Maria, regina del cielo e della terra
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Maria, regina del cielo e della terra A pag. 9 Le proposte per il nome della nuova Comunità Pastorale A pag. 3 Perché l’ultimo che passa vale come il primo A pag. 12 STAMPATO IN PROPRIO DALLA COMUNITÀ PASTORALE DI MAGNAGO E BIENATE - OGNI RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, É VIETATA
Verso la costituzione della Comunità pastorale di Don Marco I l prossimo 6 marzo, prima domenica di quaresima, nascerà ufficialmente la nuova Comunità Pastorale formata dalle due parrocchie di San Michele Arcangelo in Magnago e di San Bartolomeo in Bienate. adempiere alcuni passaggi importanti: la scelta del nome e la definizione dei cardini su cui co- struire il futuro Progetto Pastorale. Per la scelta del nome da dare alla Comunità Pastorale, negli scorsi Consigli Pastorali Unitari Cos’è la “Comunità Pastorale”? abbiamo raccolto le varie proposte e le abbiamo Essa è una forma di Unità Pastorale tra più votate. Delle varie proposte si sono scelte le Parrocchie affidate ad una cura pastorale unita- cinque che hanno avuto maggior consenso tra i ria e chiamate a vivere un cammino condiviso e membri del Consiglio Pastorale. Ora vorremmo coordinato di autentica comunione, attraverso la sottoporre tali proposte alla votazione realizzazione di un concreto, preciso e forte pro- dell’intera comunità. getto pastorale missionario. (Estratto del Decre- La prossima domenica 30 gennaio durante le to Arcivescovile di costituzione di una Comunità Sante Messe daremo a tutti una scheda con cui Pastorale) dare la propria prefe- Dovrà quindi essere elabo- renza. Raccolte tutte rato un Progetto Pastorale le preferenze fare- comune, che “riguardi l’an- mo i conteggi e de- nuncio della Parola, la litur- cideremo così il gia e la vita di preghiera, il nome. Scegliere il no- servizio caritativo e la cura me della “Comunità di contesti specifici, quali ad Pastorale” non è un esempio la pastorale giova- puro atto formale. Il nile, la pastorale familiare, nome vuole sintetiz- la pastorale dei malati e l’a- zare il nostro essere nimazione della vita cristia- Chiesa; come vorrem- na nei diversi ambiti della mo costruire e vivere vita culturale e sociale”. il nostro essere All’interno del progetto Comunità. Nel nome comune le singole parroc- vorremmo riassumere chie continueranno ad esse- il senso del nostro re il luogo ordinario della sentirci Comunità vita liturgica e sacramentale dei fedeli mentre Cristiana. La scelta non deve essere quindi sem- alcuni ambiti saranno particolarmente articola- plicemente dettata dal piacere personale o della ti tra dimensione parrocchiale e Comunità Pa- propria sensibilità ma deve aprirsi ad un storale. significato più grande. Non più DISTINTI e UNICI ma UNITI. Le proposte votate dal Consiglio Pastorale che UNITI nel senso che il legame che sussiste tra sottoporremo alla votazione di tutti i membri diverse parti non giunge a estinguere la della Comunità saranno: Cenacolo; Discepoli di individualità di ciascuna ma le conduce Emmaus; Santa Maria Madre di Misericordia; ad una comprensione più vera del proprio Maria Madre della Speranza; Santi Apostoli. Nel- essere Chiesa. la prossima pagina troverete una piccola spiega- Per giungere a questo passo ufficiale occorre zione per ogni singola proposta. 2
Le proposte per il nome della nuova Comunità Pastorale Dal Consiglio Pastorale N elle S. Messe di sabato 29 e domenica 30 gennaio i fedeli delle nostre Par- rocchie sono chiamati a scegliere il no- me della Comunità Pastorale tra le proposte (con motivazione) sotto riportate: ognuno vote- sono numerosi i segni della devozione mariana. Maria, Madre di Dio e madre nostra, che ci invita a volgere il cuore a suo Figlio che solo può donarci il perdono, fondamento della relazione con Lui e di vera relazione con chi ci è vicino. rà una sola volta esprimendo una sola scel- Offrendo il nostro umile Sì al Signore, come ha ta tramite la scheda che verrà consegnata. fatto Maria, possiamo accogliere la Misericordia riconoscendoci, come lei, figli di Dio Padre, quin- COMUNITÀ PASTORALE “CENACOLO” di fratelli, e poter essere veramente uniti e di- E’ nel Cenacolo che Gesù riunisce i suoi discepoli ventare missionari della Chiesa edificata da Dio. per l’Ultima Cena, lava loro i piedi per insegnare lo stile del servizio, dice loro cosa avrebbero COMUNITÀ PASTORALE “MARIA, MADRE DELLA dovuto fare dopo la Sua morte, affida a Pietro la SPERANZA” Sua Chiesa, istituisce l’Eucarestia segno tangibile La proposta di intitolare a Maria Madre della della Sua Presenza fra noi. Guardare a questa Speranza la Comunità Pastorale è per affrontare scena ci aiuta a capire che la Chiesa è la le inevitabili fatiche e difficoltà in questo cammi- Comunità di coloro che mettono Gesù al centro, no di unione e di unità superando il momento, che lo riconoscono presente nella loro vita. Tale l’istante, il sentimento: il sì incondizionato di Comunità è l’esperienza concreta vissuta da Maria è fondamento del nostro sì a camminare persone che, con i loro limiti e difetti, si lasciano insieme. Maria non sapeva cosa sarebbe condurre da Lui e che, oltrepassando i propri accaduto, non sapeva come avrebbe reagito confini, desiderano vivere con gioia il Vangelo. Giuseppe ma si è fidata, ha avuto speranza e ha detto sì! Anche per noi può essere così: non COMUNITÀ PASTORALE "I DISCEPOLI DI EMMAUS" sappiamo cosa accadrà ma confidiamo in Dio e Il percorso e l'esperienza dei due discepoli di sappiamo che tutto è parte del Suo disegno Emmaus, nei quali è facile riconoscerci, può es- buono su ciascuno di noi! Come Maria anche noi sere seguito dalla nostra Comunità Pastorale per dobbiamo essere capaci di dire il nostro sì senza camminare avendo a fianco a noi Gesù e aiutarci paura e senza timore, diventando veri testimoni reciprocamente a riconoscere la Sua Presenza di Gesù che viene e si rende sperimentabile da nella semplicità della vita quotidiana; per ogni uomo attraverso la compagnia della Chiesa. ascoltare la Sua Parola e lasciarsi "scaldare il cuore"; per ricevere la forza dello Spirito Santo COMUNITA’ PASTORALE “SANTI APOSTOLI” nell'Eucaristia; per essere umili e attenti nei Il libro degli Atti descrive il gruppi degli apostoli confronti di chi ci è accanto e di chi è "lontano"; come annunciatori della buona notizia del Van- per andare ad annunciare con gioia la bellezza gelo: così come loro, e sul loro fondamento, della nostra Fede. anche i fedeli che compongono le nostre COMUNITÀ PASTORALE “MARIA, MADRE DI comunità parrocchiali possono e devono cammi- MISERICORDIA” nare insieme per essere veri testimoni della fede Una comunità affidata allo sguardo materno e ricevuta e trasmessa, uniti fra loro poiché uniti alla potente intercessione di Maria, Madre di a Gesù, completamente affidati alla custodia Misericordia, perché madre di Cristo volto della dello Spirito Santo, vivere con gioia e coerenza, Misericordia di Dio. Questo affidamento è in testimoniando instancabilmente e con continuità con la storia di Magnago e Bienate: entusiasmo l’amore di Dio per ogni creatura. 3
Mese Febbraio 2022 Comunità pastorale Magnago Bienate Decanato/Diocesi 1 MAR 2 MER Candelora, Messa e benedizione delle candele Ore 20.30 Messa San Biagio benedizione dei pani durante le Messe mattutine 3 GIO Ore 8:30 adorazione Magnago ; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate 4 VEN Ore 21.00 incontro Genitori 1ᵃ media presso Oratorio Magnago 5 SAB Ore 15.30 Confessioni 6 DOM Giornata per la Vita, dopo messa 10.30 Domenica insieme 2°anno Catechismo 7 LUN 8 MAR 9 MER Ore 20.30 Messa; ore 21.00 incontro genitori in preparazione del battesimo Sala P. 10 GIO Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate 11 VEN 12 SAB Ore 15.30 Confessioni 13 DOM Dopo messa 10.30 Domenica insieme 1°anno Catechismo; ore16.00 Battesimi 14 LUN 15 MAR Ore 20.45 Consiglio Pastorale Comunitario Bienate 16 MER Ore 20.30 Messa; Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate 17 GIO 18 VEN 19 SAB Ore 15.30 Confessioni 20 DOM Ore 15.00 Domenica Comunitaria a Bienate; ore 16.00 Battesimi 21 LUN 22 MAR 23 MER Ore 20.30 Messa Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e incontro con 24 GIO don Sergio Stevan “Preparazione alla Comunità Pastorale” in chiesa a Bienate 25 VEN 26 SAB Ore 15.30 Confessioni 27 DOM Dopo messa 10.30 Domenica insieme 3°anno Catechismo 28 LUN 4
La gioia del Vangelo è l’annuncio nel mondo attuale di don Alessandro ...Proseguiamo la presentazione di evangelizzare Papa Francesco continua: “Il “Evangelii gaudium” bene tende sempre a comunicarsi” facendo sì che opera una profonda liberazione e, insieme, I l Vangelo è un vero e proprio “fiume di gioia” se pensiamo a Maria, Elisabetta, Giovanni, allo stesso Gesù, ai discepoli negli Atti, all’eunuco che riceve il battesimo… “Perché non entrare anche noi in questo fiume rende più sensibili alle necessità altrui (EG 9). E qui il Papa cita il Documento di Aparecida dei Vescovi Latino-Americani e dei Caraibi del 2007: “La vita cresce e matura nella misura in cui la doniamo per la vita degli altri. La di gioia?” (EG 5). Ma ci sono alcuni cristiani missione, alla fin fine, è questo”. Ma anche San che vivono “uno stile di Quaresima senza la Paolo VI è un punto di riferimento importante: Pasqua” (EG 6): la gioia cristiana, la gioia del “(Recuperiamo) la dolce e confortante gioia di Vangelo è una gioia che si adatta, si trasforma evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle varie tappe della vita, a volte diventa un nelle lacrime (…). Possa il mondo del nostro semplice spiraglio di luce che dona la “certezza tempo – che cerca ora nell’angoscia, ora nella personale di essere infinitamente amato, al di speranza – ricevere la Buona Novella non là di tutto” (EG 6). da evangelizzatori tristi e scoraggiati, La tentazione è sempre dietro l’angolo e si na- impazienti e ansiosi, ma da ministri del sconde in scuse, recriminazioni per gioie artifi- Vangelo la cui vita irradii fervore, che abbiano ciali che assomigliano a piaceri mondani. Le per primi ricevuto in loro la gioia del gioie più belle, invece, “che ho visto nel corso Cristo” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 80). della mia vita sono quelle di persone molto po- La Chiesa non finisce mai di stupirsi per “la vere che hanno poco a cui aggrapparsi” (EG 7) profondità della ricchezza, della sapienza e del- e che conservano un cuore credente, generoso la conoscenza di Dio” (Rm 11, 33). Gesù e semplice in mezzo a tutto. “Non mi stancherà rinnova con la sua novità la nostra vita e la no- di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci stra comunità: occorre tornare alle fonti per conducono al centro del Vangelo: «All’inizio scoprire quali nuove strade percorrere (EG 11). dell’essere cristiano non c’è una decisione etica ...(continua nel prossimo numero) o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzio- ne decisiva» (Benedetto XVI, Deus Caritas est, 1)”. “Solo grazie a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità” (EG 8). Nel paragrafo intitolato La dol- ce e confortante gioia di 5
San Michele Arcangelo In Magnago dalle origini al XVII secolo di Antonio G offredo da Bussero nel 1289, redigendo il suo Liber Notitiae Sanctorum Mediola- ni, un inventario delle Chiese e degli altari presenti nella Diocesi di Milano, registrava che “in plebe Dairago loco Magniago in Horho” appartenente a quella nobile famiglia che ebbe una rilevante influenza nella storia di Magnago e della sua parrocchia. Non si sa quale fosse l’aspetto della parrocchiale in quel tempo, di sicuro doveva essere molto si trovava “l’Ecclesia Sancti Michaelis”. piccola, appena adatta ai bisogni della popola- Goffredo da Bussero (1220 – 1289), è stato un zione, che a metà del 1500 era di circa 250 Presbitero e Storiografo. Grazie alla sua opera è abitanti. Una testimonianza di come fosse la possibile ricostruire il tessuto religioso e civile chiesa a quel tempo la fornisce San Carlo del Milanese nel Duecento. Il Liber è una delle Borromeo durante la sua visita pastorale. opere più interessanti che ci sia pervenuta; Nell’archivio parrocchiale si trova un documento infatti, accanto alle vite dei martiri e dei santi, originale riguardante la visita fatta dal Cardinale contiene un elenco di tutte le chiese, cappelle e di Milano Carlo Borromeo il 14 aprile 1570, il altari della diocesi di Milano, permette di risalire quale dopo aver visitato la chiesa ed i suoi beni, alle più antiche pievanìe e di conoscere il 9 giugno, fra le altre “Ordinationi della chiesa l'organizzazione della Diocesi. Il Liber è un docu- parochiale di San Michele luogo di Magnagho mento importantissimo per la datazione degli edifici sacri. L'originale del codice, in esemplare unico, si trova presso la Biblioteca capitolare del Duomo di Milano. Con questo scritto, pur non fornendo ulteriori notizie, lo storico attesta l’esistenza della chiesa. Alla fine del XIII secolo quasi tutte le chiese della pieve di Dairago erano chiese private, in cui la domenica si celebrava la Messa ed era distribuita l’Eucaristia. Solo più tardi le chiese, che potevano per- mettersi di mantenerlo, ottennero di avere un proprio prete che risiedesse stabilmente vicino alla chiesa, il cosiddetto rector, in altre parole colui che reggeva (o amministrava) la chiesa. In Notitia Cleri Mediolanensis, documento del 1398, la chiesa di San Michele, “Capella S.Michaelis de Magnago”, era annoverata tra le chiese della pieve di Dairago. Il 18 agosto 1455, il prete Francesco Della Croce risultava essere parroco della chiesa di San Michele di Magnago, ed aveva in beneficio dei terreni e la decima di Bienate. Il documento conferma che esisteva una chiesa di San Michele, il cui rettore era un Della Croce, 6
pieve di Dairagho”, ordinava di fare il Battistero che le aveva trovate in un grave stato di marmo honorevole, di fare il lavatorio in sacri- d’incuria e degrado. stia per li sacerdoti, di soffittare la chiesa e ridi- Nel 1672 Ambrogio Ferrario, subentrato allo zio pingerla di nuovo. Giò Batta Ferrario, ci dà una descrizione della A quel tempo era parroco di Magnago Bene- chiesa, senza fornire misure. Il parroco Angelo detto Croce, il quale non abitava nella casa par- Curione, nel 1689, ci riferisce che: “Questa rocchiale preferendo abitare in famiglia, trascu- chiesa parrocchiale è di struttura antica, è di una rando la chiesa e la casa parrocchiale. sola nave (navata), di lunghezza 28 braccia, Il Cardinale Borromeo rimproverò il parroco con larghezza 11, altezza 10”. queste parole: “Si condanna il curato nella metà Quello che invece riportano gli atti del 1672 e dei frutti da spendare ogn’anno in adempire le del 1689, è che la chiesa “è di antica fattura”. ordinationi della visita, et l’istrutioni circa essa Inoltre il documento del 1689 dice che chiesa. Et questo in pena di no haver sino ad “il tempo della sua fondazione non si sa per hora obbedito alle ordinationi delle visite la di lei antichità”. passate et no haver abitato, et restaurato detta ...(1-continua) casa, et mal tenuto la chiesa. Si faccino li seque- stri de tutti li frutti di questa parochiale. Si ritiri del tutto ad habitare nella casa della chiesa fra un mese, sotto pena di 70 scudi d’applicarsi à luoghi pij”. Nel 1576 il Cardinale Borromeo impose a tutti i parroci della pieve di Dairago di inviare una piantina delle parrocchiali e delle chiese minori di loro competenza, con una descrizione delle loro caratteristiche. Entro il 1580 anche il parroco di Magnago si adeguò alla richiesta. Dalla piantina si nota che il cimitero, com’era usanza fin dai tempi più antichi, si trovava davanti e sul lato destro della chiesa, mentre sul lato sinistro si trovava la casa parrocchiale con la corte del parochiano. L’altare era posto ad oriente, nel rispetto delle norme: “la parte posteriore della cappella sia verso levante”. La chiesa aveva il battistero: segno che la chiesa di San Michele era una chiesa matrice. L’ubicazione della chiesa, per quanto riguarda la facciata e il sagrato, non è cambiata nel corso dei secoli, il cimitero si trovava sotto l’attuale piazza Pio IX. Nell’anno 1618 prese possesso della parrocchia Giò Batta Ferrario. In un libro, conservato nell’archivio parrocchiale, sono annotati i lavori fatti per migliorare l’aspetto della chiesa e dell’abitazione del parroco; il parroco Ferrario risistemò la casa canonica e la chiesa, dopo 7
Continua la cronaca pastorale con il Gruppo Medie e il Natale Degli educatori del Gruppo Medie PRIMA MEDIA li agli occhi di Dio. In quest’ottica abbiamo pro- vato a riconoscere i nostri talenti, ovvero le qua- Con i ragazzi di prima media abbiamo iniziato la- lità che ognuno di noi già ha e che siamo chia- vorando sulla propria immagine, addentrando la mati a scegliere se e come mettere in gioco. Ci riflessione su come ciascuno si vede, evidenzian- siamo poi interrogati su come gli altri (la nostra do pregi e difetti, e concentrandoci poi su come famiglia, i nostri amici, gli adulti che ci circonda- ci vedono gli altri. Infine, partendo dalla lettura no) ci vedono e abbiamo affrontato il tema del Vangelo, siamo arrivati a capire come ci vede dell’accettazione di sé e dell’autostima. Gli ulti- il Signore e quanto ci ama per quello che siamo. mi incontri, con uno sguardo al Natale ormai vi- Gli ultimi incontri si sono poi concentrati sulla cino, sono stati lettura dei brani di Vangelo in preparazione alla dedicati alla pre- sacra rappresentazione del presepe vivente: so- parazione del Pre- no state assegnate le parti e chiesto a ciascuno sepe Vivente: do- di immedesimarsi nella scena, immaginando di po aver letto e rivivere quei momenti e quelle emozioni che i commentato il personaggi hanno vissuto concretamente. brano di Vangelo corrispondente SECONDA MEDIA alle scene, abbia- mo assegnato le Le ultime settimane hanno visto i nostri preado- parti e iniziato in- lescenti impegnati nella preparazione della Sa- sieme le prove! cra rappresentazione del Presepe vivente. A cia- scuna classe sono state assegnate alcune scene e da lì si è iniziato a lavorare. Gli incontri del ve- Natale nelle nostre Chiese nerdì si sono rinnovati di volta in volta e parten- do dalla lettura del Vangelo, del brano da cui è stata tratta la scena da mettere in atto, siamo Un grazie particolare a chi, con passione e gene- giunti delle parti da recitare. Sono state assegna- rosità, ha addob- te i ruoli ed iniziato le prove! A ciascuno è stato bato le nostre chiesto di vivere cercando di provare ad imme- Chiese per questo desimarsi in quell’uomo o in quella donna che è Natale e ha realiz- stata a “tu per tu” con Gesù. Ma cosa avranno zato i presepi. La mai provato? E per noi oggi: Gesù che nasce tro- scala è stato il sim- va ancora spazio nelle nostre vite? Noi con que- bolo che ha unito i sto gesto prepariamo il cuore! due altari di Ma- gnago e Bienate, TERZA MEDIA simbolo della di- scesa di Dio tra Nei primi mesi di questo Anno Pastorale, con i noi, ma anche invi- ragazzi di terza media ci siamo addentrati in una to a salire verso la riflessione su chi siamo: esseri unici ed irripetibi- santità per noi! 8
Maria, Regina del cielo e della terra di Don Marco P apa Francesco parla spesso di Maria nelle sue catechesi e, nel solco della Dottrina Cattolica (cfr. Catechismo Chiesa Cattolica n° 971-972), ha recentemente affermato che Maria, la Madre di Dio, è l’“Odigitria”, Cristo è la Corona di Spine. Pio XI ribadisce: “Ai sudditi di questo Regno, Gesù, Re dell’Universo, richiede non solo l’ani- mo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terre- ne, la mitezza dei costumi, la fame e la sete della ovvero colei che indica la Via per giungere giustizia, ma anche che essi rinneghino sé stessi a Cristo suo Figlio. e prendano la propria croce”. Maria è sempre in relazione e in funzione a Tale Regno troverà compimento alla fine dei Gesù, è rivolta a Lui ed è la sua prima Discepola. tempi, alla seconda venuta di Cristo nella Gloria. Ella non è da considerarsi un’altra dea e non è Gesù ha esercitato la propria regalità nel farsi co-redentrice con il Figlio ma intercede per noi servo, donando sé stesso con un amore incondi- presso il Figlio. zionato che lo ha portato a Tutti i misteri collegati alla mettersi all’ultimo posto. Vergine Maria sono quindi da Egli non ha mai cercato legare strettamente a Gesù: successo, popolarità, onore Madre di Dio; Verginità perpe- terreno ma solo la Gloria tua; Immacolata concezione; di Dio. Assunzione in cielo di Maria. Se quindi è corretto dire Anche il titolo “Maria Regina che Gesù è “Re”, Maria sua del cielo e della terra” è da leg- Madre la possiamo lecita- gere in stretta correlazione con mente chiamare “Regina”. la Regalità di Gesù suo Figlio. Nell’usare questo termine Tale titolo mariano è stato fissa- dobbiamo però stare molto to nella Lettera Enciclica di Papa attenti a non attribuire a Pio XII nel 1954 “Ad Caeli Regi- Maria come a Gesù tutti nam”. In essa il Papa ribadisce quegli attributi e quelle ca- con forza che è possibile defini- ratteristiche tipiche dei so- re Maria Regina in quanto ma- vrani terreni. Gesù questo dre di Gesù, Re dell’Universo. non l’ha mai voluto, anzi lo Per comprendere quindi il sen- ha sempre rifiutato. In mo- so del titolo “Maria Regina del do particolare occorre vigi- Cielo e della Terra” occorre cercare di capire co- lare attentamene nell’usare i Simboli Regali ter- sa possa voler dire che Gesù è Re dell’Universo. reni (Corona, Scettro). I Simboli rimandano a dei Gesù nella sua esperienza terrena è stato indica- significati ed educano, formano il pensiero delle to più volte con l’appellativo di “Re” e davanti a persone. Se quindi un simbolo oggi non è più Pilato afferma: “Tu lo dici, io sono Re” (Gv 18). evocativo di quanto quel segno vuole trasmette- Quindi Cristo è realmente “Re”. re ma conduce ad un errore è meglio non usar- La regalità di Gesù non è però da intendersi con lo. Non è una questione di “tradizioni umane” le categorie terrene di “regno”. Gesù è Re di un ma di rispetto della “Tradizione”, ovvero del vero Regno Spirituale, contrapposto a quello di Sata- legame con l’insegnamento di Cristo. na (Pio XI), dove non c’è violenza e contrapposi- La Chiesa oggi ha bisogno di ribadire e di rinsal- zione. Il Trono di Cristo è la Croce da cui ha giu- dare questo legame e recuperare la “radicalità dicato il mondo salvandolo e la Corona regale di evangelica” proposta e vissuta da Gesù. 9
San Giovanni Bosco Un Padre ed un maestro della gioventù di Enrica, Federica, Maddalena e Mara S i celebra il 31 gennaio, giorno della Sua morte, nel 1888 a Torino, della Sua canonizzazione nel 1934. Lo stesso giorno, nel 1988, Giovanni Paolo II lo dichiarò «padre e maestro della gioventù» per la servire la messa. Don Bosco gli fece recitare un’Ave Maria e lo invitò a tornare da lui con i suoi amici. sua pedagogia che si basa su tre pilastri: religio- Nacque così il primo ne, ragione e amorevolezza, per formare buoni Oratorio. Iniziò a cristiani e onesti cittadini. lavorare con gli orfani Don Bosco insegnava che “l’educazione è una che vagavano per le questione di cuore” e Papa Francesco lo ricorda strade di Torino: li così: Don Bosco portatore sano di Gioia … istruiva, insegnava a leggere e a scrivere, li aiuta- la Gioia del Vangelo. va a trovare un lavoro, dando così vita Nacque in una famiglia contadina ai Becchi, all’Ordine dei Salesiani. una frazione di Castelnuovo d’Asti, il 16 agosto E’ nota la profonda amicizia che legò Don Bosco 1815. Dopo la perdita prematura del padre a soli a Domenico Savio. L’incontro tra i due santi due anni, a nove anni, un sogno Gli rivelò la avvenne nel cortile della casetta dei Becchi il 2 chiamata di Dio al sacerdozio: si trovava in ottobre 1854. Si parlarono a lungo, poi mezzo a dei ragazzi che bestemmiavano e litiga- Domenico domandò: “Allora, che pensa di me? vano tra loro e gli si presentò davanti un uomo Mi porterà a Torino per studiare?”. Don Bosco, dal volto luminosissimo: «Io sono il Figlio di sapendo che la mamma del Savio era una sarta, Colei che tua madre ti insegnò a salutare tre rispose: “Mi pare che in te ci sia della buona volte al giorno» e aggiunse: «Non con le stoffa… può servire a fare un bell’abito da percosse, ma con la mansuetudine e con la regalare al Signore”. carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Il 24 giugno 1955, cadeva l’onomastico di Don Mettiti dunque immediatamente a fare loro Bosco e questi, scherzosamente, aveva chiesto un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla ai suoi ragazzi – per “pagare la festa” – di preziosità della virtù». indicare, su un biglietto, quale regalo Nel 1841 fu ordinato sacerdote a Torino, dove, desiderassero da lui. Domenico Savio scrisse: nella chiesa di san Francesco d’Assisi l’8 “Che mi aiuti a farmi santo”. dicembre di quello stesso anno, cominciò il suo Don Bosco gli indicò la “ricetta” giusta per la apostolato facendo amicizia con un giovane santità: allegria, osservare i doveri di studio e di muratore, Bartolomeo Garelli, che era stato preghiera, far del bene agli altri. maltrattato dal sacrista perché non sapeva E questa ricetta vale anche per tutti noi ... Le parole della fede: “La Gioia” P apa Francesco ci ha ricordato che la Gioia del cristiano non si compra al mercato ma è un dono dello Spirito Santo definendo «la gioia cristiana» come «il respiro del cristia- no», perché «un cristiano che non è gioioso nel dal Signore Gesù. Allora domandiamoci: com’è il mio cuore? E’ in pace? E’ gioioso? E’ in consolazione? Essere uomo e donna di gioia significa essere uomo e donna di pace, significa essere uomo e cuore non è un buon cristiano». donna di consolazione: che lo Spirito Santo E il primo scalino della Gioia è la Pace che viene ci dia questo (Omelia 28.5.2018). 10
E’ tempo di… Resilienza Un aiuto a vivere questo tempo dalla Comunità Pastorale di Appiano di Marco U na parola inflazionata è “resilienza”. Il senso tecnico di assorbire colpi, di recu- pero, di elasticità, ha in realtà origine marinare e indica la capacità di risalire su una barca rovesciata. Gesù che dorme mentre è in dal capire chi e come sono le persone con me. Le relazioni non sono solo scuola di bordo, ma laboratorio di prova della direzione delle mie intenzioni. Gli apostoli chiedono a Gesù: ma ti interessa barca sul lago di Tiberiade non suggerisce un davvero di noi? menefreghismo rassegnato, ma l’equilibrio Se credo nella meta, tutti saranno compagni di realista della tranquilla consapevolezza di chi viaggio, preziosi alleati che mi completano, a cui conosce il mare, se stesso, la barca, i compagni e essere grato, in una parità che si fa comprensio- riconosce l'infinito sia sopra nel cielo che sotto ne e condivisione. Se invece faccio di me stesso negli abissi. Quando il mare della vita è calmo, è il punto di partenza e la meta, gli altri saranno facile sguazzarci, pescare sempre e solo mozzi soddisfatti e contemplar- che mi devono obbe- ne la bellezza. Quando dire, salvagenti che emergono scogli ina- devono affogare per spettati tra maree in col- tenere a galla me, ac- lera. Quando il vento è cessori del mio viag- avverso e le tempeste gio, delle mie condi- emotive fanno paura. zioni o esigenze: devo- Quando imbarcazioni più no farmi star bene, possenti sono in rotta di devono capirmi, devo- collisione, non importa no venire da me. E quanto si è lontani dalla quello che faccio io è riva di partenza o vicini al porto di arrivo, ma tutta e solo preziosa concessione. conta la consapevolezza per non affogare in Forse avrebbero da chiedermi: ma ti interessa balia di correnti avverse o venti contrari. davvero di noi? E così io mi illuderò di essere un Non puoi disinnescare le onde, non puoi cam- grande navigatore, ma non farò altro che biare il meteo, ma hai il potere di decidere galleggiare, girando attorno ad una boa. come affrontare la complessità. L'equilibrio L'equilibrio realista della tranquilla consapevo- realista della tranquilla consapevolezza di Gesù lezza di Gesù ci riconsegna oggi ad un mare Viene dall'avere talmente ben chiaro il tragitto incerto. Con la coscienza di un orizzonte infinito da saper modificare la rotta in base agli che mi interpella attraverso sia i compagni di imprevisti, calcolando però le riserve di forze, di avventura, sia le avversità; con la coscienza che carburante e di viveri, perché quando il vento è inutile lottare contro le onde emotive, ciò cambia, devo cambiare qualcosa anche io. Viene che serve è la resilienza, la prontezza di dal capire quando bisogna gettare l'ancora e risalire a bordo; con la coscienza di mettere fermarsi accettando gli sballottamenti finché in discussione la rotta, tenendo ferma la meta passano le intemperie. Viene dall'abilità di e flessibile il timone; con la coscienza che tenere il timone della vita in modo leggero, fles- “il pessimista si lamenta del vento, l'ottimista sibile paziente. Viene dalla consapevolezza che aspetta che cambi, ma il realista, come Gesù, non si può imbarcare tutto, altrimenti si affonda aggiusta le vele” (William Arthur Ward). per il peso della troppa zavorra. •Viene infine 11
Un ponte lascia passare le persone, un ponte collega i modi di pensare… Perché l’ultimo che passa vale come il primo di Simonetta I l 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino: un efficiente sistema di sbarramento, che dal 1961 (anno di inizio costruzione) divideva in due il centro della città e di fatto separava concittadini e parenti. Nulla aveva insegnato un vita delle persone, dividendo a volte villaggi e co- munità palestinesi. Quando nel 2015 si è scatena- ta la crisi migratori, dalla Grecia alla Polonia, dal Baltico alla Spagna "africana", le barriere ai confi- ni Ue corrono per circa 1000 km. Una barriera sul conflitto mondiale durato 6 anni, con 60 milioni confine Ungheria – Serbia con 175 km di filo spi- di morti; combattere e morire per un unico ideale nato alto 4 metri. La Turchia è separata dalla Bul- non aveva suscitato il desiderio di rinnegare ogni garia con un muro di filo spinato lungo 176 km e forma di divisione. dalla Grecia con una barriera di 40 km. La situa- Tra il ’61 e l’89 più di 5000 persone cercarono di zione dei migranti al confine tra Bielorussia e Po- scavalcare il Muro, oltre 3000 furono detenute lonia è drammatica. Numerose famiglie con bam- per averci provato, e secondo i registri dell’epoca bini e altre persone vulnerabili sono bloccate alla circa 140 persone furono uccise. Finalmente frontiera, che ogni giorno tentano di superare, dopo ben 28 anni, i tedeschi dell’Ovest poterono ma vengono spesso respinti in maniera violenta accogliere a braccia aperte i concittadini dell’Est. da parte delle forze di polizia. Tuttavia, da quel momento ad oggi le barriere «Il rispetto delle persone e dei diritti umani, spe- fisiche già esistenti tra Stati o comunità non cialmente nel continente che non manca di hanno avuto lo stesso destino. La distruzione di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre quel simbolo di divisione non ha fermato il salvaguardato; la dignità di ciascuno dovrebbe es- moltiplicarsi di muri, per controllare e sere anteposta a tutto» ha affermato il Papa disincentivare l’immigrazione. Al confine tra durante il suo ultimo viaggio a Lesbo «È triste Messico e Stati Uniti si erge una barriera diviso- sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fon- ria, la cui costruzione iniziò nel 1990 che supera i di comuni per costruire muri, per costruire fili 1100 chilometri, per contrastare il crescente spinati. Certo, si comprendono timori e flusso migratorio, in insicurezze, difficoltà e gran parte di latinoa- pericoli. Si avvertono mericani verso gli Stati stanchezza e frustrazio- Uniti che cercano di ne, acuite dalle crisi realizzare il "sogno economica e pandemi- americano". L’ufficio ca, ma non è alzando protezione frontiera barriere che si risolvono Usa dichiara che tra il i problemi e si migliora 2019 e il 30 settembre la convivenza. È invece del 2021 sono stati in- unendo le forze per tercettati circa 977mila prendersi cura degli immigrati, ma ne sono altri secondo le reali morti circa 2000. possibilità di ciascuno e Stesso destino è toccato alla Cisgiordania. Nella nel rispetto della legalità, sempre mettendo al primavera del 2002, il governo israeliano decide primo posto il valore insopprimibile della vita di di costruire un muro lungo la linea di confine. La ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona. barriera è stata costruita quasi interamente sulle Alimentiamo la speranza con la forza dei gesti terre palestinesi e ha un impatto molto forte sulla anziché sperare in gesti di forza». 12
Le lenzuola di don Checchi di Ileana & Luca per un debito di riconoscenza e gratitudine eredità, oltre alle opere, la fede nel Signore e la É che guardiamo alle persone del passato che hanno testimoniato come la vita vissuta in Cristo, pur nelle difficoltà, è buona e fiducia nella positività della vita. Questo è il motivo per cui abbiamo intitolato a don Francesco Checchi il nostro Centro Culturale, ricca di bellezza. Don Francesco Checchi è una di desiderando imparare da lui la passione per queste persone. l’uomo e l testimonianza dell’amore di Dio per Nato a Gallarate il 24 settembre 1875 e noi. A dare nuovo entusiasmo alla nostra consacrato sacerdote l’8 maggio 1899, don Fran- presenza in paese è successo un fatto: una nipo- cesco Checchi diventa parroco di Magnago nel te di don Checchi ci ha fatto sapere che un sa- 1913 fino al 1957. Sono anni in cui comincia la cerdote milanese donava al nostro Centro trasformazione del lavoro agricolo con l’uso di Culturale le lenzuola in cui aveva dormito il macchine e nascono le prime fabbriche: la cardinal Schuster il 6 giugno 1939. Nel corso del- Chiesa si coinvolge, accompagnando le persone la visita pastorale in cui aveva inaugurato la cap- con fede e intelligenza a promuovere la cultura pella del parco Treccani a Magnago, il cardinale della solidarietà e della fraternità. Nascono così, si era fermato nella casa Parrocchiale, ospite del in molti paesi della nostra zona, le leghe coope- parroco don Checchi. Le lenzuola, giunte a noi rative, le casse rurali, le società di mutuo smacchiate, recavano delle macchie di sangue soccorso, le scuole e gli asili. In particolare a del Beato Cardinal Schuster dovute alle ferite Magnago don Checchi fonda la società di Mutuo causate dal cilicio che era solito indossare. Soccorso che acquista merci e prodotti per Le lenzuola sono ora conservate nella teca posta l’agricoltura a buon prezzo, ottiene lotti di terre- nella cappella del Crocifisso a destra dell’altare no e case popolari da affittare ai soci, promuove maggiore della nostra Chiesa, segno di una una educazione morale e intellettuale. storia che ci sostiene e chiede alla nostra re- Don Checchi costituisce anche la “Società sponsabilità di continuare. anonima di San Michele e San Gaetano per la trebbiatura del grano”, attraverso la quale i ma- gnaghesi acquistano una trebbiatrice e uno svettatoio con maggiore resa della produzione e risparmio di tempo. Intanto don Checchi dà avvio alla ristrutturazione e all’ampliamento della chiesa parrocchiale, alla costruzione del nuovo campanile, all’acquisto dell’area da adibire a oratorio. Alla fine della prima guerra mondiale fa costruire una cappella all’interno del cimitero per onorare i caduti. La sua iniziativa ha lasciato in 13
Il tuo volto, Signore, io cerco (Sal 27, 8) di Lorenza D io si è fatto carne e la carne è diventata realmente abitazione di Dio, la cui gloria rifulge nel volto umano di Cristo. (Benedetto XVI) L’umano desiderio di vedere il volto di Dio «Ecco piccola e fine in modo che non ci sia alcun riferi- mento alle passioni umane: «sulle tue labbra è diffusa la grazia» (Sal 45,3). Gli occhi sono aperti, grandi e accentuati dall’arcata sopraccigliare: lo sguardo è ciò verso cui converge tutta l’immagi- la generazione che lo cerca, che cerca il tuo ne, è solenne e accogliente. volto, Dio di Giacobbe» (Sal 24, 6) – si realizza in Le icone ci osservano, ma non ci fissano. A secon- Gesù: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» da di come noi veniamo guardati, poi noi guardia- (Gv 14, 9). Infatti «Dio, nessuno lo ha mo: si crea così un dialogo tra il mai visto: il Figlio unigenito, che è soggetto rappresentato con Dio ed è nel seno del Padre, è chi lo guarda. lui che lo ha rivelato» (Gv Su una base verde salvia 1,18). sono stati fatti degli Nel volto di Gesù, il più schiarimenti con gial- bello tra i figli dell’uomo lo e bianco e sono (Sal 45,3), possiamo am- state date delle ve- mirare la bellezza del lature con un mix di volto di Dio; le icone so- giallo, verde e rosso, no quindi memoria della per la barba e i ca- vicinanza di Dio. pelli sono state date Le immagini di riferi- delle velature di mento dell’icona donata marrone e fatti degli come benvenuto a don schiarimenti: queste Alessandro dalla Parroc- fasi sono state ripe- chia di Magnago sono tute più volte dimi- tre: l’icona a encausto di nuendo l’ampiezza Gesù Pantocratore (VI delle zone chiare. sec.) e un affresco absi- Sono state ripassate dale di Cristo Pantocra- le grafie (linee degli tore nel Monastero di occhi, naso, capelli, Santa Caterina sul Mon- ecc.). te Sinai; un affresco di Vi sono dei tratti lu- Gesù della chiesa della minosi posti sulle Dormizione nella città- parti in rilievo, cioè monastero rupestre di Vardzia, Georgia (XII sec.). zigomi, naso, fronte e capelli, perché le persone Nel IV secolo inizia a diffondersi l’immagine di rappresentate nelle icone sono già immerse nella Cristo così come la conosciamo: volto ovale, ca- luce divina e gloriosa: possiamo così contemplare pelli lunghi con la scriminatura al centro e barba. il ricordo del volto trasfigurato di Cristo, lo splen- Il viso è frontale, ma non simmetrico perché dore del volto di Dio che ci salva per la sua mise- leggermente voltato: il movimento, anche se mi- ricordia (cfr. Sal 31,17) e ci benedice. nimo, fa sì che l’immagine non risulti statica. Il Il Signore faccia risplendere per te il suo volto naso lungo e fine sottolinea la nobiltà. La bocca è e ti faccia grazia. (Nm 6, 25) 14
Encanto Il sessantesimo lungometraggio della Disney di Enrica, Federica, Maddalena e Mara Quale super-potere hai per gli Altri? spettatore. Si tratta di una ragazzina, a suo mo- Perché pensare che se non abbiamo nulla di do, diversa, perché normale in una famiglia di speciale, siamo dei buoni a nulla? talenti speciali. In realtà, come si scoprirà, di ta- Q uesto bellissi- mo film, per grandi e picci- ni, ha un’ambienta- lenti ne ha parecchi. Ha un amore sconfina- to per tutti i suoi pa- renti, per i quali è zione sudamericana, pronta a fare i salti calda, colorata, coin- mortali. Inoltre, non si volgente. Nel villaggio scoraggia mai, anche di Encanto, Maribel, quando tutti le dicono una ragazza occhialu- di farsi da parte. ta (gli occhiali di Mari- Ma, proprio perché bel hanno anche un significato simbolico ben emarginata, può vedere ciò che gli altri non vo- preciso: rappresentano la sua empatia e la sua gliono vedere o non hanno il coraggio di guarda- capacità di osservare le cose da una prospettiva re. Per lei la cosa più importante non è andare diversa) e dal carattere spigliato, si trova a convi- alla ricerca di magici doni, ma, preservare i suoi vere con una famiglia originale: i Madrigal, tutti famigliari e il suo villaggio. E per questo è pronta veri e propri “talenti”. Ognuno di loro, grazie ad a sacrificarsi in prima persona. Che dire, forse una casa e ad una candela dai poteri magici, da sono proprio gli “scarti” (come direbbe papa bambino riceve un talento: Luisa ha una super- Francesco), coloro che nessuno vuole avere tra i forza, Antonio sa trasformarsi in qualsiasi altra piedi, che spesso portano dentro di sé i veri ta- persona, la splendida Isabel fa piovere fiori a co- lenti. Sono i “piccoli”, quelli pronti a vedere la mando, e così via. Tutto meraviglioso, tranne realtà così com’è, pronti ad accettarla e quindi che per la povera Maribel, che non ha mai rice- ad affrontarla, costi quel che costi, avendo vuto nessun talento. Non per questo si dà per però come scopo non se stessi, ma l’Amore vinta, anzi! Fa di tutto per aiutare ma, ogni suo e soltanto l’Amore! tentativo si trasforma in un colossale pasticcio. Maribel è la prima a notare e ad avere il corag- La nonna Alma, Abuela, sembra non poterla gio di affrontare le crepe che si insinuano nella sopportare più ed anche il resto della famiglia magia di famiglia, incarnata da un’abitazione in- inizia a guardarla con fastidio. Ma sarà proprio la cantata dove gli spazi si moltiplicano e poco “dotata” Maribel ad avere un ruolo crucia- cambiano secondo le necessità e le prerogative le nella salvezza della magia che governa la casa, dei suoi abitanti. nonché, dei suoi magici abitanti, che da qualche Riflessioni importanti che vengono trasmesse in tempo sembrano fare un po’ cilecca, anche se una confezione impeccabile, capace di mescola- nessuno, tranne lei, sembra volersene accorge- re momenti di pura comicità con altri di dramma re. Con l’aiuto dello zio, “tio” Bruno, si imbar- vero e profondo, come quello di nonna Alma, cherà in un’avventura che la porterà a scoprire e una matriarca autorevole segnata dal dolore, a risolvere molti misteri. Questo piccolo capola- che solo alla fine saprà recuperare il senso del voro animato si è meritato il Golden Globe come dono ricevuto tanti anni prima, grazie a Maribel. Miglior film di animazione. I personaggi, ognuno Una riflessione su tutte: e se seguissi il mio a suo modo, sono simpatici e divertenti. Ma, di cuore non temendo alcun errore? certo, è Maribel a catturare l’attenzione dello 15
Anagrafe Magnago Bienate Luca Veronica 09/01/2022 Scaramuzzino Maya 16/01/2022 Magnago Bienate Limiti Felice 02/01/2022 Brunini Gianfranco 22/12/2021 Malvestiti Piero 05/01/2022 Ottolina Emilio 30/12/2021 Famiglietti Vera 11/01/2022 Ottolina Maria Giovanna 15/01/2022 COMUNITA' PASTORALE MAGNAGO E BIENATE Parrocchia S. Michele Arcangelo - Parrocchia S. Bartolomeo Apostolo Orari SS. Messe MAGNAGO BIENATE Lunedì ore 08.00 Lunedì ore 08.45 Martedì ore 08.00 Martedì ore 08.45 Mercoledì ore 08.00 e ore 20.30 Mercoledì ore 08.45 Giovedì ore 08.00 Giovedì ore 08.45 e ore 20.30 Venerdi ore 08.00 Venerdi ore 08.45 Sabato ore 18.30 Sabato ore 17.30 Domenica ore 08.30 - 10.30 Domenica ore 08.30 - 10.30 17.30 (dalla I° domenica di Avvento a Pasqua) 18.30 (dalla domenica dopo Pasqua a Cristo Re) Orari Confessioni MAGNAGO BIENATE Giovedì dalle ore 08.30 alle 9.30 Giovedì dalle ore 21 .00 alle 22.00 (durante l'adorazione eucaristica) (durante l'adorazione eucaristica) Sabato ore 15.30 alle 18.00 Sabato ore 15.30 alle 17.00 Orari segreteria Parrocchiali: Parrocchia San Michele - Magnago: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00, Piazza Pio IX° 3 Parrocchia San Bartolomeo - Bienate: mercoledì e venerdì dalle 9.15 alle 11.30, Piazza Castelli 2 Contatti Piazza Pio IX, 1 - Tel. 0331.658262 - Cell. 333.3919589 e-mail: sanmichael@libero.it ; parrocchiadibienate@gmail.com Don Marco - Parroco : cell. 347.4125160 - e-mail: donmarcobasilico@gmail.com Don Alessandro - Vicario: cell. 348.7701416 - e-mail: donale79@hotmail.it Per sostenere i bisogni della nostra Parrocchia: Magnago Bienate Cod. Fisc. : 9300280158 Cod. Fisc. : 86002110152 Iban: IT24T0306909606100000016506 Iban: IT67I0306909606100000016492 16
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