemporaneamente a Giovannino de’              col Bambino, che si ritiene opera di un
                                                                                                                                    Majestas Domini
        i cristiani (ultimi   Grassi. Vissuto, dunque, nel contesto            seguace di Antelami e databile alla prima            Particolare
        decenni XIV secolo) culturale delle corti tardo-medievali, si          metà del XIII secolo.                                (XII secolo)
                              sarebbe dedicato, oltre che all’affresco,
                              alla miniatura, come hanno sostenuto
                              alcuni studiosi. Non a caso, infatti, il ciclo
                              piacentino va letto anche in rapporto            Nella prima sala del piano rialzato è                sezione
                              con un importante libro miniato, vale            esposta la collezione di Armi antiche,               delle
                              a dire il Libro d’Ore di Gian Galeazzo           circa quattrocento pezzi riuniti a metà              armi
                              Visconti, ora nella Biblioteca Nazionale di      dell’Ottocento dal conte piacentino
                              Firenze, che costituisce un utile confronto      Antonio Parma, di proprietà dell’Istituto
                              anche in termini cronologici, oltre che          Gazzola e concessa in deposito ai
                              stilistici, perché databile intorno al 1388.     Musei di Palazzo Farnese. La collezione
                              Sempre dalla chiesa di San Lorenzo, ma           piacentina presenta sia armi difensive,
                              dall’area presbiteriale, provengono altri        sia offensive, originali o frutto di
        Bartolomeo e
                              affreschi, il più interessante dei quali è       rifacimenti ottocenteschi. Tra le armi
        Jacopino da Reggio
        Incoronazione e       quello raffigurante l’Incoronazione della        difensive si possono ammirare armature
        Trinità della Vergine Vergine e la Trinità, a proposito del            complete o parti di esse in perfetto stato
        (1355-60)             quale gli studiosi hanno avanzato una            di conservazione, copricapi ed elementi

Città                          Musei Civici                                                                       Musei Civici                      Città
                  MUSEI        di Palazzo Farnese                                                          di Palazzo Farnese     MUSEI
34                piacenzamusei.it                                                                                   piacenzamusei.it              35
da cavallo risalenti soprattutto al XVI             Il Museo del Risorgimento, nato grazie            museo
                              secolo. Di particolare interesse per le             alla convenzione tra Comune di Piacenza           del
                              sue forme particolari, il Morione a tre fili        e Istituto per la Storia del Risorgimento         risorgi-
                              delle Guardie farnesiane, databile intorno          italiano (Sezione di Piacenza), offre al
                                                                                                                                    mento
                              al 1545 ca. Spiccano alcune splendide               visitatore la possibilità di conoscere,
                              opere di Pompeo della Cesa, uno dei più             attraverso i documenti dell’epoca, i
                              ricercati e abili armaioli del XVI secolo.          momenti salienti della storia di questo
                              Operante in Milano nell’ultimo quarto del           periodo nella città. Un felice connubio fra
        Morione a tre fili    Cinquecento, produsse lavori sempre                 documenti eterogenei (carta stampata,
        Guardie farnesiane    di alto livello, commissionatigli da illustri       quadri, litografie, monete, giornali,
        (1545 ca.)            personaggi dell’epoca. Di Pompeo                    pubblicistica, divise, armi, ritratti) offre,
                              della Cesa è anche un’altra armatura                in modo articolato e organico, un profilo
                              quasi completa e in perfetto stato di               dettagliato dei movimenti risorgimentali
                              conservazione, databile 1580 - 85. Fanno            piacentini e degli ideali che li animarono.
                              parte della sezione alcune preziose armi            Allo stesso tempo, tale allestimento
                              in asta (alabarde, picche, ecc.), da taglio         permette di ricreare il clima di un’epoca
                              (soprattutto spade) e da fuoco, originali           e di capire come singoli eventi storici
                              dei secoli XVI-XVIII. Tra le armi in asta           furono vissuti dai contemporanei. Il
                              figura un pregevole Falcione recante lo             percorso inizia, quindi, dalla fine del
                              stemma di Alessandro Farnese, databile              dominio napoleonico e prosegue poi
                              intorno al 1586 - 1590. Si segnala poi              con l’avvento di Maria Luigia d’Asburgo,
                              un’Alabarda svizzera del XVI secolo,                che assume direttamente il governo del
                              che riporta sulla parte in ferro tre tulipani       Ducato nel 1816. Seguendo l’ordine
                              racchiusi in uno scudetto. Tra le armi da           cronologico degli avvenimenti si giunge
                              taglio si possono ammirare due Schiavone            alla Rivoluzione del 1831 e a quella del
                              venete della prima metà del secolo XVII,            Quarantotto. Il 1848 è anche la data in cui
                              in dotazione alle truppe schiavone della            Piacenza vota la fusione al Piemonte per
                              Dalmazia al servizio della Serenissima              cui sarà definita Primogenita; la decisione
                              Repubblica di Venezia. Interessanti,                diviene ufficiale attraverso un Atto di
                              infine, alcuni esemplari di provenienza             consegna del Ducato al Re di Sardegna
                              orientale, come due meravigliosi Kris               datato 1 giugno 1848, di cui viene esposto        Lettera
                              della Malesia e due pugnali (Jambiya) di            il manoscritto originale. Particolarmente         autografata
                              probabile provenienza Persiana.                     ricca è la sezione dedicata agli eventi del       da Garibaldi
                                                                                  1848: infatti, il 3 luglio dello stesso anno,     (31 marzo 1862)
                                                                                  si festeggia anche la visita di Garibaldi a
                                                                                  Piacenza. Il grande entusiasmo suscitato
                                                                                  dal discorso di Garibaldi rappresenta
                                                                                  la testimonianza del fatto che, in questi
                                                                                  anni, l’idea nazionale è pienamente
                                                                                  popolare e il popolo è protagonista
                                                                                  degli eventi storici. Dopo il 1848,
                                                                                  all’aristocrazia intellettuale, diplomatica
                                                                                  e militare, che aveva assunto la
                                                                                  direzione del movimento risorgimentale,
                                                                                  si affiancano così anche i ceti popolari.
                                                                                  L’entusiasmo, però, si raffredda quando
                                                                                  il 9 agosto - con l’armistizio Salasco
                                                                                  - Piacenza torna all’Austria. Un altro
                                                                                  momento importante per la storia del
                                                                                  Risorgimento piacentino è il periodo
                                                                                  compreso tra il 1859 e il 1861. Infatti,
        Sala delle armi antiche                                                   nel 1859 gli Austriaci, messi in scacco           Museo del
        A sx: Pompeo della Cesa, armatura (XVI secolo). A dx: veduta della sala   dai franco-piemontesi, abbandonano                Risorgimento • Sala

Città                          Musei Civici                                                                        Musei Civici                       Città
                   MUSEI       di Palazzo Farnese                                                           di Palazzo Farnese    MUSEI
36                 piacenzamusei.it                                                                                   piacenzamusei.it             37
Sono attualmente aperte tre sezioni:                 museo
                                                                      La nascita del Museo di Piacenza tra                 archeo-
                                                                      antiquaria e archeologia che raccoglie               logico
                                                                      i nuclei che diedero vita all’istituzione;
                                                                      La prima pietra, dedicata alle fasi più
                                                                      antiche della preistoria (100.000 anni fa
                                                                      - metà del IV millennio a.C.); Dal fuoco il
                                                                      metallo, relativa alla vita delle comunità in
                                                                      possesso della metallurgia (3400 - 900 ca.
                                                                      a.C.). La mostra permanente Abitavano
                                                                      fuori porta. Gente della Piacenza
                                                                      romana focalizza alcuni aspetti della vita
                                                                      quotidiana a Piacenza 2000 anni fa.

                                                                      La nascita del Museo di Piacenza
                                                                      tra antiquaria e archeologia
                                                                      La sezione testimonia la vocazione
        Museo del       Piacenza e il Ducato viene annesso al         archeologica all’origine dell’istituzione
        Risorgimento    Piemonte. Particolare importanza riveste      piacentina. Nucleo fondante furono le
        Veduta di una   in questa fase Giuseppe Manfredi, che         raccolte archeologiche e numismatiche
        sala interna
                        assume, in nome del popolo, la carica di      di Giuseppe Poggi (1761 - 1842), cui si
                        governatore delle province parmensi ed        aggiunsero, qualche decennio dopo, i
                        è l’uomo politico di spicco nel decennio      reperti locali raccolti da Bernardo Pallastrelli
                        della preparazione dell’Unità d’Italia.       (1807 - 1877) come preziose memorie
                        Altri ingegni di dimensione europea           della storia municipale. Sono esposte
                        sono, ad esempio, Melchiorre Gioia e          secondo un ordinamento crono-tipologico
                        Macedonio Melloni che, vissuti prima di       le proprietà civiche di piccolo formato, in
                        Manfredi, si trovano a operare negli anni     gran parte di provenienza sconosciuta,
                        del silenzio politico. Volantini, opuscoli,   acquisite dalla metà del XIX secolo a
                                                                                                                           Bronzetto
                        foto ricostruiscono altre due figure che      oggi. Fra i reperti più antichi figurano
                                                                                                                           raffigurante
                                                                                                                           Ulisse o Vulcano
                        ebbero un ruolo trascinante nel percorso      asce in pietra verde e in metallo rinvenute          (I secolo d.C.)
                        di unificazione nazionale: Giuseppe           in Appennino e confluite nella raccolta
                        Garibaldi e Giuseppe Mazzini. Nel 1860,       Pallastrelli. Un gruppo di ceramiche (si
                        infatti, tra i componenti della spedizione    segnalano buccheri etruschi e vasellame
                        dei Mille si contano alcuni piacentini.       dell’Italia meridionale) esemplifica alcune
                        Documenti e cimeli, quali appunto armi        produzioni del bacino del Mediterraneo tra
                        e divise, raccontano dell’adesione di         V e II secolo a.C. I materiali di epoca romana
                        alcuni piacentini ai garibaldini e della      sono presentati per classi: manufatti
                        loro partecipazione nel 1866 alla Terza       in bronzo (piccola plastica e strumenti
                        guerra di indipendenza contro l’Austria.      d’uso quotidiano come chiavi, amuleti,
                        Ancora pubblicazioni e periodici vari         pendagli), in gran parte appartenenti alla
                        permettono di ricostruire gli avvenimenti     collezione Poggi; vetri (tra cui una coppa
                        della storia piacentina tra il 1860 e il      a nastri policromi e due piccole bottiglie,
                        1870. Dal 1996, grazie alla donazione         decorate a spruzzo e a filamenti); recipienti
                        degli eredi di Giuseppe Borghini, il          in ceramica per la conservazione, la cucina
                        Museo del Risorgimento si avvale di un        e la mensa; prodotti in osso (soprattutto
                        considerevole supporto iconografico           spilloni e cerniere per mobili). Una vetrina
                        costituito da più di duecento stampe di       è riservata ai secoli di transizione tra
                        argomento risorgimentale.                     romanità e medioevo. Chiude il percorso
                                                                      la presentazione di monete augustee,                 Anforetta
                                                                      indizio     del     consistente      patrimonio      in vetro
                                                                      numismatico del museo. Il reperto più                (IV secolo d.C.)

Città                    Musei Civici                                                                    Musei Civici                         Città
                MUSEI    di Palazzo Farnese                                                       di Palazzo Farnese     MUSEI
38              piacenzamusei.it                                                                            piacenzamusei.it                 39
di economia produttiva delle prime
                                                                                    comunità stanziali, rappresentata dai
                                                                                    diversi siti mesolitici (Le Mose, Passo
                                                                                    dello Zovallo, Monte Ragola), che hanno
                                                                                    restituito numerosi strumenti microlitici.
                                                                                    Risalto particolare, soprattutto grazie alla
                                                                                    comparsa della ceramica, assumono gli
                                                                                    insediamenti neolitici (VI - IV millennio
                                                                                    a.C.) di Casa Gazza di Travo, Le Mose
                                                                                    alle porte di Piacenza, Vignola di
                                                                                    Fiorenzuola. Da segnalare soprattutto il             Oggetti in corno
                                                                                    gruppo di vasi scavati a Casa Gazza e                Rovere di Caorso
                                                                                    le sepolture con corredo delle Mose, fra i           (età del Bronzo
                                                                                    complessi più significativi del Neolitico in         medio)
                                                                                    Italia settentrionale.
        Fegato                   noto e prestigioso delle collezioni civiche
        aruspicale               è il Fegato di Piacenza, rinvenuto nel 1877        Dal fuoco il metallo
        (fegato etrusco)         a Ciavernasco di Settima, in comune di
                                                                                    La sezione si apre con una presentazione
        da Settima di            Gossolengo (PC) e concordemente datato
                                                                                    delle grandi innovazioni tecnologiche                Anse cornute
        Gossolengo               alla fine del lI - inizi del I secolo a.C., rara
        (fine II secolo a.C.                                                        e delle trasformazioni sociali che                   da Terramare
                                 testimonianza diretta di pratiche religiose
        - inizi I secolo a.C.)                                                      caratterizzano l’età dei metalli. Ai pochi           piacentine (età del
                                 etrusche. Si tratta di un modello in bronzo
                                                                                    reperti dell’età del Rame seguono i due              Bronzo medio)
                                 di fegato ovino di utilizzo incerto, legato
                                                                                    splendidi pugnali del Bronzo antico
                                 comunque alla divinazione ad opera degli
                                                                                    scoperti sulla sponda del Po nei pressi
                                 aruspici mediante l’esame dell’organo
                                                                                    di Castel San Giovanni. L’età del Bronzo
                                 della vittima sacrificata. La straordinaria
                                                                                    medio si apre con i materiali dell’unica
                                 importanza del pezzo sta nella serie di
                                                                                    palafitta rinvenuta nella nostra provincia,
                                 iscrizioni di nomi di divinità che, sulla faccia
                                                                                    quella di Chiaravalle della Colomba (XVII            Punta di ascia e
                                 piana dell’oggetto, sono organizzate in
                                                                                    secolo a.C.). Un ampio settore espositivo            lancia • Rovere di
                                 modo da riflettere l’ordinamento del cielo                                                              Caorso (età del
                                                                                    è dedicato all’affermazione della cultura
                                 secondo gli Etruschi.                                                                                   Bronzo medio/
                                                                                    terramaricola determinata dall’esplosione            recente)
                                                                                    demografica dei secoli successivi (XVI-
                                 La prima pietra                                    XIII secolo a.C.) nella pianura padana.
                              Dopo un inquadramento generale                        Delle terramare, caratteristici villaggi
                              sull’evoluzione della specie umana fino               arginati costruiti su palafitta in ambiente
                              alla diffusione dell’uomo anatomicamente              asciutto, sono esposti i materiali
                              moderno, Homo sapiens, un plastico del                scavati nell’Ottocento da Luigi Scotti
                              territorio chiarisce la distribuzione del             negli insediamenti piacentini di Rovere
                              popolamento dalla comparsa dell’uomo                  di Caorso, Colombare di Bersano,
                              fino all’epoca della romanizzazione,                  Castelnuovo Fogliani e Montata dell’Orto.
                              avviata nel 218 a.C. con la fondazione                Ad essi fanno seguito nuclei tematici
                              della colonia di Placentia. Inizia, quindi,           relativi alle diverse attività artigianali, agli
                              il racconto della storia più antica del               oggetti di prestigio e al mondo spirituale
                              Piacentino. Nella vetrine si susseguono               di queste comunità. Particolarmente
                              reperti del Paleolitico inferiore, medio              significative per il loro valore di status
        Vasellame e           e superiore rinvenuti soprattutto nella               symbol sono cinque spade in bronzo
        figura umana          fascia pedecollinare; di particolare                  gettate nel Po come offerte votive alla
        forse di orante       interesse sono i manufatti in diaspro delle           divinità. Elementi coevi, ma culturalmente
        all’interno di un
                              officine litiche attive sul Monte Lama dal            diversi sono documentati in area
        vaso, entrambi
        dall’insediamento     Paleolitico medio all’età del Rame. Quindi            appenninica: esemplificativi sono i                  Spade dell’età del
        del Neolitico antico, è documentata la fase di transizione tra              reperti dal Groppo di Vaccarezza, che                Bronzo, rinvenute
        Casa Gazza (Travo) l’economia di caccia/raccolta e quella                   ha restituito anche un cospicuo insieme              nel letto del Po

Città                             Musei Civici                                                                         Musei Civici                           Città
                     MUSEI        di Palazzo Farnese                                                            di Palazzo Farnese     MUSEI
40                   piacenzamusei.it                                                                                     piacenzamusei.it                  41
di ceramiche del Bronzo finale. Nel sito
                              la frequentazione perdurò fino alla tarda
                              epoca imperiale romana.

                              Abitavano fuori porta. Gente della
                              Piacenza romana
                              L’esposizione propone un campionario
                              di oggetti datati tra l’età augustea e i
                              primi decenni del II secolo d.C. deposti
                              come corredo in cinque delle tredici
                              tombe scavate nel 2007 in via Venturini:
                              vasellame in ceramica (bicchieri e ollette
                              in pareti sottili, coppe e piatti a vernice        A sx: Lastra detta del Benvegnù (XIV secolo)
                              nera e in terra sigillata, olpi), balsamari        A dx: Iscrizione • Ricorda la costruzione di una cappella da parte delle
                                                                                 corporazioni di carpentieri e muratori (XV secolo)
                              in vetro, incensieri, lucerne, fusi e spilloni
                              in osso, uno strigile in ferro. La piccola
                              necropoli, collocata a meno di 1 km              piacentino Pietro Agnelli, tra cui spiccano,
                              dalle mura urbiche, accolse individui            per l’eccezionale bellezza, un bicchiere
        In alto: “Incensiere” di entrambi i sessi e di varia età ad
                                                                               dell’inizio del XVII secolo in vetro azzurro e
        in ceramica comune esclusione dei bambini, probabilmente
                                                                               bordatura in vetro lattimo, montato su stelo
        (I secolo d.C.)       accomunati da vincoli di parentela               modellato con torsione a spirale e una
        da via Venturini
        In basso: Patera in
                              o appartenenti al medesimo gruppo                bottiglia di vetro opalino girasol della fine
        terra sigillata       sociale. Il rito di gran lunga prevalente è      del XVII secolo, di forma sferica con lungo
        (età tiberiana)       quello dell’incinerazione, comunissimo nel       collo e corpo centrale a nodo baccellato.
        da via Venturini      mondo romano fino al II secolo d.C.

                                                                               In questa sezione sono conservate                    sezione
     sezione                  Al piano rialzato si trova anche la              epigrafi     di     notevole     importanza          sculture
   maioliche                  collezione di maioliche, proveniente in          storica, che provengono in larga
                              parte da raccolte private e in parte da
                                                                                                                                    ed
     & vetri                                                                   parte dalla collezione Bissi, canonico
                              ritrovamenti durante lavori di scavo. Il
                                                                                                                                    epigrafi
                                                                               della Cattedrale (deposito della Curia
                              nucleo più pregevole della collezione, che       Vescovile). Particolarmente interessante
                              comprende vari pezzi databili tra il XVI e il    anche per l’associazione di testo scritto
                              XVIII secolo, è costituito dalle ceramiche       e immagine è il rilievo con iscrizione,
                              delle raccolte Carlo Anguissola e Pietro         cosiddetto del Benvegnù. Il rilievo,
                              Agnelli. Tra le ceramiche si possono             proveniente dal castello di Montechiaro,
                              ammirare una lampada traforata a uso             nella parte superiore riporta un cartiglio
                              liturgico, che rappresenta la tipologia dei      recante una epigrafe in volgare con
                              bianchi di Faenza del XVII secolo e una          chiare inflessioni dialettali: Segnori vu
                              zuppiera ovale del XVIII secolo, modellata       sie tuti gi benvegnu e zascaun chi che
                              a cartigli e volute con decorazioni floreali     vera sera ben vegnu e ben recevu. Nella
                              policrome e grosso pomolo a pera. A              parte inferiore della lastra si rappresenta
                              tale sezione appartengono anche alcuni           la buona accoglienza fatta dai castellani,
                              sofisticati esemplari di porcellane orientali    marito e moglie alla destra della scena
                              dalle tonalità cangianti (rosa, verdi,           e cinque personaggi che si trovano
                              blu), in larga parte assegnabili al XVIII        invece alla sinistra. Evidentemente sia
                              secolo. Nei prossimi anni verrà allestita        la didascalia, sia l’immagine vogliono
                              una splendida collezione di ceramiche            esaltare l’ospitalità dei proprietari del
                              dei secoli XVI-XVIII provenienti dalla           castello. L’iscrizione rappresenta, inoltre,
                              donazione Besner-Decca. All’interno dello        un esempio di testo volgare molto
        Maioliche e vetri     stesso arco temporale (XVI - XVIII sec.)         raro per quest’epoca (prima metà XIV
        (XVII-XVIII secolo)   si colloca anche la raccolta di vetri del        secolo), applicato come frase augurale a

Città                          Musei Civici                                                                       Musei Civici                         Città
                    MUSEI      di Palazzo Farnese                                                          di Palazzo Farnese    MUSEI
42                  piacenzamusei.it                                                                                 piacenzamusei.it              43
DOVE: Piazza Cittadella 29, Piacenza
                                                                            Telefono: 0523.492661
                                                                            E-mail: musei.farnese@comune.piacenza.it
                                                                            Sito: www.palazzofarnese.piacenza.it
                                                                            Visite:
                                                                            - martedì, mercoledì, giovedì 9:00-13.00
                                                                            - venerdì, sabato 9:00-13:00/15:00-18:00
                                                                            - domenica 9:30-13.00/15:00-18:00
                                                                            - lunedì chiuso
                                                                            Visite guidate gratuite:
                                                                            - venerdì ore 10:00/15.30
                                                                            - sabato, domenica 9:30/11:00/15:00/16:30
                                                                            Durata: 1 ora e 30 minuti.
        Tondi dal chiostro della Chiesa di San Sepolcro (1460-1480)         Per i gruppi la visita guidata è a pagamento
        A sinistra San Simone e a destra San Filippo                        e si consiglia la prenotazione.
                                                                            Sconto famiglie
                             un rilievo figurato.                           Biglietto intero per i genitori e gratuito per i
                             Si può inoltre citare anche l’iscrizione che   figli minori
                             ricorda la costruzione e dotazione di una      Gratuità
                             cappella da parte delle Corporazioni dei       - portatori di handicap e accompagnatore
                             carpentieri e dei muratori, proveniente        - bambini con meno di 6 anni
                             dalla chiesa di Santa Maria del Carmine e      - giornalisti muniti di tessera
                             databile al XV secolo. Nella sezione della     - soci ICOM
                             scultura rinascimentale si trovano i tondi     Ingresso gratuito a tutte le sezioni dei Musei
                             raffiguranti cinque apostoli, provenienti      ogni prima domenica del mese
                             dal Chiostrino delle terrecotte della          Tre musei, un solo biglietto
                             chiesa di San Sepolcro e databili al terzo     I Musei Civici di Palazzo Farnese, la Galleria
                             quarto del XV secolo; tale chiostrino si       Ricci Oddi e i Musei del Collegio Alberoni
                                                                            si possono visitare con un solo biglietto a
                             rifà ai modelli protorinascimentali toscani
                                                                            un prezzo scontato. Il biglietto unico, della
                             (l’Ospedale degli Innocenti di Firenze) e      durata di tre mesi, può essere acquistato
                             lombardi (l’Ospedale maggiore di Milano).      presso la biglietteria di uno dei tre musei
                             Per quanto riguarda la scultura lignea,        e presentato alla biglietteria delle altre
                             risulta interessante la porta databile al      strutture
                             1570 ca. e proveniente dal refettorio          Laboratori didattici:
                             del convento di Sant’Agostino. La              da ottobre a maggio rivolti alle scuole
                             suggestione che comunica allo spettatore
                             deriva      dall’impianto    rigorosamente
                             architettonico, ingentilito da una ricca
                             decorazione. A ignoto scultore del XVIII
                             secolo deve essere assegnata la statua
                             lignea di Sant’Agostino, anch’essa
                             proveniente, probabilmente, dalla chiesa
                             o dal convento di Sant’Agostino. Degna
                             di nota è la perizia tecnica dimostrata
                             da questo artista nella resa delle vesti,
                             ottenuta dalla sovrapposizione di più
                             strati e dalla compresenza di diversi tipi
                             di panneggio. Un buon livello qualitativo
                             traspare anche dal volto del Santo, dove
                             lo scultore utilizza sapientemente la
                             luce, simbolo dell’ispirazione divina, per
        Sant’Agostino        conferire all’espressione forte intensità
        (XVIII secolo)       drammatica.                                    Palazzo Farnese aperto di sera                           Visitatori

Città                         Musei Civici                                                                   Musei Civici                         Città
                    MUSEI     di Palazzo Farnese                                                      di Palazzo Farnese     MUSEI
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galleria d’arte
        moderna ricci oddi

                                                                                Galleria Ricci Oddi                Galleria Ricci Oddi
                                                                                Progetto (1924-1931) di Giulio     Veduta interno
           Storia             La Galleria Ricci Oddi nasce come                 Ulisse Arata • Ingresso
                              raccolta privata del collezionista piacentino
                              Giuseppe Ricci Oddi (1868 - 1937) che, nel      Giuseppe Ricci Oddi, presa la decisione            sede
        La principessa
                              1924, manifesta l’intenzione di donare al       di donare l’imponente raccolta alla propria
        Maria José di         Comune la sua raccolta. La Galleria viene       città, si preoccupa anche di trovarle una
        Savoia all’apertura   inaugurata l’11 ottobre 1931 alla presenza      sede conveniente. Egli considera i vari
        della Galleria        dei principi di Piemonte, Umberto e Maria       palazzi cittadini, ma trovandoli inadeguati,
        (ottobre 1931)        José di Savoia. Alla sua morte, avvenuta        chiede con decisione all’Amministrazione
                              nel 1937, Giuseppe Ricci Oddi lasciò per        Comunale di mettere a disposizione l’area
                              testamento al Museo denaro liquido, gioielli    sufficiente e conveniente sulla quale
                              e azioni in modo tale da consentire nuovi       costruire a sue spese un edificio adatto a
                              acquisti per l’integrazione e l’arricchimento   ospitare la collezione. Individuata la zona
                              della Galleria. Gli acquisti continuano         dell’ex convento di San Siro, il progetto
                              anche in seguito, spesso alla Biennale di       viene affidato all’architetto piacentino
                              Venezia; le donazioni avvengono talvolta        Giulio Ulisse Arata. Costui cerca di
                              da parte degli stessi artisti: un esempio è     attenersi ai desideri del donatore, secondo
                              fornito da Filippo De Pisis che, nel 1937,      cui il museo deve essere concepito come
                              offrì lo splendido Vaso di fiori con pipa       un piccolo tempio accessibile da una
                              appena dipinto. Durante la guerra, le opere     lieve marmorea gradinata. All’interno è
        Galleria Ricci Oddi più importanti sono custodite nel castello di     previsto uno spazioso vestibolo al centro
        A sx: sala interna    Torrechiara (Parma), mentre nel 1945 si         del quale un ampio portale immette a una
        A dx: veduta ingresso
        con scultura di
                              apre nei locali deserti una mostra d’arte       lunga galleria su cui simmetricamente
        Giorgio Groppi        contemporanea. Dal 1947 la Galleria viene       a destra e a sinistra s’affacciano le
        (Yo Pienso, y es asì di nuovo resa visitabile e arricchita con        numerose sale. Egli cerca di mantenere
        - 1981)               nuove opere.                                    una certa coerenza con le strutture                Galleria Ricci Oddi
                                                                              preesistenti, per cui i residui spazi              Veduta aerea
                                                                              conventuali seicenteschi sono integrati
                                                                              nel nuovo edificio e, grazie all’intonaco,
                                                                              differenziati dalle nuove costruzioni in
                                                                              mattoni a vista. Merita attenzione la
                                                                              facciata, che appare movimentata dal
                                                                              felice rapporto tra i materiali, la pietra
                                                                              del basamento e del portale e il laterizio
                                                                              disposto in limpide specchiature. Nello
                                                                              spazio interno, il nitore geometrico delle
                                                                              varie sale convive con la complessità
                                                                              strutturale in cui l’architettura si mostra
                                                                              sensibile alle soluzioni di esponenti
                                                                              del modernismo quali Horta e Berlage,
                                                                              nonché alle elaborazioni bramantesche
                                                                              delle piante centrali. Innovativa, inoltre, la
                                                                              scelta dell’illuminazione dall’alto.

Città                         Galleria
                              Musei  Civici
                                       d’Arte                                                               Galleria d’Arte                       Città
                  MUSEI       di PalazzoRicci
                              Moderna    Farnese
                                              Oddi                                                       Moderna Ricci Oddi    MUSEI
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