TECHNE - architecture and social innovation - 14 | 2017 - UniCA IRIS
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TECHNE Journal of Technology for Architecture and Environment 14 | 2017 Poste Italiane spa - Tassa pagata - Piego di libro Aut. n. 072/DCB/FI1/VF del 31.03.2005 architecture and social innovation FIRENZE UNIVERSITY PRESS
TECHNE Journal of Technology for Architecture and Environment Issue 14 Year 7 Director Mario Losasso Scientific Committee Ezio Andreta, Gabriella Caterina, Pier Angiolo Cetica, Romano Del Nord, Gianfranco Dioguardi, Stephen Emmitt, Paolo Felli, Cristina Forlani, Rosario Giuffré, Lorenzo Matteoli, Achim Menges, Gabriella Peretti, Milica Jovanović-Popović, Fabrizio Schiaffonati, Maria Chiara Torricelli Editor in Chief Emilio Faroldi Editorial Board Ernesto Antonini, Roberto Bologna, Carola Clemente, Michele Di Sivo, Matteo Gambaro, Maria Teresa Lucarelli, Massimo Perriccioli Assistant Editors Riccardo Pollo, Marina Rigillo, Maria Pilar Vettori, Teresa Villani Editorial Assistant Viola Fabi Graphic Design Veronica Dal Buono Editorial Office c/o SITd A onlus, Via Toledo 402, 80134 Napoli Email: redazionetechne@sitda.net Issues per year: 2 Publisher FUP (Firenze University Press) Phone: (0039) 055 2743051 Email: journals@fupress.com Journal of SITd A (Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura) Il presente volume è stato stampato con i contributi economici di ABC_Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito_Department of Architecture, Built Environment and Construction Engineering del Politecnico di Milano.
SIT d A Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura TECHNE 14 | 2017
TECHNE 14 2017 ARCHITETTURA E INNOVAZIONE SOCIALE ARCHITECTURE AND SOCIAL INNOVATION INTRODUZIONE AL TEMA INTRODUCTION TO THE ISSUE Cultura tecnologica e dimensioni del sociale 6 Technological culture and social dimensions Mario Losasso PROLOGO PROLOGUE Architettura come materia sociale 11 Architecture as social material Emilio Faroldi DOSSIER a cura di/edited by Cristina Forlani and Massimo Perriccioli Innovazione sociale: quale scenario, quale progetto 18 Social innovation: Which scenario, which project Maria Cristina Forlani Innovazione sociale e cultura del progetto 25 Social Innovation and design culture Massimo Perriccioli Società Luogo Progetto. Apprendere dalla crisi 32 Society Place Project. Learning from crisis. Antonello Sanna Architettura e Democrazia. Una conversazione con Salvatore Settis 37 Between architecture and democracy. A conversation with Salvatore Settis Maria Cristina Forlani, Salvatore Settis Architettura e Beni Comuni. La prospettiva degli usi civici 40 Architecture and Commons. The prospect of civic uses. Carmine Piscopo, Daniela Buonanno Lo stile antropocene. Lo spazio della partecipazione e il linguaggio dell’architettura 46 The Anthropocene style. The Space of Participation and the Language of Architecture Sara Marini Le città d’arte medio-piccole e lo sviluppo a base culturale: è possibile guardare avanti e non indietro? 51 Medium-small sized art cities and culture-led development: Can we look ahead and not behind? Pierluigi Sacco La sostenibile leggerezza del limite 58 The sustainable lightness of the limit Alessio Dionigi Battistella SCATTI D’AUTORE ART PHOTOGRAPHY a cura di/edited by Marco Introini Modernità Indiana 66 Indian Modernity CONRIBUTI CONTRIBUTIONS SAGGI E PUNTI DI VISTA ESSAYS AND VIEWPOINTS La progettazione ambientale per l’inclusione sociale: il ruolo dei protocolli di certificazione ambientale 76 Environmental design for social inclusion: the role of environmental certification protocols Erminia Attaianese, Antonio Acierno Autosostenibilità dell’habitat nel nord-Africa postcoloniale tra individuale e collettivo 88 Self-sustainability of the post-colonial North Africa habitat between individual and collective spheres. Carlo Atzeni, Silvia Mocci
TECHNE 14 2017 L’iniziativa comunitaria Urban Innovative Actions: una lettura critica dei progetti selezionati 97 The Urban Innovative Actions initiative of the European Union: a critical analysis of the selected projects Alessandra Barresi Connecting Cultures, strategie per il miglior uso della diversità 105 Connecting Cultures, Strategies for the Best Use of Diversity Cristiana Cellucci, Michele Di Sivo Dall’INA Casa all’Housing Sociale. Ma di quale innovazione stiamo parlando? 116 From INA-Casa to Social Housing. But what kind of innovation are we talking about? Anna Delera Abitare Collaborativo: percorsi di coesione sociale per un nuovo welfare di comunità 125 Collaborative living: social cohesion trajectories for a new community welfare Giordana Ferri, Angela Silvia Pavesi, Marta Gechelin, Rossana Zaccaria La rigenerazione urbana come occasione di innovazione sociale e progettualità creativa nelle periferie 139 Urban Regeneration as an opportunity of social innovation and creative planning in urban peripheries Gabriella Pultrone American Design Activism 147 American Design Activism Renata Valente RICERCA E SPERIMENTAZIONE RESEARCH AND EXPERIMENTATION Strategia per il miglioramento prestazionale nell’edilizia spontanea 158 Strategy for better performance in spontaneous building Adolfo Francesco Lucio Baratta, Laura Calcagnini, Fabrizio Finucci, Antonio Magarò, Henry Molina, Hector Saul Quintana Ramirez Light on Vallette, Torino. Progetto di Qualificazione Urbana per l’area centrale del quartiere 168 Light on Vallette, Turin. Urban Regeneration Project for the neighborhood’s central area Maria Luisa Barelli, Paola Gregory Home for homeless. Linee guida per la progettazione dei centri di accoglienza notturna 179 Homes for homeless. Design guidelines for night shelters Cristian Campagnaro, Roberto Giordano Esperienze inclusive di rigenerazione urbana: caserme dismesse nella periferia di Udine 188 Inclusive experiences of urban regeneration: abandoned barracks in the suburbs of Udine Christina Conti, Giovanni La Varra, Livio Petriccione, Giovanni Tubaro Territori della cultura tra rigenerazione e innovazione sociale. Una sperimentazione italiana 200 Territories of culture between regeneration and social innovation. An Italian experimentation Francesca Daprà, Viola Fabi Osservatorio P.A.R.C.O. Caratterizzazioni per la qualità ambientale indoor 209 Observatory P.A.R.C.O. Characteristics for indoor ambient quality Alberto De Capua, Valeria Ciulla Piattaforme collaborative per progetti di innovazione sociale. Il caso Miramap a Torino 218 Collaborative platforms for social innovation projects. The Miramap case in Turin Francesca De Filippi, Cristina Coscia, Grazia Giulia Cocina Interazioni creative tra luoghi e comunità: esperienze di riattivazione delle aree interne 226 Creative interactions between places and communities: experiences of reactivating inland areas Katia Fabbricatti Dalla gestione dell’emergenza accoglienza ad un modello di città inclusiva per le comunità migranti e per le comunità ospitanti 234 From the management of refugee reception to a model of inclusive city for migrant and hosting communities Celestina Fazia Riqualificazione di spazi comuni autogestiti: il caso di studio di Tor Bella Monaca a Roma 241 Regeneration of shared self-managed spaces: the case study of Tor Bella Monaca in Rome Tiziana Ferrante, Teresa Villani, Pierluigi Cervelli Tecnologie per l’adattamento e strategie di co-progettazione per rifunzionalizzare gli spazi storici 252 Adaptive technologies and co-design strategies for historic spaces rehabilitation Jacopo Gaspari, Andrea Boeri, Valentina Gianfrate, Danila Longo Ina-Casa La Fiorita. Un protocollo per la riqualificazione condivisa dell’edilizia sociale 260 Ina-Casa La Fiorita. A system for the shared regeneration of social housing Lia Marchi, Elisabetta Palumbo, Ambra Lombardi, Ernesto Antonini
TECHNE 14 2017 La pratica dell’auto-promozione nelle abitazioni indipendenti suburbane 271 The practice of self-provision in suburban detached homes Maja Lorbek Collective Self-Organized Housing: metodi, procedure e strumenti per nuove costruzioni e retrofit 276 Collective Self-Organised Housing: methods, procedures and tools for new buildings and retrofit Emanuele Piaia, Roberto Di Giulio, Rizal Sebastian, Ton Damen SNAP House. Modulo abitativo temporaneo per i rifugiati in Europa 285 SNAP House. Temporary residential module for refugees in Europe Andrea Rebecchi, Alessandro Mapelli, Marta Pirola, Stefano Capolongo Analisi dei flussi e dei fattori d’impatto sull’accessibilità e l’identità degli spazi pubblici 295 Analysis of the flows of the factors that impact the accessibility and identity of public spaces Ilenia Maria Romano, Luca Marzi, Nicoletta Setola, Maria Chiara Torricelli L’ambiente costruito per una società che invecchia. Strumenti di indagine e strategie di intervento 309 Building environments for an ageing society. Surveying tools and intervention strategies Rossella Roversi, Fabrizio Cumo, Elisa Pennacchia, Luca Gugliermetti, Giorgio Pavan Age-friendly cities: spazio pubblico e spazio privato 319 Age-friendly cities: public and private space Lorenzo Savio, Daniela Bosia, Francesca Thiebat, Yu Zhang Emergenza: quale innovazione nei componenti prefabbricati per una edilizia ecosolidale 328 Emergency: innovative prefabricated construction components for an eco-solidarity architecture Adriana Scarlet Sferra L’innovazione eco-sociale per l’efficienza dei metabolismi urbani 335 Eco-social innovation for efficient urban metabolisms Alessandro Sgobbo Regie e processi innovativi nel progetto di riattivazione sociale e rigenerazione ambientale degli spazi pubblici residuali 343 Innovative processes and management in the social reactivation and environmental regenerative project Gianpiero Venturini, Raffaella Riva Misure di adattamento community-based per il water sensitive urban design in contesti di vulnerabilità socio-ambientale 352 Community-based adaptation measures for water sensitive urban design i contexts of socio-environmental vulnerability Cristina Visconti DIALOGHI DIALOGUES a cura di/edited by Jacopo Gaspari Tra innovazione tecnologica e innovazione sociale: una nuova dimensione di progetto e di processo 362 Between technological innovation and social innovation: a new design and process dimension con | with Maurizio Busacca 369 RECENSIONI REVIEWS a cura di/edited by Andrea Giachetta Bocco, A. (Ed.), Yona Friedman: Tetti 372 Stefania De Medici Borella, G. (Ed.), Colin Ward: Architettura del dissenso. Forme e pratiche alternative dello spazio urbano 375 Francesca Scalisi Marino, G. (Ed.), Franz Graf: Les dispositifs du confort dans l’architecture du XXe siècle: connaissance et stratégies de sauvegarde 378 Paola Ascione Ginelli, E. (Ed.): L’orditura dello spazio pubblico. Per una città di vicinanze 380 Federica Ottone
SOCIETÀ LUOGO PROGETTO. APPRENDERE DALLA DOSSIER CRISI Antonello Sanna, asanna@unica.it Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Cagliari, Italia Imparare dalla crisi È ormai un punto di vista condi- tali e socio-culturali. Il “pensiero del complesso” entra prepoten- viso che la crisi – etimologica- temente in gioco alla fine degli anni ’70 con Ilya Prigogine, che mente un crinale, un discrimine – può essere interpretata e usata pone radicalmente in discussione l’autosufficienza della tecnica come un’opportunità. Sotto l’urgenza della crisi si costruiscono e della scienza, ipotizzando una “Nuova Alleanza” tra le scienze nuovi paradigmi (si “apprende dalla crisi”) strutture concettuali della natura e le scienze umane e sociali (Prigogine, 1979). Da e organizzative obsolete vengono marginalizzate e scompaiono, allora i fondamenti epistemologici del pensiero contemporaneo risposte sperimentali e minoritarie acquistano improvvisamente sembrano essersi mossi per lo più in questa direzione. forza e capacità di convincimento - la crisi “seleziona” impietosa- mente nel mondo delle idee e in quello delle imprese, spesso fa- vorendo l’innovazione, e facendo emergere le strutture più resi- Architettura e Società Se le relazioni tra spazio e socie- lienti e addirittura “antifragili” (Blecic e Cecchini, 2016), quelle tà, tra tecnica e humanities tor- che non si limitano ad una resistenza passiva. nano al centro, come si è rapportata l’architettura come discipli- Può così persino accadere che un mondo compattamente re- na a queste visioni strategiche? Nei confronti interni all’accade- frattario a mettersi in discussione, l’universo delle costruzioni, mia, soprattutto negli atenei cosiddetti “generalisti”, molti di noi assestato su rendite di posizione apparentemente non scalfibili, rivendicano con un certo orgoglio di essere l’unico indirizzo si interroghi su temi che un tempo costituivano un tabù: l’in- formativo – o almeno il più convinto e coerente – a praticare novazione di prodotto e di processo, e si ponga il problema di questo paradigma. E questo perché ci poniamo continuamente interpretare il cambiamento in atto. dal punto di vista del progetto, che assumiamo come “sonda” eu- Insieme ai corposi interessi in gioco, sta il venire al pettine di ristica sulla realtà, che consente di conoscerla più profondamen- uno dei temi chiave per il futuro del pianeta: il rapporto con la te mentre ci apprestiamo a modificarla per migliorarla: è il “valo- tecnica. Tutt’altro che una novità, si dirà: stiamo andando verso re esplorativo” del progetto. Non possiamo però essere sicuri che il mezzo secolo dalla pubblicazione del rapporto del MIT “The questo valore lo abbiamo interpretato sempre con coerenza; e limits to growth”, che con largo anticipo segnalava le conseguen- forse per capire a fondo una certa crisi di legittimità sociale della ze “non lineari” dell’applicazione alla natura, e all’ambiente nel figura dell’architetto, non è inutile fare un passo indietro per ri- suo insieme, del determinismo tecnologico e culturale – la con- percorrere alcune contraddizioni che ci hanno attraversato. cezione “lineare” del progresso, “razionale rispetto allo scopo” L’appello al “sociale” è stato letto in altri momenti storici come (Horkheimer, 1947), inconsapevole dei paradigmi della com- un rischio per l’autonomia e la specificità disciplinare dell’archi- plessità, nonchè dell’esigenza di superare il riduzionismo scienti- tettura, se non addirittura come un modo di eluderla. Il brutto fico a favore di una visione e di una pratica che mettesse al centro sostantivo “sociologismo” è stato a tratti usato come sinonimo di non solo gli oggetti ma le relazioni tra oggetti e processi ambien- “parlar d’altro”, un’evasione per architetti che volessero evitare di SOCIETY PLACE Learning from Crisis tion. Now this world wonders how to but the relations between objects and Crisis - etymologically a ridge, point interpret the change in action. environmental and socio-cultural pro- PROJECT. LEARNING of passage - can be interpreted and Along with the immense interests in- cesses. At the end of the 1970s, Ilya FROM CRISIS used as an opportunity. Under the volved, but also far beyond them, and Prigogine radically questioned the urgency of the crisis new paradigms from our point of view far more rele- self-sufficiency of technology (Prigo- are being built (“learning from crisis vant, it is coming to the comb one of the gine 1979), hypothesizing the rupture “) obsolete conceptual and organiza- key themes for the future of the planet: of radical alterity and a New Alliance tional structures are marginalized and the relationship with the technology. It between the sciences of nature and the disappear, experimental and minority is not new, it will be said: we are going human and social sciences. For half a responses suddenly acquire strength to be sent half a century after the pu- century, contemporary thinking was and persuasiveness. The crisis un- blication of the MIT report “The limits mostly in this direction . questionably selects in the world of to growth”, which with a reasonable ideas and in business, sometimes / advance indicated the “non-linear” con- Architecture and Society often encouraging innovation, and sequences of its application to nature, If these (and others) are the founda- exposing the most resilient and “anti- and to the environment as a whole, of a tions of the “new alliance” between fragile” structures (Blecic and Cecchi- technological and cultural determinism space and society, between technology ni, 2016). – the concept of “linear” progress – re- and humanities, how did architecture It may even happen that the universe of lative to purpose (Horkheimer, 1947). relate to these strategic visions? To the constructions, for decades based on se- A determinism totally unaware of the interior of the academy, especially in emingly solid rents, is concerned with paradigms of complexity, as well as of the so-called “generalist” universities, issues that once, for almost all of its the need to overcome scientific reduc- many of us are claiming with some pri- protagonists, constituted a true taboo, tionism with a vision and practice that de that architecture is the only school such as product and process innova- puts at the center not only the objects - or at least the most convincing and 32 ISSN online: 2239-0243 | © 2017 Firenze University Press | http://www.fupress.com/techne TECHNE 14 2017 DOI: 10.13128/Techne-22138 36
applicarsi seriamente ad un mestiere (produrre oggetti di quali- totale”. Dal Werkbund al Bauhaus si dimostrano capaci meglio di tà) che erano sospettati di non saper dominare appieno. Abbiamo chiunque altro di interpretare i nuovi paradigmi della complessi- anche vissuto fasi di totale autonomizzazione della dimensione tà, portando a sintesi i nuovi valori culturali e formali e le nuove linguistica e comunicativa, che ha talvolta eclissato qualunque tecnologie, innestando la qualità artigianale nella produzione se- contenuto realistico del progetto – non è necessario credo citare riale. E soprattutto si misurano con le sfide cruciali del presente, il decostruttivismo, termine peraltro quasi scomparso dalla di- anche allora riconducibili a migrazioni di massa, quelle dei nuo- scussione pubblica. Queste derive possono essere intese come vi inurbati del primo dopoguerra, facendo della questione delle posizioni funzionali a perpetuare, aggiornandolo, il divorzio tec- abitazioni sociali il principale punto di applicazione della loro nica-società: la responsabilità civile e la competenza progettuale attività di progettisti, coinvolgendosi a fondo nella costruzione dell’architetto che fa dell’appropriatezza tecnica e della pertinen- del welfare nelle città governate dalle amministrazioni socialde- za umana e sociale l’elemento portante della propria espressività, mocratiche. viene sostituita da un modello in cui la tecnica interviene a dare L’attualità di quell’esperienza sta probabilmente nella capacità sostanza costruttiva autonoma – spesso mascherata e incongrua di coniugare visione strategica dei fenomeni emergenti e inter- - ad un involucro che si definisce come immagine. E questa im- pretazione – realistica e visionaria insieme – del ruolo dell’ar- magine sostiene, a ben vedere, il meccanismo del consumo e ha chitettura come costruttrice di futuro. La disciplina accetta di come esito la riduzione pubblicitaria di un mestiere che rinuncia svilupparsi nel nuovo orizzonte della società industrializzata e a incidere sui temi sostantivi della società. massificata, incorpora la tecnologia al massimo livello del suo Per rintracciare un’innovazione durevole del linguaggio che na- sviluppo, si confronta con i nuovi paradigmi epistemologici e sce in coerenza con un forte radicamento socio-culturale degli con le avanguardie. architetti, si può tornare ai primi trenta anni circa del ‘900, con Ai tempi della modernità “solida” (Bauman, 2000) quella rispo- la straordinaria condensazione di soggetti e processi che si con- sta si rivelò così adeguata ed efficace da influenzare radicalmente centra nel Werkbund, si dispiega nel primo dopoguerra con la sino alla fine del ‘900 l’intero processo progettuale e realizzativo stagione dei “nuovi maestri” e viene portata alla ribalta interna- contemporaneo. Per la verità molto presto, nel secondo dopo- zionale con i primi CIAM. Nel pieno di una “crisi di sistema” guerra, i più acuti ed inquieti esponenti della generazione che si epocale (che culmina con la Grande Guerra), gli architetti si affacciava alla seconda tornata dei CIAM diedero il via ad una smarcano da una condizione di scarsa legittimazione sociale ri- critica corrosiva del modello universalizzante dei maestri. Sap- spetto agli ingegneri. Le giovani avanguardie riscattano la margi- piamo che la riflessione dei “giovani” del TEAM X si orientava nalità esornativa a cui ci si era sostanzialmente ridotti nell’800, il verso una nuova attenzione alle identità, alle società ed alle cul- secolo dell’ingegneria, accettano la sfida dell’industrializzazione ture locali, che anticipa e incrocia molti dei temi dell’attualità: il e della società di massa e si misurano sul terreno della “qualità rapporto spazio-società (Van Eyck, De Carlo) la centralità dei consistent - to practice the new alliance ducing quality objects) that were su- often masked and incongruous - to a neers. The young avant-garde, at that that Prigogine invoked . spected of not being able to dominate. wrap that is defined as an image. And time, redeemed the decorative mar- And we could do it because we work An extension of this position in the this image supports, well-seen, opulent ginalisation of the twentieth century, continuously from the point of view of years around 2000 was probably the consumption and has the result of the the century of engineering, accepted the project, which we assume as a “heu- total autonomy of the linguistic and advertising reduction of a profession the challenge of industrialisation and ristic” probe on reality: what we call the communicative dimension, which has that renounces to affect the real themes of mass society and competed on the “exploratory value” of the project. Ho- taken a strong emphasis to eclipse any of society and the environment. ground of “total quality”. wever, we can not be sure that this value realistic content of the project - no need On the contrary, if we want to trace a From the Werkbund to the Bauhaus has always been interpreted consisten- to think of deconstructivism, the term durable language innovation which is were better than anyone else in interpre- tly; and perhaps to deeply understand a has almost disappeared from public di- accompanied by a strong social and cul- ting the new paradigms of complexity, certain crisis of the social legitimacy of scussion. tural commitment of the architects, we bringing together new cultural and for- the figure of the architect, it is not use- Well-behaved, these drifts could be must go back to the first three decades of mal values and new technologies, intro- less to take a step back to retrace some interpreted as functional positions to the 1900s. One should be impressed, for ducing the artisan quality in the serial contradictions that have crossed us. perpetuate by updating the pattern of example, by the extraordinary concen- production. They confronted themsel- The reference to “social” has been read divorce between technology and so- tration of leading players and processes ves with the crucial challenges of their in other historical moments as a risk for ciety: civil responsibility and design which can be found in the Werkbund, present, related, even then, to mass mi- autonomy and disciplinary specificity competence of the architect, for which then in the first post-war period with gration, which at that time involved the of architecture, if not even as a way of technical appropriateness and ability the season of “new masters” and then in new urbanisations of the first post-war dodge the issue. The bad noun “socio- to interpret individuals and society are forefront with the first CIAMs. I period. In this frame, the issue of social logism” has sometimes been used as a the driving force behind its expressi- n the midst of an epochal “system cri- housing was the main application point synonym for “talking about other”, an veness, and is replaced by a model in sis” - that led to the Great War - archi- for their professional activities as desi- evasion for architects who wanted to which the technique intervenes to give tects freed themselves from a condition gners, facing the exemplary challenge avoid seriously applying to a craft (pro- autonomous constructive substance - of poor social legitimacy over engi- in cities governed by Social Democrats. 33 A. Sanna TECHNE 14 2017
soggetti, specie se “figli di un dio minore” (Smithson, Candilis) ste pratiche la disciplina ridiscute i concetti di luogo, contesto, l’abitare come habitat, che va oltre il puro design dell’oggetto e fa identità. “Il progetto rielabora le identità locali non come reto- riferimento a sistemi complessi, in senso socio-culturale e tecno- rica (quella delle culture consolatorie che immaginano il futuro logico (Alexander, Friedman, Habraken), l’insediamento storico come passato) ma come problema, identità in divenire, consa- (il “cuore della città”) come fonte di ispirazione per progetti di pevole del suo essere essenzialmente progetto in un universo di futuro. relazioni globali” (Corti, 2005). Tra tutti, alle nostre latitudini, spicca la figura “eroica” di Gian- carlo De Carlo, protagonista di tutte le possibili battaglie cultura- li, che ne hanno fatto un’icona per la sua capacità di interpretare Globale e locale Al passaggio dal secondo al ter- e connettere i temi cruciali di questo ripensamento. In lui coe- zo millennio i processi latenti sistono l’interprete intransigente del linguaggio moderno, l’an- subiscono una brusca accelerazione. La globalizzazione viene fo- ticipatore dell’enfasi sulle identità locali e il profeta del discorso calizzata e definita e la relazione locale-globale appare in quel mo- sulla partecipazione. De Carlo incarna molte delle contraddizio- mento ad una svolta: il passaggio alla società “liquida” ha fatto ni di una generazione che ha cominciato a praticare il mestiere emergere nuove élites che puntano a rendere irrilevanti i luoghi, in una fase in cui il rapporto committente-progettista è ancora quindi le società, le culture e le tecnologie locali. La Geografia ci lineare, con una chiara distinzione di ruoli ed una impostazione ha recentemente spiegato che cos’è questa strategia, per la quale il top-down, e si ritrova a mettere in crisi questo schema intuendo luogo come sistema delle differenze dotate di senso, come costru- che il progettista interferisce con i fenomeni sociali, innescando zione sociale e antropologica dell’ambiente di vita, viene ridotto a le prime prove dell’inversione bottom-up. Egli esplora in antici- spazio isotropo e omogeneo, indifferente alle identità (Farinelli, po le frontiere della crisi, in un ambiente culturale che si prepara 2015). Lo stesso destino sembra aver subito anche lo spazio pub- invece ancora per qualche decennio a celebrare i fasti del consu- blico, “l’endiadi più controversa del Novecento” (Olmo, 2010). mo opulento. Sono gli stessi anni in cui la finanziarizzazione globale sembra Gli ultimi due decenni del ‘900, durante i quali si assiste all’affer- allearsi con la digitalizzazione, sino a convincerci quasi defini- mazione planetaria dello star sistem dell’architettura, sono però tivamente della irrilevanza tendenziale del mestiere di costruire quelli che vengono attraversati dalle culture progettuali del “re- la casa dell’uomo: è il tempo dello Junkspace (Koolhaas, 2006). gionalismo critico”. Inoltre, la crescente centralità del paesaggio È alla crisi del 2007-2008 che dobbiamo il brusco richiamo alla interpreta una diffusa esigenza di ridare centralità ai processi ed materialità dei processi sociali ed economici, e la consapevolezza alle relazioni sistemiche, ecologiche, in cui la qualità è ricercata crescente che non di un fenomeno congiunturale si tratta, ma nella costruzione comunitaria dell’insediamento e del territorio, di una crisi di sistema che modifica i paradigmi di riferimento. nelle culture materiali, nelle pratiche sociali diffuse. Dentro que- Quasi metaforicamente l’innesco viene fornito dallo scoppio del- The actuality of that experience is pro- critical reflection on the universalising same time, the intransigent interpreter gionalism”. In addition, the growing bably represented by the combination model of the masters. of modern language, the forerunner of centrality of the landscape contributes of a strategic vision of the emerging We know that the reflection of the the emphasis on local identities and the to crippling the design settings based phenomena together with the inter- TEAM X was moving around a new fo- prophet of the question of participation. on pure “object design”, interpreting a pretation - realistic and visionary - of cus on local identities, societies and cul- De Carlo embodies many contradic- widespread need to restore centrality to the role of architecture as a constructor tures, anticipating and crossing many tions of a generation that began the systemic, ecological, and social proces- of the future. The discipline agreed to of the current issues: the relationship profession in a moment where the cu- ses and relationships. develop itself on the new horizon of an between space and society (Van Eyck, stomer-designer relationship was still li- Quality begins to be sought in the com- industrialised and massive society, and De Carlo), the attention for subjects, near, with a clear distinction of roles and munity construction of settlement and incorporated technologies at their hi- especially if “children of a lesser god” a top-down setting. He questioned this land, in widespread social practices. ghest level of development, comparing (Smithson, Candilis), the dwelling as a scheme, realising that the designer inter- Within these practices, the discipline itself with new epistemological para- habitat that goes beyond the pure de- feres with social phenomena, triggering rediscovers the concepts of place, con- digms of the avant-garde. sign of the object and refers to complex the first tests on the bottom-up reversal. text, identity. “The project re-elaborates In the era of “solid” modernity (Bau- systems in a socio-cultural and techno- He explored the frontiers of the crisis in local identities not as rhetoric (that of man, 2000) that response turned out to logical sense (Alexander, Friedman, advance, in a cultural environment that consolatory cultures that imagine the be so appropriate and effective to radi- Habraken), and the historical settle- was still preparing the celebration - that future as their past) but as a problem, cally influence the entire contemporary ment (the “heart of the city”) as a source would last a few decades - of the splen- identity in progress, aware of its being design and realisation processes until of inspiration for future projects. dour of the opulent consumption. essentially projected into a universe of the end of the twentieth century. Soon The “heroic” figure of Giancarlo De The last two decades of the 1900s, global relations” (Corti, 2005). after the Second World War, in the Carlo, protagonist of all possible cultu- which witnessed the planetary affirma- 1950s, the most brilliant leading actors ral battles, has made it an icon for his tion of the star system of architecture, Global and local of the generation who faced the second ability to interpret and connect the cru- are however those that were crossed From the second to the third millen- round of the CIAMs started a corrosive cial issues of this rethinking. He is at the by the creative cultures of “critical re- nium, latent processes undergo a sharp 34 A. Sanna TECHNE 14 2017
la bolla immobiliare. La realtà si prende la rivincita sulla trasfor- richiedono ai territori a bassa densità. Questa nuova forma della mazione della casa in pura virtualità finanziaria, costringendo complessità sembra trovare nella crisi soggetti adeguati: consa- anche i più riluttanti a ricredersi e incaricandosi, almeno nell’oc- pevoli della necessità di essere radicati nei luoghi e nello stesso cidente avanzato, di rimettere i luoghi e le società progressiva- tempo sempre più “in rete”, giovani figli di allevatori e agricoltori mente al centro di ogni possibile progetto di futuro sostenibile e che hanno studiato e viaggiato, capaci di integrare nelle pratiche (per quel che ci riguarda) di senso del nostro mestiere. La grande agrarie anche accoglienza di qualità, di elaborare e trasmettere onda della crisi, ritirandosi, lascia dietro di sé relitti e detriti di nuovi palinsesti di cultura e di senso. paesaggi improbabili, operazioni immobiliari ad alto consumo Il progetto di architettura comincia a interagire con questi nuovi di suolo, periferie e infrastrutture in aree di golena, impietosa- soggetti praticando una relazione “necessaria” tra lo spazio agra- mente messi a nudo dal cambiamento climatico. Anche questo rio, le culture materiali e la costruzione dell’insediamento. In un prodotto dell’uso sociale della tecnologia. stretta relazione con i protagonisti locali si sperimentano prati- Tuttavia si cominciano a delineare ormai un certo numero di ri- che di (auto)costruzione di strutture leggere e reversibili, spesso sposte evolute alla crisi. Acquisito che è ormai improponibile in con materiali di riciclo, che rispondono a differenti finalità: Europa il rilancio della crescita quantitativa, si registra un diffuso – la riduzione del consumo di suolo, con interventi di recupero consenso intorno al paradigma di un nuovo modello di sviluppo qualificato del patrimonio esistente e delle tracce storiche, e/o sostenibile fondato sulla qualità e l’innovazione. Questo modello con strutture leggere e reversibili per esigenze produttive diffuse; è stato declinato in molti modi, per esempio come “economia – la messa in moto di processi partecipativi che portano a circolare”; tutti comunque costituiscono una critica radicale al “cointeressare” le comunità ai nuovi modelli sostenibili, fa- consumo senza riciclo. Il fatto nuovo sembra il protagonismo di cendo emergere il valore strategico dello spazio collettivo e soggetti, territori e risorse sinora ai margini dello sviluppo (sep- produttivo e della sua modificazione, affinché la campagna pure i soggetti forti come le grandi città non siano certamente interpreti ad un livello di qualità alta il suo nuovo ruolo di fuori gioco). Emblematico il caso dello spazio rurale, per de- “erogatore di beni comuni” per la città. cenni catalizzatore di tutte le marginalità (spopolamento, invec- La Progettazione Tecnologica trova in questi processi un’occasio- chiamento, perdita di peso economico) ora ritenuto addirittura ne per mettere a registro i nuovi contenuti tecnici (conseguenti decisivo per il modello di sviluppo futuro. Esaminiamo il nuo- a una rinnovata “responsabilità ambientale”) e nuovi linguaggi, vo paradigma della campagna: è la multifunzionalità, la nuova che reinterpretano in maniera contemporanea e non vernacolare coincidenza tra buon prodotto e bel paesaggio, la costruzione dei gli archetipi dell’architettura rurale. Attenzione ai luoghi con le nuovi paesaggi agrari funzionale al presidio del territorio e alle loro relazioni ecologiche con pendii e acque, e grande raziona- pratiche ecosistemiche, incorporando ambiente, svago, cultura, lità e “minimalismo” formale (essenzialità e compattezza come “beni comuni” che i contesti metropolitani delegano e insieme “fattore di forma” sinonimo di efficienza energetica) caratteriz- acceleration. Globalization is focused But in the crisis of 2007-2008 we must This too is a product of the social use of Let’s examine the new paradigm of the and defined, and the local-global re- abruptly recall the materiality of so- technology. campaign: it is the multifunctional, the lationship appears at that moment at cial and economic processes and the However, a number of evolved responses new coincidence between good pro- a turning point: the transition to the growing awareness that it is not a tran- to the crisis are beginning to emerge. Ac- duct and beautiful landscape, the con- “liquid” society has brought new elites sient phenomenon, but a system crisis quired that the relaunch of quantitative struction of new agrarian landscapes emerging to make places, so local so- that changes the paradigms of reference. growth in Europe is now unprofitable, that must incorporate the presidium cieties, cultures and technologies irrele- Almost metaphorically, the trigger co- there is widespread consensus around of the territory and ecosystem prac- vant. Geography has recently explained mes from the real estate bubble. Reality the paradigm of a new model of sustai- tices, understood as new “common to us what this strategy is, for which the takes revenge on transforming the hou- nable development based on quality goods” (environment, entertainment , place as a system of meaningful differen- se into pure financial virtuality, forcing and innovation. This model has been culture). This new form of complexity ces, such as social and anthropological even the most reluctant to recapture declined in many ways, for example as seems to find in the crisis appropriate construction of the living environment, and engaging, at least in the advanced “circular economy”; however, all consti- subjects: aware of the need to be rooted is reduced to an isotropic and homo- West, to relocate places and societies tute a radical critique of consumption in the places and at the same time in- geneous space, indifferent to identities progressively to the center of every pos- without recycling. The new fact seems to creasingly “in the net”, young children (Farinelli, 2015). The same fate seems to sible project of a sustainable future and be the protagonism of subjects, territori- of breeders and farmers who have stu- have also undergone public space, “the (as far as we are concerned) of the me- es and resources to date on the margins died and traveled, able to integrate in most controversial relationship of the aning of our profession. The big wave of development (though strong subjects agricultural practices also quality re- twentieth century” (Olmo, 2010). of the crisis, retreating, leaving behind like big cities are certainly not out of the ception, to elaborate and transmit new In the same years, global financializa- wreckage and debris of improbable lan- question). Emblematic is the case of ru- systems of culture and meaning. tion seems to be allied with digitization, dscapes, real estate transactions with ral space, for decades, catalyzing all mar- Architectural project begins to interact to convince us that the craft of building a high consumption of land, suburbs ginal situations (depopulation, aging, with these new subjects by practicing a man’s home has become irrelevant: it and infrastructure in flood plain areas, economic loss) now considered to be de- a “necessary” relationship between the is Junkspace’s time (Koolhaas, 2006). mercilessly laid bare by climate change. cisive for the future development model. agrarian space, the material cultures 35 A. Sanna TECHNE 14 2017
zano infatti queste sperimentazioni, che lavorano su esposizione because that’s what we are trained for. Is architectural education ed orientamento solare, schermature edilizie e vegetali, aperture focusing on knowledge about what can be done? Or is it focusing coerenti con il clima mediterraneo, giaciture “non invasive”. on knowledge about what ought to be done? (EAAE, 2017). Que- sta impostazione è anzitutto importante perché radica il pensiero creativo nella cittadinanza, dunque nella dimensione sociale, di Conclusioni Un certo “ottimismo della vo- nuovo banco di prova per le scuole di architettura. Ciò signifi- lontà” porterebbe ad affermare ca che la didattica e il progetto si devono porre il problema di che cominciamo ad “apprendere dalla crisi”, in maniera non come prendere posizione, anche come co-attori, nel processo di troppo dissimile da come gli architetti fecero circa un secolo fa: innovazione sociale (providing alternatives for society). E che la rilanciando la sfida della complessità, ma nelle nuove forme della stessa costruzione della conoscenza dipende dall’alternativa tra società globalizzata. Rispetto al riduzionismo del problem sol- il porsi come problem solver (quindi scegliere di rispondere alla ving, il progettista delle “nuove qualità” coglie e sviluppa alcuni domanda what can be done?) o come portatori di pensiero critico punti fondamentali dell’innovazione: sul piano politico, cultura- e strategico (interessati al quesito what ought to be done?). le e antropologico ci sono i nuovi orizzonti della società multiet- nica, che sollecita pensiero strategico e nuove valenze critiche; REFERENCES sul piano dei nuovi fabbisogni di conoscenza, progettazione e Blecic, I. and Cecchini, A. (2016), Verso una Pianificazione Antifragile, Fran- gestione emergono le sfide che l’universo digitale ormai consente co Angeli, Milano ed esige. Queste sfide sono alla radice delle strategie europee del- Horkheimer, M. (1947), Eclipse of reason, (trad. it Eclissi della ragione, Ei- la ricerca, e i progettisti – ricercatori, se vogliono competere nel- naudi, Torino 1972) la ripartizione delle risorse, devono praticare un nuovo meticcia- Prigogine, I. (1979), La Nouvelle Alliance. Metamorphose de la Science, Gal- to culturale, confrontandosi con i temi della salute, della sicurez- limard, Paris za, della coesione sociale e naturalmente della responsabilità Bauman, Z. (2002), Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari ambientale, dove è premiante la multi- e la trans-disciplinarietà. Corti, E.A. (2005), Quaderno 5 del Laboratorio di Architettura, CUEC, Ca- Un’ultima considerazione. Nella recentissima Assemblea delle gliari Scuole di Architettura tenutasi a Bordeaux, tra i topics sui qua- Farinelli, F. (2015), L’invenzione della Terra, Sellerio, Palermo li i delegati sono stati chiamati ad esprimersi, il primo suonava Olmo, C. (2010), Architettura e Novecento, Donzelli, Torino così: “Educating creative critical citizens”. Seguivano alcune do- mande specifiche: What does it mean in today’s context? Critical Koolhaas, R. (2006), Junkspace, Quodlibet, Macerata towards what and who? Supporting society? Criticizing society? EAAE - European Association for Architectural Education (2017), Kick-off Providing alternatives for society? Or just conceiving buildings, meeting of the Education Academy, Bordeaux and the construction of the settlement. of sustainable construction) and new – on the political, cultural and anthro- followed: What does it mean in today’s By engaging local people, they experi- languages that reinterpret contemporary pological level, multiethnic society, context? Critical to what and who? Sup- ment with (self) constructions of light archetypes and not vernacularize rural which urges strategic thinking and porting society? Criticizing society? Provi- and reversible structures, often with architecture. Beware of places with their new critical values, ding alternatives for society? Or just con- recycled materials, which respond to ecological relationships with slopes and – the new requirements of knowledge, ceiving buildings, because that’s what we different purposes: water, and great rationality and formal design and management challenges are trained for. Is architectural education – the reduction of soil consumption, “minimalism” (essence and compactness the digital universe now allows and focussing on knowledge about what can be with qualified recovery of existing as “form factor” and energy efficiency) demands. done? Or is it focusing on knowledge about assets and historical traces, and / or characterize these experiments, which European research strategies also for- what ought to be done? (EAAE, 2017). with light and removable structures work on exposure and solar orientation, ce designers – researchers to deal with This approach firstly places creative for widespread production needs; shading buildings and plants, openings health, safety, social cohesion and, of thinking in citizenship, hence the social – the launch of participatory processes consistent with the Mediterranean cli- course, environmental responsibility, if dimension in which architecture schools that “engage” communities with new mate, “non-invasive” plots. they want to be recognizable in the ca- feel involved. This means that the didac- sustainable models, highlighting the tegories used as a reference for resource tics and the project must address the issue strategic value of collective and pro- Conclusions allocation; and with this setting make of how to take position, even as co-actors, ductive space and its modification, so The challenge we are facing may be not mandatory multi-and trans-disciplina- in the process of social innovation (provi- that the campaign plays a high level of dissimilar to the one-hundred-year-old ry research. ding alternatives for society). And that the quality with its new role as “dispenser winning one: reviving the challenge of Finally, in the recent Assembly of Archi- same knowledge depends on the alterna- of common goods “for the city. complexity - in the new forms of glo- tecture Schools held in Bordeaux, among tive of putting it as a problem solver (then Technological Design finds in these balized society. Unlike the problem the topics on which the delegates were choosing to answer the question what processes an opportunity to record new solving “reductionism” , the designer of asked to express themselves, the first can be done?) or as critical and strategic technical content (resulting from a re- “new qualities” captures and develops sounded like “Educating creative critical thinkers (concerned with the question newed “environmental responsibility” some key points of innovation: citizens”. Some specific questions were what ought to be done?). 36 A. Sanna TECHNE 14 2017
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