Maria, regina del cielo e della terra

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Maria, regina del cielo e della terra
Maria, regina del cielo e della terra               A pag. 9
     Le proposte per il nome della nuova Comunità Pastorale
                                                                                     A pag. 3
                           Perché l’ultimo che passa vale come il primo
                                                                                           A pag. 12
STAMPATO IN PROPRIO DALLA COMUNITÀ PASTORALE DI MAGNAGO E BIENATE - OGNI RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, É VIETATA
Maria, regina del cielo e della terra
Verso la costituzione della Comunità pastorale
di Don Marco

I   l prossimo 6 marzo, prima domenica di
    quaresima, nascerà ufficialmente la nuova
    Comunità Pastorale formata dalle due
parrocchie di San Michele Arcangelo in
Magnago e di San Bartolomeo in Bienate.
                                                     adempiere alcuni passaggi importanti: la scelta
                                                     del nome e la definizione dei cardini su cui co-
                                                     struire il futuro Progetto Pastorale.
                                                     Per la scelta del nome da dare alla Comunità
                                                     Pastorale, negli scorsi Consigli Pastorali Unitari
Cos’è la “Comunità Pastorale”?                       abbiamo raccolto le varie proposte e le abbiamo
Essa è una forma di Unità Pastorale tra più          votate. Delle varie proposte si sono scelte le
Parrocchie affidate ad una cura pastorale unita-     cinque che hanno avuto maggior consenso tra i
ria e chiamate a vivere un cammino condiviso e       membri del Consiglio Pastorale. Ora vorremmo
coordinato di autentica comunione, attraverso la     sottoporre tali proposte alla votazione
realizzazione di un concreto, preciso e forte pro-   dell’intera comunità.
getto pastorale missionario. (Estratto del Decre-    La prossima domenica 30 gennaio durante le
to Arcivescovile di costituzione di una Comunità     Sante Messe daremo a tutti una scheda con cui
Pastorale)                                                                       dare la propria prefe-
Dovrà quindi essere elabo-                                                       renza. Raccolte tutte
rato un Progetto Pastorale                                                       le    preferenze fare-
comune, che “riguardi l’an-                                                      mo i conteggi e de-
nuncio della Parola, la litur-                                                   cideremo      così   il
gia e la vita di preghiera, il                                                   nome. Scegliere il no-
servizio caritativo e la cura                                                    me della “Comunità
di contesti specifici, quali ad                                                  Pastorale” non è un
esempio la pastorale giova-                                                      puro atto formale. Il
nile, la pastorale familiare,                                                    nome vuole sintetiz-
la pastorale dei malati e l’a-                                                   zare il nostro essere
nimazione della vita cristia-                                                    Chiesa; come vorrem-
na nei diversi ambiti della                                                      mo costruire e vivere
vita culturale e sociale”.                                                       il    nostro    essere
All’interno del progetto                                                         Comunità. Nel nome
comune le singole parroc-                                                        vorremmo riassumere
chie continueranno ad esse-                                                      il senso del nostro
re il luogo ordinario della                                                      sentirci     Comunità
vita liturgica e sacramentale dei fedeli mentre      Cristiana. La scelta non deve essere quindi sem-
alcuni ambiti saranno particolarmente articola-      plicemente dettata dal piacere personale o della
ti tra dimensione parrocchiale e Comunità Pa-        propria sensibilità ma deve aprirsi ad un
storale.                                             significato più grande.
Non più DISTINTI e UNICI ma UNITI.                   Le proposte votate dal Consiglio Pastorale che
UNITI nel senso che il legame che sussiste tra       sottoporremo alla votazione di tutti i membri
diverse parti non giunge a estinguere la             della Comunità saranno: Cenacolo; Discepoli di
individualità di ciascuna ma le conduce              Emmaus; Santa Maria Madre di Misericordia;
ad una comprensione più vera del proprio             Maria Madre della Speranza; Santi Apostoli. Nel-
essere Chiesa.                                       la prossima pagina troverete una piccola spiega-
Per giungere a questo passo ufficiale occorre        zione per ogni singola proposta.
  2
Maria, regina del cielo e della terra
Le proposte per il nome della nuova Comunità Pastorale
Dal Consiglio Pastorale

N       elle S. Messe di sabato 29 e domenica
        30 gennaio i fedeli delle nostre Par-
        rocchie sono chiamati a scegliere il no-
me della Comunità Pastorale tra le proposte
(con motivazione) sotto riportate: ognuno vote-
                                                        sono numerosi i segni della devozione mariana.
                                                        Maria, Madre di Dio e madre nostra, che ci
                                                        invita a volgere il cuore a suo Figlio che solo può
                                                        donarci il perdono, fondamento della relazione
                                                        con Lui e di vera relazione con chi ci è vicino.
rà una sola volta esprimendo una sola scel-             Offrendo il nostro umile Sì al Signore, come ha
ta tramite la scheda che verrà consegnata.              fatto Maria, possiamo accogliere la Misericordia
                                                        riconoscendoci, come lei, figli di Dio Padre, quin-
COMUNITÀ PASTORALE “CENACOLO”                           di fratelli, e poter essere veramente uniti e di-
E’ nel Cenacolo che Gesù riunisce i suoi discepoli      ventare missionari della Chiesa edificata da Dio.
per l’Ultima Cena, lava loro i piedi per insegnare
lo stile del servizio, dice loro cosa avrebbero         COMUNITÀ PASTORALE “MARIA, MADRE DELLA
dovuto fare dopo la Sua morte, affida a Pietro la       SPERANZA”
Sua Chiesa, istituisce l’Eucarestia segno tangibile     La proposta di intitolare a Maria Madre della
della Sua Presenza fra noi. Guardare a questa           Speranza la Comunità Pastorale è per affrontare
scena ci aiuta a capire che la Chiesa è la              le inevitabili fatiche e difficoltà in questo cammi-
Comunità di coloro che mettono Gesù al centro,          no di unione e di unità superando il momento,
che lo riconoscono presente nella loro vita. Tale       l’istante, il sentimento: il sì incondizionato di
Comunità è l’esperienza concreta vissuta da             Maria è fondamento del nostro sì a camminare
persone che, con i loro limiti e difetti, si lasciano   insieme. Maria non sapeva cosa sarebbe
condurre da Lui e che, oltrepassando i propri           accaduto, non sapeva come avrebbe reagito
confini, desiderano vivere con gioia il Vangelo.        Giuseppe ma si è fidata, ha avuto speranza e ha
                                                        detto sì! Anche per noi può essere così: non
COMUNITÀ PASTORALE "I DISCEPOLI DI EMMAUS"              sappiamo cosa accadrà ma confidiamo in Dio e
Il percorso e l'esperienza dei due discepoli di         sappiamo che tutto è parte del Suo disegno
Emmaus, nei quali è facile riconoscerci, può es-        buono su ciascuno di noi! Come Maria anche noi
sere seguito dalla nostra Comunità Pastorale per        dobbiamo essere capaci di dire il nostro sì senza
camminare avendo a fianco a noi Gesù e aiutarci         paura e senza timore, diventando veri testimoni
reciprocamente a riconoscere la Sua Presenza            di Gesù che viene e si rende sperimentabile da
nella semplicità della vita quotidiana; per             ogni uomo attraverso la compagnia della Chiesa.
ascoltare la Sua Parola e lasciarsi "scaldare il
cuore"; per ricevere la forza dello Spirito Santo       COMUNITA’ PASTORALE “SANTI APOSTOLI”
nell'Eucaristia; per essere umili e attenti nei         Il libro degli Atti descrive il gruppi degli apostoli
confronti di chi ci è accanto e di chi è "lontano";     come annunciatori della buona notizia del Van-
per andare ad annunciare con gioia la bellezza          gelo: così come loro, e sul loro fondamento,
della nostra Fede.                                      anche i fedeli che compongono le nostre
COMUNITÀ PASTORALE “MARIA, MADRE DI                     comunità parrocchiali possono e devono cammi-
 MISERICORDIA”                                          nare insieme per essere veri testimoni della fede
Una comunità affidata allo sguardo materno e            ricevuta e trasmessa, uniti fra loro poiché uniti
alla potente intercessione di Maria, Madre di           a Gesù, completamente affidati alla custodia
Misericordia, perché madre di Cristo volto della        dello Spirito Santo, vivere con gioia e coerenza,
Misericordia di Dio. Questo affidamento è in            testimoniando        instancabilmente       e    con
continuità con la storia di Magnago e Bienate:          entusiasmo l’amore di Dio per ogni creatura.

                                                                                                          3
Maria, regina del cielo e della terra
Mese Febbraio 2022             Comunità pastorale     Magnago     Bienate    Decanato/Diocesi
 1    MAR
 2    MER   Candelora, Messa e benedizione delle candele Ore 20.30 Messa
            San Biagio benedizione dei pani durante le Messe mattutine
 3    GIO
            Ore 8:30 adorazione Magnago ; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate
 4    VEN   Ore 21.00 incontro Genitori 1ᵃ media presso Oratorio Magnago
 5    SAB   Ore 15.30 Confessioni
 6    DOM   Giornata per la Vita, dopo messa 10.30 Domenica insieme 2°anno Catechismo
 7    LUN
 8    MAR
 9    MER   Ore 20.30 Messa; ore 21.00 incontro genitori in preparazione del battesimo Sala P.
 10   GIO   Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate
 11   VEN
 12   SAB   Ore 15.30 Confessioni
 13   DOM   Dopo messa 10.30 Domenica insieme 1°anno Catechismo; ore16.00 Battesimi
 14   LUN
 15   MAR   Ore 20.45 Consiglio Pastorale Comunitario Bienate
 16   MER   Ore 20.30 Messa;
            Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e adorazione Bienate
 17   GIO

 18   VEN
 19   SAB   Ore 15.30 Confessioni
 20   DOM   Ore 15.00 Domenica Comunitaria a Bienate; ore 16.00 Battesimi
 21   LUN
 22   MAR
 23   MER   Ore 20.30 Messa
            Ore 08.00 Messa e adorazione Magnago; Ore 20.30 Messa e incontro con
 24   GIO
            don Sergio Stevan “Preparazione alla Comunità Pastorale” in chiesa a Bienate
 25   VEN
 26   SAB   Ore 15.30 Confessioni
 27   DOM   Dopo messa 10.30 Domenica insieme 3°anno Catechismo
 28   LUN

 4
Maria, regina del cielo e della terra
La gioia del Vangelo è l’annuncio nel mondo attuale
di don Alessandro

 ...Proseguiamo la presentazione di                   evangelizzare Papa Francesco continua: “Il
 “Evangelii gaudium”                                  bene tende sempre a comunicarsi” facendo sì
                                                      che opera una profonda liberazione e, insieme,

 I   l Vangelo è un vero e proprio “fiume di
     gioia” se pensiamo a Maria, Elisabetta,
     Giovanni, allo stesso Gesù, ai discepoli negli
 Atti, all’eunuco che riceve il battesimo…
 “Perché non entrare anche noi in questo fiume
                                                      rende più sensibili alle necessità altrui (EG 9).
                                                      E qui il Papa cita il Documento di Aparecida dei
                                                      Vescovi Latino-Americani e dei Caraibi del
                                                      2007: “La vita cresce e matura nella misura in
                                                      cui la doniamo per la vita degli altri. La
 di gioia?” (EG 5). Ma ci sono alcuni cristiani       missione, alla fin fine, è questo”. Ma anche San
 che vivono “uno stile di Quaresima senza la          Paolo VI è un punto di riferimento importante:
 Pasqua” (EG 6): la gioia cristiana, la gioia del     “(Recuperiamo) la dolce e confortante gioia di
 Vangelo è una gioia che si adatta, si trasforma      evangelizzare, anche quando occorre seminare
 nelle varie tappe della vita, a volte diventa un     nelle lacrime (…). Possa il mondo del nostro
 semplice spiraglio di luce che dona la “certezza     tempo – che cerca ora nell’angoscia, ora nella
 personale di essere infinitamente amato, al di       speranza – ricevere la Buona Novella non
 là di tutto” (EG 6).                                 da evangelizzatori tristi e scoraggiati,
 La tentazione è sempre dietro l’angolo e si na-      impazienti e ansiosi, ma da ministri del
 sconde in scuse, recriminazioni per gioie artifi-    Vangelo la cui vita irradii fervore, che abbiano
 ciali che assomigliano a piaceri mondani. Le         per primi ricevuto in loro la gioia del
 gioie più belle, invece, “che ho visto nel corso     Cristo” (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 80).
 della mia vita sono quelle di persone molto po-      La Chiesa non finisce mai di stupirsi per “la
 vere che hanno poco a cui aggrapparsi” (EG 7)        profondità della ricchezza, della sapienza e del-
 e che conservano un cuore credente, generoso         la conoscenza di Dio” (Rm 11, 33). Gesù
 e semplice in mezzo a tutto. “Non mi stancherà       rinnova con la sua novità la nostra vita e la no-
 di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci    stra comunità: occorre tornare alle fonti per
 conducono al centro del Vangelo: «All’inizio         scoprire quali nuove strade percorrere (EG 11).
 dell’essere cristiano non c’è una decisione etica                   ...(continua nel prossimo numero)
 o una grande idea, bensì l’incontro con un
 avvenimento, con una Persona,
 che dà alla vita un nuovo
 orizzonte e, con ciò, la direzio-
 ne decisiva» (Benedetto XVI,
 Deus Caritas est, 1)”. “Solo
 grazie a quest’incontro – o
 reincontro – con l’amore di
 Dio, che si tramuta in felice
 amicizia, siamo riscattati dalla
 nostra coscienza isolata e
 dall’autoreferenzialità” (EG 8).
 Nel paragrafo intitolato La dol-
 ce e confortante gioia di

                                                                                                     5
Maria, regina del cielo e della terra
San Michele Arcangelo In Magnago
dalle origini al XVII secolo
di Antonio

 G         offredo da Bussero nel 1289, redigendo
           il suo Liber Notitiae Sanctorum Mediola-
           ni, un inventario delle Chiese e degli
 altari presenti nella Diocesi di Milano, registrava
 che “in plebe Dairago loco Magniago in Horho”
                                                         appartenente a quella nobile famiglia che ebbe
                                                         una rilevante influenza nella storia di Magnago e
                                                         della sua parrocchia.
                                                         Non si sa quale fosse l’aspetto della parrocchiale
                                                         in quel tempo, di sicuro doveva essere molto
 si trovava “l’Ecclesia Sancti Michaelis”.               piccola, appena adatta ai bisogni della popola-
 Goffredo da Bussero (1220 – 1289), è stato un           zione, che a metà del 1500 era di circa 250
 Presbitero e Storiografo. Grazie alla sua opera è       abitanti. Una testimonianza di come fosse la
 possibile ricostruire il tessuto religioso e civile     chiesa a quel tempo la fornisce San Carlo
 del Milanese nel Duecento. Il Liber è una delle         Borromeo durante la sua visita pastorale.
 opere più interessanti che ci sia pervenuta;            Nell’archivio parrocchiale si trova un documento
 infatti, accanto alle vite dei martiri e dei santi,     originale riguardante la visita fatta dal Cardinale
 contiene un elenco di tutte le chiese, cappelle e       di Milano Carlo Borromeo il 14 aprile 1570, il
 altari della diocesi di Milano, permette di risalire    quale dopo aver visitato la chiesa ed i suoi beni,
 alle più antiche pievanìe e di conoscere                il 9 giugno, fra le altre “Ordinationi della chiesa
 l'organizzazione della Diocesi. Il Liber è un docu-     parochiale di San Michele luogo di Magnagho
 mento importantissimo per la datazione degli
 edifici sacri. L'originale del codice, in esemplare
 unico,       si trova presso la Biblioteca capitolare
 del Duomo di Milano.
 Con questo scritto, pur non fornendo ulteriori
 notizie, lo storico attesta l’esistenza della chiesa.
 Alla fine del XIII secolo quasi tutte le chiese della
 pieve di Dairago erano chiese private, in cui la
 domenica si celebrava la Messa ed era
 distribuita l’Eucaristia.
 Solo più tardi le chiese, che potevano per-
 mettersi di mantenerlo, ottennero di avere un
 proprio prete che risiedesse stabilmente vicino
 alla chiesa, il cosiddetto rector, in altre parole
 colui che reggeva (o amministrava) la chiesa.
 In Notitia Cleri Mediolanensis, documento del
 1398, la chiesa di San Michele, “Capella
 S.Michaelis de Magnago”, era annoverata tra le
 chiese della pieve di Dairago.
 Il 18 agosto 1455, il prete Francesco Della Croce
 risultava essere parroco della chiesa di San
 Michele di Magnago, ed aveva in beneficio dei
 terreni e la decima di Bienate. Il documento
 conferma che esisteva una chiesa di San
 Michele, il cui rettore era un Della Croce,
  6
Maria, regina del cielo e della terra
pieve di Dairagho”, ordinava di fare il Battistero       che le aveva trovate in un grave stato
di marmo honorevole, di fare il lavatorio in sacri-      d’incuria e degrado.
stia per li sacerdoti, di soffittare la chiesa e ridi-   Nel 1672 Ambrogio Ferrario, subentrato allo zio
pingerla di nuovo.                                       Giò Batta Ferrario, ci dà una descrizione della
A quel tempo era parroco di Magnago Bene-                chiesa, senza fornire misure. Il parroco Angelo
detto Croce, il quale non abitava nella casa par-        Curione, nel 1689, ci riferisce che: “Questa
rocchiale preferendo abitare in famiglia, trascu-        chiesa parrocchiale è di struttura antica, è di una
rando la chiesa e la casa parrocchiale.                  sola nave (navata), di lunghezza 28 braccia,
Il Cardinale Borromeo rimproverò il parroco con          larghezza 11, altezza 10”.
queste parole: “Si condanna il curato nella metà         Quello che invece riportano gli atti del 1672 e
dei frutti da spendare ogn’anno in adempire le           del 1689, è che la chiesa “è di antica fattura”.
ordinationi della visita, et l’istrutioni circa essa     Inoltre il documento del 1689 dice che
chiesa. Et questo in pena di no haver sino ad            “il tempo della sua fondazione non si sa per
hora obbedito alle ordinationi delle visite              la di lei antichità”.
passate et no haver abitato, et restaurato detta                                             ...(1-continua)
casa, et mal tenuto la chiesa. Si faccino li seque-
stri de tutti li frutti di questa parochiale.
Si ritiri del tutto ad habitare nella casa della
chiesa fra un mese, sotto pena di 70 scudi
d’applicarsi à luoghi pij”.
Nel 1576 il Cardinale Borromeo impose a tutti i
parroci della pieve di Dairago di inviare una
piantina delle parrocchiali e delle chiese minori
di loro competenza, con una descrizione delle
loro caratteristiche.
Entro il 1580 anche il parroco di Magnago si
adeguò alla richiesta. Dalla piantina si nota che il
cimitero, com’era usanza fin dai tempi più
antichi, si trovava davanti e sul lato destro della
chiesa, mentre sul lato sinistro si trovava la casa
parrocchiale con la corte del parochiano.
L’altare era posto ad oriente, nel rispetto delle
norme: “la parte posteriore della cappella sia
verso levante”. La chiesa aveva il battistero:
segno che la chiesa di San Michele era una
chiesa matrice. L’ubicazione della chiesa, per
quanto riguarda la facciata e il sagrato, non è
cambiata nel corso dei secoli, il cimitero si
trovava sotto l’attuale piazza Pio IX.
Nell’anno 1618 prese possesso della parrocchia
Giò Batta Ferrario. In un libro, conservato
nell’archivio parrocchiale, sono annotati i lavori
fatti per migliorare l’aspetto della chiesa e
dell’abitazione del parroco; il parroco Ferrario
risistemò la casa canonica e la chiesa, dopo
                                                                                                         7
Maria, regina del cielo e della terra
Continua la cronaca pastorale con il Gruppo Medie e il Natale
Degli educatori del Gruppo Medie

 PRIMA MEDIA                                              li agli occhi di Dio. In quest’ottica abbiamo pro-
                                                          vato a riconoscere i nostri talenti, ovvero le qua-
 Con i ragazzi di prima media abbiamo iniziato la-        lità che ognuno di noi già ha e che siamo chia-
 vorando sulla propria immagine, addentrando la           mati a scegliere se e come mettere in gioco. Ci
 riflessione su come ciascuno si vede, evidenzian-        siamo poi interrogati su come gli altri (la nostra
 do pregi e difetti, e concentrandoci poi su come         famiglia, i nostri amici, gli adulti che ci circonda-
 ci vedono gli altri. Infine, partendo dalla lettura      no) ci vedono e abbiamo affrontato il tema
 del Vangelo, siamo arrivati a capire come ci vede        dell’accettazione di sé e dell’autostima. Gli ulti-
 il Signore e quanto ci ama per quello che siamo.         mi incontri, con uno sguardo al Natale ormai vi-
 Gli ultimi incontri si sono poi concentrati sulla                                          cino, sono stati
 lettura dei brani di Vangelo in preparazione alla                                          dedicati alla pre-
 sacra rappresentazione del presepe vivente: so-                                            parazione del Pre-
 no state assegnate le parti e chiesto a ciascuno                                           sepe Vivente: do-
 di immedesimarsi nella scena, immaginando di                                               po aver letto e
 rivivere quei momenti e quelle emozioni che i                                              commentato         il
 personaggi hanno vissuto concretamente.                                                    brano di Vangelo
                                                                                            corrispondente
 SECONDA MEDIA                                                                              alle scene, abbia-
                                                                                            mo assegnato le
 Le ultime settimane hanno visto i nostri preado-                                           parti e iniziato in-
 lescenti impegnati nella preparazione della Sa-                                            sieme le prove!
 cra rappresentazione del Presepe vivente. A cia-
 scuna classe sono state assegnate alcune scene
 e da lì si è iniziato a lavorare. Gli incontri del ve-
                                                          Natale nelle nostre Chiese
 nerdì si sono rinnovati di volta in volta e parten-
 do dalla lettura del Vangelo, del brano da cui è
 stata tratta la scena da mettere in atto, siamo          Un grazie particolare a chi, con passione e gene-
 giunti delle parti da recitare. Sono state assegna-      rosità, ha addob-
 te i ruoli ed iniziato le prove! A ciascuno è stato      bato le nostre
 chiesto di vivere cercando di provare ad imme-           Chiese per questo
 desimarsi in quell’uomo o in quella donna che è          Natale e ha realiz-
 stata a “tu per tu” con Gesù. Ma cosa avranno            zato i presepi. La
 mai provato? E per noi oggi: Gesù che nasce tro-         scala è stato il sim-
 va ancora spazio nelle nostre vite? Noi con que-         bolo che ha unito i
 sto gesto prepariamo il cuore!                           due altari di Ma-
                                                          gnago e Bienate,
 TERZA MEDIA                                              simbolo della di-
                                                          scesa di Dio tra
 Nei primi mesi di questo Anno Pastorale, con i           noi, ma anche invi-
 ragazzi di terza media ci siamo addentrati in una        to a salire verso la
 riflessione su chi siamo: esseri unici ed irripetibi-    santità per noi!

   8
Maria, regina del cielo e della terra
Maria, Regina del cielo e della terra
di Don Marco

P       apa Francesco parla spesso di Maria nelle
        sue catechesi e, nel solco della Dottrina
        Cattolica (cfr. Catechismo Chiesa Cattolica
n° 971-972), ha recentemente affermato che
Maria, la Madre di Dio, è l’“Odigitria”,
                                                      Cristo è la Corona di Spine.
                                                      Pio XI ribadisce: “Ai sudditi di questo Regno,
                                                      Gesù, Re dell’Universo, richiede non solo l’ani-
                                                      mo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terre-
                                                      ne, la mitezza dei costumi, la fame e la sete della
ovvero colei che indica la Via per giungere           giustizia, ma anche che essi rinneghino sé stessi
a Cristo suo Figlio.                                  e prendano la propria croce”.
Maria è sempre in relazione e in funzione a           Tale Regno troverà compimento alla fine dei
Gesù, è rivolta a Lui ed è la sua prima Discepola.    tempi, alla seconda venuta di Cristo nella Gloria.
Ella non è da considerarsi un’altra dea e non è       Gesù ha esercitato la propria regalità nel farsi
co-redentrice con il Figlio ma intercede per noi      servo, donando sé stesso con un amore incondi-
presso il Figlio.                                                           zionato che lo ha portato a
Tutti i misteri collegati alla                                              mettersi all’ultimo posto.
Vergine Maria sono quindi da                                                Egli non ha mai cercato
legare strettamente a Gesù:                                                 successo, popolarità, onore
Madre di Dio; Verginità perpe-                                              terreno ma solo la Gloria
tua; Immacolata concezione;                                                 di Dio.
Assunzione in cielo di Maria.                                               Se quindi è corretto dire
Anche il titolo “Maria Regina                                               che Gesù è “Re”, Maria sua
del cielo e della terra” è da leg-                                          Madre la possiamo lecita-
gere in stretta correlazione con                                            mente chiamare “Regina”.
la Regalità di Gesù suo Figlio.                                             Nell’usare questo termine
Tale titolo mariano è stato fissa-                                          dobbiamo però stare molto
to nella Lettera Enciclica di Papa                                          attenti a non attribuire a
Pio XII nel 1954 “Ad Caeli Regi-                                            Maria come a Gesù tutti
nam”. In essa il Papa ribadisce                                             quegli attributi e quelle ca-
con forza che è possibile defini-                                           ratteristiche tipiche dei so-
re Maria Regina in quanto ma-                                               vrani terreni. Gesù questo
dre di Gesù, Re dell’Universo.                                              non l’ha mai voluto, anzi lo
Per comprendere quindi il sen-                                              ha sempre rifiutato. In mo-
so del titolo “Maria Regina del                                             do particolare occorre vigi-
Cielo e della Terra” occorre cercare di capire co-    lare attentamene nell’usare i Simboli Regali ter-
sa possa voler dire che Gesù è Re dell’Universo.      reni (Corona, Scettro). I Simboli rimandano a dei
Gesù nella sua esperienza terrena è stato indica-     significati ed educano, formano il pensiero delle
to più volte con l’appellativo di “Re” e davanti a    persone. Se quindi un simbolo oggi non è più
Pilato afferma: “Tu lo dici, io sono Re” (Gv 18).     evocativo di quanto quel segno vuole trasmette-
Quindi Cristo è realmente “Re”.                       re ma conduce ad un errore è meglio non usar-
La regalità di Gesù non è però da intendersi con      lo. Non è una questione di “tradizioni umane”
le categorie terrene di “regno”. Gesù è Re di un      ma di rispetto della “Tradizione”, ovvero del vero
Regno Spirituale, contrapposto a quello di Sata-      legame con l’insegnamento di Cristo.
na (Pio XI), dove non c’è violenza e contrapposi-     La Chiesa oggi ha bisogno di ribadire e di rinsal-
zione. Il Trono di Cristo è la Croce da cui ha giu-   dare questo legame e recuperare la “radicalità
dicato il mondo salvandolo e la Corona regale di      evangelica” proposta e vissuta da Gesù.
                                                                                                      9
Maria, regina del cielo e della terra
San Giovanni Bosco
Un Padre ed un maestro della gioventù
di Enrica, Federica, Maddalena e Mara

 S      i celebra il 31 gennaio, giorno della Sua
        morte, nel 1888 a Torino, della Sua
        canonizzazione nel 1934.
 Lo stesso giorno, nel 1988, Giovanni Paolo II lo
 dichiarò «padre e maestro della gioventù» per la
                                                       servire la messa.
                                                       Don Bosco gli fece
                                                       recitare un’Ave Maria
                                                       e lo invitò a tornare
                                                       da lui con i suoi amici.
 sua pedagogia che si basa su tre pilastri: religio-   Nacque così il primo
 ne, ragione e amorevolezza, per formare buoni         Oratorio. Iniziò a
 cristiani e onesti cittadini.                         lavorare con gli orfani
 Don Bosco insegnava che “l’educazione è una           che vagavano per le
 questione di cuore” e Papa Francesco lo ricorda       strade di Torino: li
 così: Don Bosco portatore sano di Gioia …             istruiva, insegnava a leggere e a scrivere, li aiuta-
 la Gioia del Vangelo.                                 va a trovare un lavoro, dando così vita
 Nacque in una famiglia contadina ai Becchi,           all’Ordine dei Salesiani.
 una frazione di Castelnuovo d’Asti, il 16 agosto      E’ nota la profonda amicizia che legò Don Bosco
 1815. Dopo la perdita prematura del padre a soli      a Domenico Savio. L’incontro tra i due santi
 due anni, a nove anni, un sogno Gli rivelò la         avvenne nel cortile della casetta dei Becchi il 2
 chiamata di Dio al sacerdozio: si trovava in          ottobre 1854. Si parlarono a lungo, poi
 mezzo a dei ragazzi che bestemmiavano e litiga-       Domenico domandò: “Allora, che pensa di me?
 vano tra loro e gli si presentò davanti un uomo       Mi porterà a Torino per studiare?”. Don Bosco,
 dal volto luminosissimo: «Io sono il Figlio di        sapendo che la mamma del Savio era una sarta,
 Colei che tua madre ti insegnò a salutare tre         rispose: “Mi pare che in te ci sia della buona
 volte al giorno» e aggiunse: «Non con le              stoffa… può servire a fare un bell’abito da
 percosse, ma con la mansuetudine e con la             regalare al Signore”.
 carità dovrai guadagnare questi tuoi amici.           Il 24 giugno 1955, cadeva l’onomastico di Don
 Mettiti dunque immediatamente a fare loro             Bosco e questi, scherzosamente, aveva chiesto
 un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla     ai suoi ragazzi – per “pagare la festa” – di
 preziosità della virtù».                              indicare, su un biglietto, quale regalo
 Nel 1841 fu ordinato sacerdote a Torino, dove,        desiderassero da lui. Domenico Savio scrisse:
 nella chiesa di san Francesco d’Assisi l’8            “Che mi aiuti a farmi santo”.
 dicembre di quello stesso anno, cominciò il suo       Don Bosco gli indicò la “ricetta” giusta per la
 apostolato facendo amicizia con un giovane            santità: allegria, osservare i doveri di studio e di
 muratore, Bartolomeo Garelli, che era stato           preghiera, far del bene agli altri.
 maltrattato dal sacrista perché non sapeva            E questa ricetta vale anche per tutti noi ...

Le parole della fede: “La Gioia”

P       apa Francesco ci ha ricordato che la Gioia
        del cristiano non si compra al mercato ma
        è un dono dello Spirito Santo definendo
«la gioia cristiana» come «il respiro del cristia-
no», perché «un cristiano che non è gioioso nel
                                                        dal Signore Gesù.
                                                       Allora domandiamoci: com’è il mio cuore? E’ in
                                                       pace? E’ gioioso? E’ in consolazione?
                                                       Essere uomo e donna di gioia significa essere
                                                       uomo e donna di pace, significa essere uomo e
cuore non è un buon cristiano».                        donna di consolazione: che lo Spirito Santo
E il primo scalino della Gioia è la Pace che viene     ci dia questo (Omelia 28.5.2018).
  10
E’ tempo di… Resilienza
Un aiuto a vivere questo tempo dalla Comunità Pastorale di Appiano
di Marco

U         na parola inflazionata è “resilienza”. Il
          senso tecnico di assorbire colpi, di recu-
          pero, di elasticità, ha in realtà origine
marinare e indica la capacità di risalire su una
barca rovesciata. Gesù che dorme mentre è in
                                                       dal capire chi e come sono le persone con me.
                                                       Le relazioni non sono solo scuola di bordo,
                                                       ma laboratorio di prova della direzione
                                                       delle mie intenzioni.
                                                        Gli apostoli chiedono a Gesù: ma ti interessa
barca sul lago di Tiberiade non suggerisce un          davvero di noi?
menefreghismo rassegnato, ma l’equilibrio              Se credo nella meta, tutti saranno compagni di
realista della tranquilla consapevolezza di chi        viaggio, preziosi alleati che mi completano, a cui
conosce il mare, se stesso, la barca, i compagni e     essere grato, in una parità che si fa comprensio-
riconosce l'infinito sia sopra nel cielo che sotto     ne e condivisione. Se invece faccio di me stesso
negli abissi. Quando il mare della vita è calmo, è     il punto di partenza e la meta, gli altri saranno
facile sguazzarci, pescare                                                         sempre e solo mozzi
soddisfatti e contemplar-                                                          che mi devono obbe-
ne la bellezza. Quando                                                             dire, salvagenti che
emergono scogli ina-                                                               devono affogare per
spettati tra maree in col-                                                         tenere a galla me, ac-
lera. Quando il vento è                                                            cessori del mio viag-
avverso e le tempeste                                                              gio, delle mie condi-
emotive fanno paura.                                                               zioni o esigenze: devo-
Quando imbarcazioni più                                                            no farmi star bene,
possenti sono in rotta di                                                          devono capirmi, devo-
collisione, non importa                                                            no venire da me. E
quanto si è lontani dalla                                                          quello che faccio io è
riva di partenza o vicini al porto di arrivo, ma       tutta e solo preziosa concessione.
conta la consapevolezza per non affogare in            Forse avrebbero da chiedermi: ma ti interessa
balia di correnti avverse o venti contrari.            davvero di noi? E così io mi illuderò di essere un
Non puoi disinnescare le onde, non puoi cam-           grande navigatore, ma non farò altro che
biare il meteo, ma hai il potere di decidere           galleggiare, girando attorno ad una boa.
come affrontare la complessità. L'equilibrio           L'equilibrio realista della tranquilla consapevo-
realista della tranquilla consapevolezza di Gesù       lezza di Gesù ci riconsegna oggi ad un mare
Viene dall'avere talmente ben chiaro il tragitto       incerto. Con la coscienza di un orizzonte infinito
da saper modificare la rotta in base agli              che mi interpella attraverso sia i compagni di
imprevisti, calcolando però le riserve di forze, di    avventura, sia le avversità; con la coscienza che
carburante e di viveri, perché quando il vento         è inutile lottare contro le onde emotive, ciò
cambia, devo cambiare qualcosa anche io. Viene         che serve è la resilienza, la prontezza di
dal capire quando bisogna gettare l'ancora e           risalire a bordo; con la coscienza di mettere
fermarsi accettando gli sballottamenti finché          in discussione la rotta, tenendo ferma la meta
passano le intemperie. Viene dall'abilità di           e flessibile il timone; con la coscienza che
tenere il timone della vita in modo leggero, fles-     “il pessimista si lamenta del vento, l'ottimista
sibile paziente. Viene dalla consapevolezza che        aspetta che cambi, ma il realista, come Gesù,
non si può imbarcare tutto, altrimenti si affonda      aggiusta le vele” (William Arthur Ward).
per il peso della troppa zavorra. •Viene infine
                                                                                                      11
Un ponte lascia passare le persone, un ponte collega i modi
di pensare… Perché l’ultimo che passa vale come il primo
di Simonetta

I    l 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino:
     un efficiente sistema di sbarramento, che dal
     1961 (anno di inizio costruzione) divideva in
due il centro della città e di fatto separava
concittadini e parenti. Nulla aveva insegnato un
                                                       vita delle persone, dividendo a volte villaggi e co-
                                                       munità palestinesi. Quando nel 2015 si è scatena-
                                                       ta la crisi migratori, dalla Grecia alla Polonia, dal
                                                       Baltico alla Spagna "africana", le barriere ai confi-
                                                       ni Ue corrono per circa 1000 km. Una barriera sul
conflitto mondiale durato 6 anni, con 60 milioni       confine Ungheria – Serbia con 175 km di filo spi-
di morti; combattere e morire per un unico ideale      nato alto 4 metri. La Turchia è separata dalla Bul-
non aveva suscitato il desiderio di rinnegare ogni     garia con un muro di filo spinato lungo 176 km e
forma di divisione.                                    dalla Grecia con una barriera di 40 km. La situa-
Tra il ’61 e l’89 più di 5000 persone cercarono di     zione dei migranti al confine tra Bielorussia e Po-
scavalcare il Muro, oltre 3000 furono detenute         lonia è drammatica. Numerose famiglie con bam-
per averci provato, e secondo i registri dell’epoca    bini e altre persone vulnerabili sono bloccate alla
circa 140 persone furono uccise. Finalmente            frontiera, che ogni giorno tentano di superare,
dopo ben 28 anni, i tedeschi dell’Ovest poterono       ma vengono spesso respinti in maniera violenta
accogliere a braccia aperte i concittadini dell’Est.   da parte delle forze di polizia.
Tuttavia, da quel momento ad oggi le barriere          «Il rispetto delle persone e dei diritti umani, spe-
fisiche già esistenti tra Stati o comunità non         cialmente nel continente che non manca di
hanno avuto lo stesso destino. La distruzione di       promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre
quel simbolo di divisione non ha fermato il            salvaguardato; la dignità di ciascuno dovrebbe es-
moltiplicarsi di muri, per controllare e               sere anteposta a tutto» ha affermato il Papa
disincentivare l’immigrazione. Al confine tra          durante il suo ultimo viaggio a Lesbo «È triste
Messico e Stati Uniti si erge una barriera diviso-     sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fon-
ria, la cui costruzione iniziò nel 1990 che supera i   di comuni per costruire muri, per costruire fili
1100 chilometri, per contrastare il crescente          spinati. Certo, si comprendono timori e
flusso migratorio, in                                                              insicurezze, difficoltà e
gran parte di latinoa-                                                             pericoli. Si avvertono
mericani verso gli Stati                                                           stanchezza e frustrazio-
Uniti che cercano di                                                               ne, acuite dalle crisi
realizzare il "sogno                                                               economica e pandemi-
americano". L’ufficio                                                              ca, ma non è alzando
protezione frontiera                                                               barriere che si risolvono
Usa dichiara che tra il                                                            i problemi e si migliora
2019 e il 30 settembre                                                             la convivenza. È invece
del 2021 sono stati in-                                                            unendo le forze per
tercettati circa 977mila                                                           prendersi cura degli
immigrati, ma ne sono                                                              altri secondo le reali
morti circa 2000.                                                                  possibilità di ciascuno e
Stesso destino è toccato alla Cisgiordania. Nella      nel rispetto della legalità, sempre mettendo al
primavera del 2002, il governo israeliano decide       primo posto il valore insopprimibile della vita di
di costruire un muro lungo la linea di confine. La     ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona.
barriera è stata costruita quasi interamente sulle     Alimentiamo la speranza con la forza dei gesti
terre palestinesi e ha un impatto molto forte sulla    anziché sperare in gesti di forza».
   12
Le lenzuola di don Checchi
di Ileana & Luca

       per un debito di riconoscenza e gratitudine     eredità, oltre alle opere, la fede nel Signore e la

É     che guardiamo alle persone del passato
      che hanno testimoniato come la vita
vissuta in Cristo, pur nelle difficoltà, è buona e
                                                       fiducia nella positività della vita. Questo è il
                                                       motivo per cui abbiamo intitolato a don
                                                       Francesco Checchi il nostro Centro Culturale,
ricca di bellezza. Don Francesco Checchi è una di      desiderando imparare da lui la passione per
queste persone.                                        l’uomo e l testimonianza dell’amore di Dio per
Nato a Gallarate il 24 settembre 1875 e                noi. A dare nuovo entusiasmo alla nostra
consacrato sacerdote l’8 maggio 1899, don Fran-        presenza in paese è successo un fatto: una nipo-
cesco Checchi diventa parroco di Magnago nel           te di don Checchi ci ha fatto sapere che un sa-
1913 fino al 1957. Sono anni in cui comincia la        cerdote milanese donava al nostro Centro
trasformazione del lavoro agricolo con l’uso di        Culturale le lenzuola in cui aveva dormito il
macchine e nascono le prime fabbriche: la              cardinal Schuster il 6 giugno 1939. Nel corso del-
Chiesa si coinvolge, accompagnando le persone          la visita pastorale in cui aveva inaugurato la cap-
con fede e intelligenza a promuovere la cultura        pella del parco Treccani a Magnago, il cardinale
della solidarietà e della fraternità. Nascono così,    si era fermato nella casa Parrocchiale, ospite del
in molti paesi della nostra zona, le leghe coope-      parroco don Checchi. Le lenzuola, giunte a noi
rative, le casse rurali, le società di mutuo           smacchiate, recavano delle macchie di sangue
soccorso, le scuole e gli asili. In particolare a      del Beato Cardinal Schuster dovute alle ferite
Magnago don Checchi fonda la società di Mutuo          causate dal cilicio che era solito indossare.
Soccorso che acquista merci e prodotti per             Le lenzuola sono ora conservate nella teca posta
l’agricoltura a buon prezzo, ottiene lotti di terre-   nella cappella del Crocifisso a destra dell’altare
no e case popolari da affittare ai soci, promuove      maggiore della nostra Chiesa, segno di una
una educazione morale e intellettuale.                 storia che ci sostiene e chiede alla nostra re-
Don Checchi costituisce anche la “Società              sponsabilità di continuare.
anonima di San Michele e San
Gaetano per la trebbiatura del
grano”, attraverso la quale i ma-
gnaghesi       acquistano      una
trebbiatrice e uno svettatoio con
maggiore resa della produzione
e risparmio di tempo.
Intanto     don     Checchi      dà
avvio alla ristrutturazione e
all’ampliamento della chiesa
parrocchiale, alla costruzione del
nuovo campanile, all’acquisto
dell’area da adibire a oratorio.
Alla fine della prima guerra
mondiale fa costruire una
cappella all’interno del cimitero
per onorare i caduti.
La sua iniziativa ha lasciato in
                                                                                                      13
Il tuo volto, Signore, io cerco (Sal 27, 8)
di Lorenza

D         io si è fatto carne e la carne è diventata
          realmente abitazione di Dio, la cui gloria
          rifulge nel volto umano di Cristo.
(Benedetto XVI)
L’umano desiderio di vedere il volto di Dio «Ecco
                                                       piccola e fine in modo che non ci sia alcun riferi-
                                                       mento alle passioni umane: «sulle tue labbra è
                                                       diffusa la grazia» (Sal 45,3). Gli occhi sono aperti,
                                                       grandi e accentuati dall’arcata sopraccigliare: lo
                                                       sguardo è ciò verso cui converge tutta l’immagi-
la generazione che lo cerca, che cerca il tuo          ne, è solenne e accogliente.
volto, Dio di Giacobbe» (Sal 24, 6) – si realizza in   Le icone ci osservano, ma non ci fissano. A secon-
Gesù: «Chi ha visto me, ha visto il Padre»             da di come noi veniamo guardati, poi noi guardia-
(Gv 14, 9). Infatti «Dio, nessuno lo ha                                mo: si crea così un dialogo tra il
mai visto: il Figlio unigenito, che è                                       soggetto rappresentato con
Dio ed è nel seno del Padre, è                                                 chi lo guarda.
lui che lo ha rivelato» (Gv                                                       Su una base verde salvia
1,18).                                                                              sono stati fatti degli
Nel volto di Gesù, il più                                                             schiarimenti con gial-
bello tra i figli dell’uomo                                                            lo e bianco e sono
(Sal 45,3), possiamo am-                                                                state date delle ve-
mirare la bellezza del                                                                  lature con un mix di
volto di Dio; le icone so-                                                              giallo, verde e rosso,
no quindi memoria della                                                                 per la barba e i ca-
vicinanza di Dio.                                                                       pelli sono state date
Le immagini di riferi-                                                                  delle velature di
mento dell’icona donata                                                                 marrone e fatti degli
come benvenuto a don                                                                    schiarimenti: queste
Alessandro dalla Parroc-                                                                fasi sono state ripe-
chia di Magnago sono                                                                    tute più volte dimi-
tre: l’icona a encausto di                                                              nuendo l’ampiezza
Gesù Pantocratore (VI                                                                   delle zone chiare.
sec.) e un affresco absi-                                                               Sono state ripassate
dale di Cristo Pantocra-                                                                le grafie (linee degli
tore nel Monastero di                                                                   occhi, naso, capelli,
Santa Caterina sul Mon-                                                                 ecc.).
te Sinai; un affresco di                                                                Vi sono dei tratti lu-
Gesù della chiesa della                                                                 minosi posti sulle
Dormizione nella città-                                                                 parti in rilievo, cioè
monastero rupestre di Vardzia, Georgia (XII sec.).     zigomi, naso, fronte e capelli, perché le persone
Nel IV secolo inizia a diffondersi l’immagine di       rappresentate nelle icone sono già immerse nella
Cristo così come la conosciamo: volto ovale, ca-       luce divina e gloriosa: possiamo così contemplare
pelli lunghi con la scriminatura al centro e barba.    il ricordo del volto trasfigurato di Cristo, lo splen-
Il viso è frontale, ma non simmetrico perché           dore del volto di Dio che ci salva per la sua mise-
leggermente voltato: il movimento, anche se mi-        ricordia (cfr. Sal 31,17) e ci benedice.
nimo, fa sì che l’immagine non risulti statica. Il     Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
naso lungo e fine sottolinea la nobiltà. La bocca è    e ti faccia grazia. (Nm 6, 25)
   14
Encanto
Il sessantesimo lungometraggio della Disney
di Enrica, Federica, Maddalena e Mara
         Quale super-potere hai per gli Altri?           spettatore. Si tratta di una ragazzina, a suo mo-
   Perché pensare che se non abbiamo nulla di            do, diversa, perché normale in una famiglia di
          speciale, siamo dei buoni a nulla?             talenti speciali. In realtà, come si scoprirà, di ta-

 Q         uesto bellissi-
           mo film, per
           grandi e picci-
 ni, ha un’ambienta-
                                                                                      lenti ne ha parecchi.
                                                                                      Ha un amore sconfina-
                                                                                      to per tutti i suoi pa-
                                                                                      renti, per i quali è
 zione sudamericana,                                                                  pronta a fare i salti
 calda, colorata, coin-                                                               mortali. Inoltre, non si
 volgente. Nel villaggio                                                              scoraggia mai, anche
 di Encanto, Maribel,                                                                 quando tutti le dicono
 una ragazza occhialu-                                                                di farsi da parte.
 ta (gli occhiali di Mari-                                                            Ma, proprio perché
 bel hanno anche un significato simbolico ben            emarginata, può vedere ciò che gli altri non vo-
 preciso: rappresentano la sua empatia e la sua          gliono vedere o non hanno il coraggio di guarda-
 capacità di osservare le cose da una prospettiva        re. Per lei la cosa più importante non è andare
 diversa) e dal carattere spigliato, si trova a convi-   alla ricerca di magici doni, ma, preservare i suoi
 vere con una famiglia originale: i Madrigal, tutti      famigliari e il suo villaggio. E per questo è pronta
 veri e propri “talenti”. Ognuno di loro, grazie ad      a sacrificarsi in prima persona. Che dire, forse
 una casa e ad una candela dai poteri magici, da         sono proprio gli “scarti” (come direbbe papa
 bambino riceve un talento: Luisa ha una super-          Francesco), coloro che nessuno vuole avere tra i
 forza, Antonio sa trasformarsi in qualsiasi altra       piedi, che spesso portano dentro di sé i veri ta-
 persona, la splendida Isabel fa piovere fiori a co-     lenti. Sono i “piccoli”, quelli pronti a vedere la
 mando, e così via. Tutto meraviglioso, tranne           realtà così com’è, pronti ad accettarla e quindi
 che per la povera Maribel, che non ha mai rice-         ad affrontarla, costi quel che costi, avendo
 vuto nessun talento. Non per questo si dà per           però come scopo non se stessi, ma l’Amore
 vinta, anzi! Fa di tutto per aiutare ma, ogni suo       e soltanto l’Amore!
 tentativo si trasforma in un colossale pasticcio.       Maribel è la prima a notare e ad avere il corag-
 La nonna Alma, Abuela, sembra non poterla               gio di affrontare le crepe che si insinuano nella
 sopportare più ed anche il resto della famiglia         magia di famiglia, incarnata da un’abitazione in-
 inizia a guardarla con fastidio. Ma sarà proprio la     cantata dove gli spazi si moltiplicano e
 poco “dotata” Maribel ad avere un ruolo crucia-         cambiano secondo le necessità e le prerogative
 le nella salvezza della magia che governa la casa,      dei suoi abitanti.
 nonché, dei suoi magici abitanti, che da qualche        Riflessioni importanti che vengono trasmesse in
 tempo sembrano fare un po’ cilecca, anche se            una confezione impeccabile, capace di mescola-
 nessuno, tranne lei, sembra volersene accorge-          re momenti di pura comicità con altri di dramma
 re. Con l’aiuto dello zio, “tio” Bruno, si imbar-       vero e profondo, come quello di nonna Alma,
 cherà in un’avventura che la porterà a scoprire e       una matriarca autorevole segnata dal dolore,
 a risolvere molti misteri. Questo piccolo capola-       che solo alla fine saprà recuperare il senso del
 voro animato si è meritato il Golden Globe come         dono ricevuto tanti anni prima, grazie a Maribel.
 Miglior film di animazione. I personaggi, ognuno        Una riflessione su tutte: e se seguissi il mio
 a suo modo, sono simpatici e divertenti. Ma, di         cuore non temendo alcun errore?
 certo, è Maribel a catturare l’attenzione dello                                                          15
Anagrafe

                      Magnago                                             Bienate
Luca Veronica                09/01/2022               Scaramuzzino Maya              16/01/2022

                     Magnago                                               Bienate
Limiti Felice               02/01/2022                      Brunini Gianfranco             22/12/2021
Malvestiti Piero            05/01/2022                      Ottolina Emilio                30/12/2021
Famiglietti Vera            11/01/2022                      Ottolina Maria Giovanna        15/01/2022

                             COMUNITA' PASTORALE MAGNAGO E BIENATE
                   Parrocchia S. Michele Arcangelo - Parrocchia S. Bartolomeo Apostolo
                                            Orari SS. Messe
                        MAGNAGO                                         BIENATE
        Lunedì                  ore 08.00                Lunedì               ore 08.45
       Martedì                  ore 08.00               Martedì               ore 08.45
       Mercoledì          ore 08.00 e ore 20.30        Mercoledì              ore 08.45
        Giovedì                 ore 08.00               Giovedì         ore 08.45 e ore 20.30
        Venerdi                 ore 08.00               Venerdi               ore 08.45
        Sabato                  ore 18.30                Sabato               ore 17.30
              Domenica ore 08.30 - 10.30                        Domenica ore 08.30 - 10.30
       17.30 (dalla I° domenica di Avvento a Pasqua) 18.30 (dalla domenica dopo Pasqua a Cristo Re)
                                              Orari Confessioni
                    MAGNAGO                                               BIENATE
           Giovedì dalle ore 08.30 alle 9.30                Giovedì dalle ore 21 .00 alle 22.00
          (durante l'adorazione eucaristica)                 (durante l'adorazione eucaristica)
         Sabato             ore 15.30 alle 18.00           Sabato            ore 15.30 alle 17.00
                                     Orari segreteria Parrocchiali:
    Parrocchia San Michele - Magnago: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00, Piazza Pio IX° 3
   Parrocchia San Bartolomeo - Bienate: mercoledì e venerdì dalle 9.15 alle 11.30, Piazza Castelli 2
                                                  Contatti
                          Piazza Pio IX, 1 - Tel. 0331.658262 - Cell. 333.3919589
                     e-mail: sanmichael@libero.it ; parrocchiadibienate@gmail.com
           Don Marco - Parroco : cell. 347.4125160 - e-mail: donmarcobasilico@gmail.com
              Don Alessandro - Vicario: cell. 348.7701416 - e-mail: donale79@hotmail.it
                          Per sostenere i bisogni della nostra Parrocchia:
                      Magnago                                              Bienate
               Cod. Fisc. : 9300280158                            Cod. Fisc. : 86002110152
       Iban: IT24T0306909606100000016506                   Iban: IT67I0306909606100000016492
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