MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 - Roncadelle Shopping Centre S.r.l.
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Roncadelle Shopping Centre S.r.l. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 Modello approvato dal Consiglio di Amministrazione Data prima approvazione: 23/09/2014 Data ultimo aggiornamento: 28/02/2018
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Indice 1 FINALITÀ E PRINCIPI DI LEGGE ........................................................................................................................................... 3 1.1 Il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 ............................................................................................ 3 1.1.1 I reati presupposto ........................................................................................................................................ 3 1.1.2 I criteri d’imputazione ................................................................................................................................. 11 1.1.3 Le sanzioni ................................................................................................................................................... 11 1.1.4 Le misure cautelari ...................................................................................................................................... 13 1.1.5 I modelli di organizzazione e di gestione ai fini dell’esonero dalla responsabilità .............................. 13 1.1.6 Le linee guida delle associazioni di categoria ......................................................................................... 14 2 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DI RONCADELLE SHOPPING CENTRE S.R.L. .............................. 16 2.1 Adozione del Modello di organizzazione, gestione e controllo .................................................................. 16 2.2 Ambito di applicazione................................................................................................................................... 16 2.3 Funzione del Modello di Organizzazione e di Gestione ............................................................................. 17 2.4 Codice Etico e Modello di Organizzazione e di Gestione ........................................................................... 18 2.5 Struttura del Modello di Organizzazione e di Gestione .............................................................................. 18 2.6 Realizzazione ed implementazione del Modello ......................................................................................... 18 2.6.1 La mappatura delle aree aziendali a rischio e risk analysis ................................................................... 19 2.6.2 Rilevazione del sistema di controllo interno ............................................................................................. 19 2.7 Identificazione dei processi strumentali......................................................................................................... 20 2.8 Principi di controllo del Modello .................................................................................................................... 21 2.9 Protocolli di controllo specifici ........................................................................................................................ 22 2.9.1 Gestione della contabilità, formazione del bilancio e adempimenti societari....................................... 22 2.9.2 Gestione e manutenzione dell'infrastruttura tecnologica, delle applicazioni e delle banche dati ...... 23 2.9.3 Gestione delle liberalità ............................................................................................................................. 23 2.10 Modifiche ed aggiornamento del Modello ................................................................................................... 25 3 L’ORGANISMO DI VIGILANZA ........................................................................................................................................ 26 3.1 Nomina e composizione dell’Organismo di Vigilanza ................................................................................. 26 3.2 Il Regolamento interno dell’Organismo di Vigilanza ................................................................................... 26 3.3 Durata e Cessazione dalla carica .................................................................................................................. 27 3.4 Funzioni, attività e poteri dell’Organismo di Vigilanza ................................................................................ 28 3.5 Reporting agli organi sociali .......................................................................................................................... 29 3.6 Flussi informativi .............................................................................................................................................. 30 3.7 Segnalazione di presunte violazioni .............................................................................................................. 31 3.8 Coordinamento con le funzioni aziendali ...................................................................................................... 32 4 FORMAZIONE – COMUNICAZIONE E DIFFUSIONE DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE ................................ 33 5 SISTEMA DISCIPLINARE .................................................................................................................................................. 34 5.1 Finalità del Sistema Disciplinare .................................................................................................................... 34 5.2 Misure nei confronti dei Dipendenti (non dirigenti). ..................................................................................... 35 5.3 Misure nei confronti dei dirigenti ................................................................................................................... 37 5.4 Misure nei confronti degli Amministratori ...................................................................................................... 37 5.5 Misure nei confronti dei Collaboratori Esterni............................................................................................... 38 2
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. 1 FINALITÀ E PRINCIPI DI LEGGE 1.1 Il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (il “Decreto 231” o il “Decreto”) ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per alcuni reati commessi nell’interesse di queste: a) Dai cd. soggetti in posizione apicale, vale a dire persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo dello stesso; b) Dai cd. soggetti sottoposti, ovvero persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a) (in sostanza, nel caso delle società, i dipendenti dell’ente); Si tratta di un ampliamento della responsabilità che coinvolge nella punizione di alcuni illeciti penali, oltre alla persona fisica che ha materialmente commesso il fatto, gli enti che hanno tratto vantaggio dalla commissione dell’illecito o nel cui interesse l’illecito è stato commesso. Il “vantaggio” o “interesse” rappresentano due distinti criteri di imputazione della responsabilità, potendo l’ente essere responsabile per il sol fatto che l’illecito viene commesso nel suo interesse, a prescindere dal conseguimento o meno di un concreto vantaggio. La responsabilità amministrativa degli enti si applica alle categorie di reati espressamente contemplate nel Decreto 231 e può configurarsi anche in relazione a reati commessi all’estero, purché per tali reati non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il fatto. È, inoltre, sanzionata la commissione nelle forme del tentativo. 1.1.1 I reati presupposto La responsabilità dell’ente sorge soltanto in relazione alla commissione di alcuni specifici reati previsti dal Decreto 231, nonché da diversi provvedimenti legislativi successivi che hanno, di volta in volta, ampliato l’elenco contenuto nel Decreto. La tendenza del legislatore sembra esser quella di estendere costantemente l’applicazione del Decreto 231 a nuove figure di reato. Si elencano di seguito le fattispecie di reato che ad oggi sono suscettibili di configurare la responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi del Decreto (i “reati”): 1) Reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25): Malversazione a danno dello Stato (art. 316 bis c.p.); Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316 ter c.p.); Truffa in danno dello Stato o di un altro ente pubblico (art. 640, comma 2, n. 1, c.p.); 3
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.); Frode informatica (art. 640 ter c.p.); Corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p.); Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.); Circostanze aggravanti (art. 319 bis c.p.); Corruzione in atti giudiziari (art. 319 ter c.p.); Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p., articolo aggiunto dall'art. 1, L. 6 novembre 2012, n. 190); Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.); Pene per il corruttore (art. 321 c.p.); Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri (art. 322 bis c.p.); Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.); Concussione (art. 317 c.p.). 2) Delitti informatici e trattamento illecito di dati, introdotti nel Decreto dalla Legge 48/2008 e modificati dai D.Lgs. 7 e 8/2016 (art. 24 bis): Documenti informatici [Falsità in un documento informatico pubblico avente efficacia probatoria] (art. 491 bis c.p.); Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter c.p.); Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615 quater c.p.); Diffusione di programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico (art. 615 quinquies c.p.); Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quater c.p.); Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire od interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617 quinquies c.p.); Danneggiamento di sistemi informatici e telematici (art. 635 bis c.p.); Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro Ente Pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635 ter c.p.); Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635 quater c.p.); Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635 quinquies c.p.); Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art. 640 quinquies c.p.). 3) Delitti di criminalità organizzata, introdotti nel Decreto dalla Legge 94/2009 e modificati dalla Legge 69/2015 (art. 24 ter): Associazione per delinquere (art. 416 c.p. ad eccezione del sesto comma); Associazione a delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù, alla tratta di persone, all'acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le violazioni delle disposizioni sull'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 D.Lgs. 286/1998 (art. 416, sesto comma, c.p.); Associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.); 4
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Scambio elettorale politico – mafioso (art. 416 ter c.p.); Sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione (art. 630 c.p.); Associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309); Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo 1 (art. 407, comma 2, lett. a), numero 5) c.p.p.). 4) Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento, introdotti nel Decreto dalla Legge 409/2001 e modificati con Legge 99/2009, nonché, da ultimo, dal D.Lgs. 125/2016 (art. 25 bis): Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.); Alterazione di monete (art. 454 c.p.); Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.); Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo, o di carta filigranata (art. 461 c.p.); Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.); Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.); Uso di valori bollati contraffatti o alterati (art. 464, commi 1 e 2, c.p.); Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.); Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodotti industriali (art. 473 c.p.); Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). 5) Delitti contro l’industria e il commercio, introdotti nel Decreto dalla Legge 99/2009 (art. 25 bis 1): Turbata libertà dell'industria o del commercio (art. 513 c.p.); Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513 bis c.p.); Frodi contro le industrie nazionali (art. 514 c.p.); Frode nell'esercizio del commercio (art. 515 c.p.); Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.); Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.); Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517 ter c.p.); Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti 1 Escluse quelle denominate «da bersaglio da sala», o ad emissione di gas, nonché le armi ad aria compressa o gas compressi, sia lunghe sia corte i cui proiettili erogano un'energia cinetica superiore a 7,5 joule, e gli strumenti lanciarazzi, salvo che si tratti di armi destinate alla pesca ovvero di armi e strumenti per i quali la "Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi" escluda, in relazione alle rispettive caratteristiche, l'attitudine a recare offesa alla persona 5
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. agroalimentari (art. 517 quater c.p.). 6) Reati societari, introdotti dal D.Lgs. 61/2002 e modificati dalla Legge 262/2005 nonché dalla Legge 190/2012, dalla Legge 69/2015 e, da ultimo, dal D.Lgs. 38/2017 (art. 25 ter): False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.); Fatti di lieve entità (art. 2621-bis c.c.); False comunicazioni sociali nelle società quotate (art. 2622 c.c.); Impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.); Formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.); Indebita restituzione dei conferimenti (art. 2626 c.c.); Illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.); Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628 c.c.); Operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.); Omessa comunicazione del conflitto di interessi (art. 2629 bis c.c.); Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.); Corruzione tra privati (art. 2635 c.c.), come introdotto dalla Legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica Amministrazione”; Istigazione alla corruzione tra privati (art. 2635-bis c.c.); Illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 c.c.); Aggiotaggio (art. 2637 c.c.); Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, commi 1 e 2, c.c.). 7) Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, introdotti nel Decreto dalla Legge 7/2003 (art. 25 quater): Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico (art. 270 bis c.p.); Assistenza agli associati (art. 270 ter c.p.); Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale art. 270 quater c.p.); Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies c.p.); Condotte con finalità di terrorismo (art. 270 sexies c.p.); Attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280 c.p.); Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi (art. 280 bis c.p.); Sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione (art. 289 bis c.p.); Misure urgenti per la tutela dell’ordine democratico e della sicurezza pubblica (art. 1 D. L. 15/12/1979, n. 625 convertito in legge 6/02/1980, n. 15); Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo New York 9 dicembre 1999 (art. 2). 8) Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili, introdotti nel Decreto dalla Legge 6
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. 7/2006 (art. 25 quater 1): Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 583 bis c.p.). 9) Delitti contro la personalità individuale, introdotti nel Decreto dalla Legge 228/2003 e modificati con la Legge 38/2006, nonché, da ultimo, con la Legge 199/2016 (art. 25 quinquies): Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600 c.p.); Tratta di persone (art. 601 c.p.); Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.); Prostituzione minorile (art. 600 bis, commi 1 e 2, c.p.); Pornografia minorile (art. 600 ter c.p.); Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600 quinquies c.p.); Detenzione di materiale pornografico (art. 600 quater c.p.); Pornografia virtuale (art. 600 quater.1 c.p.). Adescamento di minorenni (art. 609 undecies c.p.); Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.c.). 10) Abusi di mercato, introdotti nel Decreto dalla Legge 62/2005 e modificati dalla Legge 262/2005 (art. 25 sexies): Abuso di informazioni privilegiate (art. 184 D.Lgs. 58/1998); Manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs. 58/1998). 11) Reati transnazionali, introdotti nel Decreto dalla Legge 146/2006: Associazione per delinquere (art. 416 c.p.); Associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.); Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (DPR 43/1973, art. 291 quater); Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (DPR 309/1990, art. 74); Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (D.Lgs. 286/1998 art. 12); Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377 bis c.p.); Favoreggiamento personale (art. 378 c.p.). 12) Reati colposi commessi in violazione della normativa antinfortunistica e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro, introdotti nel Decreto dalla Legge 123/2007 (art. 25 septies): Omicidio colposo (art. 589 c.p.); 7
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Lesioni personali colpose, gravi o gravissime (art. 590 c.p.). 13) Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché autoriciclaggio, introdotti nel Decreto dal D.Lgs. 231/2007 e integrati dalla Legge 186/2014 (art. 25 octies): Ricettazione (art. 648 c.p.); Riciclaggio (art. 648 bis c.p.); Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648 ter c.p.); Autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.). 14) Delitti in materia di violazione del diritto d’autore, introdotti nel Decreto dalla Legge 99/2009 (art. 25 novies): Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta, o di parte di essa (art. 171, Legge 633/1941 comma 1 lett. a-bis); Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla pubblicazione, ovvero con usurpazione della paternità dell'opera, ovvero con deformazione, mutilazione o altra modificazione dell'opera medesima, qualora ne risulti offeso l’onore o la reputazione (art. 171, Legge 633/1941 comma 3); Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per rimuovere o eludere i dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171 bis, Legge 633/1941 comma 1); Riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati, in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 64-quinquies e 64-sexies della Legge 633/41, al fine di trarne profitto e su supporti non contrassegnati SIAE; estrazione o reimpiego della banca dati in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 102- bis e 102-ter della Legge 633/41; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171bis Legge 633/1941 comma 2); Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di un’opera dell’ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi nastri o supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento; abusiva riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico, con qualsiasi procedimento, di opere, o parti di opere, letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico-musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati; introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, messa in commercio, concessione in noleggio o comunque cessione a qualsiasi titolo, proiezione in pubblico, trasmissione a mezzo della televisione con qualsiasi procedimento, trasmissione a mezzo della radio, ascolto in pubblico delle duplicazioni o riproduzioni abusive menzionate; detenzione per la vendita o la 8
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. distribuzione, messa in commercio, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, trasmissione a mezzo della radio o della televisione con qualsiasi procedimento, di videocassette, musicassette, qualsiasi supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive o sequenze di immagini in movimento, o di altro supporto per il quale è prescritta, ai sensi della Legge 633/41, l'apposizione di contrassegno SIAE, privi del contrassegno medesimo o dotati di contrassegno contraffatto o alterato; ritrasmissione o diffusione con qualsiasi mezzo, in assenza di accordo con il legittimo distributore, di un servizio criptato ricevuto per mezzo di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato; introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita o la distribuzione, distribuzione, vendita, concessione in noleggio, cessione a qualsiasi titolo, promozione commerciale, installazione di dispositivi o elementi di decodificazione speciale che consentono l'accesso ad un servizio criptato senza il pagamento del canone dovuto; fabbricazione, importazione, distribuzione, vendita, noleggio, cessione a qualsiasi titolo, pubblicizzazione per la vendita o il noleggio, o detenzione per scopi commerciali, di attrezzature, prodotti o componenti, ovvero prestazione di servizi che abbiano la prevalente finalità o l'uso commerciale di eludere efficaci misure tecnologiche di cui all' art. 102-quater della Legge 633/41 ovvero siano principalmente progettati, prodotti, adattati o realizzati con la finalità di rendere possibile o facilitare l'elusione di predette misure; rimozione abusiva o alterazione delle informazioni elettroniche di cui all' articolo 102-quinquies, ovvero distribuzione, importazione a fini di distribuzione, diffusione per radio o per televisione, comunicazione o messa a disposizione del pubblico di opere o altri materiali protetti dai quali siano state rimosse o alterate le informazioni elettroniche stesse (art. 171ter, Legge 633/1941, comma 1); Riproduzione, duplicazione, trasmissione o abusiva diffusione, vendita o messa in commercio, cessione a qualsiasi titolo o abusiva importazione di oltre cinquanta copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi; comunicazione al pubblico, a fini di lucro, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, o parte di essa; commissione di uno dei reati di cui al comma 1 del 171-ter, esercitando in forma imprenditoriale attività di riproduzione, distribuzione, vendita o commercializzazione, importazione di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi; promozione o organizzazione delle attività illecite di cui al punto precedente (art. 171 ter, Legge 633/41, comma 2); Mancata comunicazione alla SIAE, da parte di produttori o importatori dei supporti non soggetti al contrassegno di cui all'articolo 181-bis della Legge 633/41, dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno o falsa dichiarazione (art. 171 septies, Legge 633/1941); Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171 octies, Legge 633/1941). 15) Reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377 bis c.p.), introdotto nel Decreto dalla Legge 116/2009 e poi modificato dal D.Lgs. 121/2011 (art. 25 decies): 9
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377 bis c.p.). 16) Reati ambientali, introdotti dal D.Lgs. 121/2011 e modificati dalla Legge 68/2015 (art. 25 undecies): Inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.); Disastro ambientale (art. 452-quater c.p.); Delitti colposi contro l’ambiente (art. 452-quinquies c.p.); Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art. 452-sexies c.p.); Circostanze aggravanti (art. 452-octies c.p.); tale disposizione punisce più gravemente i sopra menzionati reati nel caso in cui gli stessi vengano commessi nell’ambito di un’organizzazione criminale ex art. 416 c.p.; Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 727 bis c.p.); Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art. 733 bis c.p.); Scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, in assenza di autorizzazione o dopo che la stessa sia stata sospesa o revocata e scarico nelle acque del mare, da parte di navi o aeromobili, di sostanze o materiali per i quali vige il divieto assoluto di sversamento (art. 137 commi 2, 3, 5, 11 e 13 D.Lgs. 152/2006); Attività di gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256, commi 1, 3, 5 e 6 secondo periodo, D.Lgs. 152/2006); Omessa bonifica dei siti in conformità al progetto approvato dall’autorità competente (art. 257, commi 1 e 2, D.Lgs. 152/2006); Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari (art. 258, comma 4 secondo periodo, D.Lgs. 152/2006); Traffico illecito di rifiuti (art. 259, comma 1, D.Lgs. 152/2006); Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 260 commi 1 e 2 D.Lgs. 152/2006); Falsità ideologica del certificato di analisi dei rifiuti, anche utilizzato nell’ambito del SISTRI – Area Movimentazione, e falsità ideologica e materiale della scheda SISTRI – Area Movimentazione (art. 260-bis, D.Lgs. 152/2006); Superamento di valori limite di emissione che determinano il superamento dei valori limite di qualità dell’aria (art. 279, comma 5, D.Lgs. 152/2006); Importazione, esportazione, riesportazione di esemplari appartenenti alle specie protette di cui agli Allegati A, B e C del Regolamento CE n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996 e s.m.i.; omessa osservanza delle prescrizioni finalizzate all’incolumità degli esemplari appartenenti alle specie protette; uso dei predetti esemplari in modo difforme dalle prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi o certificativi; trasporto e transito degli esemplari in assenza del certificato o della licenza prescritti; commercio di piante riprodotte artificialmente in contrasto con le prescrizioni di cui all’art. 7 par. 1 lett. b) Regolamento CE n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996 e s.m.i.; detenzione, uso per scopo di lucro, acquisto, vendita, esposizione o detenzione per la vendita o per fini commerciali, offerta in vendita o cessione di esemplari senza la prescritta documentazione (artt. 1 e 2, Legge n. 150/1992); Falsificazione o alterazione di certificati, licenze, notifiche di importazione, 10
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. dichiarazioni, comunicazioni di informazioni previste dall'art. 16, par. 1, lett. a), c), d), e), ed l), del Regolamento CE n. 338/97 del Consiglio, del 9 dicembre 1996 e s.m.i. (art. 3, Legge n. 150/1992); Detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili di specie selvatica ed esemplari vivi di mammiferi e rettili provenienti da riproduzioni in cattività che costituiscano pericolo per la salute e per l'incolumità pubblica (art. 6, Legge n. 150/1992); Cessazione e riduzione dell’impiego di sostanze lesive (art. 3, Legge n. 549/1993); Inquinamento doloso o colposo di nave battente qualsiasi bandiera (artt. 8 e 9, D.Lgs. n. 202/2007). 17) Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art.25 duodecies): Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 22, comma 12 bis, D.Lgs. 286/1998); Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12, comma 3, 3-bis, 3-ter e 5 D. Lgs. 286/1998). 18) Razzismo e xenofobia (art. 25 terdecies): Reati di razzismo e xenofobia (art. 3, comma 3-bis, Legge 654/1975). 1.1.2 I criteri d’imputazione Perché dalla condotta criminosa di un soggetto in posizione apicale o di un sottoposto possa scaturire anche la responsabilità amministrativa a carico della persona giuridica cui i soggetti fanno capo è necessario che il reato sia stato commesso nell’interesse o a vantaggio della persona giuridica. Ne deriva che l’ente non risponde per i reati commessi da persone fisiche nell’interesse esclusivo proprio o di terzi. 1.1.3 Le sanzioni Il Decreto 231 stabilisce un articolato sistema di sanzioni amministrative nel caso in cui l’ente sia responsabile per un reato commesso da un suo rappresentante. Tale sistema prevede quattro specie di sanzioni, applicabili in caso di condanna definitiva: Sanzioni pecuniarie; Sanzioni interdittive; Confisca; Pubblicazione della sentenza. Le sanzioni pecuniarie vengono comminate in ogni caso di condanna definitiva. La determinazione della misura della sanzione, a norma dell’art. 10 del Decreto, si basa su 11
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. un complesso sistema di quote. L’importo di una quota va da un minimo di Euro 258 ad un massimo di Euro 1.549. Per ogni specie di reato il Decreto prevede l’applicazione della sanzione pecuniaria fino a un determinato numero di quote. La sanzione da irrogarsi in concreto viene stabilita dal giudice, sulla base dei criteri stabiliti dall’art. 11 del Decreto ovvero, gravità del fatto, grado della responsabilità dell’ente, attività svolta dall’ente per delimitare o attenuare le conseguenze del fatto e prevenire la commissione di ulteriori reati, condizioni economiche e patrimoniali dell’ente. Le sanzioni interdittive consistono nelle seguenti misure: Interdizione dall'esercizio dell'attività; Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione del reato; Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e eventuale revoca di quelli già concessi; Divieto di pubblicizzare beni o servizi. La durata delle sanzioni interdittive non può essere inferiore ai tre mesi, né eccedere i due anni. L’applicazione di esse è prevista solo per alcuni dei reati specificamente indicati nel Decreto 231. Condizione per l’irrogazione delle sanzioni interdittive è il ricorrere di uno dei seguenti presupposti: (a) che l’ente abbia tratto dal reato un profitto di rilevante entità e, al contempo, che il reato sia stato commesso da un soggetto in posizione apicale o, se commesso da soggetti sottoposti, che la commissione del reato sia stata agevolata da carenze del Modello di organizzazione, gestione e controllo; ovvero, in alternativa, (b) che vi sia stata reiterazione del reato. Nella scelta della sanzione interdittiva applicabile il giudice deve attenersi agli stessi criteri già visti sopra per le misure pecuniarie. In particolare, è richiesto che la sanzione interdittiva abbia il carattere della specificità, ossia abbia ad oggetto la specifica attività alla quale si riferisce l’illecito dell’ente. Fra le varie misure interdittive, quella della sospensione dall’esercizio dell’attività non può esser comminata se non quando l’irrogazione di ogni altra sanzione risulti inadeguata. È anche possibile che più sanzioni interdittive vengano applicate congiuntamente. Nei casi in cui sussistano i presupposti per comminare una sanzione interdittiva che comporta l’interruzione dell’attività dell’ente, se l’ente svolge un pubblico servizio o un servizio di pubblica necessità la cui interruzione può comportare un grave pregiudizio per la collettività, ovvero se l’interruzione dell’attività, date le dimensioni dell’ente e le condizioni economiche del territorio sul quale si trova, può avere rilevanti ripercussioni sull’occupazione, è previsto che il giudice possa, in luogo della sanzione interdittiva, disporre che l’attività dell’ente continui sotto la guida di un commissario per un periodo pari alla durata della sanzione che sarebbe stata inflitta. 12
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Le misure interdittive sono, in linea di principio, temporanee. Tuttavia, nel caso in cui una stessa persona giuridica venga condannata per almeno tre volte nei sette anni successivi all’interdizione temporanea dall’attività, e se ha tratto dal reato un profitto di rilevante entità, il Decreto prevede la sanzione dell’interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività. La confisca del prezzo o del profitto del reato è sempre disposta in caso di condanna. Quando non è possibile eseguire la confisca dei beni che hanno costituito il prezzo o il profitto del reato, la stessa può avere ad oggetto somme di danaro, beni o altre utilità di valore equivalente. La pubblicazione della sentenza di condanna nel sito internet del Ministero della giustizia nonche' mediante affissione nel comune ove l'ente ha la sede principale, può esser disposta dal giudice nei casi in cui viene irrogata una sanzione interdittiva. 1.1.4 Le misure cautelari Durante le more del procedimento penale, su richiesta del pubblico ministero, il giudice può disporre alcune delle misure interdittive descritte sopra in via cautelare. Ciò è possibile in presenza di gravi indizi circa la sussistenza della responsabilità dell'ente e di fondati e specifici elementi che fanno ritenere concreto il pericolo che vengano commessi illeciti della stessa indole di quello per cui si procede. Le misure cautelari non possono avere durata superiore a un anno. Anche in sede cautelare è possibile che in luogo delle sanzioni interdittive si disponga il commissariamento dell’ente per tutto il tempo della durata della sanzione che sarebbe stata applicata. 1.1.5 I modelli di organizzazione e di gestione ai fini dell’esonero dalla responsabilità Una volta accertato che un soggetto in posizione apicale ha commesso un reato nell’interesse o a vantaggio dell’ente, l’ente potrà andare esente da responsabilità solo dimostrando che, già prima della commissione del reato: a) L’ente aveva adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione, gestione e controllo (di seguito anche il “Modello di Organizzazione e di Gestione” o il “Modello”) idoneo a prevenire la commissione di reati della specie di quello commesso; b) Era stato istituito all’interno dell’ente un organismo dotato di poteri di iniziativa e controllo (il cd. Organismo di Vigilanza) incaricato di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli e di curarne l’aggiornamento; c) Le persone che hanno commesso il reato hanno eluso fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione. Nel caso di commissione del reato ad opera di un soggetto sottoposto, la responsabilità dell’ente sussiste se la commissione del reato è stata resa possibile dall’inosservanza degli 13
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. obblighi di direzione e vigilanza. Secondo l’art. 5 del Decreto 231, non vi è inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza se l’ente, prima della commissione del fatto, ha adottato ed efficacemente attuato il Modello di Organizzazione e di Gestione. L’onere probatorio della dimostrazione della mancata adozione del Modello di Organizzazione e di Gestione, tuttavia, diversamente dal caso del reato commesso dai soggetti in posizione apicale, ricade sull’accusa. Fulcro della disciplina della responsabilità amministrativa degli enti è costituito dalle previsioni relative ai modelli di organizzazione e di gestione. Essi costituiscono un sistema di “salvaguardia” finalizzato a scongiurare la commissione di reati. L’adozione ed effettiva attuazione di un Modello di Organizzazione e di Gestione il cui contenuto corrisponda a quello richiesto dal Decreto 231 costituisce, infatti, la circostanza oggettiva che permette di escludere la sussistenza della colpa organizzativa dell’ente, e, di conseguenza, la responsabilità di questo in caso di reati commessi dai suoi rappresentanti o dipendenti. Ai modelli organizzativi il sistema del Decreto 231 attribuisce molteplici funzioni. Essi, se approntati prima della commissione del reato, comportano l’esenzione da responsabilità della persona giuridica; se adottati in seguito alla commissione del reato (purché prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado), possono determinare una riduzione della sanzione pecuniaria e l’esclusione delle sanzioni interdittive; se adottati in seguito all’applicazione di una misura cautelare, possono comportarne la sospensione a norma dell’art. 49 del Decreto. Il Decreto prevede espressamente che i modelli debbano rispondere alle seguenti esigenze: d) Individuare le attività nel cui ambito esiste la possibilità che vengano commessi i reati previsti dal Decreto; e) Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire; f) Individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; g) Prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello; h) Introdurre un Sistema Disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello. 1.1.6 Le linee guida delle associazioni di categoria L’art. 6, comma 3, del Decreto 231 stabilisce che i modelli organizzativi possono esser adottati sulla base di codici di comportamento (o linee guida) redatti dalle associazioni rappresentative di categoria e comunicati al Ministero della Giustizia. In particolare, si richiamano le “Linee Guida per la costruzione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001” di Confindustria, pubblicate nel marzo 2002 e da 14
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. ultimo aggiornate nel marzo 2014 con approvazione del Ministero della Giustizia il 21 luglio 2014, sentiti i Ministeri concertanti, la CONSOB e la Banca d´Italia. Nella definizione del Modello di organizzazione, gestione e controllo, le Linee Guida di Confindustria prevedono le seguenti fasi progettuali: L’identificazione dei rischi, ossia l’analisi del contesto aziendale per evidenziare in quali aree di attività e secondo quali modalità si possano verificare i reati previsti dal D.Lgs. 231/2001; La predisposizione di un sistema di controllo (i c.d. protocolli) idoneo a prevenire i rischi di reato identificati nella fase precedente, attraverso la valutazione del sistema di controllo esistente all’interno dell’ente ed il suo grado di adeguamento alle esigenze espresse dal D.Lgs. 231/2001. Le componenti più rilevanti del sistema di controllo delineato nelle Linee Guida di Confindustria per garantire l’efficacia del Modello di Organizzazione e di Gestione sono le seguenti: La previsione di principi etici e di regole comportamentali in un Codice Etico; Un sistema organizzativo sufficientemente formalizzato e chiaro, in particolare con riguardo all’attribuzione di responsabilità, alle linee di dipendenza gerarchica e descrizione dei compiti con specifica previsione di principi di controllo; Poteri autorizzativi e di firma coerenti con le responsabilità organizzative e gestionali attribuite dall’ente, prevedendo, laddove opportuno, la previsione di limiti di spesa; Informazione e formazione del personale. Le Linee Guida di Confindustria precisano, inoltre, che le componenti del sistema di controllo sopra descritte devono conformarsi ad una serie di principi di controllo, tra cui: Verificabilità, tracciabilità, coerenza e congruità di ogni operazione, transazione e azione; Applicazione del principio di separazione delle funzioni e segregazione dei compiti (nessuno può gestire in autonomia un intero processo); Istituzione, esecuzione e documentazione dell’attività di controllo sui processi e sulle attività a rischio di reato. Roncadelle Shopping Centre S.r.l. nello sviluppo del proprio Modello di Organizzazione e di Gestione, ha preso in considerazione i sopra menzionati elementi come definiti da Confindustria. 15
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. 2 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DI RONCADELLE SHOPPING CENTRE S.R.L. 2.1 Adozione del Modello di organizzazione, gestione e controllo Roncadelle Shopping Centre S.r.l. (“IKEA” o la “Società”), il cui capitale sociale è detenuto interamente da IKEA Centres Italia S.r.l., è una società operativa avente ad oggetto l’attività di sviluppo e gestione di centri commerciali e l'acquisizione, vendita e locazione, sia in qualità di concedente sia in qualità di conduttore di terreni commerciali ed edifici. Roncadelle Shopping Centre S.r.l, in qualità di società controllata, riceve una pluralità di servizi da IKEA Centres Italia S.r.l., nonché da IKEA Centres Servizi S.r.l. sulla base di specifici contratti di service. La Società ha ritenuto essenziale e conforme alla propria politica aziendale adottare un Modello di Organizzazione e di Gestione ai sensi del Decreto 231, affinché tutti i Destinatari del Modello osservino, nello svolgimento delle proprie attività e prestazioni, un comportamento tale da prevenire il rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto 231. Nella costruzione del Modello di Organizzazione e di Gestione, la Società si è basata, oltre che sulle prescrizioni del Decreto 231, sulle Linee Guida di Confindustria, edizione marzo 2014. Il Modello di Organizzazione e di Gestione è stato approvato ed adottato dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 23/09/2014, in ossequio all’art. 6, comma 1, lettera a) del Decreto 231. Successivamente, con l’introduzione di nuove fattispecie di reato all’interno del catalogo dei reati-presupposto della responsabilità amministrativa ex D. Lgs. 231/2001 ed a seguito della più recente elaborazione giurisprudenziale formatasi in materia, la Società ha aggiornato il proprio Modello, adottandone la versione aggiornata con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 28/02/2018. Contestualmente all’approvazione ed adozione del Modello di Organizzazione e di Gestione, il Consiglio di Amministrazione ha costituito l’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello (“Organismo di Vigilanza”) in conformità a quanto previsto dal Decreto 231. 2.2 Ambito di applicazione Il Modello di Organizzazione si applica a IKEA ed è destinato a: (i) i componenti del Consiglio di Amministrazione della Società; (ii) i collaboratori legati alla Società da un rapporto di lavoro subordinato, indipendentemente dal contratto applicato, dalla qualifica e/o dall’inquadramento aziendale riconosciuti (ad esempio: dirigenti, quadri, impiegati, lavoratori a tempo determinato, lavoratori con contratto di inserimento etc.) (i “Dipendenti”). 16
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. Tali categorie di soggetti d’ora in avanti vengono definite congiuntamente, come i “Destinatari del Modello”. Si sottolinea come, al momento, la Società non sia legata da rapporto di lavoro subordinato con alcun soggetto né preveda di assumere Dipendenti in futuro. Tale categoria di Destinatari è quindi richiamata all’interno del Modello in via meramente prudenziale. 2.3 Funzione del Modello di Organizzazione e di Gestione Il presente Modello perfeziona ed integra il complesso di norme di condotta, principi, policy e procedure della Società, nonché tutti gli strumenti organizzativi ed i controlli interni esistenti, con prescrizioni che rispondono alle finalità del Decreto 231 allo scopo specifico di prevenire la commissione dei reati ivi contemplati. Il Modello di Organizzazione e di Gestione di IKEA si prefigge di: Rendere consapevoli tutti i Destinatari del Modello che la commissione anche tentata di un reato – anche se effettuata a vantaggio o nell’interesse della Società - rappresenta una violazione del Modello di Organizzazione e di Gestione, del Codice di Condotta di Gruppo e del Codice Etico 231 della Società e costituisce un illecito che può comportare l’applicazione di sanzioni, sia penali sia amministrative, nei confronti dell’autore del reato, ed anche nei confronti della Società; Ribadire che tali condotte sono fortemente condannate dalla Società in quanto contrarie, oltre che a disposizioni normative, ai principi e regole di condotta cui la Società si ispira e su cui fonda la conduzione della propria attività aziendale; Individuare le aree a rischio di commissione di reati attraverso un’approfondita analisi del business e delle attività svolte, delle procedure e controlli esistenti, della prassi, dei livelli autorizzativi; Prevenire il rischio di commissione di reati, attraverso l'adozione di principi procedurali atti a garantire il rispetto dei principi di controllo come definiti infra; Consentire il monitoraggio dei settori di attività a rischio reato e l’intervento tempestivo per prevenire ed impedire la commissione dei reati; Consentire una verifica costante del funzionamento del Modello con conseguente aggiornamento periodico; Prevedere la nomina dell’Organismo di Vigilanza, con l’attribuzione allo stesso dei compiti previsti dal Decreto 231 ed il conferimento di poteri tali da garantirne la piena ed efficace operatività, nonché l’autonomia; Predisporre flussi informativi e di comunicazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza e da parte del medesimo organo; Promuovere l’attività di sensibilizzazione, formazione e diffusione tra tutti i Destinatari del Modello delle regole comportamentali e dei processi e procedure interni atti a prevenire la commissione dei reati; Adottare un Sistema Disciplinare specifico ed idoneo a perseguire e sanzionare le violazioni del Modello di Organizzazione e di Gestione. 17
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. 2.4 Codice Etico e Modello di Organizzazione e di Gestione IKEA intende operare secondo principi etici e regole di comportamento dirette ad improntare lo svolgimento dell’attività aziendale, il perseguimento dello scopo sociale e la sua crescita al rispetto delle leggi e regolamenti vigenti in Italia. A tale fine, la Società si è dotata di un Codice di Condotta di Gruppo, volto a definire una serie di principi di “deontologia aziendale” e di regole comportamentali, che la Società riconosce come proprie e delle quali esige l’osservanza sia da parte dei propri organi sociali e dipendenti, che di tutti coloro che cooperano con essa nel perseguimento degli obiettivi di business. La Società ha, inoltre, ritenuto di adottare uno specifico Codice Etico 231, integrativo del Codice di Condotta di Gruppo, al fine di disciplinare specifici principi di comportamento e controllo aventi rilevanza ex D.Lgs. 231/2001. Il Codice di Condotta di Gruppo ed il Codice Etico 231 hanno, pertanto, una portata di carattere generale e rappresentano un insieme di regole, adottate spontaneamente da IKEA, che la Società stessa riconosce, accetta e condivide, dirette a diffondere una solida integrità etica ed una forte sensibilità al rispetto delle normative vigenti. Il Modello risponde, invece, a specifiche prescrizioni contenute nel D.Lgs. 231/2001, finalizzate espressamente a prevenire la commissione delle tipologie di reati previste dal decreto medesimo (per fatti che, apparentemente commessi nell’interesse o a vantaggio della Società, possono far sorgere a carico della stessa una responsabilità amministrativa da reato). In considerazione del fatto che il Codice di Condotta di Gruppo ed il Codice Etico 231 richiamano principi di comportamento (tra cui, legalità, correttezza e trasparenza) idonei anche a prevenire i comportamenti illeciti di cui al D.Lgs. 231/2001, tali documenti acquisiscono rilevanza ai fini del Modello e costituiscono, pertanto, un elemento complementare allo stesso. 2.5 Struttura del Modello di Organizzazione e di Gestione Il Modello di Organizzazione e di Gestione è composto dal presente documento e dai seguenti Allegati che costituiscono parte integrante dello stesso: La “Matrice delle attività a rischio reato” (Allegato 1); Il “Codice di Condotta di Gruppo” ed il documento integrativo “Codice Etico 231” (Allegato 2); Il “Glossario” (Allegato 3); Le “Dichiarazioni e le clausole contrattuali” (Allegato 4). 2.6 Realizzazione ed implementazione del Modello L’avvio del progetto di implementazione del Modello è stato condiviso con tutti i responsabili delle varie funzioni aziendali allo scopo di sensibilizzare i medesimi soggetti sull’importanza 18
Modello di Organizzazione e di Gestione ex D.Lgs. 231/2001 Roncadelle Shopping Centre S.r.l. del progetto. Il processo di identificazione dei rischi rilevanti ai fini del Decreto 231 e di adeguamento/integrazione del sistema di controllo esistente è stato condotto attraverso una attività di mappatura dei processi a rischio e delle attività sensibili; con particolare riferimento al sistema di controllo interno, la Società, con il supporto di una primaria società di consulenza specializzata in materia, ha predisposto un set procedurale a copertura dei rischi identificati. 2.6.1 La mappatura delle aree aziendali a rischio e risk analysis Le aree a rischio sono state individuate analizzando il contesto aziendale, identificando le Attività Sensibili e le funzioni aziendali nell’ambito delle quali potrebbero essere commessi (o tentati) i reati. Si è poi provveduto ad evidenziare come le fattispecie di reato potrebbero essere attuate rispetto al contesto operativo interno ed esterno in cui opera la Società. Per ciascuna “Attività Sensibile” identificata sono stati individuati: I potenziali reati associabili; Le funzioni aziendali coinvolte nella gestione delle attività identificate; Le possibili modalità di realizzazione del reato o di partecipazione nello stesso; Le possibili finalità di realizzazione della condotta illecita; I processi strumentali potenzialmente associabili ai reati. Per la mappatura delle aree a rischio, si è tenuto conto delle specificità della Società e, in genere, delle caratteristiche del settore nel quale la medesima opera. I risultati della mappatura delle Attività Sensibili sono contenuti nel documento “Matrice delle attività a rischio reato”, Allegato 1 al presente Modello, a disposizione dell’Organismo di Vigilanza e custodito presso la Società, disponibile per consultazione a tutti i soggetti autorizzati dalla Società stessa. Di conseguenza per una puntuale verifica e approfondimento delle aree a rischio e dei reati collegati si rinvia a detto documento. 2.6.2 Rilevazione del sistema di controllo interno Sulla base della mappatura delle aree aziendali a rischio è stata condotta l’analisi sull’adeguatezza a prevenire ed individuare comportamenti illeciti del sistema di controllo esistente. Pertanto i rischi individuati sono controllati attraverso la predisposizione di un set procedurale, il cui elenco è di seguito riportato (cfr. par. 2.7), nonché attraverso le regole comportamentali presenti nel Codice di Condotta di Gruppo e nel Codice Etico 231, sub Allegato 2 del presente Modello. 19
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