Nel Santuario del Santo: Vibonati
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Nel Santuario del Santo: Vibonati Sant’Antonio è l’amatissimo patrono del paesino del Cilento. Sin dal 7 gennaio ci si prepara con messe e prediche alla giornata di festa, tra benedizioni, fuochi d’artificio e musica. Notti di fuoco anche a Mercato San Severino e ad Altavilla Silentina con la due giorni di Hocus Focus Di OLGA CHIEFFI Vibonati si appresta a festeggiare Sant’Antonio Abate, patrono della cittadina del Cilento, con i fuochi pirotecnici e la tradizionale processione per le strade del borgo, in programma giovedì 17 gennaio 2019. Il 17 Gennaio si ricorda il Santo Abate per eccellenza: ritenuto fondatore del monachesimo cristiano, Sant’Antonio fu il primo fra gli “abati” ed uno dei Santi cui la cultura popolare è più legata. Originario dell’Egitto, vagò per il deserto vivendo in parte da eremita, di qui gli appellativi “d’Egitto”, “del Deserto” e “l’Anacoreta”, una miriade di identificativi che conferma la sua magna venerazione; conosciuto anche come “il Grande” per i suoi miracoli e “del Fuoco” per il laborioso connubio che lo lega alle fiamme. Secondo la leggenda respinse le tentazioni demoniache e di qui assunse “il fuoco” come suo emblema. E’ dunque protettore del fuoco ma anche degli animali domestici. La festa attira fedeli anche dai comuni limitrofi. Non a caso in occasione della festività da Sapri comincia il “cammino di Sant’Antonio”, una passeggiata a piedi dal centro capofila del Golfo di Policastro fino al Santuario per assistere alla celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Antonio De Luca. La giornata di celebrazioni prenderà il via alle ore 7.30 con la Santa Messa (in programma anche alle ore 8.30 e 9.30). Alle ore 10.00 è prevista la benedizione dei bambini, degli animali e del lardo. Alle ore 11.00 la Santa Messa presieduta da Sua Eccellenza Mons. Antonio de Luca, mentre alle ore 12.00
prenderà il via la processione per le strade del paese accompagnata dalla Castellana di Camerota. Alle ore 15.00 ci sarà lo spettacolo pirotecnico diurno eseguito dalla ditte L’Artificiosa dei Fratelli Di Candia di Sassano, dalla “Senatore Fireworks” di Vincenzo Senatore e Figli di Cava de’ Tirreni e Pirotecnica dei Fratelli Romano di Angri e dell’Artificiosa dei Fratelli Di Candia di Sassano Alle ore 19.00, in Piazza Nicotera, si terrà un altro momento musicale de’ “La Castellana” e poi dalle ore 20.30 spazio allo spettacolo pirotecnico notturno eseguito dalla ditta “Palmese Fireworks” da Palma Campania, paese del Carnevale che si apre proprio nel giorno di Sant’Antonio Abate. Ma l’intera provincia di Salerno verrà illuminata dai falò di Sant’Antuono, un rito molto sentito, poiché vicino alla terra, alla natura. Cibo e falò non mancheranno a Mercato San Severino, in piazza Imperio che ospiterà un grande falò in onore del Santo. Si comincia alle ore 19.30 con l’accensione e la benedizione del fuoco. Quindi, al brillo della vampa, saranno servite pasta e fagioli e le caldarroste, il tutto innaffiato dal corposo rosso locale, e allietato dalla musica popolare dei Tammurriarè. Ad Altavilla Silentina, invece si continua a festeggiare il patrono del fuoco sino al 19 gennaio con la programmazione della quarta edizione di Hocus Focus – “U fuoc r’ S.Antuon”, un incontro tra la tradizione e l’innovazione, tra ciò che è stato tramandato e l’eredità di un evento folkloristico che dura nei secoli. Hocus Focus è un Festival che nasce dall’esigenza di tramandare l’antica tradizione del Fuoco di Sant’Antuono, senza mai dimenticare l’altra finalità principale: la valorizzazione del nostro territorio”, afferma Antonio Bruno, consigliere dell’Associazione. “L’evento vuole essere, infatti, una vetrina di quanto c’è di bello nel nostro paese e, nel tempo stesso, un invito a visitarlo. È, pertanto, una festa per grandi e piccini, con lo scopo di creare e condividere un messaggio intergenerazionale: l’incontro tra tradizione e innovazione, la valorizzazione della memoria collettiva come opportunità di crescita personale e sociale”. E questa
finalità trova espressione nel tema della prossima edizione: “Ri – generazioni”, due giorni per compiere un viaggio, attraverso la tradizione, la musica e il cibo, e mettere insieme passato, presente e futuro. “La rinascita e la riscoperta di se stessi non può che partire dalle proprie radici. Solo coi piedi ben piantati a terra – quella che ci appartiene – possiamo far crescere i nostri personalissimi rami. I racconti tramandatici dalle teste ormai imbiancate, le sfide di chi è lontano e ha lasciato qui pezzi cuore, che più che pezzi di vetro son scintille, i passi di chi adesso comincia a muoversi per il mondo. Storie che, a guardarle bene, ci accomunano tutti, in un unico grande ciclo, che incessantemente si ripete”, racconta Antonio. “Hocus Focus quest’anno si sdoppia. Il 18 e 19 gennaio ci attendono spettacoli di fuoco, concerti e non solo. Al centro della manifestazione resta sempre il Fuoco, tant’è vero che l’apertura del festival sarà segnata dalla suggestiva accensione del grande falò in piazza Umberto I, prevista sabato 18 alle 19:30. L’offerta musicale sarà poi molto varia, si parte sabato alle ore 21:30 con Il Muro del Canto in concerto: una band romana capace di mixare alle sonorità folcloristiche quelle rock, mettendo l’ascoltatore dinanzi ad una poetica popolare ed intensa. Domenica 19 gennaio si continua con il live di Giò Evan, attualmente uno dei compositori indie più in voga sulla scena nazionale; la sua musica e i suoi testi, vere e proprie poesie, si rivolgono soprattutto ai più giovani che ne condividono senza sosta le citazioni sui loro profili social”. Spazio anche alle attività ricreative, con i Laboratori per bambini, a cura dell’associazione Argonauta – Didattica e Servizi per la Cultura, domenica 19 gennaio a partire dalla ore 17.
La forza del fuoco per affrontare il nuovo anno Oggi alle ore 17, si ritorna nella chiesa storica di Sant’Antonio Abate, per la benedizione degli animali, dopo il Solenne panegirico tenuto da Don Michele Pecoraro. Nel pomeriggio animali festeggiati sul sagrato di San Domenico alle ore 16,30 e in diverse chiese per chiudersi a Giovi, nella chiesetta di campagna di S.Bartolomeo, alle ore 18,30, accorsata da ogni razza di animali, dai cani, agli asini, ai cavalli, alle oche, in una magica festa, che vedrà lo spettacolo musicale delle Sound Ladies Di Olga Chieffi Oggi si festeggia Sant’ Antonio Abate. L’anno di riti, dopo il Natale, nella chiesetta di Santa Rita e Sant’ Antuono, inizia qui, alle ore 17, quando nel larghetto del vecchio municipio, chiamato appunto Palazzo Sant’Antuono, si procederà, come secoli fa, alla benedizione degli animali, con ogni proprietario che porta via l’immaginetta del Santo da affiggere davanti alla porta e un po’ di acqua santa, dopo aver ascoltato il panegirico del Santo e la Messa solenne. Si ritorna qui, nella chiesa storica dei salernitani, (ma diversi saranno gli incontri, a cominciare dal sagrato di San Domenico con Don Franco Fedullo alle 16,30, mentre alle 17 l’appuntamento è nei giardini “Mariele Ventre” per i parrocchiani e gli animali appartenenti al Volto Santo di Gesù, mentre alle 18,30 Messa solenne e il panegirico, sarà pronunciato da Don Francesco Coralluzzo, mentre la chiusura delle benedizioni, toccherà alla chiesetta di campagna, la Parrocchia di Santa Croce, San Bartolomeo e San Nicola a Giovi intorno alle 19,30, dopo la celebrazione accorsata da ogni razza di animali, dai cani, agli asini, ai cavalli, alle oche, in una allegra e caratteristica festa, simbolo dell’accoglienza di Don Salvatore Aprile, che vedrà
l’Associazione Amicus in collaborazione con il “Sound Music Studio dei Maestri Angelo e Biagio Russo, presentare splendide voci delle Sound Ladies, che canteranno in memoria di di Rosa Avossa), dopo un anno di chiusura, per omaggiare il Santo del Fuoco, degli animali, il grande guaritore e guida spirituale che sapeva ascoltare tutti, in cambio di un po’ di cibo per il maialetto che lo accompagnava. Oggi è necessario riattivare il racconto, il mito: tutti noi abbiamo bisogno dei cani, di tutti gli animali, della loro presenza magica e affettuosa, del senso di vitale libertà che sanno regalare, della loro misteriosa capacità di rivelare il volto segreto e il vero valore delle persone che li hanno allevati, amati o maltrattati, attenti indagatori dei moti del nostro cuore, sostenitori delle sfide che talvolta la vita ci impone, riescono ad umanizzare le occasionali emozioni, allontanandoci, anche solo per un istante da “quell’aiuola che ci fa tanto feroci”, incoraggiando il nostro umano slancio verso l’infinito, e in questa giornata saranno accolti nelle chiese, per essere benedetti e parlarci in questa Notte incantata, del loro mondo fatto di nobiltà senza arroganza, amicizia che non sia gelosa, bellezza senza vanità. il passo della Genesi che illustra la loro creazione, poi, dal Vangelo secondo Matteo, la parabola degli uccelli, in cui Gesù ordina di guardare gli uccelli. Non seminano, non raccolgono, ma hanno sempre da mangiare perché il Padre del cielo li alimenta. “Non contate voi, forse, più di loro!” Gesù critica il fatto che la preoccupazione per il cibo occupi tutto l’orizzonte della vita delle persone, senza lasciare spazio a sperimentare e gustare la gratuità della fraternità e dell’appartenenza al Padre, come i nostri amici animali. In tempi di grande condanna nei confronti dell’Islam l’anello tra le due grandi religioni monoteiste sembra sia proprio nello sguardo degli animali: secondo Maometto anche gli animali avrebbero un’anima innalzando a comandamento religioso anche il rispetto per essi: “Sarete compensati se trattate bene le bestie se le nutrite e spegnete loro la sete, perché non vi è nessuna bestia sulla terra e nell’aria che non ritorni a Dio”.
Sant’ Antonio Abate è ritratto circondato da animali domestici e non: maiali, cinghiali, serpenti ed aquile. Le raffigurazioni più comuni lo rappresentano insieme ad un maiale, anticamente simbolo del demonio, con al collo una campanella, simbolo della vita domestica degli animali ma anche della purificazione della carne. Si ritenevano gli animali così legati alla protezione di Sant’Antonio, che quando qualcuno di essi si ammalava era denominato “un santantonio”. Il nome del Santo è legato anche al cosiddetto “fuoco di S. Antonio“. La dolorosissima e pericolosa infiammazione virale era ed è comunemente così chiamata perché per la guarigione si invocava Sant’Antonio Abate, che aveva sopportato nel suo corpo le urenti piaghe da Satana, un fuoco infernale, proprio come l’herpes zoster. Numerosi ospedali (Ospedali del Tau) sorsero in tutta la cristianità per curare questa terribile malattia. I corpi piagati venivano unti proprio con il grasso di maiale, e per questo motivo venne dato il permesso all’ordine degli Antoniani di allevare maiali anche all’interno dei centri abitati e gli stessi animali venivano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. C’è un adagio che recita: “L’Epifania, tutte le feste le porta via, ma Sant’Antonino le riavvia”. S. Antuono, infatti, segna nel calendario popolare il principio del Carnevale, ovvero di quel periodo rituale, circoscritto nel tempo, durante il quale si forma una comunità metastorica a carattere provvisorio, che vive un aspetto di ribellione alla propria condizione sociale, riflettendo aspetti rituali arcaici, legati nel passato a rituali agricoli di propiziazione del raccolto e di eliminazione del male. S.Antuono è ritenuto, infatti, anche il patrono del fuoco. Pare che egli sia disceso all’Inferno, dal quale ha tratto un po’ di fuoco di nascosto del diavolo, novello Prometeo, per cui, la notte del 17, in sua venerazione si accendono grossi falò. Il materiale si va raccogliendo un po’ dappertutto, e questa notte l’appuntamento a Salerno è al Porticciolo di Pastena attorno ai quali si danzerà intrecciando tarantelle e per essere fedeli all’antica
tradizione campana, con la costruzione della Vampa durante la mattinata, fino a terminare con la sua accensione alle ore 20:00, con Sound system, musica, balli, inframmezzati da interventi sulle lotte ambientali e sociali nella nostra città.Una festa, che significa ogni anno, scatenare le forze positive e, grazie all’elemento apotropaico del fuoco, sconfiggere il male e le malattie sempre in agguato. Intervento in navigazione al ginocchio di Pina Ferro Intervento innovativo e unico in una struttura pubblica della C a m p a n i a , quello che è stato effettuato dal Mauro Nese nell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Su due pazienti settantenne sono state collocate delle protesi al ginocchio con un sistema di navigazione. Applicando dei sensori su femore e tibia collegati ad un pc è stato possibile collocare la protesi ad una gradazione angolare di grossa precisione. Un ‘intervento effettuato a cielo aperto ma, che non ha comportato perdita di sangue in quanto non vi è alcuna invasione del canale femorale. Particolare questo, che ovviamete consente una più rapida ripresa da parte del paziente. In sala operatoria oltre al dottore Mauro Nese erano presenti i colleghi Andrea Sinno e Maurizio de Cicco e gli infermieri di sala operatoria Giovanni De Chiara e Monica Mondelli. Un grosso primato per l’azienda ospedaliera di via SanLeonardo.
Scarano:«Le battaglie per la legalità si fanno nel rispetto delle regole» di Pina Ferro “Le battaglie per la legalità si fanno con la legalità ed il rispetto delle regole e per me quattro posti di lavoro salvati valgono ben più di venti deleghe”. Ad affermarlo è Gennaro Scarano, delegato regionale della Uil Trasporti Campania. Il rappresentante sindacale scende in campo a seguito di alcune esternazioni fatte da Gugliemo Loreto, nei giorni scorsi in merito ad una vicenda che lo ha visto protagonista. Scarano non lancia accuse, si limita a ricostruire alcuni fatti. «Loreto con alcune dichiarazioni fa apparire la Uiltrasporti inefficiente o lontana dalla ricercadella legalità e del rispetto delle regole. – precisa Scarano – Loreto, da delegato della Uiltrasporti, è stato oggetto di un primo licenziamento dopo i fatti noti a chi legge. Alcune operatrici durante il servizio avevano subito punture da aghi o taglienti chiudendo i contenitori dei rifiuti speciali che queste maestranze devono solo “ritirare e trasportare” oppure con qualche ago rinvenuto tra i moppini utilizzati per il lavaggio dei pavimenti, vi fu un primo fermo spontaneo delle maestranze che protestarono presso il Dec del Ruggi». Fu immediatamente convocato un incontro tra le parti ed alla presenza del responsabile della sicurezza aziendale fu chiarito definitivamente le maestranze non dovevano assolutamente mettere le mani nel sacco ma devono solo ritirare gli stessi e trasportarli, la chiusura dei sacchi e compito degli ausiliari ospedalieri. «Da quel momento si eliminarono di fatto molti dei rischi legati alla attività lavorativa…..- spiega Scarano
– . Nonostante la prima sospensione del servizio, e contro la volontà della scrivente, il signor Loreto riteneva tale incontro insoddisfacente per il mancato raggiungimento di un legittimo aumento dell’orario di lavoro decise autonomamente di ripetere la sospensione del lavoro in quanto nonostante l’incontro con il Dec il giorno dopo ancora i contenitori dei rifiuti in alcuni casi si presentavano aperti». La Uil trasporti la aveva consigliato di non ritirare i sacchi aperti e informare il Dec «contestualmente il signor Loreto senza che ne desse alcuna comunicazione al sottoscritto interveniva diffondendo a mezzo tv di chiarazioni che la società riteneva lesive per l’immagine della stessa. Il giorno successivo alla seconda protesta spontanea la società utilizzando l’istituto della sospensione cautelativa impediva la prestazione lavorativa a tutti coloro che avevano preso parte alla protesta successivamente reintegrati dopo le controdeduzioni fornite lasciando sospeso solo il signor Loreto per la quale l’azienda aveva già deciso il licenziamento. Successivi incontri con la società e le pressioni fatte anche da tutti i colleghi di Loreto la società poneva come condizione – si ne qua non – la revoca del mandato di delegato per il signor Loreto da sottoporre al cda per tentare di recuperare il signor Loreto. La spinta dei lavoratori e l’azione del sindacato concordate con Loreto che veniva informato e che aveva due possibilità, affrontare il tribunale con il supporto della uiltrasporti o cedere la carica di delegato ad altri si procedeva a firmare verbale di accordo per la revoca del licenziamento ma in tale occasione venivamo a conoscenza che altre tre maestranze erano oggetto di licenziamento, due per insubordinazione in quanto seppur invitati a rientrare in produzione dichiaravano di voler seguire la stessa sorte di Loreto ed un altro perche ometteva di informare la società di sue assenze inviando poi certificazione mediaca. Loreto accettava le condizioni imposte firmando di suo pugno il verbale di accordo….». «Loreto che dopo tale accordo si sentiva “ tradito” decideva di revocare la delega alla uiltrasporti seguito da quasi tutti gli iscritti ad altra
organizzazione autonoma. – precisa ancora Scarano – Il secondo licenziamento subito dal Loreto non so perché sia avvenuto sono stato informato da altri e mi è molto dispiaciuto ma passare come organizzazione sindacale inefficiente o traditrice non lo accettiamo assolutamente l’azione della scrivente è stata sin dal passaggio di cantiere orientata all’aumento dell’orario di lavoro tanto da non firmare da subito il verbale di accordo sottoscritto in fase di passaggio di cantiere poiché riteneva che le società potessero e dovessero distribuire più ore per i servizi a disposizione , verbale invece firmato da altre organizzazioni sindacali anche autonome, inoltre la scrivente come ben noto a tante maestranze ha sempre ritenuto che questi servizi messi a gara possano essere invece essere internalizzati trasformando queste maestranze in dipendenti ospedalieri e non più precari appaltati la qual cosa porterebbe anche grandi risparmi alle aziende committenti». Colpito con calci e pugni dinanzi al Modo Citazione a giudizio per i 3 buttafuori di Pina Ferro Non esitarono a colpire con calci e pugni un giovane per farlo desistere dall’intento di entrare nel locale. Protagonisti tre buttafuori in servizio al “Modo” nella zona orientale di Salerno. Per gli addetti alla sicurezza Matteo Pennasilico, Domenico Ladalardo e Vincenzo Campanile il sostituto procuratore Katia Cardillo ha disposto la citazione diretta a giudizio. I tre il prossimo 16 novembre compariranno dinanzi
al giudice monocratico del tribunale di Salerno per il processo a loro carico. I fatti risalgono alla notte del 10 febbraio del 2019. Vittima dell’aggressione fu il giovane di Battipaglia P. G., 34 anni, il quale potrebbe costituirsi parte civile nel procedimento. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dalla Procura i tre addetti alla sicurezza dopo aver condotto il cliente fuori dal locale lo avrebbero scaraventato a terra colpendolo ripetutamente con calci causandogli un trauma cranico facciale, cervicale e toracico nonchè una piccola lesione del padiglione auricolare sinistro . La scena di violenza si consumò sotto gli occhi di decine di persone. Qualcuno non esitò a riprendere con il cellulare l’intera scena di violenza che nel giro di poche ore fece il giro della rete. A seguito dell’accaduto la Procura di Salero aprì un fascicolo a carico dei tre buttafuori i quali furono anche sospesi dall’albo della prefettura. Per la prima volta a Salerno c’è il Liceo Classico Europeo di Giovanna Naddeo Un percorso di studi che guarda all’Europa attraverso la contaminazione positiva di saperi differenti, nella prospettiva di una formazione completa e di una crescita globale. Per la prima volta a Salerno apre i battenti il nuovo indirizzo “Liceo Classico Europeo” presso il Convitto Nazionale “Torquato Tasso” di Salerno. Una novità nell’offerta formativa della città, con l’obiettivo di coniugare le peculiarità del liceo classico, del liceo linguistico e del
liceo scientifico. Latino e greco accorpate in un unico insegnamento, più diritto ed economia, studio quinquennale di due lingue straniere comunitarie, organizzazione didattica con laboratori e lettorati di madrelingua, nonché ore di laboratorio di due materie non linguistiche veicolate in lingua straniera. «Una grande sfida per la nostra scuola» ha affermato il rettore Claudio Naddeo. «Rilanciamo la scuola secondaria di secondo grado con un’offerta innovativa che guarda al futuro. Una formazione solida che possa proiettare i nostri giovani nel mondo del lavoro e stimolarli a competere a livello internazionale». A distanza di due secoli dalla fondazione del Real Liceo avvenuta nel 1811, il Convitto Nazionale punta tutto sulla dimensione europea, promuovendo una maggior connessione tra giovani ed Europa, nonché una preparazione scientifico- matematica secondo gli standard previsti dai principali Paesi europei. Una mission in stretta connessione con la dimensione universitaria, in particolar modo con la vocazione internazionalistica dell’Ateneo salernitano. «Oggigiorno è importante approfondire lo studio di più lingue, nel lavoro, nello studio, nella vita di tutti i giorni» ha dichiarato Gisella Maiello, direttore del Centro Linguistico di Ateneo. Le fanno eco Rosa Maria Grillo, direttrice del dipartimento di studi umanistici Unisa, Annalisa Triggiano, docente di diritto romano a UniRoma3, e Stefano Amendola, titolare della cattedra di lingua e letteratura greca a Unisa. «La dimensione classica è parte della nostra formazione e occorre dialogare con le altre branche del sapere come le lingue moderne e la matematica. Salutiamo con favore questa nuova realtà». Tra i presenti al tavolo, il vicesindaco di Salerno e assessore alla pubblica istruzione Eva Avossa, e l’assessore
alla cultura, Antonia Willburger: «E’ importante aprirsi all’Europa. Salerno si proietta in una dimensione europea, grazie anche alla curiosità dei nostri giovani che viaggiano e partecipano ai programmi Erasmus ». A Renata Narducci di “Alliance Française”, nonchè ad Oscar Caiazza e Clara Correnti in qualità di rappresentanti della sezione locale di “Intercultura”, il compito di testimoniare la vocazione all’ospitalità del Convitto di Salerno, nonché l’annuncio di progetti in itinere che andranno ad arricchire il nuovo indirizzo di studi. Le iscrizioni sono aperte per l’anno scolastico 2021-2022. È tempo di Europa! Parco del Mercatello, De Luca all’attacco: «Mi è venuto mal di fegato» di Erika Noschese «Circa una settimana fa sono passato per il parco del Mercatello e mi è venuto il male di fegato». Non usa mezzi termini il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca per descrivere lo stato di abbandono e degrado in cui versa il parco del Mercatello, quello che – almeno fino a qualche anno fa – era il polmone verde della zona orientale, uno dei più grandi per la città capoluogo. «Ho trovato macchine parcheggiate dentro, macchine rimosse dal carroattrezzi», ha detto il presidente della Campania secondo cui è necessario
fare un intervento di riqualificazione totale del parco del Mercatello perché «deve ridiventare un gioiello, una bomboniera perché quello è stato uno dei più grandi interventi di riqualificazione urbana che ha riammagliato grandi quartieri popolari come Mariconda, Mercatello, quartiere Europa e quartiere Italia. Dobbiamo riportarlo al vecchio splendore ma sono convinto che lo faremo». Intanto, proprio nei giorni scorsi la Regione Campania ha destinato circa 5 milioni di euro al Parco del Mercatello per permettere all’amministrazione comunale di procedere con i lavori di riqualificazione e restituire alla città il grande polmone verde. De Luca ha puntato poi l’attenzione sul ripascimento che interessa tutto il litorale salernitano, bloccato dopo il ricorso al Tar presentato da una ditta napoletana contro la Rcm Costruzioni dei Fratelli Rainone. I lavori, infatti, sono bloccati fino al prossimo 5 febbraio giorno in cui è stata fissata l’udienza. Per quanto riguarda il ripascimento, ha spiegato De Luca, «c’è stato l’immancabile ricorso al Tar ma, mese prima o mese dopo, arriveremo anche lì al risultato». Il governatore ha spiegato che in pochi mesi si potrà procedere con il ripascimento fino alla zona del Polo Nautico a Pastena e successivamente, nel giro di un anno e mezzo, rifare la spiaggia del lungomare cittadino fino al Santa Teresa. «Provate ad immaginare una spiaggia di 100 metri davanti al lungomare di Salerno, spostando la scogliera 100 metri più a largo. Questo significa rilanciare l’economia della balneazione, un’economia turistica nel periodo estivo – ha detto il presidente – Noi oggi viviamo un paradosso: in una città di mare, il picco di turisti ce l’abbiamo nel periodo invernale, dobbiamo fare lo stesso in estate».
Parcheggio interrato al Vestuti di Erika Noschese «Due piani di parcheggio interrato a servizio del quartiere». A lanciare nuovamente la proposta è il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto ieri mattina a Salerno nel corso dell’avvio dei lavori di riqualificazione del mercato rionale di via Piave. Il presidente di Palazzo Santa Lucia infatti ha ripreso un progetto – di fatto arenato anni fa a causa del “no” della Soprintendenza – che prevedeva la realizzazione di un parcheggio dinanzi allo stadio Vestuti, a servizio dei residenti ma anche di tutta la comunità. Quella dei parcheggi sembra essere, ancora oggi, una problematica di difficile risoluzione ma, sostiene l’ex sindaco di Salerno, «abbiamo avuto un alleggerimento dopo il completamento dei lavori alla Cittadella giudiziaria e l’inaugurazione del parcheggio – non vicinissimo ma neppure lontanissimo – che si trova prima del sottopassaggio di Torrione con 200 posti auto non tutti coperti». Per De Luca questo può essere l’inizio di un «lavoro attento di miglioramento della qualità urbana e di riqualificazione del quartiere, dando risposte ad alcune criticità che si sono determinate nel corso degli anni». Per quanto riguarda il parcheggio antistante il Vestuti, il numero uno di Palazzo Santa Lucia ha spiegato che si tratta di un vecchio progetto mai portato a temine, a causa di difficoltà riscontrate con la Soprintendenza. «Io credo che sarebbe un buon intervento, questo», con la realizzazione di circa 200 posti auto di parcheggio interrato «che darebbero grande respiro a tutta la zona del Carmine». Per De Luca, la riqualificazione urbana, in Italia «è diventato un calvario», ragion per cui «progetti anche molto belli si arenano» anche a causa dell’incertezza della disponibilità economica e le difficoltà che vivono le amministrazioni comunali. «Se si
riprende questo discorso la Regione è pronta a dare anche una mano affinché si realizzi questo parcheggio interrato», ha poi spiegato il governatore. Un bando per i mercatali, la Regione mette a disposizione 25mila euro di Erika Noschese Il nuovo anno, a Salerno, inizia all’insegna dei lavori di riqualificazione del mercato di vi Piave-piazza Cavalieri Vittorio Veneto. Hanno preso ufficialmente il via ieri, i lavori per la risistemazione del nuovo mercato rionale che hanno l’obiettivo di restituire dignità agli operatori mercatali e mettere in sicurezza l’area. Il mercato infatti sarà coperto; in programma anche interventi per la sistemazione dei bagni e la messa in sicurezza degli alberi pericolanti, «sempre nel rispetto dell’ambiente», come ha precisato l’assessore al Commercio Dario Loffredo. Prevista la presenza di una pattuglia fissa della polizia municipale per garantire la totale sicurezza di tutti. Presente alla posa della prima pietra anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «Noi qui avevamo alcune criticità. La prima era il rapporto con i residenti, abbiamo famiglie e persone anziane che spesso hanno vissuto spesso con grande sofferenza la presenza del mercato perché alcuni operatori non avevano l’attenzione giusta per la collocazione dei punti vendita – ha precisato il Governatore – Io credo che dobbiamo, con grande senso di umanità e rispetto, avere una posizione di garzo e umanità nei confronti di chi vive qui e ha il diritto
di vivere in tranquillità. Molti anni fa avevamo una scelta da fare, ovvero decidere se trasformare in un’area mercatale vera il mercato di via Piave o delocalizzare e noi abbiamo deciso di tenerlo qui per non creare disagio a tante famiglie. Soprattutto una situazione di crisi economica, avere un mercato rionale vicino era comunque un vantaggio per tante famiglie che trovavano l’opportunità di fare la spesa in condizioni di vantaggio. Ma è chiaro che tenerlo qui in significa poi doverlo attrezzare come merita un’area mercatale con i servizi igienici, con la copertura per dare la possibilità agli operatori commerciali di lavorare anche d’inverno in condizioni adeguate». Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha avuto un confronto anche con i membri del comitato di quartiere piazza San Francesco che può avviare «un lavoro di verifica più vasto in tutta l’area del Carmine, piazza San Francesco dove sarà necessario avere maggiore controllo data la presenza di persone non sempre civili», ha spiegato il governatore secondo cui bisogna puntare ad una riqualificazione più generale di tutta la zona. De Luca ha annunciato, inoltre, che dal 2 febbraio al 3 marzo, sarà possibile fare domanda per ottenere il contributo destinato ai commercianti, artigiani ed ambulanti. «Per la prima volta, la Regione vara un bando per dare un aiuto agli ambulanti con contributi fino a 25mila euro per interventi di miglioramento tecnologico, forniture ai sistemi informatici e miglioramento delle strutture di lavoro – ha detto De Luca – Credo sia un segno di attenzione che gli operatori commerciali aspettavano da molto tempo. Ormai siamo diventati un bancomat universale e camperete anche voi sulle spalle della Regione, come tutta la Campania». Soddisfatto anche il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli che non perde occasione per ricordare il lavoro svolto proprio da De Luca quando era a capo della città da lui guidata oggi: «Enzo De Luca, nella sua opera di riqualificazione urbanistica della città che significa non solo aspetti generali della trasformazione urbana ma anche momenti puntuali della progettazione urbanistica, ha voluto che quest’iniziativa fosse portata a termine. Finalmente
arriviamo alla posa della prima pietra: sarà un mercato assolutamente gradevole, dovrà essere gestito con attenzione e civiltà da parte degli operatori e cittadini, sarà un luogo festoso – ha infatti detto il primo cittadino – Provvisoriamente il mercato è dislocato nei pressi del Vestuti e io credo che in una città il mercato dia un carattere di umanità, bellezza ma deve essere gestito con attenzione particolare e credo che questa sia un’iniziativa indispensabile per la città». La feroce attualità di Luigi Pirandello Torna Leo Gullotta a Salerno al Teatro delle Arti il 18 e il 19 gennaio con “Pensaci, Giacomino!” per la regia di Fabio Grossi Di OLGA CHIEFFI Fu definito dallo stesso autore, Luigi Pirandello “Lavoro audacissimo”, “Pensaci, Giacomino!”, era il 1916, 104 anni fa. Ma la sua forza feroce, dirompente, la conserva intatta, ancora oggi, è l’universalità dell’arte, che non ha tempo. La storia “scandalosa” del vecchio professore Agostino Toti, che per far un dispetto, anzi per fottere il governo, sposa la giovanissima figlia del bidello del liceo dove insegna, se la prende e la porta a casa incinta del suo amato allievo Giacomino, facendo, poi, da padre-nonno al bambino e allo stesso tempo rintuzzando le ire ipocrite del paese benpensante, tra familiari inviperiti, baciapile untuosi, di fronte alla non famiglia e al rifiuto da parte del professore delle maschere sociali, con la loro violenza perbenista, è
validissima. E’ questa la commedia che propone il cartellone del Teatro delle Arti, firmato da Claudio Tortora, sabato alle 21 e domenica alle ore 18,30, ospite di Leo Gullotta, protagonista di “Pensaci, Giacomino!”, di Luigi Pirandello, per la regia di Fabio Grossi, alla testa della Compagnia Enfi Teatro. Scenografia espressionista ideata da Angela Gallara Goracci, lo snodarsi di un comodo atto unico in cui si riassume e adattano i tre ponderosi atti del copione originale, spostano la vicenda negli anni ‘50, ovvero all’inizio di quella trasformazione sociale che riguardava soprattutto la donna e la famiglia. Dissidio interiore, senso di smarrimento del singolo in ambito sociale, paradossi esistenziali, che la mentalità dei personaggi, accolgono e descrivono attraverso deviazioni rispetto all’ordine lineare delle cose, che diventano emblematici della cosiddetta poetica dell’umorismo di Luigi Pirandello e di un ribaltamento generale di prospettive, gli ingredienti del capolavoro. La vicenda del professore, che non può comprendere il vociferare della “trista gente” del paese e rimane sconcertato dal comportamento del ragazzo, rappresenta lo scacco di un uomo non più in sintonia con la società: “Ridano, ridano pure di lui tutti i maligni! Che risate facili! Che risate sciocche! Perché non capiscono… Perché non si mettono al suo posto… Avvertono soltanto il comico, anzi il grottesco, della sua situazione, senza penetrare nel suo sentimento!… Ebbene, che glien’importa? Egli è felice”. Perciò il professor Toti è un personaggio chiaramente umoristico e veicola il fondamentale “sentimento del contrario” teorizzato da Pirandello. Dal punto di vista dei paesani e di Giacomino egli è solo comico e diverso; per il pubblico diventa invece umoristico perché scorge, dietro la maschera sociale, un sottofondo drammatico. Ma, oltre a questo, il professor Toti porta in sé – forse senza nemmeno rendersene conto – i segni di un mutamento. La sua generosità e il suo slancio per il prossimo hanno già una connotazione nevrotica, che lo rendono un personaggio preso in mezzo tra l’amore disinteressato (l’agapé o caritas), la volontà di controllo
ossessivo e un insopprimibile egocentrismo. La sua personalità è perciò come frantumata, caratterizzata da valori opposti e complementari, pienamente novecentesca, e il trattamento che ne fa Pirandello è ironico, “egli è filosofo”, “filosoficamente aveva riconosciuto”, “uomo saggio e veramente dabbene”. Nel dialogo fra il professore e Giacomino emerge la sostanziale differenza di prospettiva nel comprendere l’oggettiva portata della vicenda, che viene perciò scomposta in tensioni e aspirazioni soggettive e inconciliabili. Il finale è problematico, perché da una parte il professore appare prodigo fino a invadere la libertà altrui e si rivela del tutto sordo alle conseguenze delle sue affermazioni, dall’altra Giacomino va contro il sentimento paterno e contro ogni logica dell’utile, ma deve affrontare un dilemma tragicomico, tanto che l’avvertimento datogli in chiusura non può che apparire, infine, sensato. Al fianco di Leo Gullotta il coro delle figure, tra grottesco e umorismo, comprende il direttore del Ginnasio (Liborio Natali), Lillina, la figlia del bidello, Federica Bern, il suo ragazzo Giacomino (Marco Guglielmi), Valerio Santi e Rita Abela che formano la scoppiettane coppia Cinquemani e consorte, la burbera sorella di Giacomino, Rosaria (Valentina Gristina), le serve Rosa e Filomena (Gaia Lo Vecchio), e ancora, Padre Landolina, il grande Sergio Mascherpa.
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