Confronti 11-12 quaderni di restauro architettonico - artem

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quaderni di restauro architettonico

11-12

confronti
restauro e fruizione.
le terme suburbane di pompei
redazione                         direttore
paola rivazio                     Stefano Gizzi

art director                      comitato editoriale
enrica d’aguanno                  Paolo Mascilli Migliorini, Renata Picone, coordinatori
                                  Luigi Veronese, Massimo Visone
impaginazione
francesca aletto                  comitato scientifico internazionale
                                  Aldo Aveta, Giovanni Carbonara, Ugo Carughi, Francesco Cellini, Stefano
                                  Della Torre, Carla Di Francesco, Leonardo Di Mauro, Stefano Gizzi, Antoni
                                  González Moreno-Navarro, Elisabeth Kieven, Péter Klaniczay, Luigi La
                                  Rocca, Fani Mallouchou-Tufano, Fabio Mariano, Paolo Mascilli Migliorini,
                                  Dieter Mertens, Massimo Osanna, Andrea Pane, Renata Picone, Nuria Sanz,
                                  Maria Margarita Segarra Lagunes, Franco Tomaselli

                                  contatti
                                  www.arte-m.net/confronti
rivista semestrale                confronti@arte-m.net
anno V, numeri 11-12
dicembre 2017-giugno 2018
                                  i saggi contenuti in questo numero di “confronti” sono stati sottoposti
autorizzazione del tribunale      alla procedura del double-blind peer review process
di napoli n. 80 del
27 dicembre 2012                  referee numero precedente
                                  Alfredo Buccaro, Riccardo Della Negra, Leonardo Di Mauro, Rita Fiorino,
                                  Caterina Giannattasio, Bianca Gioia Marino, Marco Pretelli, Andrea Ugolini,
                                  Michele Zampilli
ISSN 2279-7920
                                  questo numero è stato realizzato con il contributo di

                                  nell’ambito del progetto di ricerca “Enanching Pompeii. Pompeii between
                                  the archeological site and the modern Town. Knowledge, restoration and
                                  enanchement of Insula Occidentalis”
arte’m                            con il sostegno di
è un marchio registrato di
prismi
                                  Le referenze fotografiche sono indicate in didascalia.
certificazione qualità            Tutte le immagini del Parco Archeologico di Pompei sono pubblicate
ISO 9001: 2015                    su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il
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stampato in italia
© copyright 2020 by               in copertina
prismi                            Pompei, Terme suburbane, apodyterium, affreschi
editrice politecnica napoli srl   (Archivio fotografico Parco Archeologico di Pompei)
tutti i diritti riservati
SOMMARIO

EDITORIALE                                                   165 Giovanna Ceniccola
                                                                 Materiali e tecniche costruttive antiche. La lettura
  5 Stefano Gizzi                                                degli elevati delle Terme suburbane
    Intervista a Elena Calandra e Massimo Osanna
                                                              171 Mariarosaria Villani
CONTRIBUTI                                                        Il Restauro architettonico per l’archeologia,
                                                                  un’esperienza sul campo: le Terme suburbane
 17 Renata Picone                                                 di Pompei
    Le Terme del suburbio occidentale di Pompei.
    Dal Restauro al miglioramento della fruizione            179 Viviana Saitto
                                                                 Sequenze di spazi. Proposta per l’accessibilità
 37 Simona Talenti                                               delle Terme suburbane
    La (s)fortuna critica internazionale delle Terme
    suburbane di Pompei                                      185 Francesca Coppolino
                                                                 Le Terme suburbane di Pompei. Un’ipotesi
 45 Luana Toniolo                                                di copertura per un patrimonio fragile
    Le Terme suburbane: anatomia di un monumento
                                                             193 Andrea Prota, Gian Piero Lignola, Giancarlo
 53 Pasquale Miano                                               Ramaglia, Stefano Belliazzi
    Il progetto di architettura nelle aree archeologiche         Aspetti strutturali per il miglioramento delle
    come ricerca di relazioni. Le nuove coperture delle          Terme suburbane di Pompei
    Terme suburbane
                                                             205 Luigi Cappelli
 65 Paolo Giardiello                                             Le Terme suburbane e il contesto. Questioni
    Un percorso per mostrare e comunicare le Terme               di accessibilità, ampliamento della fruizione
    suburbane e l’Insula Occidentalis di Pompei                  e storytelling

 75 Laura Bellia                                             213 Annamaria Mauro
    Soluzioni illuminotecniche per il miglioramento              Dalla ricerca alla realizzazione. Le Terme suburbane
    della fruizione
                                                             221 Maurizio Fedi, Giovanni Florio, Valeria Paoletti,
 87 Paolo Mascilli Migliorini                                    Domenico Di Massa, Ivano Pierri, Mauro La Manna,
    Terme, suburbio, città termali. L’influenza del tema         Anna Pina Cicchella
    sui modelli di sviluppo della città borghese                 Indagini geofisiche nell’area dei “Cumuli Borbonici”

PORTFOLIO                                                    227 Giuseppe Vaccaro
                                                                 Terme suburbane di Pompei. Lettura ambientale
 97 Le Terme suburbane di Pompei. Conoscenza,                    e tecnologica
    Restauro e Valorizzazione
    a cura di Serena Borea, Luigi Cappelli, Viviana Saitto   240 Altri confronti. Iniziative culturali sul tema, 2015-2020
                                                                 a cura di Massimo Visone e Luigi Veronese
CASI STUDIO

159 Serena Borea
    L’Insula Occidentalis nel Novecento e l’accessibilità
    da Porta Marina
Stefano Gizzi

EDITORIALE
Intervista a Elena Calandra e Massimo Osanna

                Stefano Gizzi Vi sono relazioni istituzionali tra l’Istituto Centrale per l’Archeo-
                logia da te diretto, Elena, e il progetto per Pompei, coordinato da te, Massimo,
                quale Direttore Generale del Parco Archeologico?
                Elena Calandra Per il momento non abbiamo stipulato accordi specifici, ma
                mi fa piacere ricordare che il primo dei “Discorsi sul Metodo” che l’Istituto Cen-
                trale per l’Archeologia organizza periodicamente ha avuto al centro proprio
                Pompei: il 7 novembre 2017 abbiamo presentato al Museo Nazionale Romano,
                sede di Crypta Balbi, El libro multimedia. Estándardes para la edición multime-
                dia avanzada en yacimientos arqueológicos. La casa della Diana arcaizzante a
                Pompei, pubblicazione multimediale curata da José Maria Luzón Nogué, pro-
                prio con Massimo Osanna.
                Massimo Osanna Anche se non sono stati ancora avviati accordi formali, l’I-
                stituto Centrale per l’Archeologia è un ente con cui i funzionari archeologi del
                Parco si relazionano quasi quotidianamente per discutere, avere chiarimenti
                e consigli nelle linee guida da seguire con la grande quantità di Università e
                Istituti di ricerca sia italiani che stranieri che operano nel sito e che con noi
                collaborano in progetti sia di ricerca che di tutela e valorizzazione.

                S.G. Sarebbero condivisibili, oggi, a Pompei, restauri reintegrativi come quelli
                realizzati da Soprintendenti quali Vittorio Spinazzola o Amedeo Maiuri o come
                quelli “di necessità” effettuati a seguito dei danni di guerra, subito dopo i bom-
                bardamenti?
                E.C. Parlare a posteriori di interventi avvenuti in una certa temperie culturale
                non è semplice, e a maggior ragione a Pompei e dopo i danni della guerra,
                tema quanto mai attuale anche oggi, considerate le ferite inferte all’archeo-
                logia dalle troppe guerre nel mondo. Io credo prima di tutto che la natura di
                ogni lavoro, ancor di più se scaturito dall’emergenza, vada storicizzata, non
                commisurandola con i criteri dell’oggi, ma piuttosto valutando se il bene è sta-
                to salvato e reso comunque comprensibile. Al tempo stesso, ricordo una fra-
                se di uno dei miei maestri, Giorgio Gualandi, grande grecista e pioniere della
                museologia archeologica all’Università di Bologna: la rovina di per sé non è né
                gestibile né fruibile, disse a noi giovani archeologi impregnati di cultura scola-
                stica che criticavamo la ricostruzione non del tutto corretta, realizzata dagli

                                                                                         EDITORIALE   5
Pompei, Foro                  Americani, della stoà di Attalo nell’agora antica      sito ancora da scavare ma minacciati dal rischio
Les Escales de la Fabre       di Atene. Pur con le loro inesattezze, dunque,         idrogeologico. A Pompei si è deciso quindi di
Line, phot. Brogi
(cartolina illustrata, 1910   quei lavori vanno rispettati e studiati come esito     procedere in modo diverso rispetto al passato,
circa)                        di un certo tempo e di una certa contingenza.          partendo dalla consapevolezza che insieme alla
                              M.O. Pompei fin dalla sua scoperta non è stato         fragile materia architettonica si doveva preser-
Pompei, la grande
piazza del Foro               solo un grande campo di sperimentazione per            vare anche la stratigrafia archeologica. I nuovi
(cartolina illustrata, metà   l’archeologia ma anche per le tecniche di restau-      interventi di restauro sono quindi partiti da que-
del Novecento)
                              ro, che hanno profondamente segnato l’imma-            sta specificità del sito pompeiano, con progetti
Pompei, Arco di Nerone        gine della città tuttora visibile. Pompei, infatti,    per la prima volta su scala urbana concepiti ed
(cartolina illustrata, metà   permette di leggere nelle sue strutture murarie        eseguiti con l’obiettivo di minimizzare l’impat-
del Novecento)
evidenti le integrazioni      e nelle coperture il succedersi di diverse teorie      to sull’immagine storicizzata del sito. E tutti gli
in laterizio delle colonne    del restauro, dagli interventi reintegrativi di Spi-   interventi si sono ispirati ai principi del minimo
                              nazzola a quelli del dopo guerra di Maiuri, spes-      intervento, della compatibilità, della riconoscibi-
Pompei, Foro civile
(cartolina illustrata, anni   so dettati dall’esigenza di “fare presto”. Oggi,       lità e della potenziale reversibilità.
Trenta del Novecento)         settant’anni dopo, le esigenze sono cambiate:
                              non più solo fare presto, in quanto al momento         S.G. Sono risultati eccessivamente integrativi e
                              del mio insediamento il sito era in uno stato pre-     a volte anche ‘creativi’ anche taluni restauri ef-
                              cario e di abbandono, ma “fare bene” e riflettere      fettuati da Alfonso De Franciscis negli anni Ses-
                              sul fare. Rispetto infatti agli interventi menzio-     santa?
                              nati si trattava ora di mettere in sicurezza 44 et-    M.O. Si, la mancanza di una riflessione metodo-
                              tari di impianto urbano e di tutelare 22 ettari di     logica ha spesso portato negli anni Sessanta e

6                             STEFANO GIZZI
Villes disparues:
             Pompei, Forum civile
             (figurine Liebig “Véritable
             Extrait de Viande Liebig”)

             Pompei, Foro civile,
             avanzi di un portico
             (cartolina illustrata, anni
             Trenta del Novecento)

EDITORIALE                          7
Pompei, Basilica
“edifizio ove si rendeva
la giustizia”
(cartolina illustrata, anni
Quaranta del Novecento)

Pompei, Foro
triangolare
(cartolina illustrata, anni
Quaranta del Novecento)
si notano molto bene
le anastilosi parziali e
didattiche compiute in
fasi diverse

8                             STEFANO GIZZI
Settanta a restauri poco rigorosi. Questi inter-      lo stato presente e soprattutto futuro. Questo         Pompei, Basilica
venti vanno però letti all’interno del quadro di      concetto è ben chiarito dal Codice, che all’art.       (cartolina illustrata
                                                                                                             con scritta “3-4-1900
grande difficoltà vissuto dal sito in questa fase,    3, “Tutela del patrimonio culturale”, c. 1, recita     Auguri”)
dove anche leggendo i diari di scavo, emergono        espressamente “La tutela consiste nell’eserci-
                                                                                                             Pompei, la Caserma
problemi sempre più gravi legati alla manuten-        zio delle funzioni e nella disciplina delle attività   dei Gladiatori
zione ordinaria e anche al restauro degli edifici     dirette, sulla base di un’adeguata attività cono-      (cartolina illustrata, inizio
e degli apparati decorativi. Il progressivo aggra-    scitiva, ad individuare i beni costituenti il patri-   del Novecento)
vamento delle condizioni del sito fu tale che già     monio culturale ed a garantirne la protezione e
nel 1976 il Parlamento votò una legge a favore        la conservazione per fini di pubblica fruizione”.
di Pompei, anche se in questo caso i finanzia-        Solo a queste condizioni si può affrontare qual-
menti vennero frazionati in una serie di piccoli      siasi progetto: prima occorre studiare, rilevare
interventi separati tra loro senza connessione        puntualmente, non solo con le tecnologie d’a-
alla dimensione urbana, tanto che all’indomani        vanguardia, ma anche con la manualità che
del terremoto dell’Ottanta i problemi di tutela       è stessa parte del processo di conoscenza,
e restauro apparivano ormai gravi e pressanti.        mentre la tecnologia, per quanto dotata di po-
Queste difficoltà manutentive hanno avuto con-        tenzialità illimitate, rischia di spostare al dopo,
seguenze anche nell’ambito della fruizione: non       in fase di elaborazione, il momento della reale
solo molte aree vennero chiuse al pubblico ma         comprensione.
anche gli spazi museali che Spinazzola e Maiuri       Conoscere filologicamente significa allora ri-
avevano allestito in varie case della città come      spettare l’oggetto per quello che è, senza so-
nella Casa del Menandro, nel termopolio di            vrimporre nulla che non sia compatibile, sotto
Asellina o nella Fullonica di Stephanus vennero       il profilo tanto storico quanto materiale: solo in
prima danneggiati dall’incuria con progressivi        quel modo lo si può consegnare alla compren-
furti e poi dismessi, cancellando un tratto tipico    sione reale e alla fruizione.
della visione del sito impostata tra gli anni Dieci   M.O. Come già espresso chiaramente da Ele-
e Cinquanta.                                          na, è fondamentale la conoscenza filologica del
                                                      monumento su cui si va a intervenire e questo
S.G. Le critiche più forti sono state rivolte, cir-   deve costituire la base imprescindibile per ogni
ca un decennio fa, per la scelta di reintegrare       progetto rispettoso del palinsesto architettoni-
totalmente le gradinate della cavea del Teatro        co. Ma mi si lasci andare un po’ oltre sulla base
Grande, che sembra ora del tutto nuovo. Come          dell’esperienza pompeiana: un corretto inter-
evitare, nel futuro, simili rischi?                   vento di restauro non si può basare solo sull’ac-
EC: Non solo per il restauro, ma per la tutela in     curata conoscenza archeologica del monu-
senso lato, io credo che l’unico approccio am-        mento, ma fondamentale per la progettazione
missibile sia la conoscenza filologica: ciò signi-    dell’intervento di restauro deve essere anche la
fica avere studiato, che si tratti di un manufatto    conoscenza della storia “conservativa” del mo-
o di una porzione di territorio, attraverso la do-    numento. Il tessuto architettonico su cui infatti
cumentazione, seguita da una riflessione sul-         siamo andati ad operare non era quello intatto

                                                                                                EDITORIALE                            9
posizione assolutamente filologica ai fini della
                                                                                           conservazione, e d’altronde la cultura del re-
                                                                                           staurare e del conservare come è praticata dal
                                                                                           nostro ISCR ha fatto scuola nel mondo.
                                                                                           Circa lo scavo ritengo che siamo in una fase
                                                                                           di ripensamento, che deve ancora dare i suoi
                                                                                           frutti: dagli anni Settanta del Novecento è sta-
                                                                                           to introdotto nel nostro Paese lo scavo stra-
                                                                                           tigrafico come elaborato dalla scuola anglo-
                                                                                           sassone, il che ha significato naturalmente un
                                                                                           innalzamento qualitativo della conoscenza e
                                                                                           della documentazione; tuttavia l’esplosione del
                                                                                           numero degli scavi, dettati dalla verifica pre-
                                                                                           ventiva dell’interesse archeologico (praticata
                                                                                           anche prima della legge del 2005), è stata ac-
                                                                                           compagnata da quantità di dati accuratamente
                                                                                           raccolti in banche-dati spesso avveniristiche al
                                                                                           momento, ma in prosieguo spesso ingestibili, il
                                                                                           che ha portato in molti casi a lasciare inediti gli
                                                                                           scavi stessi.
                                                                                           Ora siamo in una fase di ripiegamento economi-
                                                                                           co e non solo: da un lato è necessario limitare le
                                                                                           campagne di scavo ricorrendo sempre di più a
                                                                                           metodi alternativi di conoscenza del territorio,
                                                                                           affidati alle moderne tecniche di indagine non
                                                                                           invasive, che giocheranno un ruolo sempre più
                                                                                           incisivo; dall’altro gli scavi di ricerca, le “conces-
                                                                                           sioni di scavo”, sono state negli ultimi anni via via
Pompei, la cosiddetta           emerso al momento dello scavo, ma spesso un                orientate a rispondere a precisi obiettivi di tutela
Casa di Sirigo                  palinsesto che porta su di sé tutte le tracce della        e di conoscenza anche a fini di miglior fruizione.
(Deutsches
Archäologisches Institut        ‘seconda vita’ di Pompei. Il gruppo di lavoro del          Stante questo quadro, una delle linee di ricerca
Rom, D-DAI-ROM                  Parco ha quindi con grande sforzo ricercato la             dell’Istituto Centrale per l’Archeologia è proprio
31.2487)
                                documentazione di tutti gli interventi di restau-          la standardizzazione della documentazione di
Pompei, Casa dei                ro negli archivi, spesso anche con scarsi risul-           scavo: con l’intento di disporre in tempi ragio-
capitelli colorati              tati perché gli interventi erano condotti senza            nevoli dei dati che effettivamente occorrono, di
(cartolina illustrata, inizio
Novecento)
                                una regia coordinata. Ecco perché, per evitare             fronte alla bulimia delle informazioni spesso ri-
si notino le integrazioni       che si ripetano in futuro situazioni come quella           dondanti che ha affollato i database degli ultimi
in opera mista alla base        del Teatro grande, si è elaborato un Piano del-            decenni, senza approdare, in non pochi casi, a
dei pilastri angolari
                                la conoscenza e un Sistema informativo dove                risultati di sintesi e di condivisione non solo con
Pompei, nuovi scavi             sono raccolti tutti i dati relativi a scavi, restau-       gli specialisti, ma con i cittadini.
via di Marco Olconio            ri e manutenzione dei singoli monumenti, che               M.O. Anche a Pompei, per quanto riguarda lo
(cartolina illustrata,
metà del Novecento).            permetteranno così di programmare in modo                  scavo, si sta cercando di mettere ‘ordine’ negli
Prospetto di una casa           tempestivo ed efficace gli interventi necessari            scavi spesso poco documentati condotti in cit-
con affreschi, tettoia
balcone e quadrifora
                                alla tutela e conservazione del sito.                      tà negli scorsi decenni con l’inserimento di que-
                                                                                           sti dati nel Sistema informativo, che permetterà
                                S.G. A livello di “discorsi sul metodo”, quali quelli      non solo agli addetti ai lavori interni ma anche alla
                                che si stanno svolgendo grazie all’Istituto Centra-        comunità scientifica di accedere a una grande
                                le per l’Archeologia, quali cambiamenti concet-            massa di dati, in un’ottica di documentazione di
                                tuali si sono registrati, negli ultimi anni, nei settori   scavo sempre più basata sugli open data e sul re-
                                dello scavo, della conservazione e del restauro?           cupero del pregresso, come già indicato dall’ICA.
                                E.C. Mi sento di poter rispondere più diffusa-             Se sui progressi nell’ambito del restauro si è già
                                mente sullo scavo: ho appena espresso la mia               detto in questa sede, mi soffermerò piuttosto sul

10                              STEFANO GIZZI
Pompei, scavi
                                                                                                                 (cartolina illustrata
                                                                                                                 De Luca & Company,
                                                                                                                 Napoli)

tema della manutenzione programmata, che per              senso stretto, si può parlare di scavo stratigra-
Pompei costituisce la prossima sfida. La qualità          fico solo a partire dagli anni Settanta del No-
degli interventi di restauro condotti, infatti, non       vecento, certo senza trascurare le esperienze
può da sola garantire la conservazione eterna del         pionieristiche di Luigi Bernabò Brea e di Nino
monumento, soggetto comunque a un fisiologico             Lamboglia. Le distruzioni, se ci furono, non de-
degrado. Nella consapevolezza dell’impossibilità          gli strati superiori ma dei contesti, si misurano
di arrestare il degrado, l’unica strada è quella di       dalle modalità con cui quegli scavi sono stati
gestire le condizioni di fragilità e cronicità del sito   documentati: se la documentazione è corretta,
attraverso azioni manutentive, la cui efficacia di-       il potenziale conoscitivo di un contesto scavo è
pende dalla qualità dei controlli e dalla continuità      almeno in parte recuperabile; purtroppo questo
degli interventi. L’idea di manutenzione, infatti, è      non accade spesso, in generale, in quanto prima
stata codificata già da Urbani ma ora l’attenzio-         dello scavo stratigrafico prevaleva quello noto
ne si sta spostando alle strategie di prevenzione,        come ‘topografico’, volto a portare in luce le te-
controllando in primo luogo i fattori ambientali e        stimonianze di una determinata epoca (spesso
riconoscendo l’importanza strategica delle atti-          quella romana), eliminando ciò che era ritenuto
vità di monitoraggio. La manutenzione diventa             ‘superfetazione’ posteriore. Le indagini non di-
così un processo di anamnesi, diagnosi, terapia           struttive erano possibili, certo, ma bisogna ca-
e costante controllo dei risultati.                       pire a quale scopo, erano limitate nelle possibili-
                                                          tà e non erano certo così progredite come oggi,
S.G. Sono state sollevate valutazioni non positi-         sì che anche le domande erano ben più limitate.
ve, nel tempo, riguardo all’esecuzione degli sca-         M.O. Anche Pompei è stata segnata da interven-
vi stratigrafici (soprattutto quelli eseguiti dagli       ti archeologici a volte limitati, ridotti a semplici
anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecen-            “buchi” per risolvere problematiche specifiche
to), che avrebbero comportato perdite e distru-           spesso prive di una visione d’insieme. Questo,
zioni degli strati superiori, a fronte della pos-         associato a una documentazione spesso scar-
sibilità, al contrario, di agire con indagine non         na e lacunosa, ha portato a una vera e propria
distruttive. Qual è la vostra opinione in merito?         perdita di conoscenza. Fortunatamente nel
E.C. A proposito di scavi mi riaggancio a quan-           caso di Pompei si è visto che la terra ha ancora
to ho appena detto, ricordando peraltro che, in           molte storie da raccontare e anche riprendere

                                                                                                    EDITORIALE                      11
di Pompei dovrebbe garantire un’esperienza di
                                                                               livello internazionale con attività sia didattiche
                                                                               che sul campo, offrendo la possibilità di formar-
                                                                               si in modo multidisciplinare: una formazione
                                                                               che non considera però solo l’aspetto più pro-
                                                                               priamente scientifico ma anche la realtà attuale
                                                                               di un sito archeologico, formando quindi alla ge-
                                                                               stione e all’amministrazione di siti complessi. La
                                                                               Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia
                                                                               potrebbe essere la sede ideale per questo tipo
                                                                               di esperienza aiutando così anche il rilancio di
                                                                               un altro sito vesuviano, quello di Stabia, una bel-
                                                                               lezza non ancora sufficientemente valorizzata.
Amedeo Maiuri mentre
indica un’iscrizione a                                                         S.G. Quali dipartimenti universitari e quali atenei
Pompei
(Archivio fotografico
                                                                               stanno partecipando, a vario titolo, alla migliore
ex Soprintendenza                                                              comprensione del sito e ai programmi di restau-
Speciale di Pompei)                                                            ro e di valorizzazione? Vi sono anche collabora-
                         in mano i dati di vecchi scavi con nuovi approcci     zioni di missioni estere?
                         interpretativi ha portato a risultati interessanti,   M.O. Pompei è oggi un vero e proprio laborato-
                         come nel caso del progetto di ricerca condot-         rio internazionale: nel sito conducono ricerche
                         to dal Parco stesso presso il tempio dorico e il      le più importanti università ed enti di ricerca
                         tempio di Apollo. Inoltre, la metodologia di lavo-    italiani e stranieri. Numerose università porta-
                         ro messa in campo dai miei funzionari nel Parco       no avanti campagne archeologiche in regime di
                         Archeologico prevede una stretta interazione          concessione di scavo in vari punti della città an-
                         tra indagini diagnostiche non distruttive e scavo     tica per aumentare la sua conoscenza: dall’U-
                         archeologico, secondo l’approccio inter e multi-      niversità di Genova nelle botteghe lungo via
                         disciplinare applicato in tutte le nostre ricerche.   dell’Abbondanza all’Università di Lille a Porta
                         Indagini geofisiche con georadar, prospezioni         Nocera per ricostruire il rituale funerario, dalla
                         sono parte integrante della progettazione sia         San Francisco State University alla Villa del-
                         dell’intervento archeologico che di restauro e        le Colonne a Mosaico all’Università di Tubinga
                         conservazione, al fine di meglio indirizzare le       nell’area del Foro. Ma Pompei, proprio per le sue
                         ricerche. Il Laboratorio di Ricerche Applicate,       specificità, non ha rapporti solo con dipartimen-
                         inoltre, ha proprio il compito di coordinare e        ti di archeologia: un accordo quadro e successi-
                         sperimentare nuovi tipi di indagini non distrut-      ve convenzioni con il DiARC, il dipartimento di
                         tive, rendendo il Parco un ente attivo anche nel      Architettura dell’Università di Napoli Federico
                         campo della sperimentazione.                          II, ha portato all’elaborazione di un progetto di
                                                                               accessibilità per l’area delle Terme suburbane
                         S.G. Come è da vedersi l’ipotesi di una Scuola        che ora il Parco Archeologico sta rivendendo
                         Archeologica Italiana di Atene correlata stret-       per metterlo a gara e realizzarlo. Il Laboratorio
                         tamente con Pompei? Anche con una sede di-            di Ricerche Applicate, che conserva e monitora
                         staccata fisicamente all’interno di Pompei?           3500 reperti archeobotanici, archeozoologici
                         M.O. Da tempo uno dei miei obiettivi è quello         e che coordina ricerche nell’ambito della con-
                         di riportare Pompei in prima linea anche per          servazione e conoscenza del sito ha sviluppato
                         quanto riguarda la formazione riprendendo,            convenzioni con venti Istituti di ricerca italiani e
                         ovviamente adattandola ai tempi, la Scuola Ar-        stranieri che supportano le attività di ricerca e
                         cheologica inaugurata da Fiorelli a Pompei nel        conservazione in situ, dall’Università di Firenze
                         1866. La scuola all’epoca fu fortemente osteg-        a quella di Losanna. Anche la fruizione rientra
                         giata in quanto rappresentava con il suo siste-       tra i temi che hanno portato Pompei a sviluppa-
                         ma, basato sull’attività pratica negli scavi e il     re collaborazioni importanti, in questo caso con
                         contatto quotidiano con il sito, un elemento di       il Dipartimento di Ingegneria Elettronica e delle
                         rottura con la tradizione accademica. La Scuola       Tecnologie dell’Informazione dell’Università di

12                       STEFANO GIZZI
Napoli per produrre strumenti che migliorino la         assumere scelte strategiche sempre più consa-           Pompei, l’atrio della
fruizione del sito da parte dei visitatori.             pevoli per la gestione del rischio del sito.            cosiddetta Casa di
                                                                                                                Trittolemo distrutto
                                                                                                                dai bombardamenti
S.G. Potreste illustrare le novità introdotte con       S.G. Con i benemeriti progetti in corso di rea-         della Seconda
                                                                                                                guerra mondiale
il piano emergenziale relativo alla protezione          lizzazione relativi alla manutenzione, al diserba-      (Archivio fotografico
dell’area di Pompei dal rischio antropico?              mento, al superamento delle barriere architetto-        ex Soprintendenza
M.O. I flussi di visitatori a Pompei aumentano          niche, non vi è però un insito rischio di ‘artificia-   Speciale di Pompei)
ormai esponenzialmente, e a fine 2018 si sono           lizzazione’ di un’area che era, in qualche modo,        Pompei, gli effetti
sfiorati i quattro milioni! Proprio per questo si       rimasta in uno stato ‘naturale’? Qual è il limite di    devastanti dei
sono messe in campo diverse soluzioni per ten-          tali tipi di intervento?                                bombardamenti
                                                                                                                della Seconda
tare di ridurre la pressione antropica sul sito, di     E.C. Non mi addentro nelle specificità del proget-      guerra mondiale
per sé fragile. A partire ormai da qualche anno         to, ma anche per questo vale la premessa meto-          (Archivio fotografico
grazie alle messe in sicurezza si sono riaperti         dologica della conoscenza affidata alla filologia.      ex Soprintendenza
                                                                                                                Speciale di Pompei)
interi quartieri della città, chiusi da decenni al      Se si rispetterà filologicamente l’essenza del
pubblico. La riapertura di nuove strade, di vi-         contesto pompeiano, non vi saranno pericoli di          Pompei, il peristilio
                                                                                                                della Casa di
coli e di nuove case da visitare ha permesso di         renderlo artificiale, ferma restando la necessità       Trittolemo dopo le
creare percorsi diversificati che portano a non         di renderlo fruibile a tutti. Non si trascuri, e qui    distruzioni belliche
concentrare i turisti lungo i soliti assi viari come    mi riaggancio alla domanda precedente cui non           (Archivio fotografico
                                                                                                                ex Soprintendenza
Via dell’Abbondanza, ma in altre aree, riducen-         ho risposto perché non conosco il piano, che i          Speciale di Pompei)
do così anche il rischio di consumo del suolo.          monumenti subiscono una consunzione a causa
Fondamentali poi per fronteggiare i rischi della        dell’impatto dei visitatori, e quindi bisognerà ra-     Una delle insulae
                                                                                                                di Pompei dopo i
pressione antropica sono gli interventi di ma-          gionare con una logica integrata di protezione del      bombardamenti
nutenzione programmata: la costante revisione           contesto monumentale anche in questo senso.             (Archivio fotografico
critica dei dati di monitoraggio e le attività ispet-   M.O. La cifra degli interventi condotti in questi       ex Soprintendenza
                                                                                                                Speciale di Pompei)
tive ci stanno progressivamente portando ad             anni sta proprio nella profonda conoscenza della

                                                                                                  EDITORIALE                        13
Pompei, Odeon                specificità della realtà pompeiana e della sua tu-    dovute adottare soluzioni puntuali e di dettaglio
(Theatrum Tectum)            tela come elemento da cui nessuna progettazio-        proprio per salvaguardare il record archeologico.
con la cavea coperta
dall’erba (cartolina         ne può prescindere. Un esempio di intervento che
illustrata, inizio           ben sintetizza quelle che sono le esigenze di una     S.G. Un eccesso di finanziamenti (ordinari,
Novecento)
                             maggiore accessibilità del sito ma anche il rispet-   straordinari, europei) può nuocere, paradossal-
Pompei, Teatro tragico       to della realtà archeologica è il percorso “Pompei    mente, a Pompei? Meglio avere risorse conte-
(ricostruito)                per tutti”, uno dei più lunghi percorsi accessibili   nute da indirizzare di volta in volta a specifiche
(cartolina illustrata metà
Novecento)
                             in un’area archeologica. Questo progetto infatti      tematiche, da pensare gradualmente, piuttosto
                             non ha semplicemente risposto in maniera acri-        che ricevere finanziamenti che impongono il ri-
Inaugurazione del Teatro     tica alla normativa di settore per il superamento     spetto di normative europee con scadenze non
restaurato, 11 giugno
2010                         delle barriere architettoniche, cosa che avrebbe      derogabili le quali, magari, obbligano ad opera-
concerto di Riccardo         alterato l’immagine di Pompei, ma l’intervento        re con una eccessiva celerità a scapito di ragio-
Muti. Teatro di San Carlo    ha mirato ad inserire armonicamente nel con-          namenti più meditati?
di Napoli, Presidenza
del Consiglio dei            testo pompeiano le soluzioni architettoniche,         E.C. Ancora una volta, preferisco una risposta
Ministri - Commissario       accompagnando questo intervento con restauri          metodologica generale, considerata la mia espe-
Delegato agli Scavi di
Pompei, Soprintendenza
                             dei bordi di marciapiede, ma anche delle fonta-       rienza, in soprintendenza e in museo. Ben venga-
Archeologica, PompeiViva     ne pubbliche che accompagnano i visitatori lun-       no le risorse finanziarie, ma solo se ci sono quelle
(foto Stefano Gizzi, 2010)   go gli assi stradali pompeiani. Non solo, accanto     umane corrispondenti per usarle al meglio: l’in-
Le gradonate del
                             alla nuova pavimentazione si è restaurata quella      tera sequenza di un lavoro, dall’assegnazione dei
Teatro massivamente          antica, il tutto sempre accompagnato da scavi         finanziamenti all’espletamento delle procedure
reintegrate con              archeologici che hanno permesso di aumenta-           di gara all’esecuzione dei lavori è complessa e
blocchetti di tufo
(foto Stefano Gizzi,         re la conoscenza del sito, dettando in alcuni casi    coinvolge un alto numero di figure professionali,
2010)                        l’andamento stesso del cantiere: a volte si sono      e solo la presenza costante di tutte queste ga-

14                           STEFANO GIZZI
rantisce il rispetto dei tempi e la qualità dei lavori.   zionale l’approccio metodologico adottato, così     Casa dei Casti Amanti
M.O. Al momento della ‘nascita’ del Grande Pro-           da confrontarsi con altre esperienze ed avere       cantiere aperto al
                                                                                                              pubblico (foto Stefano
getto il sito versava in tali condizioni di degrado       un feedback su quanto dai noi compiuto. Tutto       Gizzi, 2010)
che sarebbe stato impensabile mettere in cam-             questo, come già messo in luce da Elena, è sta-
                                                                                                              Insula dei Casti Amanti
po un intervento che affrontasse radicalmente             to possibile grazie anche a una squadra allarga-    2010, cantiere in corso
su scala urbana i problemi del sito con i soli fon-       ta di funzionari e professionisti di diversa for-   aperto alle visite (foto
di ordinari. Proprio per gestire con trasparenza          mazione che hanno trasformato questa grande         Stefano Gizzi, 2010)
i fondi ottenuti è stato fondamentale il ruolo            possibilità per Pompei in un laboratorio di idee,   Opere di sicurezza
svolto dall’Arma dei Carabinieri con il Generale          sperimentazioni e competenze.                       e transennature
Nistri prima e poi con il Generale Curatoli, la cui                                                           provvisorie per la
                                                                                                              protezione del pubblico
presenza ha garantito la legalità di tutte le gare                                                            durante i lavori di
e dei procedimenti. Con orgoglio possiamo dire                                                                manutenzione e di
che nonostante le rigide scadenze non abbiamo                                                                 restauro all’esterno
                                                                                                              dell’insula dei Casti
mai abdicato a una riflessione sugli interventi:                                                              Amanti (foto Stefano
proprio per la fragilità della materia archeologi-                                                            Gizzi, 2011)
ca l’approccio è sempre stato consapevole, me-                                                                La sistemazione di uno
ditato e aperto al confronto. Proprio per questo                                                              degli assi principali dopo
nel 2017 si è organizzato un convegno in cui si                                                               i lavori di manutenzione
                                                                                                              e di ripulitura (foto
è presentato alla comunità scientifica interna-                                                               Stefano Gizzi, 2011)

                                                                                                 EDITORIALE                        15
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