OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale

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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
D.S.A.( Disturbi specifici dell’apprendimento )
 OPUSCOLO INFORMATIVO
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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
…”I bambini? ...
dobbiamo imparare da loro;
bisogna che ci sentiamo fieri delle loro piccole grandi
conquiste.
Sono il nostro miracolo, il nostro capolavoro, il nostro
futuro ….”
                               Anton Vanligt

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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
INDICE
PREMESSA

NOTE SUI DSA

COME OSSERVARE UN BAMBINO DISLESSICO

INTERVENTI IN CASI DI DISLESSIA

COME OSSERVARE UN BAMBINO DISGRAFICO

INTERVENTI IN CASI DI DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA

COME OSSERVARE UN BAMBINO IN CASI DI DISCALCULIA

INTERVENTI IN CASI DI DISCALCULIA

STRATEGIE METODOLOGICHE, MISURE DISPENSATIVE E COMPENSATIVE

I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI

MODELLO DI RICHIESTA DELLA FAMIGLIA DEL P.D.P.

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

RUOLO REFERENTE D.S.A.

NORMATIVA VIGENTE

SITI UTILI

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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
PREMESSA
L’attuale prospettiva pedagogica internazionale propone la visione di piena
inclusione che, partendo dal riconoscimento degli alunni disabili nella scuola,
si apre all’inclusione per tutti i bisogni educativi speciali e conseguentemente
accoglie pienamente tutti gli alunni fornendo risposte adeguate a tutte le
difficoltà presenti.
Il Diritto all’istruzione è inteso come diritto che deve essere riconosciuto a
tutti, che si fonda su valenze di tipo pedagogico e sociale che prevedono
anche un approccio che può e deve essere “personalizzato”.
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la
disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA),
assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di
individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate
affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo
formativo

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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
NOTE SUI DSA:

DSA:(Disturbi specifici di apprendimento) disturbi che interessano
le abilità scolastiche, lasciando intatto il funzionamento
intellettivo generale. Si riferiscono alla: Dislessia, Disortografia,
Disgrafia e Discalculia.

DISLESSIA: “disturbo specifico di decodifica della lettura”.
DISGRAFIA: “disturbo di natura motoria” (deficit nei processi di
realizzazione grafica).

DISORTOGRAFIA: “disturbo di natura linguistica” (deficit nei
processi di cifratura).

DISCALCULIA: “disturbo del calcolo” (debolezza nella struttura
cognitiva delle componenti di cognizione numerica cioè
intelligenza numerica basale; debolezza che coinvolge procedure
esecutive cioè lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri;
debolezza nel calcolo cioè recupero dei fatti numerici e algoritmi
del calcolo).

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OPUSCOLO INFORMATIVO D.S.A.( Disturbi specifici dell'apprendimento ) - Circolo Didattico Statale
COME OSSERVARE UN BAMBINO DISLESSICO

La scuola dell’infanzia svolge un’importante azione preventiva,
promuovendo e stimolando lo sviluppo del bambino che poi avrà
seguito nelle successive fasi di scolarizzazione. L’osservazione
delle difficoltà di apprendimento deve essere effettuata
precocemente, al fine di dare il via da subito ed intensivamente,
per tutto il primo biennio di scolarizzazione, a tutti quegli
interventi didattici più opportuni e validi. Non è importante se
successivamente le difficoltà rilevate evolveranno o meno in
disturbo.
Nella scuola PRIMARIA, la dislessia si manifesta con una lettura
scorretta e lenta, con la difficoltà a memorizzare la fusione
sillabica, a passare dalla lettura decifrativa a quella visiva. Le
principali difficoltà riscontrabili nel monoennio della scuola
primaria sono:

  • Scarsa discriminazione dei grafemi fra loro diversi per piccoli
    particolari (l’alunno confonde alcune consonanti come

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“P”con “B”, “d” con “q”, “u” con “n”, “b” con “d” o vocali “a”
    con “e”).

  • Scarsa discriminazione dei grafemi che corrispondono a
    fonemi sordi e a fonemi sonori. Le coppie dei fonemi
    somiglianti sono: F e V, T e D, P e B, C e G, L e R, M e N, S e Z.

  • Difficoltà di decodifica.
Per l’alunno dislessico la decodifica sequenziale può costituire
una barriera, e possono pertanto presentarsi, con elevata
frequenza, alcuni errori come:

  • l’omissione di grafemi,

  • il salto delle parole o di intere righe di lettura,

  • le inversioni di sequenza dei fonemi o gruppi sillabici;

  • difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione
    sinistra-destra. Risulta difficile:
    -la lettura ad alta voce,
    -leggere il corsivo,
    -memorizzare vocaboli o termini specifici,
    - “FARE” il dettato, il riassunto, la composizione scritta, gli
    esercizi grammaticali, le traduzioni.
In questo caso l’iter scolastico del bambino sarà reso
insostituibile se non vengono utilizzati nella didattica e nello
studio strumenti compensativi e misure dispensative.
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Il ragazzo dislessico non riesce a rappresentarsi mentalmente
l’ortografia della parola (deficit metalinguistico) infatti un
indicatore fondamentale e’ quello della difficoltà nella
produzione della lingua straniera. Anche la difficoltà dell’analisi
del testo (fare sintesi, individuare parole chiave per le mappe
concettuali o di quelle mentali) è un altro indicatore. La
persistenza di LENTEZZA AFFATICABILITA’-MEMORIA è un
campanello d’allarme, in più la mancanza di strumenti
compensativi, l’utilizzo di riferimenti visivi che possono fruire un
filo conduttore al pensiero (le cartine tematiche, gli schemi ecc.),
possono       influire       negativamente         sul     processo
insegnamento/apprendimento.

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GLI INTERVENTI IN CASO DI DISLESSIA
Scuola dell’infanzia
L’alunno va supportato con attività personalizzate all’interno del
gruppo. Occorre favorire metodologie operative, privilegiare le
attività psicomotorie, stimolare l’espressione attraverso tutte le
forme di linguaggio, incoraggiare una serena vita di relazione.
L’introduzione di “routine” all’interno della vita scolastica è
rassicurante e contribuisce a sviluppare l’orientamento spazio-
temporale. Il lavoro fonologico e’ fondamentale, anche le parole
rappresentano un universo da scoprire.
Scuola primaria
La prima forma di prevenzione-compensazione è la continuità che
si realizza con il passaggio di informazioni tra i due ordini
scolastici. Prima cosa: occorre agire sull’autostima dell’alunno
con “DSA”; per andare incontro ai bisogni educativi si potrà
utilizzare il metodo fono-sillabico oppure sillabico, quello globale
risulta meno adatto.
La segmentazione sillabica si basa sul ritmo, queste esercitazioni
rappresentano traing validi per la consapevolezza meta
fonologica globale, (giochi spontanei di una volta filastrocche,
conte, giochi con le parole tipo “fiori, città”).
Per stimolare la fusione sillabica è opportuno partire con fonemi
continui associati a immagini M (immagine di montagna).
L’apprendimento per immagini è il canale privilegiato per alunni

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DSA. Accanto al lavoro fonologico va considerato quello del
processo visuo-motorio di lettura (non solo per la lettura ma
anche per la scrittura, vedi cd rom). Il carattere da utilizzare è lo
stampato MAIUSCOLO. Nell’avviare e nel condurre le attività di
lettura, è opportuno disporre di una BIBLIOTECA DI CLASSE.
Nella progettazione individuale sarebbe opportuno dedicare 15
minuti alla lettura silenziosa. La comprensione del testo può
essere stimolata con l’uso del cloze che si basa sull’anticipazione
e quindi stimola la comprensione. Le verifiche programmate
devono essere ridotte, queste vanno prima lette dall’insegnante
ed è utile prevedere frequenti pause perché l’attenzione è ridotta
(tutti gli ausili audiovisivi e le nuove tecnologie sono di grande
aiuto); inoltre vanno proposte frasi corte e brevi domande, con
risposte puntuali.

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COME OSSERVARE UN BAMBINO DISGRAFICO
Fin dalla scuola dell’infanzia si possono evidenziare alcuni
significativi segnali che attengono alla qualità del segno grafico,
utilizzato prevalentemente per disegnare, ma che poi approderà
alla convenzionalità della codifica scritta dai suoni. Alla scuola
dell’infanzia sono segnali importanti le seguenti difficoltà:
  • DIFFICOLTA’ DI GESTIONE DELLE INFORMAZIONI VISUO-SPAZIALI

Il bambino fatica a organizzare le forme grafiche all’interno dello
spazio-foglio, dei margini delle dimensioni di quanto
rappresentato.

  • DIFFICOLTA’ POSTURALI E MOTORIE

Il bambino mantiene una postura non corretta, manifesta tremori
e difficoltà nel modulare la pressione del segno, impugna
l’attrezzo grafico in modo errato.
  • DIFFICOLTA’ DELL’AUTOCONTROLLO DEL SEGNO GRAFICO NELLA COPIATURA,
    NELLE ATTIVITA’ DI PREGRAFISMO E NELLE COLORITURE

Il bambino non riesce a riprodurre figure semplici rispettando le
caratteristiche spaziali. L’individuazione precoce di difficoltà
permette di progettare interventi di potenziamento delle abilità.
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L’intervento sulla postura e sull’impugnatura è quello che più ha
efficacia preventiva.
Nella scuola PRIMARIA, la scrittura è una delle attività basilari.
Segnali specifici di disgrafia possono essere:
  • PERSISTENZA DI DIFFICOLTA’ VISUO-SPAZIALI

Si manifesta come mancato rispetto dei margini del foglio, spazio
inadeguato tra le lettere con collassamenti e distanze eccessive;
capovolgimenti di lettere, macro e micrografie.
  • PERSISTENZA DI DIFFICOLTA’ POSTURALI E MOTORIE

Analogamente a quelle indicate per la scuola dell’infanzia.
  • UTILIZZO DI STRATEGIE INAPPROPRIATE

Proporzioni incongruenti tra parti delle lettere, difficoltà di
collegamento, direzioni di scrittura che aumenta la faticabilità e
rende le lettere illeggibili.
  • DIFFICOLTA’DI PIANIFICAZIONE E DI RECUPERO DEGLI SCHEMI MOTORI PER
    COMPITARE LE LETTERE

Confusione tra lettere simili, ripetute autocorrezioni.
  • DIFFICOLTA’DI CONTROLLO MOTORIO DURANTE IL MOVIMENTO

Difficoltà di controllo della traiettoria della scrittura per cui una
riga intralcia l’altra.
Difficoltà a fermare la penna prima di iniziare a scrivere la lettera
seguente.

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Nella scuola PRIMARIA è consigliato un approccio alla scrittura
iniziando dallo stampato maiuscolo. Devono essere impartite
indicazioni chiare sul come si scrive: il movimento per compitare
le lettere, il rispetto dei margini, lo stare nel rigo. L’uso del
BINARIO è facilitante per lo stampato maiuscolo. Il carattere
corsivo resta un traguardo più complicato. Nella scuola
secondaria invece si opta per la video scrittura.

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INTERVENTI IN CASO DI DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA
Scuola dell’infanzia: si ricorre ad attività mirate a consolidare
prassie motorie e coordinamento oculo-manuale, efficaci anche
per allenare l’attenzione visiva selettiva. Nell’ultimo anno della
scuola dell’infanzia si propongono attività quali esercizi in forma
ludica per lo sviluppo di competenze mirate a un successivo
approccio alla lingua scritta (vedi cd).
Scuola Primaria: vanno sostenuti e potenziati esercizi di
segmentazione orale (pezzi in una parola…); riproporre tutti i
giochi fonologici (parola MARE-M A R E ). Si conferma il primato
per lo stampato maiuscolo. Si pone attenzione sull’impostatura
della scrittura: corretta impugnatura dell’attrezzo grafico;
esecuzione dei segni; direzione dei movimenti (es. dove l’alunno
si esercita nello scrivere). E’importante la scelta della rigatura:
marcare con un colore “il binario” su cui scrivere. Per favorire la
discriminazione dei grafemi e la transcodifica sono utili i
cruciverba, i crucincroci, i rebus.

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COME OSSERVARE UN BAMBINO IN CASI DI DISCALCULIA
Fanno fatica ad effettuare il calcolo mentale, a memorizzare le
tabelline, a imparare informazioni in sequenza, le lettere
dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno, a leggere
l’orologio analogico o a sapere che ora sono; possono fare
confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e quelli
temporali. Come per tutti i disturbi di apprendimento anche i
discalculici presentano difficoltà nell’organizzazione motoria,
nelle prassie semplici e problemi attentivi. Gli studi del Piaget
affermano che i bambini nella fase prescolastica strutturano quei
concetti     logico-spazio-temporali     indispensabili    per    gli
apprendimenti della matematica, quindi se c’è un accorgimento
precoce si possono potenziare e compensare semplici deficit. I
bambini hanno una capacità innata di riconoscere la quantità
numerica, le quantità entro il 5 vengono riconosciute a occhio
senza dover contare uno per volta. E’su questa capacità che si
costruiscono, “effetto subitizing”, tutte le competenze
progressivamente complesse. Già dalla classe 1° ci sono dei
segnali:
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• NON AUTOMATIZZARE LA LETTURA/SCRITTURA DEI NUMERI A UNA CIFRA.

All’inizio della 2° classe ha difficoltà a ripetere rapidamente il
risultato di numeri in coppia, es. 2+2, 5+5….
Ha difficoltà nel conteggio regressivo.
Il calcolo mentale è l’aspetto vistosamente più deficitario.
La capacità di SOLUZIONE DEI PROBLEMI è preservata, ma rimane
imprigionato da quella serie di tecniche che impediscono il
ragionamento; es. può capire che per risolvere il problema ci
vuole una sottrazione, ma per trovare il risultato è necessario
saper effettuare:
- la lettura dei numeri,
- i calcoli mentali,
-il recupero di fatti aritmetici,
-l’algoritmo delle operazioni in colonna.
Anche oltre la classe 3° della scuola primaria permangono
specifici segnali:

  • ERRORI NELL’ENUMERAZIONE AVANTI E INDIETRO

  • DIFFICOLTA’   NELL’IMMAGAZZINAMENTO         DEI     FATTI
    ARITMETICI (somme dei numeri, il risultato delle tabelline
    ecc.)

  • DIFFICOLTA’ NELLA LETTURA E SCRITTURA DEI NUMERI

  • DIFFICOLTA’ LESSICALI (anziché 236 scrive 237)
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• ERRORI SINTATTICI (relativi al posizionamento dello 0 o alla
    composizione del numero).

  • LENTEZZA E SCORRETTEZZA DEL CALCOLO A MENTE

  • DIFFICOLTA’ NELL’ALGORITMO DELLE OPERAZIONI IN
    COLONNA: si confonde l’algoritmo di un’operazione con
    quella di un’altra, si dimenticano riporti, si ignorano i
    prestiti, ecc.
La discalculia è un disturbo piuttosto persistente; perché un
trattamento possa essere efficace, come per gli altri DSA, è
necessario intervenire precocemente.
Bisogna emancipare lo studente ad usare quegli strumenti che lo
aiutino, es. la calcolatrice e i formulari, a preservare integra
l’efficienza del problem solving matematico.

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INTERVENTI IN CASI DI DISCLALCULIA
Scuola dell’infanzia: una serie di attività specifiche possono
prevenire le difficoltà, consolidando i naturali processi evolutivi
dell’intelligenza numerica.
  - Stimolare piccole numerosità, “colpo d’occhio” (esercitare
     “l’effetto subitizing”);
  - confrontare le numerosità;
  - eseguire ordinamenti e seriazioni;
  - favorire l’uso delle parole-numero;
  - enumerare persone e oggetti;
  - stimolare le rappresentazioni analogiche vedi cd-rom.
Scuola Primaria: associare la quantità’ ai numeri, stimolare e
potenziare l’intelligenza numerica (l’attività giornaliere di breve
durata lavorando sui numeri entro il 20).
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- Comporre e scomporre numeri, sommare le quantità,
   sottrarre le quantità, aggiungere.
- Lavorare sul problem solving per immagini (problemi per
   immagini, uso di materiale concreto).
- Filastrocche numeriche.
- Uso della calcolatrice.

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STRATEGIE METODOLOGICHE MISURE DISPENSATIVE E
                   COMPENSATIVE.

Adeguare una didattica al bambino con DSA significa:

  • instaurare un clima di classe positivo e far emergere sia le
    potenzialità che le difficoltà di ciascuno, facendo in modo
    che vengono accettate serenamente. Si può cominciare
    leggendo i libri proposti dall’A.I.D. (ad es. “Le formiche
    giganti”) oppure il gioco di A.PRI-CO (“Quando le parole
    fanno gli scherzetti”). Un altro libro utile per parlare delle
    difficoltà della dislessia, adatto ai bambini per i primi 2-3
    anni della scuola primaria, è “Un bacio per bacio” ed.
    Almayer.

  • Utilizzare tabelle, mappe ecc. con tutta la classe, non solo
    con l’alunno DSA, insegnando a costruirle autonomamente.

  • Creare piccoli laboratori di classe o di interclasse con gruppi
    eterogenei, soprattutto nelle classi prime, utilizzando giochi
    didattici per favorire la compensazione di alcune difficoltà
    (lentezza nel leggere errori fonologici). La didattica
    laboratoriale risponde pienamente all’esigenza di rendere gli
    alunni fattivamente protagonisti della costruzione delle
    proprie conoscenze. “Nell’officina” incontrano la materia
    grezza, la scoprono la manipolano, la lavorano, la creano.

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La LIM (lavagna interattiva multimediale) consente utilizzi
multiformi, permette di accedere a un’infinita quantità
d’informazioni o alla visualizzazione di filmati e/o d’immagini,
all’interazione visiva di testi o di esercizi. Ci sono softwares che
hanno      una serie di opzioni per programmare interventi
individualizzati, adattando le caratteristiche del compito alle
esigenze di ogni singolo alunno. Ad es., il software tachistoscopio
lavora sulla visualizzazione delle parole che appaiono sullo
schermo con difficoltà crescente, le quali vengono riconosciute
velocemente. “A colpo d’occhio”, “Tiro al bersaglio” e “Lettura
mascherata”, fanno parte di un software che allena a riconoscere
la forma “ iconica”.
Il computer è uno strumento fondamentale, un valido alleato,
con esso l’insegnante può creare materiali specifici. L’ambiente
scolastico può essere un importante strumento facilitante,
perché come ambiente esplorativo offre agli alunni una serie di
supporti alla memoria, sotto forma d’immagini, schemi, mappe
sintesi di procedure di lavoro.
Fin dalla scuola dell’infanzia si possono creare delle “pareti
parlanti” con scritte colorate di grande dimensioni in stampato
maiuscolo, tabelle con simboli, rappresentazioni quantitative,
sono tutti requisiti che facilitano l’apprendimento della lettura,
scrittura e del calcolo. Successivamente nella scuola primaria è
utile apprendere alcuni simboli e scritte chiare dove poco alla
volta si aggiungeranno e si registreranno espliciti riferimenti; (ad
es. la M a forma di montagne, la linea dei numeri,
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rappresentazione delle quantità, materiali concreti associati ai
simboli) sono tutti ausili visivi che facilitano la comprensione e
sostengono la memorizzazione. Con gli alunni più grandi i
riferimenti visivi delle diverse discipline non cessano di essere
importanti: grafici, mappe, tabelle di sintesi ecc.
Un’altra strategia utile è quella di lavorare sulla fase orale, per
prevenire l’errore morfologico sintattico: si chiede all’alunno di
esporre a voce quanto ha intenzione di scrivere, guidandolo
nell’elaborazione del discorso. In questo modo lo si aiuta a
prendere coscienza dei suoi processi mentali e delle difficoltà che
si presenteranno e a pianificare la struttura del testo (didattica
metacognitiva). Questa strategia è adatta negli ultimi anni della
scuola primaria.
Gli strumenti dispensativi e gli strumenti compensativi sono
misure didattiche necessarie agli alunni con DSA, che vanno
offerte durante le normali attività didattiche e in fase di verifica
senza per questo unificare la valutazione. Gli strumenti
dispensativi sono esoneri da alcune attività di routine, le misure
compensative sono facilitatori formali, necessari a compensare
alcune carenze difficilmente colmabili.
Es. STRUMENTI DISPENSATIVI
Esonero (DISPENSA) da:
  - Lettura a voce alta.
  - Scrittura veloce sotto dettatura.
  - Scrittura di appunti durante le lezioni.
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- Lettura di consegne.
  - Uso del vocabolario.
  - Studio mnemonico delle tabelline, delle formule delle
    coniugazioni verbali.
  - Studio delle lingue straniere in forma scritta.
    Inoltre si devono consentire interrogazioni programmate.
  - Compiti a casa in misura ridotta
  - L’uso di testi ridotti, non per contenuto, ma per quantità di
    pagine.
Sono ad es. STRUMENTI COMPENSATIVI
  - Tabelle dell’alfabeto con i vari caratteri, delle forme di
    geometria, delle misure, dei mesi.
  - Tavola pitagorica.
  - Calcolatrice.
  - Cartine geo-storiche.
  - Mappe concettuali e mentali.
  - Audiocassette o CD con i contenuti di testo di studio.
  - Registrazioni delle lezioni (registrare le lezioni in classe).
  - Computer con programmi di videoscrittura e correttore
    ortografico, dizionari digitali, libri parlati o in pdf da leggere
    con sintesi vocale, software di rinforzo o di potenziamento.

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CORREZIONE
  Vi sono diverse “buone pratiche” per la correzione:
  -se ci sono errori ortografici su una stessa riga, è utile segnarlo
  con un puntino colorato ad inizio riga, questo lo aiuta a non
  disorientarsi e lo stimola all’autocorrezione.
  -Evitare di usare la penna rossa, sostituendola con una penna
  verde, è meno invasivo.
  -Se in una stessa parola c’è più di un errore, cerchiare la parola
  invece di sottolineare i vari errori all’interno. La parola corretta
  va “assimilata” perciò è consigliabile fornire all’alunno una
  scheda con i termini corretti da poter osservare e consultare in
  seguito.
  -Se una stessa parola è stata scritta più volte in modo
  scorretto, non penalizzare l’alunno contando come errori il
  numero delle parole uguali, ma prenderne una come
  “campione”.
-Se un periodo è scorretto, leggerlo all’alunno e chiedere se è in
grado di spiegare lo stesso concetto a voce. L’insegnante farà da
presta mano e scriver la frase in stampato maiuscolo.

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I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI
Le difficoltà sono molto frequenti e possono essere affrontate
dagli insegnanti con gli strumenti didattici presenti nel loro
repertorio. Di fronte a un disturbo dell’apprendimento, invece è
indispensabile il coinvolgimento di più agenzie. Le Linee Guida
per il diritto allo studio degli studenti DSA emanate dal MIUR 12
luglio 2011, propongono in uno schema i “passi previsti dalla
legge 170/2010” per la gestione dei DSA da parte delle agenzie
coinvolte: la famiglia, la scuola e i servizi sanitari.
La capacità di osservazione degli insegnanti svolge un ruolo
fondamentale, per il riconoscimento di un potenziale DSA. I
docenti non necessariamente ricorrono a strumenti appositi, ma
è sufficiente in una prima fase, il ricorso all’osservazione delle
prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati da un
disturbo che può riguardare la lettura, la scrittura e il calcolo.
Nel caso in cui gli interventi di recupero programmati e messi in
atto per risolvere il disturbo evidenziato non dovessero sortire gli
effetti desiderati e dovessero persistere le difficoltà, la scuola ha

                                                                   25
il compito fondamentale di comunicare alla famiglia l’esigenza di
una consulenza da parte degli specialisti della ASP.
Le competenze che i docenti devono possedere per ben
relazionarsi con i genitori dell’alunno con ipotesi DSA sono di tipo
comunicativo, perché ci sono tanti modi di comunicare e di
trasmettere un messaggio. Per cui il tatto, il modo garbato di
porgersi e soprattutto il far riferimento ad un disturbo che, se
trattato, è risolvibile può aiutare molto la comunicazione e,
quindi facilitare il rapporto scuola-famiglia. Infatti, indiscutibile
importanza riveste il rapporto con le famiglie degli alunni con
DSA. Esse, nel primo approccio dei figli con la scuola primaria, si
ritrovano ad affrontare le incertezze provocate da difficoltà
spesso inaspettate (rivolgersi all’associazione AID per avere il
confronto con altre famiglie: un gruppo di genitori del forum
online ha realizzato, un vademecum “diamoci una mano” per
aiutare coloro che hanno bambini con difficoltà DSA). Per tale
motivo, per evitare che sorgano malintesi e per non
compromettere il sereno svolgimento dell’iter scolastico da parte
dei loro figli, le famiglie vanno informate non solo relativamente
alla conoscenza del problema e delle difficoltà specifiche
incontrate nell’esperienza scolastica, ma anche alle strategie
didattiche che la scuola adotta, alle verifiche e ai risultati
ottenuti, alle possibili modifiche dei percorsi e degli interventi
programmati.

                                                                   26
La famiglia dell’alunno con diagnosi di DSA dovrà consegnare la
diagnosi alla scuola, che metterà in atto gli interventi previsti
dalla legge 170 entro il primo trimestre.
In particolare, per un alunno con diagnosi di DSA la scuola dovrà
predisporre un PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO.
Un’altra fase importante è quella della continuità educativo-
didattica con il successivo ordine scolastico, il PDP è uno
strumento prezioso, una volta posta la diagnosi a coloro che
accolgono gli alunni, la famiglia deve fungere da gancio non solo
con i servizi sanitari ma anche con la scuola futura.
La scuola(primaria) può dare dei consigli ai genitori come per es.
-assumere informazioni sull’argomento;
-confrontarsi periodicamente con il gruppo docente;
-sostituire alle difficoltà di lettura con l’utilizzo di altri strumenti
(libri digitali, cd rom, video registrazioni audio, lettore umano,
programmi di sintesi vocali);
-aiutare il proprio figlio con i compiti (condivisi con i docenti)
questa collaborazione è un “patto” tra scuola-famiglia.
Anche gli enti e le associazioni locali hanno un ruolo
fondamentale; spesso sono solidali e aperti alle istituzioni
scolastiche per supportare le famiglie e per seguire in accordo
con la scuola gli alunni nei compiti a casa.

                                                                           27
Anche il comune può finanziare specifiche iniziative quali gli
screening precoci per individuare gli indicatori di DSA .
Gli uffici regionali scolastici dovranno rivestire un ruolo
determinante facilitando i contatti delle scuole tra loro
organizzando percorsi formativi, appoggiandosi anche ai centri
territoriali di supporto.

                                                            28
MODELLO DI RICHIESTA DELLA FAMIGLIA DEL PDP

                                                                          Luogo ….…….., data…………..………..

                                                                                Al Dirigente Scolastico

                                                                                    ………………………….

                                                                                      Istituto ………….

                                                                                        Città …………….

 Oggetto: Studente…………………………..

          Richiesta di Percorso Personalizzato

     Noi sottoscritti……..…… e……………., a seguito della presentazione in data …………. della diagnosi
 di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) di nostro figlio ……………., iscritto alla
 classe/sez………. di codesto Istituto, chiediamo che il Consiglio di Classe individui e approvi un
 Percorso Didattico Personalizzato, in cui siano indicati gli interventi di didattica individualizzata e
 personalizzata, nonché le misure dispensative e gli strumenti compensativi necessari per gli
 apprendimenti scolastici di nostro figlio. Si fa presente che la normativa vigente, dalla Legge
 170/2010 al Decreto attuativo e alle Linee guida del 12 luglio 2011, sottolinea le peculiarità
 dell’apprendimento degli allievi con DSA e invita le Istituzioni Scolastiche a tenerne conto, sia
 nella progettazione di percorsi personalizzati e individualizzati sia nel momento della valutazione.

     Consapevoli dell’importanza di un clima collaborativo tra scuola e famiglia per il superamento
 delle difficoltà scolastiche legate ai D.S.A. e per far sì che il percorso scolastico possa procedere
 serenamente, dichiariamo la disponibilità a rapportarci con i docenti tutte le volte che lo
 riterranno necessario.

     Sin d’ora chiediamo copia del Piano Personalizzato.

   Nel ringraziare per l’attenzione, siamo a disposizione del Consiglio di Classe anche con il
 supporto dei tecnici sanitari che hanno in carico nostro figlio. **

    In particolare chiediamo di essere ricevuti in sede di Consiglio di Classe con la consulenza del
 tecnico (NPI, psicologo, logopedista) che segue nostro figlio Dott. ………...**

   Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti.

                                                                                   ……………………………..

                                                                                  ………………………………

 ** da omettere se il/i tecnico/i non è/sono disponibile/i
                                                                                                           29
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
                                     Anno Scolastico ………………

Scuola primaria………………………………………………… classe………..

Referente DSA o coordinatore di classe………………………………………

            1. DATI RELATIVI ALL’ALUNNO

Cognome e nome

Data e luogo di nascita

                                     Redatta da …………… presso …..

Diagnosi specialistica 1             in data …………………….

                                     Interventi riabilitativi …………………………………………………………………

                                     Effettuati da………..con frequenza …………..

                                     Nei giorni ………… con orario ………………

                                     Specialista/i di riferimento………………….

                                     Eventuali raccordi fra specialisti ed insegnanti

                                     ……………………………………………………………………….

Informazioni dalla famiglia

Aspetti emotivo- affettivo-
motivazionali 2 - 3

Caratteristiche percorso didattico
pregresso 4

Altre osservazioni   5

                                                                                          30
Note

1. Informazioni ricavabili da diagnosi e/o colloqui con lo specialista.
2. Relazionalità con compagni/adulti (sa relazionarsi/interagire, partecipa agli scambi comunicativi);
    approccio agli impegni scolastici (è autonomo, necessita di azioni di supporto…); capacità organizzative
    (sa gestirsi, sa gestire il materiale scolastico, sa organizzare un piano di lavoro …).
3. Consapevolezza delle proprie difficoltà: ne parla, le accetta, elude il problema …
4. Documentazione del percorso scolastico pregresso attraverso colloquio e/o informazioni desunte da
    griglie osservative (continuità con ordini o classi precedenti di scuola).
5. Rilevazione delle specifiche difficoltà che l’alunno presenta e dei suoi punti di forza.

                                                                                                         31
2. DESCRIZIONI DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ STRUMENTALI
(Le informazioni possono essere ricavate dalla diagnosi specialistica e/o da prove standardizzate eseguite in
classe)

                                                      Diagnosi                     Osservazione

    LETTURA

                           Velocità

                         Correttezza

                       Comprensione

                                                      Diagnosi                     Osservazione

                       Tipologia errori
                           dettato
   SCRITTURA

                      Produzione testi:

                    . ideazione

                    . stesura

                    . revisione

                            Grafia

                                                                                                          32
Diagnosi                      Osservazione

    CALCOLO

                          A mente

                           Scritto

ALTRI                                                Diagnosi             Osservazione
DISTURBI

ASSOCIATI

Note

1. Diagnosi specialistica.
2. Prove standardizzate e/o semistrutturate.
3. Osservazione libera o sistematica (lettura subvocalica, segue con il dito, tempo impiegato in relazione
   alla media della classe nella lettura ….).
4. Schede di autovalutazione (come leggo … come scrivo … come studio …).
5. Livelli di competenza nella lettura e scrittura.
6. Comprensione dei messaggi orali e scritti.
7. Comprensione di tipologie di testi (comprensione letterale, inferenziale, costruttiva, interpretativa,
   analitica, valutativa).
8. Competenza linguistica (fonologica, lessicale, morfologica e sintattica).
9. Leggere e scrivere correttamente i numeri, imparare le tabelline, eseguire calcoli scritti …

  3. CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO

Osservazione

Memorizzazione delle
procedure

Recupero delle informazioni

Organizzazione delle
informazioni

                                                                                                             33
Note

Informazioni ricavabili da: colloquio con i genitori e osservazioni dei docenti

1. Capacità di memorizzare procedure (filastrocche, poesie, date, definizioni, termini specifici delle
   discipline, formule, strutture grammaticali, regole che governano la lingua, …).
2. Capacità di immagazzinare e recuperare le informazioni.
3. Interessi, predisposizioni e abilità particolari in determinate aree disciplinari.

    4.a STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO
-    Strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–chiave, fa schemi..)
-    Modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore ortografico,…)
-    Modalità di svolgimento del compito assegnato (ricorre all’insegnante per spiegazioni, ad un
      compagno, è autonomo,…)
-    Riscrittura di testi con modalità grafica diversa

4.b STRUMENTI UTILIZZATI
-    Strumenti informatici
-    Fotocopie adattate
-    Schemi e mappe
-    Appunti scritti al PC
-    Registrazioni
-    Materiali multimediali
-    Testi con immagini
-    Testi con ampie spaziature
-    Altro

     5. INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE ALL’INTERNO DEGLI OBIETTIVI
        DISCIPLINARI PER IL CONSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE
        FONDAMENTALI

                                  AREA LINGUISTICO-ARTISTICO-ESPRESSIVA

Italiano

                                                                                                         34
Inglese

Musica

Arte/immagine

Scienze motorie

                         AREA STORICO-GEOGRAFICA

Storia

Geografia

                  AREA MATEMATICO-SCIENTIFICO-TECNOLOGICA

Matematica

                                                            35
Scienze

Tecnologia

Note

Dopo aver analizzato gli obiettivi disciplinari previsti per ogni ambito dalle Indicazioni Nazionali 2007 e il
Curricolo di scuola elaborato all’interno del P.O.F, previsto dal DPR 275/99 Regolamento autonomia art.8,
ogni Istituzione scolastica è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle
inclinazioni personali dello studente…

-   nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della sua personalità e della sua “diversità”
-   riproponendo contenuti con modalità e linguaggi differenti
-   individuando le abilità e le conoscenze non essenziali per il raggiungimento delle competenze.

    6. STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE UTILIZZABILI
- Incoraggiare l’apprendimento collaborativo (“Imparare non è solo un processo individuale: la dimensione
  comunitaria dell’apprendimento svolge un ruolo significativo”);
- favorire le attività in piccolo gruppo e il tutoraggio;
- promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere “al fine di imparare ad apprendere”
- privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per favorire l’operatività e allo stesso tempo
  il dialogo, la riflessione su quello che si fa”;
- sollecitare le conoscenze precedenti per introdurre nuovi argomenti e creare aspettative;
- sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle proprie strategie di apprendimento;
- individuare mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe …).

    7. MISURE DISPENSATIVE
Nell’ambito delle varie discipline l’alunno viene dispensato:

-   dalla presentazione contemporanea dei quattro caratteri (nelle prime fasi dell’apprendimento);
-   dalla lettura ad alta voce;
-   dal prendere appunti;
-   dai tempi standard (dalla consegna delle prove scritte in tempi maggiori di quelli previsti per gli alunni
    senza DSA);
-   dal copiare dalla lavagna;
-   dalla dettatura di testi/o appunti;
-   da un eccesivo carico di compiti;
-   dallo studio mnemonico delle tabelline;

                                                                                                                 36
- dallo studio della lingua straniera in forma scritta.

    8. STRUMENTI COMPENSATIVI
L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi nelle aree disciplinari:

-    tabelle, formulari, procedure specifiche … sintesi, schemi e mappe elaborati dai docenti;
-    calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante;
-    computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner;
-    risorse audio (cassette registrate, sintesi vocale, audiolibri, libri parlati, libri digitali …);
-    software didattici free;
-    tavola pitagorica;
-    computer con sintetizzatore vocale.

N.B. - Si ricorda che le strutture grafiche (tipo diagrammi e/o mappe) possono servire ai ragazzi con DSA
per trasporre e organizzare le loro conoscenze.

    9.CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE
Si concordano:

- interrogazioni programmate;
- compensazione con prove orali di compiti scritti;

- uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali;

- valutazioni più attente ai contenuti che non alla forma;
- programmazione di tempi più lunghi per l’esecuzione di prove scritte;
- prove informatizzate.

    10. PATTO CON LA FAMIGLIA
Si concordano:

- i compiti a casa (riduzione, distribuzione settimanale del carico di lavoro, modalità di presentazione …);
    le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline segue il bambino nello
    studio;
- gli strumenti compensativi utilizzati a casa;

- le interrogazioni.

                                                                                                            37
Insegnanti di classe                    Dirigente scolastico

_____________________________          _________________________

_____________________________

Genitori

_____________________________

_____________________________

Tecnico competente (se ha partecipato alla stesura del documento)

_____________________________

                                                                    38
IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Per un alunno con diagnosi di DSA la scuola dovrà predisporre un
piano educativo personalizzato che dovrà indicare: gli interventi
didattici individualizzati e personalizzati, nonché gli strumenti
compensativi e le misure dispensative da mettere in atto, le
forme di verifica e di valutazione adeguate e differenziate.
In merito alla didattica individualizzata è chiarito che la stessa si
differenzia dalla didattica personalizzata, poiché se la prima,
attraverso metodologie e strategie differenziate si propone che
l’alunno raggiunga gli stessi obiettivi previsti per il gruppo classe,
la seconda deve riferirsi alla personalità dell’alunno, alle sue
attitudini, e pertanto può proporsi obiettivi differenziati rispetto
a quelli previsti per il gruppo classe. Gli strumenti compensativi
sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o
facilitano la prestazione richiesta nell’abilità che presenta il
disturbo.
Le misure dispensative sono misure ed accorgimenti che
consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni che non
solo gli risultano particolarmente difficoltose, ma il cui
svolgimento non concorre a migliorare l’apprendimento.
L’adozione delle misure dispensative deve essere attentamente
valutata per evitare di predisporre interventi eccessivamente o
immotivatamente facilitati, che non risultano utili per consentire
il raggiungimento del successo scolastico.

                                                                    39
Le Istituzioni Scolastiche sono chiamate anche a svolgere un ruolo
attivo sia “nell’identificazione precoce” di casi sospetti di DSA e
nella conseguente comunicazione alle famiglie nel caso in cui
“persistano difficoltà”, sia nel monitoraggio periodico delle
misure educative e didattiche di supporto per valutarne
l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi. Non realizzare le
attività didattiche personalizzate e individualizzate, non utilizzare
gli strumenti compensativi, disapplicare le misure dispensative,
collocano l’alunno in uno stato di inferiorità. Le verifiche saranno
strutturate:
- a scelte multiple (v.\f…);
- a risposte aperte;
- in forma digitale (compreso il testo delle stesse);
-lettura del testo della verifica scritta da parte dell’insegnante con
l’utilizzo della sintesi vocale;
-riduzione\selezione della quantità (non della qualità) di esercizi
nelle verifiche scritte;
-organizzazione di interrogazioni programmate;
-prove orali in compensazione alle prove scritte nella lingua
materna;
-programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte;
-predisposizioni di interrogazioni orali per le discipline previste
solo orali;
                                                                    40
-supporto alle verifiche orali e scritte con l’utilizzo di mappe
concettuali e mentali con immagini e schemi.
       VALUTAZIONE FORMATIVA E VALUTAZIONE FINALE
In conformità a quanto indicato nelle precedenti parti del PDP,
andranno specificate le modalità attraverso le quali s’intende
valutare i livelli di apprendimento nelle diverse discipline o ambiti
di studio. Dovrà essere considerata la valutazione della
correttezza ortografica e sintattica per gli alunni disgrafici o
disortografici. Per ogni disciplina andranno pertanto individuate
le modalità che consentano di appurare l’effettivo livello di
apprendimento.
              ASSEGNAZIONE DEI COMPITI A CASA.
Nel PDP dovranno essere indicate le modalità di accordo tra i vari
docenti e con la famiglia in ordine all’assegnazione dei compiti a
casa. In particolare occorre concordare:
-come vengono assegnati (con fotocopie, con nastri registrati,…)
-in quale quantità vengono assegnati;
-con quali scadenze vengono assegnati, evitando sovrapposizioni
e sovraccarichi;
-con quali modalità possono essere realizzati, se quelle consuete
risultano impossibili o difficoltose.

                                                                   41
FIRMA DEL PDP
Alla stesura del PDP deve far seguito il contatto con la famiglia,
alla quale sarà proposta la firma del documento. Con
l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che
autorizza il team docente ad utilizzare tutti gli strumenti indicati
per il raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si
impegna a procurarglieli e farglieli usare.

                                                                  42
RUOLO DELLA REFERENTE DSA
La referente DSA all’interno della scuola è un riferimento per i
colleghi e per le famiglie avendo una formazione specifica sul
problema:
-CONOSCENZE APPROFONDITE SUI DSA;

-CONOSCENZE DIDATTICHE SPECIFICHE;

-CONOSCENZE SPECIFICHE DI STRUMENTI INFORMATICI;

-CONOSCENZE LEGISLATIVE.

E’ un contatto con associazioni ed enti:

-CON A.I.D. (ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA);

-CON USP-USR-MIUR;

-COMUNICA CON I SERVIZI SANITARI, CENTRI CONVENZIONATI, CENTRI
PRIVATI (in caso di diagnosi).

Interviene nella programmazione didattica e soluzione dei problemi:

-SU RICHIESTA DEL TEAM DOCENTI;

-SU RICHIESTA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO;

-SU RICHIESTA DELLA FAMIGLIA;

Mediatore di conflitti:

-FAVORISCE     LA    COMUNICAZIONE         TRA   SCUOLA-FAMIGLIA-SERVIZI
SANITARI;

-AVVIA\ACCOMPAGNA\MONITORA IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE DEGLI
ALUNNI CON DSA;

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Promuove aggiornamento:

-ATTIVITA’ DI FORMAZIONE-AGGIORNAMENTO;

-PROMUOVE ATTIVITA’ DI SCREENING E SCREENING PRECOCE;

Fornisce supporto ai docenti per il PEP:

-FORNISCE IL MODELLO E GLI ALLEGATI;

-ILLUSTRA GLI STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI UTILI PER LE
DISCIPLINE;

-DEFINISCE I CRITERI DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE PERSONALIZZATI.

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NORMATIVA VIGENTE
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca
Decreto N. 5669
IL MINISTRO
VISTO l’articolo 34 della Costituzione;
VISTA la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico;
VISTO il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, relativo al Testo Unico delle disposizioni
legislative in materia di istruzione;
VISTA la Legge 2 agosto 1999, n. 264, recante Norme in materia di accessi ai corsi universitari;
VISTA la Legge 15 marzo 1997, n. 59, di delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti
alle Regioni e agli Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione
amministrativa, e, in particolare, l’articolo 21;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, avente a oggetto
Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi
dell’art.21 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122, avente a oggetto
Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni, e, in
particolare, l’art. 10;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, sul riordino della Scuola
dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione;
VISTI i decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010 n. 87, 15 marzo 2010 n. 88, e 15
marzo 2010 n. 89, sul riordino degli Istituti Tecnici e Professionali e dei Licei;
VISTE le Indicazioni Nazionali allegate al Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e le Indicazioni
per il curricolo di cui al Decreto ministeriale del 31 luglio 2007;
VISTI il Decreto Interministeriale 7 ottobre 2010, n. 211, concernente gli obiettivi specifici di
apprendimento per i percorsi liceali, la Direttiva 15 luglio 2010, n. 57, e la Direttiva 28 luglio 2010,
n. 65, per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Tecnici e Professionali;
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2
VISTO il Decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, avente a oggetto Modifiche al regolamento
recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro
dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509;
VISTO il C.C.N.L. del personale docente, quadriennio giuridico 2006-09 e 1° biennio economico
2006-07, ed in particolare l’art. 27, concernente il profilo professionale docente;
RITENUTO necessario ed urgente procedere all’emanazione del decreto di cui all’art. 7, comma 2
della Legge 170/2010, al fine di dare attuazione, a partire dall’anno scolastico 2011/2012, alle
norme ivi previste;
TENUTO CONTO del lavoro istruttorio svolto dal Comitato tecnico scientifico di cui all’art.7,
comma 3, della Legge 8 ottobre 2010, n. 170;
DECRETA
Articolo 1
Finalità del decreto

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1. Il presente decreto individua, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della Legge 170/2010, le modalità di
formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e didattiche di supporto utili a
sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia,
nonché le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli
studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (di seguito “DSA”), delle scuole di
ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione e nelle università.
Articolo 2
Individuazione di alunni e studenti con DSA
1. Ai fini di cui al precedente articolo, le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie
le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante
l’applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di
apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge
170/2010.
2. Al fine di garantire agli alunni e agli studenti con disturbi specifici di apprendimento di usufruire
delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della Legge 170/2010, gli Uffici
Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una
certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte.
3. La certificazione di DSA viene consegnata dalla famiglia ovvero dallo studente di maggiore età
alla scuola o all’università, che intraprendono le iniziative ad essa conseguenti.
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
 3
Articolo 3
Linee guida
1. Gli Uffici Scolastici Regionali, le Istituzioni scolastiche e gli Atenei, per l’attuazione delle
disposizioni del presente decreto, tengono conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee
guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento,
che sono parte integrante del presente decreto.
Articolo 4
Misure educative e didattiche
1. Le Istituzioni scolastiche, tenendo conto delle indicazioni contenute nelle allegate Linee guida,
provvedono ad attuare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli
alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e
ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative.
2. I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque
all’interno delle indicazioni curricolari nazionali per il primo e per il secondo ciclo, sulla base del
livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno e dello studente con DSA, adottando
proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni
non coinvolte nel disturbo.
3. In un’ottica di prevenzione dei DSA, gli insegnanti adottano metodologie didattiche adeguate
allo sviluppo delle abilità di letto-scrittura e di calcolo, tenendo conto, nel rispetto della libertà
d’insegnamento, delle osservazioni di carattere scientifico contenute al riguardo nelle allegate
Linee guida
4. Le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando
particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente, con DSA delle competenze
per un efficiente utilizzo degli stessi.

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5. L’adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e di
disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi
di apprendimento previsti nei percorsi didattici individualizzati e personalizzati.
Articolo 5
Interventi didattici individualizzati e personalizzati
1. La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici
individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato,
con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate.
Articolo 6
Forme di verifica e di valutazione
1. La valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni e degli studenti con DSA deve essere
coerente con gli interventi pedagogico-didattici di cui ai precedenti articoli.
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
4
2. Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente
con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante
l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della
prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione
delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a
prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria.
3. Le Commissioni degli esami di Stato, al termine del primo e del secondo ciclo di istruzione,
tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le
forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati.
Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, possono riservare ai candidati
tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano, altresì, l’utilizzazione di
idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti
piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, anche con riferimento alle prove nazionali INVALSI
previste per gli esami di Stato, sia in fase di colloquio.
4. Le Istituzioni scolastiche attuano ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con
DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso cui il
discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché
ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.
Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità
compatibili con le difficoltà connesse ai DSA.
5. Fatto salvo quanto definito nel comma precedente, si possono dispensare alunni e studenti
dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato,
nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:
- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa
dalle prove scritte;
- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo
se maggiorenne;
- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o
permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli
interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di studio in cui
l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico, istituto tecnico per il
turismo, ecc.).
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In sede di esami di Stato, conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, modalità e
contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – sono stabiliti dalle Commissioni, sulla
base della documentazione fornita dai consigli di classe.
I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla
scuola secondaria di secondo grado ovvero all’università.
6. Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con
altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno o lo studente possono –
su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati
dall’insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato.
In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico
differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito
scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove
differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui
all'art.13 del D.P.R. n.323/1998.
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
5
7. In ambito universitario, gli Atenei assicurano agli studenti con DSA l’accoglienza, il tutorato, la
mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate.
8. Per le prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale programmati a livello
nazionale o da parte delle università, sono previsti tempi aggiuntivi, ritenuti congrui in relazione
alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in più rispetto a quelli stabiliti per la
generalità degli studenti, assicurando altresì l’uso degli strumenti compensativi necessari in
relazione al tipo di DSA.
9. La valutazione degli esami universitari di profitto è effettuata anche tenendo conto delle
indicazioni presenti nelle allegate Linee guida.
Articolo 7
Interventi per la formazione
1. Le attività di formazione in servizio degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, di cui all’art. 4
della Legge 170/2010, riguardano in particolare i seguenti ambiti:
a) Legge 8 ottobre 2010, n. 170;
b) caratteristiche delle diverse tipologie di DSA;
c) principali strumenti per l’individuazione precoce del rischio di DSA;
d) strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;
e) gestione della classe in presenza di alunni con DSA;
f) forme adeguate di verifica e di valutazione;
g) indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all’art. 4;
h) forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi in ambito
universitario, dell’alta formazione e dell’istruzione tecnica superiore;
i) esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche.
2. Il Ministero predispone appositi piani di formazione - le cui direttive sono riportate nelle
allegate Linee guida - anche in convenzione con università, enti di ricerca, società scientifiche,
associazioni e servizi sanitari territoriali. In particolare, gli Uffici Scolastici Regionali, fatte salve le
convenzioni e le intese già in atto, possono stipulare appositi accordi con le facoltà di Scienze della
Formazione, nell’ambito dell’Accordo quadro sottoscritto tra il MIUR e la Conferenza nazionale
permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, per l’attivazione presso le stesse di corsi di

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