NUOVA INFLUENZA A(H1N1) - CONSIGLI UTILI PER ASSISTERE IL PAZIENTE A DOMICILIO

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NUOVA INFLUENZA A(H1N1) - CONSIGLI UTILI PER ASSISTERE IL PAZIENTE A DOMICILIO
NUOVA INFLUENZA A(H1N1) -
  CONSIGLI UTILI PER ASSISTERE IL PAZIENTE A DOMICILIO
                                                                      (Aggiornate a: Ottobre 2009)

               A cura di: Sergio Carbonara*, C. Germinario^, Emanuela Ciracì*
               *Clinica Malattie Infettive, A.O.U. Policlinico, Bari, ^ Istituto di Igiene,
               A.O.U. Policlinico, Bari

L’infezione da nuovo virus influenzale A(H1N1)v, analogamente a quella sostenuta dai comuni
virus influenzali che circolano ad ogni stagione invernale, può passare del tutto inosservata
(infezione asintomatica) o causare un’ampia varietà di manifestazioni cliniche. L’espressione più
tipica è denominata “Sindrome Influenzale”, la quale viene definita come un’affezione ad
esordio brusco che comprende febbre uguale o maggiore a 38°C, associata ad almeno un sintomo
generale (astenia, cefalea, sudorazioni o brividi) e ad almeno un sintomo respiratorio (tosse, mal
di gola o congestione nasale).

La gravità dei quadri clinici è variabile, analogamente a quanto avviene per l’influenza
stagionale. Solitamente si tratta di forme lievi-moderate, con decorso del tutto benigno e
guarigione spontanea entro 7-10 giorni, che possono tranquillamente essere gestite a casa.
Quadri più gravi, con complicanze varie e che possano esitare nel decesso del paziente, si
verificano solo in una piccola parte di malati appartenenti alle cosiddette “categorie a rischio”
per tali forme: soggetti di età inferiore ai 5 anni e superiore ai 65 anni; soggetti di qualsiasi età
affetti da patologie croniche; donne gravide (in particolare nel II e III trimestre e nella prima
fase del puerperio); soggetti obesi con indice di massa corporea (BMI - body mass index)
superiore a 30.

COME TRATTARE L’INFLUENZA ?

   • rimanere in casa almeno fino a 24 ore dopo la scomparsa della febbre (misurata a distanza
     dall’eventuale assunzione di antipiretici); tale norma è utile sia per favorire la guarigione,
                                    sia per ridurre i rischi di trasmissione dell’infezione ad
                                    altri soggetti durante le comuni attività quotidiane quali
                                    scuola, lavoro, ecc. (vedi dopo “Come ridurre la
                                    diffusione dell’influenza”)
                                    • riposare a volontà

   • bere in abbondanza liquidi non alcolici (es. acqua,
     brodo, succhi di frutta, spremute, integratori di sali
     minerali per attività sportive, bevande elettrolitiche per
     l’infanzia) al fine di prevenire la disidratazione (un
     semplice indicatore di tale condizione è rappresentato
     da mucose asciutte del cavo orale, in particolare della
     lingua). La quantità di liquidi assunti deve tuttavia
     tener conto dell’eventuale presenza di patologie
     cardiocircolatorie (es. ipertensione, cardiopatie) o renali. Assicurare in ogni caso una
     diuresi (quantità di urine emessa nelle 24 ore) simile a quella abituale.

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QUANDO E COME È NECESSARIO RIVOLGERSI AL PROPRIO MEDICO?

In presenza di sintomi di gravità rilevante o, comunque, qualora si appartenga alle categorie a
rischio sopra menzionate, informare il proprio medico curante, anche al fine di valutare
l’eventuale opportunità di terapie peculiari (vedi dopo “Quali farmaci assumere”?).

   Rivolgiti urgentemente al medico se:

       compaiono difficoltà respiratorie o dolore toracico
       le labbra diventano blu o violacee
       in caso di vomito ripetuto o incapacità di bere
       compaiono segni di disidratazione (mucose del cavo orale asciutte, vertigini, scarsa
       quantità di urine, o, nei bambini, pianto in assenza di lacrime)
       compaiono segni di alterazioni neurologiche (per esempio, convulsioni; il paziente
       appare meno responsivo del solito o confuso)

Contattare il proprio medico o, se necessario, la struttura ospedaliera di riferimento,
telefonicamente! Il paziente con sintomi influenzali non dovrebbe recarsi presso l’ambulatorio
del proprio medico o in ospedale direttamente, ma farlo, quando necessario, dopo un preliminare
contatto telefonico, adottando con particolare attenzione le misure di igiene respiratoria (vedi in
seguito) e indossando, se disponibile e tollerata, una mascherina chirurgica.

QUALI FARMACI ASSUMERE?

Come sopra accennato, l'influenza presenta nella maggior parte dei casi un decorso benigno e a
guarigione spontanea e completa nell'arco di una settimana circa. Pertanto, la sua gestione non
richiede necessariamente l'utilizzo di medicinali. Le seguenti classi di farmaci possono essere
utili in determinate circostanze.

Antivirali e antibiotici.

                        Gli antivirali possono in alcuni casi alleviare la sintomatologia
                        influenzale, ma richiedono una prescrizione medica e sono consigliati
                        solo in determinati casi. Come per tutti i farmaci, infatti, il loro uso non è
                        scevro da rischi individuali (effetti collaterali) e collettivi (diffusione di
                        ceppi virali farmacoresistenti). Questi farmaci possono essere utili in
                        persone ad alto rischio per complicanze dell’influenza o che presentino
                        un quadro clinico grave.

Gli antibiotici non sono per nulla attivi contro i virus (e quindi neanche contro il virus
influenzale). Tuttavia, in alcuni casi l’influenza si complica con una malattia batterica e,
pertanto, richiede l’impiego di antibiotici. Quadri clinici più severi o protratti, o che si
riaggravino dopo una fase di miglioramento clinico, possono indicare la coesistenza di una
patologia batterica.

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• Non assumere mai spontaneamente antivirali o antibiotici
   • Discuti con il tuo medico l’eventuale opportunità di una terapia antivirale o antibiotica;
     esponigli eventuali dubbi o timori al riguardo.

Farmaci sintomatici.

Febbre e dolori possono essere all’occorrenza controllati con farmaci
definiti “sintomatici”: ad esempio paracetamolo o farmaci
antinfiammatori non steroidei (FANS) quali ibuprofene, diclofenac,
naprossene.

Questi farmaci non possiedono alcuna attività antivirale e, pertanto,
non sono curativi; possono ridurre per qualche ora l’intensità della
febbre e degli altri sintomi influenzali ma non diminuiscono
l’infettività del soggetto o la durata della malattia, nè alterano il
decorso della stessa. D’altro canto, come tutti i farmaci, possono determinare effetti collaterali. I
farmaci sintomatici, pertanto, vanno assunti in caso di stretto bisogno, quando cioè la febbre o
gli altri sintomi influenzali arrechino un importante disagio al paziente ovvero possano
comportare rischi in determinati soggetti (es. pazienti con storia di convulsioni; neonati, anziani
e persone con patologie croniche cardio-polmonari, nei quali il rischio di disidratazione e delle
sue conseguenze in caso di febbre elevata è maggiore). Per le stesse ragioni, questi farmaci
vanno assunti nella dose minima necessaria per ridurre l’intensità della febbre o degli altri
sintomi a livelli accettabili (non è generalmente necessario “puntare” a farli scomparire del
tutto).

   • Controlla il foglietto illustrativo dei medicinali, con particolare riguardo alla
     composizione, le controindicazioni, le precauzioni d’uso, gli effetti collaterali e la dose
     prevista.
   • Non superare le dosi massime consigliate.
   • I pazienti affetti da patologie croniche, in particolare epatiche, renali, gastriche e
     cardiovascolari, devono consultare il proprio medico prima dell’assunzione di farmaci.
   • Ai bambini, specie se di età minore ai 4 anni, qualsiasi farmaco andrebbe somministrato
     solo dopo parere medico.
   • Attenzione! Non somministrare aspirina (“acido acetilsalico”, “salicilato”) a bambini o
     adolescenti affetti da sindrome influenzale; l’aspirina in questi casi può determinare una
     rara ma molto seria malattia chiamata sindrome di Reye. Prestare attenzione affinchè i
     prodotti somministrati non contengano aspirina neanche in associazione ad altre
     molecole.
   • I bambini di almeno 5 anni e gli adolescenti possono assumere paracetamolo e ibuprofene
   • La gestione più sicura dei sintomi nei bambini di età inferiore a 2 anni consiste
     nell’utilizzo di prodotti umidificatori a freddo e pompette a mano per favorire
     l’eliminazione del muco.
   • Se hai assunto farmaci al di fuori delle indicazioni riportate nel foglietto illustrativo
     consulta il tuo medico curante.

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COME LIMITARE LA DIFFUSIONE DELL’INFLUENZA IN CASA E ALL’ESTERNO?

Modalità di trasmissione del virus influenzale.

L’infezione da virus influenzale si trasmette principalmente mediante le “goccioline”
(“droplets”) infette di saliva e secrezioni respiratorie eliminate dai soggetti malati mediante la
tosse, gli starnuti e, in misura inferiore, con la parola. Si ritiene che tali goccioline possano
giungere ad una distanza massima di un metro e mezzo dal paziente.

                                                                Il contagio può avvenire mediante
                                                                deposito delle “goccioline” infette
                                                                direttamente sulle mucose del naso
                                                                o della bocca dei soggetti che si
                                                                trovino nelle immediate vicinanze
                                                                del paziente.

                                                                In alternativa, il soggetto sano può
                                                                infettarsi toccando il paziente o
                                                                oggetti contaminati dalle “goccioline”
                                                                anzidette e portando poi le mani al
                                                                naso o alla bocca senza averle prima
                                                                lavate.

Altre potenziali vie di contagio come quella aerea (inalazione di aerosol infetti generati dalla
sospensione nell’aria di goccioline di piccolissimo diametro, definite “droplets nuclei”) o
mediata dalle feci del paziente sono ad oggi poco chiare e, comunque, rivestirebbero un ruolo
secondario.

Periodo di contagiosità e durata dell’isolamento domiciliare.

Il periodo di contagiosità del soggetto malato intercorre generalmente dalle 24 ore precedenti la
comparsa dei sintomi sino al 7° giorno successivo. Tale periodo può essere protratto (10 o più
giorni) in alcuni casi, generalmente rappresentati da bambini e pazienti immunocompromessi.
Tuttavia, il rischio di trasmissione è normalmente più elevato durante la fase febbrile della
malattia (generalmente 2-4 giorni). Per tale motivo, per i pazienti gestiti a domicilio, le recenti
                        raccomandazioni internazionali prescrivono di rimanere in casa
                        (“isolamento domiciliare”), evitando di recarsi a scuola o al lavoro, sino
                        ad almeno 24 ore dopo la scomparsa della febbre (misurata a distanza
                        dall’eventuale assunzione di antipiretici). Poichè tuttavia, come sopra
                        illustrato, un rischio sia pur contenuto di trasmissione può protrarsi per
                        alcuni giorni dopo la scomparsa della febbre, si raccomanda ai pazienti di
                        continuare ad adottare le norme di igiene respiratoria (coprire bocca e
                        naso con un fazzoletto quando si tossisce o starnutisce; gettare subito il
                        fazzoletto in contenitore di rifiuti) e a lavare frequentemente le mani
                        anche quando ritornano alle proprie attività (scuola, lavoro, ecc.), sino
                        alla completa scomparsa dei sintomi respiratori.

                                                                                                 4
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Inoltre, poiché la contagiosità dei pazienti inizia prima della comparsa di sintomi e non tutti i
soggetti infetti manifestano febbre, le norme di igiene respiratoria e delle mani vengono
raccomandate a tutta la popolazione, a prescindere dalla diagnosi di sindrome influenzale.

RACCOMANDAZIONI PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DELL’INFLUENZA

   • E’ importante ricordare come la principale misura in grado di prevenire l’influenza e le
     sue complicanze è rappresentata dalla vaccinazione specifica per il ceppo virale in
     questione. Pertanto, tutti soggetti che rientrino nelle categorie prioritarie previste dal
     Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali per l’offerta del vaccino
     contro l’influenza pandemica e di quello contro l’influenza stagionale dovrebbero
     sottoporsi prontamente a queste vaccinazioni, appena disponibili.

   • Le seguenti raccomandazioni di prevenzione del contagio:
     - si riferiscono al periodo di potenziale contagiosità del paziente, quindi sino a 7-10
       giorni dopo la comparsa dei sintomi o sino alla risoluzione della febbre e dei sintomi
       respiratori (qualora ciò si verifichi successivamente):
     - devono essere osservate con particolare attenzione nei confronti dei soggetti ad
       aumentato rischio di complicanze dell’influenza (sopra menzionati), specie se non
       sottoposti a vaccinazione

Le persone affette dalla nuova influenza A(H1N1) che vengano gestite a casa dovrebbero:

    rimanere distanti almeno 1,5 metri circa dagli altri conviventi
    osservare le norme di igiene respiratoria: coprire naso e bocca con un
    fazzoletto monouso quando si tossisce o starnutisce; gettare subito dopo il
    fazzoletto in contenitore per rifiuti;
                                lavare frequentemente le mani, specie dopo aver
                                starnutito o tossito. Il lavaggio è preferibile che avvenga con acqua
                                (possibilmente calda) e sapone (sono sufficienti i detergenti
                                comuni), strofinando le mani insaponate per circa 15-20 secondi; il
                                lavaggio dovrebbe essere seguito da asciugatura mediante salviette
                                di carta da cestinare (o getto di aria calda, il quale tuttavia è
    raramente disponibile in casa). In alternativa, tranne che in bagno e in cucina, possono
    essere utilizzati prodotti idonei per l’igiene delle mani a base di alcol (minimo 60%); in tal
    caso non va aggiunta acqua e le mani vanno strofinate fino a che non ritornino asciutte.
    se possibile, soggiornare da sole in una stanza dedicata della casa,
    tenendo chiusa la porta
    se disponibile, utilizzare un bagno dedicato solo al proprio uso
    indossare una mascherina chirurgica – se disponibile e tollerata – in
    prossimità (≤1,5 metri circa) di altri soggetti nella propria stanza ovvero
    quando sia necessario recarsi in altri ambienti della casa.

I conviventi dei pazienti dovrebbero:

    illustrare e ricordare periodicamente al paziente l'osservanza delle norme preventive
    anzidette

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lavarsi frequentemente le mani, con le modalità sopra illustrate, sempre prima di portarle al
    viso e specie dopo ogni volta che si sia venuti in contatto con la persona malata, la stanza ed
    il bagno utilizzata da questa, ed i suoi effetti personali, in particolar modo biancheria,
    fazzoletti e stoviglie.; ricordare ripetutamente ai bambini di fare altrettanto.
    per asciugarsi le mani, usare preferibilmente salviette di carta o asciugamani personali
    (possibilmente contraddistinti da colori diversi o altri segnali).
    è preferibile che un unico convivente, o il minor numero degli stessi, presti assistenza diretta
    al paziente
    chi assiste il paziente dovrebbe evitare il contatto faccia a faccia con lo
    stesso o altri contatti stretti (entro 1,5 metri circa); qualora questi siano
    necessari, sia il paziente che colui che lo assiste dovrebbero indossare
    una mascherina chirurgica, se disponibile e tollerata (*)
                                i conviventi che appartengano alle categorie
                                sopra descritte ad aumentato rischio per complicanze dell’influenza
                                dovrebbero delegare l’assistenza del paziente ad altri conviventi e,
                                in particolare, evitare il contatto stretto (entro 1,5 metri circa) con il
                                malato. Se questo non fosse possibile, il contatto stretto dovrebbe
                                avvenire dopo aver indossato una mascherina chirurgica o,
                                possibilmente, una maschera filtrante (definita anche “filtrante
                                facciale” o “respiratore”) tipo FFP2 (*) e dopo aver fatto indossare
                                al paziente una mascherina chirurgica

    i lattanti, neonati e bambini non dovrebbero essere accuditi dai familiari o
    altri soggetti affetti da influenza
    quando è ammalato un bambino piccolo, chi lo assiste dovrebbe far porre il
    mento del bambino sulla propria spalla in modo che lo stesso non tossisca in
    faccia
    i conviventi non vaccinati contro l’influenza pandemica e che appartengano
    alle categorie a rischio sopra descritte dovrebbero discutere con il proprio
    medico l’eventuale opportunità di assumere una terapia preventiva con antivirali
    tutti i conviventi del paziente dovrebbero monitorare se stessi e i bambini per l’eventuale
    comparsa di sintomi influenzali. Se i sintomi fossero rilevanti o, comunque, qualora si
    appartenga alle categorie a rischio sopra menzionate, è necessario informare il proprio
    medico curante, anche al fine di valutare l’eventuale opportunità di terapie peculiari (vedi
    dopo “Quali farmaci assumere”?)

(*) Norme per l’utilizzo di mascherine chirurgiche e di maschere filtranti da parte di coloro
    che assistono il paziente

   •   Una maschera filtrante del tipo FFP2 correttamente indossata può trattenere piccole
       goccioline infette sospese nell’aria, che possono invece essere inalate intorno al bordo di
       una mascherina chirurgica; rispetto a questa, tuttavia, una maschera filtrante è meno
       tollerabile perché rende difficile la respirazione per un lungo periodo .
   •   Indossate una maschera filtrante tipo FFP2 soprattutto quando aiutate il paziente nei
       trattamenti che prevedano l’utilizzo di nebulizzatori o inalatori, ovvero, se appartenete
       alle categorie a rischio per complicanze per influenza sopra menzionate, quando assistete
       da vicino il paziente (< 1,5 metri circa). I trattamenti mediante nebulizzatori o inalatori,
       quando effettivamente necessari, devono essere eseguiti in una stanza separata dalle aree
       comuni della casa, garantendo, se possibile, una buona ventilazione della stessa stanza
       (tenendo frequentemente aperte le finestre).

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•   Le maschere filtranti, per essere efficaci, devono aderire perfettamente al viso; è utile
       effettuare alcune prove preliminari, anche per abituarsi alla resistenza offerta all’ingresso
       dell’aria.
   •   Le maschere filtranti non vanno indossate dai soggetti con barba, poichè in costoro non
       aderiscono adeguatamente al viso
   •   La maschera chirurgica o quella filtrante FFP2 devono essere rimosse dopo l’uso e
       immediatamente gettate in contenitore per rifiuti comuni; le mani devono essere subito
       dopo lavate con le modalità sopra indicate
   •   E’ preferibile evitare il riutilizzo di maschere monouso chirurgiche o filtranti.

Igiene degli ambienti:

        assicurare una pulizia degli ambienti adeguata e regolare
       (almeno quotidiana e sempre in presenza di sporco
       visibile), con particolare riguardo alle superfici
       maggiormente soggette a contaminazione (es. ripiani di
       scrivanie e tavoli, telefoni, tastiere e accessori di
       computers, maniglie, piani di lavoro, lavandini, giocattoli
       per bambini, ecc.). E’ sufficiente a tal fine l’impiego di
       acqua e normali detergenti. Dove lo si reputi opportuno, possono essere usati comuni
       disinfettanti ad uso domestico: varechina e altri prodotti a base di cloro, detergenti a base
       di ammonio quaternario, lisoformio, ecc. Le aree visibilmente sporche dovrebbero essere
       immediatamente pulite.

       assicurare un’adeguata ventilazione degli ambienti, tenendo aperte frequentemente le
       finestre

Lavanderia e Smaltimento dei Rifiuti

       Gettare via tessuti o altri oggetti usa e getta usati dal paziente.

       Biancheria e stoviglie utilizzati dal paziente non necessitano di
       essere lavati separatamente; tuttavia devono essere lavati
       adeguatamente prima di essere utilizzati da altri soggetti.

       Le posate possono essere lavate a mano o in lavastoviglie con acqua
       e comuni detergenti

                                Lavare la biancheria a mano o in lavatrice usando un detergente
                                comune per tali impieghi. Evitare di “abbracciare” il bucato
                                prima del lavaggio.

                                Lavarsi le mani con le modalità sopra indicate dopo aver toccato
                                gli indumenti, la biancheria, e gli oggetti utilizzati dal paziente.

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NUOVA INFLUENZA A(H1N1) - CONSIGLI UTILI PER ASSISTERE IL PAZIENTE A DOMICILIO
Riferimenti bibliografici principali

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     influenzale. Maggio 2008. Disponibile al sito web:
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