POSTE REPLICA. LA UILPOSTE ANCORA CONTRO

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POSTE REPLICA. LA UILPOSTE ANCORA CONTRO
Anno XVI° N° 5
                                 del 27 Luglio 2013

POSTE REPLICA. LA UILPOSTE ANCORA CONTRO
                                             Anche se la magistratura ha allungato i termini per emettere la sua
                                             sentenza, relativamente alle problematiche sollevate da due
                                             iscritti alla UIL-POSTE, in merito all’obbligo di osservanza
                                             d3ll’accordo del 28/02/2013 non sottoscritto dai propri
                                             rappresentanti, si evidenzia sempre più un risultato politico
                                             innovativo, che si manifesta attraverso un sistema insofferente
                                             alla percezione di trovarsi in un momento storico decisivo e
                                             reagisce con rinnovata aggressività nei confronti di chi ha
                                             evidenziato che “il re è nudo”.
                                             Ovvero un’Azienda che per i propri interessi e le sue convenienze
                                             ha scelto la comodità di un appiattimento culturale ed un
                                             confronto costruito scegliendo un solo interlocutore e che ha
                                             prodotto una memoria difensiva che da sola ha squalificato dodici
                                             anni di scelte orientate al dialogo e imperniate sul consolidamento
                                             di un progetto mirante allo sviluppo
                                             La messa in discussione di un modello relazionale, ormai
                                             centenario, che la UIL-POSTE sta mandando in pensione,
                                             destabilizza quanti hanno fatto delle consuetudini le loro certezze.
                                             Essere stati gli unici ad aprire, comunque vadano le decisioni
                                             giudiziarie, una discussione sugli accordi confederali del 28
giugno 2011, fa della UIL-POSTE un’apripista nel mondo postale, costringendo l’Azienda ad un nuovo
prototipo di relazioni industriali.
Non è un caso infatti che la UIL-POSTE abbia sollevato un’analoga richiesta di validazione nelle successive
intese, nel solco di quanto già tracciato.
Le contraddizioni però non cessano di esplodere, così mentre si tagliano oltre seimila posti di lavoro,
qualcuno sta immaginando di assumere con contratti interinali, i dipendenti delle aziende che lavorano in
appalto, facendo così di loro nuovi precari, dimenticando che anni fa, in condizioni socio-economiche
diverse, avevano rigettato la proposta della UIL-POSTE di internalizzare il personale di queste agenzie.
Giugno è passato e qualche effetto collaterale benefico, prodotto dall’azione giudiziaria messa in campo
dalla UIL-POSTE comunque si nota, infatti a tutt’oggi, nonostante quanto sottoscritto nell’accordo del 28
Febbraio, nessuna intesa ancora è stata sottoscritta dal penta-sindacato, né in merito al ventilato aumento
della flessibilità operativa, né tantomeno all’incauto progetto di seppellire la titolarità di zona.
                                                                                                   Continua a Pag 2
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                                                     Non si è ancora chiuso un contenzioso che nuovi scenari conflittuali
                                                     si aprono anche nel settore di Mercato Privati, in quanto l’Azienda
                                                     Poste continua a perpetrare solo la logica asfittica del conseguimento
                                                     dell’utile immediato, senza che vengano valutate le prospettive e le
                                                     possibili ricadute future
                                                     Mentre porta sempre più la sua aggressione nei confronti di chi vuole
                                                     dimostrare l’errata impostazione di scelte che sono strategicamente
                                                     negative per l’azienda e per i lavoratori che la compongono, si bea
                                                     nella logica degli innumerevoli panegirici che ultimamente affollano
                                                     le pagine dei giornali, come coloro che per vendere il proprio
                                                     prodotto hanno bisogno di un’ampia pubblicità.
                                                     Il nuovo progetto proposto nel settore di Mercato Privati punta alla
                                                     costituzione di sportelli dedicati presso gli uffici di rilevante entità,
                                                     con la conseguente spoliazione di alcune attività negli uffici minori.
                                                     Tale processo rischia di produrre un duplice effetto: da un lato
   l’emarginazione delle cosiddette operazioni transazionali, che costituiscono, per lo più, il numero più cospicuo di
   attività ancora in vigore negli uffici postali; dall’altro un depauperamento delle attività presso gli uffici minori.
   Le conseguenze di tali iniziative sono abbastanza evidenti. Negli uffici di rilevante entità la ghettizzazione di
   servizi a scarso valore aggiunto, rischia di provocare un esodo della clientela verso altre aziende più agili e
   rispondenti ai bisogni di funzionalità e celerità, provocando un danno indiretto anche al settore vendite prodotti
   che non potrà più contare su un ampio numero di avventori.
   Di contro l’ostracismo di particolari attività negli uffici minori, oltre a rendere più complesso il conseguimento di
   obiettivi commerciali, ne impoverisce il mercato, condannando l’azienda ad una lenta ed inarrestabile agonia che
   ben si sposa con l’evidente progetto aziendale di contrarre la propria presenza sul territorio, da un po’ di tempo
   caparbiamente perseguito con ogni strumento, facendo leva soprattutto sui grandi numeri, dimenticando che da
   sempre la sua forza, la sua peculiarità è rappresentata dalla capillare presenza nel Paese e tra la piccola clientela.
   Inoltre si paventa anche un danno ai lavoratori che operano negli uffici minori che saranno ghettizzati in una
   fascia detta “basic”, saranno gli unici soggetti a distacchi e col rischio di essere penalizzati nei percorsi di carriera,
   generando, per la prima volta nella nostra storia, una pericolosa discriminazione.
   La UIL-POSTE si pone ancora una volta al centro, come elemento capace di stimolo alla riflessione delle
   possibili condizioni alternative e delle probabili concretizzazioni di scenari per nulla propositivi.
   In un momento in cui il settore postale è in evidente crisi di mezzi e di proposte, mettere in opera un piano di
   riordino legato a progetti altamente speculativi, rappresenterebbe un rischio troppo grande per poterlo affrontare
   con la stessa superficialità con cui si sta trattando il problema del settore postale.
   Solo la caparbietà di evitare barriere preconcette e ridando fiato ad un dialogo aperto verso le proposte della UIL-
   POSTE, può allontanare il rischio d’infilarci in un “cul de sac”.
                                                                                                            Melito Giuseppe

      STRALCIO DEL VERBALE DEL 10 LUGLIO 2013
Progetto Semplificazione Rete
L’Azienda, nel riconoscere (sic!) il contributo fino ad oggi fornito dal personale operante nel front end ai risultati conseguiti
e con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente lo sviluppo del proprio mercato di riferimento, ha illustrato il progetto
sperimentale volto a semplificare (limitare ndr) l’attività degli UP attraverso l’adozione di un modello operativo che
consenta agli uffici postali di aumentare ( ridurre? ndr) la capacità di attrarre i clienti, migliorando, oltre al livello di
servizio, l’efficienza e la qualità dell’accoglienza.
Tale progetto prevede una differenziazione (discriminazione ndr) del modello articolato su diversi livelli di presidio e una
semplificazione (riduzione ndr) della gamma di offerta; lo stesso si propone anche di identificare percorsi di sviluppo
definiti (differenziati ndr) verso ruoli specialistici e gestionali, attraverso un progressivo accrescimento delle competenze e
delle professionalità anche supportato da adeguati percorsi formativi.
Pertanto l’Azienda procederà all’implementazione delle attività infrastrutturali necessarie per l’avvio di una fase di
sperimentazione, quali la predisposizione dei layout e l’aggiornamento del sistema di gestione attese.
Inoltre, l’Azienda pianificherà le attività di gestione dei distacchi del personale, privilegiando (disparità di trattamento ndr)
le eventuali disponibilità anche sulla base dei criteri esposti nell’allegato 1.
A livello territoriale si procederà entro il mese di settembre ad incontri dedicati sia all’esame del progetto sperimentale e
dello stato di avanzamento delle attività sopra descritte, sia alla verifica delle previste attività formative.
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MOBILITA’: UN PASSO AVANTI

                                       Il 22 Maggio è stata sottoscritta l’intesa
                                       triennale per la mobilità in ambito nazionale.
                                       La UIL-POSTE ha fatto presente le difficoltà che
                                       hanno   caratterizzato    il    triennio    trascorso
                                       sottolineando      da un lato come sia stato
                                       illusorio   il    proposito   messo    in    campo   e
                                       dall’altro come alcune decisioni siano state
                                       eccessivamente penalizzanti per i partecipanti.
                                       Il primo punto è stato in parte affrontato con
                                       l’aggregazione    di   alcune    attività    che   nel
                                       verbale precedente costituivano comparti stagni;
                                       il secondo è stato affrontato eliminando il veto
                                       alla partecipazione per malattie superiori a 20
                                       giorni e riducendo le penalità dovute alle
                                       assenze   per     malattia,    tenendo     anche    in
                                       considerazione gli eventuali ricoveri.
                                       Il 18 giugno in sede regionale è stato poi
                                       sottoscritto l’accordo che prevede la mobilità
                                       in     ambito      regionale      e     provinciale.
                                       Nell’occasione sono state trovate misure più
consoni al territorio, riducendo l’anzianità di servizio da 18 a 12 mesi, la permanenza
nella sede provinciale di ultima assegnazione è stata ridotta da 18 a 6 mesi ed infine
in   sede   di  eventuale  mancata   accettazione,    il   dipendente    sarà    considerato
rinunciatario, salvo documentato legittimo impedimento.
Considerata la quasi immutabilità di alcuni verbali decisi al centro, queste piccole ma
importanti modifiche valorizzano la positiva predisposizione della controparte
territoriale nonchè il rilievo che il tavolo regionale riesce a conferire alle
trattative.
Le domande in forma cartacea da inviare a mezzo fax (0965/315276) a Risorse Umane
Regionali Calabria tra il 1 ed il 15 luglio c.a. sono disponibili sulla pagina
regionale del sito www.uilpost.net
La UIL-POSTE si impegna a seguire con attenzione e senso critico quanto sarà messo in
campo dall’azienda a decorrere dal 1 settembre
                                                                   LA SEGRETERIA REGIONALE

                FONDO DI SOLIDARIETÀ:
                 RINNOVATA L’INTESA
Il 28 giugno c.a. è stato firmato l’accordo per il rinnovo del Fondo di
Solidarietà per il personale del Gruppo Poste italiane SpA.
essendo stato sospeso il contributo ordinario di finanziamento del fondo
stesso da parte di Poste italiane SpA fino al 31 dicembre 2013, il fondo
non era più attivo, ragion per cui era necessario revisionarlo ed
adeguarlo alla Legge 92/2012, cosiddetta Legge Foriero, onde
scongiurare che i nostri fondi confluissero in quelli dell’INPS, sottraendo
qualcosa ai lavoratori postali
L’accordo sul nuovo fondo registra delle novità:
    1.   la durata passa da 10 A 12 anni di validità;
    2.   l’effetto del Fondo si estende anche ai lavoratori di tutto il Gruppo Poste.
Permangono invariati i due comparti relativi alla formazione e
riqualificazione del personale e quello per la solidarietà per il sostegno
del reddito e dell’occupazione.
Quest’ultimo per essere attivato deve trovare una specifica intesa tra le
parti (art.7, comma 2), in caso di eccedenze ed esuberi che si dovessero
verificare in qualsiasi azienda del Gruppo Poste.
Invariata resta anche la tempistica, infatti è applicabile ai lavoratori eccedentari per un massimo di 60 mesi
Infine è stato stipulato un accordo a latere che impegna le parti ad intervenire qualora si registrino modifiche
legislative che mutino le attuali condizioni
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RIORGANIZZAZIONE O RIAPPROPRIAZIONE ?
                                          All’ordine del giorno continuano ad esserci i servizi postali con i vari
                                          monitoraggi, da quello concluso nella realtà Reggina a quelli in atto preso
                                          le province di Vibo e Crotone.
                                          Se da un lato il management regionale si sforza di smussare le asperità
                                          che il progetto fa emergere in tutta la sua crudeltà, dall’altro spesso non
                                          viene coadiuvato dai suoi terminali sul territorio che talora sfruttano
                                          queste opportunità per fare mercimonio delle difficoltà altrui, con
                                          atteggiamenti che invece di essere propedeutici ad una pace sociale, ne
                                          stimolano tutti gli eccessi, facendo pesare sui propri superiori tutte le
                                          proprie deficienze organizzative e la loro faziosità.
                                          Anche il penta-sindacato talora mostra le proprie contraddizioni
                                          sfoderando motivi di contrapposizione dopo aver avallato le scelte a ogni
                                          livello, essendo ancora convinti che siano stati introdotti elementi di
                                          novità tali da poter giustificare una speranza di crescita.
                                          Le difficoltà che ora emergono sono certamente figlie non solo di
                                          quest’assurda intesa, ma hanno radici più profonde che, non sanate,
                                          aggravano la sperequazione degli apporti produttivi tra i lavoratori, lo
                                          stato di inefficacia delle norme, l’inefficienza delle strutture e dei mezzi
                                          senza tralasciare l’incidenza, spesso nociva, di alcuni modi di interfacciarsi
                                          col personale.
                                          I primi dati lasciano intravedere scarse possibilità di riallocazioni di
                                          personale presso altre attività, anche questo concetto era un punto di
forza di un accordo che in Calabria mostra i limiti della sua applicabilità.
Il coniglio uscito dal cilindro, ovvero la realizzazione di nove nuovi call center, tra cui uno a Lamezia, rappresenta
solo il pannicello caldo che nasconderà, chissà fino a quando, le velleità dell’accordo del 28 febbraio u.s.
Continueremo a seguire le vicende che investiranno questo settore, evitando che qualcuno dei penta promotori
possa trovare gli spazi per azioni promozionali o ergersi a paladino di una non ben identificata giustizia.
La Segreteria Regionale

TORNA L’ESTATE TORNANANO LE CHIUSURE DEGLI UU.PP.
Ad ogni approssimarsi della stagione estiva, come in un liet motiv
l’Azienda Poste, sensibile alle necessità di riposo psico-fisico dei
lavoratori, ritiene opportuno sacrificare il proprio budget finanziario
pur di permettere il sacro godimento delle ferie estive, così con la
solita generosità e il disinteresse che la contraddistingue, informa
le OO.SS. che anche per quest’anno un certo numero di uffici
resterà chiuso qualora si tratti di un monoturno, o avrà un orario
ridotto, qualora si tratti di un ufficio a doppio turno.
Ovviamente la gratitudine non appartiene a questo mondo, per cui
OO.SS. e lavoratori scendono subito sul piede di guerra, mettendo
da parte le proprie esigenze per farsi paladini delle necessità dei
cittadini, ma l’azienda Poste rispondendo più ad impulsi di umanità
che di socialità, resiste ed opera le previste chiusure.
A questo punto accade che le buone intenzioni aziendali vengono
tradite dalla quotidianità, per cui la chiusura di tanti uffici nello
stesso ambito territoriale determina l’affollamento presso quei
pochi rimasti aperti, con grave disagio dei cittadini e con un
oneroso sovraccarico di lavoro e di stress per quegli sfortunati che
si trovano ad affrontare la folla inferocita, che, ingrata anche lei,
non apprezza la razionalizzazione e gli sforzi aziendali, né si compenetra nel fatto che d’estate calano i
volumi di traffico e le presenze, persino nelle zone di acclarato turismo, e si ostina a pretendere un
servizio normale, come se chi sta dall’altra parte dello sportello non avesse diritto al riposo estivo.
Scorrono così le giornate estive tra improperi a ruota libera e proteste formali attraverso gli organi di
comunicazione e quelli politici, ma nulla può fermare la determinazione di chi sa di operare per il bene
(proprio!), portando così a casa qualche risparmio che concorrerà ad elevare la quotazione di un’azienda
che vola sempre più ai vertici delle stime internazionali, anche se tra la gente che aspetta una
corrispondenza o che deve effettuare un operazione di sportello non gode della stessa considerazione.
Forse sarebbe il caso si essere meno …. Generosa!!!
                                                                                                   Lo Strillone
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PART-TIME TRA OPPORTUNITA’ E RICATTI
In data 17 giugno u.s., accogliendo la richiesta di un sedicente comitato lavoratori part-time, la UIL-POSTE,
unitamente alla UGL ed alla CONFSAL, ha tenuto presso i locali del Contact Center di Reggio Calabria,
un’assemblea, nella quale sono emerse le forti preoccupazioni di questo personale a metà che si è posto e ci ha posto
l’interrogativo per eccellenza, ovvero quando potrà cessare l’attuale stato di cose che li rende lavoratori di serie B,
incapaci di programmare il loro avvenire e la loro stabilità familiare, impotenti ad offrire un respiro di solidarietà
ai propri genitori che hanno sacrificato sull’altare dell’occupazione anche la loro vita.
Se poi scaviamo in questo mondo fatto di lavoratori a metà, possiamo osservare come la loro condizione sia
favorevole ad una serie di ricatti ignobili da parte di chi non soffre di tali condizioni e, o lusinga con miraggi
improbabili fatti di crescita professionale o li obbliga ad attività non previste come i DUP monoperatori, con
                                                                  improbabili minacce allo sviluppo della loro
                                                                  attività.
                                                                  A seguito dell’evento sopra descritto la UIL-
                                                                  POSTE unitamente agli altri sindacati ha inteso
                                                                  sensibilizzare le Segreterie Nazionali con un
                                                                  documento nel quale fa emergere la loro condizione
                                                                  di diversi, ovvero di dipendenti dimezzati e privati
                                                                  di     quelle    opportunità      che    consentono
                                                                  all’uomo/lavoratore di dispiegare per intero il
                                                                  proprio potenziale professionale, in quanto costretti
                                                                  in un ambito che non lascia spazio alla speranza ed
                                                                  alla fiducia in un futuro diverso, congelati nella
                                                                  condizione di “color che son sospesi”, frustrati
                                                                  nell’attesa di un qualcosa che non sanno se e
                                                                  quando avverrà,
                                                                  In questo modo l’azienda Poste sta bruciando la sua
                                                                  primavera, rischiando di spegnere l’entusiasmo, la
                                                                  passione , la volontà, l’impegno, la vitalità , la
                                                                  voglia di conoscenza di quei ragazzi che hanno
                                                                  visto coronare a metà il loro obiettivo di una
                                                                  occupazione sicura, ma pagata a caro prezzo dai
propri genitori, ma più in generale da tutto il nucleo familiare.
Dietro l’impegno quotidiano e l’apparente cosciente serenità di questi ragazzi, spesso si nasconde l’amarezza e la
mortificazione di una precarietà fatta di un gesto incompiuto, di chi è ad un passo dal traguardo ma non po’
raggiungerlo e come il mitico Sisifo deve ricominciare a spingere il suo masso nuovamente verso la vetta.
Questa scelta aziendale priva il suo gesto di un senso etico, elevandolo a vera e propria responsabilità sociale
d’impresa, lasciando così solo il significato di una misera speculazione utilitaristica.
In virtù di queste condizioni anche sul territorio si è aperta una discussione che possa offrire una dignitosa
condizione economica a questi lavoratori attraverso uno spiraglio di cauto ottimismo. Cauto perché una soluzione è
stata già trovata in Sicilia ma con tanti risvolti negativi per cui la UIL-POSTE è stata costretta a non
sottoscrivere l’intesa.
Infatti nell’accordo tra le parti, a fronte di un recupero di 150 unità, il cui contratto viene trasformato da part-
time a full-time, l’azienda ha chiesto:
               di elevare la quota percentuale di part-time dal 10% al 13%, quindi aumentando ancor più i
                   precari del tempo parziale;
               di effettuare mobilità anche in Filiali diverse per il personale il cui contratto è stato modificato.
Un’altra riflessione si è innestata su tale fenomeno, ovvero questo evento avrebbe bloccato la mobilità di quanti
vorrebbero tornare alla propria terra, dopo anni di lontananza dalla propria regione; inoltre all’orizzonte si
profilerebbe un imminente ingresso di oltre cento riammissioni che potrebbe mettere in ginocchio l’intera regione.
La UIL-POSTE auspica che le modalità di tale intesa non vengano esportate anche in Calabria e che si possa
conseguire un risultato che sia quanto meno penalizzante possibile sia nell’interesse dei lavoratori part-time, sia di
quanti aspirano a rientrare in Calabria.
         La Segreteria Regionale
POSTE REPLICA. LA UILPOSTE ANCORA CONTRO
PREMIO DI RISULTATO: UN RISULTATO CHE NON PREMIA

Anche quest’anno l’acquisizione del Premio di
Risultato è passata per le forche caudine di
un EBIT sbagliato e di una superficialità
aziendale, piegandosi, ancora una volta, alle
interpretazioni piuttosto che alla reale
distribuzione dell’utile prodotto.
Già un anno fa l’azienda aveva provato a
sottrarre ai suoi dipendenti quanto essi
avevano prodotto nell’arco dell’anno,
indicando solo gli obiettivi di un pezzo
d’azienda, anziché della sua totalità.
Nonostante fosse stata sottoscritta la
necessità di step di controllo, questi sono
stati bellamente bypassati, salvo a
comunicare, a pochi giorni dal pagamento,
una perdita media pro-capite di circa 370 €.

Per un giorno le OO.SS. hanno saputo far a
meno delle diatribe e delle diversità che in
questo        periodo     attraversano     per
compattarsi sulla necessità di conferire ai
lavoratori, che hanno determinato l’utile, un
equo risarcimento.
Per questo motivo nel mese di luglio i
lavoratori postali percepiranno quella
differenza economica che l’adozione dell’EBIT
di Gruppo per l’anno corrente ha prodotto, e
che sarà conguagliata il prossimo anno,
ammortizzando parte della perdita causata
dalla solita inefficienza che l’azienda mostra
quando si tratta di onorare i diritti dei
lavoratori.
La tabella sotto riporta gli importi per
attività e livello .
LA SEGRETERIA REGIONALE
C.T.D. : IL SOTTOBOSCO DELLA PREVARICAZIONE

                                              Un lavoro a tempo determinato è sempre un lavoro
                                              precario e chi lo sceglie è in genere chi si vuole
                                              avvicinare al mondo del lavoro, chi ha difficoltà ad
                                              inserirsi stabilmente nelle attività produttive o chi sa
                                              che non può aspirare ad altro.
                                              Comunque è quasi sempre una scelta obbligata, di
                                              ripiego indice di una difficoltà oggettiva che la società
                                              pone all'individuo.
                                              Se poi in questa cornice, di per se stessa povera,
                                              qualcuno pensa di rendere l'accesso al lavoro un
                                              percorso ad ostacoli, o farne un elemento di
                                              discriminazione, come se nella società non ve ne
                                              fossero a sufficienza, bollare di cinismo e razzismo chi
                                              crea questi ostacoli è l'epiteto più gentile che si possa
                                              trovare.
                                              Anche in Poste Italiane dai tempi dei sostituti
portalettere sono esistiti i lavoratori a tempo determinato, sia per motivi logistici, sia temporali,
sia talvolta per cause strutturali.
Ultimamente col progetto 8/20 l’azienda Poste aveva previsto di eliminare questa funzione per
creare una struttura che, articolata con orari diversi avrebbe offerto quelle risorse che potessero
permettere da sole di reggere l’attività di recapito senza l’ausilio di supporti esterni. Ebbene non
solo non ha fatto quanto si proponeva ma ha reso più complesso l’accesso del personale
straordinario.
Per anni questa attività ha visto avvicendarsi migliaia di persone in cerca di una boccata
d'ossigeno che gli consentisse una sopravvivenza, gli desse una formazione per aspirare a
qualcosa di più, o affidasse all'ultima spiaggia il proprio destino anche alle soglie di un'età difficile.
La sorte ha concesso a molti di segnare la propria vita e il proprio futuro cogliendo questa
opportunità, specialmente nell'ultimo decennio.
Ora qualcosa è cambiato.
Quella che prima era un difficile accesso, ma pur sempre un’opportunità, ora si e' trasformato in
una gara al rialzo.
Vada che per fare il portalettere occorra un diploma (l’istruzione non è mai un difetto), ma a quale
scopo pretendere un voto superiore a 70/100, eliminando i più deboli, se non hanno l'onere di
cimentarsi in critiche letterarie, traduzioni da lingue oscure o decrittazioni di algoritmi?
Eppure tutto ciò non e' stato sufficiente a soddisfare la brama di selezione.
Così, in barba alla legge Fornero, l'Azienda Poste pretende un'età non superiore ai 23 anni, come
se un trentenne fosse da rottamare (logica comunque coerente con la rottamazione, all’età di
cinquant’anni, dei dipendenti a tempo pieno)
Infine a rendere il tutto più apprezzabile (!), si emarginano, dalla possibilità di lavorare, i figli o
parenti dei dipendenti, con un atto di razzismo inspiegabile, degno del Ku Klux Klan e di denuncia
alla Commissione dei diritti umani.
Sarebbe bello avere il piacere di conoscere la cosiddetta '' intellighenzia postale '' che ha partorito
queste norme ad uso esclusivo di un'Azienda che non sa fare di meglio che generare contenziosi
nella smania di non produrne, per poterli così additare al pubblico ludibrio nella speranza (forse
vana) che un residuo di vergogna alberghi ancora nella loro anima e nella loro mente.
La Segreteria Regionale

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LA FINE DELLE LETTERE
“La fine delle lettere” detta così questa frase può sembrare la più lapalissiana delle affermazioni che
fanno capo allo scarso flusso di corrispondenza cartacea che i processi informatici e delle
comunicazioni, hanno provocato, con la messa in crisi di tutti gli apparati di distribuzione e le relative
cadute occupazionali.
Ma il problema assume un aspetto più profondo se per
“lettere” intendiamo gli studi umanistici che mentre nel
mondo si riducono di oltre il 30%, nel nostro paese
s’attestano su una perdita del 20%.
La domanda viene spontanea: quale legame esiste tra
questi due eventi? Ebbene il pensiero dominante
assegna agli ambiti tecnico-scientifici una capacità
penetrativa e realizzativa nel mondo del lavoro
maggiore di quella espressa dal mondo umanistico.
Invece appare evidente che la capacità tencico-
organizzativa e le scuole di management aziendale non
sono sufficienti, da sole, a far fronte alle difficoltà
palesate da una crisi così pervasiva come quella che
attraversiamo.
L’arida propensione alle risultanze numeriche, produce quella distorsione di cui anche i lavoratori
dell’azienda Poste, sono quotidiani testimoni.
La capacità di guardare introspettivamente, psicologicamente, sociologicamente e antropologicamente
all’uomo, l’analisi di critica storica degli eventi passati e presenti, la cognizione e le necessità
geomorfologiche degli ambiti in cui si realizza la nostra attività, fanno parte di quel patrimonio umanistico di
cui si vuole disconoscere il valore commerciale.
Occorrerebbe insegnare al management di turno che anche partendo da una laurea in storia o antropologia
culturale si può fare impresa, attraverso una formazione un po’ meno utilitaristica e un po’ più interessata ai
processi che investono la natura dell’uomo.
Perdere i rapporti con la storia e con l’uomo a favore di un sapere concreto ma che invecchia alla velocità
della luce, ripropone la necessità di un sapere globale e rischia di minare anche le fondamenta democratiche.
Non basta ricondurre tutto alla logica del profitto se non si sa interfacciarsi con chi è l’artefice di questo
profitto, ovvero l’uomo nel suo contesto ambientale, storico, sociale e psicologico.
E’ necessario prepararsi a quel “long life learning” ovvero a quella formazione continua che caratterizzerà le
professioni e gli uomini del futuro.
L’esempio più probante della forza culturale dell’umanesimo è rappresentato dall’ex Presidente della
Repubblica, Azelio Ciampi, che pur in presenza di una laurea in lettere, è stato alla guida dell’azienda più
tecnocratica qual’è la Banca d’Italia, nonché l’artefice dell’ingresso dell’Italia nella moneta unica.
Se il management postale aprisse la propria visione industriale anche alle inoppugnabili esigenze dell’uomo,
comprendendone a pieno il valore aggiunto che questi ha saputo offrire ad un’azienda sull’orlo del fallimento,
le sue scelte sarebbero più oculate e certamente meno improntate ad adeguarsi alle sirene di chi guarda
esclusivamente al proprio interesse di bottega e nel contempo paleserebbero meno ostracismo verso chi,
come la UIL-POSTE, propone indirizzi diversi e di crescita di tutta la collettività.
                                                                                                   Melito Giuseppe
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