Nel Santuario del Santo: Vibonati

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Nel Santuario                       del         Santo:
Vibonati
Sant’Antonio è l’amatissimo patrono del paesino del Cilento.
Sin dal 7 gennaio ci si prepara con messe e prediche alla
giornata di festa, tra benedizioni, fuochi d’artificio e
musica. Notti di    fuoco anche a Mercato San Severino e ad
Altavilla Silentina con la due giorni di Hocus Focus

Di OLGA CHIEFFI

Vibonati si appresta a festeggiare Sant’Antonio Abate, patrono
della cittadina del Cilento, con i fuochi pirotecnici e la
tradizionale processione per le strade del borgo, in programma
giovedì 17 gennaio 2019. Il 17 Gennaio si ricorda il Santo
Abate per eccellenza: ritenuto fondatore del monachesimo
cristiano, Sant’Antonio fu il primo fra gli “abati” ed uno dei
Santi cui la cultura popolare è più legata. Originario
dell’Egitto, vagò per il deserto vivendo in parte da eremita,
di qui gli appellativi “d’Egitto”, “del Deserto” e
“l’Anacoreta”, una miriade di identificativi che conferma la
sua magna venerazione; conosciuto anche come “il Grande” per i
suoi miracoli e “del Fuoco” per il laborioso connubio che lo
lega alle fiamme. Secondo la leggenda respinse le tentazioni
demoniache e di qui assunse “il fuoco” come suo emblema. E’
dunque protettore del fuoco ma anche degli animali domestici.
La festa attira fedeli anche dai comuni limitrofi. Non a caso
in occasione della festività da Sapri comincia il “cammino di
Sant’Antonio”, una passeggiata a piedi dal centro capofila del
Golfo di Policastro fino al Santuario per assistere alla
celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Antonio De Luca.
La giornata di celebrazioni prenderà il via alle ore 7.30 con
la Santa Messa (in programma anche alle ore 8.30 e 9.30). Alle
ore 10.00 è prevista la benedizione dei bambini, degli animali
e del lardo. Alle ore 11.00 la Santa Messa presieduta da Sua
Eccellenza Mons. Antonio de Luca, mentre alle ore 12.00
prenderà il via la processione per le strade del paese
accompagnata dalla Castellana di Camerota. Alle ore 15.00 ci
sarà lo spettacolo pirotecnico diurno eseguito dalla ditte
L’Artificiosa dei Fratelli Di Candia di Sassano, dalla
“Senatore Fireworks” di Vincenzo Senatore e Figli di Cava de’
Tirreni e Pirotecnica dei Fratelli Romano di Angri           e
dell’Artificiosa dei Fratelli Di Candia di Sassano Alle ore
19.00, in Piazza Nicotera, si terrà un altro momento musicale
de’ “La Castellana”     e poi dalle ore 20.30 spazio allo
spettacolo pirotecnico notturno eseguito dalla ditta “Palmese
Fireworks” da Palma Campania, paese del Carnevale che si apre
proprio nel giorno di Sant’Antonio Abate. Ma l’intera
provincia di Salerno verrà illuminata dai falò di
Sant’Antuono, un rito molto sentito, poiché vicino alla terra,
alla natura. Cibo e falò non mancheranno a Mercato San
Severino, in piazza Imperio che ospiterà un grande falò in
onore del Santo. Si comincia alle ore 19.30 con l’accensione e
la benedizione del fuoco. Quindi, al brillo della vampa,
saranno servite pasta e fagioli e le caldarroste, il tutto
innaffiato dal corposo rosso locale, e allietato dalla musica
popolare dei Tammurriarè. Ad Altavilla Silentina, invece si
continua a festeggiare il patrono del fuoco sino al 19 gennaio
con la programmazione della quarta edizione di Hocus Focus –
“U fuoc r’ S.Antuon”, un incontro tra la tradizione e
l’innovazione, tra ciò che è stato tramandato e l’eredità di
un evento folkloristico che dura nei secoli. Hocus Focus è un
Festival che nasce dall’esigenza di tramandare l’antica
tradizione del Fuoco di Sant’Antuono, senza mai dimenticare
l’altra finalità principale: la valorizzazione del nostro
territorio”,     afferma    Antonio   Bruno,    consigliere
dell’Associazione. “L’evento vuole essere, infatti, una
vetrina di quanto c’è di bello nel nostro paese e, nel tempo
stesso, un invito a visitarlo. È, pertanto, una festa per
grandi e piccini, con lo scopo di creare e condividere un
messaggio intergenerazionale: l’incontro tra tradizione e
innovazione, la valorizzazione della memoria collettiva come
opportunità di crescita personale e sociale”. E questa
finalità trova espressione nel tema della prossima edizione:
“Ri – generazioni”, due giorni per compiere un viaggio,
attraverso la tradizione, la musica e il cibo, e mettere
insieme passato, presente e futuro.       “La rinascita e la
riscoperta di se stessi non può che partire dalle proprie
radici. Solo coi piedi ben piantati a terra – quella che ci
appartiene – possiamo far crescere i nostri personalissimi
rami. I racconti tramandatici dalle teste ormai imbiancate, le
sfide di chi è lontano e ha lasciato qui pezzi cuore, che più
che pezzi di vetro son scintille, i passi di chi adesso
comincia a muoversi per il mondo. Storie che, a guardarle
bene, ci accomunano tutti, in un unico grande ciclo, che
incessantemente si ripete”, racconta Antonio. “Hocus Focus
quest’anno si sdoppia. Il 18 e 19 gennaio ci attendono
spettacoli di fuoco, concerti e non solo. Al centro della
manifestazione resta sempre il Fuoco, tant’è vero che
l’apertura del festival sarà segnata dalla suggestiva
accensione del grande falò in piazza Umberto I, prevista
sabato 18 alle 19:30. L’offerta musicale sarà poi molto varia,
si parte sabato alle ore 21:30 con Il Muro del Canto in
concerto: una band romana capace di mixare alle sonorità
folcloristiche quelle rock, mettendo l’ascoltatore dinanzi ad
una poetica popolare ed intensa. Domenica 19 gennaio si
continua con il live di Giò Evan, attualmente uno dei
compositori indie più in voga sulla scena nazionale; la sua
musica e i suoi testi, vere e proprie poesie, si rivolgono
soprattutto ai più giovani che ne condividono senza sosta le
citazioni sui loro profili social”. Spazio anche alle attività
ricreative, con i Laboratori per bambini, a cura
dell’associazione Argonauta – Didattica e Servizi per la
Cultura, domenica 19 gennaio a partire dalla ore 17.
La  forza   del  fuoco   per
affrontare il nuovo anno
Oggi alle ore 17, si ritorna nella chiesa storica di
Sant’Antonio Abate, per la benedizione degli animali, dopo il
Solenne panegirico tenuto da Don Michele Pecoraro. Nel
pomeriggio animali festeggiati sul sagrato di San Domenico
alle ore 16,30 e in diverse chiese per chiudersi a Giovi,
nella chiesetta di campagna di S.Bartolomeo, alle ore 18,30,
accorsata da ogni razza di animali, dai cani, agli asini, ai
cavalli, alle oche, in una magica festa, che vedrà lo
spettacolo musicale delle Sound Ladies

Di Olga Chieffi

Oggi si festeggia Sant’ Antonio Abate. L’anno di riti, dopo il
Natale, nella chiesetta di Santa Rita e Sant’ Antuono, inizia
qui, alle ore 17, quando nel larghetto del vecchio municipio,
chiamato appunto Palazzo Sant’Antuono, si procederà, come
secoli fa, alla benedizione degli animali, con ogni
proprietario che porta via l’immaginetta del Santo da
affiggere davanti alla porta e un po’ di acqua santa, dopo
aver ascoltato il panegirico del Santo e la Messa solenne. Si
ritorna qui, nella chiesa storica dei salernitani, (ma diversi
saranno gli incontri, a cominciare dal sagrato di San Domenico
con Don Franco Fedullo alle 16,30, mentre alle 17
l’appuntamento è nei giardini “Mariele Ventre” per i
parrocchiani e gli animali appartenenti al Volto Santo di
Gesù, mentre alle 18,30 Messa solenne e il panegirico, sarà
pronunciato da Don Francesco Coralluzzo, mentre la chiusura
delle benedizioni, toccherà alla chiesetta di campagna, la
Parrocchia di Santa Croce, San Bartolomeo e San Nicola a Giovi
intorno alle 19,30, dopo la celebrazione accorsata da ogni
razza di animali, dai cani, agli asini, ai cavalli, alle oche,
in una allegra e caratteristica festa, simbolo
dell’accoglienza di Don Salvatore Aprile, che vedrà
l’Associazione Amicus in collaborazione con il “Sound Music
Studio dei Maestri Angelo e Biagio Russo, presentare splendide
voci delle Sound Ladies, che canteranno in memoria di di Rosa
Avossa), dopo un anno di chiusura, per omaggiare il Santo del
Fuoco, degli animali, il grande guaritore e guida spirituale
che sapeva ascoltare tutti, in cambio di un po’ di cibo per il
maialetto che lo accompagnava. Oggi è necessario riattivare il
racconto, il mito: tutti noi abbiamo bisogno dei cani, di
tutti gli animali, della loro presenza magica e affettuosa,
del senso di vitale libertà che sanno regalare, della loro
misteriosa capacità di rivelare il volto segreto e il vero
valore delle persone che li hanno allevati, amati o
maltrattati, attenti indagatori dei moti del nostro cuore,
sostenitori delle sfide che talvolta la vita ci impone,
riescono    ad   umanizzare    le   occasionali    emozioni,
allontanandoci, anche solo per un istante da “quell’aiuola
che ci fa tanto feroci”, incoraggiando il nostro umano slancio
verso l’infinito, e in questa giornata saranno accolti nelle
chiese, per essere benedetti e parlarci in questa Notte
incantata, del loro mondo fatto di nobiltà senza arroganza,
amicizia che non sia gelosa, bellezza senza vanità. il passo
della Genesi che illustra la loro creazione, poi, dal Vangelo
secondo Matteo, la parabola degli uccelli, in cui Gesù ordina
di guardare gli uccelli. Non seminano, non raccolgono, ma
hanno sempre da mangiare perché il Padre del cielo li
alimenta. “Non contate voi, forse, più di loro!” Gesù critica
il fatto che la preoccupazione per il cibo occupi tutto
l’orizzonte della vita delle persone, senza lasciare spazio a
sperimentare e gustare la gratuità della fraternità e
dell’appartenenza al Padre, come i nostri amici animali. In
tempi di grande condanna nei confronti dell’Islam l’anello tra
le due grandi religioni monoteiste sembra sia proprio nello
sguardo degli animali: secondo Maometto anche gli animali
avrebbero un’anima innalzando a comandamento religioso anche
il rispetto per essi: “Sarete compensati se trattate bene le
bestie se le nutrite e spegnete loro la sete, perché non vi è
nessuna bestia sulla terra e nell’aria che non ritorni a Dio”.
Sant’ Antonio Abate è ritratto circondato da animali domestici
e non: maiali, cinghiali, serpenti ed aquile. Le
raffigurazioni più comuni lo rappresentano insieme ad un
maiale, anticamente simbolo del demonio, con al collo una
campanella, simbolo della vita domestica degli animali ma
anche della purificazione della carne. Si ritenevano gli
animali così legati alla protezione di Sant’Antonio, che
quando qualcuno di essi si ammalava era denominato “un
santantonio”. Il nome del Santo è legato anche al cosiddetto
“fuoco di S. Antonio“. La dolorosissima e pericolosa
infiammazione virale era ed è comunemente così chiamata perché
per la guarigione si invocava Sant’Antonio Abate, che aveva
sopportato nel suo corpo le urenti piaghe da Satana, un fuoco
infernale, proprio come l’herpes zoster. Numerosi ospedali
(Ospedali del Tau) sorsero in tutta la cristianità per curare
questa terribile malattia. I corpi piagati venivano unti
proprio con il grasso di maiale, e per questo motivo venne
dato il permesso all’ordine degli Antoniani di allevare maiali
anche all’interno dei centri abitati e gli stessi animali
venivano nutriti a spese della comunità e circolavano
liberamente nel paese con al collo una campanella. C’è un
adagio che recita: “L’Epifania, tutte le feste le porta via,
ma Sant’Antonino le riavvia”. S. Antuono, infatti, segna nel
calendario popolare il principio del Carnevale, ovvero di quel
periodo rituale, circoscritto nel tempo, durante il quale si
forma una comunità metastorica a carattere provvisorio, che
vive un aspetto di ribellione alla propria condizione sociale,
riflettendo aspetti rituali arcaici, legati nel passato a
rituali agricoli di propiziazione del raccolto e di
eliminazione del male. S.Antuono è ritenuto, infatti, anche il
patrono del fuoco. Pare che egli sia disceso all’Inferno, dal
quale ha tratto un po’ di fuoco di nascosto del diavolo,
novello Prometeo, per cui, la notte del 17, in sua venerazione
si accendono grossi falò. Il materiale si va raccogliendo un
po’ dappertutto, e questa notte l’appuntamento a Salerno è al
Porticciolo di Pastena attorno ai quali si danzerà
intrecciando tarantelle e per essere fedeli all’antica
tradizione campana, con la costruzione della Vampa durante la
mattinata, fino a terminare con la sua accensione alle ore
20:00, con Sound system, musica, balli, inframmezzati da
interventi sulle lotte ambientali e sociali nella nostra
città.Una festa, che significa ogni anno, scatenare le forze
positive e, grazie all’elemento apotropaico del fuoco,
sconfiggere il male e le malattie sempre in agguato.

Intervento in navigazione al
ginocchio
di Pina Ferro

Intervento innovativo e unico in una struttura pubblica della
C a m p a n i a , quello che è stato effettuato dal Mauro Nese
nell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di
Salerno. Su due pazienti settantenne sono state collocate
delle protesi al ginocchio con un sistema di navigazione.
Applicando dei sensori su femore e tibia collegati ad un pc è
stato possibile collocare la protesi ad una gradazione
angolare di grossa precisione. Un ‘intervento effettuato a
cielo aperto ma, che non ha comportato perdita di sangue in
quanto non vi è alcuna invasione del canale femorale.
Particolare questo, che ovviamete consente una più rapida
ripresa da parte del paziente. In sala operatoria oltre al
dottore Mauro Nese erano presenti i colleghi Andrea Sinno e
Maurizio de Cicco e gli infermieri di sala operatoria Giovanni
De Chiara e Monica Mondelli. Un grosso primato per l’azienda
ospedaliera di via SanLeonardo.
Scarano:«Le battaglie per la
legalità    si   fanno   nel
rispetto delle regole»
di Pina Ferro

“Le battaglie per la legalità si fanno con la legalità ed il
rispetto delle regole e per me quattro posti di lavoro salvati
valgono ben più di venti deleghe”. Ad affermarlo è Gennaro
Scarano, delegato regionale della Uil Trasporti Campania. Il
rappresentante sindacale scende in campo a seguito di alcune
esternazioni fatte da Gugliemo Loreto, nei giorni scorsi in
merito ad una vicenda che lo ha visto protagonista. Scarano
non lancia accuse, si limita a ricostruire alcuni fatti.
«Loreto con alcune dichiarazioni fa apparire la Uiltrasporti
inefficiente o lontana dalla ricercadella legalità e del
rispetto delle regole. – precisa Scarano – Loreto, da delegato
della Uiltrasporti, è stato oggetto di un primo licenziamento
dopo i fatti noti a chi legge. Alcune operatrici durante il
servizio avevano subito punture da aghi o taglienti chiudendo
i contenitori dei rifiuti speciali che queste maestranze
devono solo “ritirare e trasportare” oppure con qualche ago
rinvenuto tra i moppini utilizzati per il lavaggio dei
pavimenti, vi fu un primo fermo spontaneo delle maestranze che
protestarono presso il Dec del Ruggi». Fu immediatamente
convocato un incontro tra le parti ed alla presenza del
responsabile della sicurezza aziendale fu chiarito
definitivamente le maestranze non dovevano assolutamente
mettere le mani nel sacco ma devono solo ritirare gli stessi e
trasportarli, la chiusura dei sacchi e compito degli ausiliari
ospedalieri. «Da quel momento si eliminarono di fatto molti
dei rischi legati alla attività lavorativa…..- spiega Scarano
– . Nonostante la prima sospensione del servizio, e contro la
volontà della scrivente, il signor Loreto riteneva tale
incontro insoddisfacente per il mancato raggiungimento di un
legittimo aumento dell’orario di lavoro decise autonomamente
di ripetere la sospensione del lavoro in quanto nonostante
l’incontro con il Dec il giorno dopo ancora i contenitori dei
rifiuti in alcuni casi si presentavano aperti». La Uil
trasporti la aveva consigliato di non ritirare i sacchi aperti
e informare il Dec «contestualmente il signor Loreto senza che
ne desse alcuna comunicazione al sottoscritto interveniva
diffondendo a mezzo tv di chiarazioni che la società riteneva
lesive per l’immagine della stessa. Il giorno successivo alla
seconda protesta spontanea la società utilizzando l’istituto
della sospensione cautelativa impediva la prestazione
lavorativa a tutti coloro che avevano preso parte alla
protesta successivamente reintegrati dopo le controdeduzioni
fornite lasciando sospeso solo il signor Loreto per la quale
l’azienda aveva già deciso il licenziamento. Successivi
incontri con la società e le pressioni fatte anche da tutti i
colleghi di Loreto la società poneva come condizione – si ne
qua non – la revoca del mandato di delegato per il signor
Loreto da sottoporre al cda per tentare di recuperare il
signor Loreto. La spinta dei lavoratori e l’azione del
sindacato concordate con Loreto che veniva informato e che
aveva due possibilità, affrontare il tribunale con il supporto
della uiltrasporti o cedere la carica di delegato ad altri si
procedeva a firmare verbale di accordo per la revoca del
licenziamento ma in tale occasione venivamo a conoscenza che
altre tre maestranze erano oggetto di licenziamento, due per
insubordinazione in quanto seppur invitati a rientrare in
produzione dichiaravano di voler seguire la stessa sorte di
Loreto ed un altro perche ometteva di informare la società di
sue assenze inviando poi certificazione mediaca. Loreto
accettava le condizioni imposte firmando di suo pugno il
verbale di accordo….». «Loreto che dopo tale accordo si
sentiva “ tradito” decideva di revocare la delega alla
uiltrasporti seguito da quasi tutti gli iscritti ad altra
organizzazione autonoma. – precisa ancora Scarano – Il secondo
licenziamento subito dal Loreto non so perché sia avvenuto
sono stato informato da altri e mi è molto dispiaciuto ma
passare come organizzazione sindacale inefficiente o
traditrice non lo accettiamo assolutamente l’azione della
scrivente è stata sin dal passaggio di cantiere orientata
all’aumento dell’orario di lavoro tanto da non firmare da
subito il verbale di accordo sottoscritto in fase di passaggio
di cantiere poiché riteneva che le società potessero e
dovessero distribuire più ore per i servizi a disposizione ,
verbale invece firmato da altre organizzazioni sindacali anche
autonome, inoltre la scrivente come ben noto a tante
maestranze ha sempre ritenuto che questi servizi messi a gara
possano essere invece essere internalizzati trasformando
queste maestranze in dipendenti ospedalieri e non più precari
appaltati la qual cosa porterebbe anche grandi risparmi alle
aziende committenti».

Colpito con calci e pugni
dinanzi al Modo Citazione a
giudizio per i 3 buttafuori
di Pina Ferro

Non esitarono a colpire con calci e pugni un giovane per farlo
desistere dall’intento di entrare nel locale. Protagonisti tre
buttafuori in servizio al “Modo” nella zona orientale di
Salerno. Per gli addetti alla sicurezza Matteo Pennasilico,
Domenico Ladalardo e Vincenzo Campanile il sostituto
procuratore Katia Cardillo ha disposto la citazione diretta a
giudizio. I tre il prossimo 16 novembre compariranno dinanzi
al giudice monocratico del tribunale di Salerno per il
processo a loro carico. I fatti risalgono alla notte del 10
febbraio del 2019. Vittima dell’aggressione fu il giovane di
Battipaglia P. G., 34 anni, il quale potrebbe costituirsi
parte civile nel procedimento. Secondo la ricostruzione dei
fatti operata dalla Procura i tre addetti alla sicurezza dopo
aver condotto il cliente fuori dal locale lo avrebbero
scaraventato a terra colpendolo ripetutamente con calci
causandogli un trauma cranico facciale, cervicale e toracico
nonchè una piccola lesione del padiglione auricolare sinistro
. La scena di violenza si consumò sotto gli occhi di decine di
persone. Qualcuno non esitò a riprendere con il cellulare
l’intera scena di violenza che nel giro di poche ore fece il
giro della rete. A seguito dell’accaduto la Procura di Salero
aprì un fascicolo a carico dei tre buttafuori i quali furono
anche sospesi dall’albo della prefettura.

Per la prima volta a Salerno
c’è il Liceo Classico Europeo
di Giovanna Naddeo

Un percorso di studi che guarda all’Europa attraverso la
contaminazione positiva di saperi differenti, nella
prospettiva di una formazione completa e di una crescita
globale.

Per la prima volta a Salerno apre i battenti il nuovo
indirizzo “Liceo Classico Europeo” presso il Convitto
Nazionale “Torquato Tasso” di Salerno. Una novità nell’offerta
formativa della città, con l’obiettivo di coniugare le
peculiarità del liceo classico, del liceo linguistico e del
liceo scientifico.

Latino e greco accorpate in un unico insegnamento, più diritto
ed economia, studio quinquennale di due lingue straniere
comunitarie, organizzazione didattica con laboratori e
lettorati di madrelingua, nonché ore di laboratorio di due
materie non linguistiche veicolate in lingua straniera.

«Una grande sfida per la nostra scuola» ha affermato il
rettore Claudio Naddeo. «Rilanciamo la scuola secondaria di
secondo grado con un’offerta innovativa che guarda al futuro.
Una formazione solida che possa proiettare i nostri giovani
nel mondo del lavoro e stimolarli a competere a livello
internazionale».

A distanza di due secoli dalla fondazione del Real Liceo
avvenuta nel 1811, il Convitto Nazionale punta tutto sulla
dimensione europea, promuovendo una maggior connessione tra
giovani ed Europa, nonché una preparazione scientifico-
matematica secondo gli standard previsti dai principali Paesi
europei. Una mission in stretta connessione con la dimensione
universitaria, in particolar modo con la vocazione
internazionalistica dell’Ateneo salernitano.

«Oggigiorno è importante approfondire lo studio di più lingue,
nel lavoro, nello studio, nella vita di tutti i giorni» ha
dichiarato Gisella Maiello, direttore del Centro Linguistico
di Ateneo. Le fanno eco Rosa Maria Grillo, direttrice del
dipartimento di studi umanistici Unisa, Annalisa Triggiano,
docente di diritto romano a UniRoma3, e Stefano Amendola,
titolare della cattedra di lingua e letteratura greca a Unisa.

«La dimensione classica è parte della nostra formazione e
occorre dialogare con le altre branche del sapere come le
lingue moderne e la matematica. Salutiamo con favore questa
nuova realtà».

Tra i presenti al tavolo, il vicesindaco di Salerno e
assessore alla pubblica istruzione Eva Avossa, e l’assessore
alla cultura, Antonia Willburger: «E’ importante aprirsi
all’Europa. Salerno si proietta in una dimensione europea,
grazie anche alla curiosità dei nostri giovani che viaggiano e
partecipano ai programmi Erasmus ».

A Renata Narducci di “Alliance Française”, nonchè ad Oscar
Caiazza e Clara Correnti in qualità di rappresentanti della
sezione locale di “Intercultura”, il compito di testimoniare
la vocazione all’ospitalità del Convitto di Salerno, nonché
l’annuncio di progetti in itinere che andranno ad arricchire
il nuovo indirizzo di studi.

Le iscrizioni sono aperte per l’anno scolastico 2021-2022. È
tempo di Europa!

Parco del Mercatello, De Luca
all’attacco: «Mi è venuto mal
di fegato»
di Erika Noschese

«Circa una settimana fa sono passato per il parco del
Mercatello e mi è venuto il male di fegato». Non usa mezzi
termini il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca
per descrivere lo stato di abbandono e degrado in cui versa il
parco del Mercatello, quello che – almeno fino a qualche anno
fa – era il polmone verde della zona orientale, uno dei più
grandi per la città capoluogo. «Ho trovato macchine
parcheggiate dentro, macchine rimosse dal carroattrezzi», ha
detto il presidente della Campania secondo cui è necessario
fare un intervento di riqualificazione totale del parco del
Mercatello perché «deve ridiventare un gioiello, una
bomboniera perché quello è stato uno dei più grandi interventi
di riqualificazione urbana che ha riammagliato grandi
quartieri popolari come Mariconda, Mercatello, quartiere
Europa e quartiere Italia. Dobbiamo riportarlo al vecchio
splendore ma sono convinto che lo faremo». Intanto, proprio
nei giorni scorsi la Regione Campania ha destinato circa 5
milioni di euro al Parco del Mercatello per permettere
all’amministrazione comunale di procedere con i lavori di
riqualificazione e restituire alla città il grande polmone
verde. De Luca ha puntato poi l’attenzione sul ripascimento
che interessa tutto il litorale salernitano, bloccato dopo il
ricorso al Tar presentato da una ditta napoletana contro la
Rcm Costruzioni dei Fratelli Rainone. I lavori, infatti, sono
bloccati fino al prossimo 5 febbraio giorno in cui è stata
fissata l’udienza. Per quanto riguarda il ripascimento, ha
spiegato De Luca, «c’è stato l’immancabile ricorso al Tar ma,
mese prima o mese dopo, arriveremo anche lì al risultato». Il
governatore ha spiegato che in pochi mesi si potrà procedere
con il ripascimento fino alla zona del Polo Nautico a Pastena
e successivamente, nel giro di un anno e mezzo, rifare la
spiaggia del lungomare cittadino fino al Santa Teresa.
«Provate ad immaginare una spiaggia di 100 metri davanti al
lungomare di Salerno, spostando la scogliera 100 metri più a
largo. Questo significa rilanciare l’economia della
balneazione, un’economia turistica nel periodo estivo – ha
detto il presidente – Noi oggi viviamo un paradosso: in una
città di mare, il picco di turisti ce l’abbiamo nel periodo
invernale, dobbiamo fare lo stesso in estate».
Parcheggio                   interrato                   al
Vestuti
di Erika Noschese

«Due piani di parcheggio interrato a servizio del quartiere».
A lanciare nuovamente la proposta è il governatore della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto ieri mattina a
Salerno nel corso dell’avvio dei lavori di riqualificazione
del mercato rionale di via Piave. Il presidente di Palazzo
Santa Lucia infatti ha ripreso un progetto – di fatto arenato
anni fa a causa del “no” della Soprintendenza – che prevedeva
la realizzazione di un parcheggio dinanzi allo stadio Vestuti,
a servizio dei residenti ma anche di tutta la comunità. Quella
dei parcheggi sembra essere, ancora oggi, una problematica di
difficile risoluzione ma, sostiene l’ex sindaco di Salerno,
«abbiamo avuto un alleggerimento dopo il completamento dei
lavori alla Cittadella giudiziaria e l’inaugurazione del
parcheggio – non vicinissimo ma neppure lontanissimo – che si
trova prima del sottopassaggio di Torrione con 200 posti auto
non tutti coperti». Per De Luca questo può essere l’inizio di
un «lavoro attento di miglioramento della qualità urbana e di
riqualificazione del quartiere, dando risposte ad alcune
criticità che si sono determinate nel corso degli anni». Per
quanto riguarda il parcheggio antistante il Vestuti, il numero
uno di Palazzo Santa Lucia ha spiegato che si tratta di un
vecchio progetto mai portato a temine, a causa di difficoltà
riscontrate con la Soprintendenza. «Io credo che sarebbe un
buon intervento, questo», con la realizzazione di circa 200
posti auto di parcheggio interrato «che darebbero grande
respiro a tutta la zona del Carmine». Per De Luca, la
riqualificazione urbana, in Italia «è diventato un calvario»,
ragion per cui «progetti anche molto belli si arenano» anche a
causa dell’incertezza della disponibilità economica e le
difficoltà che vivono le amministrazioni comunali. «Se si
riprende questo discorso la Regione è pronta a dare anche una
mano affinché si realizzi questo parcheggio interrato», ha poi
spiegato il governatore.

Un bando per i mercatali, la
Regione mette a disposizione
25mila euro
di Erika Noschese

Il nuovo anno, a Salerno, inizia all’insegna dei lavori di
riqualificazione del mercato di vi Piave-piazza Cavalieri
Vittorio Veneto. Hanno preso ufficialmente il via ieri, i
lavori per la risistemazione del nuovo mercato rionale che
hanno l’obiettivo di restituire dignità agli operatori
mercatali e mettere in sicurezza l’area. Il mercato infatti
sarà coperto; in programma anche interventi per la
sistemazione dei bagni e la messa in sicurezza degli alberi
pericolanti, «sempre nel rispetto dell’ambiente», come ha
precisato l’assessore al Commercio Dario Loffredo. Prevista la
presenza di una pattuglia fissa della polizia municipale per
garantire la totale sicurezza di tutti. Presente alla posa
della prima pietra anche il governatore della Regione
Campania, Vincenzo De Luca: «Noi qui avevamo alcune criticità.
La prima era il rapporto con i residenti, abbiamo famiglie e
persone anziane che spesso hanno vissuto spesso con grande
sofferenza la presenza del mercato perché alcuni operatori non
avevano l’attenzione giusta per la collocazione dei punti
vendita – ha precisato il Governatore – Io credo che dobbiamo,
con grande senso di umanità e rispetto, avere una posizione di
garzo e umanità nei confronti di chi vive qui e ha il diritto
di vivere in tranquillità. Molti anni fa avevamo una scelta da
fare, ovvero decidere se trasformare in un’area mercatale vera
il mercato di via Piave o delocalizzare e noi abbiamo deciso
di tenerlo qui per non creare disagio a tante famiglie.
Soprattutto una situazione di crisi economica, avere un
mercato rionale vicino era comunque un vantaggio per tante
famiglie che trovavano l’opportunità di fare la spesa in
condizioni di vantaggio. Ma è chiaro che tenerlo qui in
significa poi doverlo attrezzare come merita un’area mercatale
con i servizi igienici, con la copertura per dare la
possibilità agli operatori commerciali di lavorare anche
d’inverno in condizioni adeguate». Nei giorni scorsi,
l’amministrazione comunale ha avuto un confronto anche con i
membri del comitato di quartiere piazza San Francesco che può
avviare «un lavoro di verifica più vasto in tutta l’area del
Carmine, piazza San Francesco dove sarà necessario avere
maggiore controllo data la presenza di persone non sempre
civili», ha spiegato il governatore secondo cui bisogna
puntare ad una riqualificazione più generale di tutta la zona.
De Luca ha annunciato, inoltre, che dal 2 febbraio al 3 marzo,
sarà possibile fare domanda per ottenere il contributo
destinato ai commercianti, artigiani ed ambulanti. «Per la
prima volta, la Regione vara un bando per dare un aiuto agli
ambulanti con contributi fino a 25mila euro per interventi di
miglioramento tecnologico, forniture ai sistemi informatici e
miglioramento delle strutture di lavoro – ha detto De Luca –
Credo sia un segno di attenzione che gli operatori commerciali
aspettavano da molto tempo. Ormai siamo diventati un bancomat
universale e camperete anche voi sulle spalle della Regione,
come tutta la Campania». Soddisfatto anche il sindaco di
Salerno, Vincenzo Napoli che non perde occasione per ricordare
il lavoro svolto proprio da De Luca quando era a capo della
città da lui guidata oggi: «Enzo De Luca, nella sua opera di
riqualificazione urbanistica della città che significa non
solo aspetti generali della trasformazione urbana ma anche
momenti puntuali della progettazione urbanistica, ha voluto
che quest’iniziativa fosse portata a termine. Finalmente
arriviamo alla posa della prima pietra: sarà un mercato
assolutamente gradevole, dovrà essere gestito con attenzione e
civiltà da parte degli operatori e cittadini, sarà un luogo
festoso – ha infatti detto il primo cittadino –
Provvisoriamente il mercato è dislocato nei pressi del Vestuti
e io credo che in una città il mercato dia un carattere di
umanità, bellezza ma deve essere gestito con attenzione
particolare e credo che questa sia un’iniziativa
indispensabile per la città».

La feroce attualità di Luigi
Pirandello
Torna Leo Gullotta a Salerno al Teatro delle Arti il 18 e il
19 gennaio con “Pensaci, Giacomino!” per la regia di Fabio
Grossi

Di OLGA CHIEFFI

Fu definito dallo stesso autore, Luigi Pirandello “Lavoro
audacissimo”, “Pensaci, Giacomino!”, era il 1916, 104 anni fa.
Ma la sua forza feroce, dirompente, la conserva intatta,
ancora oggi, è l’universalità dell’arte, che non ha tempo. La
storia “scandalosa” del vecchio professore Agostino Toti, che
per far un dispetto, anzi per fottere il governo, sposa la
giovanissima figlia del bidello del liceo dove insegna, se la
prende e la porta a casa incinta del suo amato allievo
Giacomino, facendo, poi, da padre-nonno al bambino e allo
stesso tempo rintuzzando le ire ipocrite del paese
benpensante, tra familiari inviperiti, baciapile untuosi, di
fronte alla non famiglia e al rifiuto da parte del professore
delle maschere sociali, con la loro violenza perbenista, è
validissima. E’ questa la commedia che propone il cartellone
del Teatro delle Arti, firmato da Claudio Tortora, sabato alle
21 e domenica alle ore 18,30, ospite di Leo Gullotta,
protagonista di “Pensaci, Giacomino!”, di Luigi Pirandello,
per la regia di Fabio Grossi, alla testa della Compagnia Enfi
Teatro. Scenografia espressionista ideata da Angela Gallara
Goracci, lo snodarsi di un comodo atto unico in cui si
riassume e adattano i tre ponderosi atti del copione
originale,    spostano la vicenda negli anni ‘50, ovvero
all’inizio di quella trasformazione sociale che riguardava
soprattutto la donna e la famiglia. Dissidio interiore, senso
di smarrimento del singolo in ambito sociale, paradossi
esistenziali, che la mentalità dei personaggi, accolgono e
descrivono attraverso deviazioni rispetto all’ordine lineare
delle cose, che diventano emblematici della cosiddetta poetica
dell’umorismo di Luigi Pirandello e di un ribaltamento
generale di prospettive, gli ingredienti del capolavoro. La
vicenda del professore, che non può comprendere il vociferare
della “trista gente” del paese e rimane sconcertato dal
comportamento del ragazzo, rappresenta lo scacco di un uomo
non più in sintonia con la società: “Ridano, ridano pure di
lui tutti i maligni! Che risate facili! Che risate sciocche!
Perché non capiscono… Perché non si mettono al suo posto…
Avvertono soltanto il comico, anzi il grottesco, della sua
situazione, senza penetrare nel suo sentimento!… Ebbene, che
glien’importa? Egli è felice”. Perciò il professor Toti è un
personaggio     chiaramente    umoristico     e   veicola   il
fondamentale “sentimento del contrario” teorizzato da
Pirandello. Dal punto di vista dei paesani e di Giacomino egli
è solo comico e diverso; per il pubblico diventa invece
umoristico perché scorge, dietro la maschera sociale, un
sottofondo drammatico. Ma, oltre a questo, il professor Toti
porta in sé – forse senza nemmeno rendersene conto – i segni
di un mutamento. La sua generosità e il suo slancio per il
prossimo hanno già una connotazione nevrotica, che lo rendono
un    personaggio     preso     in   mezzo      tra   l’amore
disinteressato (l’agapé o caritas), la volontà di controllo
ossessivo e un insopprimibile egocentrismo. La sua personalità
è perciò come frantumata, caratterizzata da valori opposti e
complementari, pienamente novecentesca, e il trattamento che
ne fa Pirandello è ironico, “egli è filosofo”,
“filosoficamente aveva riconosciuto”, “uomo saggio e veramente
dabbene”. Nel dialogo fra il professore e Giacomino emerge la
sostanziale differenza di prospettiva nel comprendere
l’oggettiva portata della vicenda, che viene perciò scomposta
in tensioni e aspirazioni soggettive e inconciliabili. Il
finale è problematico, perché da una parte il professore
appare prodigo fino a invadere la libertà altrui e si rivela
del tutto sordo alle conseguenze delle sue affermazioni,
dall’altra Giacomino va contro il sentimento paterno e contro
ogni logica dell’utile, ma deve affrontare un dilemma
tragicomico, tanto che l’avvertimento datogli in chiusura non
può che apparire, infine, sensato. Al fianco di Leo Gullotta
il coro delle figure, tra grottesco e umorismo, comprende il
direttore del Ginnasio (Liborio Natali), Lillina, la figlia
del bidello, Federica Bern, il suo ragazzo Giacomino (Marco
Guglielmi), Valerio Santi e Rita Abela che formano la
scoppiettane coppia Cinquemani e consorte, la burbera sorella
di Giacomino, Rosaria (Valentina Gristina), le serve Rosa e
Filomena (Gaia Lo Vecchio), e ancora, Padre Landolina, il
grande Sergio Mascherpa.
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