Monfalcone - Parliamone in Biblioteca: Renato Antonini libro
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Monfalcone – Parliamone in Biblioteca: Renato Antonini presenta il suo libro “Memorie di un segnalatore seriale” GIOVEDÌ 14 OTTOBRE alle ORE 18.00, nella Sala Conferenze della Biblioteca. L’ingegnere monfalconese Renato Antonini da oltre vent’anni si dedica ad una singolare attività: scrive lettere, che poi invia principalmente a giornali (il quotidiano “Il Piccolo” è un destinatario abituale) oltre che a politici, rappresentanti di governo, giornalisti. Nei suoi scritti commenta fatti locali, ma anche vicende storico-politiche di portata nazionale. Il volume “Memorie di un segnalatore seriale” intende raccogliere e portare alla luce il materiale prodotto da Antonini nelle inusuali vesti di cronista-editorialista. L’appuntamento rientra nel ciclo di incontri targato “Parliamone in biblioteca”. E.L.
“Algoritmi di scacchi e passi d’angeli” di Simone Corvasce (Nulladie Edizioni) “Algoritmi di scacchi e passi d’angeli” di Simone Corvasce (Nulladie Edizioni, 2021) è un libro interessante e un efficace strumento intellettivo, prodotto con sincera padronanza nell’inquadratura progressiva del tempo, delimitato dallo spazio emozionale del poeta. L’autore mette in risalto, attraverso uno stile solido e profondo, il principio sconfinato di simboli e immagini incarnati nelle sue poesie, riveste la transitorietà del genere umano di resistenza benevola, realizza il disegno elegiaco dell’ispirazione, disponendo l’accordo delle reazioni dell’inconscio esistenziale nello spirito della misura primitiva e dimostrativa della riflessione interiore. I testi insegnano il proposito sapiente della comunicazione con il fondamento dinamico dei quesiti filosofici e delle meditazioni religiose, manifestano la rivelazione spontanea dell’intelletto, esprimono nella direzione immaginativa del pensiero la vocazione creativa, l’avvicendamento analogico ed emblematico delle parole accostate alla forma di un divenire spirituale, rintracciando nell’osservazione delle esperienze l’adesione alle nascoste significazioni delle atmosfere archetipali. Simone Corvasce presenta una poesia lirica, classicista, procede lungo i sentieri tortuosi dell’uomo per identificare il segno della soggettività interpretativa, la sostanza primaria dei contenuti colti, l’intuizione dell’appiglio poetico come assoluta e visibile realtà esegetica. Coglie i frammenti di una esistenza frantumata dal disorientamento delle incertezze e dalla mancanza di una linearità permanente, riceve l’influenza della vulnerabilità e della consapevolezza delle reminiscenze biografiche, la consistenza quotidiana della solitudine, le risposte all’abbandono desolato, la paura
suscettibile, il senso angoscioso del nulla. “Algoritmi di scacchi e passi d’angeli” ha il nobile carattere dell’essenzialità dialettica, restituisce alla compassione degli incontri la metafora delle sensazioni immediate, il corrispettivo ontologico della condizione drammatica dell’uomo, la rivelazione dolorosa della vita, il riflesso degli instabili volti dell’anima. Il poeta è messaggero del valore culturale, sostiene la funzione speculativa nella difesa della misericordia umana, replicando alla precarietà dei comportamenti l’intensa forza morale. La ricercata dilatazione dei fantasmi introspettivi attenua l’estensione della sottile malinconia, corregge l’equilibrio del tempo presente, compensa la condensazione della passione rinnovata oltre l’oblio dell’impulso affettivo. La sensazione inconfondibilmente tragica e tradizionale del destino concretizza, nell’orientamento sincero dei versi l’inquietudine moderna, nelle oscurità enigmatiche delle condanne la rassegnata lucidità, coniugando andamenti tormentati di contemporanea sofferenza. L’entità della realtà poetica trae ispirazione dall’esortazione della coscienza e dalle questioni funzionali della saggezza, dal significato sensibile e romantico della congiunzione inscindibile con la natura e l’armonia della conoscenza umana. Simone Corvasce dipinge una spiegazione della finitezza, delineando l’esposizione delle possibilità, la dottrina e la ragione della sensibilità, attraverso il rammarico e la continua analisi della consapevolezza, per oltrepassare la peregrinazione affannosa e disperata dei sentimenti. Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
PORDENONELEGGE 2021, 25MILA PRESENZE E CENTINAIA DI MIGLIAIA DI SPETTATORI IN STREAMING. IL FESTIVAL PENSA GIA’ AL 2022 CON GEOGRAFIE PIU’ VASTE E UNO SGUARDO ALL’EUROPA Il festival chiude con 25mila presenze (su 30mila posti disponibili in questo 2021 pandemico) e con grandi dati streaming (centinaia di migliaia di visualizzazioni) per gli eventi della PNlegge tv, «rilanciati in video in tutto il mondo grazie alla collaborazione di 43 Istituti di Cultura: da Sidney a Saigon, da Pechino a Hong Kong, da Addis Abeba a Berlino», come ha ricordato in sede di bilancio il Presidente di Fondazione Pordenonelegge, Michelangelo Agrusti. E ancora: la scommessa del green pass lanciata pionieristicamente – prima che diventasse norma nazionale – e vinta sul campo, la vocazione di impresa culturale e volano economico per il territorio: ma pordenonelegge anche come generatore di passione per libri e autori, di una ritrovata felicità nella fruizione degli eventi culturali live. Con il grande ritorno del firmacopie! E l’edizione 2022 già nel mirino: ampia e articolata come quella che si è appena conclusa, con uno
sguardo all’Europa, «dove c’è moltissima voglia dell’Italia che produce cultura». «Pordenone città festival: unica in Italia, e probabilmente anche altrove, per l’adesione diffusa, tenace ed entusiastica del territorio all’evento culturale che esprime. Ma anche per l’alchimia creativa che si genera nell’incontro al festival degli autori e degli editori: un humus dal quale sono nati nel tempo progetti, libri e iniziative», ha spiegato il direttore artistico Gian Mario Villalta. PORDENONE, 19 SETTEMBRE – È stato, come da auspicio, l’anno della rinascita: pordenonelegge 2021 archivia oggi la sua 22^ edizione – la seconda dell’era pandemica – dopo cinque giorni intensi di incontri, dialoghi, lezioni magistrali per 250 eventi in cartellone e oltre 500 protagonisti in 35 sedi e dieci città: da Trieste e Lignano, per la serata inaugurale, al cuore storico del festival, la città di Pordenone insieme a 7 centri della sua provincia. «I dati, ancora in fase di verifica, parlano di almeno 25mila presenze nei luoghi del festival, sui 30mila posti disponibili quest’anno in regime di pandemia, tutti ben distanziati e predisposti nella massima sicurezza – ha spiegato questa mattina il Presidente di Fondazione Pordenonelegge, Michelangelo Agrusti, nell’incontro stampa di bilancio – Un risultato che va oltre le più rosee aspettative e che deve però sommarsi a un altro dato eccezionale e ancora parziale: quelle centinaia di migliaia di visualizzazioni che sono una preziosa conquista della
resilienza pandemica, la PNlegge TV, partita nel 2020 come una nostra piccola ‘Dad’ e diventata valore aggiunto del festival. Quest’anno l’abbiamo riproposta con ampia copertura degli incontri in programma e video streaming di oltre 70 incontri: un vero e proprio video racconto di pordenonelegge in presa diretta e in differita, che sta facendo il giro del mondo grazie alla sinergia degli Istituti italiani di cultura, ben 43 sedi – da Sidney a Saigon, da Pechino a Hong Kong, da Addis Abeba a Berlino – che hanno rilanciato i nostri eventi dai loro siti, a beneficio di utenti dei cinque continenti». E pordenonelegge 2021 ha vinto ancora molte altre scommesse: quella del green pass, innanzitutto: «lanciata pionieristicamente, quando ancora non era diventato un must normativo, in Italia – ricorda il presidente Agusti – Una richiesta che non ha scalfito il grande desiderio del pubblico di partecipare in presenza alla Festa del Libro». Un gazebo era comunque stato predisposto per tamponi last minute nel corso del festival, in modo da garantire l’accesso in sicurezza, grazie alla collaborazione di Croce Rossa Italiana, Medici Cure Primarie Friuli Occidentale e Confindustria Alto Adriatico. «Sul piano della dialettica fra economia e cultura, pordenonelegge conferma il suo ruolo di impresa culturale – ha ancora affermato Michelangelo Agrusti – un volano economico concretamente stimato nel ritorno di 8€ per ogni euro investito dall’ente pubblico sul festival. Una testimonianza, quindi, di sostenibilità ed equilibro fra economia e promozione culturale, alla luce anche del sold out nelle strutture ricettive e dei luoghi di ristorazione della città e dell’hinterland. Ma pordenonelegge ancora una volta è stata un grande generatore di passione per i libri e gli autori: il ritorno del firmacopie ha rinnovato l’incontro festoso fra autori e lettori, alimentando al festival una straordinaria e ritrovata felicità legata alla fruizione degli eventi culturali».
Così, negli ultimi momenti dell’edizione 2021 di pordenonelegge lo sguardo si leva verso l’edizione 2022, che è già nel mirino: «sarà senz’altro ampia ed estesa come quella che si sta concludendo – ha anticipato il presidente Agrusti – e ripartirà dalle sedi toccate quest’anno. Certamente le città di Trieste e Lignano faranno parte del prossimo cartellone, e le geografie del festival potranno ulteriormente estendersi, in Italia ma non solo. Sappiamo che l’Europa ha moltissima voglia dell’Italia che produce cultura». Pordenonelegge 2021 è un progetto di Fondazione Pordenonelegge realizzato dai curatori Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet. Il team artistico, insieme alla direttrice di Fondazione Pordenonelegge Michela Zin, si è stretto al presidente nell’incontro stampa di bilancio. «Pordenone città festival, ancora una volta si è dimostrata realtà unica in Italia e probabilmente anche altrove – ha osservato il direttore artistico Gian Mario Villalta – per l’adesione diffusa, tenace ed entusiastica del territorio al proprio evento culturale. Ma
anche per l’alchimia creativa che si genera nell’incontro al festival degli autori e degli editori: un humus dal quale sono nati nel tempo progetti, libri e iniziative. Pordenonelegge quest’anno ha scelto di respirare e lo ha fatto anche ammiccando, con la sua immagine 2021, a quel pneuma che è soprattutto soffio vitale, principio d’essere di ogni organismo. Una vitalità che si è riverberata nella scelta articolata degli autori e dei temi, nell’equilibrio tra apertura popolare e altri eventi concepiti come tessuto connettivo di pordenonelegge, che di volta in volta sa diventare un festival di poesia, di scienza o di filosofia. Ma anche un festival per giovani lettori e scuole: l’augurio più forte è di tornare presto in presenza con gli studenti di ogni età». La 22^ edizione di pordenonelegge, dal 15 al 19 settembre 2021, ha visto protagonisti fra gli altri il Maestro del romanzo storico Fernando Aramburu, il Premio Nobel per la Letteratura Kazuo Ishiguro, lo scrittore statunitense Peter Cameron, il genetista inglese Kevin Davies, l’ex star del calcio Lilian Thuram, l’egiziana Nadia Wassef, il russo Evgenij Vodolazkin, l’olandese – iraniano Kader Abdolah. E ancora gli autori Melania Mazzucco, vincitrice del 2* Premio Letterario FVG, Alessandro Piperno, Edoardo Albinati, Marcello Fois, Vittorino Andreoli, Federico Rampini, Emanuele Trevi, Mauro Covacich, Antonella Viola, Andrea Segrè, Oscar Farinetti, Daria Bignardi, Giuseppe Culicchia, Michele Serra, Lidia Ravera, Ilaria Tuti, Mauro Corona, Stefania Auci, e moltissimi altri ancora. pordenonelegge 2021 è realizzato in collaborazione con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la Camera di Commercio di Pordenone – Udine, il Comune di Pordenone, Fondazione Friuli, Cinemazero e Crédit Agricole FriulAdria. Dettagli e PNlegge TV su pordenonelegge.it Press: studio Vuesse&c
“Labirinto Bosè” è il nuovo libro di Giovanni Verini Supplizi, disponibile anche online
Esistono dei personaggi straordinari nella Storia del Novecento che c’hanno traghettato nel nuovo secolo con classe ed eleganza, attraversando diversi linguaggi artistici. È il caso di Miguel Bosé, figlio della bellissima attrice Lucia e del torero Luis Miguel Dominguín. Dall’esordio cinematografico nel 1973 Giovanni Verini Supplizi ci accompagna lungo la carriera di Miguel Bosé, raccontandoci quarantacinque anni di musica, cinema, teatro e tv attraverso un’analisi dettagliata dell’attività del poliedrico artista spagnolo che tanto successo ha avuto in Italia. Link di acquisto online: https://www.amazon.it/Labirinto-Bosé-Secondo-secondo-loro/dp/8897389635/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=labirinto+bose&qid=1631686615&sr=8-1 Il libro è corredato da schede dettagliate della discografia di Bosè e dei film ai quali ha partecipato, arricchito da dichiarazioni dell’artista e di suoi colleghi e amici tratte da riviste, trasmissioni TV, comunicati stampa, interviste, ma soprattutto con interviste originali realizzate appositamente per il libro a: Luigi Faccini, Red Canzian, Janis Ian, Lindsay Kemp, Danilo Vaona, Mauro Sabbione, Oscar Gómez, Russ Ballard, Graham Preskett, Maurizio Fabrizio, Steve Kipner, Peter Hammill, Guido Harari, Sergio Cossu, Paolo Gianolio, Daniele Tedeschi, Carlo Massarini, Luisa Corna, Gary Clark, Martin Ansell, Alan Childs, Arturo Soriano, Larry Mitchell, Carlo Marrale, Graziano Accinni, Luca Vittori, Simon Toulson-Clarke, Emilio Farina, Giovanni Boscariol, Paolo Costa, Maurizio Sgaramella, Pedro Andrea, Noa, Spankox, Nicolás Sorin, Davide Rampello. Giovanni Verini Supplizi, titolare di Wanted Record, negozio di dischi a Bari alle cui bizzarre vicende ha dedicato il suo primo libro, “Bassa Fedeltà” (edito da SGEdizioni). Ha collaborato con alcune radio locali e ora è critico musicale sul Quotidiano di Bari. Prefazione di Enzo Gentile, giornalista, scrittore e critico musicale. L’immagine di copertina è firmata da Andrea Fumagalli (@andy_bluvertigo) Edito da Crac Edizioni Distribuito da Messaggerie https://www.facebook.com/giovanni.supplizi https://www.facebook.com/search/top/?q=giovanni%20verini%20supplizi%20-%20scrittore “REX, Il sogno azzurro – The blue riband” Il mito del più
grande transatlantico mai costruito in Italia Il libro «REX, Il sogno azzurro – The blue riband», voluto da Fondazione Ansaldo, scritto da Flavio Testi, pubblicato e distribuito da Erga Edizioni, è stato recentemente presentato al MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone, da Michele Luise, vicesindaco del Comune di Monfalcone, e Lorenzo Fiori direttore di Fondazione Ansaldo. E’ seguita una tavola rotonda moderata dallo storico navale e operatore museale per il MuCa Giulio Princic con la partecipazione dell’autore del libro, della titolare P.O. Attività Culturali del Comune di Monfalcone per il MuCa, Federica Ghirardo, del rappresentante dell’Associazione Marinara Aldebaran, Corrado Cattonar, e dello storico navale, liutaio e collaboratore del Museo del Mare di Trieste Walter Macovaz. La Fondazione Ansaldo ha voluto questo libro per celebrare il mito del più grande transatlantico mai costruito in Italia – 51.060 tonnellate di stazza lorda per una lunghezza di 268 metri, una larghezza di 30 metri e un’altezza 37 metri, con 4 eliche e 4 motori capaci di una potenza di 140.000 cavalli -, varato il primo agosto 1931 nei Cantieri Navali Ansaldo di Sestri Ponente e affondato l’8 settembre 1944 dai razzi e siluri accanitamente lanciati dagli aerei della Royal Air Force nella solitudine e nel silenzio della baia di Capodistria, opposta geograficamente a quella dove era nato. Il suo affondamento è stato l’ultimo atto di una vita operativa eccezionale, seppur breve, suggellata nel 1933 con la vittoria del Nastro Azzurro, grazie ad una traversata tra Europa e America di 4 giorni, 13 ore e 58 minuti. Il REX percorse le 3.181 miglia che separano Gibilterra dal faro di Ambrose a una velocità media di 28,92 nodi, arrivando a destinazione con un giorno d’anticipo, un record che detenne
per due anni. Ed è proprio a questa competizione che si riferisce il titolo del libro. Un mito fatto di tanti altri miti: a bordo del REX viaggiarono autentiche leggende quali il “gigante buono” Primo Carnera, l’“uragano di Amsterdam” Vittorio Tamagnini, Walt Disney, Clark Gable, Salvador Dalì, Ingrid Bergman, Gianni Agnelli, Arturo Toscanini, Eugenio Montale, Luigi Pirandello e moltissimi altri. Non solo personaggi celebri, ma sul REX attraversarono l’Atlantico tra i 30.000 e i 50.000 ebrei che trovarono rifugio in America durante il periodo delle persecuzioni razziali. Il REX è entrato nel mito anche per la leggendaria intercettazione del 12 maggio 1938 in pieno Atlantico, a 700 miglia da New York, effettuata da tre prototipi di bombardieri B17, le cosiddette “Fortezze volanti”. Un tributo a questo evento avvenne nel 2007 con la replica dell’intercettazione REX Replay. L’assurdo accanimento nell’affondarlo ha contribuito a consolidarne l’aura di mito che ancora oggi vive nella memoria collettiva: la Zanussi volle il nome del transatlantico per i suoi elettrodomestici di alta gamma; nel 1963 la Peroni chiamò Nastro Azzurro la sua la birra premium con l’ambizione di farla diventare la birra italiana più amata nel mondo. Dieci anni dopo, nel 1973, Fellini lo rese immortale omaggiandolo nel suo capolavoro Amarcord. Tra le oltre 250 pagine del volume è possibile leggere di come sia nato questo mito che da 90 anni è sinonimo di orgoglio italiano e che, anche con i suoi interni eleganti e raffinati, è stato simbolo itinerante del made in Italy nel mondo. Il volume bilingue (italiano e inglese) e con sovra-copertina poster, stampato e distribuito da Erga Edizioni, è in vendita presso il circuito delle librerie su tutto il territorio nazionale al prezzo di 25 euro e presso le principali piattaforme on-line.
LIGNANO, domani ULTIMO APPUNTAMENTO DEGLI INCONTRI CON L’AUTORE E IL VINO CON IL LIBRO DI ENEA FABRIS “DALLA SABBIA ALL’ORO” Giovedì 9 settembre ultimo appuntamento della storica rassegna degli Incontri con l’autore e con il vino, promossi dall’Associazione Lignano nel Terzo Millennio presieduta da Giorgio Ardito e curati dallo scrittore Alberto Garlini e dal tecnologo alimentare Giovanni Munisso. Alle 18.30 al PalaPineta nel Parco del Mare, Enea Fabris presenta il suo libro “Dalla sabbia all’oro”. Conduce l’incontro l’avvocato Enrico Leoncini. Un titolo che racchiude in sintesi tutto il percorso di questa penisola, da landa desolata a stazione turistica di livello europeo. Sedici capitoli in cui l’autore racconta la località balneare friulana tra ieri e oggi, aiutandosi con oltre 200 splendide fotografie, molte delle quali inedite.
«Una attenta ricostruzione di un lungo arco temporale, quasi un affresco storico, che non si limita a ricordare il passato in termini reali, ma ci rende anche la sensazione di quel passato – cosi scrive Marina Dalla Vedova nella sua prefazione al libro – troverete storie che sembrano remote, oramai dimenticate, eppure fondanti l’identità di un territorio». L’opera vive di due momenti, quello personale, che introduce e che costituisce la cifra morale del lavoro, e quello più scientifico e compilativo, che analizza i fatti e le vicende della storia. Come ad esempio l’inizio del centro balneare friulano il 15 aprile del 1903, quando con una solenne cerimonia veniva la posta in opera il primo palo per la realizzazione del primo stabilimento balneare. La Società Agricola Cav. Guido Lorenzonetto di Pertegada (UD) proporrà in degustazione la sua Ribolla Gialla Spumante Extra Dry, raccontata dall’enologo Michele Bonelli. Un vino dal colore giallo paglierino carico con profumi freschi fruttati con note di mela e fiori bianchi. Un sapore rotondo, vivace e aromatico con una spuma persistente e un perlage fino e continuo. Come da Decreto legge del 23 luglio 2021, n. 105 sulle “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, sarà possibile accedere agli incontri soltanto se si è in possesso della Certificazione Verde Covid-19/Green Pass comprovante l’inoculamento almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 o la guarigione dall’infezione da Sars- CoV-2 (validità 6 mesi) o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore).
All’ingresso verranno richiesti al pubblico i dati personali, che saranno conservati per 14 giorni. Si consiglia di arrivare al PalaPineta con il modulo già compilato, scaricabile al link https://www.lignanonelterzomillennio.it/download/modulo-t racciabilita.pdf. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. “Dentro tutte le cose c’è amore” Il nuovo libro di Paolo Parrini Il nuovo libro di Paolo Parrini “Dentro tutte le cose c’è amore” (Puntoacapo Editrice, 2021) racchiude la materia della memoria, tanto cara all’autore, il continuo stato di provvisorietà e di tumulto interiore alimentato dal senso d’inafferrabile malinconia offuscata tra le righe e nell’ombra dei versi. I testi orientano e governano i luoghi e gli odori collegati ai ricordi, i correlativi oggettivi della natura, l’aspetto somatico dei sentimenti, ispirando l’universale miracolo dell’amore, la declinazione poetica di ogni più viva felicità lungo il cammino delle relazioni umane, nell’intimità degli incontri, nell’essenza delle invocazioni, nell’obbedienza nobile all’ascolto di parole coniugate alla saggezza. Il poeta difende il limite degli scenari spontanei, impressi nelle sue poesie, contempla la devozione alle emozioni mediando l’arte elegiaca con la generosa comprensione degli accadimenti della realtà, decantando la fiducia in un sorriso, ritrovando gli accordi inespressi dell’immaginario sognato e desiderato. L’alchimia degli elementi esistenziali rende unica e indissolubile ogni corrispondenza altruista, trasforma il significato spirituale del tempo, intreccia il
mantenimento benevolo nei legami, dilatando il confine di ogni spazio esiliato, la considerazione della coscienza, l’infinita osservazione della reciprocità. La poesia di Paolo Parrini, innamorata dell’attesa, realizza sapientemente la sostanza di ogni piccola, grande previsione empatica, districando la cifra del dolore nella premessa del sentire, modellando l’architettura intimista di ogni distacco nel risveglio della quotidianità, nella gioia di “un filo d’erba” nel paesaggio, rispettato come elemento di riflessione e di consolazione. La perseveranza e la fedeltà al proprio cuore scolpiscono la materia dell’autore, imprimono il suo punto di vista, ricavano l’umanissimo significato delle preghiere pagane rivolte alla vita, confermano l’alleanza con le dinamiche sensibili, mutando la desolazione di ogni sofferenza in risveglio caritatevole. Il poeta è testimone dell’influenza rigeneratrice della propria anima, preserva l’integrità delle espressioni nello stile evoluto in equilibrio con l’esigenza di un indirizzo purificatore, nella vocazione di una identificazione e di un confronto ricambiato con il lettore, dedicando alla purezza di ogni risorsa percettiva l’attraversamento di ogni avversità mediante l’amore. L’amore quindi come esortazione alla cura e all’evoluzione di sé, dono di attenzione profonda al proprio esistere, dialogo nelle azioni e dolcezza nei gesti, voce e silenzio. L’altruismo poetico di Paolo Parrini rafforza l’entusiasmo e la gratitudine, salvaguarda lo svolgersi coraggioso delle separazioni, ripara le offese, accresce la limpidezza della linfa vitale, genera l’identità delle proprie intuizioni. “Dentro tutte le cose c’è amore” è un benefico sortilegio d’amore, avvolge l’universo biografico in un’aura protettiva, disegna la prospettiva struggente della commozione, adattata nella resilienza dei conflitti, adegua la dimensione intima di ogni piccola morte alla rinascita di ogni inclinazione nostalgica, superando il vuoto delle solitudini, nel vero significato della speranza, nelle parole di Pablo Neruda: ”Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno.”
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” La Terra degli Dei” di Sara Favarò il 6 e 7 sett. a Vicari e Misilmeri (PA) “La Terra degli Dei”, 70° libro della scrittrice Sara Favarò, sarà presentato lunedì 6 a Vicari e martedì 7 a Misilmeri, entrambi comuni della Provincia di Palermo. L’incontro di Vicari di giorno 6, alle ore 17,30, è organizzato dal Comune e dalla locale Pro Loco. Dopo i saluti del Sindaco Antonio Miceli, ci sarà l’intervento dell’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, autore della prefazione al libro, la presentazione del testo sarà a cura della giornalista Marianna La Barbera, in scaletta anche la partecipazione del chitarrista Ferdinando Moncada e la presenza di Sara Favarò. Sede dell’evento è l’antico Palazzo Pecoraro Maggi in Via Dante Alighieri, 18, dove sarà anche offerto un rinfresco a
base di “passa volanti”, il dolce di mandorla tipico di Vicari. L’incontro di Misilmeri di giorno 7, alle ore 21,00, è organizzato dalla Biblioteca Comunale del paese. Dopo i saluti del Sindaco Rosario Rizzolo, ci sarà l’intervento del direttore della Biblioteca Enrico Venturini, la presentazione dei contenuti del testo sarà fatta dalla giornalista Marianna La Barbera. Seguirà la lettura di alcuni brani tratti dal testo della Favarò, a cura della professoressa Anna Rita Pinsino e dell’attore Gaetano Martorana. Interverranno, inoltre, il chitarrista Francesco Maria Martorana e l’Autrice. Il libro è pubblicato da Di Girolamo ed è inserito nella collana editoriale “Promemoria” che vede la presenza di altri nove libri dell’autrice su temi che spaziano nell’ambito della tradizione popolare siciliana, dai proverbi, ai modi di dire, dalle preghiere popolari alle filastrocche, dalle favole alle minchiate, dalle conte ai “cunti”, la copertina è di Tiziana Crivello. “La Terra degli Dei”, il cui sottotitolo è “Miti e Divinità Siciliani”, oltre alla prefazione di Alberto Samonà, ha l’introduzione di Franco Favarò, studioso di storia dell’esoterismo occidentale C. L. LIGNANO, INCONTRI CON
L’AUTORE E CON IL VINO: GIOVEDI’ 2 SETTEMBRE ANTONELLA SBUELZ E VENERDÌ 3 SETTEMBRE UN INCONTRO “FUORI PROGRAMMA”: MARINO FIRMANI PRESENTERÀ IL SUO LIBRO “IMPARARE Una vicenda che intreccia due voci e due vite di adolescenti, l’italiano Mattia e l’afghano Aziz, unendo i loro destini in un finale a sorpresa. Tutto questo nel romanzo “Questa notte non torno” (Feltrinelli) che l’autrice Antonella Sbuelz presenterà giovedì 2 settembre alle 18.30 al PalaPineta per la rassegna Incontri con l’autore e con il vino, promossa dall’Associazione Lignano nel Terzo Millennio presieduta da Giorgio Ardito. Aziz parte con il padre e lo zio dall’Afghanistan, seguendo la rotta balcanica, per raggiungere l’Europa. La madre è morta durante un’azione militare e il ragazzo è stato cresciuto dalla nonna, donna istruita, costretta a fuggire dai talebani dopo aver tentato di avviare una piccola scuola per bambine. Nei pressi di Budapest, i tre vengono arrestati come migranti clandestini ma, mentre il padre e lo zio sono trattenuti dalla polizia, Aziz viene rilasciato e sale su un treno diretto a Vienna. Mattia invece è un ragazzo italiano come tanti: vive in una cittadina del Nord con i suoi genitori, ha una cotta per una compagna di classe a cui non riesce a dichiararsi e tanti sogni da realizzare. Un giorno, però, la sua vita viene colpita da un fulmine a ciel sereno: la notizia che il padre aspetta un figlio da un’altra donna. Per il ragazzo comincia una profonda metamorfosi, fatta di fragilità e scoppi di rabbia, momenti di tenerezza e propositi di vendetta. Aziz e Mattia si incontrano per caso una notte: Mattia è scappato di casa e Aziz, dopo il lungo viaggio, è arrivato in Italia e dorme vicino a una siepe, solo e affamato. Mentre Mattia gli
dà da mangiare il poco che ha e lo accoglie nel suo rifugio nei sotterranei della scuola, Aziz gli racconta la sua storia. Nella notte, però, Mattia si accorge che il ragazzino afghano scotta. Ha la febbre alta e cercando di aiutarlo Mattia scopre che in realtà Aziz è una ragazza dai lunghi ricci neri… L’azienda agricola Obiz di Cervignano del Friuli proporrà in degustazione la sua Malvasia DOC Friuli 2019. Un vino dal Colore giallo paglierino. Al naso si presenta schietto e caratteristico, sprigiona particolari note floreali di fiori di acacia, sfumature di salvia e frutta gialla. Con un sapore secco, pieno ed elegante, con una buona persistenza e ottimo equilibrio tra morbidezza e sapidità . E questa settimana gli incontri con l’autore e con il vino raddoppiano: un “fuori programma” venerdì 3 settembre, sempre alle 18.30 al PalaPineta, la presentazione del libro di Marino Firmani “Imparare a imparare” (Aviani & Aviani editore), in abbinamento con i vini dell’azienda vitivinicola Le Vigne di Zamò di Rosazzo All’interno del PalaPineta ci sarà un corner allestito da Librerie Coop per poter acquistare le copie dei libri con la possibilità di farsele firmare dagli autori. E. L. Altri orizzonti: camminare, conoscere, scoprire Pistoia –
Dialoghi sull’uomo torna finalmente in presenza: dal 24 al 26 set. Pistoia – Dialoghi sull’uomo XII edizione | 24-26 settembre 2021 Altri orizzonti: camminare, conoscere, scoprire Pistoia – Dialoghi sull’uomo torna finalmente in presenza: da venerdì 24 a domenica 26 settembre si terrà la XII edizione del festival di antropologia del contemporaneo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli (www.dialoghisulluomo.it). Dopo questo lungo periodo sospeso, in cui non ci si è potuti incontrare nelle piazze, il cammino dei Dialoghi, iniziato 12 anni fa, riprende con quel confronto vivo e intenso tra pubblico e grandi pensatori, su temi cruciali e di impegno civile, che da sempre contraddistingue il festival, per comprendere al meglio come convivere in una società complessa quale la nostra, soprattutto alla luce della crisi che stiamo attraversando. Il tema del 2021 Altri orizzonti: camminare, conoscere, scoprire sarà affrontato in conferenze, dialoghi, spettacoli e camminate culturali. Antropologi, filosofi, scrittori, scienziati, sociologi, artisti, esploratori raccontano, da punti di vista differenti, l’anelito di ricerca che ha caratterizzato l’evoluzione del genere umano, superando i confini e camminando verso nuovi orizzonti – fisici e spirituali. Il fil rouge del festival è il cammino verso nuove e altre
prospettive, il cammino dei migranti in fuga dalla povertà e dalla morte, quello avventuroso dei pionieri, quello della ricerca, della cultura e della scienza. Dalle esplorazioni della terra e dello spazio, che hanno consentito di creare nuovi habitat e di sviluppare nuove conoscenze, all’esigenza di superare l’hic et nunc della quotidianità, alla ricerca di forme di spiritualità tanto religiosa quanto laica. «Gli incontri della nuova edizione dei Dialoghi vedranno avvicendarsi studiosi, viaggiatori ed esploratori del mondo, ma anche dei diversi campi del sapere, che tentano ogni giorno di superare i propri confini, perché la sete di conoscenza dell’essere umano è inesauribile» dichiara Giulia Cogoli «Il cammino che i nostri lontani antenati hanno intrapreso uscendo dall’Africa non è stato fatto solo con i piedi, ma anche con l’immaginazione, la speranza e l’anelito a nuove scoperte, che ha permesso non solo di conoscere il nostro pianeta, ma anche di trascenderlo». Il Premio Internazionale Dialoghi sull’uomo – attribuito a una figura del mondo culturale che con il proprio pensiero e la propria opera abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane – quest’anno, per la quarta edizione, è conferito a Claudio Magris. Germanista, narratore, scrittore di teatro, tra i primi studiosi a occuparsi di autori ebraici nella letteratura mitteleuropea, è uno dei maggiori testimoni della nostra epoca attraverso un modello di militanza intellettuale che torna in tutte le sue opere. Sarà insignito del riconoscimento sabato 25 settembre, sul palco del festival in piazza del Duomo. Seguirà l’incontro Quando comincia l’uomo? con lo scrittore Paolo di Paolo. Il premio è stato in precedenza assegnato allo scrittore David Grossman (2017), al Premio Nobel per la Letteratura Wole Soyinka (2018) e alla fisica ed economista Vandana Shiva (2019). IL PROGRAMMA
VENERDÌ Apre il festival la conferenza inaugurale Le parole e il cammino dello scrittore Paolo Rumiz, uno dei massimi narratori di viaggio. Il cammino è uno dei momenti topici della riflessione e della scrittura, in cui, secondo Rumiz, l’immaginazione si scatena. Lo scrittore è, dunque, un trovatore, un cacciatore che non sa mai in cosa si imbatte prima di partire e la sua vita è una sorta di “pendolarismo talmudico” fra il momento nomadico, in cui esce dalla propria tana in cerca della preda, e il momento del ritorno a casa, in cui si rifugia al sicuro, raduna ciò che ha raccolto, per passare alla rielaborazione. “Cammino dunque sono”: parafrasando Cartesio, il pedagogista e filosofo Duccio Demetrio spiega che il pensiero filosofico, fin da Platone, non ha mai cessato di riflettere sul divenire, sul tempo scandito dai passi, sul dirigersi verso una meta. L’atto del camminare si rivela dunque una grande metafora filosofica della condizione umana, in cui la strada, la sosta, gli incontri, sono simboli del nostro rapporto meditativo – o viceversa distratto – con le cose e con gli altri. Ogni luogo è un dove è lo spettacolo teatrale, al suo debutto, scritto dall’antropologo Marco Aime, che sale sul palco del festival nell’inedita veste di voce teatrale narrante, con musiche di Massimo Germini che suonerà dal vivo vari strumenti, accompagnati dal canto e narrazione dall’attrice Eleni Molos: un percorso di poesie, musica, canzoni, in un viaggio per raccontarci quanta strada calpestano gli uomini per attraversare cieli, muri, deserti e mari, per affermare il proprio diritto e il desiderio di vita. L’incontro con lo straniero, in ogni brano, diviene un viaggio nel tempo, perché tutti siamo stati migranti, perché tutta l’umanità è in cammino, da sempre. SABATO
Cosa sta diventando l’essere umano in quest’epoca che qualcuno ha proposto di chiamare d.C., “dopo Coronavirus”? Che umanità è quella della grande accelerazione digitale e della crisi ambientale? Il rapporto con le macchine configura rischi di alienazione e nuove schiavitù? Oppure è proprio la tecnologia che ci fa apparire per come siamo, ovvero esseri la cui “natura” è in realtà una cultura continuamente cangiante? Siamo destinati a vivere in futuro senza lavorare, oppure le nuove tecnologie costringeranno alcuni a lavorare per il benessere di altri? A questi e ad altri affascinanti interrogativi risponde il filosofo Maurizio Ferraris in dialogo con l’antropologo Adriano Favole. Per millenni gli uomini hanno sfidato i limiti geografici, per impadronirsi di ogni luogo ignoto. La storia delle esplorazioni e delle conquiste non è solo una storia di geografie, ma di immaginazione. Possono stare nella stessa storia i mercanti greci e Odisseo? Colombo, Magellano e i pirati dei Caraibi? La risposta a queste domande, secondo lo storico Alessandro Vanoli, non è letteraria, ma storica, perché ci racconta il senso che abbiamo dato alle nostre scoperte e come oggi guardiamo al nostro incerto presente. Questo incontro completa la serie di podcast Viaggio come… che Vanoli ha realizzato appositamente per i Dialoghi. Sul palco del festival si chiude anche un altro ciclo di approfondimenti inediti: Altri orizzonti. Brevi interviste con donne che guardano oltre, otto colloqui in video con importanti figure femminili, condotti dalla giornalista e scrittrice Caterina Soffici. In presenza a Pistoia, Soffici intervista Nives Meroi, una delle maggiori alpiniste donne della storia. Meroi ha scalato, assieme al marito Romano Benet, senza ossigeno e senza portatori di alta quota, le vette più alte del mondo: sono 14 i Giganti della Terra e loro la prima coppia ad averli saliti insieme. Un racconto della sua passione per la montagna, dell’amore per i viaggi e le esperienze con popoli diversi, della voglia di misurare se
stessi in ambienti ostili, e soprattutto dell’importanza dell’umiltà nella rinuncia talvolta necessaria. Il fisico Antonello Provenzale, direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, illustra uno dei temi di maggiore urgenza e attualità: il cambiamento climatico. Nell’ultimo secolo gli esseri umani – con le emissioni di gas serra, le modifiche del territorio, l’inquinamento, la distruzione della biodiversità – sono diventati un agente di rapido cambiamento planetario. Come si evolverà il clima del futuro, quali conseguenze porterà l’aumento delle temperature, cosa possiamo fare per ridurre il riscaldamento globale? E siamo ancora in tempo? Chiude la seconda giornata del festival lo spettacolo con l’attrice e regista Sonia Bergamasco, dal titolo Voci di donne in cammino. Una serata di letture dedicata alle viaggiatrici, antropologhe ed esploratrici che hanno camminato per il mondo, studiando altre culture, altri paesi, spesso inesplorati e sconosciuti al mondo occidentale. DOMENICA Il filosofo Marco Vannini, che nel corso della sua lunga carriera si è occupato del recupero della grande tradizione mistico-speculativa, tiene una conferenza sulla mistica come “via del distacco”, che va oltre l’orizzonte dell’anima, verso lo spirito. Lo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega 2021, dialoga con Marco Aime sul tema del viaggio iniziatico, mito culturale che attraversa tutte le epoche e culture. Ogni viaggio iniziatico porta alla prova di se stessi, con un allontanamento dalle proprie abitudini e certezze cui segue la morte simbolica, quindi la rinascita vera e propria. Metabolizzare quel viaggio, scriverlo, è parte integrante dell’itinerario conoscitivo con cui il viaggiatore scopre di essere una persona nuova. L’atto stesso della scrittura è spesso un’iniziazione.
Non c’è nulla in ciò che la scienza scopre o studia che non possa essere spiegato. È quanto sostiene la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, accademica dei Lincei dal 2013: con la pandemia, la maggior parte di noi ha imparato ad apprezzare il valore delle conoscenze e delle competenze, in un momento in cui le certezze del quotidiano sono venute meno. La sfida del domani sarà quella di recuperare e mantenere questo “innamoramento” verso la scienza e consolidare la fiducia nel metodo scientifico. La nostra società sta divenendo, anno dopo anno, sempre più complessa: la globalizzazione e internet hanno “ristretto” il mondo, facendo sì che l’incontro con le differenze, esperienza prima eccezionale e saltuaria, diventasse parte della quotidianità di ognuno di noi. Ma l’essere umano, osserva la sociolinguista Vera Gheno, non è programmato per accettare tutto questo con serenità: istintivamente vive la novità e l’alterità come minacce alla sua esistenza. Parte di questo processo avviene a livello linguistico, tramite un uso più attento delle parole, rispettoso delle diversità. Chiude la XII edizione dei Dialoghi l’attore, conduttore e musicista Neri Marcorè, una delle figure più versatili dello spettacolo italiano, che dà voce a Le vie dei canti di Bruce Chatwin. Un testo che ha insegnato a generazioni a camminare, a guardare con sguardo attento, a conoscere, a rispettare il mondo che ci circonda e l’altro. A completare il programma del festival, due passeggiate culturali a cura dell’associazione pistoiese Artemisia. Da Pistoia ai confini del mondo e ritorno celebra la città come punto di arrivo e di partenza per tanti viaggiatori, tra i quali Ippolito Desideri, il primo occidentale ad aver visitato il Tibet nel Settecento, o Ignazio Fabroni, che nel Seicento solcò per anni il Mediterraneo. Il percorso, con partenza da piazza del Duomo, si dipana nel centro storico e si conclude alla Biblioteca Fabroniana, dove per l’occasione saranno esposte carte geografiche e documenti originali per riscoprire
gli avventurosi viaggi dei pistoiesi alla volta del mondo. Come pellegrini è un itinerario che ripercorre l’ultimo tratto del pellegrinaggio iacobeo a Pistoia, attraversando la città da nord a sud. Da Porta al Borgo, l’antico percorso dei pellegrini conduce alla Cattedrale dove, nella cappella dedicata a Giacomo il Maggiore, ancora si conservano la reliquia dell’Apostolo e un preziosissimo altare argenteo. Altri orizzonti: camminare… narrare… immaginare… conoscere è il programma pensato anche per i più piccoli (e per i genitori che potranno affidare i figli per l’intera durata degli eventi cui vorranno partecipare), a cura dall’associazione culturale Orecchio Acerbo, con il supporto di Unicoop Firenze. Tanti appuntamenti ideati appositamente per stimolare la curiosità dei più piccoli: un caleidoscopio di incontri con narrastorie e musicanti e con laboratori di narrazione, poesia, arte, ecologia e musica, modulati sul tema dei Dialoghi. Il sistema-Dialoghi. I Dialoghi sono più di una manifestazione: propongono un modo nuovo di fare approfondimento culturale, sia per il taglio antropologico, che per primi hanno adottato, sia per la vasta produzione, durante tutto l’anno, di contenuti culturali inediti. Negli anni, al festival si sono affiancate molte iniziative: una collana di volumi edita da UTET, che nel 2021 si arricchisce di due nuove uscite, arrivando così a 18 titoli e 100.000 copie; un canale YouTube dedicato che ha avuto oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni; da quest’anno il progetto podcast, che offre 200 podcast gratuiti scaricabili dalle piattaforme Spotify, Google Podcasts e Apple Podcasts; i social e il sito dei Dialoghi che interagiscono tutto l’anno con il vasto pubblico di oltre 70.000 followers. I Dialoghi sono anche un vasto archivio di oltre 600 registrazioni audio e video originali, senza dimenticare il progetto scolastico di approfondimento antropologico che in 12 anni ha coinvolto oltre 30.000 studenti, e 7 importanti mostre fotografiche organizzate su temi antropologici.
Attesissimo il ritorno in piazza dei volontari, che dalla prima edizione del festival sono stati più di 3.500. L’energia, l’entusiasmo, la voglia di fare e di scoprire come funziona la complessa macchina organizzativa di un evento culturale, la possibilità di incontrare di persona i relatori, di fare amicizia con coetanei, sono da sempre il tratto distintivo dei giovani che contribuiscono, con il loro operare, al successo del festival. Biglietti in vendita dal 31 agosto (conferenza inaugurale gratuita | € 3,00 incontri | € 7,00 spettacoli e passeggiate) in piazza del Duomo 12 a Pistoia e sul sito www.dialoghisulluomo.it. Informazioni e programma: www.dialoghisulluomo.it e sulla App del festival. L’accesso a tutti gli eventi del festival, per gli spettatori con più di 12 anni, sarà consentito solo se muniti della Certificazione verde COVID-19 (Green Pass). Enrico Liotti
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