ORGANO UFFICIALE F.E.I - Federazione Erboristi ...

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ORGANO UFFICIALE F.E.I - Federazione Erboristi ...
Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1
                                                                                                                            PUBBLICAZIONE BIMESTRALE Anno XVIII - n. 1 Gennaio - Febbraio 2017

ORGANO UFFICIALE F.E.I.
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F.E.I. PHYTO Journal                                                         5    Editoriale
                                                                                  Il Decreto di Capo....Danno
Storia, Scienza e Tecnica delle Piante Officinali

                                                                                                                                           Sommario
  Anno XVIII - n. 1 gennaio - febbraio 2017
      Periodico bimestrale a carattere
  Sindacale, Culturale, Tecnico e Scientifico

            Organo ufficiale della F.E.I.
              Federazione Erboristi Italiani
                 Palazzo Confcommercio
           P.zza G.G. Belli, 2 - 00153 Roma
           Tel. 06 55280704 - 06 5866345
            Fax 06 90285589 - 06 5812750
             feiconfcommercio@gmail.com
                  fei@confcommercio.it
                   www.feierboristi.org
             Editore Phytostudio srl
         Via I. Vivanti, 157 - 00144 Roma
                  Tel. 06.55280704
     info@phytojournal.org - phytostudio@alice.it
                 Direttore Responsabile

                                                                             8    Jardí Botànic de València
                     Angelo Di Muzio
            Vice Direttore Responsabile
            Roberto Di Muzio, Maurizio Gai                                        Viaggio studio alla scoperta del più antico
                Segreteria di Redazione                                           Orto Botanico di Spagna
                    Sergio Cassone
       Coordinamento tecnico-editoriale
                Maurizio Gai
               Comitato di Redazione
           Letizia Casoni, Gabriella Cavallo,
            Angelo Di Muzio, Maurizio Gai,
            Loredana Torti, Alberto Virgilio
             Comitato Scientifico
      Gabriella Cavallo, Angelo Di Muzio,
  Andrea Fabbri, Anja Latini, Marcello Nicoletti
       Rita Pecorari, Maurizio Pedrazzini,
 Gabriele Peroni, Biagio Tinghino, Attilio Virgilio
                Traduzioni e consulenza
                     Letizia Casoni
                            Grafica
                        Daniele Di Muzio
                      Fotolito e stampa
                       VAL PRINTING srl
                       Pubblicità
                     Phytostudio srl
           Via I. Vivanti, 157 - 00144 Roma
    PR - MKT Maurizio Gai - Tel. 3381902550
   Registrazione al Tribunale di Roma n. 341/1999 del 21/7/1999

 Finito di stampare nel mese di Febbraio 2017
 Gli articoli e le note firmati, (da collaboratori esterni o ottenuti
 previa autorizzazione) esprimono soltanto l’opinione dell’autore e
 non impegnano la Federazione Erboristi Italiani e/o la redazione del
 periodico.
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                                                                             24
 nonchè per eventuali danni derivanti dall’uso dell’informazione e dei
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        Foto di copertina: Brachychiton bidwillii Hook.(ADM©)
                                                                                  Premio F.E.I. 2016
                                                                                  Tesi di Laurea 2016
                                                                                                        n. 1 gennaio - febbraio 2017   3
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Editoriale

      Il Decreto di Capo….Danno

                                                                                                                              Editoriale
                                            Dott. Angelo Di Muzio
                                                Direttore Responsabile
                                     Presidente Nazionale F.E.I. - Confcommercio

Il giorno 22 dicembre 2016 a tre giorni dal San-               dimento cautelativo urgente che dispone il divieto di
to Natale, al Ministero della salute hanno pensato             prescrizione da parte dei medici e di allestimento, da
di confezionare un Decreto, pubblicato in G.U. il 2            parte dei farmacisti, di preparazioni magistrali conte-
gennaio, dal titolo piuttosto tecnico ma che a ben             nenti i seguenti principi attivi, a scopo dimagrante,
guardare ha gettato scompiglio e preoccupazione in             in quanto ritenuti pericolosi per la salute pubblica.
ambito sanitario.
                                                               Si tratta di:
“Divieto di prescrizione di preparazioni magistra-
li contenenti il principio attivo sertralina ed altri”         sertralina, buspirone, acido ursodesossicolico, pan-
                                                               creatina f.u. IX ed., 5-idrossitriptofano, tè verde
Oggetto sibillino, cosa si nasconderà in quel non meglio       e.s., caffeina, citrus aurantium e.s. sinefrina, fu-
identificato “altri”?                                          cus e.s. iodio totale, tarassaco e.s.inulina, aloe
                                                               e.s. titolato, boldo e.s. boldina, pilosella e.s. vi-
In pratica il Ministero della sa-                                                      tex., teobromina, guaranà
lute sentito e confortato da-                                                          e.s. caffeina, rabarbaro e.s.
gli illustri pareri dell’AIFA – e                                                      reina, finocchio e.s., casca-
dell’ISS, viste le disposizioni                                                        ra e.s. cascarosidi, 1-(be-
vigenti in materia di prescrizio-                                                      ta-idrossipropil) teobromina,
ni magistrali e nella possibilità                                                      acidodeidrocolico, bromelina,
che il Ministro della salute può                                                       caffeina, cromo, d-fenilala-
vietare l’utilizzazione di medi-                                                       nina,    deanolo-p-acetamido
cinali, anche preparati in far-                                                        benzoato, fenilefrina, fucus
macia, ritenuti pericolosi per la                                                      vesciculosus estratto secco,
salute pubblica e visti i prece-                                                       L-(3acetiltio2(S)metilpropio-
denti decreti in cui si vietavano                                                      nil)-L-propil-L-fenilalanina,
tutta una serie di preparazioni                                                        senna, spironolattone, teobro-
magistrali a base di fenilpro-                                                         mina, L-tiroxina, triiiodotiro-
panolamina/norefedrina, pseu-                                                          nina, zonisamide, naltrexone,
doefedrina, triac, clorazepato,                                                        oxedrina, fluvoxamina, idros-
fluoxetina, furosemide, metfor-                                                        sizina, inositolo, L-carnosina,
mina, bupropione, topiramato                                                           slendesta.
ed efedrina, e la nota dell’8
luglio 2016, con cui la Direzione generale dei disposi-        Un bel minestrone, non c’è che dire. Pur non entran-
tivi medici e del servizio farmaceutico, a seguito di se-      do al momento in merito dell’opportunità di tale atto
gnalazione del Comando Carabinieri per la tutela della         normativo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 1 del
salute (segnalazione più che opportuna), ha chiesto            2 gennaio 2017, quello che subito si nota è l’accorpa-
all’Agenzia italiana del farmaco – AIFA e all’Istituto         mento di diverse molecole attive a livello farmacologico
Superiore di Sanità un parere tecnico – scientifico in         con estratti di origine vegetale e sostanze normalmen-
merito alla pericolosità di alcuni principi attivi, anche in   te utilizzate anche in preparati alimentari come gli in-
associazione tra loro, utilizzati per preparazioni ma-         tegratori alimentari.
gistrali a scopo dimagrante.
                                                               Ma prima di proseguire vorrei qui riportare quan-
Nella richiesta di parere, tra molecole farmacologica-         to pubblicato nel lontano aprile 1987, sul mensile “Il
mente attive sono stati inseriti tutta una serie di de-        Mercurio” realizzato dall’ A.N.E.P.O. – Associazione Na-
rivati vegetali, identificati con terminologia botanica        zionale Erboristi Piante Officinali, inviato agli erboristi
scorretta a dir poco, che per farla breve, dopo gli “ap-       associati alla storica associazione di categoria da parte
profondimenti” del caso hanno determinato il Ministro          della quale, dopo la fusione con la Federerbe di Milano,
ad emanare, a tutela della salute pubblica, un provve-         nacque la F.E.I.

                                                                                           n. 1 gennaio - febbraio 2017   5
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Editoriale

“PILLOLE MIRACOLOSE” PER DIMAGRIRE                            lano rapidamente, il paziente non ha fame, la bilancia
                                                              scende e poco importa se si perdono litri d’acqua (con
“Un triste fatto di cronaca ha contribuito, nel marzo         i diuretici) o chili di tessuto (con gli estratti tiroidei) in-
scorso, ad agitare il poco calmo mondo dell’Erboristeria.     vece che di grasso. Non solo, ma i rischi che si corrono
                                                              con l’uso sconsiderato di tali preparati non sono pochi….
A Roma una signora di 43 anni che da oltre un anno era        Per non parlare, poi, della cosiddetta “farmaco dipen-
in cura per una forma di obesità, è deceduta in seguito       denza”. In questo senso il paziente non ha scelta. O
all’assunzione di farmaci a tale scopo prescrittigli.         continua a prendere le pillole per restare magro, oppure
                                                              le sospende ed ingrassa di nuovo …. E di dieta? Con tali
I giornali romani hanno dato ampio risalto alla vicenda       terapie, quasi non se ne parla. Consigli generici (nien-
e, in un primo momento, avevano diffuso la notizia che        te pasta, niente pane, carne a volontà, ecc.) e invece
il prodotto era stato prescritto da un medico ed era sta-     molte pillole. E così al posto di un serio programma di
to preparato in Erboristeria.                                 educazione alimentare e di vita, la pillola “antigrasso”
                                                              diventa la vera e unica protagonista della cura dima-
Ovviamente, come ANEPO, ci siamo preoccupati subi-            grante… cercare di risolvere tutto con una semplice
to di controllare la veridicità di tali affermazioni e, una   “manciata” di pasticche, non è solo un controsenso, ma
volta appurato che il prodotto era stato acquistato in        significa anche aver capito poco o nulla di quello com-
farmacia, abbiamo immediatamente preso posizione.             plesso fenomeno sociale che è ormai diventata l’obesi-
Sottolineando che da anni denunciamo questi attentati         tà, malattia, quest’ultima, che solo un serio programma
alla salute, e che le poche sostanze vegetali associa-        dietetico e di vita può riuscire a sconfiggere”.
te a tali “diete” hanno esclusivamente una funzione di
contorno, abbiamo ribadito che prodotti chimici, come         Non ci rimane altro da aggiungere se non mettere in
quelli presumibilmente usati dalla signora deceduta           guardia tutti gli erboristi da quei prodotti che, spesso
non possono essere venduti in Erboristeria trattandosi        spacciati per naturali, di naturale mantengono ben poco”.
di veri e propri medicinali preparati da farmacisti e pre-
scritti dal medico.                                           Che aggiunger di altro? La situazione negli anni non è
                                                              però cambiata, si sono susseguiti da parte del Ministero
Detto questo, è forse il caso di puntualizzare che se una     vari decreti che hanno vietato diverse sostanze anores-
pillola contro l’obesità rappresenta il sogno cullato da      sizzanti, ma il fenomeno delle pillole o delle soluzioni
chi, in eccesso di peso, vorrebbe vedere risolti i proble-    “dimagranti” è continuato fino ai giorni nostri. Inserire
mi il più rapidamente possibile e senza grossi sacrifici,     un derivato vegetale in queste preparazioni che sono
l’uso di questi farmaci è quasi sempre eccessivo e scon-      dei veri e propri farmaci non serve altro che a spacciare
siderato ed alla fine i rischi che il paziente corre sono     per “naturali” , “vegetali” e “innocue” delle vere bombe
senza dubbio superiori ai reali benefici.                     chimiche che in tutti questi anni hanno causato altri
                                                              decessi e gravi patologie nei malcapitati pazienti.
Ora che poi accanto ai normali farmaci prodotti dall’in-
dustria ci sono anche altri preparati, cosiddetti “artigia-   A chi attribuire queste responsabilità? Non certo agli
nali”, etichettati e proposti da medici poco scrupolosi       erboristi, non certo agli estratti vegetali indicati dal
come “naturali” od “ a base di erbe”, il rischio che si       nuovo Decreto che di pericoloso non hanno proprio
corre è doppio in quanto il paziente è, spesso, convinto      un bel nulla, essendo utilizzati a livello tradizionale da
di assumere un prodotto che non ha effetti collaterali.       sempre. Eppure tira un’aria strana. Le categorie che
Un’analisi svolta dall’Istituto Farmacologico Mario Negri     hanno determinato, questo giusto atto normativo, ora
di Milano, che ha voluto verificare il contenuto di tali      si ribellano, e nel difendersi attaccano, tentando di tra-
preparati, ha dimostrato che al posto di “innocue erbe”,      scinare nel pantano anche gli Erboristi e gli integratori
le capsule miracolose contengono anfetamine, fenfluo-         alimentari, i primi perché utilizzano le piante indicate
ramina, estratti tiroidei, lassativi, diuretici, metformina   nel decreto, i secondi perché contengono al loro interno
e, per finire, dei comuni tranquillanti.                      estratti citati dal decreto stesso.

Come si vede, veri e propri “intrugli” di farmaci, che rap-   Lo status giuridico di medicinale o di alimento si acqui-
presentano per il paziente una specie di “mina vagante”       sisce con la destinazione d’uso, infatti abbiamo inte-
che può deflagrare da un momento all’altro con conse-         gratori alimentari con 600 mg di acetilcisteina, lo stes-
guenze tragiche come nel caso della signora di Roma.          so dosaggio di principio attivo contenuto in Fluimucil
                                                              600mg, o monacolina 10 mg come nei farmaci antico-
In un articolo apparso sul n.3 dell’INFORMATORE COOP          lesterolo, o integratori contenenti piante officinali pre-
di Firenze, il Dott. Francesco Morelli, specialista in Die-   senti anche in specialità medicinali, e le preparazioni
tologia e Diabetologia, scrive: “…con questi metodi, il       magistrali indicate nel Decreto sono classificate esat-
risultato è , almeno inizialmente, assicurato. I chili ca-    tamente come medicinali a seguito della loro specifica

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Editoriale

destinazione d’uso.                                            per gli erboristi!

Ma probabilmente è utile e necessario ricordare a questi       Il Decreto parla chiaramente di “preparazioni magi-
signori che alcuni comportamenti attuati da appartenenti       strali” veri e propri medicinali prescritti dal medico e
alle loro categorie hanno portato le istituzioni a fare “di    preparati dal farmacista. Gli erboristi, è bene ricordarlo
tutt’erba un fascio” emanando un decreto irrazionale da        con precisione, visto che da sempre sono state boicot-
un certo punto di vista, ma con un fondo di verità anche       tate tutte le proposte di legge volte a conferire lo status
se scritto tecnicamente in modo non corretto e da perso-       di prodotti erboristici alle nostre piante officinali, trat-
nale non proprio esperto nel settore delle sostanze e pre-     tano prodotti alimentari, come gli integratori e le stesse
parati vegetali. Questo però non toglie nulla alla portata     piante officinali che sono presenti nella lista delle piante
del decreto che intende tutelare i pazienti da professioni-    ammesse dal Ministero della salute e nella lista Belfrit ed
sti incauti e sprovveduti che tanti danni hanno causato:       utilizzate a scopo fisiologico e salutistico non solo in Italia
medici senza scrupoli prescrittori di medicinali pericolosi    ma in tutt’Europa e nel mondo.
per la salute, che determinavano un dimagrimento rapi-
do, come rapido è il passaparola tra i pazienti con tutto      Gli erboristi NON vendono e NON preparano “galenici
quello che ne comporta dal punto di vista economico.           magistrali”, non sono di nostra pertinenza e come dire…..
D’altro canto farmacisti preparatori che invece di richia-     chi è causa del suo mal pianga se stesso. Ai medici e
mare o quanto meno informare il medico dell’incongruità        ai farmacisti diciamo: il problema è vostro e voi dovete
di certe prescrizioni chiudevano gli occhi e preparavano il    risolverlo.
mix di medicinali, anoressizzanti e quant’altro ed estratti
vegetali, da vendere all’inconsapevole paziente convinto       Non tentate però di trascinavi dietro anche la nostra ca-
nella stragrande maggioranza delle volte di assumere un        tegoria. Il nostro silenzio non è indice di inattività, stiamo
prodotto innocuo, un prodotto naturale.                        monitorando la situazione dal primo giorno d’emanazio-
                                                               ne del Decreto e siamo in contatto con i nostri referenti
Ed ora che il Ministero prova a metterci una toppa con         ministeriali. I nostri uffici legali sono pronti a contrastare
questo poco felice decreto si lamentano perché la loro         qualsiasi atto che possa determinare danni professionali
professionalità è stata messa in discussione!                  ed economici alle nostre attività ed alle aziende rappre-
                                                               sentate.
Ma non solo, in un comunicato stampa del 5 gennaio, la
Presidente dei Giovani Farmacisti, si permette di fare la      Non inizierà una nuova caccia alle streghe, non vogliamo
seguente affermazione: “Da sempre la Galenica, con le          tornare ai tempi della famigerata circolare Aniasi, per la
sue preparazioni, è attività preminente che contraddistin-     quale tanti colleghi in tempi passati hanno pagato ingiu-
gue la professione di farmacista. È giusta e doverosa, per     stamente.
la tutela della salute pubblica, la vigilanza sulle prepara-
zioni galeniche; risulta però davvero paradossale il divieto   Gli Erboristi sono una categoria responsabile, professio-
di preparazione quando si tratta di principi attivi comuni     nalmente preparata che non accetterà prevaricazioni di
facilmente reperibili sullo scaffale del supermercato od       sorta, rispettiamo gli operatori sanitari seri, che purtrop-
in erboristeria, dove peraltro non c’è nessuna figu-           po per colpa di alcuni si sono ritrovati a gestire questa
ra professionale a controllarne la distribuzione ed il         poco piacevole situazione non determinata dal nostro la-
consumo. Diversamente in farmacia il controllo re-             voro, né dalle piante officinali ma dall’ ”imperizia”, se così
strittivo, come le Norme di Buona Preparazione, ga-            si può dire di alcuni di loro. Ci attendiamo da parte del
rantiranno sempre qualità e sicurezza del prodotto”.           Ministero una soluzione giusta e coerente per tutti: un ri-
                                                               tiro degli estratti di piante officinali appartenenti alla lista
E verrebbe da dire, …alla faccia!                              Belfrit dall’elenco dei principi attivi indicati nel decreto
                                                               come potenzialmente pericolosi per la salute pubblica,
Il Decreto del 22 dicembre, non è stato mica emanato           visto che non lo sono in alcun tipo di preparazione.

                                                                                          n. 1 gennaio - febbraio 2017   7
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Jardí Botànic de València

                             Viaggio studio alla scoperta del più
Jardí Botànic de València

                               antico Orto Botanico di Spagna
                                                                               Dott. Angelo Di Muzio
                                                                    Presidente Nazionale F.E.I. - Confcommercio

                            Anche quest’anno, nell’ambito delle           Torretes, nel territorio di Alicante,       e devo dire che anche quest’anno
                            iniziative culturali che la FEI costan-       di particolare interesse per le piante      l’organizzazione ha funzionato dav-
                            temente propone agli erboristi dal            officinali e la bio –diversità, e all’oa-   vero bene. Si tratta di momenti che
                            23 al 27 giugno è stato realizzato il         si ecologica di Cullera dove abbiamo        rappresentano un’opportunità per i
                            “viaggio – studio” che ci ha porta-           potuto visitare un Giardino Botanico        nostri Soci ma anche per gli studenti
                            to in Spagna alla scoperta dell’Or-           eccezionale ricco di oltre 2.500 spe-       ed i laureati in Scienze e Tecnologie
                            to Botanico di Valencia, di quello di         cie vegetali: palme, cactus, ence-          Erboristiche, per accrescere la loro
                                                                                    phalartos e cicadaceae.           conoscenza e visitare luoghi, labora-
                                                                                                                      tori, centri di ricerche che altrimenti
                                                                                    A Valencia, abbiamo avuto         senza particolari permessi sarebbero
                                                                                    la fortuna di rapportarci con     impossibili da visitare, il tutto attra-
                                                                                    professori universitari che       verso un percorso logico, direi “si-
                                                                                    ci hanno guidato nel nostro       stematico” sotto la guida dei nostri
                                                                                    percorso scientifico di istru-    referenti locali.
                                                                                    zione con un’ospitalità ed
                                                                                    una passione non comuni.          Il 24 giugno tutto il gruppo FEI da-
                                                                                    I viaggi – studio che la FEI      vanti all’ingresso dell’Orto Botanico
                                                                                    annualmente propone, non          di Valencia, in Calle de Quart 80, ad
                                                                                    nascono dal nulla ma sono         attenderci la Prof.ssa Prof.ssa Isabel
                                                                                    frutto di una preparazione e      Martinez – Solis del Gruppo di Ricer-
                                                                                    di contatti meticolosi che si     ca sulle Piante Officinali, che sarà la
                                                                                    svolgono con i referenti loca-    nostra guida principale al Giardino
                                                                                    li durante l’anno precedente      Botanico sotto il profilo storico, ar-
                                                                                    per cercare di organizzare le     chitettonico e soprattutto scientifico.
                                                                                    visite nel migliore dei modi      In seguito ci affiderà a suoi colleghi

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Jardí Botànic de València

                                           Semplici risalente al XVI secolo fu        rali per il pubblico e gli studenti di
                                           creato dall’Università di Valencia per     ogni ordine e grado.
                                           l’insegnamento del riconoscimento e
                                           l’uso delle piante medicinali ai futuri    L’Origine: l’Orto dei Semplici
                                           medici.
                                                                                      I primi orti dei semplici sorsero in
                                                           Storia                     Italia nel Rinascimento, concepiti
                                                                                      come complementi pratici per gli stu-
                                           L’Orto Botanico dell’Università di Va-     denti di medicina. Le origini dell’Or-
                                           lencia fu fondato nel 1567. Per circa      to Botanico di Valencia risalgono al
                                           200 anni fu adibito alla coltivazione di   1567, quando i magistrati della cit-
                                           piante medicinali (orto dei semplici)      tà incaricarono il Prof. Joan Plaça
                                           ad uso della facoltà di Medicina ma        all’insegnamento della Botanica e gli
                                           nel corso degli anni fu spostato in di-    commissionarono la creazione di un
                                           verse postazioni nella città di Valen-     giardino di piante medicinali da uti-
                                           cia. Solo nel 1802 fu definitivamente      lizzare per la spiegazione dei sempli-
                                           collocato nella posizione attuale in       ci agli studenti di medicina. Nessuno
                                           Huerto de Tramoyeres, fuori le mura        sa per quanto tempo questo orto dei
                                           della città, in prossimità del conven-     semplici svolse la sua funzione, ma,
                                           to di San Sebastian e nei pressi della     ancora una volta, nel 1631 docenti
                                           Torres de Quart.                           di medicina e di farmacia chiesero la
                                                                                      possibilità di coltivare piante medici-
                                                                                      nali da spiegare agli studenti.

                                                                                      Due anni più tardi, furono affittati
                                                                                      due terreni, alla periferia di Valencia,
                                                                                      vicino al convento di Sant Julià per
                                                                                      coltivare le erbe medicinali ad uso
                                                                                      del professore Melchor de Villena.

                                                                                      Nel 1684, un altro cattedratico, il
                                                                                      Prof. Gaudenci Senach, ricevette l’in-
per le visite all’Erbario, alla Biblio-                                               carico reale di costituirne uno nuovo.
teca, ai Laboratori di Ricerca e alla                                                 In questa occasione fu acquistato un
Banca del Germoplasma. Per conclu-                                                    locale nella parrocchia di San Loren-
dere con un mini – convegno corre-                                                    zo per impartire le lezioni e affitta-
dato da ampia documentazione per                                                      to il giardino accanto. Ma all’inizio
illustrarci le numerose attività di stu-                                              del secolo XVII, ancora mancava un
dio e di ricerca che si svolgono pres-                                                giardino botanico pienamente utiliz-
so l’Orto Botanico di Valencia.            Per tutto il XIX secolo furono fatte       zabile benché ne fosse richiesta la
                                           esperienze di acclimatazione di pian-      presenza anche nell’Atto Costitutivo
            Introduzione                   te di interesse agrario e impartite        dell’Università di Valencia del 1733.
                                           lezioni di botanica agli studenti, ma
Come tutti gli Orti Botanici anche         durante il XX secolo l’orto botanico       Il progetto incompiuto: il Giardi-
quello di Valencia rappresenta un          subì un lungo periodo di abbandono         no di Abereda
“museo vivente”. Uno spazio univer-        fino a quando, nel 1987, l’Università
sitario aperto al pubblico situato al      di Valencia avviò un processo globale      Nel corso del XVIII secolo durante il
centro della città con il compito di       di restauro che si concluse nel 2000.      regno di Carlo III e a seguito delle
diffondere la conoscenza del mon-                                                     spedizioni botaniche in terre scono-
do vegetale, promuoverne lo studio,        Attualmente le attività dell’Orto Bo-      sciute, la scoperta di nuove piante,
l’insegnamento, la diffusione e la         tanico sono finalizzate allo studio        il crescente interesse per lo sviluppo
conservazione oltre al suo uso soste-      della diversità vegetale, alla conser-     delle scienze naturali e l’agricoltura
nibile. Un patrimonio di piante viven-     vazione di specie rare, endemiche o        ci fu un notevole cambio di orienta-
ti coltivate nel corso degli ultimi due    minacciate della flora mediterranea        mento relativamente alla costituzio-
secoli comprendente anche gli alberi       e alla conservazione dei loro habitat      ne degli orti botanici, non solo luoghi
monumentali e un notevole patri-           naturali. Al suo interno si svolgono       di studio per l’utilizzo delle piante
monio architettonico. Quest’Orto dei       importanti eventi educativi e cultu-       medicinali, ma bensì luoghi proget-

                                                                                             n. 1 gennaio - febbraio 2017   9
ORGANO UFFICIALE F.E.I - Federazione Erboristi ...
Jardí Botànic de València

tati con lo scopo di crescita e con-           progetto di Antoni Josep Cavanilles.
servazione e di studio per tutti i tipi        Per due anni furono trasferite piante
di piante, non solo quindi per gli usi         dall’Albereda e dal giardino dell’ar-
medici.                                        civescovato di Puçol, si costruirono
                                               strutture ed edifici e si acquistarono
Il Rettore Demetrio Lorés fece la              libri e materiali.
proposta di istallare un nuovo giardi-
no botanico adatto allo scopo all’Al-          Nel 1805 fu nominato direttore del
bereda nel 1757, ma tale proposta fu           nuovo giardino botanico Vicente Al-
accettata solo tre decenni più tardi.          fonso Lorente, che istituì la Scuola
                                               Botanica organizzata secondo il me-
Nel 1787, il Rettore Vicent Blasco             todo sessuale di Linneo. Il Giardino
preparò un’ampia documentazione                venne inaugurato nel 1806 iniziando
nella quale illustrava i motivi e l’im-        la sua attività scientifica e di inse-
portanza di dotare l’Università di un          gnamento. Purtroppo però le attività
moderno giardino botanico. La Reale            e lo sviluppo del Giardino subirono
Società Economica degli Amici della            una battuta d’arresto con l’ingresso      Endlicher, pubblicando nel 1856 un
Città di Valencia sostenne fortemen-           nella città delle truppe napoleoniche     catalogo delle piante menzionate
te la sua creazione e alla fine del se-        nel 1811. Il Prof. Lorente imprigio-      nella stessa.
colo, la città di Valencia cedette i ter-      nato e condannato a morte, fu salva-
reni de l’Albereda. Purtroppo però,            to solo grazie all’intervento di Leon     Nel 1845, approfittando della riforma
il progetto non fu mai realizzato a            Dufour, un medico e naturalista che       dei piani di studio, il cosiddetto Piano
causa di disaccordi nella gestione del         accompagnava le truppe straniere.         Pidal, fece costruire una serra in le-
giardino tra la Reale Società Econo-           Con il ritiro dell’invasore Josep Pau-    gno lunga trenta metri e alta cinque
mica degli Amici della Città di Valen-         lì assunse la direzione, però il vero     oltre ad una serra ombreggiata di
cia e l’Università oltre alla presunta         processo di recupero non si avviò se      circa 800 metri quadrati, con 44 co-
non ottimale qualità del terreno ce-           non sotto la direzione del Prof. Jo-      lonne in legno e copertura vegetale.
duto e alle proteste dei cittadini che         sep Pizcueta Donday. Durante que-
preferivano sfruttare questo luogo                                                       Nel 1859 fu nominato rettore dell’U-
per attività ricreative.                                                                 niversità di Valencia incarico che oc-
                                                                                         cupò fino al 1867 occupandosi tra
L’ubicazione definitiva: l’Hort de                                                       l’altro della riorganizzazione del Ga-
Tramoiers                                                                                binetto di Storia Naturale.

                                                                                         Pizcueta fece ampliare il Giardino Bo-
                                                                                         tanico fino alle dimensioni attuali e
                                                                                         oltre ad altre opere avviò, nel 1860,
                                                                                         la costruzione della serra tropicale,
                                                                                         realizzata interamente da aziende
                                                                                         spagnole e terminata nei primi mesi
                                                                                         del 1862. Ha anche dotato il Giardino
                                                                                         di ampio erbario e di una biblioteca.

                                                                                         Aiutato da Felix Robillard, formato al
                                                                                         Jardin des Plantes di Parigi, ha mo-
                                                                                         dernizzato la Scuola Botanica, ordi-
                                                                                         nandola secondo il metodo naturale
                                               sto periodo il Giardino raggiunse l’a-    di Endlicher.
                                               pice della sua storia, le collezioni di
                                               piante aumentano notevolmente e           Si interessò inoltre alla coltivazione
                                               furono costruiti nuovi impianti per la    di piante tintorie e alla coltivazione
                                               coltivazione.                             dello zafferano bastardo (Carthamus
All’inizio del 1802, il Rettore Vicente                                                  tinctorius L.) e lasciò l’opera Enume-
Blasco commissionò a Francisco Gil             Il Prof. Josep Pizcueta Donday rior-      ratio Plantarum Horti Botanici Valen-
la progettazione del Giardino Botani-          ganizzò l’Orto Botanico seguendo le       tini (1856) nella quale raccolse la li-
co presso l’Orto di Tramoieres, con il         idee esposte nell’opera Plantarum         sta di oltre 6.000 specie vegetali che
consiglio e la partecipazione attiva al        Generi (1836-1850) di Stephan L.          sono normalmente coltivate.

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Jardí Botànic de València

I successivi direttori del giardino in     Le prime azioni intraprese da Doca-        Il restauro è stato effettuato in due
quel che resta del secolo furono,          vo si incentrarono sul recupero degli      fasi, la prima (1989-1991) volta a
Rafael Cisternas (1867-1876), José         edifici al fine di riattivare la biblio-   recuperare l’area coperta da giardi-
Arévalo Baca (1876-1888) e Educard         teca, l’erbario e le serre fortemente      ni, inclusi il ripristino degli edifici e
Boscà (1888-1913). Sotto la direzio-       danneggiate, gli ingenti danni non         aumentando le collezioni di piante.
ne del secondo si ampliò il Giardino       risparmiarono neanche i grandi al-         Nuove collezioni sono state allog-
per lo sviluppo delle coltivazioni agri-   beri monumentali. Per ripristinare i       giate nelle serre (orchidee, brome-
cole e furono costruite la serra e lo      luoghi, sistemare le serre e le aree       liaceae, succulente, piante tropicali
stagno. Con Boscà fu realizzata l’ulti-    di coltivazione fu incaricato il giar-     e carnivore) e rese fruibili al pubbli-
ma grande costruzione del Giardino:        diniere e paesaggista Joan Pañella         co. Inoltre, la Scuola di Botanica fu
la serra ombrario.                         che si occupò anche dell’installa-         organizzata in linea con i moderni
                                                             zione di un giardi-      concetti di sistematica. Il 12 giugno
                                                             no tropicale e della     1991 il Giardino Botanico fu aper-
                                                             creazione di un’a-       to al pubblico. Per Il giardino iniziò
                                                             rea esclusiva dove       quindi una nuova epoca di divulga-
                                                             mettere a dimora le      zione scientifica, attività didattiche,
                                                             piante grasse.           di ricerca, di conservazione biologica
                                                                                      oltre a tutte le attività culturali.
                                                            Sotto la direzione
                                                            del Direttore Docavo      La seconda fase del processo di ri-
                                                            nel Giardino botani-      strutturazione ha comportato la co-
                                                            co riprese l’attività     struzione dell’edificio di ricerca, che
                                                            di insegnamento;          è stato inaugurato il 18 maggio 2000
                                                            in primo luogo con        sotto la direzione di Antoni Aguilel-
                                                            le lezioni pratiche di    la avviando l’inizio di una nuova era
Il ventesimo secolo: declino e ri-         Botanica, per la Facoltà di Scienze e      in cui scienza, cultura e natura sono
nascita                                    successivamente per quelle di Biolo-       diventati i tre pilastri del nuovo giar-
                                           gia e Farmacia.                            dino del XXI secolo.
Il Giardino subisce una serie eventi
storici che si svolgono durante la pri-                                                                   Architettura
ma metà del XX secolo: le guerre co-
loniali, la guerra civile (1935 – 1939)                                                         Quando l’Università        ac-
e l’alluvione del 14 ottobre 1957 che                                                           quisì la gestione del Giar-
determinò la famosa piena del fiume                                                             dino Botanico di Tramoie-
Tùria, conosciuta come Gran riada                                                               res situato in questo luogo
de Valencia, che con una portata di                                                             ormai da oltre 200 anni,
3.700 m³/s inondò gran parte della                                                              iniziarono i lavori per il mi-
città di Valencia provocando il caos                                                            glioramento della coltiva-
tra la popolazione.                                                                             zione delle piante presen-
                                                                                                ti e per l’adeguamento di
In questo periodo di decadenza è                                                                tutta la struttura alle nuo-
direttore dell’Orto Botanico France-                                                            ve esigenze scientifiche e
sc Beltran, che era stato incaricato       Il restauro: un centro di scienza,         didattiche.
del mantenimento delle collezio-           cultura e natura
ni, dell’interscambio dei semi, così                                                  Attualmente convivono nel Giardi-
come della preparazione di un elen-        Nel 1985, il Giardino Botanico fu ri-      no interessanti edifici del XIX seco-
co delle piante coltivate. Purtroppo       conosciuto negli Statuti dell’Univer-      lo, dove gli elementi predominanti
tutto questo lavoro andò perduto a         sità come “centro universitario per la     sono il ferro e i mattoni. In parti-
seguito dell’alluvione e della succes-     ricerca, l’insegnamento e la cultura”,     colare, tra gli altri, la grande serra
siva inondazione della città. Nei due      alle dirette dipendenze dell’organo        ombreggiata (1900) le serre fred-
anni successivi il direttore Beltran si    di governo centrale dell’Università.       de, lo stagno (1888) e la serra tro-
adoperò per il ripristino del Giardi-      Due anni più tardi, il Cancelliere Ra-     picale (1862). Al contrario, all’in-
no Botanico soprattutto attraverso         mon Lapiedra nomina Manuel Costa,          gresso del giardino oggi si trova l’
la rimozione di enormi quantità di         professore della Facoltà di Farmacia,      edificio di ricerca con i laboratori,
fango trasportate dall’acqua. Bel-         come direttore del giardino incari-        l’erbario e la biblioteca, inaugurato
tran morì nel 1962 e lo succedette         candolo di redigere un progetto per        nel 2000, che conferisce all’insieme
nell’incarico Ignacio Docavo.              il suo restauro completo.                  un tocco di modernità.

                                                                                              n. 1 gennaio - febbraio 2017   11
Jardí Botànic de València

Serre fredde e l’ombrario in legno            La serra ha una lunghezza di 24m            beri ed arbusti ricoperti di erica, che
                                              e 465m2 di vetrata, costituita da           col tempo avevano nascosto le tende
La costruzione delle prime serre e            5.342 vetri disposti su tutta la sua        di tela successivamente danneggiate
dell’ombrario iniziò con la direzione         struttura arcuata. Tra il 1989 e il         da un incendio. Il restauro fu opera-
di Josep Pizcueta. Queste strutture           1991 fu restaurata, rispettando il          to rispettando il disegno originale,
dovevano rispondere alla necessità            suo design originale migliorando al         introducendo però alcune modifiche,
di salvaguardare le coltivazioni esoti-       contempo le condizioni climatiche           ad esempio non sono stati utilizza-
che sia dal freddo invernale che dalle        per la vegetazione delle piante tro-        ti materiali vegetali e gli ornamenti
elevate temperature e dalla forte ir-         picali presenti ottimizzando i sistemi      sono stati realizzati con ghisa al po-
radiazione solare estiva.                     di umidificazione, riscaldamento e          sto dello zinco in rilievo. Fu anche re-
                                              irrigazione interni.                        cuperato lo stagno centrale usato per
Tra il 1845 e il 1850, l’architetto                                                       l’irrigazione che nella ristrutturazione
Timoteu Calvo costruì una serra in            L’Umbracle – l’ombrario                     del 1966 era stato eliminato.
legno e in vetro, che occupava il
luogo dove oggi si trova lo stagno
con le piante acquatiche. La struttu-
ra di 180 metri quadrati, alta 5m e
lunga 30m era orientata verso sud.
Dopo alcuni anni dietro la serra, in
un’area di circa 800 metri quadrati
fu, costruita una grande serra om-
breggiante composta da 57 colonne
di legno.

Attualmente, questo spazio è occu-
pato da una collina in quanto la co-
struzione deperì a seguito della de-
composizione della struttura in legno
sottoposto a umidità e calore.

La serra tropicale

                                                        Alla fine del XIX secolo, in      Altre serre e muro di Tramoieres
                                                        sostituzione della prima
                                                        serra in legno, il nuovo di-
                                                        rettore Eduard Boscà de-
                                                        cise di avviare la costru-
                                                        zione di quello che oggi è
                                                        conosciuto come l’Umbra-
                                                        cle. L’architetto madrileno
                                                        Arturo Mélida y Alinari fu
                                                        incaricato del progetto.

                                                      La struttura occupa 560
È la serra più importante del Giar-           metri quadrati e dispone di un
dino Botanico, sia per il suo valore          tetto in metallo semi-cilindrico
storico che architettonico. Fu edifi-         supportato da spesse colonne rive-          La Caseta del Romaní – Casetta del
cata a metà de XIX secolo dall’archi-         stite in mattoni. Raggiunge l’altezza       Rosmarino, la serra dello stagno e
tetto valenciano Sebastiá Moleon su           di 12 metri al centro e consiste di         le altre serre minori furono costruite
proposta di Josep Pizcueta. Situata           strutture ad arco di 24m senza alcun        alla fine del XIX secolo e restaurate
nel cuore del giardino e verso sud,           sostegno. Per ombreggiare, la strut-        un secolo più tardi. Per quanto ri-
è il primo edificio spagnolo costitu-         tura disponeva di un sistema di vele        guarda la prima, in passato era adi-
ito da ferro e vetro come materiali           a controllo manuale.                        bita a serra per le felci, ma in seguito
principali; in questo senso, è anche                                                      vi vennero ospitate le coltivazioni di
uno dei più importanti in Europa co-          Nel 1987, la struttura dell’Umbracle        piante grasse, con l’installazione di
struiti durante la seconda metà del           si presentava molto deteriorata. Tra        impianti di riscaldamento e di umidi-
XIX secolo.                                   i pilastri incrinati, erano cresciuti al-   ficazione. Dietro questa c’è la serra

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dello stagno che sostituisce quella in     go. Dispone di pilastri, che fungono       vi che si integrano con la porta del
legno progettata da Timoteo Calvo.         da sostegno alle diverse specie di         Giardino e all’ambiente urbano circo-
Occupa una superficie di 150 metri         piante rampicanti che ne ricoprono         stante.
quadrati e si alza fino a 6m ed è uti-     la parete interna.
lizzata per contenere le palme tropi-                                                  Piante – Collezioni di piante vive
cali, installando durante il restauro i    L’edificio di ricerca
sistemi di irrigazione, ombreggiatura                                                 L’Orto Botanico dell’Università di
e riscaldamento.                           Gli architetti Luis Gay e Carlos Bento     Valencia è un tipico giardino univer-
                                           furono i responsabili della costruzio-     sitario simile a quelli esistenti nel
In seguito il direttore dell’Orto Bo-      ne, nel 1987, dell’edificio universita-    XVI secolo nell’Europa rinascimen-
tanico, Josep Arévalo fece costruire       rio di ricerca. L’edificio era necessa-    tale. Un museo vegetale per mo-
quattro serre in ferro e vetro di fron-    rio per rispondere alle esigenze della     strare ai visitatori la diversità del re-
te alla serra tropicale con un design      ricerca scientifica, per la divulgazio-    gno vegetale in vivo, l’adattamento
simile alla serra più grande di cir-       ne e la formazione, oltre a miglio-        delle piante, il loro rapporto con gli
ca 40m2 ognuna. Precedentemente            rare e potenziare gli aspetti sociali e    animali, la loro utilità per gli esseri
queste serre si utilizzavano per la        culturali del Giardino.                    umani e le modalità di coltivazione,
produzione di piante che in seguito                                                   oltre alle attività di insegnamento e
venivano trasferite nelle diverse col-     L’edificio si affaccia su Carrer de        alla ricerca scientifica, queste rap-
lezioni del giardino.                      Quart, all’estremità meridionale del       presentano la vera ragion d’essere
                                           Giardino, e occupa 1.200 metri qua-        di un Orto Botanico.
Dopo la ristrutturazione tali serre        drati. Presiede l’ingresso al Giardino
sono utilizzate come spazi espositi-       un bagolaro di più di 70 anni che sor-     Attualmente sono coltivate oltre
vi aperti al pubblico, tanto che oggi      ge nel cortile circolare dell’ingresso     4.500 specie diverse ordinate in 20
vi vegetano felci, orchidee, brome-        centrale. Ai piani superiori si trovano    collezioni. La Scuola Botanica occupa
                                                                                         la maggiore estensione. Il resto è
                                                                                         monografico e risponde a tre cri-
                                                                                         teri fondamentali: piante utiliz-
                                                                                         zate dall’uomo, piante coltivate
                                                                                         in modo protetto, e piante del-
                                                                                         lo stesso ambiente ecologico. La
                                                                                         maggior parte delle collezioni ve-
                                                                                         geta all’aperto, mentre altre con
                                                                                         esigenze specifiche, sono coltiva-
                                                                                         te nelle varie tipologie di serre.

                                                                                         Scuola Botanica

                                                                                         Nella metà meridionale del Giar-
                                                                                         dino si trova la Scuola Botanica,
                                                                                         la collezione più antica che com-
                                                                                         prende la diversità vegetale: dalle
                                                                                         piante più primitive fino alle più
                                                                                         diverse attualmente viventi: gim-
                                                                                         nosperme e angiosperme, mono-
                                                                                         cotiledoni e dicotiledoni. Risale a
                                                                                         due secoli fa e serviva per lo stu-
liaceae e le vasta collezione di pian-     le sale dedicate allo studio e alla ri-    dio pratico della botanica.
te carnivore. Per quanto riguarda la       cerca: moderni laboratori di ricerca,
serra fredda, si tratta di un altro edi-   erbario, la biblioteca, la banca del       Le collezioni sono disposte secondo il
ficio restaurato. Dopo essere stato        germoplasma, oltre all’ amministra-        sistema naturale di Endlicher - all’o-
utilizzato come acquario, ora è una        zione e l’ufficio culturale e per la co-   rigine secondo il metodo sessuale
sala polivalente.                          municazione.                               di Linneo - dai cartellini informativi
                                                                                      si identifica l’origine delle principali
Infine, il muro che circonda il giardi-    Sia le facciate esterne come il pa-        famiglie, le loro caratteristiche e ap-
no è il muro che delimitava l’antico       tio centrale sono in pietra calcarea       plicazioni. Una sorta di tour orga-
Orto di Tramoieres. E ‘stato ristruttu-    d’Ulldecona, cemento e pannelli in         nizzato in 16 zone che consentono
rato e adattato al suo nuovo impie-        alluminio laccato, elementi costrutti-     di osservare la storia evolutiva del-

                                                                                              n. 1 gennaio - febbraio 2017   13
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le piante: le modificazioni e i cam-         scientifico. La palma più importante        nelle sue fessure rocciose sono evi-
biamenti delle strutture floreali, la        del Giardino è sicuramente una pal-         denti importanti endemismi dell’area
riduzione della dimensione dei fiori         ma da datteri (Phoenix dactylifera          mediterranea. Inoltre, accanto alla
e la comparsa delle infiorescenze,           L.), molto speciale, ha infatti più di      casetta del rosmarino si evidenzia un
il passaggio dall’ impollinazione per        35 “foglie”, caratteristica unica che       aspetto della costa sabbiosa, formato
mezzo del vento (impollinazione              ricorda un esplosione di fuochi d’ar-       da piante adattate alle locali coste e
anemofila) o tramite insetti vetto-          tificio, per tale motivo è nota come        dune, come il giglio di mare, la “per-
ri (entomofilia), la riduzione della         la Carcassa.                                lina blanca” (Diotis maritima Desf.,
struttura vegetativa e l’evoluzione                                                      la santolina delle spiagge) e il “card
delle piante, da quelle prive di seme        Flora valenciana                            marí” (Eryngium maritimum L.).
(crittogame) a quelle dotate di seme
(spermatofite) le quali si originaro-
no nell’era paleozoica da un gruppo
di piante, le progimnosperme aventi
caratteristiche intermedie tra quelle
delle crittogame trimerofite e quelle
delle gimnosperme che rappresen-
tano una delle due divisioni delle
piante con seme (gimnosperme ed
angiosperme).

Palme

                                             Nel 1990 nell’Orto viene creata la          Il Giardino roccioso degli endemismi
                                             Muntanyeta (la collinetta), un giardi-
                                             no roccioso che comprende un cam-           I territori del Mediterraneo, gli am-
                                             pione importante degli ecosistemi           bienti a clima tropicale, presentano
                                             valenciani più significativi. Si trat-      una flora quanto più varia ed origi-
                                             ta dell’unica elevazione del Giardi-        nale. Il Giardino roccioso delle spe-
                                             no, costituito da blocchi di calcare e      cie endemiche, costituito da rocce
                                             arenaria rossa. È attraversata da un        calcaree, mostra un campione com-
                                             ruscello che nasce nella parte supe-        pleto di specie endemiche del Me-
                                             riore e forma uno stagno da un lato,        diterraneo occidentale raggruppate
                                             mentre l’altro appare come un letto         per affinità, alcune delle quali sono
                                             asciutto, in modo che vi si ritrovano       attualmente fortemente minacciate.
                                             piante tipiche degli ambienti acquati-      Tra le altre sono presenti piante di
                                             ci e quelle caratteristiche della riva di   Alicante, Castelló, Ibiza, Maiorca,
                                             un fiume, giunchi gigli gialli e canne      Minorca, Sardegna, Sicilia, Corsica e
                                             così come diverse specie di papiro.         del Nord Africa.
A metà del XIX secolo, nell’Orto Bo-
tanico inizia la coltivazione di pal-        A ovest è rappresenta la foresta            L’ombrario
me, che è attualmente una delle più          mediterranea, con esemplari come
complete e interessanti d’Europa.            querce, violette e varietà di rusco e       Al centro del Giardino Botanico si
Le palme sono disposte in tutto il           a nord si estende la macchia di Cha-        trova l’ombrario, la grande serra om-
giardino, si tratta di oltre 120 spe-        maerops humilis L. (margallò), una          breggiante in ferro e mattoni dove,
cie provenienti dagli habitat naturali       particolare specie di palma, e tra gli      crescono piante che hanno bisogno
tropicali e subtropicali fino a quelle       altri, esemplari di quercia dei Pire-       di ombra. Questo tipo di piante sono
coltivate nelle zone temperate euro-         nei e lentisco. Al centro del giardino      caratterizzate da un colore verde in-
pee. Il visitatore può apprezzarne il        roccioso si ritrova della macchia con       tenso che le permette di assorbire
grande valore ornamentale oltre che          rosmarino, timo e lavanda. Anche            l’energia della luce diffusa. Sono vi-

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sibili alcune specie di diversa origine,   Negli stagni del Giardino abbiamo         to, gli alberi decidui come il Pacaner
come palme subtropicali, araliaceae        potuto ammirare diverse specie di         - Pecan (Carya illinoinensis (Wan-
asiatiche o felci arboree dell’Ameri-      piante acquatiche. Alcune sommer-         genh.) K.Koch) il noce dell’Illinois di
ca centrale. Nello stagno coperto ci       se altre galleggianti sulla superficie,   cui si gustano le note “noci Pecan”,
sono piante galleggianti di origine        con o senza radici ancorate al fondo.     la quercia americana, la quercia ros-
tropicale e subtropicale, giacinti e       Nello stagno della Muntanyeta pos-        sa (Quercus rubra L.) o la Morera
lattuga acquatica (Pistia stratiotes       siamo vedere canne, iris gialli o sibe-   de paper (Broussonetia papyrifera
L.), mentre rose rampicanti crescono       riani, mentre il Taxodium (Taxodium       (L.) Vent, sin. Morus papyrifera L.)
sulla facciata sud.                        distichum (L.) Rich.), il cipresso cal-   una caducifoglia originaria dell’A-
                                           vo o delle paludi) si erge dal centro.    sia dell’Est. Si ritrovano inoltre una
Serra tropicale                            La collezione di piante più interes-      grande varietà di palme, palme da
                                           sante è ospitata nello stagno serra,      datteri (Phoenix dactylifera L.), varie
Anche la serra tropicale si trova al       accanto alla parete est del giardino:     generi di Sabal (Sabal spp.) e Wa-
centro del giardino, di fronte la ser-     il grande vaso centrale contiene un       shingtonia (Washingtonia H. Wen-
ra ombreggiante. Tra gli esemplari         loto indiano fiorito, mentre in quelli    dl.) Il terreno, ombreggiato dagli
che vi si possono ammirare, tre sono       laterali ci sono giunchi, thalie, pa-     alberi, è tappezzato da felci, rusco
particolarmente interessanti: la pal-      piri e piante del genere Pontederia       (Ruscus hypoglossum L.) e falangio
ma Mascarena a forma di bottiglia          L. Ci sono inoltre ninfee, alocasie e     (Chlorophytum Ker Gawl.) genere
(Hyophorbe lagenicaulis (L.H.Bailey)       colocasie (comunemente note come          di piante erbacee sempreverdi del-
H.E.Moore), il bambù “pancia di Bud-       orecchie d’elefante). L’estate è la       le Agavaceae, originarie originarie
dha” (Bambusa ventricosa Mc Clure)         stagione in cui lo “stagno-serra” è al    dell’Africa subsahariana, conosciute
dall’Asia e Pachyra (bombaco, casta-       suo massimo splendore, con nume-          anche come “nastrino”.
gno Guyana – Pachyra spp.) dal Cen-        rosi fiori di loto e ninfee.
tro America. Inoltre si possono am-                                                  Un busto del botanico di Simón de
mirare cesti di fibra di cocco appesi      Bosco                                     Rojas Clemente spicca in una spa-
sui rami e tronchi caduti contenenti                                                 zio, dove i visitatori possono sedersi
piante epifite, orchidee e bromeliace-     Il bosco si estende su una superficie     sulle panchine circondate da ligustri,
ae. Sono visibili inoltre piante comu-     di 5.000 metri quadrati nella parte       gelsi da carta (Broussonetia papyri-
nemente utilizzate per scopi decora-       settentrionale del giardino e si com-     fera (L.) Vent. sin. Morus papyrifera
tivi, come ficus e dracaena; piante        pone degli alberi più significativi       L.) e un albero di fico.
tropicali con frutti commestibili (caf-    che si trovano nei boschi terrestri.
fè, banane e ananas) e liane, tipiche      Seguendo il sentiero tortuoso che         Prato e Conifere
della foresta pluviale tropicale, che      si snoda da est ad ovest si possono
coprono la parete di fondo.                ammirare esemplari perenni, come il       Una collezione di specie erbacee co-
                                           pino domestico (Pinus pinea L.) o il      munemente usate per i prati delle
Piante acquatiche                          leccio (Quercus ilex L.) e, soprattut-    zone con clima mediterraneo sono
                                                                                     state piantate in due aiuole tra la serra
                                                                                     ombreggiante (umbracle) e l’area del-
                                                                                     le piante grasse. Ogni specie riempie
                                                                                     uno spazio vuoto e viene studiata dopo
                                                                                     aver subito una serie di trattamenti, ir-
                                                                                     rigazione, fertilizzazione, ecc. in modo
                                                                                     da valutarne eventuali malattie, com-
                                                                                     portamento, caratteristiche, stagiona-
                                                                                     lità e la risposta ai vari trattamenti.

                                                                                     Nel Giardino Botanico, sono inoltre
                                                                                     presenti esemplari di conifere, tra i
                                                                                     quali i più rari sono il pino del Cile
                                                                                     (Araucaria araucana (Molina) K.
                                                                                     Koch), la sequoia gigante (Sequoia
                                                                                     gigantea (Lindl.) Dcne.) chiamata
                                                                                     anche wellingtonia, diffusa sponta-
                                                                                     neamente solo in zone ristrette del-
                                                                                     la Sierra Nevada e della California e
                                                                                     il cipresso di palude (“cipresso cal-
                                                                                     vo” Taxodium distichum L.).

                                                                                             n. 1 gennaio - febbraio 2017   15
Jardí Botànic de València

Le piante succulente                          Piante rampicanti                         spp (Nutt.) DC.), che si avvolgono
                                                                                        intorno agli alberi presenti.
Sul bordo nord-orientale del giardi-          L’Orto botanico è circondato da un
no, in una posizione soleggiata c’è           muro, tipico dei vecchi orti e frutteti   Piante utili e officinali
un’area di circa 1.200 m2 che com-            di Valencia, che rimanda all’antico
prende una vasta collezione di pian-          “Huerto de Tramoieres”. Durante il        Diffuse in tutto il giardino e raggrup-
te grasse iniziata alla fine degli anni       restauro del 1990, lungo la parete        pate in base al loro utilizzo e al tipo
                                                                                        di coltivazione, ammiriamo diverse
                                                                                        collezioni di piante utili. Le piante
                                                                                        officinali sono posizionate sul bordo
                                                                                        settentrionale del giardino, in uno
                                                                                        spazio ispirato ai chiostri dei con-
                                                                                        venti nelle quali originariamente si
                                                                                        coltivavano. Particolarmente rappre-
                                                                                        sentate sono quelle, tipiche del ter-
                                                                                        ritorio di Valencia ricordate per i loro
                                                                                        usi etno-botanici come la valeriana
                                                                                        rossa (Centranthus ruber (L.) DC.),
                                                                                        e la valeriana comune (Valeriana
                                                                                        officinalis L.), note per le loro pro-
                                                                                        prietà calmanti e sedativei; piante
                                                                                        ad azione antisettica, come rosma-
                                                                                        rino, timo e salvia e, quelle utilizza-
                                                                                        te i per disturbi di stomaco, come la
                                                                                        menta o la camomilla. C’è anche una
                                                                                        zona riservata alle piante velenose
                                                                                        usate in fitoterapia.
sessanta. Durante il restauro dell’Or-        interna è stata collocata una colle-
to che ha avuto luogo negli anni no-          zione di piante rampicanti. Queste        Al centro del giardino crescono pian-
vanta, le piante sono state riorganiz-        piante sono caratterizzate dalla ra-      te utili per uso industriale: cereali,
zate secondo criteri bio-geografici, in       pida crescita alla ricerca di luce so-    legumi, soia, cotone, canna da zuc-
modo tale che alcuni degli esemplari          lare. Possono essere classificate a       chero, e la chufa, xufa in valenciano
più importanti originari dei torridi          seconda delle modalità
ed aridi deserti africani e americani         che usano per fissarsi al
sono stati collocati in base al conti-        supporto su cui vegeta-
nente di appartenenza. Nella metà             no. Come l’edera e i ficus
meridionale possiamo trovare una              i cui viticci si insinuano
selezione di diversi esemplari del            nelle fessure tra le rocce
genere aloe, aizoaceae, crasulaceae           o sulla la corteccia degli
e della flora succulenta delle Cana-          alberi, bouganville e rose
rie, come diverse specie di Aeonium.          rampicanti che tappezza-
Mentre nella metà settentrionale ve-          no le pareti dell’Umbra-
getano agavi e cactus.                        cle, e possiamo anche
                                              trovare caprifogli e il bel-
Anche la Casetta del Rosmarino                lissimo glicine (Wisteria
contiene alcune piante grasse che
sono più sensibili alle basse tem-                                                         (Cyperus esculentus L.). Con i tu-
perature. Sono sistemate in due                                                            beri di questa pianta si prepara la
aree organizzate a seconda del-                                                            famosa “horchata” una bevanda
le loro modalità di crescita: nella                                                        rinfrescante tipica di Valencia e del
metà anteriore ci sono le piante                                                           litorale sudorientale spagnolo, che
grasse a crescita ridotta, come                                                            abbiamo potuto gustare sul lungo-
cactaceae, crasulaceae, aizoaceae                                                          mare valenciano. Gli usi industriali
e liliaceae; mentre nell’ altra metà,                                                      ed alimentari e le modalità di col-
nel retro, c’è una vasta gamma di                                                          tivazione e di queste piante sono
generi Mammillaria, che apparten-                                                          oggetto di spiegazioni didattiche
gono alla famiglia dei cactus.                                                             nel corso di visite organizzate

 16                      n. 1 gennaio - febbraio 2017
Jardí Botànic de València

presso l’Orto Botanico.                   ceae, troviamo gli esemplari più noti    ogni anno con le nuove collezioni.
                                          di questa famiglia: l’ananas tropica-
Sul bordo meridionale del Giardino        le e il muschio spagnolo (Tillandsia     Oltre a tutte le attività di base che
sono presenti esemplari di alberi         usneoides L.).                           portano alla raccolta e preparazione
da frutto tipici dell’area e delle zone                                            dei semi per la conservazione a lun-
interne della provincia di Valencia:               Centro di ricerca               go termine e l’approvvigionamento
peschi, mandorli, melograni, fichi;                                                di piante adulte per i programmi di
e anche quelli esotici come il kiwi,      Terminata la visita alle strutture       reintroduzione, si lavora anche per
mango o pistacchio. Tra le piante         esterne del Giardino Botanico ci ap-     sviluppare i progetti seguenti:
coltivate in orto, che ruotano a se-      prestiamo a visitare il moderno edi-
conda della stagione, ci sono diverse     ficio di ricerca iniziando dalla Banca   Ricerca di condizioni ottimali di ger-
varietà di cavolo, melanzane, melo-       del Germoplasma diretta dalla Prof.      minazione di semi e spore di Pteri-
ne, fave, lattughe e carciofi. Inoltre,   ssa Elena Estrelles, specializzata in    dofite (felci, equiseti, licopodi, sela-
vi è un’area di circa 300 m2 in cui       botanica, istologia ed ecologia che ci   ginelle).
crescono agrumi: arance, pompel-          ha illustrato il funzionamen-
mi, mandarini, limoni; e in Plaza de      to della struttura e le tipo-
Carlos Pau vi è anche una mostra di       logie di ricerche effettuate.
questi esemplari.                         La Banca del Germoplasma
                                          è una raccolta di materiale
Serre espositive                          vegetale vivo, sotto forma
                                          di semi e spore con lo scopo
Di fronte alla serra tropicale ci sono    principale di:
quattro piccole serre di struttura
simile, dedicate alla coltivazione di     individuare, raccogliere e con-
bromeliaceae, felci, piante carnivore     servare le piante considerate
e orchidee. Durante i mesi di aprile      di importanza prioritaria per la
a ottobre, si possono apprezzare i        nostra società e lavorare per
fiori di orchidee di grande valore or-    l’acquisizione di conoscenze
namentale, come Cattleya, Vanda e         scientifiche volte a ottimizzare
Phalaenopis spp.                          la conservazione e l’uso delle
                                          risorse fitogenetiche.
Una delle serre ospita una vasta se-
lezione di piante insettivore, orga-      Tutto il lavoro svolto presso
nizzata a seconda del tipo di preda       la Banca del Germoplasma
e del sistema di cattura. Alcune di       è finalizzato a soddisfare
queste piante possono catturare le        l’impegno dei ricercatori dell’Orto      Studi sulla perdita di vitalità in semi
prede usando sostanze appiccicose         Botanico dell’Università di Valencia     e spore.
e aromatiche, come pinguicola (Pin-       secondo la Strategia Europea per
guicula L.) e drosere (Drosera L.,)       la Conservazione delle Piante (Eu-       Studi sulla dormienza, che ostacola
ognuno di questi generi consta di         ropean Plant Conservation Strategy       la germinazione dei semi di alcune
decina di specie per le drosere cir-      - EPCS).                                 specie, e valutazione dei pre-tratta-
ca 150 specie; altre, le cosiddette
piante brocca, lo fanno tramite fo-
glie a forma di imbuto, come è il
caso della Sarracenia (Sarracenia
L.) e Darlingtonia (Darlingtonia ca-
lifornica Torr.) Le piante più piccole
si nutrono di piccoli insetti (zanzare,
formiche, mosche o vespe), mentre
quelle più grandi di piccoli anfibi,
uccelli e, persino, mammiferi. In
un‘altra serra troviamo una piccola
selezione di felci autoctone, origina-
rie della regione di Valencia, ed altre
specie esotiche, oltre a specie arbo-     Attualmente, ci sono oltre 1.500         menti più adeguati per disattivarla
ree: arboree, acquatiche ed epifite.      campioni conservati nella banca del      per dar modo al seme di germinare
Infine, nella serra con le bromelia-      germoplasma, numero che cresce           e alla pianta di fiorire.

                                                                                          n. 1 gennaio - febbraio 2017   17
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