PAESAGGI DEL CIBO DI QUARTIERE: IL CASO DI MIRAFIORI SUD1
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l’avvio della fase post-industriale ha profondamente affetto l’ecologia 1. PAESAGGI DEL CIBO DI QUARTIERE: sociale della città nella sua globalità, Mirafiori Sud, in virtù del ruolo IL CASO DI MIRAFIORI SUD1 socioeconomico di primo piano occupato tra gli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta rispetto a questa, è un luogo urbano che è stato interrogato, più di altri, dal cambiamento strutturale che ha investito ● POLITICHE Torino. ● POLITICA L’analisi che segue si situa, dunque, in un processo di riposizionamento, ● CIBO funzionale e simbolico, che ha interessato in modo importante il quartiere dall’avvio del post-fordismo e in particolare, nell’ultimo decennio. Mirafiori Sud, luogo esemplificativo tanto delle dinamiche 1.1 Introduzione della città industriale quanto di quella post-industriale, vive oggi un processo di ri-significazione politica e sociale che può essere studiato, in modo nuovo, attraverso e a partire dal cibo. Nello specifico, il contributo intende esplorare il paesaggio del cibo, che la letteratura Mirafiori Sud è stata oggetto di numerosi studi (es. Mirafiori Sud in geografica indica con il termine “foodscape”, di Mirafiori Sud. numeri, 2018; Savio e Guiati, 2014; Mirafiori dopo il mito, 2019) che ne Foodscape è un concetto che invita, da una parte, a esplorare la hanno approfondito la storia e il profilo socioeconomico spazialità del sistema del cibo (per esempio, dove si consuma a Mirafiori contemporaneo. Si tratta di testi a partire dai quali è possibile trarre una Sud?), e dall’altra, a studiare un luogo in rapporto a relazioni sociali, visione d’insieme circa la mutevole posizione del quartiere rispetto al processi, politiche, spazi e pratiche del cibo (Miewald e McCann, 2014, contesto urbano in cui si colloca. Gli studi svolti hanno suggerito, in pp. 4-5). Il cibo, in questo senso, si offre quale “lente” attraverso la quale maniera più o meno implicita, che Mirafiori Sud sia un luogo di cui non si esplorare l’evoluzione dei legami tra esseri umani, ambiente e luoghi può non parlare e che l’importanza del quartiere stia precisamente nel stratificati di significati (Yasmeen, 1996; Plank, 2015, p. 205; Lo Re, legame, simbolico e materiale, che intercorre tra lo stesso e la città tutta 2016) – qual è Mirafiori Sud. a partire dal secondo dopoguerra: una relazione complessa, irrisolta e L’opportunità di questa chiave interpretativa si dà, tuttavia, non solo per profonda, con un primo tempo caratterizzato dall’ascesa di Torino città- ragioni analitiche: è, infatti, lo stesso luogo ad aver articolato, in modo fabbrica e con un secondo tempo segnato dal doloroso avvio della fase più o meno esplicito, una problematica legata al cibo in almeno due post-industriale. È doveroso, dunque, quando si parla di Mirafiori Sud, sensi. ricordare ciò che è stato da un punto di vista identitario: il quartiere Da una parte, non può sfuggire all’osservazione come in alcune aree del operaio e industriale per antonomasia, con una geografia sociale e quartiere (di cui si dirà meglio in seguito), in particolare nei pressi di Via sviluppo urbanistico disegnati a partire dall’ex-Fiat Mirafiori, oggi FCA. Roveda e Via Negarville, e Via Candiolo e Via Millelire, il commercio di Dire, tuttavia, post-industriale non significa qualificare ciò che Torino e, prossimità sia in sofferenza, assente o in via di rarefazione. In linea con nello specifico, Mirafiori Sud, sono oggi; piuttosto, come molti hanno già le dinamiche che hanno caratterizzato il comparto commerciale a argomentato, il concetto esprime ciò che non sono più. Se è vero che Torino, gli esercizi di vicinato, non solo alimentari, stanno, infatti, attraversando una protratta fase di difficoltà (Rapporto Rota, 2018, pp. 1 I lavori di ricerca sono, sempre, lavori collettivi. In particolare, grazie a Ilaria Vittone che 67-73), segnata dall’apertura di diversi punti vendita della grande ha curato la cartografia (e ha accolto le modifiche, numerose, degli ultimi giorni). distribuzione organizzata sia nel quartiere sia in aree limitrofe già della Ringrazio i commercianti di Mirafiori Sud che, con umanità e pazienza, hanno accolto le cintura metropolitana, dal cambiamento delle abitudini di spesa e mie curiosità e ai referenti delle progettualità del quartiere, abitanti e rappresentanti istituzionali i quali, con generosità e altrettanta disponibilità, hanno dedicato molto del consumo, attribuibili tanto a influenze alimentari contemporanee quanto loro tempo alle mie domande. Infine, grazie a Piergiorgio Schiani per le fotografie. a un’organizzazione del lavoro profondamente diversa rispetto al ATLANTE del CIBO 1
passato. A questi trend di natura esogena e globale, non circoscrivibili a vita umana (es. salute e cura della persona, assistenza alimentare, Mirafiori Sud, si aggiungono alcune specificità locali che aumentano la educazione, ricreazione, lavoro etc.). vulnerabilità del luogo da questo punto di vista: il profilo Queste progettualità e pratiche, alcune delle quali verranno approfondite sociodemografico, in particolare l’età degli abitanti, la composizione dei in seguito, costituiscono una delle due modalità attraverso cui si sta nuclei familiari, oggi meno numerosi e una capacità di spesa attuando il processo di ricollocamento simbolico e materiale, poc’anzi maggiormente contenuta rispetto ad altre aree della città. menzionato, del quartiere. Soggetti locali, tra i quali svolge un ruolo di primo piano la Fondazione Mirafiori, sostenendo progetti e iniziative in ambiti svariati (es. istruzione, spazi pubblici, cultura), hanno agito nel contesto, offrendo servizi puntuali (es. Sportello Sociale presso la Casa nel Parco). Non solo: proprio a partire dalla dimensione del fare questi soggetti stanno modificando la rappresentazione di Mirafiori Sud, “performando” un nuovo immaginario e cornice di senso del luogo prossimo alla sostenibilità ambientale e sociale. La seconda modalità di azione funzionale a rafforzare il processo di ri- collocamento di cui sopra, è di matrice più marcatamente istituzionale e riguarda una serie di iniziative politiche urbane, principalmente rinvenibili sia nell’ambito di progetti che hanno anche interessato altre aree della città (AxTO e Co-City) (Mirafiori Sud in numeri, 2018, pp. 52-55) sia corrispondenti ad azioni progettuali rivolte in modo esclusivo a Mirafiori Sud qual è, per esempio, il progetto europeo di recente avvio, Progireg, acronimo di “Productive Green Infrastructures for Post-Industrial Urban Regeneration: Nature for Renewal” (cfr. box 12). Figura 1 – “Vendesi” attività: un negozio di alimentari chiuso in Via Negarville Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani Naturalmente, una tale osservazione va collocata in una più ampia riflessione che riconosca il tratto caratteristico del luogo: come numerosi studi pregressi hanno chiarito e in base alla ricerca qualitativa effettuata per questo studio, Mirafiori Sud appare come un territorio profondamente eterogeneo dove la differenza si coglie – a diversi livelli – tra un isolato e quello immediatamente successivo. Figura 2 – Riqualificazione del giardino Emilio Pugno tramite fondi AxTO Fonte: sito web del Comune di Torino, http://bit.ly/2XIXLDX (ultimo accesso 15 Il tema alimentare emerge, tuttavia, anche in un altro modo: numerose giugno 2019) sono le progettualità attive nel quartiere che, in modo concertato o individuale, operano attraverso e a partire dal cibo in diversi ambiti della Fatte queste premesse introduttive, l’analisi che segue è strutturata in due parti, complementari l’una all’altra. ATLANTE del CIBO 2
In primo luogo, sarà presentata una “fotografia” del foodscape di cento della superfice destinato a aree verdi pubbliche tra cui, per Mirafiori Sud, restituita attraverso la geo-localizzazione degli elementi estensione, spicca il Parco Colonnetti e la fascia che si sviluppa lungo il delle diverse fasi della filiera agro-alimentare presenti sul territorio fiume Sangone (Mirafiori Sud in numeri, 2018, p. 19). oggetto di studio. Nell’economia dell’analisi presentata, particolare attenzione sarà data ai luoghi di distribuzione e ai processi di rarefazione del commercio di prossimità che il quartiere ha conosciuto. Data l’impossibilità di effettuare un’analisi in serie storica (cfr. appendice metodologica che segue al contributo), si è deciso di raccogliere la testimonianza di alcuni operatori commerciali ubicati in sezioni del quartiere particolarmente “sofferenti” da questo punto di vista o significative per ragioni storiche (es. Borgata Mirafiori). Nella seconda parte dello studio, in linea con quanto il gruppo di ricerca dell’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana ha proposto negli anni precedenti, sarà presentato un primo archivio di pratiche e progettualità che, attraverso il cibo, agiscono sul territorio. Tuttavia, come premessa, è opportuno procedere con un sintetico inquadramento territoriale del quartiere così come riprendere i tratti salienti della condizione sociodemografica che lo caratterizza. 1.2 Il territorio di riferimento: dove siamo? Mirafiori Sud è un quartiere della città di Torino, ubicato nell’estrema periferia Sud e confinante con i Comuni di Beinasco, Grugliasco, Rivoli, Orbassano, Nichelino e Moncalieri. Si tratta di un territorio con un’estensione molto vasta, pari a 11,5 km2, e parte, insieme a Mirafiori Figura 3 – il territorio di Mirafiori Sud considerando le ACE n° 10, 94 e 92 Nord e Santa Rita, della Circoscrizione 2. Data l’estensione del territorio, Fonte: elaborazione nostra all’interno di Mirafiori Sud si possono individuare diverse aree che si sviluppano e organizzano a partire da tre “spine” fondamentali della Due sono gli aspetti che rendono il quartiere un territorio peculiare da toponomastica locale: Via Negarville, a Ovest di Corso Unione Sovietica, abitare: oltre il 69 per cento della superfice è destinato a spazio Strada delle Cacce, nei pressi del nucleo storico del quartiere, Borgata connettivo e il 44 per cento degli immobili è ad uso industriale con il Mirafiori, e Via Artom, a Est del Parco Colonnetti. All’interno di queste complesso Fiat che caratterizza il paesaggio urbano di quest’area della aree, che corrispondono alle Aree di Censimento (ACE) 10, 94, 92 (cfr. città (Ibidem). appendice metodologica), si trovano zone con caratteristiche peculiari per ragioni storiche (es. Borgata Mirafiori), geografiche (es. Basse del Lingotto) o architettonico-urbanistico (es. Ina Casa o Città Giardino) (Savio e Guiati, 2014, p. 7; cfr. figura 4). L’ex-Circoscrizione 10, poi accorpata nella Circoscrizione 2 nel 2016, è occupata meno da un quinto da immobili (19, 7 per cento) con l’11 per ATLANTE del CIBO 3
delle istituzioni locali (Zeppola e Versaci, consiglieri della Circoscrizione 2, maggio 2019). Per quanto riguarda il trasporto pubblico, le linee principali per spostamenti all’interno di Mirafiori Sud sono i bus 63, 14, 41, 71, 39 e il tram 4 - mentre altre ne costeggiano i confini o sono funzionali al collegamento dell’utenza a luoghi specifici (es. Cimitero Parco o accesso all’area industriale o ex-industriale lungo l’asse di Corso Settembrini) (cfr. figura 6). Figura 4 – le zone di Mirafiori Sud Fonte: Savio e Guiati, 2014, p. 8 La presenza di uno spazio dedicato alla viabilità così ingente, soprattutto su strada, pone, anche a causa di un trasporto pubblico locale che non agevola gli spostamenti all’interno del quartiere (Piano di Sviluppo, 2017; Mirafiori Sud in numeri, 2018, p. 272) e con le aree centrali di Torino, una serie di problematiche logistiche – con ripercussioni sulla vivibilità dello stesso luogo e che rafforzano la posizione e percezione di marginalità rispetto al centro. A questo proposito, la difficoltà legata alla mobilità è emersa come un tema importante sia nel dialogo con alcuni abitanti del Figura 5 – destinazione d’uso dell’area in esame luogo, in particolare residenti nella zona ad Ovest di Corso Unione Fonte: Mirafiori Sud in numeri, 2018, p. 19 Sovietica (Floris, ricercatore, maggio 2019; Ester, panetteria-alimentari di Via Roveda, aprile 2019; Bianca, panetteria-alimentari di Via Negarville, Al momento sono in corso i lavori per l’estensione della linea aprile 2019; Marcella, Iperurbana, giugno 2019), sia con rappresentanti metropolitana fino in Piazza Bengasi, iniziati nel giugno 2012 e la cui conclusione è prevista entro il 2020. Questo progetto infrastrutturale ha direttamente prodotto un impatto sulla geografia dell’offerta alimentare 2 Nel caso del secondo riferimento bibliografico, il dato esprime la prossimità a una fermata del del quartiere poiché ha imposto il momentaneo trasferimento del trasporto pubblico locale entro un raggio di 200 mt da un luogo qualsiasi del quartiere: secondo mercato di Piazza Bengasi nella vicina Via Onorato Vigliani con alcune l’indagine questo avviene nel 66 per cento dei casi. ATLANTE del CIBO 4
conseguenze per il commercio di prossimità delle aree limitrofe (cfr. box 11). Figura 6 –Trasporto pubblico locale a Mirafiori Sud Fonte: sito web del Gruppo Trasporti Torinese (ultimo accesso 15 giugno 2019) Due importanti svincoli di ingresso in città (nei pressi di Corso Orbassano e Corso Unione Sovietica) interessano l’area e i nodi più congestionati per livelli di traffico si vanno a formare lungo gli assi di Corso Unione Sovietica e Via Artom (Mirafiori dopo il Mito, p. 8 e 16). Per quanto riguarda la mobilità cosiddetta dolce, il quartiere dispone di alcune piste ciclabili lungo le vie principali oltre che di un percorso ciclabile che si sviluppa, ad oggi in modo frammentato, lungo le rive del Sangone. Sono assenti postazioni di bike sharing, concentrate principalmente nelle aree centrali della città (cfr. figura 7). Figura 7 – Mobilità dolce Fonte: Geoportale del Comune di Torino, 2015 ATLANTE del CIBO 5
In un’ottica di sostenibilità sociale, ambientale e economica3, l’offerta adeguata di aree verdi in un contesto urbano è un tema oggi particolarmente sentito, con implicazioni per la pianificazione e gestione politica della città. Le tipologie di indicatori utilizzati al fine di valutare tanto la quantità quanto la qualità di aree verdi di un certo luogo sono molteplici e il dibattito scientifico è accesso (es. Stessen et al., 2017; Le Texier et al., 2018; Grunewald et al., 2017). Nell’ambito di questi standard, due sono gli indicatori generalmente utilizzati, utili tanto al fine di introdurre la questione quanto per effettuare comparazioni con altre città nel mondo. Questi indicatori corrispondono a: • percentuale di superficie di verde pubblico accessibile sul totale della superficie considerata; • m2 per abitante, ovvero la disponibilità di verde urbano per abitante; In figura 8 è rappresentata la distribuzione spaziale delle aree verdi nonché le diverse tipologie, relativamente all’anno 2013, a livello urbano. Rispetto ai due standard sopra introdotti, il territorio di Mirafiori Sud gode di una superficie di verde pari all’11% della superficie totale e, come anticipato, risulta essere il quartiere meno densamente popolato della città; inoltre, data una disponibilità pro capite (m2/ab) pari a 22,2 (escluse le aree protette; ISPRA, 2018), il quartiere si distingue positivamente, superando la media cittadina con la maggiore quantità di verde per abitante (Mirafiori dopo il Mito, in fase di pubblicazione)4. 3 Si vedano, come cornici istituzionali di riferimento, la New Urban Agenda adottata da UN Habitat III e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile di cui il Sustainable Development Goal n° 11 è, appunto, “Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable”. Cfr. http://habitat3.org/wp-content/uploads/NUA-English.pdf e https://sustainabledevelopment.un.org/sdg11#targets [ultimo accesso 25 giugno 2019]. Per quanto riguarda il contesto europeo, la EU Strategy on Green Infrastructures (cfr. http://bit.ly/2XwUH0T [ultimo accesso 25 giugno 2019). 4 La potenziale diversità delle banche dati utilizzate (se ISTAT, come nel caso della pubblicazione curata da ISPRA; oppure, se il Geoportale del Comune di Torino), oltre che dell’anno di rilevazione, invitano a una certa prudenza nella diffusione di un dato puntuale a livello di quartiere. Nondimeno, rapportando la popolazione dell’ex-Circoscrizione 2 (Geoportale del Comune di Torino, anno 2013) alla superficie di verde in m2 (Geoportale del Comune di Torino, anno 2013; si noti che è l’ultimo anno disponibile), si stima che la disponibilità pro capite a Mirafiori Sud sia all’incirca di 35 mq/ab nel 2013. A livello urbano, considerata la Figura 8: disponibilità di aree verdi per tipologia nella città di Torino stessa banca dati, i mq/ab di verde urbano sono circa 16, in linea con la rilevazione ISPRA Fonte: elaborazione nostra su dati del Geoportale del Comune di Torino, 2013 relativa alla qualità del verde urbano del 2013 (cfr. http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/statistiche-download; ultimo accesso 27 giugno 2019). ATLANTE del CIBO 6
Come anticipato, la questione del verde pubblico non si esaurisce in un dato di quantità, bensì di accessibilità, qualità e sicurezza. Oltre a quelli già menzionati, nonostante sia utile ricordare che l’adozione degli indicatori non trovi applicazione, nel caso italiano, in una normativa specifica e vincolante, è possibile fare alcuni ragionamenti in questo senso. Focalizzando qui l’attenzione sull’accessibilità, in linea con quanto suggerito dalla letteratura scientifica e reporting ambientale di istituzioni internazionali, i target considerabili (cfr. Ispra, 2009; Maes et al., 2019) sono relativi a: • distanza effettiva percorribile a piedi che intercorre tra un luogo abitato e il verde pubblico, generalmente stimato entro i 300 mt; • tempo di percorrenza in minuti, generalmente 15 tra un luogo abitato e il verde pubblico (es. WHO, 2016, p. 25-26; Pafi et al., 2016); • superfice in mq del verde pubblico, generalmente superiore a 5.000 m2 (WHO, 2016, p. 26). In linea con quanto argomentato, per verificare l’accessibilità spaziale degli spazi verdi da parte degli abitanti di Mirafiori Sud, è stata rapportata la distribuzione dei primi nell’area con la densità abitativa per sezione di censimento, attraverso la spazializzazione di un raggio di 300 metri a partire dalla zona verde. Raggio non significa, tuttavia, che l’area verde in questione sia, per conformazione urbanistica, a una distanza effettiva percorribile a piedi di 300 metri. La tipologia di spazio verde a cui si ha accesso nell’arco di 300 metri è, tuttavia, rilevante. Come detto, l’area verde per dirsi accessibile da un punto di vista spaziale non solo deve trovarsi entro 300 metri dalla propria abitazione, ma deve avere una superfice superiore a 5.000 m2 Figura 9 – disponibilità di aree verdi per tipologia (figura 10). È opportuno, tuttavia, ricordare che se solo limitatamente ad Fonte: elaborazione nostra su dati del Geoportale del Comune di Torino, 2013 alcune aree di Mirafiori Sud si può parlare di difficoltà di accesso al verde in senso spaziale (Corso Unione Sovietica in prossimità di Via Onorato Vigliani e zona Basse del Lingotto nei pressi di Via Sestriere), diverso sarà – in termini di benessere urbano e sostenibilità socio- ambientale– poter godere dell’area verde che si sviluppa lungo il fiume Sangone o del Parco Colonnetti che ha una superficie pari a 0,7 km2. ATLANTE del CIBO 7
Infine, relativamente all’orticoltura urbana che – come argomenterà Alessia Toldo nel contributo che segue – è un tema di interesse tanto scientifico quanto pubblico-politico, non da ultimo per i potenziali benefici in termini di benessere psico-fisico che ne conseguono, il territorio di Mirafiori Sud si distingue, in modo interessante, per la presenza di orti non regolamentati (area di Strada del Drosso e rive del Sangone), regolamentati (nei pressi del Mausoleo della Bela Rosin gestiti da Circoscrizione 2) e associativi (Parco Piemonte; cfr. scheda a pag. 43) (figura 12). Figura 11 – Gli orti circoscrizionali (a sinistra) e non regolamentati (a destra) visti dall’alto Fonte: immagine satellitare, Google Maps Figura 10 – accessibilità aree verdi > 5.000 mq Fonte: elaborazione nostra da dati del Geoportale del Comune di Torino, 2013 ATLANTE del CIBO 8
dal Rapporto Rota 2018 sui dati del Censimento Istat 1991, 2001 1.2.1 Il profilo sociodemografico: chi ci e 2011, mostra come la percentuale di anziani sia sempre e abita? ovunque maggiore rispetto ai giovani e maggiormente concentrata nella zona attorno a Strada delle Cacce. Circa il profilo sociodemografico, sono state già descritte da altri, in modo molto dettagliato e in serie storica, le principali caratteristiche del quartiere (Mirafiori Sud in numeri, 2018; Mirafiori dopo il mito, di prossima pubblicazione). Risulta, tuttavia, utile riassumere i tratti fondamentali relativi a popolazione, età anagrafica, livello di istruzione e occupazione, reddito pro capite e forme di assistenza al reddito. • Popolazione: secondo i dati del Censimento Istat del 2011, Mirafiori Sud ospita il 4,4 per cento della popolazione cittadina: 38.021 abitanti su un totale di 872.367. Considerando gli anni del censimento -1991, 2001 e 2011- l’andamento demografico relativo a Mirafiori Sud ha seguito la curva cittadina, registrando, in modo analogo al dato complessivo urbano, una contrazione della popolazione residente. Osservando la densità abitativa del territorio per sezione di censimento relativamente all’anno 2011, si nota come le aree maggiormente popolose siano localizzabili in prossimità di Via Roveda e Via Negarville, da una parte (zone che hanno conosciuto un incremento della popolazione residente negli anni considerati), e nell’area che sviluppa tra Strada delle Cacce e Corso Unione Sovietica, dall’altra (figura 13). Dati più recenti (Geoportale Comune di Torino, dal 2008 al 2017), mostrano come il tasso di (de)crescita della popolazione sia quasi il doppio rispetto a quello cittadino: -0,86 per cento rispetto a -0,47 per cento. • Età: Mirafiori Sud ha una popolazione, in media, più anziana rispetto ad altre aree della città e risulta maggiormente concentrata nell’area che si sviluppa intorno a Strada delle Cacce: se si considerano gli over 65, che più o meno corrispondono a persone in pensione, quasi il 27 per cento della popolazione di Mirafiori Sud supera questa soglia anagrafica Figura 13 – densità abitativa per sezione di censimento suddivisa in classi rispetto al 25 per cento cittadino. In figura 13 è rappresentata la Fonte: elaborazione nostra su dati del Censimento Istat 2011 spazializzazione della popolazione per età media e, di nuovo, concentrazione maggiore si ha nelle aree di edilizia popolare. L’indice di vecchiaia (ovvero, il rapporto tra la popolazione oltre i 64 anni di età e la popolazione con meno di 15 anni), elaborato ATLANTE del CIBO 10
rispetto alla media cittadina, con oltre il 52 per cento della popolazione che non ha ottenuto il diploma di scuola secondaria. Laurea Diploma di Media Licenza Alfabetizzazione Analfabetizzazione e oltre scuola inferiore elementare secondaria Livello di 2,2 4,1 5,0 5,5 4,7 6,2 istruzione Mirafiori Sud/Tot. popolazione di Torino Livello di 7,46 27,68 32,21 20,35 6,60 1,12 istruzione Mirafiori Sud/Tot. popolazione Mirafiori Sud Livello di 15,6 30,8 29,5 16,9 6,4 0,8 istruzione/Tot. popolazione di Torino Figura 15 – Istruzione: percentuale di popolazione residente per tipologia di grado di istruzione sia a livello di città sia a livello di quartiere, poi rapportata alla popolazione totale di Torino e Mirafiori Sud. Fonte: elaborazione nostra su dati del Censimento Istat 2011 • Reddito pro capite e (dis)occupazione: come già argomentato nel II Rapporto dell’Atlante del Cibo, riprendendo il Rapporto Rota (2017, p. 159), la geografia sociale di Torino – se esaminata la variabile del reddito pro capite — appare ormai fortemente consolidata. L’asse di corso Regina Margherita risulta una sorta di confine simbolico, piuttosto netto, tra le zone centrali Figura 14 – età media divisa in classi per sezione di censimento Fonte: elaborazione nostra su dati del Censimento Istat 2011 benestanti e le aree più̀ povere. Tuttavia, in modo non dissimile da Torino Nord, Mirafiori Sud (considerando le zone • Istruzione: Torino non è una città che si distingue per un alto statistiche 91, 90 e 89, escludendo la poco abitata 92; cfr. livello di istruzione. Considerando i dati del Censimento Istat figura 13) ha livelli di reddito pro capite piuttosto contenuti, in 2011, la percentuale di laureati rispetto al totale della media non superiori a 14.600 € annui, con la zona di maggior popolazione è pari al 15,6 per cento rispetto al 22 per cento di vulnerabilità che si sviluppa a Est di Via Artom5. Milano, 23 per cento di Padova, 23 per cento di Bologna, 20 per cento di Firenze e 19 per cento di Roma. Tuttavia, Mirafiori Sud 5 mostra un livello di istruzione significativamente più basso Trattandosi di un dato analizzato per zona statistica non sarebbe corretto compararlo con le altre rappresentazioni cartografiche o analisi effettuate per ACE; nondimeno, lo si può considerare come proxy. ATLANTE del CIBO 11
Per quanto riguarda l’occupazione, la percentuale di popolazione • Forme di assistenza al reddito appartenente alla forza lavoro è pari al 42,2 per cento – 5 punti percentuali in meno rispetto al dato cittadino e il tasso di Considerando la spazializzazione delle forme di assistenza al reddito disoccupazione (calcolato rapportando la popolazione in cerca di offerte a persone in condizione di vulnerabilità socioeconomica da parte occupazione alla popolazione appartenenze alla forza lavoro) dei principali enti di assistenza sul territorio (Comune, Caritas e restituisce un valore medio di 7,7 per cento, superiore all’8 per Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo; Rapporto Rota 2017, dati cento nell’area che si sviluppa attorno a Strada delle Cacce (dati relativi all’anno 2016), si possono fare alcune considerazioni, già del Censimento Istat 2011), rispetto a un valore medio cittadino articolate nel II Rapporto dell’Atlante del Cibo: pari al 7,2 per cento6. • la diffusione della povertà̀ nelle varie zone di Torino, con una maggior concentrazione nelle aree a Nord di Corso Regina Margherita (Aurora e Barriera di Milano); • la complementarietà dei flussi: a Mirafiori Sud, soprattutto nell’area di Via Artom, interviene soprattutto il Comune di Torino rispetto a Caritas; viceversa in altre aree della città (Rapporto Rota, 2017, p. 163). Il numero totale di assistiti è pari a 308 individui o nuclei familiari, pari al 2,7 per cento del totale cittadino (11.153). Figura 16 – Distribuzione del reddito pro capite (anno 2009; dati Agenzia delle Entrate) per zone statistiche Fonte: Rapporto Rota 2017, p. 159 Figura 17 – assistenza al reddito per ACE Fonte: elaborazione nostra su dati Rapporto Rota 2017 6 È verosimile ipotizzare che il tasso di disoccupazione, tanto a livello urbano quanto di quartiere, sia più elevato. Inoltre, si segnala che il dato non tiene conto di ha smesso di ricercare attivamente il lavoro. Questo, senza considerare i contribuenti che non presentano (per assenza di impiego) o che non sono tenuti a presentare (a causa di un reddito troppo basso), la dichiarazione dei redditi. Su questo, si veda il Rapporto Rota, relativamente agli anni 2008-2014 (2017, p. 161). ATLANTE del CIBO 12
1.3 La filiera agro-alimentare Il sistema del cibo urbano è definito da Pothukuchi e Kaufman (1999) come la filiera delle attività̀ connesse alla produzione, trasformazione, distribuzione, consumo e post consumo di cibo. Gli studiosi attraverso questo articolo – che è divenuto un vero e proprio pamphlet scientifico di denuncia circa l’assenza del cibo quale settore di interesse e azione per le politiche e pianificazione della città, individuano nella scala urbana un livello opportuno a partire dal quale poter ragionare sul processo multi-scalare che porta alla realizzazione di prodotti alimentari e al consumo eventuale degli stessi. Partendo dalla considerazione che non si possa, dunque, comprendere il sistema del cibo urbano, già esposto a dinamiche globali, a partire da un’analisi di quartiere e che un sistema del cibo di quartiere costituisca una scala di indagine del tutto inadeguata per comprendere il primo, è, tuttavia, utile domandarsi quali siano e dove siano le attività produttive, trasformative, distributive (soprattutto) e di somministrazione alimentare che operano a Mirafiori Sud. 1.3.1 Le aree agricole e la produzione Si è già fatta menzione delle destinazioni d’uso del suolo a Mirafiori Sud. In figura 18, è riportata una rappresentazione analoga, ma non uguale circa gli usi del suolo utilizzando la nota Corine Land Cover 2018. Come si può osservare, emergono in modo visivamente netto, la presenza diffusa di aree industriali e verde urbano (che include, in alcuni tratti, gli orti) e, nei pressi di Strada del Drosso, un’area dedicata a colture agricole (cereali e piante industriali7; cfr. figura 19)8 in prossimità del fiume Sangone che disegna il confine Sud del quartiere e costituisce la risorsa naturale distintiva del luogo. Figura 18 – Usi del suolo 7 Le piante industriali sono le piante agrarie destinate alla trasformazione industriale. Fonte: elaborazione nostra su Corine Land Cover 2018 8 È opportuno segnalare che la rilevazione circa gli usi del suolo relativi alla SAU riflette l’utilizzo prevalente dello stesso a partire dall’individuazione di una particella (figura 16). Invece, per quanto riguarda la figura 15, la rappresentazione non riflette in modo preciso gli usi del suolo in virtù della scala di rilevamento e trasposizione cartografica del dato (cfr. metodologia). Per esempio, l’area occupata dall’ I.I.S. Primo Levi risulta avere un uso del suolo destinato a scopi ricreativi e per l’attività sportiva; è plausibile che la vicinanza alle aree verdi di Cascina Nuova e al campo da Golf spieghi questa rilevazione. ATLANTE del CIBO 13
assimilabili a impresa individuale, sono tutte collocate a Est di Corso Unione Sovietica. Le attività hanno tutte sede a Mirafiori Sud, ad eccezione di una, in tre casi la produzione è relativa alla coltivazione di colture permanenti e in termini di dimensioni (numero di addetti), non occupano nessuna persona (se non 1, in un caso). Figura 19 – Superficie Agricola Utilizzata Fonte: elaborazione nostra da Anagrafe Agricola 2018 1.3.2 Le attività economiche legate al cibo Le attività economiche ascrivibili alla fase produttiva e appartenenti alle classi ATECO 2007 n° 1, 2, 3 (sezione A, ovvero, attività in larga parte corrispondenti a produzione agricola e allevamento, silvicoltura, pesca e acquacultura) con sede a Mirafiori Sud sono sei – su un totale di 335 presenti a Torino (figura 20). Da un punto di vista geografico, queste Figura 20 – attività economiche legate all’agricoltura Fonte: elaborazione nostra da dati di Camera di Commercio, anno 2018 imprese, di cui tre risultano essere società agricole e le restanti sono ATLANTE del CIBO 14
Proseguendo con l’analisi della filiera agro-alimentare, rispetto all’industria alimentare e delle bevande (attività manifatturiere C, rispettivamente ATECO 2007 n° 10 e 11), il territorio di Mirafiori Sud ospita venti realtà su un totale di 752 presenti a Torino (poco meno del 2 per cento dato il numero totale), la maggior parte delle quali ha sede legale nel quartiere. Tredici di queste realtà svolgono attività di produzione di prodotti da forno e farinacei, mentre nei due restanti casi l’attività è rivolta, rispettivamente, alla produzione di altri prodotti alimentari (es. pizze, piatti pronti etc.) e lavorazione, conservazione e produzione di carne. In merito alla tipologia di impresa, sette sono le attività assimilabili a impresa individuale, quattro sono “società in accomandita semplice”, due risultano essere “società a responsabilità limitata” e in un caso troviamo una “società in nome collettivo”. Come anticipato nell’introduzione, al fine di arricchire lo studio, saranno presentati, a partire dal box 1 nella pagina che segue, alcuni “incisi commerciali” relativi a interviste effettuate a piccoli commercianti di Mirafiori Sud. Questo con l’obiettivo, da una parte, di dare un “volto e una voce” a dei numeri, e dall’altra, al fine restituire la dinamica tra cibo, luogo e persone: come si declina l’appartenenza? Si è parte del luogo? Il luogo, ovvero Mirafiori Sud, quale legame ha con Torino? Che cosa c’entra il cibo in tutto questo? Figura 21 – industria alimentare e delle bevande Fonte: elaborazione nostra da dati di Camera di Commercio, anno 2018 ATLANTE del CIBO 15
Box 1 – “Incisi” commerciali di quartiere9 perché è nel quartiere, ma per ciò che produce. Cosa e dove? Da dove viene il cibo? E quanto costa? Prodotti italiani provenienti da fornitori con buon rapporto qualità- Pasticceria nel nucleo storico di Borgata Mirafiori. Si tratta di un’attività prezzo; scelta obbligata al fine di poter praticare al minuto, prezzi a gestione familiare che figura come attività economica ascrivibile all’ingrosso. all’industria alimentare. Al posto della pasticceria, un tempo, c’era una “storica” panetteria del quartiere. Chi? Aldo è titolare del negozio dal 1989; ha sempre fatto questo mestiere ed è subentrato, insieme al fratello, ai genitori nella gestione dell’esercizio che da laboratorio artigianale (“un tempo consegnavamo all’alba le brioches ai bar”) è diventato un negozio. Il titolare risiede in un comune della prima cintura. Chi è il cliente? Il cliente è abitudinario, ed è tanto l’abitante di Mirafiori Sud quanto una persona fidelizzata non della zona (“arrivano dappertutto”, spiega Aldo). L’esercizio pratica prezzi all’ingrosso per vendita al minuto, scelta – Aldo spiega – da ragioni commerciali. Non si pratica “credito”, se non in via del tutto eccezionale con persone fidate. Il negozio e il quartiere: quale relazione? Utilizzano i social media come strumento di marketing, e “attraverso il passaparola”, il negozio si distingue rispetto ad altri intervistati perché non si presenta come un esercizio di vicinato in senso stretto, bensì come un’attività commerciale che ha il proprio laboratorio a Mirafiori Sud, ma che si rivolge a una clientela eterogenea che lo frequenta non 9 Si è scelto, in accordo con le persone intervistate, di mantenere l’anonimato circa l’identità fisica degli stessi e giuridica dell’attività, optando, comunque, per l’utilizzo di pseudonimi. La scelta di attribuire dei nomi, individuati in modo assolutamente spontaneo, è da intendersi Figura 22 – Borgata Mirafiori come un atto di riconoscimento dell’umanità degli interlocutori, anche nel rispetto della Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani sofferenza che, in alcuni casi, è emersa in modo palpabile durante i dialoghi. Questa postilla, di natura metodologica, vuole enfatizzare come il commercio di prossimità abbia un “nome e un cognome” e che la pratica del commerciare sia l’effetto congiunto di una molteplicità di fattori (materiali, organizzativi, di know-how), tra cui il tratto soggettivo e affettivo di ognuno. ATLANTE del CIBO 16
Per quanto riguarda l’attività di somministrazione corrispondente a cooperativa sociale, Cooperativa Patchanka, gestore di un luogo di sezione 56 (Ristorazione e attività di ristorazione mobile), 77 sono circa ristoro, La Locanda nel Parco (cfr. scheda, p. 41). le attività economiche di Mirafiori Sud, in netta prevalenza dedicate alla ristorazione, in quattro casi di tipo ambulante (ATECO 2007 56.1)10. Queste realtà imprenditoriali rappresentano l’1,5 per cento del totale cittadino (4876). Interessante notare come, prendendo in considerazione l’ACE 86 che si sviluppa tra Corso Traiano a Nord, Via Onorato Vigliani a Sud, Corso Unione Sovietica a Ovest e Via Pio VII a Est, l’offerta ristorativa si incrementi in modo importante raggiungendo, se consideriamo tutta l’area, 107 attività economiche. Da un punto di vista geografico, questa categoria di imprese, come emerge da figura 19, risulta principalmente concentrata lungo l’asse di Corso Unione Sovietica, formando alcuni addensamenti nell’area di Via Plava e Via Negarville e, in modo maggiormente discontinuo, a Ovest di Via Artom, da Via Garrone fino a Via Onorato Vigliani. La zona maggiormente “scoperta” da questa tipologia di servizi risulta essere quella centrale, ovvero l’area che si sviluppa intorno agli assi di Strada delle Cacce e Strada Castello di Mirafiori. Infine, si rileva un micro-addensamento allo svincolo tra Corso Orbassano, Strada del Portone e Via Settembrini. Per quanto riguarda le attività economiche con sede a Mirafiori, gli addetti impiegati sono, in totale, 53 lavoratori indipendenti (senza vincolo di subordinazione) e 55 dipendenti (con vincoli di subordinazione). Tuttavia, alcune realtà presenti sul territorio attraverso unità locali – quali, per esempio, quelle attive nella fornitura di pasti preparati (ATECO 2007 56.2) – impiegano complessivamente un numero di addetti tale da farne delle medie imprese11. Infine, relativamente alla tipologia di impresa, in circa la metà dei casi si tratta di attività assimilabili a imprese individuali (41), 17 sono società a responsabilità limitata, 12 sono registrate come società in accomandita semplice e 7 risultano essere a nome collettivo. Unico è il caso di una Figura 23 – luoghi di ristoro Fonte: elaborazione nostra da dati di Camera di Commercio, anno 2018 10 Utilizzo il termine “circa” poiché, come si dirà rispetto alla fase di distribuzione, si registrano problematiche e discrepanze in termini di corrispondenza tra dati ufficiali e la realtà imprenditoriale effettivamente presente sul territorio. Tuttavia, rispetto alla fase relativa alla distribuzione – di cui si parlerà in seguito, la verifica puntuale “sul campo” conferma che le attività siano verosimilmente vicine o di poco superiori al dato rilevato da Camera di Commercio. 11 Nel 75 per cento dei casi, le attività economiche esaminate hanno registrato la propria sede legale a Mirafiori Sud, mentre nei casi restanti si tratta di unità locali. ATLANTE del CIBO 17
Box 2 – “Incisi” commerciali di quartiere “Questa è la vera periferia” (enfasi aggiunta). Rielaborando da Carlo Capello (2018), il dialogo con Alberto, permeato da sentimenti di dolore e senso di ingiustizia (in particolare rispetto a una fiscalità, nazionale e Cosa e dove? locale, raccontata come punitiva per i piccoli esercenti, soprattutto se “di Pasticceria storica con bar ubicata a Est di Via Artom (intervista, Alberto, periferia”), descrive un processo di squalificazione territoriale, di cui si titolare, giugno 2019). dirà meglio in seguito, che sta interessando alcune sezioni del quartiere. Chi? Si tratta di un’attività a gestione familiare e Alberto, nel settore della pasticceria da oltre 40 anni, ne è il titolare da 27 anni oltre che essere un abitante di Mirafiori Sud. Chi è l’acquirente? Esiste un nucleo di clienti fissi, perlopiù descritti come “amici”, residenti di zona. Alberto sottolinea la difficoltà economica che stanno attraversando – “meno male che ci sono loro, almeno facciamo due chiacchiere (enfasi aggiunta)” – paventando la possibilità di chiusura dell’attività entro l’anno in corso. Il negozio e il quartiere: quale relazione? “Questa zona è morta [enfasi]”. Il quartiere, in particolar modo la via dove è ubicata l’attività, è cambiato profondamente. Lo spostamento, seppur temporaneo, del mercato rionale di Piazza Bengasi ha impattato negativamente – secondo la sensibilità di Alberto –sui piccoli alimentari, già in sofferenza (per effetto dell’apertura, in aree immediatamente Figura 24 – Via Fratelli de Maistre. In lontananza, il grattacielo destinato a ospitare la adiacenti, di punti vendita GDO) e, indirettamente, sulla frequentazione sede della Regione Piemonte, progettato dall’architetto Fuksas. da parte di clienti del bar-pasticceria. Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani Da dove viene il cibo? E quanto costa? Le materie prime, poi trasformate, provengono da fornitori ubicati all’esterno di Mirafiori Sud, seppur siano localizzati in aree limitrofe al quartiere. I prezzi riflettono la disponibilità economica dell’area: per esempio, la pasticceria si vende a 18 €/Kg. Qual è la relazione con la città? ATLANTE del CIBO 18
Box 3 – “Incisi” commerciali di quartiere si rifornisce direttamente presso Docks Market di Nichelino (rivenditore all’ingrosso di alimentari) Cosa e dove? Nota bene Bar-tavola calda ubicato a Est di Via Artom, con vendita di alcuni “Proviamo a portare gente del centro in periferia” prodotti a lunga conservazione (es. passata di pomodoro, pasta, birra). Chi? Maria, titolare del negozio (di cui è proprietaria) dal febbraio 1983, aperto insieme al marito; risiede in Città Metropolitana di Torino. Non è un luogo di passaggio. Chi è il cliente? Si tratta di clienti residenti nell’area, principalmente persone anziane e in pensione. Non figura, per l’ubicazione che ha, come luogo di passaggio. Si fa, talvolta, credito. Il negozio e il quartiere: quale relazione? “Una volta si facevano 30-40 coperti al giorno; oggi, se va bene, ne facciamo 1 o 2”. La via, racconta la sig.ra Maria, offriva servizi ai residenti: panetteria, latteria, macelleria, giornalaio – per nominare alcune delle attività commerciali aperte e che, a partire dagli inizi degli anni 2000, sono cessate: a questo proposito, “mille lire sono passate a essere pari a un euro”, attribuendo all’entrata in circolazione della moneta unica europea, una causa alla base della riduzione del potere di acquisto12. Figura 25 – Via Millelire Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani Da dove viene il cibo? E quanto costa? Il prezzo del cibo riflette principalmente la qualità della merce; il negozio 12 È utile riportare questa parte relativa all’interpretazione e lettura fatta dagli intervistati rispetto alla condizione in cui si sentono di essere – che corrisponde a una condizione di impoverimento e squalificazione sociale – per questa ragione: al di là del fatto che sia vero o meno quanto sostiene l’intervistata rispetto all’euro, o alla crescente immigrazione (altra ricorrente argomentazione suggerita, da lei come altri, a spiegazione dei più svariati fatti), il reale delle persone – formato da convinzioni, esperienze, possibilità, immaginari – produce degli effetti politici. ATLANTE del CIBO 19
Box 4 – “Incisi” commerciali di quartiere Cosa e dove? Bar ubicato a Ovest di Via Artom, recentemente rilevato da Louise, la titolare. Chi? Nel settore della ristorazione e commercio alimentare da 30 anni, Louise risiede in Città Metropolitana di Torino e ha deciso, circa un mese e mezzo fa, di rilevare questo locale. Chi è il cliente? Non emerge in modo chiaro chi sia il cliente abituale perché la nuova gestione è subentrata, come detto, di recente e la titolare dichiara di aver incontrato molte difficoltà nell’avvio. Il negozio e il quartiere: quale relazione? “Non sopravvivrei con la gente del posto. Per ‘campare’ organizzo delle serate. È molto duro, e la gente che va al supermercato di fianco, passa ed è come se non ci fossimo”. Louise, non originaria né residente di Mirafiori Sud, lega la reticenza del pubblico al luogo fisico in cui si trova il bar (“è un centro commerciale un po’ in degrado che ora dovrebbe essere riqualificato con fondi privati“) oltre che a dinamiche proprie del quartiere, che a luoghi poco frequentati, ne alterna altri particolarmente vivi. Figura 26 – Strada delle Cacce Da dove viene il cibo? E quanto costa? Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani La provenienza del cibo è varia: il mercato di Via Pavese, quello di Crocetta (dove la titolare gestiva precedentemente un banco di formaggi e salumi), il vicino di casa che ha un orto, alcuni prodotti acquistati all’ingrosso fuori Torino, panettieri locali – nel tentativo di creare legami con altri commercianti del quartiere. Il prezzo riflette la qualità delle materie prime, ma sono anche pensati per fidelizzare il cliente. Non farebbe “credito” se non in casi del tutto eccezionali. ATLANTE del CIBO 20
Figura 27 – Paesaggi urbani del cibo: visuale da Strada del Portone Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani Infine, per quanto riguarda il commercio, le attività economiche sono 172 su un totale di 5782 luoghi di commercio sul territorio della città, di cui 130 con sede legale a Mirafiori Sud13. Il comparto, corrispondente a sezione G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio, ATECO 2007 n° 46 (commercio all’ingrosso) e 47 (commercio al dettaglio), mostra una concentrazione spaziale che segue un pattern simile alle attività economiche analizzate in precedenza (figura 23). Il paesaggio commerciale che ne risulta è discontinuo, frammentato e eterogeneo all’interno del quartiere (figura 28). Figura 28 – Attività commerciali Fonte: elaborazione nostra da dati CCIAA 2018 13 Ad eccezione di Equilibra Srl e delle unità locali (punti vendita) della GDO, le attività economiche appartenenti a questo comparto sono delle microimprese con un numero di addetti inferiore a 9, o singoli imprenditori. ATLANTE del CIBO 21
Bisogna, tuttavia, fare alcune precisazioni: l’insieme G include, come detto sopra, tutte le attività economiche operanti nel settore del commercio di alimenti. In altre parole, se è vero che si tratta di attività economiche, non necessariamente corrispondono a realtà presso le quali un consumatore può effettuare degli acquisti. Infatti, 24 delle 172 attività del comparto, corrispondono ad intermediari del commercio (46.1), la cui attività, si può supporre, generalmente non generi un effetto spaziale dal punto di vista dell’offerta alimentare del luogo. A questi 24, se ne aggiungo 25 che svolgono attività di commercio all’ingrosso, in tre casi di bevande e nei restanti di prodotti alimentari di vario tipo – dall’ortofrutta a prodotti caseari, da cereali e legumi a prodotti da forno. Oltre a questi, si aggiungono esercizi che commerciano, al dettaglio, generi di monopolio (tabaccherie; in totale 15) e le attività dedicate al commercio al dettaglio ambulante e fuori dai negozi (es. attraverso il web) (in totale, 32). Prendendo in considerazioni i soli luoghi di distribuzione del cibo, cioè quelli dove una persona fisica può acquistare prodotti alimentari, le attività economiche, inclusi i punti vendita della GDO sia i negozi di vicinato oltre che i mercati rionali dell’area, sono assai di meno. Come scrive Alessia Toldo nel contributo che segue questo studio, il tema dei food desert è oggi particolarmente dibattuto nella comunità scientifica e ha acquisito notevole rilevanza nell’ambito del policymaking. Il termine designa quelle aree urbane, tipicamente di grandi città, abitate da una popolazione con disponibilità economica ridotta, dove non è garantito accesso a cibo fresco, sano e nutriente (Shaw, 2006). L’enfasi, in questo caso, è posta sulla tipologia di cibo a cui si ha accesso entro una certa distanza dalla propria abitazione. SI tratta di un fenomeno, quello dei food desert, che appartiene a un contesto che non è il nostro14: il concetto è, infatti, nato per descrivere paesaggi urbani del cibo di grandi città nord-americane, con soglie generalmente proposte per valutare l’esistenza del fenomeno in un luogo abitato, che variano da un miglio (circa 1,6 km) a 300 metri o meno, in base al contesto. Tuttavia, uno studio di quartiere in questo senso si Figura 29 –Paesaggi urbani del cibo a Mirafiori Sud: 1) Carrefour chiuso in Via presta – in modo più semplice rispetto ad un’analisi a livello urbano – a Pavese 2) svincolo Corso Orbassano, Strada del Portone e Via Settembrini e nodo di transito in entrata e uscita della città una verifica precisa: esiste un fenomeno di desertificazione o di Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani 14 A questi limiti di natura geografica, si aggiungono critiche a un’analisi dell’accessibilità al cibo valutata in termini esclusivamente spaziali (cfr. Bedore, 2010, p. 1420). ATLANTE del CIBO 22
rarefazione? Se sì, come si qualifica? E, soprattutto, in che termini tali Analogamente a quanto proposto in precedenza e in linea con una fenomeni costituiscono un problema tanto in termini di accessibilità al valutazione dell’accessibilità che consideri non solo le aree verdi, ma cibo quanto di altra natura (es. sociale)? anche i servizi locali (sanitari, trasporto, istruzione, alimentari etc.) In base ai dati disponibili, verificati sul “campo” e quindi modificati se (ISPRA, 2009), un raggio di 300 metri è stato “proiettato” a partire da necessario, sono state selezionate esclusivamente quelle attività che ciascun luogo di commercio alimentare (figura 23). commerciano generi alimentari vari oppure che, per prossimità ad altre L’immagine restituita in figura 23 mostra un territorio caratterizzato da attività alimentari, vanno a formare un micro-agglomerato urbano dove è alcuni “nodi” commerciali (in prevalenza presso, Corso Unione Sovietica possibile acquistare ortofrutta, cereali e pasta, prodotti lattiero-caseari, e Via Onorato Vigliani). Osservando con attenzione, si nota anche che carne oltre che ad altri beni di prima necessità (pane, farina etc.)15, lungo l’asse di Strada delle Cacce emergono aree di desertificazione supponendo che una tale offerta –ovviamente mediata anche in base alimentare. Non solo: allargando lo sguardo su aree del quartiere che alle preferenze alimentari di ognuno– possa garantire una piena apparentemente, secondo il criterio valutativo adottato, non presentano accessibilità, almeno da un punto di vista spaziale, a una dieta nutriente particolari problematiche in questo specifico senso, si può argomentare e equilibrata. circa la presenza di un processo di rarefazione commerciale che si Da un punto di vista metodologico, si è proceduto nel seguente modo: sono state escluse dal computo delle attività commerciali, i codici inserisce in, rafforzandole, situazioni di degrado urbanistico. ATECO 47.26 corrispondenti agli esercizi che commerciano, al dettaglio, generi di monopolio (tabaccherie; in totale 15) e i codici ATECO 47.81 e 47.9 corrispondenti al commercio al dettaglio ambulante e fuori dai negozi (es. attraverso il web) (in totale, 32). Proceduto con questa selezione, sono risultati 70 luoghi di commercio al dettaglio alimentare. In seguito, è stata verificata l’operatività di queste attività (in altre parole, sono effettivamente aperti questi negozi?) e, a seguito di un sopralluogo sul territorio, sono state aggiunte quelle che non figuravano nel database16. Inoltre, al fine di restituire una rappresentazione verosimile del paesaggio del cibo di Mirafiori Sud (in altre parole, se fossi un abitante del quartiere, dove posso andare a fare la spesa?), sono state inserite le aree mercatali. Fatte queste modifiche e verifiche, la rappresentazione dell’offerta alimentare, ora ricondotta a 56 attività, cambia in modo radicale. 15 L’inclusione o esclusione dell’attività è stata fatta rispetto al paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo di Istat, nello specifico con riguardo ai “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (cfr. https://www.istat.it/it/archivio/226761, ultimo accesso 23 giugno 2019). Seguendo questo criterio metodologico, è stato escluso dal computo un esercizio commerciale di vini sfusi e sono state, invece, considerate le pasticcerie. È verosimile che alcune delle attività economiche prese in considerazione sono registrate nel novero delle Figura 30 – Centro Commerciale 13: ospita, ad oggi, una farmacia, un superette, un imprese attive nel comparto delle industrie alimentari (codice ATECO 10) o ristorazione (codice bar, un negozio di abbigliamento. Gli altri sono spazi vuoti. ATECO 56). 16 Sono state aggiunte 12 attività commerciali, mentre 34 sono state eliminate dalla selezione Fonte: elaborazione nostra delle 70 ottenuta a partire dai dati di Camera di Commercio (2018) relativi ai codici ATECO 46 e 47. ATLANTE del CIBO 23
Figura 32 – Accessibilità a luoghi di acquisto di beni alimentari Fonte: elaborazione nostra Figura 31 – Luoghi di acquisto di beni alimentari Fonte: elaborazione nostra ATLANTE del CIBO 24
Figura 33 – Accessibilità a luoghi di acquisto di beni alimentari - GDO Fonte: elaborazione nostra ATLANTE del CIBO 25
Box 5 – “Incisi” commerciali di quartiere proprietà del titolare, non riflettono esclusivamente il potere d’acquisto della popolazione residente in quest’area. Cosa e dove? Superette di una catena GDO, ubicato a Est di Corso Unione Sovietica, Centro Commerciale 13 (intervista telefonica, responsabile del punto vendita, giugno 2019). Chi? Viola, la responsabile del punto vendita dal 2016, già residente nel quartiere, con esperienza professionale maturata nel settore vendite di circa trent’anni. Chi è l’acquirente? Il luogo di commercio si rivolge principalmente ad un’utenza locale composta da abitanti dell’area, in prevalenza persone anziane, oltre che ad alcuni clienti impiegati presso gli uffici di zona. La tipologia di spesa può essere quotidiana (in genere, le persone anziane) o settimanale (in genere, individui o nuclei familiari che lavorano), in base all’acquirente. Non figura, per l’ubicazione che ha, come luogo di passaggio. Figura 34 – Centro commerciale 13 nei pressi di Via Farinelli Il negozio e il quartiere: quale relazione? Fonte: fotografia di Piergiorgio Schiani Nonostante faccia parte di una catena GDO, l’esercizio commerciale è percepito –secondo il responsabile– come negozio di prossimità dove persiste una dimensione umana e personale legata alla pratica di acquisto. Tuttavia, la superette è l’ultimo esercizio di vicinato presente presso il Centro Commerciale 13 ed è testimone di un cambiamento, descritto in senso negativo, che dagli anni 2000 ha interessato il complesso commerciale dove in passato si trovavano numerose attività, tra cui una gastronomia e un verduriere, mentre oggi è sostanzialmente uno spazio vuoto all’aperto. Da dove viene il cibo? E quanto costa? L’offerta è determinata dal titolare della catena, e non già dal singolo responsabile di negozio il quale non ha alcun potere decisionale in merito. Per questa ragione, i prezzi, uguali per ogni punto vendita di ATLANTE del CIBO 26
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