MONGOLIA CON LE AQUILE IN - Viaggi Avventure nel Mondo
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www.avventu.re/7840 RACCONTI DI VIAGGIO | East Africa RACCONTI DI VIAGGIO | Mongolia CON LE AQUILE IN MONGOLIA da un Mongol Altai Festival - Gruppo Bondioni Testo e foto della coordinatrice Angela Bondioni A MO la Mongolia e ci voglio tornare in fantastico festival, ma partiamo dall’inizio. catena montuosa che si trova all’estremo Ovest, autunno quando sugli Altai si tiene il Sono arrivata una settimana fa con il gruppo con un aereo, e da lì abbiamo cominciato il nostro Festival delle aquile, voglio vedere le grandi ad Ulanbaatar, , ci siamo fermati il primo giorno giro tra le montagne ed i laghi più belli. aquile volare nei cieli azzurri di questo paese, tra nella capitale che abbiamo visitato facendo così Il tempo ci ha sempre assistito, sole e cieli limpidi, montagne deserte e pascoli sconfinati. la prima conoscenza con i mongoli, il freddo, le freddo di notte ma piacevole di giorno, con due Il 5 e 6 Ottobre sono lì, nei pressi di Ulgii, nella abitudini e la storia. mitiche Uaz e Ali, la nostra brillante guida, vallata dove si tiene il festival, in mezzo alla gente Abbiamo capito subito che Gengis Khan è la pietra abbiamo raggiunto il primo giorno il lago Tolbo; del posto che è venuta a fare il tifo per il suo miliare del paese, la sua grandezza è rimasta la sera, passeggiando lungo la riva al tramonto, campione, tra le bancarelle di colbacchi di volpe, intatta nei secoli e, ancora oggi, è celebrato in vediamo le cime ricoperte di neve, illuminate di accessori per gli aquilai, di spiedini rosolati su ogni angolo del paese a cominciare dalla statua dagli ultimi raggi di sole mentre una fettina di luna barbecue, di turisti muniti di cavalletti e macchine che si trova nella piazza principale di Ulanbaatar. appare nitida nel cielo. fotografiche per carpire ogni scena di questo Il giorno seguente siamo andati sugli Altai, la La notte dormiamo in due moderne gher di legno, Avventure nel mondo 1 | 2020 - 19 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 19 13/12/19 07:14
RACCONTI DI VIAGGIO | Mongolia grandi e spaziose, dove ceniamo, con una stufetta quando accendiamo la pila alzano la testa, i loro che riscalda un po’ l’ambiente. occhi riflettono la luce e ci ritroviamo in mezzo La mattina seguente ci alziamo presto per proseguire a duecento piccole lampadine che illuminano il il nostro viaggio, prima tappa Olgii, il capoluogo percorso, indimenticabile. della zona dove saremmo ritornati per i giorni del La mattina ci svegliamo nella gher comunitaria e festival, poi Sagsai , altro piccolo centro abitato siamo felici, stare tutti insieme così ci ha amalgamato ed infine arriviamo a Tsengel per il nostro primo ulteriormente, facciamo colazione e poi via con le appuntamento con un cacciatore con aquila. Uaz verso altri laghi. Nella zona ce ne sono oltre 300 di cacciatori con I paesaggi sono immensi , le montagne hanno aquila, le prendono da piccole e le addestrano per ormai preso il colore dell’erba bruciata dal freddo, cacciare, sono uccelli con una vista eccezionale e incontriamo nomadi kazachi carichi delle loro tende rapidissime per cui difficilmente mancano la preda e suppellettili trainate da yak che accompagnano che puntualmente viene portata al loro padrone, un lentamente le loro mandrie verso le città, il tempo pezzo della preda viene sempre dato loro in premio. qui non scherza, tra poco sarà inverno e loro non Il nostro cacciatore è un signore kazaki che possono rischiare di perdere il loro capitale: gli incontriamo sulla strada mentre si sta recando in animali che allevano. moto alla sua gher, ci dice di aspettare una mezzora In Mongolia ci sono 3 milioni di abitanti, di cui la per poter andare a prendere la sua aquila e mettersi metà vivono nella capitale, e hanno circa 80 milioni il cappotto e cappello di pelliccia che si usano di capi di bestiame, l’allevamento è la maggior fonte andando a caccia, lo vediamo tornare a cavallo con di reddito per questa gente, e ci tengono al loro un aiutante, l’aria è gelida per cui decide di salire in capitale; sembra che l’animale più redditizio sia la auto con noi per andare nel luogo dove può lanciare pecora che utilizzano per la lana, il latte e la carne, l’aquila. poi ci sono capre, cavalli , yak, mucche e cammelli. L’aquila è enorme, incappucciata, poggiata sul braccio Negli ultimi 10 anni ci sono stati inverni così freddi del suo padrone, si spaventa ai sobbalzi dell’auto e che molti animali sono morti, nonostante i ripari , cerca rifugio sotto la sua spalla, fa tenerezza. Arrivati alcuni proprietari che avevano perso tutto, disperati in una radura sul fianco della montagna l’aquila e sul lastrico si sono persino suicidati. viene portata dall’aiutante su un costone in alto, L’economia dei nomadi è molto semplice, in le viene tolto il cappuccio e da lì lanciata affinchè primavera gli animali hanno i piccoli, il latte viene la luna continua a crescere e noi restiamo a dormire oda il richiamo del suo padrone che l’aspetta dato in parte ai piccoli e in parte utilizzato per in una gher, sempre noi undici, felici di stare insieme. più in basso. La vediamo alimentazione: col latte di Il giorno seguente andiamo fino ai confini della volteggiare guardinga sopra giumenta si fa l’airag, una Mongolia con la Russia e con la Cina, il territorio è la montagna, poi sente il bevanda fermentata che ogni presidiato da militari, per arrivare sin qui ci vogliono i richiamo, identifica il punto famiglia tiene all’entrata della permessi che il nostro corrispondente ha chiesto per e vola precisa e diretta verso gher in una pelle di capra aperta noi, siamo alla Shiveet Kairkhan, la montagna sacra, il suo padrone che l’aspetta in alto, legata a due supporti di poi andiamo a vedere i petroglifi, tanti , in un’area con il braccio alzato, lì dove legno incrociati; agli ospiti si sconfinata su una montagna in mezzo ai larici. lei si posa; l’esercizio viene offre sempre una tazza di airag Il tempo è sempre dalla nostra parte, il sole ci mostra ripetuto un paio di volte poi quando arrivano. in controluce i grafiti, grandi, speciali: scene di li abbiamo tutti per noi, da Con il latte di mucca e di capra si caccia, animali selvaggi, restiamo incantati da tanta ammirare, da fotografare, fa il burro che viene conservato maestria, l’arte è sempre stata una prerogativa degli da accarezzare. in grossi pani con una rete umani, così bravi fin dai tempi antichi, sono qui da Questa notte saremo ospitati intorno ( non c’è bisogno di oltre 8000 anni, incredibile! nella gher della sua famiglia, frigorifero in Mongolia) si fa Siamo affascinati, ci sediamo sulle rocce , restiamo ormai i campi nomadi estivi anche una specie di formaggio immobili a far parte di questo panorama, le cinque sono stati smantellati, fresco acidulo, si fa scaldare il cime bianche del Tavan Bogd sono intorno a noi, i sta arrivando l’inverno e latte scremato in un pentolone e laghi blu in lontananza, le incisioni rupestri intorno, le mandrie vengono portate nei rifugi vicini alle quando comincia a cagliare si mette a scolare in una fa persino caldo. città, per noi sono state tenute un paio di gher sacca di tessuto; quando è abbastanza asciutto se Al ritorno ci fermiamo in alcune gher sulla strada, dove dormiremo questa notte, siamo in due gruppi ne fanno dei tubetti, rotolini, quadratini che vengono le donne ci offrono dell’airag poi ci mostrano dei presenti in contemporanea, una gher per ciascuno. fatti essiccare al sole o vicino alla stufa e poi lavoretti in feltro, un cammellino, piccolo quadretto La nostra tenda è sulla riva di un ruscello che mangiati durante l’inverno. Riescono anche a fare che porterò con me come ricordo di questo incontro. scorre veloce sotto il fianco di una montagna, è un paio di formaggi che però non è facile trovare. Il tempo scorre veloce, torniamo nel pomeriggio grande , sulla terra sono state poggiate delle stuoie Mentre viaggiamo si cominciano a vedere i laghi che verso Olgii, 5 ore di strada dissestata, rivediamo , mangiamo e poi sbaracchiamo per stendere i riflettono il blu cobalto del cielo, le montagne sono montagne, laghi, larici e panorami mozzafiato, non materassini dove metteremo i nostri sacchi a pelo, marrone bruciato, le cime bianche, il sole forte ne ci stanchiamo mai di rivederli. nel mezzo una stufa riscalda l’ambiente, siamo in esalta il contrasto. Ci fermiamo per osservare un La sera siamo in un campo tendato a Olgii, in città, undici ma ci stiamo, il bagliore della stufa rischiara “babal” dell’VIII secolo, una stele a ricordo di eroi la sistemazione è più confortevole delle precedenti, l’ambiente, durante la notte la temperatura va a – del passato, se rappresentano un uomo con baffi nelle gher ci sono i letti, c’è anche una gher 14° ma noi siamo super attrezzati, anzi, fa fin troppo sono turchi altrimenti uighur. I paesaggi si ripetono attrezzata a ristorante, la cucina è sempre ottima caldo. , le strade sono malmesse, le uaz continuano curata da Beda, sorella di Ali, onore alla cuoca. Fuori la notte è meravigliosa, le stelle pulsano , la imperterrite nell’immensità degli spazi mongoli, Finalmente arriva il giorno del Festival, la mattina alle luna sta crescendo, per raggiungere il gabinetto montagne, mandrie, laghi, finchè arriviamo al 9,00 andiamo nella vallata che lo ospita, il perimetro dobbiamo attraversare un gregge di pecore e Khurgan lake. è cintato, intorno già si sono posizionati i turisti con montoni che si sono riparati lì vicino per la notte, Questa sera il camp è in riva al lago, perso nel nulla, le macchine fotografiche ben piazzate oltre a parenti 20 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 20 13/12/19 07:14
RACCONTI DI VIAGGIO | Mongolia sempre bello, l’atmosfera raccolta del tempio ci mostra l’aspetto spirituale della vita mongola, pur essendo così isolato ogni giorno viene gente fin qui a pregare. Poi con le auto ci trasferiamo a Mongol els, piccole dune di sabbia che si estendono per parecchi chilometri, ci fermiamo, alcuni fanno una gita sui grandi cammelli, altri passeggiano tra le dune mentre grandi fenicotteri si radunano in cielo pronti a migrare. Nel pomeriggio andiamo all’antica capitale di Kharkhorin dove ha sede il museo, interessante e ben organizzato, poi ci rechiamo a piedi al più grande tempio del paese: Erdene Zuu Khiid che si staglia contro il cielo blu con le sue lunghe mura bianche costellate di 108 piccoli stupa, uno ogni 15 metri. Fondato nel 1586 da Altai Khan anche questo monastero fu distrutto nel 1937 e solo pochi templi sono sopravvissuti alla strage; scopriamo però che oggi non si può entrare per le visite, dobbiamo rimandare il tutto a domani, nel frattempo andiamo all’esterno a cercare la grande tartaruga in pietra che rimane a guardia ad un angolo del tempio. La mattina seguente siamo presto al monastero Erdene Zuu, un monaco ci fa da guida, ci racconta delle statue del Budda, quello del passato, del presente e del futuro, ci fa vedere i thangka, raffigurazioni su stoffa dei Budda, dei demoni e amici dei partecipanti. e soddisfazione delle tifoserie locali; abbiamo protettori o dei mandala. La mattina si svolge con gare dei lanciatori di aquile, partecipato anche noi alla kermesse, abbiamo All’interno di un tempio ci sono anche dei monaci e gli aquilai devono recuperare le aquile nel più breve girovagato tra bancarelle e gher, siamo entrati un lama che su richiesta possono dedicarci qualche tempo possibile; le aquile vengono lanciate dalla nell’ambiente e oramai ci sentiamo anche noi preghiera, comperiamo degli incensi e delle sciarpe cima di una vicina montagna, alcune si dilungano parte del festival, siamo integrati in questo insieme blu, l’atmosfera è coinvolgente. in voli sopra le coste delle alture, alcune addirittura di cavalieri, aquile, tifosi, partecipanti e vincitori, Vorremmo anche assistere a una puja che dovrebbe vanno a prendere animaletti o falchi che si aggirano l’atmosfera festosa e coinvolgente ha accomunato iniziare alle 11,00 ma i monaci tardano e non si nei dintorni, altre devono essere recuperate dagli tutti . sa quando effettivamente potrebbe iniziare per cui addetti perché si posano in angoli lontani; coloro che La sera, prima di tornare alle nostre gher, impolverati decidiamo di andarcene e proseguire il nostro tour. superano la prova si aggiudicano il diritto di entrare e sudati decidiamo di andare ai bagni pubblici per A mezzogiorno circa siamo al monastero di Shankh, nelle gare del giorno seguente. farci una bella doccia calda, ne abbiamo proprio fondato da Zanabazar ( personaggio mitico e Nel pomeriggio ci sono altre gare, in una i cavalieri bisogno, questa vita nomade ci piace ma il richiamo fondamentale nell’arte e nel buddismo mongolo) nel devono prendere un ciottolo da terra in velocità, in della doccia è troppo forte!!! 1648, anche questo decimato dai soldati staliniani un’altra corrono con i cammelli, enormi cammelli Il festival è finito salutiamo Ali, i drivers, le cuoche, nel ’37. ben tenuti e spazzolati che corrono con un’abilità i fuochisti e noi torniamo a All’interno del tempio un lama mai vista sui pendii della montagna. Ulanbaatar con l’aereo il 7 recita mantra con il supporto di 5 Alle 17,00 dobbiamo muoverci perché al teatro in Ottobre, da qui cominciamo piccoli monaci, fuori assistiamo città ci sarà lo spettacolo di suoni e canti caratteristici il giro nella Mongolia al montaggio di una grande gher, della zona; gli artisti si susseguono con abilità centrale e nell’area dei Gobi. vediamo la struttura in feltro cantando e suonando strumenti tipici, i ballerini con Appena arrivati nella capitale mentre viene ricoperta dal telo costumi colorati allietano la serata. Quando usciamo saliamo sulle nostre auto e di cotone plastificato con grande sono già le 20,00 , arriviamo al camp per la cena, andiamo a Khognokhaan, in impegno e fatica dei ragazzotti sempre buona, la prima giornata di festival è stata un camp tra le rocce, enormi che ci stanno lavorando. superiore alle aspettative, siamo felici. rocce granitiche arrotondate Nel pomeriggio gli autisti Il 6 ottobre siamo di nuovo al festival, oggi si che sembrano poggiate l’una abbandonano la strada asfaltata susseguono i migliori lanciatori di aquile degli Altai, sull’altra fino a formare delle per dirigersi su piste verso i Gobi tutti veramente bravi, le aquile seguono le prede che montagne. La notte siamo dove arriviamo la sera. i cacciatori trascinano per terra, quando le riescono sempre nelle gher, il camp è La prima tappa del 10 Ottobre a prendere sono premiate da alcuni pezzi di carne. attrezzato con acqua calda e servizi centralizzati, la sono le rovine del monastero di Ongi, ormai resta Poi ci sono i cavalieri che si contendono una pelle di sala ristorante è elegante e il menu ottimo. poco di questi due grandi complessi che sorgevano pecora rigonfia, l’abilità sta nello riuscire a tenerla La mattina del giorno dopo per un paio d’ore ai lati del fiume Ongi e che ospitavano oltre 1000 senza farsela rubare, la pecora è pesante e i cavalieri gironzoliamo sulle montagne intorno al camp e monaci, anche qui ci fu la distruzione nel ’37, ora fanno delle acrobazie incredibili per restare in sella poi andiamo a visitare il piccolo monastero Ovgon ci sono pochi monaci che un po’ alla volta lo stanno piegandosi e contorcendosi per non perdere la presa. Kiid nelle vicinanze, un antico monastero in parte ricostruendo con le offerte dei visitatori; c’è un Alla fine della giornata ci sono le premiazioni dei sopravvissuto alle epurazioni staliniane del 1937; piccolo tempietto sistemato dove si può pregare, partecipanti più abili, felici e trionfanti si aggirano una guida ci mostra il tempietto e le altre parti fuori c’è una fonte che dicono sia benedetta, per il campo con le targhe dei vincitori, tra applausi ancora in uso sparse sulla montagna, il tempo è all’ingresso una grande porta segnala l’inizio della Avventure nel mondo 1 | 2020 - 21 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 21 13/12/19 07:14
RACCONTI DI VIAGGIO | Mongolia vasta area che delimitava il monastero. La zona è tranquilla e si respira un’aria di pace e di equilibrio, ci auguriamo che i monaci riescano nel loro intento di ricostruire qui un grande monastero. Il nostro viaggio prosegue verso Bayanzag dove ci sono delle interessanti formazioni rocciose, le Flaming Cliffs. Arriviamo verso le 16,00 al camp dove lasciamo i bagagli e ci incamminiamo verso le cliffs, km 1,5; alle 16,30 stiamo già saltando da un pinnacolo all’altro. La colorazione rossastra delle rocce viene messa in risalto dai raggi del sole, è veramente un posto meraviglioso. Siamo lì noi da soli ad aspettare il tramonto, restiamo in silenzio, ognuno su una sua roccia finche il sole scende, poi lentamente ci incamminiamo verso il camp, soddisfatti. La notte scende sul camp, le gher bianche splendono alla luce della luna che ormai si è fatta grossa, quasi piena e illumina il campo a giorno. la capitale, ci fermiamo a Bayandalay per uno l’inverno, le gher sono già state tutte smontate e noi La mattina dell’11 andiamo a vedere altri petroglifi, la spuntino e nel pomeriggio siamo alla Yol valley per dormiamo nella casa dei proprietari, in camerette strada è impervia e anche la guida fatica a trovarla; un piccolo trekking, costeggiamo un ruscello che da due /tre persone con una stufa che riscalda il lasciate le auto dobbiamo salire sulla montagna a scorre in un profondo canyon, l’aria è gelida e infatti corridoio e toglie un po’ il gelo. piedi, strada facendo incontriamo tanti piccoli pezzi nella gola più stretta ci sono ancora pezzi di ghiaccio La mattina alle finestre troveremo il ghiaccio ma noi di roccia con incisi disegni di vario genere: simboli , che restano di anno in anno senza mai sciogliersi abbiamo dormito bene , eravamo ben coperti e non animali, continuando così fin sulla cima. Il panorama (d’inverno il ghiaccio arriva ad uno spessore di 10 mt abbiamo sofferto il freddo; oggi torniamo alla civiltà, dall’alto è spettacolare, si vede il deserto dei Gobi circa). Intorno a noi la vita prospera, ci sono i pika, lasciamo le grandi dimensioni dei paesaggi mongoli, immenso, fino all’orizzonte, con i colori che si piccoli coniglietti molto indaffarati a portare riserve alle 13,00 siamo a Ulaanbaatar, nel nostro caro e fondono fino a diventare un indistinto azzurro, molto di erba nella tana prima che arrivi l’inverno, sulla caldo albergo immersi nel traffico cittadino. suggestivo. cima del canyon vediamo un gruppo di stambecchi, Nel pomeriggio shopping alla fattoria del cashmire, Riprendiamo il cammino, nel pomeriggio vogliamo intorno ci sono anche i cavalli con i quali si può fare un posto veramente conveniente per questo tipo di arrivare presto al camp vicino alle grandi dune il percorso. articolo e poi in centro allo State department store ma prima dobbiamo attraversare le montagne del Il 13, sulla strada del ritorno, ci fermiamo a Tsagaan dove al 5^ piano si può trovare ogni tipo di oggetto Gurvan Saikhan National Park dove avvistiamo Survaga, un’altra bellissima formazione rocciosa, tipico della Mongolia. gruppi di gazzelle che corrono spaventate al nostro questa volta le rocce sono bianche sfumate di La sera ceniamo in un bel ristorante con barbecue arrivo. pennellate rosa, viola e verdi, uno spettacolo! Le offerto dal corrispondente, Mr Oogi, sempre attento Il panorama che ci accompagna è sempre vediamo dall’alto e poi dal basso, il terreno per e disponibile; siamo felici, abbiamo fatto un tour affascinante vediamo anche una bella e grossa volpe arrivarci è accidentato, si fa veramente fatica a meraviglioso, visto una nazione ed un popolo che ci attraversa la strada mentre in cielo volano in transitare in quei dossi con le auto ma i nostri drivers straordinari in compagnia di un gruppo allegro e cerchio tanti sono veramente stupendo, cosa volere di più? grossi uccelli bravi e se la cavano Il 15 Ottobre è l’ultimo giorno di questa avventura, neri, sono i bene. andiamo a vedere la grande, enorme statua di kite, una specie Arriviamo verso Gengis Khan a Chonjin, è Lui a cavallo su un supporto di avvoltoi sera al Parco circolare alto 10 mt, in tutto il monumento è alto 40 caratteristici Nazionale Ikh mt. Gengis è lì gigantesco e immobile , che si staglia delle pianure Gazarin Chuluu, un contro le colline bruciate dal freddo e il cielo blu, è Lui della Mongolia. altro posto dove la la sintesi di questo paese, simbolo della forza e della Arriviamo presto natura si è divertita resistenza di questa gente che sfida i freddi inverni al camp e alle a costruire con il e riesce a vivere in vallate sconfinate, allevando 16,00 siamo alle granito delle opere grandi mandrie, montando tende in feltro resistenti Khongoryn Els, d’arte. Le ombre del alla pioggia e al vento, allevando animali, cavalcando le grandi dune, tramonto stanno già cavalli e cammelli, addomesticando aquile; uomini e arrivano fino a oscurando le rocce, donne tenaci e instancabili, irriducibili alla fatica ma 300 mt e noi ci facciamo appena allo stesso tempo così gentili e disponibili. apprestiamo a in tempo a vederle Nel pomeriggio finiamo in bellezza il nostro tour scalarne una. In e fotografarle visitando il museo nazionale, ripercorriamo le cima arriveranno scalandone alcune, tappe della storia mongola, rivediamo le tribù, i loro solo tre di noi, intorno c’è la neve costumi, la religione, siamo in città da poco ma già l’ultima parte scesa qualche ci mancano le distese sconfinate, le montagne , i si rivelerà particolarmente difficile, lì si procede giorno fa che rimane, nonostante il sole, perché il laghi azzurri ma soprattutto ci manca dormire in una a quattro zampe; lo scenario è meraviglioso, al freddo è comunque sempre pungente. gherr, che fare? ci dovremo ritornare. tramonto le ombre delle dune si ingigantiscono e il Lasciamo il parco all’imbrunire, raggiungiamo il Baci e un grazie ai cari compagni di viaggio che panorama diventa ancora più suggestivo. Torniamo camp che è ormai buio, la luna enorme all’orizzonte hanno contribuito a rendere meraviglioso un già al camp che si sta facendo sera, anche oggi è stata sta sorgendo, ci ha accompagnato fin qui e l’abbiamo bellissimo viaggio. una giornata bellissima. vista crescere di notte in notte, adesso è finalmente Il 12 Ottobre cominciamo la strada del ritorno verso piena ed illumina il nostro camp ormai deserto per 22 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 22 13/12/19 07:14
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