Confronti 11-12 quaderni di restauro architettonico - artem
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quaderni di restauro architettonico 11-12 confronti restauro e fruizione. le terme suburbane di pompei
redazione direttore paola rivazio Stefano Gizzi art director comitato editoriale enrica d’aguanno Paolo Mascilli Migliorini, Renata Picone, coordinatori Luigi Veronese, Massimo Visone impaginazione francesca aletto comitato scientifico internazionale Aldo Aveta, Giovanni Carbonara, Ugo Carughi, Francesco Cellini, Stefano Della Torre, Carla Di Francesco, Leonardo Di Mauro, Stefano Gizzi, Antoni González Moreno-Navarro, Elisabeth Kieven, Péter Klaniczay, Luigi La Rocca, Fani Mallouchou-Tufano, Fabio Mariano, Paolo Mascilli Migliorini, Dieter Mertens, Massimo Osanna, Andrea Pane, Renata Picone, Nuria Sanz, Maria Margarita Segarra Lagunes, Franco Tomaselli contatti www.arte-m.net/confronti rivista semestrale confronti@arte-m.net anno V, numeri 11-12 dicembre 2017-giugno 2018 i saggi contenuti in questo numero di “confronti” sono stati sottoposti autorizzazione del tribunale alla procedura del double-blind peer review process di napoli n. 80 del 27 dicembre 2012 referee numero precedente Alfredo Buccaro, Riccardo Della Negra, Leonardo Di Mauro, Rita Fiorino, Caterina Giannattasio, Bianca Gioia Marino, Marco Pretelli, Andrea Ugolini, Michele Zampilli ISSN 2279-7920 questo numero è stato realizzato con il contributo di nell’ambito del progetto di ricerca “Enanching Pompeii. Pompeii between the archeological site and the modern Town. Knowledge, restoration and enanchement of Insula Occidentalis” arte’m con il sostegno di è un marchio registrato di prismi Le referenze fotografiche sono indicate in didascalia. certificazione qualità Tutte le immagini del Parco Archeologico di Pompei sono pubblicate ISO 9001: 2015 su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il www.arte-m.net Turismo – Parco Archeologico di Pompei, per cui è fatto divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo stampato in italia © copyright 2020 by in copertina prismi Pompei, Terme suburbane, apodyterium, affreschi editrice politecnica napoli srl (Archivio fotografico Parco Archeologico di Pompei) tutti i diritti riservati
SOMMARIO EDITORIALE 165 Giovanna Ceniccola Materiali e tecniche costruttive antiche. La lettura 5 Stefano Gizzi degli elevati delle Terme suburbane Intervista a Elena Calandra e Massimo Osanna 171 Mariarosaria Villani CONTRIBUTI Il Restauro architettonico per l’archeologia, un’esperienza sul campo: le Terme suburbane 17 Renata Picone di Pompei Le Terme del suburbio occidentale di Pompei. Dal Restauro al miglioramento della fruizione 179 Viviana Saitto Sequenze di spazi. Proposta per l’accessibilità 37 Simona Talenti delle Terme suburbane La (s)fortuna critica internazionale delle Terme suburbane di Pompei 185 Francesca Coppolino Le Terme suburbane di Pompei. Un’ipotesi 45 Luana Toniolo di copertura per un patrimonio fragile Le Terme suburbane: anatomia di un monumento 193 Andrea Prota, Gian Piero Lignola, Giancarlo 53 Pasquale Miano Ramaglia, Stefano Belliazzi Il progetto di architettura nelle aree archeologiche Aspetti strutturali per il miglioramento delle come ricerca di relazioni. Le nuove coperture delle Terme suburbane di Pompei Terme suburbane 205 Luigi Cappelli 65 Paolo Giardiello Le Terme suburbane e il contesto. Questioni Un percorso per mostrare e comunicare le Terme di accessibilità, ampliamento della fruizione suburbane e l’Insula Occidentalis di Pompei e storytelling 75 Laura Bellia 213 Annamaria Mauro Soluzioni illuminotecniche per il miglioramento Dalla ricerca alla realizzazione. Le Terme suburbane della fruizione 221 Maurizio Fedi, Giovanni Florio, Valeria Paoletti, 87 Paolo Mascilli Migliorini Domenico Di Massa, Ivano Pierri, Mauro La Manna, Terme, suburbio, città termali. L’influenza del tema Anna Pina Cicchella sui modelli di sviluppo della città borghese Indagini geofisiche nell’area dei “Cumuli Borbonici” PORTFOLIO 227 Giuseppe Vaccaro Terme suburbane di Pompei. Lettura ambientale 97 Le Terme suburbane di Pompei. Conoscenza, e tecnologica Restauro e Valorizzazione a cura di Serena Borea, Luigi Cappelli, Viviana Saitto 240 Altri confronti. Iniziative culturali sul tema, 2015-2020 a cura di Massimo Visone e Luigi Veronese CASI STUDIO 159 Serena Borea L’Insula Occidentalis nel Novecento e l’accessibilità da Porta Marina
Stefano Gizzi EDITORIALE Intervista a Elena Calandra e Massimo Osanna Stefano Gizzi Vi sono relazioni istituzionali tra l’Istituto Centrale per l’Archeo- logia da te diretto, Elena, e il progetto per Pompei, coordinato da te, Massimo, quale Direttore Generale del Parco Archeologico? Elena Calandra Per il momento non abbiamo stipulato accordi specifici, ma mi fa piacere ricordare che il primo dei “Discorsi sul Metodo” che l’Istituto Cen- trale per l’Archeologia organizza periodicamente ha avuto al centro proprio Pompei: il 7 novembre 2017 abbiamo presentato al Museo Nazionale Romano, sede di Crypta Balbi, El libro multimedia. Estándardes para la edición multime- dia avanzada en yacimientos arqueológicos. La casa della Diana arcaizzante a Pompei, pubblicazione multimediale curata da José Maria Luzón Nogué, pro- prio con Massimo Osanna. Massimo Osanna Anche se non sono stati ancora avviati accordi formali, l’I- stituto Centrale per l’Archeologia è un ente con cui i funzionari archeologi del Parco si relazionano quasi quotidianamente per discutere, avere chiarimenti e consigli nelle linee guida da seguire con la grande quantità di Università e Istituti di ricerca sia italiani che stranieri che operano nel sito e che con noi collaborano in progetti sia di ricerca che di tutela e valorizzazione. S.G. Sarebbero condivisibili, oggi, a Pompei, restauri reintegrativi come quelli realizzati da Soprintendenti quali Vittorio Spinazzola o Amedeo Maiuri o come quelli “di necessità” effettuati a seguito dei danni di guerra, subito dopo i bom- bardamenti? E.C. Parlare a posteriori di interventi avvenuti in una certa temperie culturale non è semplice, e a maggior ragione a Pompei e dopo i danni della guerra, tema quanto mai attuale anche oggi, considerate le ferite inferte all’archeo- logia dalle troppe guerre nel mondo. Io credo prima di tutto che la natura di ogni lavoro, ancor di più se scaturito dall’emergenza, vada storicizzata, non commisurandola con i criteri dell’oggi, ma piuttosto valutando se il bene è sta- to salvato e reso comunque comprensibile. Al tempo stesso, ricordo una fra- se di uno dei miei maestri, Giorgio Gualandi, grande grecista e pioniere della museologia archeologica all’Università di Bologna: la rovina di per sé non è né gestibile né fruibile, disse a noi giovani archeologi impregnati di cultura scola- stica che criticavamo la ricostruzione non del tutto corretta, realizzata dagli EDITORIALE 5
Pompei, Foro Americani, della stoà di Attalo nell’agora antica sito ancora da scavare ma minacciati dal rischio Les Escales de la Fabre di Atene. Pur con le loro inesattezze, dunque, idrogeologico. A Pompei si è deciso quindi di Line, phot. Brogi (cartolina illustrata, 1910 quei lavori vanno rispettati e studiati come esito procedere in modo diverso rispetto al passato, circa) di un certo tempo e di una certa contingenza. partendo dalla consapevolezza che insieme alla M.O. Pompei fin dalla sua scoperta non è stato fragile materia architettonica si doveva preser- Pompei, la grande piazza del Foro solo un grande campo di sperimentazione per vare anche la stratigrafia archeologica. I nuovi (cartolina illustrata, metà l’archeologia ma anche per le tecniche di restau- interventi di restauro sono quindi partiti da que- del Novecento) ro, che hanno profondamente segnato l’imma- sta specificità del sito pompeiano, con progetti Pompei, Arco di Nerone gine della città tuttora visibile. Pompei, infatti, per la prima volta su scala urbana concepiti ed (cartolina illustrata, metà permette di leggere nelle sue strutture murarie eseguiti con l’obiettivo di minimizzare l’impat- del Novecento) evidenti le integrazioni e nelle coperture il succedersi di diverse teorie to sull’immagine storicizzata del sito. E tutti gli in laterizio delle colonne del restauro, dagli interventi reintegrativi di Spi- interventi si sono ispirati ai principi del minimo nazzola a quelli del dopo guerra di Maiuri, spes- intervento, della compatibilità, della riconoscibi- Pompei, Foro civile (cartolina illustrata, anni so dettati dall’esigenza di “fare presto”. Oggi, lità e della potenziale reversibilità. Trenta del Novecento) settant’anni dopo, le esigenze sono cambiate: non più solo fare presto, in quanto al momento S.G. Sono risultati eccessivamente integrativi e del mio insediamento il sito era in uno stato pre- a volte anche ‘creativi’ anche taluni restauri ef- cario e di abbandono, ma “fare bene” e riflettere fettuati da Alfonso De Franciscis negli anni Ses- sul fare. Rispetto infatti agli interventi menzio- santa? nati si trattava ora di mettere in sicurezza 44 et- M.O. Si, la mancanza di una riflessione metodo- tari di impianto urbano e di tutelare 22 ettari di logica ha spesso portato negli anni Sessanta e 6 STEFANO GIZZI
Villes disparues: Pompei, Forum civile (figurine Liebig “Véritable Extrait de Viande Liebig”) Pompei, Foro civile, avanzi di un portico (cartolina illustrata, anni Trenta del Novecento) EDITORIALE 7
Pompei, Basilica “edifizio ove si rendeva la giustizia” (cartolina illustrata, anni Quaranta del Novecento) Pompei, Foro triangolare (cartolina illustrata, anni Quaranta del Novecento) si notano molto bene le anastilosi parziali e didattiche compiute in fasi diverse 8 STEFANO GIZZI
Settanta a restauri poco rigorosi. Questi inter- lo stato presente e soprattutto futuro. Questo Pompei, Basilica venti vanno però letti all’interno del quadro di concetto è ben chiarito dal Codice, che all’art. (cartolina illustrata con scritta “3-4-1900 grande difficoltà vissuto dal sito in questa fase, 3, “Tutela del patrimonio culturale”, c. 1, recita Auguri”) dove anche leggendo i diari di scavo, emergono espressamente “La tutela consiste nell’eserci- Pompei, la Caserma problemi sempre più gravi legati alla manuten- zio delle funzioni e nella disciplina delle attività dei Gladiatori zione ordinaria e anche al restauro degli edifici dirette, sulla base di un’adeguata attività cono- (cartolina illustrata, inizio e degli apparati decorativi. Il progressivo aggra- scitiva, ad individuare i beni costituenti il patri- del Novecento) vamento delle condizioni del sito fu tale che già monio culturale ed a garantirne la protezione e nel 1976 il Parlamento votò una legge a favore la conservazione per fini di pubblica fruizione”. di Pompei, anche se in questo caso i finanzia- Solo a queste condizioni si può affrontare qual- menti vennero frazionati in una serie di piccoli siasi progetto: prima occorre studiare, rilevare interventi separati tra loro senza connessione puntualmente, non solo con le tecnologie d’a- alla dimensione urbana, tanto che all’indomani vanguardia, ma anche con la manualità che del terremoto dell’Ottanta i problemi di tutela è stessa parte del processo di conoscenza, e restauro apparivano ormai gravi e pressanti. mentre la tecnologia, per quanto dotata di po- Queste difficoltà manutentive hanno avuto con- tenzialità illimitate, rischia di spostare al dopo, seguenze anche nell’ambito della fruizione: non in fase di elaborazione, il momento della reale solo molte aree vennero chiuse al pubblico ma comprensione. anche gli spazi museali che Spinazzola e Maiuri Conoscere filologicamente significa allora ri- avevano allestito in varie case della città come spettare l’oggetto per quello che è, senza so- nella Casa del Menandro, nel termopolio di vrimporre nulla che non sia compatibile, sotto Asellina o nella Fullonica di Stephanus vennero il profilo tanto storico quanto materiale: solo in prima danneggiati dall’incuria con progressivi quel modo lo si può consegnare alla compren- furti e poi dismessi, cancellando un tratto tipico sione reale e alla fruizione. della visione del sito impostata tra gli anni Dieci M.O. Come già espresso chiaramente da Ele- e Cinquanta. na, è fondamentale la conoscenza filologica del monumento su cui si va a intervenire e questo S.G. Le critiche più forti sono state rivolte, cir- deve costituire la base imprescindibile per ogni ca un decennio fa, per la scelta di reintegrare progetto rispettoso del palinsesto architettoni- totalmente le gradinate della cavea del Teatro co. Ma mi si lasci andare un po’ oltre sulla base Grande, che sembra ora del tutto nuovo. Come dell’esperienza pompeiana: un corretto inter- evitare, nel futuro, simili rischi? vento di restauro non si può basare solo sull’ac- EC: Non solo per il restauro, ma per la tutela in curata conoscenza archeologica del monu- senso lato, io credo che l’unico approccio am- mento, ma fondamentale per la progettazione missibile sia la conoscenza filologica: ciò signi- dell’intervento di restauro deve essere anche la fica avere studiato, che si tratti di un manufatto conoscenza della storia “conservativa” del mo- o di una porzione di territorio, attraverso la do- numento. Il tessuto architettonico su cui infatti cumentazione, seguita da una riflessione sul- siamo andati ad operare non era quello intatto EDITORIALE 9
posizione assolutamente filologica ai fini della conservazione, e d’altronde la cultura del re- staurare e del conservare come è praticata dal nostro ISCR ha fatto scuola nel mondo. Circa lo scavo ritengo che siamo in una fase di ripensamento, che deve ancora dare i suoi frutti: dagli anni Settanta del Novecento è sta- to introdotto nel nostro Paese lo scavo stra- tigrafico come elaborato dalla scuola anglo- sassone, il che ha significato naturalmente un innalzamento qualitativo della conoscenza e della documentazione; tuttavia l’esplosione del numero degli scavi, dettati dalla verifica pre- ventiva dell’interesse archeologico (praticata anche prima della legge del 2005), è stata ac- compagnata da quantità di dati accuratamente raccolti in banche-dati spesso avveniristiche al momento, ma in prosieguo spesso ingestibili, il che ha portato in molti casi a lasciare inediti gli scavi stessi. Ora siamo in una fase di ripiegamento economi- co e non solo: da un lato è necessario limitare le campagne di scavo ricorrendo sempre di più a metodi alternativi di conoscenza del territorio, affidati alle moderne tecniche di indagine non invasive, che giocheranno un ruolo sempre più incisivo; dall’altro gli scavi di ricerca, le “conces- sioni di scavo”, sono state negli ultimi anni via via Pompei, la cosiddetta emerso al momento dello scavo, ma spesso un orientate a rispondere a precisi obiettivi di tutela Casa di Sirigo palinsesto che porta su di sé tutte le tracce della e di conoscenza anche a fini di miglior fruizione. (Deutsches Archäologisches Institut ‘seconda vita’ di Pompei. Il gruppo di lavoro del Stante questo quadro, una delle linee di ricerca Rom, D-DAI-ROM Parco ha quindi con grande sforzo ricercato la dell’Istituto Centrale per l’Archeologia è proprio 31.2487) documentazione di tutti gli interventi di restau- la standardizzazione della documentazione di Pompei, Casa dei ro negli archivi, spesso anche con scarsi risul- scavo: con l’intento di disporre in tempi ragio- capitelli colorati tati perché gli interventi erano condotti senza nevoli dei dati che effettivamente occorrono, di (cartolina illustrata, inizio Novecento) una regia coordinata. Ecco perché, per evitare fronte alla bulimia delle informazioni spesso ri- si notino le integrazioni che si ripetano in futuro situazioni come quella dondanti che ha affollato i database degli ultimi in opera mista alla base del Teatro grande, si è elaborato un Piano del- decenni, senza approdare, in non pochi casi, a dei pilastri angolari la conoscenza e un Sistema informativo dove risultati di sintesi e di condivisione non solo con Pompei, nuovi scavi sono raccolti tutti i dati relativi a scavi, restau- gli specialisti, ma con i cittadini. via di Marco Olconio ri e manutenzione dei singoli monumenti, che M.O. Anche a Pompei, per quanto riguarda lo (cartolina illustrata, metà del Novecento). permetteranno così di programmare in modo scavo, si sta cercando di mettere ‘ordine’ negli Prospetto di una casa tempestivo ed efficace gli interventi necessari scavi spesso poco documentati condotti in cit- con affreschi, tettoia balcone e quadrifora alla tutela e conservazione del sito. tà negli scorsi decenni con l’inserimento di que- sti dati nel Sistema informativo, che permetterà S.G. A livello di “discorsi sul metodo”, quali quelli non solo agli addetti ai lavori interni ma anche alla che si stanno svolgendo grazie all’Istituto Centra- comunità scientifica di accedere a una grande le per l’Archeologia, quali cambiamenti concet- massa di dati, in un’ottica di documentazione di tuali si sono registrati, negli ultimi anni, nei settori scavo sempre più basata sugli open data e sul re- dello scavo, della conservazione e del restauro? cupero del pregresso, come già indicato dall’ICA. E.C. Mi sento di poter rispondere più diffusa- Se sui progressi nell’ambito del restauro si è già mente sullo scavo: ho appena espresso la mia detto in questa sede, mi soffermerò piuttosto sul 10 STEFANO GIZZI
Pompei, scavi (cartolina illustrata De Luca & Company, Napoli) tema della manutenzione programmata, che per senso stretto, si può parlare di scavo stratigra- Pompei costituisce la prossima sfida. La qualità fico solo a partire dagli anni Settanta del No- degli interventi di restauro condotti, infatti, non vecento, certo senza trascurare le esperienze può da sola garantire la conservazione eterna del pionieristiche di Luigi Bernabò Brea e di Nino monumento, soggetto comunque a un fisiologico Lamboglia. Le distruzioni, se ci furono, non de- degrado. Nella consapevolezza dell’impossibilità gli strati superiori ma dei contesti, si misurano di arrestare il degrado, l’unica strada è quella di dalle modalità con cui quegli scavi sono stati gestire le condizioni di fragilità e cronicità del sito documentati: se la documentazione è corretta, attraverso azioni manutentive, la cui efficacia di- il potenziale conoscitivo di un contesto scavo è pende dalla qualità dei controlli e dalla continuità almeno in parte recuperabile; purtroppo questo degli interventi. L’idea di manutenzione, infatti, è non accade spesso, in generale, in quanto prima stata codificata già da Urbani ma ora l’attenzio- dello scavo stratigrafico prevaleva quello noto ne si sta spostando alle strategie di prevenzione, come ‘topografico’, volto a portare in luce le te- controllando in primo luogo i fattori ambientali e stimonianze di una determinata epoca (spesso riconoscendo l’importanza strategica delle atti- quella romana), eliminando ciò che era ritenuto vità di monitoraggio. La manutenzione diventa ‘superfetazione’ posteriore. Le indagini non di- così un processo di anamnesi, diagnosi, terapia struttive erano possibili, certo, ma bisogna ca- e costante controllo dei risultati. pire a quale scopo, erano limitate nelle possibili- tà e non erano certo così progredite come oggi, S.G. Sono state sollevate valutazioni non positi- sì che anche le domande erano ben più limitate. ve, nel tempo, riguardo all’esecuzione degli sca- M.O. Anche Pompei è stata segnata da interven- vi stratigrafici (soprattutto quelli eseguiti dagli ti archeologici a volte limitati, ridotti a semplici anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecen- “buchi” per risolvere problematiche specifiche to), che avrebbero comportato perdite e distru- spesso prive di una visione d’insieme. Questo, zioni degli strati superiori, a fronte della pos- associato a una documentazione spesso scar- sibilità, al contrario, di agire con indagine non na e lacunosa, ha portato a una vera e propria distruttive. Qual è la vostra opinione in merito? perdita di conoscenza. Fortunatamente nel E.C. A proposito di scavi mi riaggancio a quan- caso di Pompei si è visto che la terra ha ancora to ho appena detto, ricordando peraltro che, in molte storie da raccontare e anche riprendere EDITORIALE 11
di Pompei dovrebbe garantire un’esperienza di livello internazionale con attività sia didattiche che sul campo, offrendo la possibilità di formar- si in modo multidisciplinare: una formazione che non considera però solo l’aspetto più pro- priamente scientifico ma anche la realtà attuale di un sito archeologico, formando quindi alla ge- stione e all’amministrazione di siti complessi. La Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia potrebbe essere la sede ideale per questo tipo di esperienza aiutando così anche il rilancio di un altro sito vesuviano, quello di Stabia, una bel- lezza non ancora sufficientemente valorizzata. Amedeo Maiuri mentre indica un’iscrizione a S.G. Quali dipartimenti universitari e quali atenei Pompei (Archivio fotografico stanno partecipando, a vario titolo, alla migliore ex Soprintendenza comprensione del sito e ai programmi di restau- Speciale di Pompei) ro e di valorizzazione? Vi sono anche collabora- in mano i dati di vecchi scavi con nuovi approcci zioni di missioni estere? interpretativi ha portato a risultati interessanti, M.O. Pompei è oggi un vero e proprio laborato- come nel caso del progetto di ricerca condot- rio internazionale: nel sito conducono ricerche to dal Parco stesso presso il tempio dorico e il le più importanti università ed enti di ricerca tempio di Apollo. Inoltre, la metodologia di lavo- italiani e stranieri. Numerose università porta- ro messa in campo dai miei funzionari nel Parco no avanti campagne archeologiche in regime di Archeologico prevede una stretta interazione concessione di scavo in vari punti della città an- tra indagini diagnostiche non distruttive e scavo tica per aumentare la sua conoscenza: dall’U- archeologico, secondo l’approccio inter e multi- niversità di Genova nelle botteghe lungo via disciplinare applicato in tutte le nostre ricerche. dell’Abbondanza all’Università di Lille a Porta Indagini geofisiche con georadar, prospezioni Nocera per ricostruire il rituale funerario, dalla sono parte integrante della progettazione sia San Francisco State University alla Villa del- dell’intervento archeologico che di restauro e le Colonne a Mosaico all’Università di Tubinga conservazione, al fine di meglio indirizzare le nell’area del Foro. Ma Pompei, proprio per le sue ricerche. Il Laboratorio di Ricerche Applicate, specificità, non ha rapporti solo con dipartimen- inoltre, ha proprio il compito di coordinare e ti di archeologia: un accordo quadro e successi- sperimentare nuovi tipi di indagini non distrut- ve convenzioni con il DiARC, il dipartimento di tive, rendendo il Parco un ente attivo anche nel Architettura dell’Università di Napoli Federico campo della sperimentazione. II, ha portato all’elaborazione di un progetto di accessibilità per l’area delle Terme suburbane S.G. Come è da vedersi l’ipotesi di una Scuola che ora il Parco Archeologico sta rivendendo Archeologica Italiana di Atene correlata stret- per metterlo a gara e realizzarlo. Il Laboratorio tamente con Pompei? Anche con una sede di- di Ricerche Applicate, che conserva e monitora staccata fisicamente all’interno di Pompei? 3500 reperti archeobotanici, archeozoologici M.O. Da tempo uno dei miei obiettivi è quello e che coordina ricerche nell’ambito della con- di riportare Pompei in prima linea anche per servazione e conoscenza del sito ha sviluppato quanto riguarda la formazione riprendendo, convenzioni con venti Istituti di ricerca italiani e ovviamente adattandola ai tempi, la Scuola Ar- stranieri che supportano le attività di ricerca e cheologica inaugurata da Fiorelli a Pompei nel conservazione in situ, dall’Università di Firenze 1866. La scuola all’epoca fu fortemente osteg- a quella di Losanna. Anche la fruizione rientra giata in quanto rappresentava con il suo siste- tra i temi che hanno portato Pompei a sviluppa- ma, basato sull’attività pratica negli scavi e il re collaborazioni importanti, in questo caso con contatto quotidiano con il sito, un elemento di il Dipartimento di Ingegneria Elettronica e delle rottura con la tradizione accademica. La Scuola Tecnologie dell’Informazione dell’Università di 12 STEFANO GIZZI
Napoli per produrre strumenti che migliorino la assumere scelte strategiche sempre più consa- Pompei, l’atrio della fruizione del sito da parte dei visitatori. pevoli per la gestione del rischio del sito. cosiddetta Casa di Trittolemo distrutto dai bombardamenti S.G. Potreste illustrare le novità introdotte con S.G. Con i benemeriti progetti in corso di rea- della Seconda guerra mondiale il piano emergenziale relativo alla protezione lizzazione relativi alla manutenzione, al diserba- (Archivio fotografico dell’area di Pompei dal rischio antropico? mento, al superamento delle barriere architetto- ex Soprintendenza M.O. I flussi di visitatori a Pompei aumentano niche, non vi è però un insito rischio di ‘artificia- Speciale di Pompei) ormai esponenzialmente, e a fine 2018 si sono lizzazione’ di un’area che era, in qualche modo, Pompei, gli effetti sfiorati i quattro milioni! Proprio per questo si rimasta in uno stato ‘naturale’? Qual è il limite di devastanti dei sono messe in campo diverse soluzioni per ten- tali tipi di intervento? bombardamenti della Seconda tare di ridurre la pressione antropica sul sito, di E.C. Non mi addentro nelle specificità del proget- guerra mondiale per sé fragile. A partire ormai da qualche anno to, ma anche per questo vale la premessa meto- (Archivio fotografico grazie alle messe in sicurezza si sono riaperti dologica della conoscenza affidata alla filologia. ex Soprintendenza Speciale di Pompei) interi quartieri della città, chiusi da decenni al Se si rispetterà filologicamente l’essenza del pubblico. La riapertura di nuove strade, di vi- contesto pompeiano, non vi saranno pericoli di Pompei, il peristilio della Casa di coli e di nuove case da visitare ha permesso di renderlo artificiale, ferma restando la necessità Trittolemo dopo le creare percorsi diversificati che portano a non di renderlo fruibile a tutti. Non si trascuri, e qui distruzioni belliche concentrare i turisti lungo i soliti assi viari come mi riaggancio alla domanda precedente cui non (Archivio fotografico ex Soprintendenza Via dell’Abbondanza, ma in altre aree, riducen- ho risposto perché non conosco il piano, che i Speciale di Pompei) do così anche il rischio di consumo del suolo. monumenti subiscono una consunzione a causa Fondamentali poi per fronteggiare i rischi della dell’impatto dei visitatori, e quindi bisognerà ra- Una delle insulae di Pompei dopo i pressione antropica sono gli interventi di ma- gionare con una logica integrata di protezione del bombardamenti nutenzione programmata: la costante revisione contesto monumentale anche in questo senso. (Archivio fotografico critica dei dati di monitoraggio e le attività ispet- M.O. La cifra degli interventi condotti in questi ex Soprintendenza Speciale di Pompei) tive ci stanno progressivamente portando ad anni sta proprio nella profonda conoscenza della EDITORIALE 13
Pompei, Odeon specificità della realtà pompeiana e della sua tu- dovute adottare soluzioni puntuali e di dettaglio (Theatrum Tectum) tela come elemento da cui nessuna progettazio- proprio per salvaguardare il record archeologico. con la cavea coperta dall’erba (cartolina ne può prescindere. Un esempio di intervento che illustrata, inizio ben sintetizza quelle che sono le esigenze di una S.G. Un eccesso di finanziamenti (ordinari, Novecento) maggiore accessibilità del sito ma anche il rispet- straordinari, europei) può nuocere, paradossal- Pompei, Teatro tragico to della realtà archeologica è il percorso “Pompei mente, a Pompei? Meglio avere risorse conte- (ricostruito) per tutti”, uno dei più lunghi percorsi accessibili nute da indirizzare di volta in volta a specifiche (cartolina illustrata metà Novecento) in un’area archeologica. Questo progetto infatti tematiche, da pensare gradualmente, piuttosto non ha semplicemente risposto in maniera acri- che ricevere finanziamenti che impongono il ri- Inaugurazione del Teatro tica alla normativa di settore per il superamento spetto di normative europee con scadenze non restaurato, 11 giugno 2010 delle barriere architettoniche, cosa che avrebbe derogabili le quali, magari, obbligano ad opera- concerto di Riccardo alterato l’immagine di Pompei, ma l’intervento re con una eccessiva celerità a scapito di ragio- Muti. Teatro di San Carlo ha mirato ad inserire armonicamente nel con- namenti più meditati? di Napoli, Presidenza del Consiglio dei testo pompeiano le soluzioni architettoniche, E.C. Ancora una volta, preferisco una risposta Ministri - Commissario accompagnando questo intervento con restauri metodologica generale, considerata la mia espe- Delegato agli Scavi di Pompei, Soprintendenza dei bordi di marciapiede, ma anche delle fonta- rienza, in soprintendenza e in museo. Ben venga- Archeologica, PompeiViva ne pubbliche che accompagnano i visitatori lun- no le risorse finanziarie, ma solo se ci sono quelle (foto Stefano Gizzi, 2010) go gli assi stradali pompeiani. Non solo, accanto umane corrispondenti per usarle al meglio: l’in- Le gradonate del alla nuova pavimentazione si è restaurata quella tera sequenza di un lavoro, dall’assegnazione dei Teatro massivamente antica, il tutto sempre accompagnato da scavi finanziamenti all’espletamento delle procedure reintegrate con archeologici che hanno permesso di aumenta- di gara all’esecuzione dei lavori è complessa e blocchetti di tufo (foto Stefano Gizzi, re la conoscenza del sito, dettando in alcuni casi coinvolge un alto numero di figure professionali, 2010) l’andamento stesso del cantiere: a volte si sono e solo la presenza costante di tutte queste ga- 14 STEFANO GIZZI
rantisce il rispetto dei tempi e la qualità dei lavori. zionale l’approccio metodologico adottato, così Casa dei Casti Amanti M.O. Al momento della ‘nascita’ del Grande Pro- da confrontarsi con altre esperienze ed avere cantiere aperto al pubblico (foto Stefano getto il sito versava in tali condizioni di degrado un feedback su quanto dai noi compiuto. Tutto Gizzi, 2010) che sarebbe stato impensabile mettere in cam- questo, come già messo in luce da Elena, è sta- Insula dei Casti Amanti po un intervento che affrontasse radicalmente to possibile grazie anche a una squadra allarga- 2010, cantiere in corso su scala urbana i problemi del sito con i soli fon- ta di funzionari e professionisti di diversa for- aperto alle visite (foto di ordinari. Proprio per gestire con trasparenza mazione che hanno trasformato questa grande Stefano Gizzi, 2010) i fondi ottenuti è stato fondamentale il ruolo possibilità per Pompei in un laboratorio di idee, Opere di sicurezza svolto dall’Arma dei Carabinieri con il Generale sperimentazioni e competenze. e transennature Nistri prima e poi con il Generale Curatoli, la cui provvisorie per la protezione del pubblico presenza ha garantito la legalità di tutte le gare durante i lavori di e dei procedimenti. Con orgoglio possiamo dire manutenzione e di che nonostante le rigide scadenze non abbiamo restauro all’esterno dell’insula dei Casti mai abdicato a una riflessione sugli interventi: Amanti (foto Stefano proprio per la fragilità della materia archeologi- Gizzi, 2011) ca l’approccio è sempre stato consapevole, me- La sistemazione di uno ditato e aperto al confronto. Proprio per questo degli assi principali dopo nel 2017 si è organizzato un convegno in cui si i lavori di manutenzione e di ripulitura (foto è presentato alla comunità scientifica interna- Stefano Gizzi, 2011) EDITORIALE 15
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