ORGANO UFFICIALE F.E.I - Federazione Erboristi ...
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Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1 PUBBLICAZIONE BIMESTRALE Anno XVIII - n. 1 Gennaio - Febbraio 2017 ORGANO UFFICIALE F.E.I.
F.E.I. PHYTO Journal 5 Editoriale Il Decreto di Capo....Danno Storia, Scienza e Tecnica delle Piante Officinali Sommario Anno XVIII - n. 1 gennaio - febbraio 2017 Periodico bimestrale a carattere Sindacale, Culturale, Tecnico e Scientifico Organo ufficiale della F.E.I. Federazione Erboristi Italiani Palazzo Confcommercio P.zza G.G. Belli, 2 - 00153 Roma Tel. 06 55280704 - 06 5866345 Fax 06 90285589 - 06 5812750 feiconfcommercio@gmail.com fei@confcommercio.it www.feierboristi.org Editore Phytostudio srl Via I. Vivanti, 157 - 00144 Roma Tel. 06.55280704 info@phytojournal.org - phytostudio@alice.it Direttore Responsabile 8 Jardí Botànic de València Angelo Di Muzio Vice Direttore Responsabile Roberto Di Muzio, Maurizio Gai Viaggio studio alla scoperta del più antico Segreteria di Redazione Orto Botanico di Spagna Sergio Cassone Coordinamento tecnico-editoriale Maurizio Gai Comitato di Redazione Letizia Casoni, Gabriella Cavallo, Angelo Di Muzio, Maurizio Gai, Loredana Torti, Alberto Virgilio Comitato Scientifico Gabriella Cavallo, Angelo Di Muzio, Andrea Fabbri, Anja Latini, Marcello Nicoletti Rita Pecorari, Maurizio Pedrazzini, Gabriele Peroni, Biagio Tinghino, Attilio Virgilio Traduzioni e consulenza Letizia Casoni Grafica Daniele Di Muzio Fotolito e stampa VAL PRINTING srl Pubblicità Phytostudio srl Via I. Vivanti, 157 - 00144 Roma PR - MKT Maurizio Gai - Tel. 3381902550 Registrazione al Tribunale di Roma n. 341/1999 del 21/7/1999 Finito di stampare nel mese di Febbraio 2017 Gli articoli e le note firmati, (da collaboratori esterni o ottenuti previa autorizzazione) esprimono soltanto l’opinione dell’autore e non impegnano la Federazione Erboristi Italiani e/o la redazione del periodico. L’ Editore declina ogni responsabilità per possibili errori od omissioni, 24 nonchè per eventuali danni derivanti dall’uso dell’informazione e dei messaggi pubblicitari contenuti nella rivista. Foto di copertina: Brachychiton bidwillii Hook.(ADM©) Premio F.E.I. 2016 Tesi di Laurea 2016 n. 1 gennaio - febbraio 2017 3
Dalla ricerca Bios Line FERRO A ELEVATO ASSORBIMENTO ALTA BIODISPONIBILITÀ SENZA DISTURBI GASTRICI FERROTRE RETARD 30mg 3 fonti di ferro organico 3 tempi di rilascio per un assorbimento ottimale Compresse gastroresistenti ad alta tollerabilità gastrica con Acido Folico, Beta Carotene, vitamine B12 e C per favorire l’assorbimento del ferro SENZA SENZA ADATTO A GLUTINE LATTOSIO VEGANI 30 compresse | 19,00 euro biosline.com
Editoriale Il Decreto di Capo….Danno Editoriale Dott. Angelo Di Muzio Direttore Responsabile Presidente Nazionale F.E.I. - Confcommercio Il giorno 22 dicembre 2016 a tre giorni dal San- dimento cautelativo urgente che dispone il divieto di to Natale, al Ministero della salute hanno pensato prescrizione da parte dei medici e di allestimento, da di confezionare un Decreto, pubblicato in G.U. il 2 parte dei farmacisti, di preparazioni magistrali conte- gennaio, dal titolo piuttosto tecnico ma che a ben nenti i seguenti principi attivi, a scopo dimagrante, guardare ha gettato scompiglio e preoccupazione in in quanto ritenuti pericolosi per la salute pubblica. ambito sanitario. Si tratta di: “Divieto di prescrizione di preparazioni magistra- li contenenti il principio attivo sertralina ed altri” sertralina, buspirone, acido ursodesossicolico, pan- creatina f.u. IX ed., 5-idrossitriptofano, tè verde Oggetto sibillino, cosa si nasconderà in quel non meglio e.s., caffeina, citrus aurantium e.s. sinefrina, fu- identificato “altri”? cus e.s. iodio totale, tarassaco e.s.inulina, aloe e.s. titolato, boldo e.s. boldina, pilosella e.s. vi- In pratica il Ministero della sa- tex., teobromina, guaranà lute sentito e confortato da- e.s. caffeina, rabarbaro e.s. gli illustri pareri dell’AIFA – e reina, finocchio e.s., casca- dell’ISS, viste le disposizioni ra e.s. cascarosidi, 1-(be- vigenti in materia di prescrizio- ta-idrossipropil) teobromina, ni magistrali e nella possibilità acidodeidrocolico, bromelina, che il Ministro della salute può caffeina, cromo, d-fenilala- vietare l’utilizzazione di medi- nina, deanolo-p-acetamido cinali, anche preparati in far- benzoato, fenilefrina, fucus macia, ritenuti pericolosi per la vesciculosus estratto secco, salute pubblica e visti i prece- L-(3acetiltio2(S)metilpropio- denti decreti in cui si vietavano nil)-L-propil-L-fenilalanina, tutta una serie di preparazioni senna, spironolattone, teobro- magistrali a base di fenilpro- mina, L-tiroxina, triiiodotiro- panolamina/norefedrina, pseu- nina, zonisamide, naltrexone, doefedrina, triac, clorazepato, oxedrina, fluvoxamina, idros- fluoxetina, furosemide, metfor- sizina, inositolo, L-carnosina, mina, bupropione, topiramato slendesta. ed efedrina, e la nota dell’8 luglio 2016, con cui la Direzione generale dei disposi- Un bel minestrone, non c’è che dire. Pur non entran- tivi medici e del servizio farmaceutico, a seguito di se- do al momento in merito dell’opportunità di tale atto gnalazione del Comando Carabinieri per la tutela della normativo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 1 del salute (segnalazione più che opportuna), ha chiesto 2 gennaio 2017, quello che subito si nota è l’accorpa- all’Agenzia italiana del farmaco – AIFA e all’Istituto mento di diverse molecole attive a livello farmacologico Superiore di Sanità un parere tecnico – scientifico in con estratti di origine vegetale e sostanze normalmen- merito alla pericolosità di alcuni principi attivi, anche in te utilizzate anche in preparati alimentari come gli in- associazione tra loro, utilizzati per preparazioni ma- tegratori alimentari. gistrali a scopo dimagrante. Ma prima di proseguire vorrei qui riportare quan- Nella richiesta di parere, tra molecole farmacologica- to pubblicato nel lontano aprile 1987, sul mensile “Il mente attive sono stati inseriti tutta una serie di de- Mercurio” realizzato dall’ A.N.E.P.O. – Associazione Na- rivati vegetali, identificati con terminologia botanica zionale Erboristi Piante Officinali, inviato agli erboristi scorretta a dir poco, che per farla breve, dopo gli “ap- associati alla storica associazione di categoria da parte profondimenti” del caso hanno determinato il Ministro della quale, dopo la fusione con la Federerbe di Milano, ad emanare, a tutela della salute pubblica, un provve- nacque la F.E.I. n. 1 gennaio - febbraio 2017 5
Editoriale “PILLOLE MIRACOLOSE” PER DIMAGRIRE lano rapidamente, il paziente non ha fame, la bilancia scende e poco importa se si perdono litri d’acqua (con “Un triste fatto di cronaca ha contribuito, nel marzo i diuretici) o chili di tessuto (con gli estratti tiroidei) in- scorso, ad agitare il poco calmo mondo dell’Erboristeria. vece che di grasso. Non solo, ma i rischi che si corrono con l’uso sconsiderato di tali preparati non sono pochi…. A Roma una signora di 43 anni che da oltre un anno era Per non parlare, poi, della cosiddetta “farmaco dipen- in cura per una forma di obesità, è deceduta in seguito denza”. In questo senso il paziente non ha scelta. O all’assunzione di farmaci a tale scopo prescrittigli. continua a prendere le pillole per restare magro, oppure le sospende ed ingrassa di nuovo …. E di dieta? Con tali I giornali romani hanno dato ampio risalto alla vicenda terapie, quasi non se ne parla. Consigli generici (nien- e, in un primo momento, avevano diffuso la notizia che te pasta, niente pane, carne a volontà, ecc.) e invece il prodotto era stato prescritto da un medico ed era sta- molte pillole. E così al posto di un serio programma di to preparato in Erboristeria. educazione alimentare e di vita, la pillola “antigrasso” diventa la vera e unica protagonista della cura dima- Ovviamente, come ANEPO, ci siamo preoccupati subi- grante… cercare di risolvere tutto con una semplice to di controllare la veridicità di tali affermazioni e, una “manciata” di pasticche, non è solo un controsenso, ma volta appurato che il prodotto era stato acquistato in significa anche aver capito poco o nulla di quello com- farmacia, abbiamo immediatamente preso posizione. plesso fenomeno sociale che è ormai diventata l’obesi- Sottolineando che da anni denunciamo questi attentati tà, malattia, quest’ultima, che solo un serio programma alla salute, e che le poche sostanze vegetali associa- dietetico e di vita può riuscire a sconfiggere”. te a tali “diete” hanno esclusivamente una funzione di contorno, abbiamo ribadito che prodotti chimici, come Non ci rimane altro da aggiungere se non mettere in quelli presumibilmente usati dalla signora deceduta guardia tutti gli erboristi da quei prodotti che, spesso non possono essere venduti in Erboristeria trattandosi spacciati per naturali, di naturale mantengono ben poco”. di veri e propri medicinali preparati da farmacisti e pre- scritti dal medico. Che aggiunger di altro? La situazione negli anni non è però cambiata, si sono susseguiti da parte del Ministero Detto questo, è forse il caso di puntualizzare che se una vari decreti che hanno vietato diverse sostanze anores- pillola contro l’obesità rappresenta il sogno cullato da sizzanti, ma il fenomeno delle pillole o delle soluzioni chi, in eccesso di peso, vorrebbe vedere risolti i proble- “dimagranti” è continuato fino ai giorni nostri. Inserire mi il più rapidamente possibile e senza grossi sacrifici, un derivato vegetale in queste preparazioni che sono l’uso di questi farmaci è quasi sempre eccessivo e scon- dei veri e propri farmaci non serve altro che a spacciare siderato ed alla fine i rischi che il paziente corre sono per “naturali” , “vegetali” e “innocue” delle vere bombe senza dubbio superiori ai reali benefici. chimiche che in tutti questi anni hanno causato altri decessi e gravi patologie nei malcapitati pazienti. Ora che poi accanto ai normali farmaci prodotti dall’in- dustria ci sono anche altri preparati, cosiddetti “artigia- A chi attribuire queste responsabilità? Non certo agli nali”, etichettati e proposti da medici poco scrupolosi erboristi, non certo agli estratti vegetali indicati dal come “naturali” od “ a base di erbe”, il rischio che si nuovo Decreto che di pericoloso non hanno proprio corre è doppio in quanto il paziente è, spesso, convinto un bel nulla, essendo utilizzati a livello tradizionale da di assumere un prodotto che non ha effetti collaterali. sempre. Eppure tira un’aria strana. Le categorie che Un’analisi svolta dall’Istituto Farmacologico Mario Negri hanno determinato, questo giusto atto normativo, ora di Milano, che ha voluto verificare il contenuto di tali si ribellano, e nel difendersi attaccano, tentando di tra- preparati, ha dimostrato che al posto di “innocue erbe”, scinare nel pantano anche gli Erboristi e gli integratori le capsule miracolose contengono anfetamine, fenfluo- alimentari, i primi perché utilizzano le piante indicate ramina, estratti tiroidei, lassativi, diuretici, metformina nel decreto, i secondi perché contengono al loro interno e, per finire, dei comuni tranquillanti. estratti citati dal decreto stesso. Come si vede, veri e propri “intrugli” di farmaci, che rap- Lo status giuridico di medicinale o di alimento si acqui- presentano per il paziente una specie di “mina vagante” sisce con la destinazione d’uso, infatti abbiamo inte- che può deflagrare da un momento all’altro con conse- gratori alimentari con 600 mg di acetilcisteina, lo stes- guenze tragiche come nel caso della signora di Roma. so dosaggio di principio attivo contenuto in Fluimucil 600mg, o monacolina 10 mg come nei farmaci antico- In un articolo apparso sul n.3 dell’INFORMATORE COOP lesterolo, o integratori contenenti piante officinali pre- di Firenze, il Dott. Francesco Morelli, specialista in Die- senti anche in specialità medicinali, e le preparazioni tologia e Diabetologia, scrive: “…con questi metodi, il magistrali indicate nel Decreto sono classificate esat- risultato è , almeno inizialmente, assicurato. I chili ca- tamente come medicinali a seguito della loro specifica 6 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Editoriale destinazione d’uso. per gli erboristi! Ma probabilmente è utile e necessario ricordare a questi Il Decreto parla chiaramente di “preparazioni magi- signori che alcuni comportamenti attuati da appartenenti strali” veri e propri medicinali prescritti dal medico e alle loro categorie hanno portato le istituzioni a fare “di preparati dal farmacista. Gli erboristi, è bene ricordarlo tutt’erba un fascio” emanando un decreto irrazionale da con precisione, visto che da sempre sono state boicot- un certo punto di vista, ma con un fondo di verità anche tate tutte le proposte di legge volte a conferire lo status se scritto tecnicamente in modo non corretto e da perso- di prodotti erboristici alle nostre piante officinali, trat- nale non proprio esperto nel settore delle sostanze e pre- tano prodotti alimentari, come gli integratori e le stesse parati vegetali. Questo però non toglie nulla alla portata piante officinali che sono presenti nella lista delle piante del decreto che intende tutelare i pazienti da professioni- ammesse dal Ministero della salute e nella lista Belfrit ed sti incauti e sprovveduti che tanti danni hanno causato: utilizzate a scopo fisiologico e salutistico non solo in Italia medici senza scrupoli prescrittori di medicinali pericolosi ma in tutt’Europa e nel mondo. per la salute, che determinavano un dimagrimento rapi- do, come rapido è il passaparola tra i pazienti con tutto Gli erboristi NON vendono e NON preparano “galenici quello che ne comporta dal punto di vista economico. magistrali”, non sono di nostra pertinenza e come dire….. D’altro canto farmacisti preparatori che invece di richia- chi è causa del suo mal pianga se stesso. Ai medici e mare o quanto meno informare il medico dell’incongruità ai farmacisti diciamo: il problema è vostro e voi dovete di certe prescrizioni chiudevano gli occhi e preparavano il risolverlo. mix di medicinali, anoressizzanti e quant’altro ed estratti vegetali, da vendere all’inconsapevole paziente convinto Non tentate però di trascinavi dietro anche la nostra ca- nella stragrande maggioranza delle volte di assumere un tegoria. Il nostro silenzio non è indice di inattività, stiamo prodotto innocuo, un prodotto naturale. monitorando la situazione dal primo giorno d’emanazio- ne del Decreto e siamo in contatto con i nostri referenti Ed ora che il Ministero prova a metterci una toppa con ministeriali. I nostri uffici legali sono pronti a contrastare questo poco felice decreto si lamentano perché la loro qualsiasi atto che possa determinare danni professionali professionalità è stata messa in discussione! ed economici alle nostre attività ed alle aziende rappre- sentate. Ma non solo, in un comunicato stampa del 5 gennaio, la Presidente dei Giovani Farmacisti, si permette di fare la Non inizierà una nuova caccia alle streghe, non vogliamo seguente affermazione: “Da sempre la Galenica, con le tornare ai tempi della famigerata circolare Aniasi, per la sue preparazioni, è attività preminente che contraddistin- quale tanti colleghi in tempi passati hanno pagato ingiu- gue la professione di farmacista. È giusta e doverosa, per stamente. la tutela della salute pubblica, la vigilanza sulle prepara- zioni galeniche; risulta però davvero paradossale il divieto Gli Erboristi sono una categoria responsabile, professio- di preparazione quando si tratta di principi attivi comuni nalmente preparata che non accetterà prevaricazioni di facilmente reperibili sullo scaffale del supermercato od sorta, rispettiamo gli operatori sanitari seri, che purtrop- in erboristeria, dove peraltro non c’è nessuna figu- po per colpa di alcuni si sono ritrovati a gestire questa ra professionale a controllarne la distribuzione ed il poco piacevole situazione non determinata dal nostro la- consumo. Diversamente in farmacia il controllo re- voro, né dalle piante officinali ma dall’ ”imperizia”, se così strittivo, come le Norme di Buona Preparazione, ga- si può dire di alcuni di loro. Ci attendiamo da parte del rantiranno sempre qualità e sicurezza del prodotto”. Ministero una soluzione giusta e coerente per tutti: un ri- tiro degli estratti di piante officinali appartenenti alla lista E verrebbe da dire, …alla faccia! Belfrit dall’elenco dei principi attivi indicati nel decreto come potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, Il Decreto del 22 dicembre, non è stato mica emanato visto che non lo sono in alcun tipo di preparazione. n. 1 gennaio - febbraio 2017 7
Jardí Botànic de València Viaggio studio alla scoperta del più Jardí Botànic de València antico Orto Botanico di Spagna Dott. Angelo Di Muzio Presidente Nazionale F.E.I. - Confcommercio Anche quest’anno, nell’ambito delle Torretes, nel territorio di Alicante, e devo dire che anche quest’anno iniziative culturali che la FEI costan- di particolare interesse per le piante l’organizzazione ha funzionato dav- temente propone agli erboristi dal officinali e la bio –diversità, e all’oa- vero bene. Si tratta di momenti che 23 al 27 giugno è stato realizzato il si ecologica di Cullera dove abbiamo rappresentano un’opportunità per i “viaggio – studio” che ci ha porta- potuto visitare un Giardino Botanico nostri Soci ma anche per gli studenti to in Spagna alla scoperta dell’Or- eccezionale ricco di oltre 2.500 spe- ed i laureati in Scienze e Tecnologie to Botanico di Valencia, di quello di cie vegetali: palme, cactus, ence- Erboristiche, per accrescere la loro phalartos e cicadaceae. conoscenza e visitare luoghi, labora- tori, centri di ricerche che altrimenti A Valencia, abbiamo avuto senza particolari permessi sarebbero la fortuna di rapportarci con impossibili da visitare, il tutto attra- professori universitari che verso un percorso logico, direi “si- ci hanno guidato nel nostro stematico” sotto la guida dei nostri percorso scientifico di istru- referenti locali. zione con un’ospitalità ed una passione non comuni. Il 24 giugno tutto il gruppo FEI da- I viaggi – studio che la FEI vanti all’ingresso dell’Orto Botanico annualmente propone, non di Valencia, in Calle de Quart 80, ad nascono dal nulla ma sono attenderci la Prof.ssa Prof.ssa Isabel frutto di una preparazione e Martinez – Solis del Gruppo di Ricer- di contatti meticolosi che si ca sulle Piante Officinali, che sarà la svolgono con i referenti loca- nostra guida principale al Giardino li durante l’anno precedente Botanico sotto il profilo storico, ar- per cercare di organizzare le chitettonico e soprattutto scientifico. visite nel migliore dei modi In seguito ci affiderà a suoi colleghi 8 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València Semplici risalente al XVI secolo fu rali per il pubblico e gli studenti di creato dall’Università di Valencia per ogni ordine e grado. l’insegnamento del riconoscimento e l’uso delle piante medicinali ai futuri L’Origine: l’Orto dei Semplici medici. I primi orti dei semplici sorsero in Storia Italia nel Rinascimento, concepiti come complementi pratici per gli stu- L’Orto Botanico dell’Università di Va- denti di medicina. Le origini dell’Or- lencia fu fondato nel 1567. Per circa to Botanico di Valencia risalgono al 200 anni fu adibito alla coltivazione di 1567, quando i magistrati della cit- piante medicinali (orto dei semplici) tà incaricarono il Prof. Joan Plaça ad uso della facoltà di Medicina ma all’insegnamento della Botanica e gli nel corso degli anni fu spostato in di- commissionarono la creazione di un verse postazioni nella città di Valen- giardino di piante medicinali da uti- cia. Solo nel 1802 fu definitivamente lizzare per la spiegazione dei sempli- collocato nella posizione attuale in ci agli studenti di medicina. Nessuno Huerto de Tramoyeres, fuori le mura sa per quanto tempo questo orto dei della città, in prossimità del conven- semplici svolse la sua funzione, ma, to di San Sebastian e nei pressi della ancora una volta, nel 1631 docenti Torres de Quart. di medicina e di farmacia chiesero la possibilità di coltivare piante medici- nali da spiegare agli studenti. Due anni più tardi, furono affittati due terreni, alla periferia di Valencia, vicino al convento di Sant Julià per coltivare le erbe medicinali ad uso del professore Melchor de Villena. Nel 1684, un altro cattedratico, il Prof. Gaudenci Senach, ricevette l’in- per le visite all’Erbario, alla Biblio- carico reale di costituirne uno nuovo. teca, ai Laboratori di Ricerca e alla In questa occasione fu acquistato un Banca del Germoplasma. Per conclu- locale nella parrocchia di San Loren- dere con un mini – convegno corre- zo per impartire le lezioni e affitta- dato da ampia documentazione per to il giardino accanto. Ma all’inizio illustrarci le numerose attività di stu- del secolo XVII, ancora mancava un dio e di ricerca che si svolgono pres- giardino botanico pienamente utiliz- so l’Orto Botanico di Valencia. Per tutto il XIX secolo furono fatte zabile benché ne fosse richiesta la esperienze di acclimatazione di pian- presenza anche nell’Atto Costitutivo Introduzione te di interesse agrario e impartite dell’Università di Valencia del 1733. lezioni di botanica agli studenti, ma Come tutti gli Orti Botanici anche durante il XX secolo l’orto botanico Il progetto incompiuto: il Giardi- quello di Valencia rappresenta un subì un lungo periodo di abbandono no di Abereda “museo vivente”. Uno spazio univer- fino a quando, nel 1987, l’Università sitario aperto al pubblico situato al di Valencia avviò un processo globale Nel corso del XVIII secolo durante il centro della città con il compito di di restauro che si concluse nel 2000. regno di Carlo III e a seguito delle diffondere la conoscenza del mon- spedizioni botaniche in terre scono- do vegetale, promuoverne lo studio, Attualmente le attività dell’Orto Bo- sciute, la scoperta di nuove piante, l’insegnamento, la diffusione e la tanico sono finalizzate allo studio il crescente interesse per lo sviluppo conservazione oltre al suo uso soste- della diversità vegetale, alla conser- delle scienze naturali e l’agricoltura nibile. Un patrimonio di piante viven- vazione di specie rare, endemiche o ci fu un notevole cambio di orienta- ti coltivate nel corso degli ultimi due minacciate della flora mediterranea mento relativamente alla costituzio- secoli comprendente anche gli alberi e alla conservazione dei loro habitat ne degli orti botanici, non solo luoghi monumentali e un notevole patri- naturali. Al suo interno si svolgono di studio per l’utilizzo delle piante monio architettonico. Quest’Orto dei importanti eventi educativi e cultu- medicinali, ma bensì luoghi proget- n. 1 gennaio - febbraio 2017 9
Jardí Botànic de València tati con lo scopo di crescita e con- progetto di Antoni Josep Cavanilles. servazione e di studio per tutti i tipi Per due anni furono trasferite piante di piante, non solo quindi per gli usi dall’Albereda e dal giardino dell’ar- medici. civescovato di Puçol, si costruirono strutture ed edifici e si acquistarono Il Rettore Demetrio Lorés fece la libri e materiali. proposta di istallare un nuovo giardi- no botanico adatto allo scopo all’Al- Nel 1805 fu nominato direttore del bereda nel 1757, ma tale proposta fu nuovo giardino botanico Vicente Al- accettata solo tre decenni più tardi. fonso Lorente, che istituì la Scuola Botanica organizzata secondo il me- Nel 1787, il Rettore Vicent Blasco todo sessuale di Linneo. Il Giardino preparò un’ampia documentazione venne inaugurato nel 1806 iniziando nella quale illustrava i motivi e l’im- la sua attività scientifica e di inse- portanza di dotare l’Università di un gnamento. Purtroppo però le attività moderno giardino botanico. La Reale e lo sviluppo del Giardino subirono Società Economica degli Amici della una battuta d’arresto con l’ingresso Endlicher, pubblicando nel 1856 un Città di Valencia sostenne fortemen- nella città delle truppe napoleoniche catalogo delle piante menzionate te la sua creazione e alla fine del se- nel 1811. Il Prof. Lorente imprigio- nella stessa. colo, la città di Valencia cedette i ter- nato e condannato a morte, fu salva- reni de l’Albereda. Purtroppo però, to solo grazie all’intervento di Leon Nel 1845, approfittando della riforma il progetto non fu mai realizzato a Dufour, un medico e naturalista che dei piani di studio, il cosiddetto Piano causa di disaccordi nella gestione del accompagnava le truppe straniere. Pidal, fece costruire una serra in le- giardino tra la Reale Società Econo- Con il ritiro dell’invasore Josep Pau- gno lunga trenta metri e alta cinque mica degli Amici della Città di Valen- lì assunse la direzione, però il vero oltre ad una serra ombreggiata di cia e l’Università oltre alla presunta processo di recupero non si avviò se circa 800 metri quadrati, con 44 co- non ottimale qualità del terreno ce- non sotto la direzione del Prof. Jo- lonne in legno e copertura vegetale. duto e alle proteste dei cittadini che sep Pizcueta Donday. Durante que- preferivano sfruttare questo luogo Nel 1859 fu nominato rettore dell’U- per attività ricreative. niversità di Valencia incarico che oc- cupò fino al 1867 occupandosi tra L’ubicazione definitiva: l’Hort de l’altro della riorganizzazione del Ga- Tramoiers binetto di Storia Naturale. Pizcueta fece ampliare il Giardino Bo- tanico fino alle dimensioni attuali e oltre ad altre opere avviò, nel 1860, la costruzione della serra tropicale, realizzata interamente da aziende spagnole e terminata nei primi mesi del 1862. Ha anche dotato il Giardino di ampio erbario e di una biblioteca. Aiutato da Felix Robillard, formato al Jardin des Plantes di Parigi, ha mo- dernizzato la Scuola Botanica, ordi- nandola secondo il metodo naturale sto periodo il Giardino raggiunse l’a- di Endlicher. pice della sua storia, le collezioni di piante aumentano notevolmente e Si interessò inoltre alla coltivazione furono costruiti nuovi impianti per la di piante tintorie e alla coltivazione coltivazione. dello zafferano bastardo (Carthamus All’inizio del 1802, il Rettore Vicente tinctorius L.) e lasciò l’opera Enume- Blasco commissionò a Francisco Gil Il Prof. Josep Pizcueta Donday rior- ratio Plantarum Horti Botanici Valen- la progettazione del Giardino Botani- ganizzò l’Orto Botanico seguendo le tini (1856) nella quale raccolse la li- co presso l’Orto di Tramoieres, con il idee esposte nell’opera Plantarum sta di oltre 6.000 specie vegetali che consiglio e la partecipazione attiva al Generi (1836-1850) di Stephan L. sono normalmente coltivate. 10 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València I successivi direttori del giardino in Le prime azioni intraprese da Doca- Il restauro è stato effettuato in due quel che resta del secolo furono, vo si incentrarono sul recupero degli fasi, la prima (1989-1991) volta a Rafael Cisternas (1867-1876), José edifici al fine di riattivare la biblio- recuperare l’area coperta da giardi- Arévalo Baca (1876-1888) e Educard teca, l’erbario e le serre fortemente ni, inclusi il ripristino degli edifici e Boscà (1888-1913). Sotto la direzio- danneggiate, gli ingenti danni non aumentando le collezioni di piante. ne del secondo si ampliò il Giardino risparmiarono neanche i grandi al- Nuove collezioni sono state allog- per lo sviluppo delle coltivazioni agri- beri monumentali. Per ripristinare i giate nelle serre (orchidee, brome- cole e furono costruite la serra e lo luoghi, sistemare le serre e le aree liaceae, succulente, piante tropicali stagno. Con Boscà fu realizzata l’ulti- di coltivazione fu incaricato il giar- e carnivore) e rese fruibili al pubbli- ma grande costruzione del Giardino: diniere e paesaggista Joan Pañella co. Inoltre, la Scuola di Botanica fu la serra ombrario. che si occupò anche dell’installa- organizzata in linea con i moderni zione di un giardi- concetti di sistematica. Il 12 giugno no tropicale e della 1991 il Giardino Botanico fu aper- creazione di un’a- to al pubblico. Per Il giardino iniziò rea esclusiva dove quindi una nuova epoca di divulga- mettere a dimora le zione scientifica, attività didattiche, piante grasse. di ricerca, di conservazione biologica oltre a tutte le attività culturali. Sotto la direzione del Direttore Docavo La seconda fase del processo di ri- nel Giardino botani- strutturazione ha comportato la co- co riprese l’attività struzione dell’edificio di ricerca, che di insegnamento; è stato inaugurato il 18 maggio 2000 in primo luogo con sotto la direzione di Antoni Aguilel- le lezioni pratiche di la avviando l’inizio di una nuova era Il ventesimo secolo: declino e ri- Botanica, per la Facoltà di Scienze e in cui scienza, cultura e natura sono nascita successivamente per quelle di Biolo- diventati i tre pilastri del nuovo giar- gia e Farmacia. dino del XXI secolo. Il Giardino subisce una serie eventi storici che si svolgono durante la pri- Architettura ma metà del XX secolo: le guerre co- loniali, la guerra civile (1935 – 1939) Quando l’Università ac- e l’alluvione del 14 ottobre 1957 che quisì la gestione del Giar- determinò la famosa piena del fiume dino Botanico di Tramoie- Tùria, conosciuta come Gran riada res situato in questo luogo de Valencia, che con una portata di ormai da oltre 200 anni, 3.700 m³/s inondò gran parte della iniziarono i lavori per il mi- città di Valencia provocando il caos glioramento della coltiva- tra la popolazione. zione delle piante presen- ti e per l’adeguamento di In questo periodo di decadenza è tutta la struttura alle nuo- direttore dell’Orto Botanico France- ve esigenze scientifiche e sc Beltran, che era stato incaricato Il restauro: un centro di scienza, didattiche. del mantenimento delle collezio- cultura e natura ni, dell’interscambio dei semi, così Attualmente convivono nel Giardi- come della preparazione di un elen- Nel 1985, il Giardino Botanico fu ri- no interessanti edifici del XIX seco- co delle piante coltivate. Purtroppo conosciuto negli Statuti dell’Univer- lo, dove gli elementi predominanti tutto questo lavoro andò perduto a sità come “centro universitario per la sono il ferro e i mattoni. In parti- seguito dell’alluvione e della succes- ricerca, l’insegnamento e la cultura”, colare, tra gli altri, la grande serra siva inondazione della città. Nei due alle dirette dipendenze dell’organo ombreggiata (1900) le serre fred- anni successivi il direttore Beltran si di governo centrale dell’Università. de, lo stagno (1888) e la serra tro- adoperò per il ripristino del Giardi- Due anni più tardi, il Cancelliere Ra- picale (1862). Al contrario, all’in- no Botanico soprattutto attraverso mon Lapiedra nomina Manuel Costa, gresso del giardino oggi si trova l’ la rimozione di enormi quantità di professore della Facoltà di Farmacia, edificio di ricerca con i laboratori, fango trasportate dall’acqua. Bel- come direttore del giardino incari- l’erbario e la biblioteca, inaugurato tran morì nel 1962 e lo succedette candolo di redigere un progetto per nel 2000, che conferisce all’insieme nell’incarico Ignacio Docavo. il suo restauro completo. un tocco di modernità. n. 1 gennaio - febbraio 2017 11
Jardí Botànic de València Serre fredde e l’ombrario in legno La serra ha una lunghezza di 24m beri ed arbusti ricoperti di erica, che e 465m2 di vetrata, costituita da col tempo avevano nascosto le tende La costruzione delle prime serre e 5.342 vetri disposti su tutta la sua di tela successivamente danneggiate dell’ombrario iniziò con la direzione struttura arcuata. Tra il 1989 e il da un incendio. Il restauro fu opera- di Josep Pizcueta. Queste strutture 1991 fu restaurata, rispettando il to rispettando il disegno originale, dovevano rispondere alla necessità suo design originale migliorando al introducendo però alcune modifiche, di salvaguardare le coltivazioni esoti- contempo le condizioni climatiche ad esempio non sono stati utilizza- che sia dal freddo invernale che dalle per la vegetazione delle piante tro- ti materiali vegetali e gli ornamenti elevate temperature e dalla forte ir- picali presenti ottimizzando i sistemi sono stati realizzati con ghisa al po- radiazione solare estiva. di umidificazione, riscaldamento e sto dello zinco in rilievo. Fu anche re- irrigazione interni. cuperato lo stagno centrale usato per Tra il 1845 e il 1850, l’architetto l’irrigazione che nella ristrutturazione Timoteu Calvo costruì una serra in L’Umbracle – l’ombrario del 1966 era stato eliminato. legno e in vetro, che occupava il luogo dove oggi si trova lo stagno con le piante acquatiche. La struttu- ra di 180 metri quadrati, alta 5m e lunga 30m era orientata verso sud. Dopo alcuni anni dietro la serra, in un’area di circa 800 metri quadrati fu, costruita una grande serra om- breggiante composta da 57 colonne di legno. Attualmente, questo spazio è occu- pato da una collina in quanto la co- struzione deperì a seguito della de- composizione della struttura in legno sottoposto a umidità e calore. La serra tropicale Alla fine del XIX secolo, in Altre serre e muro di Tramoieres sostituzione della prima serra in legno, il nuovo di- rettore Eduard Boscà de- cise di avviare la costru- zione di quello che oggi è conosciuto come l’Umbra- cle. L’architetto madrileno Arturo Mélida y Alinari fu incaricato del progetto. La struttura occupa 560 È la serra più importante del Giar- metri quadrati e dispone di un dino Botanico, sia per il suo valore tetto in metallo semi-cilindrico storico che architettonico. Fu edifi- supportato da spesse colonne rive- La Caseta del Romaní – Casetta del cata a metà de XIX secolo dall’archi- stite in mattoni. Raggiunge l’altezza Rosmarino, la serra dello stagno e tetto valenciano Sebastiá Moleon su di 12 metri al centro e consiste di le altre serre minori furono costruite proposta di Josep Pizcueta. Situata strutture ad arco di 24m senza alcun alla fine del XIX secolo e restaurate nel cuore del giardino e verso sud, sostegno. Per ombreggiare, la strut- un secolo più tardi. Per quanto ri- è il primo edificio spagnolo costitu- tura disponeva di un sistema di vele guarda la prima, in passato era adi- ito da ferro e vetro come materiali a controllo manuale. bita a serra per le felci, ma in seguito principali; in questo senso, è anche vi vennero ospitate le coltivazioni di uno dei più importanti in Europa co- Nel 1987, la struttura dell’Umbracle piante grasse, con l’installazione di struiti durante la seconda metà del si presentava molto deteriorata. Tra impianti di riscaldamento e di umidi- XIX secolo. i pilastri incrinati, erano cresciuti al- ficazione. Dietro questa c’è la serra 12 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València dello stagno che sostituisce quella in go. Dispone di pilastri, che fungono vi che si integrano con la porta del legno progettata da Timoteo Calvo. da sostegno alle diverse specie di Giardino e all’ambiente urbano circo- Occupa una superficie di 150 metri piante rampicanti che ne ricoprono stante. quadrati e si alza fino a 6m ed è uti- la parete interna. lizzata per contenere le palme tropi- Piante – Collezioni di piante vive cali, installando durante il restauro i L’edificio di ricerca sistemi di irrigazione, ombreggiatura L’Orto Botanico dell’Università di e riscaldamento. Gli architetti Luis Gay e Carlos Bento Valencia è un tipico giardino univer- furono i responsabili della costruzio- sitario simile a quelli esistenti nel In seguito il direttore dell’Orto Bo- ne, nel 1987, dell’edificio universita- XVI secolo nell’Europa rinascimen- tanico, Josep Arévalo fece costruire rio di ricerca. L’edificio era necessa- tale. Un museo vegetale per mo- quattro serre in ferro e vetro di fron- rio per rispondere alle esigenze della strare ai visitatori la diversità del re- te alla serra tropicale con un design ricerca scientifica, per la divulgazio- gno vegetale in vivo, l’adattamento simile alla serra più grande di cir- ne e la formazione, oltre a miglio- delle piante, il loro rapporto con gli ca 40m2 ognuna. Precedentemente rare e potenziare gli aspetti sociali e animali, la loro utilità per gli esseri queste serre si utilizzavano per la culturali del Giardino. umani e le modalità di coltivazione, produzione di piante che in seguito oltre alle attività di insegnamento e venivano trasferite nelle diverse col- L’edificio si affaccia su Carrer de alla ricerca scientifica, queste rap- lezioni del giardino. Quart, all’estremità meridionale del presentano la vera ragion d’essere Giardino, e occupa 1.200 metri qua- di un Orto Botanico. Dopo la ristrutturazione tali serre drati. Presiede l’ingresso al Giardino sono utilizzate come spazi espositi- un bagolaro di più di 70 anni che sor- Attualmente sono coltivate oltre vi aperti al pubblico, tanto che oggi ge nel cortile circolare dell’ingresso 4.500 specie diverse ordinate in 20 vi vegetano felci, orchidee, brome- centrale. Ai piani superiori si trovano collezioni. La Scuola Botanica occupa la maggiore estensione. Il resto è monografico e risponde a tre cri- teri fondamentali: piante utiliz- zate dall’uomo, piante coltivate in modo protetto, e piante del- lo stesso ambiente ecologico. La maggior parte delle collezioni ve- geta all’aperto, mentre altre con esigenze specifiche, sono coltiva- te nelle varie tipologie di serre. Scuola Botanica Nella metà meridionale del Giar- dino si trova la Scuola Botanica, la collezione più antica che com- prende la diversità vegetale: dalle piante più primitive fino alle più diverse attualmente viventi: gim- nosperme e angiosperme, mono- cotiledoni e dicotiledoni. Risale a due secoli fa e serviva per lo stu- liaceae e le vasta collezione di pian- le sale dedicate allo studio e alla ri- dio pratico della botanica. te carnivore. Per quanto riguarda la cerca: moderni laboratori di ricerca, serra fredda, si tratta di un altro edi- erbario, la biblioteca, la banca del Le collezioni sono disposte secondo il ficio restaurato. Dopo essere stato germoplasma, oltre all’ amministra- sistema naturale di Endlicher - all’o- utilizzato come acquario, ora è una zione e l’ufficio culturale e per la co- rigine secondo il metodo sessuale sala polivalente. municazione. di Linneo - dai cartellini informativi si identifica l’origine delle principali Infine, il muro che circonda il giardi- Sia le facciate esterne come il pa- famiglie, le loro caratteristiche e ap- no è il muro che delimitava l’antico tio centrale sono in pietra calcarea plicazioni. Una sorta di tour orga- Orto di Tramoieres. E ‘stato ristruttu- d’Ulldecona, cemento e pannelli in nizzato in 16 zone che consentono rato e adattato al suo nuovo impie- alluminio laccato, elementi costrutti- di osservare la storia evolutiva del- n. 1 gennaio - febbraio 2017 13
Jardí Botànic de València le piante: le modificazioni e i cam- scientifico. La palma più importante nelle sue fessure rocciose sono evi- biamenti delle strutture floreali, la del Giardino è sicuramente una pal- denti importanti endemismi dell’area riduzione della dimensione dei fiori ma da datteri (Phoenix dactylifera mediterranea. Inoltre, accanto alla e la comparsa delle infiorescenze, L.), molto speciale, ha infatti più di casetta del rosmarino si evidenzia un il passaggio dall’ impollinazione per 35 “foglie”, caratteristica unica che aspetto della costa sabbiosa, formato mezzo del vento (impollinazione ricorda un esplosione di fuochi d’ar- da piante adattate alle locali coste e anemofila) o tramite insetti vetto- tificio, per tale motivo è nota come dune, come il giglio di mare, la “per- ri (entomofilia), la riduzione della la Carcassa. lina blanca” (Diotis maritima Desf., struttura vegetativa e l’evoluzione la santolina delle spiagge) e il “card delle piante, da quelle prive di seme Flora valenciana marí” (Eryngium maritimum L.). (crittogame) a quelle dotate di seme (spermatofite) le quali si originaro- no nell’era paleozoica da un gruppo di piante, le progimnosperme aventi caratteristiche intermedie tra quelle delle crittogame trimerofite e quelle delle gimnosperme che rappresen- tano una delle due divisioni delle piante con seme (gimnosperme ed angiosperme). Palme Nel 1990 nell’Orto viene creata la Il Giardino roccioso degli endemismi Muntanyeta (la collinetta), un giardi- no roccioso che comprende un cam- I territori del Mediterraneo, gli am- pione importante degli ecosistemi bienti a clima tropicale, presentano valenciani più significativi. Si trat- una flora quanto più varia ed origi- ta dell’unica elevazione del Giardi- nale. Il Giardino roccioso delle spe- no, costituito da blocchi di calcare e cie endemiche, costituito da rocce arenaria rossa. È attraversata da un calcaree, mostra un campione com- ruscello che nasce nella parte supe- pleto di specie endemiche del Me- riore e forma uno stagno da un lato, diterraneo occidentale raggruppate mentre l’altro appare come un letto per affinità, alcune delle quali sono asciutto, in modo che vi si ritrovano attualmente fortemente minacciate. piante tipiche degli ambienti acquati- Tra le altre sono presenti piante di ci e quelle caratteristiche della riva di Alicante, Castelló, Ibiza, Maiorca, un fiume, giunchi gigli gialli e canne Minorca, Sardegna, Sicilia, Corsica e così come diverse specie di papiro. del Nord Africa. A metà del XIX secolo, nell’Orto Bo- tanico inizia la coltivazione di pal- A ovest è rappresenta la foresta L’ombrario me, che è attualmente una delle più mediterranea, con esemplari come complete e interessanti d’Europa. querce, violette e varietà di rusco e Al centro del Giardino Botanico si Le palme sono disposte in tutto il a nord si estende la macchia di Cha- trova l’ombrario, la grande serra om- giardino, si tratta di oltre 120 spe- maerops humilis L. (margallò), una breggiante in ferro e mattoni dove, cie provenienti dagli habitat naturali particolare specie di palma, e tra gli crescono piante che hanno bisogno tropicali e subtropicali fino a quelle altri, esemplari di quercia dei Pire- di ombra. Questo tipo di piante sono coltivate nelle zone temperate euro- nei e lentisco. Al centro del giardino caratterizzate da un colore verde in- pee. Il visitatore può apprezzarne il roccioso si ritrova della macchia con tenso che le permette di assorbire grande valore ornamentale oltre che rosmarino, timo e lavanda. Anche l’energia della luce diffusa. Sono vi- 14 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València sibili alcune specie di diversa origine, Negli stagni del Giardino abbiamo to, gli alberi decidui come il Pacaner come palme subtropicali, araliaceae potuto ammirare diverse specie di - Pecan (Carya illinoinensis (Wan- asiatiche o felci arboree dell’Ameri- piante acquatiche. Alcune sommer- genh.) K.Koch) il noce dell’Illinois di ca centrale. Nello stagno coperto ci se altre galleggianti sulla superficie, cui si gustano le note “noci Pecan”, sono piante galleggianti di origine con o senza radici ancorate al fondo. la quercia americana, la quercia ros- tropicale e subtropicale, giacinti e Nello stagno della Muntanyeta pos- sa (Quercus rubra L.) o la Morera lattuga acquatica (Pistia stratiotes siamo vedere canne, iris gialli o sibe- de paper (Broussonetia papyrifera L.), mentre rose rampicanti crescono riani, mentre il Taxodium (Taxodium (L.) Vent, sin. Morus papyrifera L.) sulla facciata sud. distichum (L.) Rich.), il cipresso cal- una caducifoglia originaria dell’A- vo o delle paludi) si erge dal centro. sia dell’Est. Si ritrovano inoltre una Serra tropicale La collezione di piante più interes- grande varietà di palme, palme da sante è ospitata nello stagno serra, datteri (Phoenix dactylifera L.), varie Anche la serra tropicale si trova al accanto alla parete est del giardino: generi di Sabal (Sabal spp.) e Wa- centro del giardino, di fronte la ser- il grande vaso centrale contiene un shingtonia (Washingtonia H. Wen- ra ombreggiante. Tra gli esemplari loto indiano fiorito, mentre in quelli dl.) Il terreno, ombreggiato dagli che vi si possono ammirare, tre sono laterali ci sono giunchi, thalie, pa- alberi, è tappezzato da felci, rusco particolarmente interessanti: la pal- piri e piante del genere Pontederia (Ruscus hypoglossum L.) e falangio ma Mascarena a forma di bottiglia L. Ci sono inoltre ninfee, alocasie e (Chlorophytum Ker Gawl.) genere (Hyophorbe lagenicaulis (L.H.Bailey) colocasie (comunemente note come di piante erbacee sempreverdi del- H.E.Moore), il bambù “pancia di Bud- orecchie d’elefante). L’estate è la le Agavaceae, originarie originarie dha” (Bambusa ventricosa Mc Clure) stagione in cui lo “stagno-serra” è al dell’Africa subsahariana, conosciute dall’Asia e Pachyra (bombaco, casta- suo massimo splendore, con nume- anche come “nastrino”. gno Guyana – Pachyra spp.) dal Cen- rosi fiori di loto e ninfee. tro America. Inoltre si possono am- Un busto del botanico di Simón de mirare cesti di fibra di cocco appesi Bosco Rojas Clemente spicca in una spa- sui rami e tronchi caduti contenenti zio, dove i visitatori possono sedersi piante epifite, orchidee e bromeliace- Il bosco si estende su una superficie sulle panchine circondate da ligustri, ae. Sono visibili inoltre piante comu- di 5.000 metri quadrati nella parte gelsi da carta (Broussonetia papyri- nemente utilizzate per scopi decora- settentrionale del giardino e si com- fera (L.) Vent. sin. Morus papyrifera tivi, come ficus e dracaena; piante pone degli alberi più significativi L.) e un albero di fico. tropicali con frutti commestibili (caf- che si trovano nei boschi terrestri. fè, banane e ananas) e liane, tipiche Seguendo il sentiero tortuoso che Prato e Conifere della foresta pluviale tropicale, che si snoda da est ad ovest si possono coprono la parete di fondo. ammirare esemplari perenni, come il Una collezione di specie erbacee co- pino domestico (Pinus pinea L.) o il munemente usate per i prati delle Piante acquatiche leccio (Quercus ilex L.) e, soprattut- zone con clima mediterraneo sono state piantate in due aiuole tra la serra ombreggiante (umbracle) e l’area del- le piante grasse. Ogni specie riempie uno spazio vuoto e viene studiata dopo aver subito una serie di trattamenti, ir- rigazione, fertilizzazione, ecc. in modo da valutarne eventuali malattie, com- portamento, caratteristiche, stagiona- lità e la risposta ai vari trattamenti. Nel Giardino Botanico, sono inoltre presenti esemplari di conifere, tra i quali i più rari sono il pino del Cile (Araucaria araucana (Molina) K. Koch), la sequoia gigante (Sequoia gigantea (Lindl.) Dcne.) chiamata anche wellingtonia, diffusa sponta- neamente solo in zone ristrette del- la Sierra Nevada e della California e il cipresso di palude (“cipresso cal- vo” Taxodium distichum L.). n. 1 gennaio - febbraio 2017 15
Jardí Botànic de València Le piante succulente Piante rampicanti spp (Nutt.) DC.), che si avvolgono intorno agli alberi presenti. Sul bordo nord-orientale del giardi- L’Orto botanico è circondato da un no, in una posizione soleggiata c’è muro, tipico dei vecchi orti e frutteti Piante utili e officinali un’area di circa 1.200 m2 che com- di Valencia, che rimanda all’antico prende una vasta collezione di pian- “Huerto de Tramoieres”. Durante il Diffuse in tutto il giardino e raggrup- te grasse iniziata alla fine degli anni restauro del 1990, lungo la parete pate in base al loro utilizzo e al tipo di coltivazione, ammiriamo diverse collezioni di piante utili. Le piante officinali sono posizionate sul bordo settentrionale del giardino, in uno spazio ispirato ai chiostri dei con- venti nelle quali originariamente si coltivavano. Particolarmente rappre- sentate sono quelle, tipiche del ter- ritorio di Valencia ricordate per i loro usi etno-botanici come la valeriana rossa (Centranthus ruber (L.) DC.), e la valeriana comune (Valeriana officinalis L.), note per le loro pro- prietà calmanti e sedativei; piante ad azione antisettica, come rosma- rino, timo e salvia e, quelle utilizza- te i per disturbi di stomaco, come la menta o la camomilla. C’è anche una zona riservata alle piante velenose usate in fitoterapia. sessanta. Durante il restauro dell’Or- interna è stata collocata una colle- to che ha avuto luogo negli anni no- zione di piante rampicanti. Queste Al centro del giardino crescono pian- vanta, le piante sono state riorganiz- piante sono caratterizzate dalla ra- te utili per uso industriale: cereali, zate secondo criteri bio-geografici, in pida crescita alla ricerca di luce so- legumi, soia, cotone, canna da zuc- modo tale che alcuni degli esemplari lare. Possono essere classificate a chero, e la chufa, xufa in valenciano più importanti originari dei torridi seconda delle modalità ed aridi deserti africani e americani che usano per fissarsi al sono stati collocati in base al conti- supporto su cui vegeta- nente di appartenenza. Nella metà no. Come l’edera e i ficus meridionale possiamo trovare una i cui viticci si insinuano selezione di diversi esemplari del nelle fessure tra le rocce genere aloe, aizoaceae, crasulaceae o sulla la corteccia degli e della flora succulenta delle Cana- alberi, bouganville e rose rie, come diverse specie di Aeonium. rampicanti che tappezza- Mentre nella metà settentrionale ve- no le pareti dell’Umbra- getano agavi e cactus. cle, e possiamo anche trovare caprifogli e il bel- Anche la Casetta del Rosmarino lissimo glicine (Wisteria contiene alcune piante grasse che sono più sensibili alle basse tem- (Cyperus esculentus L.). Con i tu- perature. Sono sistemate in due beri di questa pianta si prepara la aree organizzate a seconda del- famosa “horchata” una bevanda le loro modalità di crescita: nella rinfrescante tipica di Valencia e del metà anteriore ci sono le piante litorale sudorientale spagnolo, che grasse a crescita ridotta, come abbiamo potuto gustare sul lungo- cactaceae, crasulaceae, aizoaceae mare valenciano. Gli usi industriali e liliaceae; mentre nell’ altra metà, ed alimentari e le modalità di col- nel retro, c’è una vasta gamma di tivazione e di queste piante sono generi Mammillaria, che apparten- oggetto di spiegazioni didattiche gono alla famiglia dei cactus. nel corso di visite organizzate 16 n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València presso l’Orto Botanico. ceae, troviamo gli esemplari più noti ogni anno con le nuove collezioni. di questa famiglia: l’ananas tropica- Sul bordo meridionale del Giardino le e il muschio spagnolo (Tillandsia Oltre a tutte le attività di base che sono presenti esemplari di alberi usneoides L.). portano alla raccolta e preparazione da frutto tipici dell’area e delle zone dei semi per la conservazione a lun- interne della provincia di Valencia: Centro di ricerca go termine e l’approvvigionamento peschi, mandorli, melograni, fichi; di piante adulte per i programmi di e anche quelli esotici come il kiwi, Terminata la visita alle strutture reintroduzione, si lavora anche per mango o pistacchio. Tra le piante esterne del Giardino Botanico ci ap- sviluppare i progetti seguenti: coltivate in orto, che ruotano a se- prestiamo a visitare il moderno edi- conda della stagione, ci sono diverse ficio di ricerca iniziando dalla Banca Ricerca di condizioni ottimali di ger- varietà di cavolo, melanzane, melo- del Germoplasma diretta dalla Prof. minazione di semi e spore di Pteri- ne, fave, lattughe e carciofi. Inoltre, ssa Elena Estrelles, specializzata in dofite (felci, equiseti, licopodi, sela- vi è un’area di circa 300 m2 in cui botanica, istologia ed ecologia che ci ginelle). crescono agrumi: arance, pompel- ha illustrato il funzionamen- mi, mandarini, limoni; e in Plaza de to della struttura e le tipo- Carlos Pau vi è anche una mostra di logie di ricerche effettuate. questi esemplari. La Banca del Germoplasma è una raccolta di materiale Serre espositive vegetale vivo, sotto forma di semi e spore con lo scopo Di fronte alla serra tropicale ci sono principale di: quattro piccole serre di struttura simile, dedicate alla coltivazione di individuare, raccogliere e con- bromeliaceae, felci, piante carnivore servare le piante considerate e orchidee. Durante i mesi di aprile di importanza prioritaria per la a ottobre, si possono apprezzare i nostra società e lavorare per fiori di orchidee di grande valore or- l’acquisizione di conoscenze namentale, come Cattleya, Vanda e scientifiche volte a ottimizzare Phalaenopis spp. la conservazione e l’uso delle risorse fitogenetiche. Una delle serre ospita una vasta se- lezione di piante insettivore, orga- Tutto il lavoro svolto presso nizzata a seconda del tipo di preda la Banca del Germoplasma e del sistema di cattura. Alcune di è finalizzato a soddisfare queste piante possono catturare le l’impegno dei ricercatori dell’Orto Studi sulla perdita di vitalità in semi prede usando sostanze appiccicose Botanico dell’Università di Valencia e spore. e aromatiche, come pinguicola (Pin- secondo la Strategia Europea per guicula L.) e drosere (Drosera L.,) la Conservazione delle Piante (Eu- Studi sulla dormienza, che ostacola ognuno di questi generi consta di ropean Plant Conservation Strategy la germinazione dei semi di alcune decina di specie per le drosere cir- - EPCS). specie, e valutazione dei pre-tratta- ca 150 specie; altre, le cosiddette piante brocca, lo fanno tramite fo- glie a forma di imbuto, come è il caso della Sarracenia (Sarracenia L.) e Darlingtonia (Darlingtonia ca- lifornica Torr.) Le piante più piccole si nutrono di piccoli insetti (zanzare, formiche, mosche o vespe), mentre quelle più grandi di piccoli anfibi, uccelli e, persino, mammiferi. In un‘altra serra troviamo una piccola selezione di felci autoctone, origina- rie della regione di Valencia, ed altre specie esotiche, oltre a specie arbo- Attualmente, ci sono oltre 1.500 menti più adeguati per disattivarla ree: arboree, acquatiche ed epifite. campioni conservati nella banca del per dar modo al seme di germinare Infine, nella serra con le bromelia- germoplasma, numero che cresce e alla pianta di fiorire. n. 1 gennaio - febbraio 2017 17
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