OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
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…”I bambini? ... dobbiamo imparare da loro; bisogna che ci sentiamo fieri delle loro piccole grandi conquiste. Sono il nostro miracolo, il nostro capolavoro, il nostro futuro ….” Anton Vanligt 2
INDICE PREMESSA NOTE SUI DSA COME OSSERVARE UN BAMBINO DISLESSICO INTERVENTI IN CASI DI DISLESSIA COME OSSERVARE UN BAMBINO DISGRAFICO INTERVENTI IN CASI DI DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA COME OSSERVARE UN BAMBINO IN CASI DI DISCALCULIA INTERVENTI IN CASI DI DISCALCULIA STRATEGIE METODOLOGICHE, MISURE DISPENSATIVE E COMPENSATIVE I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI MODELLO DI RICHIESTA DELLA FAMIGLIA DEL P.D.P. PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO RUOLO REFERENTE D.S.A. NORMATIVA VIGENTE SITI UTILI 3
PREMESSA L’attuale prospettiva pedagogica internazionale propone la visione di piena inclusione che, partendo dal riconoscimento degli alunni disabili nella scuola, si apre all’inclusione per tutti i bisogni educativi speciali e conseguentemente accoglie pienamente tutti gli alunni fornendo risposte adeguate a tutte le difficoltà presenti. Il Diritto all’istruzione è inteso come diritto che deve essere riconosciuto a tutti, che si fonda su valenze di tipo pedagogico e sociale che prevedono anche un approccio che può e deve essere “personalizzato”. La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo 4
NOTE SUI DSA: DSA:(Disturbi specifici di apprendimento) disturbi che interessano le abilità scolastiche, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Si riferiscono alla: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia. DISLESSIA: “disturbo specifico di decodifica della lettura”. DISGRAFIA: “disturbo di natura motoria” (deficit nei processi di realizzazione grafica). DISORTOGRAFIA: “disturbo di natura linguistica” (deficit nei processi di cifratura). DISCALCULIA: “disturbo del calcolo” (debolezza nella struttura cognitiva delle componenti di cognizione numerica cioè intelligenza numerica basale; debolezza che coinvolge procedure esecutive cioè lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri; debolezza nel calcolo cioè recupero dei fatti numerici e algoritmi del calcolo). 5
COME OSSERVARE UN BAMBINO DISLESSICO La scuola dell’infanzia svolge un’importante azione preventiva, promuovendo e stimolando lo sviluppo del bambino che poi avrà seguito nelle successive fasi di scolarizzazione. L’osservazione delle difficoltà di apprendimento deve essere effettuata precocemente, al fine di dare il via da subito ed intensivamente, per tutto il primo biennio di scolarizzazione, a tutti quegli interventi didattici più opportuni e validi. Non è importante se successivamente le difficoltà rilevate evolveranno o meno in disturbo. Nella scuola PRIMARIA, la dislessia si manifesta con una lettura scorretta e lenta, con la difficoltà a memorizzare la fusione sillabica, a passare dalla lettura decifrativa a quella visiva. Le principali difficoltà riscontrabili nel monoennio della scuola primaria sono: • Scarsa discriminazione dei grafemi fra loro diversi per piccoli particolari (l’alunno confonde alcune consonanti come 6
“P”con “B”, “d” con “q”, “u” con “n”, “b” con “d” o vocali “a” con “e”). • Scarsa discriminazione dei grafemi che corrispondono a fonemi sordi e a fonemi sonori. Le coppie dei fonemi somiglianti sono: F e V, T e D, P e B, C e G, L e R, M e N, S e Z. • Difficoltà di decodifica. Per l’alunno dislessico la decodifica sequenziale può costituire una barriera, e possono pertanto presentarsi, con elevata frequenza, alcuni errori come: • l’omissione di grafemi, • il salto delle parole o di intere righe di lettura, • le inversioni di sequenza dei fonemi o gruppi sillabici; • difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra-destra. Risulta difficile: -la lettura ad alta voce, -leggere il corsivo, -memorizzare vocaboli o termini specifici, - “FARE” il dettato, il riassunto, la composizione scritta, gli esercizi grammaticali, le traduzioni. In questo caso l’iter scolastico del bambino sarà reso insostituibile se non vengono utilizzati nella didattica e nello studio strumenti compensativi e misure dispensative. 7
Il ragazzo dislessico non riesce a rappresentarsi mentalmente l’ortografia della parola (deficit metalinguistico) infatti un indicatore fondamentale e’ quello della difficoltà nella produzione della lingua straniera. Anche la difficoltà dell’analisi del testo (fare sintesi, individuare parole chiave per le mappe concettuali o di quelle mentali) è un altro indicatore. La persistenza di LENTEZZA AFFATICABILITA’-MEMORIA è un campanello d’allarme, in più la mancanza di strumenti compensativi, l’utilizzo di riferimenti visivi che possono fruire un filo conduttore al pensiero (le cartine tematiche, gli schemi ecc.), possono influire negativamente sul processo insegnamento/apprendimento. 8
GLI INTERVENTI IN CASO DI DISLESSIA Scuola dell’infanzia L’alunno va supportato con attività personalizzate all’interno del gruppo. Occorre favorire metodologie operative, privilegiare le attività psicomotorie, stimolare l’espressione attraverso tutte le forme di linguaggio, incoraggiare una serena vita di relazione. L’introduzione di “routine” all’interno della vita scolastica è rassicurante e contribuisce a sviluppare l’orientamento spazio- temporale. Il lavoro fonologico e’ fondamentale, anche le parole rappresentano un universo da scoprire. Scuola primaria La prima forma di prevenzione-compensazione è la continuità che si realizza con il passaggio di informazioni tra i due ordini scolastici. Prima cosa: occorre agire sull’autostima dell’alunno con “DSA”; per andare incontro ai bisogni educativi si potrà utilizzare il metodo fono-sillabico oppure sillabico, quello globale risulta meno adatto. La segmentazione sillabica si basa sul ritmo, queste esercitazioni rappresentano traing validi per la consapevolezza meta fonologica globale, (giochi spontanei di una volta filastrocche, conte, giochi con le parole tipo “fiori, città”). Per stimolare la fusione sillabica è opportuno partire con fonemi continui associati a immagini M (immagine di montagna). L’apprendimento per immagini è il canale privilegiato per alunni 9
DSA. Accanto al lavoro fonologico va considerato quello del processo visuo-motorio di lettura (non solo per la lettura ma anche per la scrittura, vedi cd rom). Il carattere da utilizzare è lo stampato MAIUSCOLO. Nell’avviare e nel condurre le attività di lettura, è opportuno disporre di una BIBLIOTECA DI CLASSE. Nella progettazione individuale sarebbe opportuno dedicare 15 minuti alla lettura silenziosa. La comprensione del testo può essere stimolata con l’uso del cloze che si basa sull’anticipazione e quindi stimola la comprensione. Le verifiche programmate devono essere ridotte, queste vanno prima lette dall’insegnante ed è utile prevedere frequenti pause perché l’attenzione è ridotta (tutti gli ausili audiovisivi e le nuove tecnologie sono di grande aiuto); inoltre vanno proposte frasi corte e brevi domande, con risposte puntuali. 10
COME OSSERVARE UN BAMBINO DISGRAFICO Fin dalla scuola dell’infanzia si possono evidenziare alcuni significativi segnali che attengono alla qualità del segno grafico, utilizzato prevalentemente per disegnare, ma che poi approderà alla convenzionalità della codifica scritta dai suoni. Alla scuola dell’infanzia sono segnali importanti le seguenti difficoltà: • DIFFICOLTA’ DI GESTIONE DELLE INFORMAZIONI VISUO-SPAZIALI Il bambino fatica a organizzare le forme grafiche all’interno dello spazio-foglio, dei margini delle dimensioni di quanto rappresentato. • DIFFICOLTA’ POSTURALI E MOTORIE Il bambino mantiene una postura non corretta, manifesta tremori e difficoltà nel modulare la pressione del segno, impugna l’attrezzo grafico in modo errato. • DIFFICOLTA’ DELL’AUTOCONTROLLO DEL SEGNO GRAFICO NELLA COPIATURA, NELLE ATTIVITA’ DI PREGRAFISMO E NELLE COLORITURE Il bambino non riesce a riprodurre figure semplici rispettando le caratteristiche spaziali. L’individuazione precoce di difficoltà permette di progettare interventi di potenziamento delle abilità. 11
L’intervento sulla postura e sull’impugnatura è quello che più ha efficacia preventiva. Nella scuola PRIMARIA, la scrittura è una delle attività basilari. Segnali specifici di disgrafia possono essere: • PERSISTENZA DI DIFFICOLTA’ VISUO-SPAZIALI Si manifesta come mancato rispetto dei margini del foglio, spazio inadeguato tra le lettere con collassamenti e distanze eccessive; capovolgimenti di lettere, macro e micrografie. • PERSISTENZA DI DIFFICOLTA’ POSTURALI E MOTORIE Analogamente a quelle indicate per la scuola dell’infanzia. • UTILIZZO DI STRATEGIE INAPPROPRIATE Proporzioni incongruenti tra parti delle lettere, difficoltà di collegamento, direzioni di scrittura che aumenta la faticabilità e rende le lettere illeggibili. • DIFFICOLTA’DI PIANIFICAZIONE E DI RECUPERO DEGLI SCHEMI MOTORI PER COMPITARE LE LETTERE Confusione tra lettere simili, ripetute autocorrezioni. • DIFFICOLTA’DI CONTROLLO MOTORIO DURANTE IL MOVIMENTO Difficoltà di controllo della traiettoria della scrittura per cui una riga intralcia l’altra. Difficoltà a fermare la penna prima di iniziare a scrivere la lettera seguente. 12
Nella scuola PRIMARIA è consigliato un approccio alla scrittura iniziando dallo stampato maiuscolo. Devono essere impartite indicazioni chiare sul come si scrive: il movimento per compitare le lettere, il rispetto dei margini, lo stare nel rigo. L’uso del BINARIO è facilitante per lo stampato maiuscolo. Il carattere corsivo resta un traguardo più complicato. Nella scuola secondaria invece si opta per la video scrittura. 13
INTERVENTI IN CASO DI DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA Scuola dell’infanzia: si ricorre ad attività mirate a consolidare prassie motorie e coordinamento oculo-manuale, efficaci anche per allenare l’attenzione visiva selettiva. Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia si propongono attività quali esercizi in forma ludica per lo sviluppo di competenze mirate a un successivo approccio alla lingua scritta (vedi cd). Scuola Primaria: vanno sostenuti e potenziati esercizi di segmentazione orale (pezzi in una parola…); riproporre tutti i giochi fonologici (parola MARE-M A R E ). Si conferma il primato per lo stampato maiuscolo. Si pone attenzione sull’impostatura della scrittura: corretta impugnatura dell’attrezzo grafico; esecuzione dei segni; direzione dei movimenti (es. dove l’alunno si esercita nello scrivere). E’importante la scelta della rigatura: marcare con un colore “il binario” su cui scrivere. Per favorire la discriminazione dei grafemi e la transcodifica sono utili i cruciverba, i crucincroci, i rebus. 14
COME OSSERVARE UN BAMBINO IN CASI DI DISCALCULIA Fanno fatica ad effettuare il calcolo mentale, a memorizzare le tabelline, a imparare informazioni in sequenza, le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno, a leggere l’orologio analogico o a sapere che ora sono; possono fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e quelli temporali. Come per tutti i disturbi di apprendimento anche i discalculici presentano difficoltà nell’organizzazione motoria, nelle prassie semplici e problemi attentivi. Gli studi del Piaget affermano che i bambini nella fase prescolastica strutturano quei concetti logico-spazio-temporali indispensabili per gli apprendimenti della matematica, quindi se c’è un accorgimento precoce si possono potenziare e compensare semplici deficit. I bambini hanno una capacità innata di riconoscere la quantità numerica, le quantità entro il 5 vengono riconosciute a occhio senza dover contare uno per volta. E’su questa capacità che si costruiscono, “effetto subitizing”, tutte le competenze progressivamente complesse. Già dalla classe 1° ci sono dei segnali: 15
• NON AUTOMATIZZARE LA LETTURA/SCRITTURA DEI NUMERI A UNA CIFRA. All’inizio della 2° classe ha difficoltà a ripetere rapidamente il risultato di numeri in coppia, es. 2+2, 5+5…. Ha difficoltà nel conteggio regressivo. Il calcolo mentale è l’aspetto vistosamente più deficitario. La capacità di SOLUZIONE DEI PROBLEMI è preservata, ma rimane imprigionato da quella serie di tecniche che impediscono il ragionamento; es. può capire che per risolvere il problema ci vuole una sottrazione, ma per trovare il risultato è necessario saper effettuare: - la lettura dei numeri, - i calcoli mentali, -il recupero di fatti aritmetici, -l’algoritmo delle operazioni in colonna. Anche oltre la classe 3° della scuola primaria permangono specifici segnali: • ERRORI NELL’ENUMERAZIONE AVANTI E INDIETRO • DIFFICOLTA’ NELL’IMMAGAZZINAMENTO DEI FATTI ARITMETICI (somme dei numeri, il risultato delle tabelline ecc.) • DIFFICOLTA’ NELLA LETTURA E SCRITTURA DEI NUMERI • DIFFICOLTA’ LESSICALI (anziché 236 scrive 237) 16
• ERRORI SINTATTICI (relativi al posizionamento dello 0 o alla composizione del numero). • LENTEZZA E SCORRETTEZZA DEL CALCOLO A MENTE • DIFFICOLTA’ NELL’ALGORITMO DELLE OPERAZIONI IN COLONNA: si confonde l’algoritmo di un’operazione con quella di un’altra, si dimenticano riporti, si ignorano i prestiti, ecc. La discalculia è un disturbo piuttosto persistente; perché un trattamento possa essere efficace, come per gli altri DSA, è necessario intervenire precocemente. Bisogna emancipare lo studente ad usare quegli strumenti che lo aiutino, es. la calcolatrice e i formulari, a preservare integra l’efficienza del problem solving matematico. 17
INTERVENTI IN CASI DI DISCLALCULIA Scuola dell’infanzia: una serie di attività specifiche possono prevenire le difficoltà, consolidando i naturali processi evolutivi dell’intelligenza numerica. - Stimolare piccole numerosità, “colpo d’occhio” (esercitare “l’effetto subitizing”); - confrontare le numerosità; - eseguire ordinamenti e seriazioni; - favorire l’uso delle parole-numero; - enumerare persone e oggetti; - stimolare le rappresentazioni analogiche vedi cd-rom. Scuola Primaria: associare la quantità’ ai numeri, stimolare e potenziare l’intelligenza numerica (l’attività giornaliere di breve durata lavorando sui numeri entro il 20). 18
- Comporre e scomporre numeri, sommare le quantità, sottrarre le quantità, aggiungere. - Lavorare sul problem solving per immagini (problemi per immagini, uso di materiale concreto). - Filastrocche numeriche. - Uso della calcolatrice. 19
STRATEGIE METODOLOGICHE MISURE DISPENSATIVE E COMPENSATIVE. Adeguare una didattica al bambino con DSA significa: • instaurare un clima di classe positivo e far emergere sia le potenzialità che le difficoltà di ciascuno, facendo in modo che vengono accettate serenamente. Si può cominciare leggendo i libri proposti dall’A.I.D. (ad es. “Le formiche giganti”) oppure il gioco di A.PRI-CO (“Quando le parole fanno gli scherzetti”). Un altro libro utile per parlare delle difficoltà della dislessia, adatto ai bambini per i primi 2-3 anni della scuola primaria, è “Un bacio per bacio” ed. Almayer. • Utilizzare tabelle, mappe ecc. con tutta la classe, non solo con l’alunno DSA, insegnando a costruirle autonomamente. • Creare piccoli laboratori di classe o di interclasse con gruppi eterogenei, soprattutto nelle classi prime, utilizzando giochi didattici per favorire la compensazione di alcune difficoltà (lentezza nel leggere errori fonologici). La didattica laboratoriale risponde pienamente all’esigenza di rendere gli alunni fattivamente protagonisti della costruzione delle proprie conoscenze. “Nell’officina” incontrano la materia grezza, la scoprono la manipolano, la lavorano, la creano. 20
La LIM (lavagna interattiva multimediale) consente utilizzi multiformi, permette di accedere a un’infinita quantità d’informazioni o alla visualizzazione di filmati e/o d’immagini, all’interazione visiva di testi o di esercizi. Ci sono softwares che hanno una serie di opzioni per programmare interventi individualizzati, adattando le caratteristiche del compito alle esigenze di ogni singolo alunno. Ad es., il software tachistoscopio lavora sulla visualizzazione delle parole che appaiono sullo schermo con difficoltà crescente, le quali vengono riconosciute velocemente. “A colpo d’occhio”, “Tiro al bersaglio” e “Lettura mascherata”, fanno parte di un software che allena a riconoscere la forma “ iconica”. Il computer è uno strumento fondamentale, un valido alleato, con esso l’insegnante può creare materiali specifici. L’ambiente scolastico può essere un importante strumento facilitante, perché come ambiente esplorativo offre agli alunni una serie di supporti alla memoria, sotto forma d’immagini, schemi, mappe sintesi di procedure di lavoro. Fin dalla scuola dell’infanzia si possono creare delle “pareti parlanti” con scritte colorate di grande dimensioni in stampato maiuscolo, tabelle con simboli, rappresentazioni quantitative, sono tutti requisiti che facilitano l’apprendimento della lettura, scrittura e del calcolo. Successivamente nella scuola primaria è utile apprendere alcuni simboli e scritte chiare dove poco alla volta si aggiungeranno e si registreranno espliciti riferimenti; (ad es. la M a forma di montagne, la linea dei numeri, 21
rappresentazione delle quantità, materiali concreti associati ai simboli) sono tutti ausili visivi che facilitano la comprensione e sostengono la memorizzazione. Con gli alunni più grandi i riferimenti visivi delle diverse discipline non cessano di essere importanti: grafici, mappe, tabelle di sintesi ecc. Un’altra strategia utile è quella di lavorare sulla fase orale, per prevenire l’errore morfologico sintattico: si chiede all’alunno di esporre a voce quanto ha intenzione di scrivere, guidandolo nell’elaborazione del discorso. In questo modo lo si aiuta a prendere coscienza dei suoi processi mentali e delle difficoltà che si presenteranno e a pianificare la struttura del testo (didattica metacognitiva). Questa strategia è adatta negli ultimi anni della scuola primaria. Gli strumenti dispensativi e gli strumenti compensativi sono misure didattiche necessarie agli alunni con DSA, che vanno offerte durante le normali attività didattiche e in fase di verifica senza per questo unificare la valutazione. Gli strumenti dispensativi sono esoneri da alcune attività di routine, le misure compensative sono facilitatori formali, necessari a compensare alcune carenze difficilmente colmabili. Es. STRUMENTI DISPENSATIVI Esonero (DISPENSA) da: - Lettura a voce alta. - Scrittura veloce sotto dettatura. - Scrittura di appunti durante le lezioni. 22
- Lettura di consegne. - Uso del vocabolario. - Studio mnemonico delle tabelline, delle formule delle coniugazioni verbali. - Studio delle lingue straniere in forma scritta. Inoltre si devono consentire interrogazioni programmate. - Compiti a casa in misura ridotta - L’uso di testi ridotti, non per contenuto, ma per quantità di pagine. Sono ad es. STRUMENTI COMPENSATIVI - Tabelle dell’alfabeto con i vari caratteri, delle forme di geometria, delle misure, dei mesi. - Tavola pitagorica. - Calcolatrice. - Cartine geo-storiche. - Mappe concettuali e mentali. - Audiocassette o CD con i contenuti di testo di studio. - Registrazioni delle lezioni (registrare le lezioni in classe). - Computer con programmi di videoscrittura e correttore ortografico, dizionari digitali, libri parlati o in pdf da leggere con sintesi vocale, software di rinforzo o di potenziamento. 23
CORREZIONE Vi sono diverse “buone pratiche” per la correzione: -se ci sono errori ortografici su una stessa riga, è utile segnarlo con un puntino colorato ad inizio riga, questo lo aiuta a non disorientarsi e lo stimola all’autocorrezione. -Evitare di usare la penna rossa, sostituendola con una penna verde, è meno invasivo. -Se in una stessa parola c’è più di un errore, cerchiare la parola invece di sottolineare i vari errori all’interno. La parola corretta va “assimilata” perciò è consigliabile fornire all’alunno una scheda con i termini corretti da poter osservare e consultare in seguito. -Se una stessa parola è stata scritta più volte in modo scorretto, non penalizzare l’alunno contando come errori il numero delle parole uguali, ma prenderne una come “campione”. -Se un periodo è scorretto, leggerlo all’alunno e chiedere se è in grado di spiegare lo stesso concetto a voce. L’insegnante farà da presta mano e scriver la frase in stampato maiuscolo. 24
I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI Le difficoltà sono molto frequenti e possono essere affrontate dagli insegnanti con gli strumenti didattici presenti nel loro repertorio. Di fronte a un disturbo dell’apprendimento, invece è indispensabile il coinvolgimento di più agenzie. Le Linee Guida per il diritto allo studio degli studenti DSA emanate dal MIUR 12 luglio 2011, propongono in uno schema i “passi previsti dalla legge 170/2010” per la gestione dei DSA da parte delle agenzie coinvolte: la famiglia, la scuola e i servizi sanitari. La capacità di osservazione degli insegnanti svolge un ruolo fondamentale, per il riconoscimento di un potenziale DSA. I docenti non necessariamente ricorrono a strumenti appositi, ma è sufficiente in una prima fase, il ricorso all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati da un disturbo che può riguardare la lettura, la scrittura e il calcolo. Nel caso in cui gli interventi di recupero programmati e messi in atto per risolvere il disturbo evidenziato non dovessero sortire gli effetti desiderati e dovessero persistere le difficoltà, la scuola ha 25
il compito fondamentale di comunicare alla famiglia l’esigenza di una consulenza da parte degli specialisti della ASP. Le competenze che i docenti devono possedere per ben relazionarsi con i genitori dell’alunno con ipotesi DSA sono di tipo comunicativo, perché ci sono tanti modi di comunicare e di trasmettere un messaggio. Per cui il tatto, il modo garbato di porgersi e soprattutto il far riferimento ad un disturbo che, se trattato, è risolvibile può aiutare molto la comunicazione e, quindi facilitare il rapporto scuola-famiglia. Infatti, indiscutibile importanza riveste il rapporto con le famiglie degli alunni con DSA. Esse, nel primo approccio dei figli con la scuola primaria, si ritrovano ad affrontare le incertezze provocate da difficoltà spesso inaspettate (rivolgersi all’associazione AID per avere il confronto con altre famiglie: un gruppo di genitori del forum online ha realizzato, un vademecum “diamoci una mano” per aiutare coloro che hanno bambini con difficoltà DSA). Per tale motivo, per evitare che sorgano malintesi e per non compromettere il sereno svolgimento dell’iter scolastico da parte dei loro figli, le famiglie vanno informate non solo relativamente alla conoscenza del problema e delle difficoltà specifiche incontrate nell’esperienza scolastica, ma anche alle strategie didattiche che la scuola adotta, alle verifiche e ai risultati ottenuti, alle possibili modifiche dei percorsi e degli interventi programmati. 26
La famiglia dell’alunno con diagnosi di DSA dovrà consegnare la diagnosi alla scuola, che metterà in atto gli interventi previsti dalla legge 170 entro il primo trimestre. In particolare, per un alunno con diagnosi di DSA la scuola dovrà predisporre un PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO. Un’altra fase importante è quella della continuità educativo- didattica con il successivo ordine scolastico, il PDP è uno strumento prezioso, una volta posta la diagnosi a coloro che accolgono gli alunni, la famiglia deve fungere da gancio non solo con i servizi sanitari ma anche con la scuola futura. La scuola(primaria) può dare dei consigli ai genitori come per es. -assumere informazioni sull’argomento; -confrontarsi periodicamente con il gruppo docente; -sostituire alle difficoltà di lettura con l’utilizzo di altri strumenti (libri digitali, cd rom, video registrazioni audio, lettore umano, programmi di sintesi vocali); -aiutare il proprio figlio con i compiti (condivisi con i docenti) questa collaborazione è un “patto” tra scuola-famiglia. Anche gli enti e le associazioni locali hanno un ruolo fondamentale; spesso sono solidali e aperti alle istituzioni scolastiche per supportare le famiglie e per seguire in accordo con la scuola gli alunni nei compiti a casa. 27
Anche il comune può finanziare specifiche iniziative quali gli screening precoci per individuare gli indicatori di DSA . Gli uffici regionali scolastici dovranno rivestire un ruolo determinante facilitando i contatti delle scuole tra loro organizzando percorsi formativi, appoggiandosi anche ai centri territoriali di supporto. 28
MODELLO DI RICHIESTA DELLA FAMIGLIA DEL PDP Luogo ….…….., data…………..……….. Al Dirigente Scolastico …………………………. Istituto …………. Città ……………. Oggetto: Studente………………………….. Richiesta di Percorso Personalizzato Noi sottoscritti……..…… e……………., a seguito della presentazione in data …………. della diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) di nostro figlio ……………., iscritto alla classe/sez………. di codesto Istituto, chiediamo che il Consiglio di Classe individui e approvi un Percorso Didattico Personalizzato, in cui siano indicati gli interventi di didattica individualizzata e personalizzata, nonché le misure dispensative e gli strumenti compensativi necessari per gli apprendimenti scolastici di nostro figlio. Si fa presente che la normativa vigente, dalla Legge 170/2010 al Decreto attuativo e alle Linee guida del 12 luglio 2011, sottolinea le peculiarità dell’apprendimento degli allievi con DSA e invita le Istituzioni Scolastiche a tenerne conto, sia nella progettazione di percorsi personalizzati e individualizzati sia nel momento della valutazione. Consapevoli dell’importanza di un clima collaborativo tra scuola e famiglia per il superamento delle difficoltà scolastiche legate ai D.S.A. e per far sì che il percorso scolastico possa procedere serenamente, dichiariamo la disponibilità a rapportarci con i docenti tutte le volte che lo riterranno necessario. Sin d’ora chiediamo copia del Piano Personalizzato. Nel ringraziare per l’attenzione, siamo a disposizione del Consiglio di Classe anche con il supporto dei tecnici sanitari che hanno in carico nostro figlio. ** In particolare chiediamo di essere ricevuti in sede di Consiglio di Classe con la consulenza del tecnico (NPI, psicologo, logopedista) che segue nostro figlio Dott. ………...** Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti. …………………………….. ……………………………… ** da omettere se il/i tecnico/i non è/sono disponibile/i 29
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Anno Scolastico ……………… Scuola primaria………………………………………………… classe……….. Referente DSA o coordinatore di classe……………………………………… 1. DATI RELATIVI ALL’ALUNNO Cognome e nome Data e luogo di nascita Redatta da …………… presso ….. Diagnosi specialistica 1 in data ……………………. Interventi riabilitativi ………………………………………………………………… Effettuati da………..con frequenza ………….. Nei giorni ………… con orario ……………… Specialista/i di riferimento…………………. Eventuali raccordi fra specialisti ed insegnanti ………………………………………………………………………. Informazioni dalla famiglia Aspetti emotivo- affettivo- motivazionali 2 - 3 Caratteristiche percorso didattico pregresso 4 Altre osservazioni 5 30
Note 1. Informazioni ricavabili da diagnosi e/o colloqui con lo specialista. 2. Relazionalità con compagni/adulti (sa relazionarsi/interagire, partecipa agli scambi comunicativi); approccio agli impegni scolastici (è autonomo, necessita di azioni di supporto…); capacità organizzative (sa gestirsi, sa gestire il materiale scolastico, sa organizzare un piano di lavoro …). 3. Consapevolezza delle proprie difficoltà: ne parla, le accetta, elude il problema … 4. Documentazione del percorso scolastico pregresso attraverso colloquio e/o informazioni desunte da griglie osservative (continuità con ordini o classi precedenti di scuola). 5. Rilevazione delle specifiche difficoltà che l’alunno presenta e dei suoi punti di forza. 31
2. DESCRIZIONI DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ STRUMENTALI (Le informazioni possono essere ricavate dalla diagnosi specialistica e/o da prove standardizzate eseguite in classe) Diagnosi Osservazione LETTURA Velocità Correttezza Comprensione Diagnosi Osservazione Tipologia errori dettato SCRITTURA Produzione testi: . ideazione . stesura . revisione Grafia 32
Diagnosi Osservazione CALCOLO A mente Scritto ALTRI Diagnosi Osservazione DISTURBI ASSOCIATI Note 1. Diagnosi specialistica. 2. Prove standardizzate e/o semistrutturate. 3. Osservazione libera o sistematica (lettura subvocalica, segue con il dito, tempo impiegato in relazione alla media della classe nella lettura ….). 4. Schede di autovalutazione (come leggo … come scrivo … come studio …). 5. Livelli di competenza nella lettura e scrittura. 6. Comprensione dei messaggi orali e scritti. 7. Comprensione di tipologie di testi (comprensione letterale, inferenziale, costruttiva, interpretativa, analitica, valutativa). 8. Competenza linguistica (fonologica, lessicale, morfologica e sintattica). 9. Leggere e scrivere correttamente i numeri, imparare le tabelline, eseguire calcoli scritti … 3. CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO Osservazione Memorizzazione delle procedure Recupero delle informazioni Organizzazione delle informazioni 33
Note Informazioni ricavabili da: colloquio con i genitori e osservazioni dei docenti 1. Capacità di memorizzare procedure (filastrocche, poesie, date, definizioni, termini specifici delle discipline, formule, strutture grammaticali, regole che governano la lingua, …). 2. Capacità di immagazzinare e recuperare le informazioni. 3. Interessi, predisposizioni e abilità particolari in determinate aree disciplinari. 4.a STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO - Strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–chiave, fa schemi..) - Modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore ortografico,…) - Modalità di svolgimento del compito assegnato (ricorre all’insegnante per spiegazioni, ad un compagno, è autonomo,…) - Riscrittura di testi con modalità grafica diversa 4.b STRUMENTI UTILIZZATI - Strumenti informatici - Fotocopie adattate - Schemi e mappe - Appunti scritti al PC - Registrazioni - Materiali multimediali - Testi con immagini - Testi con ampie spaziature - Altro 5. INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE ALL’INTERNO DEGLI OBIETTIVI DISCIPLINARI PER IL CONSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE FONDAMENTALI AREA LINGUISTICO-ARTISTICO-ESPRESSIVA Italiano 34
Inglese Musica Arte/immagine Scienze motorie AREA STORICO-GEOGRAFICA Storia Geografia AREA MATEMATICO-SCIENTIFICO-TECNOLOGICA Matematica 35
Scienze Tecnologia Note Dopo aver analizzato gli obiettivi disciplinari previsti per ogni ambito dalle Indicazioni Nazionali 2007 e il Curricolo di scuola elaborato all’interno del P.O.F, previsto dal DPR 275/99 Regolamento autonomia art.8, ogni Istituzione scolastica è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali dello studente… - nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della sua personalità e della sua “diversità” - riproponendo contenuti con modalità e linguaggi differenti - individuando le abilità e le conoscenze non essenziali per il raggiungimento delle competenze. 6. STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE UTILIZZABILI - Incoraggiare l’apprendimento collaborativo (“Imparare non è solo un processo individuale: la dimensione comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo”); - favorire le attività in piccolo gruppo e il tutoraggio; - promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere “al fine di imparare ad apprendere” - privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”; - sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative; - sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle proprie strategie di apprendimento; - individuare mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe …). 7. MISURE DISPENSATIVE Nell’ambito delle varie discipline l’alunno viene dispensato: - dalla presentazione contemporanea dei quattro caratteri (nelle prime fasi dell’apprendimento); - dalla lettura ad alta voce; - dal prendere appunti; - dai tempi standard (dalla consegna delle prove scritte in tempi maggiori di quelli previsti per gli alunni senza DSA); - dal copiare dalla lavagna; - dalla dettatura di testi/o appunti; - da un eccesivo carico di compiti; - dallo studio mnemonico delle tabelline; 36
- dallo studio della lingua straniera in forma scritta. 8. STRUMENTI COMPENSATIVI L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi nelle aree disciplinari: - tabelle, formulari, procedure specifiche … sintesi, schemi e mappe elaborati dai docenti; - calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante; - computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner; - risorse audio (cassette registrate, sintesi vocale, audiolibri, libri parlati, libri digitali …); - software didattici free; - tavola pitagorica; - computer con sintetizzatore vocale. N.B. - Si ricorda che le strutture grafiche (tipo diagrammi e/o mappe) possono servire ai ragazzi con DSA per trasporre e organizzare le loro conoscenze. 9.CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE Si concordano: - interrogazioni programmate; - compensazione con prove orali di compiti scritti; - uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali; - valutazioni più attente ai contenuti che non alla forma; - programmazione di tempi più lunghi per l’esecuzione di prove scritte; - prove informatizzate. 10. PATTO CON LA FAMIGLIA Si concordano: - i compiti a casa (riduzione, distribuzione settimanale del carico di lavoro, modalità di presentazione …); le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline segue il bambino nello studio; - gli strumenti compensativi utilizzati a casa; - le interrogazioni. 37
Insegnanti di classe Dirigente scolastico _____________________________ _________________________ _____________________________ Genitori _____________________________ _____________________________ Tecnico competente (se ha partecipato alla stesura del documento) _____________________________ 38
IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Per un alunno con diagnosi di DSA la scuola dovrà predisporre un piano educativo personalizzato che dovrà indicare: gli interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché gli strumenti compensativi e le misure dispensative da mettere in atto, le forme di verifica e di valutazione adeguate e differenziate. In merito alla didattica individualizzata è chiarito che la stessa si differenzia dalla didattica personalizzata, poiché se la prima, attraverso metodologie e strategie differenziate si propone che l’alunno raggiunga gli stessi obiettivi previsti per il gruppo classe, la seconda deve riferirsi alla personalità dell’alunno, alle sue attitudini, e pertanto può proporsi obiettivi differenziati rispetto a quelli previsti per il gruppo classe. Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità che presenta il disturbo. Le misure dispensative sono misure ed accorgimenti che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che non solo gli risultano particolarmente difficoltose, ma il cui svolgimento non concorre a migliorare l’apprendimento. L’adozione delle misure dispensative deve essere attentamente valutata per evitare di predisporre interventi eccessivamente o immotivatamente facilitati, che non risultano utili per consentire il raggiungimento del successo scolastico. 39
Le Istituzioni Scolastiche sono chiamate anche a svolgere un ruolo attivo sia “nell’identificazione precoce” di casi sospetti di DSA e nella conseguente comunicazione alle famiglie nel caso in cui “persistano difficoltà”, sia nel monitoraggio periodico delle misure educative e didattiche di supporto per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi. Non realizzare le attività didattiche personalizzate e individualizzate, non utilizzare gli strumenti compensativi, disapplicare le misure dispensative, collocano l’alunno in uno stato di inferiorità. Le verifiche saranno strutturate: - a scelte multiple (v.\f…); - a risposte aperte; - in forma digitale (compreso il testo delle stesse); -lettura del testo della verifica scritta da parte dell’insegnante con l’utilizzo della sintesi vocale; -riduzione\selezione della quantità (non della qualità) di esercizi nelle verifiche scritte; -organizzazione di interrogazioni programmate; -prove orali in compensazione alle prove scritte nella lingua materna; -programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte; -predisposizioni di interrogazioni orali per le discipline previste solo orali; 40
-supporto alle verifiche orali e scritte con l’utilizzo di mappe concettuali e mentali con immagini e schemi. VALUTAZIONE FORMATIVA E VALUTAZIONE FINALE In conformità a quanto indicato nelle precedenti parti del PDP, andranno specificate le modalità attraverso le quali s’intende valutare i livelli di apprendimento nelle diverse discipline o ambiti di studio. Dovrà essere considerata la valutazione della correttezza ortografica e sintattica per gli alunni disgrafici o disortografici. Per ogni disciplina andranno pertanto individuate le modalità che consentano di appurare l’effettivo livello di apprendimento. ASSEGNAZIONE DEI COMPITI A CASA. Nel PDP dovranno essere indicate le modalità di accordo tra i vari docenti e con la famiglia in ordine all’assegnazione dei compiti a casa. In particolare occorre concordare: -come vengono assegnati (con fotocopie, con nastri registrati,…) -in quale quantità vengono assegnati; -con quali scadenze vengono assegnati, evitando sovrapposizioni e sovraccarichi; -con quali modalità possono essere realizzati, se quelle consuete risultano impossibili o difficoltose. 41
FIRMA DEL PDP Alla stesura del PDP deve far seguito il contatto con la famiglia, alla quale sarà proposta la firma del documento. Con l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che autorizza il team docente ad utilizzare tutti gli strumenti indicati per il raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si impegna a procurarglieli e farglieli usare. 42
RUOLO DELLA REFERENTE DSA La referente DSA all’interno della scuola è un riferimento per i colleghi e per le famiglie avendo una formazione specifica sul problema: -CONOSCENZE APPROFONDITE SUI DSA; -CONOSCENZE DIDATTICHE SPECIFICHE; -CONOSCENZE SPECIFICHE DI STRUMENTI INFORMATICI; -CONOSCENZE LEGISLATIVE. E’ un contatto con associazioni ed enti: -CON A.I.D. (ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA); -CON USP-USR-MIUR; -COMUNICA CON I SERVIZI SANITARI, CENTRI CONVENZIONATI, CENTRI PRIVATI (in caso di diagnosi). Interviene nella programmazione didattica e soluzione dei problemi: -SU RICHIESTA DEL TEAM DOCENTI; -SU RICHIESTA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO; -SU RICHIESTA DELLA FAMIGLIA; Mediatore di conflitti: -FAVORISCE LA COMUNICAZIONE TRA SCUOLA-FAMIGLIA-SERVIZI SANITARI; -AVVIA\ACCOMPAGNA\MONITORA IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DSA; 43
Promuove aggiornamento: -ATTIVITA’ DI FORMAZIONE-AGGIORNAMENTO; -PROMUOVE ATTIVITA’ DI SCREENING E SCREENING PRECOCE; Fornisce supporto ai docenti per il PEP: -FORNISCE IL MODELLO E GLI ALLEGATI; -ILLUSTRA GLI STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI UTILI PER LE DISCIPLINE; -DEFINISCE I CRITERI DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE PERSONALIZZATI. 44
NORMATIVA VIGENTE Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Decreto N. 5669 IL MINISTRO VISTO l’articolo 34 della Costituzione; VISTA la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; VISTO il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, relativo al Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione; VISTA la Legge 2 agosto 1999, n. 264, recante Norme in materia di accessi ai corsi universitari; VISTA la Legge 15 marzo 1997, n. 59, di delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa, e, in particolare, l’articolo 21; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, avente a oggetto Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’art.21 della legge 15 marzo 1997, n. 59; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122, avente a oggetto Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni, e, in particolare, l’art. 10; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, sul riordino della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione; VISTI i decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010 n. 87, 15 marzo 2010 n. 88, e 15 marzo 2010 n. 89, sul riordino degli Istituti Tecnici e Professionali e dei Licei; VISTE le Indicazioni Nazionali allegate al Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e le Indicazioni per il curricolo di cui al Decreto ministeriale del 31 luglio 2007; VISTI il Decreto Interministeriale 7 ottobre 2010, n. 211, concernente gli obiettivi specifici di apprendimento per i percorsi liceali, la Direttiva 15 luglio 2010, n. 57, e la Direttiva 28 luglio 2010, n. 65, per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Tecnici e Professionali; Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2 VISTO il Decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, avente a oggetto Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509; VISTO il C.C.N.L. del personale docente, quadriennio giuridico 2006-09 e 1° biennio economico 2006-07, ed in particolare l’art. 27, concernente il profilo professionale docente; RITENUTO necessario ed urgente procedere all’emanazione del decreto di cui all’art. 7, comma 2 della Legge 170/2010, al fine di dare attuazione, a partire dall’anno scolastico 2011/2012, alle norme ivi previste; TENUTO CONTO del lavoro istruttorio svolto dal Comitato tecnico scientifico di cui all’art.7, comma 3, della Legge 8 ottobre 2010, n. 170; DECRETA Articolo 1 Finalità del decreto 45
1. Il presente decreto individua, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della Legge 170/2010, le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, nonché le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (di seguito “DSA”), delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e nelle università. Articolo 2 Individuazione di alunni e studenti con DSA 1. Ai fini di cui al precedente articolo, le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge 170/2010. 2. Al fine di garantire agli alunni e agli studenti con disturbi specifici di apprendimento di usufruire delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della Legge 170/2010, gli Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte. 3. La certificazione di DSA viene consegnata dalla famiglia ovvero dallo studente di maggiore età alla scuola o all’università, che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 3 Articolo 3 Linee guida 1. Gli Uffici Scolastici Regionali, le Istituzioni scolastiche e gli Atenei, per l’attuazione delle disposizioni del presente decreto, tengono conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, che sono parte integrante del presente decreto. Articolo 4 Misure educative e didattiche 1. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee guida, provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative. 2. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo, sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studente con DSA, adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo. 3. In un’ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti adottano metodologie didattiche adeguate allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, tenendo conto, nel rispetto della libertà d’insegnamento, delle osservazioni di carattere scientifico contenute al riguardo nelle allegate Linee guida 4. Le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi. 46
5. L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. Articolo 5 Interventi didattici individualizzati e personalizzati 1. La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. Articolo 6 Forme di verifica e di valutazione 1. La valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni e degli studenti con DSA deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici di cui ai precedenti articoli. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 4 2. Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria. 3. Le Commissioni degli esami di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione, tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, possono riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano, altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, anche con riferimento alle prove nazionali INVALSI previste per gli esami di Stato, sia in fase di colloquio. 4. Le Istituzioni scolastiche attuano ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso cui il discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA. 5. Fatto salvo quanto definito nel comma precedente, si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate: - certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte; - richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo se maggiorenne; - approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico, istituto tecnico per il turismo, ecc.). 47
In sede di esami di Stato, conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe. I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado ovvero all’università. 6. Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono – su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del D.P.R. n.323/1998. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 5 7. In ambito universitario, gli Atenei assicurano agli studenti con DSA l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate. 8. Per le prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale programmati a livello nazionale o da parte delle università, sono previsti tempi aggiuntivi, ritenuti congrui in relazione alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in più rispetto a quelli stabiliti per la generalità degli studenti, assicurando altresì l’uso degli strumenti compensativi necessari in relazione al tipo di DSA. 9. La valutazione degli esami universitari di profitto è effettuata anche tenendo conto delle indicazioni presenti nelle allegate Linee guida. Articolo 7 Interventi per la formazione 1. Le attività di formazione in servizio degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, di cui all’art. 4 della Legge 170/2010, riguardano in particolare i seguenti ambiti: a) Legge 8 ottobre 2010, n. 170; b) caratteristiche delle diverse tipologie di DSA; c) principali strumenti per l’individuazione precoce del rischio di DSA; d) strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo; e) gestione della classe in presenza di alunni con DSA; f) forme adeguate di verifica e di valutazione; g) indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all’art. 4; h) forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi in ambito universitario, dell’alta formazione e dell’istruzione tecnica superiore; i) esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche. 2. Il Ministero predispone appositi piani di formazione - le cui direttive sono riportate nelle allegate Linee guida - anche in convenzione con università, enti di ricerca, società scientifiche, associazioni e servizi sanitari territoriali. In particolare, gli Uffici Scolastici Regionali, fatte salve le convenzioni e le intese già in atto, possono stipulare appositi accordi con le facoltà di Scienze della Formazione, nell’ambito dell’Accordo quadro sottoscritto tra il MIUR e la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, per l’attivazione presso le stesse di corsi di 48
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