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mood|project. Una galleria ed un quaderno, per la riapertura a Napoli di Dino Morra. Quattro mostre all’anno, a partire dal prossimo mese di settembre e un nuovo format di galleria. Così Dino Morra che ha concluso nel 2017 l’esperienza della Dino Morra Arte Contemporanea di Napoli, galleria impegnata nella promozione della giovane arte di ricerca contemporanea, propone al pubblico dei collezionisti e degli amanti dell’arte il suo nuovo progetto dal titolo mood|project che racchiuderà in uno spazio di circa 40 metri quadrati mostre, video, attività editoriali, ma anche talk ed eventi diffusi.
Lo spazio della galleria viene rimodulato da Morra, sia fisicamente che concettualmente e la nuova sede nel quartiere Chiaia, con una predominanza del colore bianco sarà costituita da piccoli spazi, con corridoi, passaggi e nicchie, spunti architettonici, rientranze, profondità, linee curve e mattoncini in vetrocemento. E infine, una finestra di collegamento e di separazione: una finestra dell’arte. Sede pronta a raccontare un nuovo concept che vedrà la produzione non solo di eventi all’interno degli spazi, ma anche di mostre diffuse e di eventi out-door, proposti all’esterno della galleria classica. Punto di partenza del nuovo progetto è stata la collettiva Re_st_Art che si è svolta al PAN di Napoli dal 17 giugno 2021 al 4 luglio 2021, con esposizione delle opere di Alessio Ancillai, Sveva Angeletti, Alessio Barchitta, Fabrizio Cicero, Ola Czuba, Alessandro Dandini de Sylva, Veronica Montanino e Sonia Riccio, tutti giovani artisti, prevalentemente romani. Mostra che ha segnato una ripartenza delle arti dopo i mesi di chiusura pandemica, e con la quale Morra ha offerto al pubblico un fresco e libero dialogo tra linguaggi eterogenei, spaziando dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia. L’attività editoriale della nuova galleria vedrà per ogni mostra la produzione di Quaderni di mood|project il cui numero 1 è stato dedicato alla mostra Re_st_Art del PAN. La finestra dell’arte farà invece, da cornice ad un’area di dibattito, con incontri e talk tra il gallerista e gli artisti, i collezionisti, i curatori, gli imprenditori, gli scrittori e gli attori della realtà culturale ed economica del paese.
Una nuova mission dunque, che vedrà l’avvio con l’apertura della galleria mood|project tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre del 2021 con una mostra inaugurale. Con l’immutato spirito di Dino Morra di realizzare una galleria diffusa e itinerante, che prosegua il percorso avviato nel campo della sperimentazione di nuovi linguaggi e di nuove potenzialità, dentro e fuori le mura del nuovo spazio nel salotto di Chiaia.
conclude il primo ciclo di mostre al Gad Art District. Sospesa lo scorso anno, la festa del Redentore è tornata nello scorso week end a Venezia con i suoi fuochi d’artificio nel canale della Giudecca. E con la festa del Redentore il Gad Art District della Giudecca, ha completato il suo primo ciclo di mostre del 2021, iniziate in maggio in concomitanza con la Biennale di Architettura. Si concludono dunque, the Space We Live In di Heinsdorff, e Encanto prima mostra personale a Venezia di Palmalisa Zantedeschi, artista di Verona, entrambe curate da Pier Paolo Scelsi. Con The Space We Live In | Lo Spazio In Cui Viviamo, l’artista tedesco Markus Heinsdorff ha presentato il suo lavoro, che si concretizza nell’indagare lo spazio, le sue proprietà e il suo utilizzo. Intervento centrale della mostra è stata una “Paper Box House”, installazione site-specific alta più di 4 metri, realizzata in cartone riciclato, un oggetto d’arte, ma anche di una riflessione sul tema della costruzione sostenibile con
materiale riciclabile. Per Markus Heinsdorff l’intervento è un elemento di risposta ad un bisogno sociale: attualmente nel mondo più di 70 milioni di persone sono senza tetto e più di un miliardo di individui vive in alloggi inadeguati. Nella mostra Encanto invece, la “pietra”, la “roccia” il “sasso”, ossia alcuni elementi naturali, sono stati proposti in contatto con la materia tattile e con l’uomo, e la mostra ha previsto l’esposizione di rocce provenienti da diverse parti del mondo, come un flusso che racconta la materia e l’energia, la percezione dell’uomo, e il suo porsi in uno status di tensione verso la conoscenza, tramite l’ascolto ma anche tramite l’atto della menzione, del nominare, tramite l’atto del “Canto”. Il Gad Art District nel primo ciclo di mostre ha anche presentato la mostra dell’architetto Mario Gottardi dal titolo La misura e la grazia dell’abitare, curata da Caterina Corni con una ricca documentazione fotografica e progettuale a testimonianza delle principali sue commesse, e arricchita da un video di Umberto Corni, creato appositamente per
l’occasione. E la mostra Texture of Fade, a cura di Francesca Mavaracchio, sul tema del paesaggio e della visione antropica di questo. Infine, la mostra Pulse realizzata a quattro mani, dalla scultrice Hande Sekerciler e dall’artista digitale Arda Yalkin, un duo artistico turco ha:ar impegnato in una una ricerca compositiva e scultorea tra mondo fisico e virtuale, che rilegge l’estetica dei grandi maestri del Rinascimento e del Barocco alimentando così una riflessione critica su ciò che è stato e ciò che è, offrendo suggestioni su ciò che ci attende. Arte Contemporanea, artigiani Veneziani, e Istituzioni e Partner Internazionali sono alla base dell’esperienza del Giudecca Art District, network di professionisti dell’arte il cui interesse si concentra sull’isola della Giudecca, al fine di creare un polo artistico attraente lontano dal clamore del turismo di massa e vicino a un’estetica industriale contemporanea del nord Europa. I 640 visitatori giunti nello spazio nel corso di questo week end del Redentore sono stati una ventata di energia nuova, e una spinta utile e positiva alla prosecuzione dei lavori degli attori dell’arte del Gad.
“Nei nostri sogni”, il volume di Antonella Capobianco. “Nei nostri sogni” di Antonella Capobianco, edito da PAV per la collana Storie di vita è un libro delicato e intenso che affronta tematiche importanti, come l’omosessualità e l’omofobia. E’ la storia di una famiglia e di una vita terrena e poi, diviene la storia di una perdita improvvisa: la morte di una madre, Emma, protagonista di tutto il libro e della vita oltre la morte, vita che resta sospesa, come in un sogno accanto alla vita terrena. E’ un volume che attraversa dimensioni universali. E sono tematiche importanti quelle che vengono affrontate nello scritto della Capobianco, poiché si parla della comunicazione e, di contro, della incomunicabilità – il c.d. non detto – che regna in alcune, tante famiglie. Emma nella sua nuova condizione di vita-non-vita, si muove ancora nella sua casa come in un sogno, come fosse in un limbo, con la vivacità di una bambina. Incontra Andrea, uno dei suoi due figli, che scopre in una relazione omosessuale, e Claudio, il suo secondogenito, coinvolto in una storia travagliata con la giovane Adila che porterà ad un brutto, quanto attuale episodio di omofobia. Ci parla ancora Emma con i “suoi uomini” di casa, consiglia, aiuta, abbraccia, fa sentire la sua presenza. Si sistema in un
angolo di quella che è stata la sua casa e osserva lo scorrere della vita, ormai senza di lei. Ma lei l’accompagna. “Nei nostri sogni” è stato presentato mercoledì 7 luglio in Piazza Dante presso il caffè bistrot letterario “Il Tempo del Vino e delle Rose. Al tavolo dei relatori, con il giornalista Renato Aiello che ha moderato l’incontro, sono stati invitati per un confronto la psico- oncologa Daniela Barberio; l’attrice Liliana Palermo che ha letto alcuni brani dal libro, l’avvocato Alessia Schisano, il segretario Antinoo Arcigay Napoli Antonello Sannino. Si avverte sempre più, nella famiglia moderna il senso di “una ridefinizione del spazi di relazione, e la necessità di contemplare altre realtà, come la realtà della omosessualità. I sentimenti e le emozioni di ogni componente diventano elementi fondamentali all’interno della famiglia e del sistema di relazioni“, spiega nel corso della presentazione la psico- oncologa Daniela Barberio. Il tema della omosessualità è centrale nel racconto del libro, e svela come le minoranze legate alla materia sessuale non trovano ancora nella nostra società la stessa considerazione e la regolamentazione di altre minoranze, quali le linguistiche o le etniche. Così in dibattito si tocca l’argomento attualissimo, politico e sociale, del DDL Zan, all’indomani della partecipazione del parlamentare Alessandro Zan alla 25ma festa del Gay Pride a Napoli. E l’avvocato Alessia Schisano, illustra come “il volume di Antonella Capobianco voglia e debba essere un modo per fare cultura, perchè la legge serve ad indicare la via ai cittadini, ma questa va sempre accoppiata ad un dibattito
culturale che nasce dal basso, e i cittadini non vanno mai lasciati fuori”. “La omosessualità non è una malattia- si legge nelle parole di un messaggio trovato da Emma nel suo vagare come anima dentro la sua casa- ma si tratta di una condizione. E’ come stare al buio, e come sentirsi inesistenti”. Cita Marco Pannella, Antonello Sannino, segretario Antinoo Arcigay Napoli, ci racconta l’esperienza e la storia dei 25 anni del Pride a Napoli; così come parla del concetto tanto dibattuto della identità di genere, argomento definito ampiamente dalla scienza umana e ora di nuovo oggetto di dibattito; della legge Reale Mancino del 1993 che Nichi Vendola aveva voluto estendere alle discriminazioni omofobe, legge che nasceva sulla scia dei movimenti naziskin. Questo perchè l’omosessualità non è una scelta dell’individuo ma una condizione e dunque il DDL Zan – spiega – è stato scritto per integrare la legge Reale Mancino inserendo altre fasce di tutela. Consapevolezza, conoscenza e metodo scientifico, dunque, sono elementi tutti fondamentali nell’analisi della tematica omofoba, poiché la scienza va sempre mediata con la coscienza. “Scardinando gli schemi mentali e i pregiudizi troppo radicati, e partendo dalla famiglia, dalla scuola e dai percorsi psicologici” – conclude Antonella Capobianco. Il volume è disponibile in libreria e su Amazon.
“AMAZONIANO il nuovo HERO”, esce su Amazon il libro dell’artista Laura Mega “AMAZONIANO il nuovo HERO” è il libro scritto e illustrato da Laura Mega, autoprodotto con Amazon e acquistabile sul sito Amazon in formato ebook e cartaceo al prezzo di 13, 50 euro, dallo scorso 22 giugno. L’artista italiana Laura Mega, in attesa del rinnovo di visto per tornare nella sua amata New York, bloccata a Roma nell’anno della pandemia, decide di impiegarsi come magazziniera in un centro Amazon. Da questa insolita esperienza, ne ricava un progetto artistico, che diventa un libro illustrato con i suoi stessi disegni e un’azione performativa che passa dal self-publishing attraverso la stessa azienda di e-commerce statunitense. Laura Mega (sotto lo pseudonimo di Elena, la protagonista nel libro) racconta, in chiave ironica, la sua avventura nel magazzino Amazon di Passo Corese in provincia di Rieti.
Dopo 13 anni vissuti a New York, Elena, un’artista italiana rimasta bloccata a Roma per un timbro sbagliato sul passaporto, trova lavoro presso Amazon. Il contratto inizia nel periodo natalizio con un turno di notte… Tra parole scritte e pagine illustrate, il racconto del nuovo lavoro da magazziniera si alterna al ricordo nostalgico da artista nella Grande Mela, e alla sorpresa di trovarsi a interagire con le vite degli EROI che scorrono nel magazzino Amazon, in cui l’autrice consente al lettore di entrare da un punto di vista privilegiato, attraverso il suo sguardo ironico e senza pregiudizio. Pur non essendo l’unico libro in commercio sul tema Amazon, “AMAZONIANO il nuovo HERO” si distingue per il suo proposito. La scelta di autoprodurre il libro proprio attraverso Amazon, conferma l’ironia dell’artista-autrice, che ama servirsi dei paradossi e ribaltare gli stereotipi. Ogni acquisto del libro da parte di un cliente accende, infatti, la catena di montaggio del magazzino mettendo in atto un’azione ripetuta in loop: Amazon produce, stampa e vende il libro sull’amazoniano, l’amazoniano preleva il libro dagli scaffali e lo confeziona all’interno del magazzino Amazon, concludendo l’intera operazione con la spedizione al cliente che ha acquistato sul
sito Amazon. Una ripetizione ossessiva in parte quasi alienante, come il lavoro dell’eroe amazoniano. “AMAZONIANO il nuovo HERO” è un libro di 128 pagine autoprodotto con Amazon e in vendita sul sito Amazon su territorio nazionale (.it) e internazionale. Laura Mega è un’artista visiva e scrittrice che lavora, da anni, tra New York e Roma. Co-fondatrice di “LAZZARO_art doesn’t sleep”, un progetto artistico nato, lo scorso anno, durante il periodo di lockdown. Ha pubblicato con Edizioni Pulcinoelefante e ha scritto brevi racconti sulla rivista letteraria americana The Opiate. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Roma e ha frequentato l’Università dell’Immagine – Scuola sui cinque sensi creata dal fotografo Fabrizio Ferri, a Milano. Ha esposto la sua arte a livello internazionale e, attualmente, è rappresentata dalla Ivy Brown Gallery di New York.
“Nei nostri sogni”, una storia soprannaturale e dalle tematiche sociali nel libro della Capobianco Sarà presentato mercoledì 7 luglio, ore 18.30, in Piazza Dante presso il caffè bistrot letterario “Il Tempo del Vino e delle Rose il volume “Nei nostri sogni”, il libro dell’esordiente Antonella Capobianco. Antonella Capobianco, appassionata di letteratura e arte è napoletana d’origine ma ha vissuto a Torre del Greco fin da piccola. “Nei nostri Sogni” è la sua prima fatica letteraria, pubblicata da PAV Edizioni nel 2021 e affronta tematiche sociali come omofobia e coming out familiari attraverso una vicenda soprannaturale. “Che stupidi che siamo: quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno“. Il discorso che Stefano Accorsi ci regalava 20 anni fa nel bel
film di Ferzan Ozpetek, “Le fate ignoranti”, si presta bene a raccontare la vicenda di Emma, protagonista del libro di Antonella Capobianco, già disponibile nelle librerie (su ordinazione), nonché acquistabile su Amazon. Il romanzo, pubblicato da PAV Edizioni quest’anno, sarà presentato alla stampa e al pubblico mercoledì 7 luglio dalle 18.30 in Piazza Dante 44, a Napoli, presso il caffè letterario e bistrot “Il Tempo del Vino e delle Rose”, nel corso di un incontro dibattito – moderato dal giornalista Renato Aiello – cui prenderà parte l’autrice insieme ai seguenti relatori: Antonello Sannino, Segretario Antinoo Arcigay Napoli; l’avvocato Alessia Schisano; la psicologa Daniela Barberio; l’attrice Liliana Palermo, cui saranno affidate le letture di alcuni passaggi del testo. Nella prima fatica letteraria della napoletana Capobianco, esordiente assoluta con una grande passione per l’arte e per la scrittura, le tematiche come la morte, le attese e le occasioni mancate della vita passano attraverso la lente dell’elemento soprannaturale, e a tratti anche del paranormale, per approdare nell’attualità con cui ci confrontiamo sempre più spesso: quella dell’incomunicabilità tra genitori e figli, del coming out in famiglia e della triste piaga dell’omofobia. I sogni diventano pertanto, al di là di ogni credo spirituale e religioso, lo strumento attraverso cui Emma continua a comunicare con uno dei suoi due figli, a causa della perdita improvvisa che sconvolge totalmente il suo nucleo familiare. Un evento inatteso che mette in moto anche scoperte decisive e svela i segreti meglio nascosti tra i suoi cari, perfetti sconosciuti l’uno per l’altro. L’assenza di comunicazione nell’era dell’interconnessione e della convivenza forzata (causa pandemia) è il paradosso più grande mai vissuto nella nostra società, che si dichiara aperta e cosmopolita sulla carta, per poi dare filo da torcere alle diversità di genere, di orientamento sessuale e persino culturale, con l’episodio della giovane Adila, nata e
cresciuta in Italia ma di origine pakistana, esemplare nelle sue contraddizioni. Omosessualità, omofobia (nella seconda parte del libro un attacco ci ricorda che il virus dell’odio in Italia è quello che circola più di tutti), e il tema dei nuovi italiani si intrecciano alle visioni oniriche e alla vita ultraterrena della giovane madre Emma, impegnata nella prova più difficile di tutte: guidare gli uomini della sua vita verso un’elaborazione del lutto e il superamento delle sfide più gravi con tutto l’amore materno possibile. L’appuntamento letterario del 7 luglio prossimo, che si svolgerà nella piena osservanza delle norme anti covid-19 di distanziamento sociale e soprattutto all’aperto, offrirà quindi spunti interessanti per dibattere delle problematiche che ci riguardano ogni giorno (i casi di raid omofobi, bullismo e violenza familiare fisica e psicologica su chi vuole vivere all’occidentale, purtroppo, fanno spesso capolino sulle prime pagine e nelle homepage dei siti di informazione). “Nei Nostri Sogni” è un viaggio nell’elaborazione di un lutto, la rappresentazione dell’amore materno al suo apice, quell’affetto inscindibile che lega ogni madre ai suoi figli anche dopo la morte, che li guida, li segue, tra sogno e realtà, mondo dei vivi e regno dei morti. Il soprannaturale è un tema essenziale dell’opera prima di Antonella Capobianco, insieme alla scoperta da parte di un genitore dell’omosessualità del proprio figlio e, purtroppo, alla piaga dell’omofobia, vero nervo scoperto del nostro paese. E se le differenze di genere e di orientamento costringeranno tutti a fare i conti con sé stessi e con le persone più care, quelle tra culture diverse, tra italiani e nuovi italiani spingono a una riflessione sui tempi attuali e sul futuro che ci attende in un paese sempre più cosmopolita.
Il 7 luglio l’autrice sarà disponibile per interviste e per scambiare riflessioni e pensieri sui temi delicati e sensibili della sua opera prima con tutti gli operatori dell’informazione, giornalisti, blogger e con chiunque fosse interessato a trascorrere un momento culturale davanti a un buon calice di vino. La Cona dei Lani, da Sant’Eligio al Mercato al Museo di San Martino. Martedì 29 giugno alla Certosa e Museo di San Martino sarà presentata e inaugurata la nuova sezione espositiva dedicata alla Cona dei Lani, proveniente dalla chiesa di Sant’Eligio al Mercato. Dopo un lungo intervento di recupero e restauro, la Direzione regionale Musei Campania presenta al pubblico, in un’ambiente appositamente allestito nel Museo di San Martino, un insieme monumentale di opere in terracotta che facevano parte della ricca decorazione della distrutta cappella dei Lani nella
chiesa di Sant’Eligio al Mercato. L’intervento, avviato più di vent’anni fa grazie alla lungimiranza dell’allora soprintendente Nicola Spinosa, in seguito all’identificazione nel 1998 dei frammenti nei depositi di Palazzo Reale da parte di Pierluigi Leone de Castris, è stato completato grazie a un finanziamento programmato nel 2018 dal Segretariato regionale del MIC diretto all’epoca da Mariella Utili e oggi da Salvatore Buonomo. La Cona dei Lani si può ritenere il più imponente complesso fittile policromo del Rinascimento meridionale, che, persa irrimediabilmente la sua collocazione originaria, viene restituito alla fruizione grazie a quest’ultimo intervento di restauro e musealizzazione, diretto prima da Ida Maietta e poi da Rita Pastorelli con Lidia Del Duca. Il restauro è stato eseguito dal consorzio R.O.M.A con la direzione tecnica di Giuseppe Giordano. Il progetto di allestimento nel Museo di San Martino diretto da Francesco Delizia, si deve a Cassandra Lo Gatto e Ludovica Giusti, che ha anche diretto i lavori (allestimento: Project e D’Alessandro costruzioni s.r.l.). L’opera è una testimonianza eccezionale della fase cinquecentesca della chiesa angioina di Sant’Eligio, distrutta dai bombardamenti del 1943 ed identificata, ancora tra le macerie, da Gennaro Borrelli alla metà degli anni Settanta del secolo scorso come opera di Domenico Napoletano, autore di formazione lombarda, citato dalle fonti e tra i protagonisti della composita cultura napoletana tardorinascimentale. Le
ricerche storico artistiche propedeutiche a questo cantiere sono state avviate fin dalle prime fasi da Maria Ida Catalano che le ha continuate anche in quest’ultimo segmento, prestando al progetto la sua consulenza scientifica. I grandi frammenti vennero ritrovati per la prima volta durante i lavori del dopoguerra. Erano stati sepolti sotto il pavimento della Cappella dei Lani (bucceri o macellai), che in origine accoglieva la straordinaria impresa decorativa. L’interramento fu eseguito nel Settecento, quando la chiesa venne sottoposta ad un lavoro di modernizzazione. Dopo la scoperta, i magnifici pezzi superstiti della decorazione distrutta –teste, mezzi busti, qualche figura intera ed una grande quantità di elementi architettonici e ornamentali – furono indiscriminatamente accumulati e divisi tra diversi depositi cittadini, ed in sostanza dimenticati fino al recente recupero. Nel corso del complesso restauro ed assemblaggio moderno, dal puzzle dei frammenti sono state ricomposte numeroso figure di Sibillee Profeti, il Cristo Redentore, la scena dell’Adorazione del Bambino, quella del coro di angeli musicanti, oltre al recupero della Vergine e della predella con le Storie ed il martirio di San Ciriaco. Già agli inizi di questa lunga avventura si erano potute ritrovare la firma e la data incise nella terra ancora cruda (Do)minici/(opu)s/(MD)XVII, che avevano potuto confermare le notizie tramandate dalle fonti. L’intervento di pulitura ha poi reso leggibili le superfici e i segni di lavorazione delle terrecotte, facendo emergere l’azzurro e l’oro dei frammenti architettonici. Inoltre, il ritrovamento di piccole parti di colore originale, restituisce ai monumentali pezzi il senso della loro preziosità, mentre l’allestimento su fondi e basi dai toni chiari accompagna in maniera sobria e raffinata la
lettura dell’opera, restituita nella sua complessità di insieme maestoso ma mutilo. Non si è inteso, infatti, tentare alcuna ricomposizione della Cona che arricchiva la perduta cappella dei Lani, tra le imprese decorative più singolari del primo cinquecento napoletano, data la assenza di tante parti, ma presentare nella maniera più eloquente ed al contempo coerente i maestosi frammenti. L’esposizione permanente aggiunge ulteriore valore alle collezioni del Museo nazionale di San Martino, che fa capo alla Direzione regionale Musei Campania diretta da Marta Ragozzino, che tradizionalmente accoglie sculture provenienti da edifici religiosi e civili della città. Nel presentare l’intenso lavoro compiuto, sono di accompagnamento brevi testi ragionati, a cura di Brunella Velardi, e un video originale di Marco e Matteo Pedicini che evoca l’intera vicenda. I tanti dati conoscitivi emersi durante il cantiere messi così in evidenza stimolano il pubblico verso riflessioni tecniche, formali, spingendolo a cogliere problematiche iconografiche ed ipotesi ricostruttive. Ai visitatori si sono offerti saperi diversi, risultato del confronto tra architetti, storici dell’arte, restauratori, diagnosti, grafici, fotografi, tutti coinvolti a completare la singolare impresa. L’intervento di restauro e l’allestimento, finanziati dal Segretariato regionale per la Campania e frutto del lavoro congiunto con la Direzione regionale Musei Campania, saranno presentati alla stampa nell’ambito di una anteprima nella Sala della Cona dei Lani della Certosa di San Martino martedì 29 giugno alle ore 11.00. Alle ore 18.00 nel Chiostro dei procuratori si terrà la conferenza inaugurale. Interverranno: Salvatore Buonomo, Segretario Regionale MIC per la CampaniaMarta Ragazzino, Direttore
Regionale Musei della Campania; Francesco Delizia, Direttore della Certosa e Museo di San Martino; Pierluigi Leone de Castris, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli; Maria Ida Catalano, Università della Tuscia, direttore scientifico degli interventi di restauro. Che dialogheranno su tutta la vicenda storica, critica, di cantiere e allestimento. Le Sinfonie a due violini, violoncello e basso di Michele Mascitti nella Sagrestia del Vasari. Sinfonie napoletane a due violini e basso nella Sagrestia del Vasari, il patrimonio musicale napoletano inedito del XVII e XVIII secolo in scena nella suggestiva cornice del Complesso Monumentale Sant’Anna dei Lombardi (Piazza Monteoliveto, 4 – Napoli). Si terrà venerdì 25 giugno 2021, alle ore 19,00, il concerto
dell’Ensemble Barocco Accademia Reale, diretto dal M° Giovanni Borrelli, nella Sagrestia del Vasari. Ad eseguire le Sonate a due violini, violoncello e basso di Michele Mascitti, compositore formatosi a Napoli nel primo Settecento, il M° Giovanni Borrelli (Violino barocco di concerto e direzione), i musicisti Giuseppe Grieco (Violino barocco), Carmine Matino (Viola barocca) Francesco Scalzo (Violoncello barocco), Tina Soldi (Clavicembalo). L’iniziativa è inserita nel progetto La Scuola Musicale Napoletana X edizione a cura dell’Associazione Culturale Accademia Reale, con il patrocinio della Regione Campania. Il progetto di ricerca, recupero e valorizzazione del patrimonio musicale napoletano inedito del XVII e XVIII secolo, include la presentazione dell’edizione critica delle Sonate a due violini, violoncello e basso di Michele Mascitti, napolitano a cura di Giovanni Borrelli, direttore dell’Ensemble barocco Accademia Reale. Con strumenti antichi e interpretazioni filologiche verranno presentate alcune delle Sonate Napolitane per salvaguardare dall’oblio il ricco patrimonio culturale e musicale campano del periodo barocco.
Il concerto sarà anche registrato e mandato in diretta sul canale Facebook di Accademia Reale. Il progetto La Scuola Musicale Napoletana X edizione ha coinvolto insigni studiosi per la ricerca dei manoscritti inediti ricevendo il patrocinio dell’Università Parthenope di Napoli, del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e di Istituti di cultura del territorio. Si ringrazia, per la disponibilità della Sagrestia Vasari, l’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Lombardi e San Carlo Borromeo nella persona di Padre Salvatore Fratellanza e la cooperativa sociale ParteNeapolis. Le musiche saranno: Domenico Gallo (1730 – 1769 ca) Sonata a 2 violini e Basso in Sol maggiore (attribuita a G. B. Pergolesi) (Moderato, Andantino, Fugato Presto); Michele Mascitti (1664 – 1760) Sonata op. 1 n. VII in Re maggiore per 2 violini, violoncello e basso (Vivace, Allegro, Grave, Allegro); Michele Mascitti (1664 – 1760) Sonata op. 1 n. VIII in La minore per 2 violini, violoncello e basso (Un poco andante, Allegro, Adagio, Allegro); Michele Mascitti (1664 – 1760) Sonata op. 1 n. IX in Do maggiore per 2 violini, violoncello e basso (Adagio, Allegro assai, Adagio, Allegro). Il Concerto avrà inizio alle ore 19,00, precede il concerto Visita guidata ore 18,00. E’ prevista prenotazione obbligatoria alla mail: accademiareale@gmail.com Il costo concerto sarà di € 10, il costo con visita guidata e concerto sarà di € 15. Per la diretta streaming https://www.facebook.com/accademia.reale
La ricerca di Roberto Pugliese, tra sound art e arte cinetica programmata. Una commistione tra la sound art e l’arte cinetica e programmata. Un’indagine intorno al suono e ai suoi effetti, alla sua diffusione nell’ambiente interagendo con questo, sperimentando con l’utilizzo di apparecchiature meccaniche collegate a pc e a software. Un percorso che parte dal suono per analizzare i processi che la mente umana affronta per distinguere suoni di tipo naturale e suoni di origine artificiale. In un passaggio da un concetto stretto e bidimensionale dell’arte ad una vera installazione ambientale, che riempie lo spazio intervenendo sulle percezioni e sui sensi, anche visivi, del fruitore. Questa la ricerca di Roberto Pugliese, e artista, classe 1982, con un diploma in musica elettronica al Conservatorio di Napoli di San Pietro a Majella e con una cattedra come professore di Multimedia sytems and Sound art al Conservatorio di Musica di Bari. Ho conosciuto il lavoro di Roberto Pugliese a Venezia, al GAD – Giudecca Art District –progetto dell’associazione culturale
One Contemporary Art presieduta da Pier Paolo Scelsi- nel corso della mostra Recursions and Mutations, collettiva con opere di Vincenzo Castella, Lynn Davis, Jacob Hashimoto e Roberto Pugliese, nell’estate del 2019. Per poi, scoprire che Pugliese ha preso parte a tantissime esposizioni personali e collettive sia in Italia e sia all’estero, e tra queste: Transanatomy, Teatro Anatomico, Bologna, La Finta semplice, Museo degli Affreschi, Verona, Gervasuti Mix, omaggio a Cage, Gervasuti Foundation, Venezia, Unexpected Machines, Galerie Mario Mazzoli, Berlin, Cyfest-12, Stieglitz Academy of fine art, Saint Petersburg, Los Maquinistas, c arte c Museum, Madrid, Touch wood, Stadtgalerie, Klagenfurt, Sound Vibes, Galerie Charlot, Parigi, Athens Digital Arts Festival 2018, Atene, West Bund Art&Design, Shangai, Art Goes Logomo, Makasiini Contemporary, Turku, Finlandia, Premio VAF, Stadt galerie, Kiel, Data Deluge, Ballroom Marfa, Marfa, Texas, Ghostbusters, Charlottenburg Museum, Copenaghen, Oscillator, Science gallery, Trinity college, Dublino, Sound Art. Sound as a Medium of Art, ZKM Center for Art and Media, Karlsruhe. Ed ha lavori esposti in musei italiani e stranieri come ad esempio ZKM Museum, di Karlsruhe in Germania, oppure nell’Università Politecnica delle Marche ad Ancona, e come la collaborazione con lo Studio di Renzo Piano alla installazione sonora “Melodie Mediterranee” a Genova. Oltre ad aver vinto premi come il VAF Foundation Award, la Honorary mention for sound art and music, Ars electronica 2013 a Linz, la Special mention, Vida 14, Telefonica Fundaciòn, di Madrid. Ritrovo il musicista e artista in queste settimane a Napoli, con due interessanti installazioni nella Galleria Morra Greco, nel percorso della mostra collettiva dal titolo: “There is No Time to Enjoy the Sun” realizzata nel contesto di Progetto XXI, con la curatela di Federico Del Vecchio, che rappresenta una tappa del progetto “Sistema Campania per l’arte
contemporanea”, e che si propone di dare spazio alle voci dell’arte contemporanea del territorio campano, esponendo in una collettiva i lavori di 19 artisti ed artiste campane. Roberto Pugliese ci racconta e ci descrive le due opere in mostra. Acustiche Derive Visionari Il progetto -dice l’artista- intende indagare sul concetto psicogeografico di deriva, traducendolo concettualmente e percettivamente su di un piano sonoro. Partendo dall’idea di paesaggio sonoro di Schafer, l’artista intende realizzare una composizione che spinga l’ascoltatore ad una deriva non più psicogeografica ma psicoacustica; in questo caso non sarà il fruitore a muoversi nell’ambiente, vagando verso scenari ignoti ma, è il suono a muoversi nello spazio e ad avvolgere l’ascoltatore con delle immagini sonore. La natura sonora della deriva sarà composta di suoni sintetici e concreti assemblati tra di loro in maniera da costruire un vero e proprio percorso acustico. Sul piano visivo, l’installazione prevede l’utilizzo di tubi in plexiglas trasparenti di diverse lunghezze e diametri all’interno dei quali sono posizionati degli speaker audio. I tubi sono ancorati al soffitto dello spazio mediante dei cavi di acciaio intrecciati ed hanno funzione di “cassa di risonanza”. Inoltre i tubi rendono i suoni molto direzionali, in questo modo il fruitore avrà una percezione maggiore di movimento sonoro.
Equilibrium variant Il secondo lavoro – spiega Roberto Pugliese – intende indagare sulle potenzialità dello sviluppo dell’effetto Larsen conosciuto anche come feedback, mediante dispositivi mobili in uno spazio tridimensionale. L’effetto Larsen è il tipico fischio stridente che si sviluppa quando i suoni emessi da un altoparlante ritornano ad essere captati da un microfono e si innesca solitamente quando il microfono è troppo vicino all’altoparlante e capta una frequenza emessa da quest’ultimo che, quindi viene amplificata e riprodotta a sua volta con ampiezza via via crescente, virtualmente illimitata, se non fosse che l’amplificatore va in saturazione. Su di un supporto da terra sono posizionati due bracci robotici. Alla estremità di un braccio è posizionato un microfono e sulla estremità dell’altro è posizionato uno speaker. Un software creato ad hoc, dispone la posizione dei bracci robotici nello spazio in maniera dinamica
e gestisce la distanza del microfono dallo speaker evitando che il sistema vada in saturazione. In questo modo, il sistema cerca un suo equilibrio ma, questo è fisicamente impossibile da ottenere. La ricerca spasmodica di questo equilibrio crea una dimensione acustica e visiva mutevole dinamicamente in quanto la frequenza del feedback e i movimenti dei bracci sono diversi e mutano in tempo reale. In natura il fenomeno del feedback è la capacità di un sistema di autoregolarsi, tenendo conto degli effetti scaturiti dalla modificazione delle caratteristiche del sistema stesso e tutti gli organismi viventi ne sono soggetti. Il progetto porta questo fenomeno nel campo della cibernetica attraverso il suono; questo rende i movimenti estremamente armonici e naturali ed i bracci assumono caratteristiche comportamentali riconducibili a organismi viventi come per esempio quelle di due animali che si corteggiano o duellano. Il sistema dunque, si trasforma in un organismo biomeccanico che vive di vita propria e reagisce alle condizioni esterne. Al PAN la mostra AD alfabeto donna, pitture di Elisabetta Biondi fotografie di Francesco Soranno. Il secondo piano del PAN Palazzo Arti Napoli propone in questi
giorni la mostra AD alfabeto donna, pitture di Elisabetta BIONDI fotografie di Francesco SORANNO. Una mostra delicata ed elegante, che ruota intorno all’universo femminile, per raccontarne le emozioni, attraverso gli occhi di un fotografo e di una pittrice. Che cos’è essere donna? Cos’è la femminilità? La mostra è dedicata a tratti e sentimenti peculiari dell’universo delle donne: origine | amore | intuizione | sensibilità | seduzione | empatia | procreazione. Organizzata dall’Associazione Flegrea Photo con la collaborazione dell’Assessorato all’Istruzione, Cultura e Turismo del COMUNE di NAPOLI l’esposizione si compone di otto fotografie accompagnate da otto pitture, con didascalie poetiche nelle quali le parole di Alda Merini incorniciano le immagini in un connubio delle arti, che vuole porre l’attenzione sull’universo delle donne e sull’irrisolto e attualissimo tema della violenza: donna granello di colpa anche agli occhi di Dio [Alda Merini]. Ma anche donna capace di autodeterminazione, artefice consapevole della ricerca della sua libertà. Foto rigorosamente in bianco e nero, come da sempre nelle espressioni artistiche di Francesco Soranno, fotografo e presidente di Flegrea Photo, colloquiano con i colori di Elisabetta Biondi, pittrice interessata al connubio tra visual art e letteratura. Accanto alle immagini fotografiche nelle quali la donna viene immaginata in un atteggiamento “difensivo” e di protezione nei confronti del proprio corpo e della sua interiorità, l’impronta colorata degli acrilici danza a liberare il sentimento che accompagna le donne nelle diverse fasi della vita, bambina e adulta, donna dal corpo seducente che diviene madre e moglie. Perchè “l’amore è vivere duemila sogni” [Alda Merini], e complesso, articolato, forte e delicato è l’universo femminile.
AD alfabeto donna è visitabile al PAN Palazzo Arti Napoli fino al 13 giugno con ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria su http://ingressi.comune.napoli.it/pan/ Il volo in deltaplano e parapendio si risveglia nei cieli di Lombardia e Veneto. Cancellata lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria, la XXXIII edizione del trofeo Valerio Albrizio, la competizione che vanta la più lunga tradizione nel panorama delle gare di deltaplano, ritorna nel 2021. La manifestazione si svolgerà a Laveno Mombello (Varese) dal 4 al 6 giugno con eventuale recupero dall’11 al 13 in caso di meteo non favorevole. Organizzata dall’Aero Club Lega Piloti in collaborazione con il Delta Club Laveno, prevede una partecipazione massima di 50 piloti compresi quelli provenienti dall’estero. Tra gli italiani presenti quelli della nazionale azzurra dieci volte campione del mondo, l’ultima nel 2019. Nessuna disciplina sportiva italiana ha mai vinto tanto.
L’area scelta è una vera palestra per gli amanti del volo libero in deltaplano e parapendio per le sue molteplici e peculiari caratteristiche. Dai decolli del Monte Nudo e del Sasso del Ferro vi sono notevoli possibilità di voli a lunga percorrenza, anche oltre i 150 km, toccando tutte le vette delle Prealpi: a est fino a Como e Lecco, a nord sulle Alpi svizzere e a ovest oltre il Lago Maggiore, fino alle valli del novarese, al Passo del Sempione e al Monte Rosa. Il prossimo 12 giugno a Borso del Grappa (Treviso) e sul celeberrimo Monte Grappa andrà in scena Hike&Fly Experience,denominazione che identifica gli eventi di volo libero in parapendio ed escursionismo. Si tratta della seconda edizione di questo appuntamento che ha riscosso un notevole successo. ParaZoo e Volo Libero Montegrappa sono gli organizzatori di questa manifestazione che nasce con l’obiettivo di far scoprire l’essenza del volo senza motore e il legame dell’uomo con la natura, un connubio in crescita e a impatto zero. Il pilota può contare solo sulle proprie gambe per raggiungere i decolli e sul parapendio per volo e discesa. In fase finale i piloti saranno anche impegnati in una prova di precisione in atterraggio in località Garden Relais. Ecco infine alcune info: Volo in deltaplano e parapendio – 335 5852431 – skype: gustavo.vitali; Hike&Fly Experience, Borso del Grappa (Treviso) – Valeria Sartoretto – sito – pagina facebook – info (at) hikeandflyexperience.it Trofeo Valerio Albrizio, Laveno Mombello (Varese) Flavio Tebaldi – flafly63 (AT) gmail.com – sito – gruppo facebook
La Bretagna terra di leggende e di poeti paesaggi magici fra città medioevali e piccoli villaggi per un turismo verde e sostenibile La Bretagna è da sempre terra di leggende antiche come i cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù e la spada nella roccia. Il lago di Comper, vicino al castello della foresta, nasconde alla vista degli umani il palazzo di cristallo costruito in una notte dal mago Merlino per la fata Viviana. Storie meravigliose, luoghi mitici dove è possibile (con un poco di fortuna e di fantasia !) incontrare quegli elfi dispettosi chiamati korrigan. Nella foresta di Brocelandia, vicino a Paimpont, il confine fra il mondo reale e quello immaginario è sottile. Nella foresta vi è la valle senza ritorno dove abitava Morgana, la sorellastra di Re Artù, che incantò la vallata: gli amanti fedeli potevano attraversarla
senza pericolo, ma quelli infedeli rimanevano intrappolati nella valle senza più possibilità di uscita. Si dice che i bretoni abbiano i piedi per terra e la testa tra le nuvole in quanto sono un popolo di poeti in una terra che sembra sospesa tra la realtà e la fantasia. Basterebbe solo questo per invogliare ad andare alla scoperta di un territorio così suggestivo e fantastico sospeso tra oceano e cielo, qui si può avere un contatto stretto con la natura selvaggia e primitiva, con duemila chilometri di coste variegate, dove il granito rosa, dalle suggestive forme al tramonto, splende più che mai e le maree sono quelle fra le più imponenti dove il mare si ritira fino a 13 metri. Il litorale bretone non assomiglia a nessun altro al mondo. E’ una Bretagna autentica e che incanta quella che è stata presentata nei giorni scorsi nel seguitissimo webinar organizzato da Atout France e dall’ufficio del turismo della regione. Una destinazione perfetta per ricaricare lo proprie batterie dopo il lungo periodo di lockdown che ci ha costretti a casa. Quattro i principali motivi per organizzare da subito un viaggio nelle regione: apprezzare il piacere della Natura in modo lento; vivere i luoghi, l’ambiente, l’arte e la gastronomia; incontrarsi con gli altri viaggiatori e condividere le proprie esperienze. E allora pronti a partire? La strada dei fari ne conta oltre ottanta, undici le isole abitante, ed oltre mille gli isolotti, addirittura quattromila castelli e manieri, tredici le riserve naturali. Non tutti sanno che la talassoterapia è stata inventata nella Bretagna nel corso del XIX secolo, l’effetto combinato di sole, iodio e acqua salata dell’oceano danno grandi benefici. Passeggiare per oltre quattromila chilometri di sentieri a piedi o in
bici, in barca o lungo i canali immersi nel verde, consentirà di apprezzare il patrimonio, di grande ricchezza, invitando a scoprire la vera anima bretone: le città, l’arte, le tradizioni antiche ma anche nuove tendenze, con i festival e gli eventi più cool. Quest’anno il Tour de France, in partenza da Brest il 26 giugno, avrà quattro tappe in Bretagna. L’arte contemporanea si potrà ammirare in luoghi inattesi, come lo spettacolare “Albero” dello scultore piemontese Giuseppe Penone nella tenuta di François Pinault sulla costa; la straordinaria mostra dal 12 giugno al 29 agosto della Collezione Pinault a Rennes, al Convento dei Giacobini; oltre al Festival di Fotografia a La Gacilly, da giugno a settembre. La gastronomia ha come punto di forza le crêpes (da gustare quelle al caramello e burro salato) e le gallette nonché le ostriche dal gusto iodato, ma come non provare una ciotola di sidro frizzante, il chouchen (antica bevanda celtica a base di idromele), una fragola di Plougastel matura al punto giusto, le ricette di tendenza con il grano saraceno degli chef famosi come Bertrand Larcher allo Street food, concludendo il pasto con un whisky di grano saraceno… questi sono i sapori della Bretagna! La cucina bretone ha una vasta gamma di sapori della terra e del mare, con i suoi prodotti locali e di stagione. Tanti gli itinerari di scoperta dei molti volti della regione, fra mare e interno, e per alloggiare, proposte per tutti i gusti, dal faro dell’Isola Vergine al un maniero, a una casa sull’acqua o una roulotte appollaiata su un menhir. Prima di tornare a casa con la nostalgia e la promessa di ritornare in Bretagna quanto prima, un souvenirpotrà essere una maglietta a righe dei marinai e una borsa fatta con vele riciclate. Lasciatevi contagiare dallo spirito della Bretagna, vivere al modo francese è anche prendere il tempo di vivere al ritmo della natura e del sole per scoprire tutte le ricchezze che la Bretagna ha da offrire. Foto di Eugénie Ragot
Articolo di Harry di Prisco Per saperne di più: www.bretagna-vacanze.com – www.france.fr Facebook : France.fr – Twitter : @AtoutfranceIT #ExploreFrance #Abientot Riprendono i tour al Rione Terra di Pozzuoli In occasione della Festa della Repubblica, lo staff della Turismo e Servizi è pronto ad accogliere il visitatore e a condurlo da Puteoli a Pozzuoli, alla scoperta della città romana custodita nel ventre del Rione Terra, borgo vicereale costruito in seguito alla formazione del Monte Nuovo, il più giovane vulcano d’Europa la cui eruzione avvenne nel 1538. Il Rione Terra è il centro antico della città di Pozzuoli. Gli scavi archeologici sono nel ventre dell’abitato del Seicento e hanno restituito Puteoli, colonia romana nel 194 a.C., divenuta porto di Roma in età augustea. La Puteoli romana e la Pozzuoli vicereale convivono una nell’altra in una dimensione monumentale di grande impatto emozionale. Un intervento senza precedenti nella storia dell’archeologia
urbana in Italia, anche perché integrato con il progetto di restauro e valorizzazione dell’edilizia medievale, moderna e, più in generale, di tutto il quartiere. I tour al percorso archeologico del Rione Terra Pozzuoli, guidati da guide riconosciute dalla Regione Campania, accolgono il pubblico ogni sabato, domenica e giorni festivi, con partenze scaglionate dalle 9:00 alle 16:30. La prenotazione è obbligatoria telefonando tutti i giorni, dalle 9:00 alle 17:00, al numero 081 19936286 o sul sito della Turismo e Servizi al link https://www.turismoeservizi.it/tour-guidato-rione-terra/
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