PIACENZA &PROVINCIA piacenzamusei.it - Associazione Piacenza Musei
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Il perchè di questa Guida L’anno 2015 resterà una data importante per Piacenza Musei per due significativi contesti: il Ventennale della nostra Associazione e l’evento straordinario di EXPO Milano 2015. Ecco, dunque, un altro importante e utile strumento realizzato da Piacenza Musei per aiutare a scoprire - e meglio conoscere - tutto il patrimonio artistico, museale, architettonico e paesaggistico di Piacenza, la Primogenita d’Italia, e della sua provincia. La nuova edizione della Guida tascabile di Piacenza Musei, racchiude storia, cultura, tradizioni, profumi e sapori e immagini di Piacenza e provincia, guidando il lettore attraverso le lastricate vie cittadine, accompagnandolo sulle strade incorniciate di verde lungo le quattro valli e offrendogli un assaggio di quella essenza viva e colorita che contraddistingue il nostro territorio. La Guida illustra un patrimonio straordinariamente ricco, meritevole di divulgazione e valorizzazione a livello nazionale e internazionale. Si è trattato di un lavoro complesso di ricerca, organizzazione e gestione di contenuti. Con questa pubblicazione si raggiunge un altro traguardo, da aggiungere al percorso che ha portato l’Associazione Piacenza Musei a creare importanti prodotti quali Panorama Musei (rivista ufficiale d’informazione sulle attività museali, d’arte e cultura di Piacenza e provincia, diffusa su tutto il territorio nazionale) e il Portale Piacenza Musei. Non mancano le tante iniziative e gli eventi culturali, creati per raccontare e far amare la nostra storia e le nostre tradizioni, per mostrare i nostri stupendi gioielli artistici, architettonici e paesaggistici. Credo che la strada sia quella giusta. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato a questo strumento prezioso: in primo luogo al comitato scientifico, ai direttori, coordinatori e gestori di musei e luoghi d’arte, a chi lavora nell’ambito museale, storico e artistico, i quali hanno supportato e guidato la redazione attraverso l’organizzazione e la supervisione dei contenuti e a tutti coloro che ci hanno sostenuto con un contributo, associazioni di categoria, consorzi e aziende private. Luigi Rizzi Presidente Associazione Piacenza Musei piacenzamusei.it
Comitato scientifico Stefano Pronti storico e critico d’arte Antonella Gigli direttore Musei Civici Annamaria Carini conservatore Museo Archeologico Laura Putti Croce storico dell’arte Marco Horak perito d’arte del Tribunale Emanuela Coperchini esperta in storia dell’arte Valeria Poli professoressa di storia dell’arte Alessandro Malinverni conservatore Museo Gazzola Tiziano Fermi presidente Domus Justinae Carlo Francou coordinatore Musei Scientifici Hanno inoltre collaborato Maria Grazia Cacopardi direttore Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi Federico Serena direttore Panorama Musei Un ringraziamento particolare al Comune di Piacenza, alla Provincia di Piacenza e a tutti i responsabili e referenti dell’area cultura dei comuni, musei, chiese, castelli della città e della provincia Testi e immagini della Guida sono in parte riferiti alle pagine del portale Piacenza Musei, di proprietà della Provincia di Piacenza, che vivamente si ringrazia. piacenzamusei.it Copyright 2015 © Associazione Piacenza Musei (tutti i diritti riservati)
Con il patrocinio di: Con il contributo di: Comune di Piacenza Provincia di Piacenza Con il sostegno di: Con la partecipazione e collaborazione di:
CITTÀ 12 | Mappa della città 14 | Dove mangiare 16 | Dove dormire 18 | Storia & urbanistica 22 | Musei 10 80 | Chiese 104 | Monumenti 112 | Palazzi 128 | Teatri PROVINCIA 140 | Mappa della provincia 142 | Introduzione 144 | Val Tidone 160 | Val Trebbia Indice 180 | Val Nure 138 190 | Val d’Arda Sezione dove mangiare e/o dormire per ogni valle (vedi indice specifico) La Guida è dotata di alcuni strumenti che ti aiuteranno nella consultazione dei contenuti: • indice generale: rispecchia la suddivisione ITINERARI interna della Guida e identifica le sezioni per 236 | Respira l’atmosfera colore. • indice parziale in ogni sottosezione: suddivide 238 | Attraversa le emozioni le sottosezioni della città di Piacenza (musei, 240 | Conosci la cultura chiese, monumenti, palazzi, teatri) e della 242 | Segui la storia provincia (Val Tidone, Val Trebbia, Val Nure, Val 234 d’Arda), con lo scopo di migliorare l’orientamento e di specificare la suddivisione dei contenuti in ogni area tematica della Guida. • mappa della città: permette di localizzare facilmente le attrazioni e i servizi utili, attraverso simboli grafici. Nello specifico evidenzia musei, chiese, monumenti, palazzi, teatri che si trovano nella città di Piacenza. La mappa offre, inoltre, la possibilità di orientarsi e muoversi velocemente SAPORI & DINTORNI in città, grazie alla segnalazione di parcheggi 248 | Consorzio Tutela Vini D.O.C. vicini ai punti d’interesse, di uscite autostradali, di Colli Piacentini stazione ferroviaria e autostazione. • cartina della provincia: indica la posizione dei 250 | Vini D.O.C. dei Colli Piacentini principali comuni e dei relativi luoghi d’interesse 256 | Cantine vitivinicole all’interno delle quattro valli maggiori, attraverso 260 | Consorzio Salumi Tipici Piacentini 244 simboli grafici intuitivi. Localizza musei, chiese, 26 1 | Consorzio Salumi DOP Piacentini castelli, parchi della provincia di Piacenza ed 262 | Salumi DOP Piacentini evidenzia le principali reti stradali. 266 | Produttori salumi tipici 268 | Piatti tipici piacentini Gli orari dei musei possono essere soggetti a variazioni. Consigliamo di contattare telefonicamente la struttura prima di organizzare la visita.
Piacenza, capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna, è posta a 61 m di altitudine s.l.m. e conta circa 100.000 abitanti. Situata sulla sponda destra del fiume Po, è ubicata all’estremo limite settentrionale della sua provincia. Rappresenta un nodo stradale e ferroviario d’importanza nazionale, inoltre è definita la porta del nord dell’Emilia e, pertanto, risente dell’influenza della vicina Città Milano, sia per la sfera economica, sia per quella culturale. Musei | Chiese Monumenti | Palazzi Teatri
musei palazzi chiese monumenti teatri parcheggi mappa Polizia Municipale: Polizia: Carabinieri: della città | centro storico 0523 492100 113 112 Emergenza Ospedale: Sanitaria: 118 0523 301111 Antica Osteria del Teatro Via Verdi 16, Piacenza Tel. 0523.323777 menu@anticaosteriadelteatro.it www.anticaosteriadelteatro.it Best Western Park Hotel Strada Val Nure 7, Piacenza Tel. 0523.712600 info@parkhotelpiacenza.it www.parkhotelpiacenza.it Città MAPPA MAPPA Città 12 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 13
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Dove dormire citta Best Western Park Hotel Spazi caratteristici, servizio dedicato e posizione eccellente rendono questo hotel 4 stelle la tua casa nel cuore del nord Italia. 99 camere spaziose e confortevoli, attrezzate per business, ma progettate per il relax. A disposizione dei nostri clienti, il centro fitness, aperto tutto l’anno, è la soluzione ideale per un momento di relax dopo una lunga giornata di lavoro. A pochi passi dall’Hotel, il Parco Galleana è consigliato per una corsetta o una camminata all’aria aperta. All’interno vi sono il ristorante La Veranda e il centro congressi, in grado di ospitare fino a 250 persone. Strada Val Nure 7, Piacenza Tel. 0523.712600 info@parkhotelpiacenza.it www.parkhotelpiacenza.it Stadio hotel Dotato di ogni comfort, vi offrirà un piacevole soggiorno di lavoro in pieno relax. Camere insonorizzate, letti confortevoli, bagni spaziosi, una ricca prima colazione, servizi business. Strada Val Nure 20, Piacenza Tel. 0523.360020 info@stadiohotel.it www.stadiohotel.it Città DOVE DORMIRE 16 piacenzamusei.it
dominio dei Farnese (1545). Il Ducato di Parma e Piacenza viene creato da papa Paolo III Farnese per il figlio Pier Luigi, storia & con capitale a Piacenza. In seguito ad una congiura, Pier Luigi è ucciso e la capitale è URBANISTICA trasferita a Parma. Al successore Ottavio e a sua moglie Margherita d’Austria si deve la realizzazione del grandioso progetto di Palazzo Farnese di Piacenza affidato nel 1561 a Jacopo Barozzi, detto Vignola. A seguito della morte di Margherita, sono piaCenza Piacenza fu fondata dai Romani nel 218 interrotti e poi ripresi i lavori di costruzione a.C., come avamposto in terra celtica, di Palazzo Farnese fino al 1602. In col nome di Placentia. Con la costruzione questa età si costruiscono numerosi e della Via Emilia (187 a.C.) diventa un magnifici palazzi, chiese e conventi, che importante centro strategico-commerciale si sono conservati e costituiscono tuttora Cattedrale per i suoi collegamenti con Lombardia, una scoperta del turismo culturale. Ai Campanile Piemonte e Liguria. Grazie alle grandi Farnese, nel 1731, succedono i Borbone opere realizzate dai coloni romani che di Spagna e, dopo il periodo napoleonico, vi si stabiliscono, Piacenza diviene una il Ducato viene affidato alla vedova e figlia città sempre più importante, centro del dell’Imperatore d’Austria Maria Luigia, sistema viario romano; Giulio Cesare che lo regge fino alla morte nel 1847. sposa Calpurnia, figlia di Lucio Calpurnio Le succede Carlo III di Borbone, ma il Pisone, di ricca e nobile famiglia, 10 maggio 1848 Piacenza decreta, con patrona delle popolazioni piacentine. Il unanime plebiscito, la sua annessione reticolo ortogonale delle strade parallele al regno di Piemonte, guadagnandosi il e perpendicolari al Po è, ancora oggi, titolo di Primogenita. Ritorna poi ancora identificabile nel tracciato urbano sotto i Borbone per poi annettersi al romano. Nel Medioevo vede i suoi traffici Piemonte definitivamente nel 1859, dopo svilupparsi in modo straordinario, tanto il plebiscito. da diventare uno dei centri commerciali- Dal 1861 le produzioni agricole economici-politici più importanti dell’Italia principali erano in collina e in pianura, settentrionale e anche dell’Europa. Dopo ma i primi grandi progressi nel settore il dominio dei Vescovi-Conti, nel 1126 agroalimentare si devono sostanzialmente Cattedrale Facciata diventa libero Comune e, nel 1183, il Capitolo di Sant’Antonino ospita tutti i Comuni del Nord Italia, dopo la vittoria su Federico Barbarossa e in preparazione della pace di Costanza. I secoli XII e XIII sono caratterizzati, in concomitanza con lo sviluppo commerciale, da un’evoluzione nel campo urbanistico-edilizio. Il fervore religioso stimola i piacentini a costruire magnifiche chiese: Sant’Antonino, San Savino, Duomo, San Francesco, San Giovanni, Santa Brigida, Sant’Eufemia e molte altre. Nei secoli successivi, la città passa sotto il dominio di diversi signori, tra cui Alberto Scoto (a lui si deve la costruzione del Palazzo Comunale detto Palazzo Gotico), dei Visconti e degli Palazzo Farnese Sforza. Piacenza con Parma è sottoposta Piazza Cavalli • Veduta di Palazzo Gotico con uno dei due Veduta esterna allo Stato Pontificio dal 1521 e poi al capolavori equestri di Francesco Mochi Città STORIA & URBANISTICA STORIA & URBANISTICA Città 18 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 19
all’istituzione della Cattedra Ambulante di Agricoltura nel 1897 e alla nascita delle Cooperative. I progressi furono enormi sia per l’introduzione delle prime macchine, sia per la diffusione dei concimi chimici. Iniziarono le colture industriali della barbabietola e del pomodoro, per cui sorsero i primi zuccherifici e conservifici; l’allevamento fu potenziato e, parallelamente, si svilupparono notevolmente i caseifici e le latterie, cominciarono a sorgere i primi salumifici. Attualmente l’agricoltura e l’industria Chiesa di manifatturiera sono ancora le principali San Francesco prerogative economiche di Piacenza, Facciata e statua che si è distinta notevolmente anche nel di Romagnosi campo della meccanica e della robotica. Essendo molto conservativa, Piacenza ha mantenuto con cura il suo patrimonio storico e artistico e, pertanto, è una città che pur non avendo investito sulla comunicazione e sulla promozione verso l’esterno, si offre come un piccolo mondo da scoprire e da apprezzare per la sua alta qualità architettonica e artistica, diffusa nelle testimonianze delle diverse epoche. Due capolavori sono i monumenti equestri farnesiani di Piazza Cavalli, eseguiti da Francesco Mochi. Mura Pubblico passeggio con le mura (I metà del XVI secolo) Città STORIA & URBANISTICA 20 piacenzamusei.it
La sezione presenta i musei di Piacenza e i loro tesori. A partire da Palazzo Farnese, potrai attraversare secoli di storia piacentina e scoprire riferimenti storici nazionali. 24 | Musei Civici di Palazzo Farnese 24 | Storia 27 | Pinacoteca 30 | Fasti farnesiani 32 | Museo delle Carrozze 34 | Sezione Medievale 35 | Sezione delle Armi 37 | Museo del Risorgimento 39 | Museo Archeologico 42 | Sezione Maioliche e Vetri 43 | Sezione Sculture ed Epigrafi 46 | Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi 46 | Storia 47 | Sede 48 | Ottocento 49 | Novecento 51 | Oggi 53 | Collegio Alberoni 53 | Il Cardinale Giulio Alberoni 55 | Pinacoteca 56 | Sezione Arazzi 58 | Sezione Scienze 61 | Museo Gazzola 61 | Palazzo 62 | Il Conte Felice Gazzola 63 | Museo 65 | Museo Civico di Storia Naturale 65 | Fabbrica del ghiaccio 65 | Museo 66 | Percorso espositivo 67 | Museo del Petrolio 68 | Museo Capitolare di Sant’Antonino 70 | Museo Ambientale di Città Palazzo Costa MUSEI 72 | Piccolo Museo della Poesia 74 | Museo della Civiltà Contadina 76 | Museo Ornitologico 77 | Biblioteca Passerini Landi
MUSEI CIVICI di PALAZZO FARNESE Storia Palazzo Farnese sorge ai margini della città verso nord, nettamente separato dal resto dell’abitato antico così che, ancora oggi, la sua cospicua mole comunica immediatamente un senso di severa maestosità a chi arriva a Piacenza dalla dell’intero complesso previsto dal Palazzo Farnese Lombardia o dal Po. Tale caratteristica Vignola che, se completato, avrebbe (1558-1602) risulta evidente anche dalla veduta di costituito in Italia l’unico esemplare di Veduta esterna Piacenza, presente in un interessante reggia confrontabile, per dimensioni, dipinto del Malosso, ora conservato con i modelli contemporanei francesi nella pinacoteca del Museo e datato e spagnoli. Nel gigantismo di Palazzo 1603, raffigurante Cristo e la Madonna Farnese di Piacenza risiede, dunque, intercedenti presso Dio per la città. La un segno notevole della modernità del costruzione del palazzo farnesiano, progetto architettonico vignolesco. Il nell’area dove in precedenza sorgeva Palazzo fu, per tutto il Seicento, simbolo un castello fatto costruire da Galeazzo del potere farnesiano, in quanto residenza II Visconti nel 1372-73, si deve alla del duca e luogo in cui la corte si riuniva volontà di Margherita d’Austria - figlia intorno al sovrano nelle occasioni ufficiali di Carlo V e moglie di Ottavio Farnese, o per le grandi feste. Perciò sia gli spazi secondo duca di Parma e Piacenza - di privati, sia gli ampi saloni del palazzo munire Piacenza di una residenza che furono riccamente decorati. A tale scopo, esprimesse il dominio ducale sulla città. Margherita, inoltre, manifestò più volte un particolare attaccamento nei confronti della città emiliana, tanto da disporre nel testamento di essere sepolta nella chiesa di San Sisto, non lontana dal palazzo da lei voluto, dov’era conservata, tra l’altro, la Madonna Sistina di Raffaello. I lavori di edificazione del Palazzo iniziarono nel 1558 su progetto inizialmente redatto da Francesco Paciotto da Urbino e, in seguito, affidato a Jacopo Barozzi detto il Vignola, in quegli anni al seguito del cardinale Alessandro Farnese. Il Vignola intervenne nel 1558 con modifiche da apportare ai disegni del Paciotto e, nel 1561, sottopose alla duchessa un nuovo progetto, ottenendo la sua approvazione. L’impresa, finanziata dalla Municipalità Palazzo Farnese Palazzo Farnese Palazzo Farnese Abside verso piacentina, continuò sino al 1602. Si Cancello in ferro Veduta del cortile il cortile realizzava, così, poco meno della metà (1675 ca.) interno Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 24 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 25
Le opere più significative della pinaco- Pinacoteca sono esposte al primo piano teca di Palazzo Farnese, nel cosiddetto Appartamento Dorato, appartamento della duchessa. Nella Pinacoteca i dipinti provenienti da chiese piacentine, da raccolte pubbliche e private testimoniano quanto la città abbia saputo attirare, nei secoli XVI-XVII-XVIII, artisti di una certa fama e appartenenti a diversi ambienti culturali, dimostrando, nel contempo, la capacità di trarre vantaggio da questo suo essere luogo di confluenza di esperienze molteplici, che ha contribuito ad aumentarne l’importanza e il valore. Si possono, pertanto, vedere dipinti genovesi con opere di Domenico Fiasella, detto il Sarzana, e di Giovanni Palazzo Farnese come si vedrà, i Farnese pensarono Battista Merano; lombardi, come quelli Alcova: anche a un ciclo unitario di tele inserite di Camillo Boccaccino, Giovanni Battista Sebastiano Ricci, in cornici a stucco, che svolgesse il Trotti, detto il Malosso, Carlo Francesco Storie di Paolo III (1688) racconto della vita dei due più illustri e Giuseppe Nuvolone; emiliani, si rappresentanti della casata: Papa vedano infatti le opere di Girolamo Paolo III (al secolo Alessandro Farnese) Bedoli Mazzola, Giovanni Lanfranco, Pier e Alessandro Farnese, terzo duca e Francesco Ferrante, Alessandro Tiarini. condottiero dell’esercito cattolico nelle Compaiono, infine, nomi illustri anche Fiandre. Nel Settecento, con l’estinzione tra i nordici, quali ad esempio Justus dei Farnese (1731), i loro beni passarono Susterman, G. Cristoforo Storer, Pieter ai Borbone. Fu questo l’inizio di una lunga Bout e Robert de Longe. Nella Sala decadenza per il palazzo piacentino, del Trono appaiono alcune importanti che dovette subire la spoliazione dei opere farnesiane del Brescianino e del quadri e degli arredi da parte di Carlo Modello ligneo, di Borbone (1734 - 36), nel frattempo realizzato da Enrico divenuto re di Napoli; nel 1803 fu Bergonzoni (2004) oggetto, poi, del saccheggio delle truppe napoleoniche. Dal 1822, sotto il governo austriaco, divenne caserma e, infine, nel 1945 fu occupato dai senzatetto. L’opera di restauro dell’edificio è quindi stata impresa ardua e onerosa che ha, tuttavia, ricevuto un forte impulso dalla costituzione nel 1965 dell’Ente per il Restauro e l’Utilizzazione di Palazzo Farnese. A tale opera, ormai giunta a un avanzato stato di completamento, hanno contribuito il Comune di Piacenza, il Ministero per i Beni culturali e l’Ente per il Restauro di Palazzo Farnese. Domenico Fiasella Alessandro Tiarini • San Carlo Palazzo Farnese San Bernardo da Chiaravalle Borromeo battezza un bambino Scalone allattato dalla Vergine (1643) nel lazzaretto (1635-45) Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 26 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 27
Tempesta, oltre a due capolavori di il Bambino con San Giovannino, opera tema biblico del Brescianino. A Ilario preziosa sia per le caratteristiche Spolverini sono dedicate le altre tre estetico-formali, sia per il contenuto. Il sale, dove sono esposti, tra gli altri, tondo, che gli studiosi datano attorno al i Fasti di Elisabetta Farnese, di cui si 1477, era appartenuto alla collezione di parlerà, e alcuni dipinti di battaglie. Due Federico II Landi di Bardi e, solo dopo salette costituiscono il percorso finale varie vicissitudini, venne acquistato nel della Pinacoteca dedicato al passaggio 1860 dall’allora sindaco di Piacenza, dal Settecento all’Ottocento. Spicca il Fausto Perletti. L’opera costituisce un piacentino Gaspare Landi, personaggio singolare esempio del raffinato stile chiave nell’arte italiana, perché diffonde pittorico del celebre artista toscano. le forme e il sentire del Neoclassicismo Dotata di una splendida cornice originale e gradualmente lo supera attraverso il decorata a festoni, attribuita da alcuni a ritratto, che diventa per lui un campo di Giuliano da Sangallo e da altri a Giuliano indagine psicologica in cui si colgono il da Maiano, ritrae la Madonna in atto di tempo, la società, l’ansia dei tempi nuovi. adorare il Bambino, il quale compie un Gaspare Landi Due opere del suo allievo prediletto C.M. gesto apparentemente curioso, ma che in Giovanni Battista Ritratto del conte Viganoni e del suo allievo mancato L. realtà indica la circoncisione. Si noti come Giacomo Rota Merano • Adorazione (1790-92) Toncini, concludono il percorso. Botticelli sappia conferire spontaneità dei Magi (1685-90) La Pinacoteca è stata arricchita al gesto del Bambino, peraltro carico di recentemente dai dipinti della collezione significato e colto rimando al costume Rizzi-Vaccari: in prevalenza tempere su ebraico. La stessa capacità di coniugare tavola dei secoli XIV - XVI, documentano la ricerca naturalistica e la profonda la ricca produzione delle botteghe concentrazione religiosa si ritrovano toscane di quel periodo. nella Vergine per la grazia e la purezza dei lineamenti del viso e, soprattutto, per l’espressione della figura. La Il Tondo di Botticelli Madonna inclina leggermente il capo da un lato e si volge verso il Bambino In una saletta a parte è esposto il tondo, in un atteggiamento che racchiude un dipinto su tavola dal pittore fiorentino sentimento di amore mistico e umano allo Sandro Filipepi, detto Botticelli (1446 - stesso tempo. Sulla sinistra è raffigurato 1510), raffigurante la Madonna adorante San Giovannino, abbigliato con la tradizionale pelle di pecora, che reca in mano la croce di giunco. Alla base del dipinto è riprodotta, come se si trattasse di un’epigrafe, una frase del Magnificat che l’evangelista Luca attribuisce alla Madonna, quia respesit humilitate ancile Giovanni Lanfranco sue. San Luca (1611) Camillo Bocaccino Sandro Botticelli Giuseppe Nuvolone Ante d’organo, Profeta Isaia Madonna adorante il Bambino Madonna con il Bambino e Profeta Davide (1530) con San Giovannino (1475-80) tra i Santi Girolamo e Benedetto (1665) Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 28 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 29
fasti Molto probabilmente la grande opera di farne- decorazione a stucco viene realizzata siani da Paolo Frisoni, anche se non sono da escludere interventi di altri valenti artigiani che, in quegli stessi anni, lavorano in palazzi e chiese della città. I progetti e i disegni degli stucchi sono da ricondurre ad Andrea Sighizzi (Bologna, 1613 - oltre 1684), scenografo di corte di Ranuccio II. Si ritiene possibile, inoltre, che i fratelli Ferdinando e Francesco Galli Bibiena, già attivi nel 1682 nella decorazione delle sale del piano superiore, abbiano collaborato con il Sighizzi anche al piano rialzato. Nelle cornici a stucco, il duca Piola (Genova, 1627 - 1703) e Marcantonio A sx: Giovanni Sebastiano Ricci Ranuccio II fa collocare un ciclo di dipinti Franceschini (Bologna, 1648 - 1745). E. Draghi Paolo III nomina il su tela raffigurante gli splendori della Palazzo Farnese è, negli anni Ottanta Alessandro Farnese figlio P. Luigi duca di riceve lo Stocco casata: i Fasti farnesiani. Tramite queste del Seicento, un grande cantiere in cui pontificio, Parma e Piacenza, particolare (1687) rappresentazioni, rifacendosi a un filone lavorano diversi artisti; risulta perciò particolare autocelebrativo già diffuso presso le estremamente interessante osservare (1685-87) maggiori dinastie italiane del Rinascimento, lo scambio reciproco avvenuto tra loro, A dx: veduta di i duchi Farnese intendono ridare prestigio non solo sul piano stilistico, ma anche su una sala con i Fasti farnesiani e valore alla propria famiglia, soprattutto quello iconografico. La serie dei Fasti della agli occhi degli altri sovrani e dei sudditi. casata viene continuata da Ilario Spolverini I Fasti farnesiani voluti da Ranuccio II (Parma 1657 - 1734). Lo Spolverini, mostrano le gesta di Paolo III e Alessandro pittore di corte, riprende il tema dei Fasti Farnese, il primo, fondatore della dinastia Farnesiani e crea un nuovo genere: quello e protagonista della storia europea del della rappresentazione delle cerimonie. Cinquecento, il secondo, anch’egli figura Abita tredici anni a Piacenza (1714 - 1727), di levatura internazionale, comandante dove dipinge quadri di grandi dimensioni, Sebastiano Ricci militare e governatore nelle Fiandre per verosimilmente proprio nel Palazzo Paolo III ispirato dalla conto della Spagna contro i protestanti. Farnese. In particolare, a lui si devono i Fede a convocare Le storie di Paolo III, al secolo Alessandro Fasti di Elisabetta Farnese (divenuta regina il concilio di Trento, Farnese (Canino, Viterbo, 1468 - Roma, di Spagna nel 1714), cui appartengono la particolare (1687) 1649), si trovano nell’alcova, divisa in grande tela con il Congedo di Elisabetta due piccole stanze, la camera da letto e dalla corte (1721 - 1723) e la colossale tela lo studiolo e furono dipinte da Sebastiano ricomposta con l’Ingresso del cardinale Ricci (Belluno, 1659 - Venezia, 1734), Gozzadini in Parma, che sono esposti nelle pittore di ambito veneto. Tra queste sale della Pinacoteca. appare decisamente importante, per qualità pittorica, la tela con Paolo III mentre nomina il figlio Pier Luigi duca di Piacenza e Parma, e, per l’originale soluzione iconografica, il dipinto con Paolo III ispirato dalla Fede a convocare il Concilio di Trento. Per quanto riguarda le gesta di Alessandro Farnese (Roma 1545 - Arras 1592) nelle Fiandre, invece, si segnala, tra gli altri, Alessandro Farnese riceve lo Sebastiano Ricci Stocco pontificio di Giovanni Evangelista Paolo III approva il progetto del Draghi (Genova, 1654 - Piacenza, 1712). Ilario Spolverini Castello di Piacenza Insieme a Ricci e Draghi, collaborarono Ingresso in Parma del cardinale Gozzadini, affiancato dal cardinale (1687-1688) al ciclo anche altri artisti come Domenico Acquaviva e dal duca Francesco Farnese, particolare (1717-21) Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 30 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 31
museo Nei locali sotterranei di Palazzo Farnese delle è riunita ed esposta al pubblico la carrozze prestigiosa collezione delle carrozze del conte Dionigi Barattieri, donata al Comune di Piacenza nel 1948 dall’erede Silvestro Brondelli di Brondello, a cui si sono poi aggiunti altri importanti esemplari, donati o depositati da privati e da Enti. Il Museo delle Carrozze presenta modelli in ottimo stato di conservazione che, nel corso degli anni, non hanno subito integrazioni, se non con pezzi originali. Della collezione Barattieri, ora al Museo, fanno parte due Berline di gala del XVIII secolo e quattro Berline da viaggio del XIX secolo. La berlina è il modello di carrozza che vanta maggior diffusione e successo lungo tutto il solo presso l’aristocrazia, ma anche Berlina di gala Settecento. Originariamente a quattro presso l’alta borghesia, ebbe il Landau, Famiglia Scotti di ruote, con la cassa sospesa a cinghie di anch’esso presente a Palazzo Farnese in Sarmato (1750) cuoio, a quattro portiere, con tappezzeria due esemplari, rispettivamente marchiati interna in seta o velluto, nel Seicento Ferretti-Roma (1880 - 90) e Cesare Sala- è riservata ai reali e all’alta nobiltà di Milano (1890). Principale caratteristica di corte, mentre nel Settecento, passando questa carrozza è la possibilità di essere la cassa dalla forma squadrata a quella facilmente decappottata: la cassa, infatti, bombata, diviene la carrozza più diffusa nella parte superiore ha pareti di cuoio fra la nobiltà, sia per i lunghi viaggi, sia a forma di mantici, con ossatura lignea, Berlina di gala per passeggiate in città. Le Berline di Loyer (1750) agevolmente reclinabili. L’esposizione gran gala (deposito temporaneo della prosegue con altri modelli di carrozze Presidenza della Repubblica), realizzate (tra cui diversi Stages, un raro esemplare nel 1879 dal carrozziere Cesare Sala di di Hansom-Cab, una raffinata Calèche- Milano per il re d’Italia, hanno la cassa Barouche, una carrozzina Spyder ecc.), fastosamente decorata e riportano portantine, carri funebri, un carro da lo stemma dei Savoia dipinto sulle pompiere, un carretto siciliano, senza portiere e fusi in bronzo sulle maniglie. trascurare le carrozzelle per neonati, La tappezzeria interna, raffinatissima in di cui si espongono alcuni esemplari raso chiaro, riveste i sedili e le pareti. Berlina databili tra il XVIII e il XIX secolo che (metà XIX secolo) Grande diffusione nell’Ottocento non mostrano di utilizzare gli stessi espedienti tecnici delle carrozze, di cui, in certa misura, seguono l’evoluzione. Lo stesso fenomeno di adattamento delle tecniche in uso nella costruzione delle carrozze a modelli d’uso domestico è costituito dai carrozzini, vere e proprie carrozze in scala ridotta, destinate al gioco dei bambini. Una sala è stata destinata a sei importanti carrozze (Sociables, Phaeton, Break, Bruske) concesse in deposito dal Museo della Scienza e della tecnica L. da Vinci di Milano. Museo delle Carrozze Stage Vedute delle sale interne. A sx: sulky; a dx: carrozzini (metà XIX secolo) Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 32 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 33
serie di ipotesi attributive utili a definire il contesto culturale di provenienza. Il critico Boskovitz, infatti, ha recentemente sottolineato le affinità stilistiche tra il nostro dipinto e il trittico datato 1355 della collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid. Sulla base di tale intuizione, ulteriori indagini hanno permesso di definire un corpus unitario di opere comprendente l’affresco con l’Incoronazione della Vergine e la Trinità, oggi a Palazzo Farnese, il trittico Thyssen e altre, tutte riconducibili alla metà del XIV secolo. Di notevole Sala degli affreschi rilievo sono anche le sculture conservate in questa sezione. Testimoniano, infatti, un sezione I Musei Civici contengono un’ampia momento cruciale dell’itinerario stilistico Scultore medie- sezione medievale al cui interno spiccano della scultura romanica tra Wiligelmo e antelamico vale gli affreschi strappati e ora esposti al Benedetto Antelami, momento che la Madonna di Piazza (XIII secolo) Museo, provenienti dalla chiesa di San critica ha individuato nella cosiddetta Lorenzo. Le Storie di santa Caterina Scuola di Piacenza. Il termine compare d’Alessandria costituiscono il corpus per la prima volta in un importante saggio principale degli affreschi, il cui racconto della Krautheimer-Hess del 1928 ad svolto dalle immagini ci è pervenuto indicare una serie di opere piacentine praticamente integro. Tali affreschi e non, caratterizzate dalla fusione degli erano originariamente collocati nella elementi stilistici delle maestranze cappella dedicata a Santa Caterina e wiligelmiche e niccoliane, incontratesi sono attribuibili a un maestro lombardo a decorare i portali minori della facciata attivo negli ultimi decenni del secolo XIV, della cattedrale di Piacenza. Grande convenzionalmente identificato come interesse rivestono, quindi, i due Profeti Maestro di Santa Caterina, poiché non (XII secolo), le cui caratteristiche stilistiche si è potuto ricondurre il ciclo ad una richiamano appunto i modi della Scuola di personalità artistica già nota. Il Maestro di Piacenza, la Majestas Domini (XII secolo), Maestro di Santa Santa Caterina potrebbe essersi formato attribuita anch’essa all’ambito espressivo Caterina • Santa nell’ambito della cultura viscontea, della scuola piacentina, e la Madonna Caterina rincuora contemporaneamente a Giovannino de’ col Bambino, che si ritiene opera di un Majestas Domini i cristiani (ultimi Grassi. Vissuto, dunque, nel contesto seguace di Antelami e databile alla prima Particolare decenni XIV secolo) culturale delle corti tardo-medievali, si metà del XIII secolo. (XII secolo) sarebbe dedicato, oltre che all’affresco, alla miniatura, come hanno sostenuto alcuni studiosi. Non a caso, infatti, il ciclo piacentino va letto anche in rapporto Nella prima sala del piano rialzato è sezione con un importante libro miniato, vale esposta la collezione di Armi antiche, delle a dire il Libro d’Ore di Gian Galeazzo circa quattrocento pezzi riuniti a metà armi Visconti, ora nella Biblioteca Nazionale di dell’Ottocento dal conte piacentino Firenze, che costituisce un utile confronto Antonio Parma, di proprietà dell’Istituto anche in termini cronologici, oltre che Gazzola e concessa in deposito ai stilistici, perché databile intorno al 1388. Musei di Palazzo Farnese. La collezione Sempre dalla chiesa di San Lorenzo, ma piacentina presenta sia armi difensive, dall’area presbiteriale, provengono altri sia offensive, originali o frutto di Bartolomeo e affreschi, il più interessante dei quali è rifacimenti ottocenteschi. Tra le armi Jacopino da Reggio Incoronazione e quello raffigurante l’Incoronazione della difensive si possono ammirare armature Trinità della Vergine Vergine e la Trinità, a proposito del complete o parti di esse in perfetto stato (1355-60) quale gli studiosi hanno avanzato una di conservazione, copricapi ed elementi Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 34 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 35
da cavallo risalenti soprattutto al XVI Il Museo del Risorgimento, nato grazie museo secolo. Di particolare interesse per le alla convenzione tra Comune di Piacenza del sue forme particolari, il Morione a tre fili e Istituto per la Storia del Risorgimento risorgi- delle Guardie farnesiane, databile intorno italiano (Sezione di Piacenza), offre al mento al 1545 ca. Spiccano alcune splendide visitatore la possibilità di conoscere, opere di Pompeo della Cesa, uno dei più attraverso i documenti dell’epoca, i ricercati e abili armaioli del XVI secolo. momenti salienti della storia di questo Operante in Milano nell’ultimo quarto del periodo nella città. Un felice connubio fra Morione a tre fili Cinquecento, produsse lavori sempre documenti eterogenei (carta stampata, Guardie farnesiane di alto livello, commissionatigli da illustri quadri, litografie, monete, giornali, (1545 ca.) personaggi dell’epoca. Di Pompeo pubblicistica, divise, armi, ritratti) offre, della Cesa è anche un’altra armatura in modo articolato e organico, un profilo quasi completa e in perfetto stato di dettagliato dei movimenti risorgimentali conservazione, databile 1580 - 85. Fanno piacentini e degli ideali che li animarono. parte della sezione alcune preziose armi Allo stesso tempo, tale allestimento in asta (alabarde, picche, ecc.), da taglio permette di ricreare il clima di un’epoca (soprattutto spade) e da fuoco, originali e di capire come singoli eventi storici dei secoli XVI-XVIII. Tra le armi in asta furono vissuti dai contemporanei. Il figura un pregevole Falcione recante lo percorso inizia, quindi, dalla fine del stemma di Alessandro Farnese, databile dominio napoleonico e prosegue poi intorno al 1586 - 1590. Si segnala poi con l’avvento di Maria Luigia d’Asburgo, un’Alabarda svizzera del XVI secolo, che assume direttamente il governo del che riporta sulla parte in ferro tre tulipani Ducato nel 1816. Seguendo l’ordine racchiusi in uno scudetto. Tra le armi da cronologico degli avvenimenti si giunge taglio si possono ammirare due Schiavone alla Rivoluzione del 1831 e a quella del venete della prima metà del secolo XVII, Quarantotto. Il 1848 è anche la data in cui in dotazione alle truppe schiavone della Piacenza vota la fusione al Piemonte per Dalmazia al servizio della Serenissima cui sarà definita Primogenita; la decisione Repubblica di Venezia. Interessanti, diviene ufficiale attraverso un Atto di infine, alcuni esemplari di provenienza consegna del Ducato al Re di Sardegna orientale, come due meravigliosi Kris datato 1 giugno 1848, di cui viene esposto Lettera della Malesia e due pugnali (Jambiya) di il manoscritto originale. Particolarmente autografata probabile provenienza Persiana. ricca è la sezione dedicata agli eventi del da Garibaldi 1848: infatti, il 3 luglio dello stesso anno, (31 marzo 1862) si festeggia anche la visita di Garibaldi a Piacenza. Il grande entusiasmo suscitato dal discorso di Garibaldi rappresenta la testimonianza del fatto che, in questi anni, l’idea nazionale è pienamente popolare e il popolo è protagonista degli eventi storici. Dopo il 1848, all’aristocrazia intellettuale, diplomatica e militare, che aveva assunto la direzione del movimento risorgimentale, si affiancano così anche i ceti popolari. L’entusiasmo, però, si raffredda quando il 9 agosto - con l’armistizio Salasco - Piacenza torna all’Austria. Un altro momento importante per la storia del Risorgimento piacentino è il periodo compreso tra il 1859 e il 1861. Infatti, Sala delle armi antiche nel 1859 gli Austriaci, messi in scacco Museo del A sx: Pompeo della Cesa, armatura (XVI secolo). A dx: veduta della sala dai franco-piemontesi, abbandonano Risorgimento • Sala Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 36 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 37
Sono attualmente aperte tre sezioni: museo La nascita del Museo di Piacenza tra archeo- antiquaria e archeologia che raccoglie logico i nuclei che diedero vita all’istituzione; La prima pietra, dedicata alle fasi più antiche della preistoria (100.000 anni fa - metà del IV millennio a.C.); Dal fuoco il metallo, relativa alla vita delle comunità in possesso della metallurgia (3400 - 900 ca. a.C.). La mostra permanente Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana focalizza alcuni aspetti della vita quotidiana a Piacenza 2000 anni fa. La nascita del Museo di Piacenza tra antiquaria e archeologia La sezione testimonia la vocazione Museo del Piacenza e il Ducato viene annesso al archeologica all’origine dell’istituzione Risorgimento Piemonte. Particolare importanza riveste piacentina. Nucleo fondante furono le Veduta di una in questa fase Giuseppe Manfredi, che raccolte archeologiche e numismatiche sala interna assume, in nome del popolo, la carica di di Giuseppe Poggi (1761 - 1842), cui si governatore delle province parmensi ed aggiunsero, qualche decennio dopo, i è l’uomo politico di spicco nel decennio reperti locali raccolti da Bernardo Pallastrelli della preparazione dell’Unità d’Italia. (1807 - 1877) come preziose memorie Altri ingegni di dimensione europea della storia municipale. Sono esposte sono, ad esempio, Melchiorre Gioia e secondo un ordinamento crono-tipologico Macedonio Melloni che, vissuti prima di le proprietà civiche di piccolo formato, in Manfredi, si trovano a operare negli anni gran parte di provenienza sconosciuta, del silenzio politico. Volantini, opuscoli, acquisite dalla metà del XIX secolo a Bronzetto foto ricostruiscono altre due figure che oggi. Fra i reperti più antichi figurano raffigurante Ulisse o Vulcano ebbero un ruolo trascinante nel percorso asce in pietra verde e in metallo rinvenute (I secolo d.C.) di unificazione nazionale: Giuseppe in Appennino e confluite nella raccolta Garibaldi e Giuseppe Mazzini. Nel 1860, Pallastrelli. Un gruppo di ceramiche (si infatti, tra i componenti della spedizione segnalano buccheri etruschi e vasellame dei Mille si contano alcuni piacentini. dell’Italia meridionale) esemplifica alcune Documenti e cimeli, quali appunto armi produzioni del bacino del Mediterraneo tra e divise, raccontano dell’adesione di V e II secolo a.C. I materiali di epoca romana alcuni piacentini ai garibaldini e della sono presentati per classi: manufatti loro partecipazione nel 1866 alla Terza in bronzo (piccola plastica e strumenti guerra di indipendenza contro l’Austria. d’uso quotidiano come chiavi, amuleti, Ancora pubblicazioni e periodici vari pendagli), in gran parte appartenenti alla permettono di ricostruire gli avvenimenti collezione Poggi; vetri (tra cui una coppa della storia piacentina tra il 1860 e il a nastri policromi e due piccole bottiglie, 1870. Dal 1996, grazie alla donazione decorate a spruzzo e a filamenti); recipienti degli eredi di Giuseppe Borghini, il in ceramica per la conservazione, la cucina Museo del Risorgimento si avvale di un e la mensa; prodotti in osso (soprattutto considerevole supporto iconografico spilloni e cerniere per mobili). Una vetrina costituito da più di duecento stampe di è riservata ai secoli di transizione tra argomento risorgimentale. romanità e medioevo. Chiude il percorso la presentazione di monete augustee, Anforetta indizio del consistente patrimonio in vetro numismatico del museo. Il reperto più (IV secolo d.C.) Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 38 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 39
di economia produttiva delle prime comunità stanziali, rappresentata dai diversi siti mesolitici (Le Mose, Passo dello Zovallo, Monte Ragola), che hanno restituito numerosi strumenti microlitici. Risalto particolare, soprattutto grazie alla comparsa della ceramica, assumono gli insediamenti neolitici (VI - IV millennio a.C.) di Casa Gazza di Travo, Le Mose alle porte di Piacenza, Vignola di Fiorenzuola. Da segnalare soprattutto il Oggetti in corno gruppo di vasi scavati a Casa Gazza e Rovere di Caorso le sepolture con corredo delle Mose, fra i (età del Bronzo complessi più significativi del Neolitico in medio) Italia settentrionale. Fegato noto e prestigioso delle collezioni civiche aruspicale è il Fegato di Piacenza, rinvenuto nel 1877 Dal fuoco il metallo (fegato etrusco) a Ciavernasco di Settima, in comune di La sezione si apre con una presentazione da Settima di Gossolengo (PC) e concordemente datato delle grandi innovazioni tecnologiche Anse cornute Gossolengo alla fine del lI - inizi del I secolo a.C., rara (fine II secolo a.C. e delle trasformazioni sociali che da Terramare testimonianza diretta di pratiche religiose - inizi I secolo a.C.) caratterizzano l’età dei metalli. Ai pochi piacentine (età del etrusche. Si tratta di un modello in bronzo reperti dell’età del Rame seguono i due Bronzo medio) di fegato ovino di utilizzo incerto, legato splendidi pugnali del Bronzo antico comunque alla divinazione ad opera degli scoperti sulla sponda del Po nei pressi aruspici mediante l’esame dell’organo di Castel San Giovanni. L’età del Bronzo della vittima sacrificata. La straordinaria medio si apre con i materiali dell’unica importanza del pezzo sta nella serie di palafitta rinvenuta nella nostra provincia, iscrizioni di nomi di divinità che, sulla faccia quella di Chiaravalle della Colomba (XVII Punta di ascia e piana dell’oggetto, sono organizzate in secolo a.C.). Un ampio settore espositivo lancia • Rovere di modo da riflettere l’ordinamento del cielo Caorso (età del è dedicato all’affermazione della cultura secondo gli Etruschi. Bronzo medio/ terramaricola determinata dall’esplosione recente) demografica dei secoli successivi (XVI- La prima pietra XIII secolo a.C.) nella pianura padana. Dopo un inquadramento generale Delle terramare, caratteristici villaggi sull’evoluzione della specie umana fino arginati costruiti su palafitta in ambiente alla diffusione dell’uomo anatomicamente asciutto, sono esposti i materiali moderno, Homo sapiens, un plastico del scavati nell’Ottocento da Luigi Scotti territorio chiarisce la distribuzione del negli insediamenti piacentini di Rovere popolamento dalla comparsa dell’uomo di Caorso, Colombare di Bersano, fino all’epoca della romanizzazione, Castelnuovo Fogliani e Montata dell’Orto. avviata nel 218 a.C. con la fondazione Ad essi fanno seguito nuclei tematici della colonia di Placentia. Inizia, quindi, relativi alle diverse attività artigianali, agli il racconto della storia più antica del oggetti di prestigio e al mondo spirituale Piacentino. Nella vetrine si susseguono di queste comunità. Particolarmente reperti del Paleolitico inferiore, medio significative per il loro valore di status Vasellame e e superiore rinvenuti soprattutto nella symbol sono cinque spade in bronzo figura umana fascia pedecollinare; di particolare gettate nel Po come offerte votive alla forse di orante interesse sono i manufatti in diaspro delle divinità. Elementi coevi, ma culturalmente all’interno di un officine litiche attive sul Monte Lama dal diversi sono documentati in area vaso, entrambi dall’insediamento Paleolitico medio all’età del Rame. Quindi appenninica: esemplificativi sono i Spade dell’età del del Neolitico antico, è documentata la fase di transizione tra reperti dal Groppo di Vaccarezza, che Bronzo, rinvenute Casa Gazza (Travo) l’economia di caccia/raccolta e quella ha restituito anche un cospicuo insieme nel letto del Po Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 40 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 41
di ceramiche del Bronzo finale. Nel sito la frequentazione perdurò fino alla tarda epoca imperiale romana. Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana L’esposizione propone un campionario di oggetti datati tra l’età augustea e i primi decenni del II secolo d.C. deposti come corredo in cinque delle tredici tombe scavate nel 2007 in via Venturini: vasellame in ceramica (bicchieri e ollette in pareti sottili, coppe e piatti a vernice A sx: Lastra detta del Benvegnù (XIV secolo) nera e in terra sigillata, olpi), balsamari A dx: Iscrizione • Ricorda la costruzione di una cappella da parte delle corporazioni di carpentieri e muratori (XV secolo) in vetro, incensieri, lucerne, fusi e spilloni in osso, uno strigile in ferro. La piccola necropoli, collocata a meno di 1 km piacentino Pietro Agnelli, tra cui spiccano, dalle mura urbiche, accolse individui per l’eccezionale bellezza, un bicchiere In alto: “Incensiere” di entrambi i sessi e di varia età ad dell’inizio del XVII secolo in vetro azzurro e in ceramica comune esclusione dei bambini, probabilmente bordatura in vetro lattimo, montato su stelo (I secolo d.C.) accomunati da vincoli di parentela modellato con torsione a spirale e una da via Venturini In basso: Patera in o appartenenti al medesimo gruppo bottiglia di vetro opalino girasol della fine terra sigillata sociale. Il rito di gran lunga prevalente è del XVII secolo, di forma sferica con lungo (età tiberiana) quello dell’incinerazione, comunissimo nel collo e corpo centrale a nodo baccellato. da via Venturini mondo romano fino al II secolo d.C. In questa sezione sono conservate sezione sezione Al piano rialzato si trova anche la epigrafi di notevole importanza sculture maioliche collezione di maioliche, proveniente in storica, che provengono in larga parte da raccolte private e in parte da ed & vetri parte dalla collezione Bissi, canonico ritrovamenti durante lavori di scavo. Il epigrafi della Cattedrale (deposito della Curia nucleo più pregevole della collezione, che Vescovile). Particolarmente interessante comprende vari pezzi databili tra il XVI e il anche per l’associazione di testo scritto XVIII secolo, è costituito dalle ceramiche e immagine è il rilievo con iscrizione, delle raccolte Carlo Anguissola e Pietro cosiddetto del Benvegnù. Il rilievo, Agnelli. Tra le ceramiche si possono proveniente dal castello di Montechiaro, ammirare una lampada traforata a uso nella parte superiore riporta un cartiglio liturgico, che rappresenta la tipologia dei recante una epigrafe in volgare con bianchi di Faenza del XVII secolo e una chiare inflessioni dialettali: Segnori vu zuppiera ovale del XVIII secolo, modellata sie tuti gi benvegnu e zascaun chi che a cartigli e volute con decorazioni floreali vera sera ben vegnu e ben recevu. Nella policrome e grosso pomolo a pera. A parte inferiore della lastra si rappresenta tale sezione appartengono anche alcuni la buona accoglienza fatta dai castellani, sofisticati esemplari di porcellane orientali marito e moglie alla destra della scena dalle tonalità cangianti (rosa, verdi, e cinque personaggi che si trovano blu), in larga parte assegnabili al XVIII invece alla sinistra. Evidentemente sia secolo. Nei prossimi anni verrà allestita la didascalia, sia l’immagine vogliono una splendida collezione di ceramiche esaltare l’ospitalità dei proprietari del dei secoli XVI-XVIII provenienti dalla castello. L’iscrizione rappresenta, inoltre, donazione Besner-Decca. All’interno dello un esempio di testo volgare molto Maioliche e vetri stesso arco temporale (XVI - XVIII sec.) raro per quest’epoca (prima metà XIV (XVII-XVIII secolo) si colloca anche la raccolta di vetri del secolo), applicato come frase augurale a Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 42 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 43
DOVE: Piazza Cittadella 29, Piacenza Telefono: 0523.492661 E-mail: musei.farnese@comune.piacenza.it Sito: www.palazzofarnese.piacenza.it Visite: - martedì, mercoledì, giovedì 9:00-13.00 - venerdì, sabato 9:00-13:00/15:00-18:00 - domenica 9:30-13.00/15:00-18:00 - lunedì chiuso Visite guidate gratuite: - venerdì ore 10:00/15.30 - sabato, domenica 9:30/11:00/15:00/16:30 Durata: 1 ora e 30 minuti. Tondi dal chiostro della Chiesa di San Sepolcro (1460-1480) Per i gruppi la visita guidata è a pagamento A sinistra San Simone e a destra San Filippo e si consiglia la prenotazione. Sconto famiglie un rilievo figurato. Biglietto intero per i genitori e gratuito per i Si può inoltre citare anche l’iscrizione che figli minori ricorda la costruzione e dotazione di una Gratuità cappella da parte delle Corporazioni dei - portatori di handicap e accompagnatore carpentieri e dei muratori, proveniente - bambini con meno di 6 anni dalla chiesa di Santa Maria del Carmine e - giornalisti muniti di tessera databile al XV secolo. Nella sezione della - soci ICOM scultura rinascimentale si trovano i tondi Ingresso gratuito a tutte le sezioni dei Musei raffiguranti cinque apostoli, provenienti ogni prima domenica del mese dal Chiostrino delle terrecotte della Tre musei, un solo biglietto chiesa di San Sepolcro e databili al terzo I Musei Civici di Palazzo Farnese, la Galleria quarto del XV secolo; tale chiostrino si Ricci Oddi e i Musei del Collegio Alberoni si possono visitare con un solo biglietto a rifà ai modelli protorinascimentali toscani un prezzo scontato. Il biglietto unico, della (l’Ospedale degli Innocenti di Firenze) e durata di tre mesi, può essere acquistato lombardi (l’Ospedale maggiore di Milano). presso la biglietteria di uno dei tre musei Per quanto riguarda la scultura lignea, e presentato alla biglietteria delle altre risulta interessante la porta databile al strutture 1570 ca. e proveniente dal refettorio Laboratori didattici: del convento di Sant’Agostino. La da ottobre a maggio rivolti alle scuole suggestione che comunica allo spettatore deriva dall’impianto rigorosamente architettonico, ingentilito da una ricca decorazione. A ignoto scultore del XVIII secolo deve essere assegnata la statua lignea di Sant’Agostino, anch’essa proveniente, probabilmente, dalla chiesa o dal convento di Sant’Agostino. Degna di nota è la perizia tecnica dimostrata da questo artista nella resa delle vesti, ottenuta dalla sovrapposizione di più strati e dalla compresenza di diversi tipi di panneggio. Un buon livello qualitativo traspare anche dal volto del Santo, dove lo scultore utilizza sapientemente la luce, simbolo dell’ispirazione divina, per Sant’Agostino conferire all’espressione forte intensità (XVIII secolo) drammatica. Palazzo Farnese aperto di sera Visitatori Città Musei Civici Musei Civici Città MUSEI di Palazzo Farnese di Palazzo Farnese MUSEI 44 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 45
galleria d’arte moderna ricci oddi Galleria Ricci Oddi Galleria Ricci Oddi Progetto (1924-1931) di Giulio Veduta interno Storia La Galleria Ricci Oddi nasce come Ulisse Arata • Ingresso raccolta privata del collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi (1868 - 1937) che, nel Giuseppe Ricci Oddi, presa la decisione sede La principessa 1924, manifesta l’intenzione di donare al di donare l’imponente raccolta alla propria Maria José di Comune la sua raccolta. La Galleria viene città, si preoccupa anche di trovarle una Savoia all’apertura inaugurata l’11 ottobre 1931 alla presenza sede conveniente. Egli considera i vari della Galleria dei principi di Piemonte, Umberto e Maria palazzi cittadini, ma trovandoli inadeguati, (ottobre 1931) José di Savoia. Alla sua morte, avvenuta chiede con decisione all’Amministrazione nel 1937, Giuseppe Ricci Oddi lasciò per Comunale di mettere a disposizione l’area testamento al Museo denaro liquido, gioielli sufficiente e conveniente sulla quale e azioni in modo tale da consentire nuovi costruire a sue spese un edificio adatto a acquisti per l’integrazione e l’arricchimento ospitare la collezione. Individuata la zona della Galleria. Gli acquisti continuano dell’ex convento di San Siro, il progetto anche in seguito, spesso alla Biennale di viene affidato all’architetto piacentino Venezia; le donazioni avvengono talvolta Giulio Ulisse Arata. Costui cerca di da parte degli stessi artisti: un esempio è attenersi ai desideri del donatore, secondo fornito da Filippo De Pisis che, nel 1937, cui il museo deve essere concepito come offrì lo splendido Vaso di fiori con pipa un piccolo tempio accessibile da una appena dipinto. Durante la guerra, le opere lieve marmorea gradinata. All’interno è Galleria Ricci Oddi più importanti sono custodite nel castello di previsto uno spazioso vestibolo al centro A sx: sala interna Torrechiara (Parma), mentre nel 1945 si del quale un ampio portale immette a una A dx: veduta ingresso con scultura di apre nei locali deserti una mostra d’arte lunga galleria su cui simmetricamente Giorgio Groppi contemporanea. Dal 1947 la Galleria viene a destra e a sinistra s’affacciano le (Yo Pienso, y es asì di nuovo resa visitabile e arricchita con numerose sale. Egli cerca di mantenere - 1981) nuove opere. una certa coerenza con le strutture Galleria Ricci Oddi preesistenti, per cui i residui spazi Veduta aerea conventuali seicenteschi sono integrati nel nuovo edificio e, grazie all’intonaco, differenziati dalle nuove costruzioni in mattoni a vista. Merita attenzione la facciata, che appare movimentata dal felice rapporto tra i materiali, la pietra del basamento e del portale e il laterizio disposto in limpide specchiature. Nello spazio interno, il nitore geometrico delle varie sale convive con la complessità strutturale in cui l’architettura si mostra sensibile alle soluzioni di esponenti del modernismo quali Horta e Berlage, nonché alle elaborazioni bramantesche delle piante centrali. Innovativa, inoltre, la scelta dell’illuminazione dall’alto. Città Galleria Musei Civici d’Arte Galleria d’Arte Città MUSEI di PalazzoRicci Moderna Farnese Oddi Moderna Ricci Oddi MUSEI 46 piacenzamusei.it piacenzamusei.it 47
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