Magazine Dicembre 2020 - IB Magazine - Dicembre 2020 - INCANTO BLU

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IB Magazine – Dicembre 2020

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                                                   Dicembre 2020

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IncantoBlu ASD – Via F. Filzi 4/c Collegno (TO)
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 IncantoBlu
 Magazine
  EDITORIALE

  SSI -Scuba Schools International
  Dalla parte della subacquea

  DIVENTARE UN PROFESSIONISTA SSI
  Nasce Professional Diving by IncantoBlu

  LE INIZIATIVE DI INCANTOBLU
  Gli eventi in live streaming di IncantoBlu

  PAROLA AGLI ASSOCIATI
  Gabry&Armando, Marco, Laura e Andrea

  MARE NOSTRUM                                                  Foto di Ezio Tavella
  AMP di Bergeggi

  L’ANGOLO DELLA PESCA SUB E APNEA
  La pesca in tana

  L’INQUINAMENTO MARINO, CAUSE ED
  EFFETTI…CHE FARE?
  Articolo pubblicato su “ocean4future.org”

  ATTREZZATURA
  La muta stagna

IncantoBlu asd
Via F. Filzi 4/c – Collegno (TO)
www.incantoblu.it - info@incantoblu.it

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Editoriale

Siamo nuovamente in lock down. Dopo aver passato una primavera
in casa, la pandemia ci obbliga ad una nuova battuta d’arresto. La
pandemia ha cambiato e sta cambiando le nostre abitudini, il modo
in cui si fanno certe cose e questo è altresì vero nel mondo della
subacquea. Non potendo andare al mare, andare in piscina,
incontrarci in aula, tutti noi abbiamo cercato di continuare a parlare
di subacquea attraverso numerose iniziative on line, webinar e corsi
in live streaming, nuove modalità di comunicazioni che rimarranno nelle nostre abitudini
anche quando tutto questo finirà.
Poi ad inizio giugno quando si è tornati ad una “quasi normalità” la subacquea ha cercato
di ripartire e tra mille difficoltà e diffidenze, ci siamo riusciti grazie alla tenacia e alla
resilienza dei tanti operatori del settore! In particolare i Centri SSI hanno dimostrato una
grande reattività facendo registrare importanti risultati nel periodo estivo.

Ma la pandemia non demorde ed eccoci di nuovo costretti ad uno stop: a inizio novembre
tutto si è nuovamente fermato. Niente piscina, niente mare, niente incontri in aula! Cosa
fare? Abbandonare tutto o continuare a crederci? Noi di IncantoBlu abbiamo deciso di
crederci e vogliamo continuare a parlare di subacquea! Così abbiamo prontamente
confezionato alcuni interessanti appuntamenti in live streaming tra novembre e gennaio,
ed altre iniziative, come il presente Magazine.

A questo punto non ci resta che sperare che gli associati di IncantoBlu possano
apprezzare i nostri sforzi e assicurare il loro appoggio e la loro partecipazione alle varie
iniziative…Be Happpy…DIVE!

Buona lettura!

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SSI – Scuba Schools International
Dalla parte della subacquea
Il 2020 sicuramente non è stato un anno facile anche per la
subacquea; il covid è stato un ostacolo allo sviluppo del settore
a livello mondiale. SSI anche in questo caso si è dimostrata molta
attenta alle esigenze e tendenze del mercato, lanciando due
importanti iniziative.

“WE WANT YOU!”
WE WANT YOU è la nuova promozione SSI rivolta a tutti i professionisti scuba e freediving
di altre didattiche (solo professionisti degli attuali membri RSTC e / o agenzie di

         WE WANT YOU

       UNISCITI AL NETWORK PROFESSIONALE SSI

formazione certificate ISO) al fine di incrementare il numero di istruttori SSI a livello
mondiale in modo da poter coprire l'elevata richiesta di professionisti da parte dei Resort
SSI. La promozione WE WANT YOU consiste in un kit professionale crossover GRATUITO!

I centri Diving SSI sono senz’altro i migliori luoghi da cui ricevere consigli e gli istruttori
potranno consigliare al meglio l’allievo che vuole affacciarsi al mondo professionale per
quanto riguarda i tempi e l’esperienza necessaria. Il mio consiglio è quello di accrescere
la propria esperienza senza troppa fretta: come spesso ci sentiamo dire, non è il
raggiungimento dell’obiettivo la cosa più importante, ma soprattutto il percorso. Esso
dev’essere un piacere e deve appassionare. Prima di partecipare al Virtual Crossover, tutti
i candidati devono completare i materiali Digitali Crossover e sostenere l'Esame finale
online. Una volta completato, si programmeranno le sessioni video teoriche e sulle
competenze e la formazione in acqua. Quest’offerta è proposta anche da Professional
Diving by IncantoBlu.
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SICURI COME A CASA
Migliora la tua attrezzatura subacquea personale per includere non solo un set di
maschera, boccaglio e pinne, ma un tuo erogatore e una tua muta ti darannola possibilità

di essere pronto per qualsiasi avventura subacquea. Acquistare adesso ha più senso che
mai. Sebbene i centri di immersione seguano rigide linee guida per la disinfezione, non è
possibile garantire la sicurezza al 100% a meno che non si utilizzi la propria attrezzatura.
Con una maschera, un boccaglio e un erogatore personali, non dovrai mai preoccuparti
di chi ha toccato l'attrezzatura prima di te. Lo stesso vale quando si indossa una muta.
Investire in una muta non solo garantirà la tua sicurezza igienica, ma molto
probabilmente si adatterà e la sentirai meglio rispetto a quellache hai noleggiato. La
verità è che possedere la tua attrezzatura è più sicuro che noleggiarla.
Poiché non c'è mai stato un momento migliore per possedere l'attrezzatura subacquea
personale, SSI offre un kit GRATUITO di Equipment Techniques per un minimo importo di
attrezzatura Mares acquistato fino alla fine del 01/2021. In questo programma, impari
come fare manutenzione e conservare il tuo Sistema Totale d'Immersione, al fine di
garantire una maggior e miglior durata.

SICURI COME A CASA è una promozione offerta da IncantoBlu asd, Training Center SSI,
ed AcquaMarina, negozio specializzato nella vendita e assistenza attrezzatura subacquea
in Torino.

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Diventare un PROFESSIONISTA SSI
Nasce Professional Diving by IncantoBlu (a cura di Stefano Benna)
IncantoBlu asd si occupa di formazione subacquea ricreativa da oltre 15 nel territorio
torinese. A partire dal novembre 2019 Stefano Benna è diventato un Instructor Trainer
SSI, il livello professionale SSI più alto in
ambito ricreativo. Ciò significa che è
possibile erogare la quasi totalità di corsi
professionali SSI.

Si è quindi deciso di creare Professional Diving by IncantoBlu (www.professionaldiving.
it) come divisione di IncantoBlu asd che si occupa esclusivamente di formazione
professionale SSI. Il nostro obiettivo è di garantire un elevato livello di professionalità
nell’offerta formativa ed un servizio personalizzato se richiesto.

Si parte con il Dive Guide, il primo livello PRO che certifica la guida subacquea ossia colui
che può condurre in immersione subacquei certificati, per passare all’Assistant Instructor,
una figura molto importante dato che ha importanti autonomie di insegnamento oltre
che assistente dell’istruttore. Il corso Instructor Training Course (ITC) prepara i candidati
istruttori all’Instructor Examination (IE) il cui superamento certifica l’Open Water
Instructor che può insegnare numerosi corsi ricreativi. La formazione professionale SSI
offerta da Professional Diving by IncantoBlu continua con numerose Instructor Specialty
fino all’Assistant Instructor Trainer (AIT), il livello che permette di formare gli A.I. e di
assistere il Trainer durante gli ITC.

Diventare un PRO SSI per molti significa realizzare un sogno, un desiderio, per altri
un’opportunità lavorativa. Infatti l’enorme sviluppo mondiale di SSI ha creato a livello
internazionale una grande richiesta di professionisti nei numerosi Centri SSI, offerte di
lavoro spesso non coperte da un’adeguata presenza di istruttori.

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Le iniziative di IncantoBlu in live streaming
Ci risiamo! Dopo la primavera 2020 passata in lock down, siamo nuovamente costretti al
“coprifuoco”, ad evitare qualsiasi situazione di aggregazione tra le persone, proprio una
delle principali caratteristiche della nostra attività. Ma noi di IncantoBlu siamo un gruppo

e come tale vogliamo mantenere il nostro spirito di aggregazione anche in questo
momento attraverso alcune iniziative in live streaming.
Si inizia con il workshop di Biologia Marina per Subacquei nel mese di novembre
abbinato con il corso di Specialità SSI Marine Ecology. L’amico Ero Tarantino ci guida in 3
immersioni virtuali alla scoperta di curiosità del mondo sommerso in tre ambienti diversi:
entro i 18 metri, oltre i 18 metri, nelle immersioni notturne.
Dicembre sarà la volta del workshop Squalo Balena ed i Grandi Filtratori degli Oceani
condotto da Ginevra Boldrocchi, biologa e ricercatrice. Dal 2016 Ginevra svolge una
ricerca sugli squali balena di Djibuti che ogni dicembre si ritrovano in queste acque ricche
di nutrimento. Tre incontri per conoscere meglio il gigante buono degli Oceani ed i
pericoli a cui è soggetto.
A gennaio riproponiamo il bellissimo corso Shark Human Interaction condotto da
Fabrizio Gioelli. “Non esistono squali pericolosi, ma solo situazioni pericolose”, questo è
il punto di partenza attorno al quale si svilupperà il corso sulle relazioni tra uomo e squalo
tra finti miti e nuove realtà.
Tutti gli eventi saranno prenotabili direttamente on line nell’area
riservata di www.incantoblu.it

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                              Parola agli associati
                              4 storie di 4 amici di IncantoBlu

                                                      I VECI DI INCANTOBLU!
   Gabriella & Armando
                                                      Vi voglio raccontare l’esperienza
                                                      mia e di Armando nel grande e
                                                      magnifico gruppo di IncantoBlu.

                                                       Abbiamo iniziato la nostra attività
                                                       subacquea non più giovanissimi ma
                                                       ci ha da subito molto appassionato e
                                                       come per altre attività ci piace avere
                                                       le nostre attrezzature personali.
Quindi, abbiamo iniziato la ricerca di un negozio che ci desse delle informazioni
dettagliate ed é così che conosciamo Stefano, a gennaio 2015 , quando siamo andati nel
suo negozio Acquamarina.
Con lui ci siamo trovati subito molto bene: é una persona molto preparata, professionale,
non ti considera un Cliente ma da subito un amico e con i suoi consigli, a volte anche
contro i suoi interessi, abbiamo acquistato tutto ciò che ci serviva per completare il nostro
equipaggiamento subacqueo.

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Ci ha anche raccontato di avere un circolo subacqueo IncantoBlu e ci ha illustrato su come
si svolgevano le attività, i corsi ma soprattutto come organizzava le uscite al mare e viaggi
in località per noi magnifiche.
Noi arrivavamo da un’altra didattica dove, finito i corsi, avremmo dovuto organizzarci noi
da soli le uscite al mare per continuare questa attività che ci stava molto appassionando.
Quindi quale migliore occasione di questa di entrare a far parte di questo gruppo? Ci
siamo subito iscritti !!!!
L’accoglienza riservata a qualsiasi persona ne entri a far parte é eccezionale: ti sembra di
entrare in una grande famiglia allargata, tanta gentilezza, tanta cordialità, dare una mano
a tutti per metterti a proprio agio ma soprattutto una grande passione per il mare e la
subacquea che ti contagia.
Abbiamo stretto subito una grande amicizia con Nadia, moglie di Stefano, con gli istruttori
Salvo, Pino, Sergio, Eraldo e con quelli che lo sono diventati successivamente Ugo, Luca e
Nico e naturalmente con TUTTI gli amici di INCANTOBLU che sono tantissimi.
La nostra prima immersione con loro è stata l’8 marzo 2015 come ci ricorda sempre il
nostro amico Marco Mao, la prima di circa 300 fatte tra il Parco Marino di Portofino,
Bergeggi, isola della Gallinara ed altre fatte nelle numerose vacanze, per citarne qualcuna
Maldive, Sudan, Egitto, Nosy Be Madagascar organizzate con questo bellissimo e
numeroso gruppo.
Stefano è un grande trascinatore: ti trasmette la sua grande passione per il mare e per la
subacquea e ti invoglia a migliorarti e prendere ulteriori brevetti: notare che noi ci
eravamo iscritti per prendere solamente il brevetto Deep perché volevamo vedere il
relitto della Haven.
Quindi anche noi ci siamo fatti coinvolgere, con nostra grande soddisfazione, ed abbiamo
continuato il nostro percorso nella Società diventando Rescue e successivamente Dive
Master.
Ricordiamo con molto piacere che insieme a noi nel corso c’erano anche Giusy, Ivan, Roby
e Mario
Quest’ultimo brevetto ci ha dato l’opportunità di dare un aiuto agli istruttori durante i
corsi dei nuovi allievi e quindi la possibilità di fare amicizia con sempre nuove persone.
Visto che, come detto prima, ci siamo avvicinati a questa attività non più giovanissimi,
siamo stati benevolmente soprannominati “i veci” e con questo vogliamo ringraziare i
tantissimi amici che in questi anni hanno condiviso delle bellissime esperienze con noi.

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UNA PASSIONE NATA PER CASO
Il mio approccio alla subacquea nasce molto casualmente; un collega, stufo di passare la
giornata al ristorante ad aspettare che le figlie Marco Ferrari Cupilli
facciano le immersioni, decide di partecipare ad una M
sessione di prova in piscina e mi chiede di andare con
lui. Naturalmente lui tira il pacco e non si presenta;
ormai in ballo, decido comunque di provare.
Entusiasta della prova decido di partecipare al primo
corso Open disponibile.
Poche settimane dopo il corso inizia. Prove pratiche
in piscina, lezioni teoriche in aula e finalmente ad
aprile 2018 la prima uscita a Bergeggi.
Sfortunatamente il tempo non ci assiste e ci troviamo
tutti al ristorante. Ma l’avventura è solo posticipata,
la settimana dopo ci riproviamo e dopo la sessione
da riva (ricordo ancora le “colorite espressioni” usate
al momento di cercare di uscire dall’acqua!) e la
prima immersione da gommone, grazie agli
insegnamenti di Luca ed Ugo, siamo brevettati.
Da quel momento è scattata ancor di più la molla
della passione e, grazie allo staff di IncantoBlu e al
gruppo affiatato con cui ho iniziato, ho proseguito la mia carriera subacquea.
Sono iniziate le immersioni al Parco Marino di Portofino, i weekend lunghi in Francia e,
dopo le prime fatiche iniziali, è iniziato anche il puro divertimento. Che non è limitato alle
sole immersioni ma anche alle piacevoli giornate trascorse in compagnia di tutti gli amici
di IB.
Intanto proseguo con i corsi, anche se lavorando spesso in trasferta non è semplice.
Comunque, corso dopo corso, e sempre con gli amici con cui ho iniziato sono arrivato al
brevetto Rescue.
Nel mezzo tanti weekend al mare e viaggi. Perso il primo viaggio sul Mar Rosso per
precedenti impegni sportivi (NY Marathon), mi sono poi rifatto con il Madagascar (una F
A V O L A, non vedo l’ora di tornarci) e poi Ustica con Silvia e Claudio.
Spinto dalla passione di Stefano per quest’attività, ho iniziato il corso Dive Master, corso
impegnativo e lungo anche a causa delle restrizioni e limitazioni imposte dalla situazione,
ma che ho finalmente raggiunto.

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Sono sempre stato etichettato come orso (amorevolmente parlando ovviamente) a causa
del mio carattere, ma apprezzo sinceramente lo spirito di gruppo di IB e sono molto
contento di farne parte.

NEL CUORE E NELLA MENTE DI UN SUBACQUEO
‘Il momento in cui sei più vulnerabile, è quando sei in mare. C’è qualcosa nelle onde...ad
un tratto, cominci a scomparire e in un istante sei da tutt’altra parte. Ed è li che provi un
sentimento mai provato prima, un senso di sicurezza e di appartenenza’

Quando ti immergi, Laura Moggio                                        ciò che vedi, ciò che
senti, ciò che odi, è                                                  solo tuo, è riservato
solo a te.
Ti      accompagnano                                                   solo il battito del tuo
cuore e il suono del                                                   tuo respiro. È Un
mondo            diverso,                                              riservato a pochi.
Siamo così piccoli,                                                    immersi sotto metri e
metri d’acqua, che                                                                  dovrebbero
spaventarci,        farci                                              sentire spaesati e in
trappola,         bardati                                              come siamo, legati ad
un’unica      bombola                                                  per sopravvivere ed
invece, dal momento                                                    che il nostro capo
scende sotto il pelo                                                   dell’acqua e gli occhi si
riempiono di blu,                                                      l’unico senso che
sentiamo,               è                                              un’immensa libertà.
Durante       il     mio                                               battesimo del mare,
l’istruttore mi insegnò a svuotare la maschera, dicendomi ‘ti verrà da sorridere, quindi
l’acqua filtrerà dai bordi’. Lì per lì, non capivo, sorridere, per cosa? E poi, mi è stato tutto
chiaro, quanti colori, che neanche immaginavo di poter vedere tutti insieme, mi si sono
parati davanti, quanti variopinti pesci mai visti, gli occhi guizzavano da una parte all’altra
per catturare ogni immagine di quello spettacolo, di quell’immenso acquario chiamato
mare...ed è li che l’acqua mi è arrivata agli occhi, stavo sorridendo, eccome se lo stavo
facendo!
Ma l’emozione, mi ha fatto dimenticare di essere una persona e non un pesce, che io in
realtà lì non ci sarei dovuta stare, eppure, mi sentivo così a mio agio. Un senso di
appartenenza, calma, riflessione interiore, un senso di pace assoluta. Una bolla solo mia
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e di chi si immerge insieme a me. La subacquea è un insieme di emozioni imparagonabili,
niente ti fa sentire allo stesso modo sulla terra ferma, ti senti fortunato ed onorato di
poter assistere allo scorrere della vita Marina, come ne facessi davvero parte, come se
l’acqua fosse il tuo elemento.
Solo i subacquei tra loro riescono a comprendere questi sentimenti, perché di ciò si tratta,
di sentimenti, come l’amore per lo sport che facciamo, la passione che ci mettiamo, il
rispetto per l’ambiente, la determinazione nel difendere i nostri mari e gli animali che li
abitano.
La subacquea unisce. La subacquea insegna. La subacquea responsabilizza. La subacquea
ti libera.
La subacquea è vita

CIAO, MI CHIAMO ANDREA
Fin da bambino avevo la passione per il mare e le sue
curiose profondità. Andavo in ferie coi genitori ed ero
il loro tormento: quando entravo in acqua, loro
vedevano spuntare dall’acqua solo le pinne, perché
la mia testa era immersa, intenta a scrutare il
fondale.
Crescendo avevo la curiosità di fare immersione e
seguire qualche corso, ma non ho mai concretizzato.
Sono passati ormai diversi anni da quei tempi, ma la
voglia di scoprire cosa si cela sotto quella sottilissima Andrea Chiera
linea del pelo dell’acqua rimane intensa. Quella linea cosìM fine che nasconde un mondo
meraviglioso ed adrenalinico. Quando la testa è fuori dall’acqua c’è un mondo, quando ti
immergi cambia tutto; ti ritrovi in una realtà unica e stupenda che solo i tuoi compagni di
immersione possono comprendere e condividere. Vige un codice di rispetto, perché sei
l’ospite di un luogo magico e devi rispettare delle regole che gli istruttori ti insegnano con
passione.
Grazie al preparato staff di IncantoBlu ho potuto realizzare il mio sogno d’infanzia.

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  A.M.P. Bergeggi
L'isola di Bergeggi è situata a breve distanza dalla costa della riviera ligure di ponente, in
prossimità dell’omonimo Comune ed al traverso della Punta del Maiolo, a circa 10 km a
Sud-Ovest di Savona. Si tratta di un piccolo cono di roccia che si erge sul mare fino a 53
metri di altezza, ricoperto di macchia mediterranea e fronteggiato da una costa
movimentata da grotte ed insenature, con calette sabbiose e falesie a picco su un mare
cristallino, nei cui fondali il coralligeno si alterna con estese praterie di Posidonia. In
questo contesto di alto valore naturalistico e paesaggistico, che si distingue per la varietà
degli scenari e delle specie animali e vegetali presenti, sin dal 1985 è stata costituita la
riserva naturale regionale di Bergeggi, che comprende l’isola più un’area a terra per
complessivi otto ettari. Inoltre ben tre aree dello stesso territorio, tra cui la stessa isola
di Bergeggi, il tratto di costa prospiciente ed i fondali circostanti, sono stati scelti dalla
Regione Liguria e dal Ministero dell'Ambiente come
Siti di Interesse Comunitario (SIC).

L’Area marina protetta Isola di Bergeggi è stata
istituita nel 2007, affidandone la gestione
all’omonimo Comune. Ha un’estensione di 215 ettari
e comprende sia le acque che circondano l’isola, sia il
tratto di mare che giunge sino alle coste di Punta del
Maiolo e di Punta Predani.

L'AMP Isola di Bergeggi è suddivisa in tre zone: la zona
A di riserva integrale, nella quale sono consentite le

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attività di soccorso, sorveglianza e servizio, la ricerca scientifica autorizzata, le immersioni
subacquee guidate e quelle autorizzate; due zone B di riserva generale, dove, oltre a
quanto consentito nella zona A, è concessa la balneazione, la navigazione a vela, a remi
e alle imbarcazioni a motore (fatta eccezione per le moto d'acqua) a velocità non
superiore a cinque nodi. Sono altresì consentiti l'ormeggio in zone autorizzate, la pesca
artigianale, la pesca sportiva, e l'accesso alla Grotta di Bergeggi; la zona C di riserva
parziale in cui sono consentite ulteriori attività: la navigazione (ad eccezione delle moto
d'acqua) a velocità non superiore a dieci nodi e l'ancoraggio in apposite aree autorizzate.

                                   Le IMMERSIONI all’isola

IL PIFFERAIO
Siamo sul lato di ponente dell’isola quello più protetto da vento e mare mosso. Qui il
fondale non va oltre i 16/17 metri per un’immersione in assoluta tranquillità. La boa che
segnala il punto d’immersione si trova all’estremità di un istmo sommerso che punta
verso il mare aperto: iniziando l’immersione dal corpo morto ci troviamo attorno ai 17
metri per conquistare velocemente una parete che percorriamo tenendola sulla nostra
sinistra. Diversi anfratti e spaccature sono il luogo ideale per le tane di numerose murene,
polpli e crostacei mentre nel blu nuvole di castagnole e bughe creano un ambiente molto
piacevole. dopo circa 10 minuti di navigazione la parete piega verso il mare aperto con
un grosso scoglio che circumnavighiamo. In questa zona è facile incontrare il sarago
fasciato di dimensioni considerevoli. Torniamo indietro tenendo la parete sulla destra ad

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una profondità media compresa tra i 12 ed i 15 metri fino a raggiungere la parte superiore
dell’istmo che porta diretto alla catena. Siamo attorno al 30/35 esimo minuto di
immesione e se la scorta d’aria ce lo consente possiamo terminare l’immersione
entrando nell’insenatura di levante dell’isola percorrendo un piccolo canyon tra i 10 ed i
5 metri dove è facile incontrare una famiglia di corvine e alcune piccole cernie. Usciti dal
canyon ci troviamo su un fondale pietroso sui 5 metri dove finiamo l’immersione dopo la
soste di sicurezza.

CANALONE E FRANATA
Siamo sul lato levante dell’isola,
quella più soggetta alle correnti che
spingono verso il mare aperto. La boa
di ormeggio è posizionata al centro
dell’isola con il corpo morto adagiato
sui 18 metri, nascondiglio di una
murena stanziale. Da qui iniziamo
l’immersione con parete a destra
portandoci gradualmente sui 26
metri. Incontriamo subito una parete
ricca di parazohantos attorniata da
numerose costagnole. Raggiungiamo
velocemente la parte più profonda del canalone, la zona più ricca di pesce. Qui numerose
piccole cernie, dentici in caccia, murene fuori tana, nuvole di castagnole fanno da cornice
ad un bell’ambiente dove è facile incontrare nel blu verso la superficie un bel gruppo di
barracuda. Continuando l’immersione la parete lascia spazio ad un fondale meno
movimentato e lischio tra i 20 ed i 24 metri ideale per numerose tane per polpi.
Raggiungiamo quindi la franata caratterizzata da alcuni grossi massi che scendono per il
fondo. Torniamo indietro attorno al ventesimo minuto di immersione e tenendo la parete
sulla sinistra saliamo di quota attorno ai 15 metri. Questa è la profondità più ricca di pesce
dove incontriamo gruppi di saraghi vicino alla parete dell’isola. Nei pressi della catena
una statua in ferro onorifica la cernia, simbolo del nostro mare. Possiamo terminare
l’immersione in catena o, meglio, spostarci sulla parete su un fondale liscio ma ricco di
tane di polpo per la nostra sosta di sicurezza.

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L’angolo della pesca sub e apnea (rubrica a cura di Eugenio Liporace)
La pesca in tana: l’importanza dell’attrezzatura

Agli albori della pesca subacquea la tecnica più diffusa era la
pesca in tana. Bastava mettere la testa in un qualunque buco
per vedere moltitudini di saraghi, voli di corvine e cernie. Col
passare degli anni la pesca in tana è stata messa nel
dimenticatoio (se non dagli agonisti) per essere sostituita da
tecniche come l’aspetto, l’agguato. Quando mi dedico a questa
tecnica la scelta della mia attrezzatura segue dei canoni ben
precisi, che ora andremo ad analizzare.
La maschera con cui abbiamo un ottimo feeling va benissimo (non mi dilungo dicendo
quali sono le caratteristiche di una maschera di apnea). Lo snorkel invece deve essere
morbido e flessibile, in caso non lo sfilassimo dal cinghiolo della maschera e facesse
“perno” contro una roccia non deve causare fastidiosi allagamenti della maschera. Per le
pinne e il coltello vale lo stesso discorso della maschera. La muta, poiché opereremo a
stretto contatto con rocce, deve essere molto resistente, una foderata farà al caso nostro.
La zavorra deve essere perfettamente tarata in base alla profondità a cui opereremo,
troppo pesanti rischieremmo di incastrarci nella tana e sbattere continuamente sul
fondo, facendoci sentire dal pesce ancor prima di farci vedere. Di contro, se fossimo
positivi, dovremmo continuamente tenerci alle rocce sul fondo con la torcia che
urterebbe continuamente. La torcia deve avere un fascio di luce potente e concentrato,
un meccanismo di accensione\spegnimento di facile utilizzo. La boa, obbligatoria per
legge, deve poterci permettere di agganciare un raffio, un secondo fucile, un’asta di
emergenza e il cavetto porta pesci. Il fucile, non mi soffermo tra quale sia il migliore se
                                          l’arbalete o il fucile ad aria anche se quest’ultimo
                                          è quello più utilizzato vista la potenza rispetto alla
                                          lunghezza e soprattutto la possibilità del
                                          variatore di potenza., deve essere molto
                                          maneggevole (spesso si faranno dei tiri al volo) e
                                          della lunghezza idonea. Io personalmente utilizzo
                                          tre misure di fucili ad aria, un 58, un 70 e un 90
                                          tutti rigorosamente con variatore di potenza. Il 58
                                          lo utilizzo in tane non troppo ampie, con una
fiocina a 5 punte, il 70 è il polivalente, con fiocina mi permette di sparare a saraghi e

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corvine con l’arpione a cernie, il 90 lo uso in prevalenza sotto i lastroni, con asta tahitiana.
La muta sarà un foderato esterno (siamo a contatto con la roccia per cui una liscia
risulterebbe troppo delicata), dello spessore idoneo alla stagione in cui la usiamo, guanti
e calzari idonei alla temperatura dell’acqua. Io personalmente utilizzo due giacche (da 5
e 7 mm) e due pantaloni (3 e 5 mm) che alterno a seconda del periodo, guanti da 3 e
calzari o da 3 mm o 5 mm.
Nella prossima puntata analizzeremo l’azione di caccia!

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L’inquinamento marino, cause ed effetti … che fare?
Articolo pubblicato su www.ocean4future.org               (a cura di Andrea Mucedola)

                                                 Sul nostro pianeta sono presenti circa
                                                 un miliardo e mezzo di metri cubi di
                                                 acqua di cui il 97 % è costituito
                                                 dall’acqua salata dei mari mentre il
                                                 restante 3 % è l’acqua dolce contenuta
                                                 nei laghi, nei fiumi, nei ghiacciai e nelle
                                                 falde acquifere. Queste acque si
                                                 differenziano      secondo        le      loro
                                                 caratteristiche chimico e fisiche
                                                 (temperatura, colore, densità, torbidità,
                                                 contenuto di sali e gas disciolti,
                                                 elementi chimici presenti nell’acqua e la
                                                 loro composizione) e naturalmente
biologiche (per la presenza di microrganismi). In base alle loro caratteristiche specifiche
esse possono essere idonee all’uso alimentare ed all’impiego nell’agricoltura o
nell’industria. Il loro uso a scopi alimentari è regolato da linee guida che vengono
approvate dal Ministero della Salute, secondo regole nazionali ed europee.
Un avvelenamento costante
I dati sull’inquinamento del pianeta purtroppo mostrano un progressivoFoto    di Paolo Fossati
                                                                           avvelenamento
delle riserve acquifere e del mare. Ultimo, ma solo temporalmente, quello delle micro
fibre, inferiori ad un micron
provenienti dai prodotti plastici che,
sfuggendo ai sistemi di filtraggio,
possono venire ingerite dagli esseri
viventi con conseguenze per la
salute ancora da stabilire.
C’è molto da fare e le soluzioni non
sono sempre così semplici. Vanno
considerati       aspetti    sanitari,
economici e politici che necessitano un’unità di intenti che, fino ad ora, è apparsa solo
nelle dichiarazioni dei Capi di Stato.

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Ma quali sono le cause maggiori dell’inquinamento delle acque?
Quando si affronta il problema dell’inquinamento delle acque ci si riferisce
principalmente alle interazioni antropiche che hanno modificato le caratteristiche
originali di una falda d’acqua o del mare. Esso avviene principalmente a causa degli
scarichi fognari e della acque bianche degli abitati. Non sempre è visibile, come in questa
                                               sconvolgente foto di un fiume indonesiano
                                               (considerato tra i più inquinati del mondo) ma
                                               per la maggior parte delle volte è subdolo e nel
                                               tempo comporta gravi problemi sanitari alle
                                               popolazioni.
                                               Questo può avvenire quando acque inquinate si
                                               riversano, senza un adeguato trattamento di
                                               depurazione e filtrazione, nei fiumi o
                                               direttamente in mare. Può essere causato da
                                               cause accidentali per la rottura di tubature o
 Foto del fiume Citarum, in Indonesia,        condotte di deflusso oppure per cause di natura
 considerato il fiume più inquinato del mondo
                                              criminale. Qualunque sia la causa vedremo che
pur essendo questi eventi tutti punibili dalla legge, spesso sfuggono alla giustizia. In
pratica risulta sempre difficile trovare i colpevoli e chi ne paga le conseguenze sono i
cittadini, spesso ignari delle conseguenze.
Un’altra causa di inquinamento è dovuta a sostanze derivanti dagli scarti o dalla stessa
produzione industriale che vengono disperse nei laghi o nelle condotte di deflusso.
Riversandosi nel terreno, esse filtrano nelle falde e possono ritornare in superficie
attraverso pozzi, canali ed i fiumi prima di raggiungere il mare; le acque contengono una
grande carica inquinante, altamente nociva per la salute, ed il loro impatto sull’ambiente
è complesso, duraturo e non sempre prevedibile.
Non ultima causa di inquinamento è quella derivante dall’uso massivo di fertilizzanti e
pesticidi che, penetrando nel terreno delle colture, contaminano le falde acquifere
sottostanti che alimentano i pozzi impiegati per t’innaffiamelo delle culture o l’uso
domestico. E’ ormai noto che alcune di queste sostanze chimiche sono particolarmente
pericolose per la salute dell’uomo e per la sopravvivenza di numerose specie animali. Ad
esempio, metalli pesanti (cromo, mercurio) e cloruri, se assimilati attraverso la catena
alimentare, possono causare nell’uomo l’insorgenza di tumori.
A queste cause va aggiunto l’inquinamento antropico diretto derivante dalla cattiva
gestione dei rifiuti solidi e dalla ineducazione civica di molti. Ancora si assistono a roghi
di rifiuti i cui fumi producono diossine che, penetrando nel terreno, lo avvelenano. Anche
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queste sostanze possono arrivare al mare incrementando gli inquinanti e minando gli
ecosistemi.
                                                          Questa foto fu scattata il 13
                                                          dicembre 2011 e mostra una donna
                                                          che raccoglie un campione dell’acqua
                                                          rossa inquinata che scorre da una
                                                          fogna nel fiume Jian a Luoyang, nella
                                                          provincia cinese di Henan. La causa
                                                          dell’inquinamento del fiume, che
                                                          assunse un carattere apocalittico, fu
                                                          il versamento nella rete di tubature
                                                          dell’acqua della città di un colorante
                                                          da parte di due officine illegali,
                                                          (fonte il Luoyang Municipal
                                                          Environmental Bureau 14 dicembre
                                                          2011) Le autorità intervennero
                                                          immediatamente per chiudere le
                                                          officine. FOTO AFP

Versamenti chimici più o meno accidentali (se non colposi) possono avvenire anche nei
fiumi (come nel 2017 in Brasile) ed a volte regalano colorazioni delle acque come in
questa foto scattata lungo le rive di un fiume cinese a seguito del versamento involontario
di un colorante nelle acque. La causa fu dovuta a due fabbriche illegali che riversarono il
liquame in fogna causando conseguenze sanitarie importanti in una grande area
geografica. Purtroppo non è solo quello che si vede che ci deve far preoccupare ma anche
quello che non vediamo.
Arriviamo al mare
Ma l’inquinamento può avvenire anche in alto mare. Forme importanti di marine
pollution sono causate dal versamento più o meno accidentale di idrocarburi;
l’esperienza insegna che questi incidenti, pur avendo un’incidenza statistica minore se
raffrontata a quella terrestre, quando avvengono provocano disastri ecologici gravissimi.
Tra i tanti eventi voglio ricordare il drammatico naufragio della petroliera greca Prestige
che affondò al largo delle coste spagnole nel 2002, portando con se 77.000 tonnellate di
petrolio. Il grave incidente causò una vasta marea nera che colpì una zona costiera

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compresa tra il nord del Portogallo e la Francia, causando un notevole impatto
ambientale sulle coste.
Va sottolineato che sebbene la Prestige, di proprietà greca ma battente bandiera
panamense, avesse perso in mare solo cinque mila delle settantasette mila tonnellate di
“oro nero”, gli effetti sull’ambiente furono comunque devastanti. Sulla superficie del
mare si formò una macchia nera lunga 37 chilometri e larga 200 metri di cui parte si
riversò poi sulle coste. Si stimò che il danno provocato fu di circa 300 milioni di euro di
cui 43 solo per la pulizia delle coste, 200 per i crediti agevolati e 50 di indennizzo ai sette
mila pescatori durante i sei mesi (ottimisticamente previsti) necessari per il ritorno alla
normalità.
Un altro incidente gravissimo avvenne nel Mar Ligure, nel Mar Mediterraneo, da parte
della petroliera Haven. Era il 1991 quando,
presso Arenzano-Voltri (Genova) si verificò
l’affondamento della grande nave
causando il versamento di migliaia di
tonnellate di petrolio in mare. Dopo oltre
vent’anni, l’inquinamento è ancora
palpabile e cinquantamila tonnellate di
greggio risultano ancora disperse sui
fondali. La relazione dell’Icram (Istituto
Centrale di Ricerca sul Mare), consegnato
                                                                               Relitto della HAVEN
al magistrato Luigi Cavadini Lenuzzi fu
chiara:
«Le ispezioni condotte hanno evidenziato che gli idrocarburi versati in mare dalla Haven
hanno colpito in particolare il litorale compreso tra Vesima e Varazze … Sulle spiagge tra
Arenzano e Cogoleto si è rilevata l’infiltrazione di idrocarburi nella sabbia, sino a
profondità superiori a 30 centimetri … Le numerose scogliere, pennelli artificiali e opere
portuali hanno costituito siti di accumulo di residui del greggio versato, solo parzialmente
bonificati».
Ma non sempre sono incidenti
Nella carrellata degli insulti ambientali che purtroppo continuano ad affliggere il nostro
mare dobbiamo menzionare anche quelli intenzionali, ovvero causati dagli sversamenti
volontari ed illegali da parte delle navi mercantili. Si tratta di una pratica illecita, che viene
in genere effettuata nelle ore notturne, dovuta al lavaggio delle cisterne in alto mare da
parte dei mercantili o allo scarico delle loro sentine in navigazione. Tutte azioni criminali

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IB Magazine – Dicembre 2020

che, nonostante il continuo controllo da parte della Guardia Costiera, necessitano una
pronta segnalazione alle Autorità da parte di chi le scopre.
La tecnologia ci aiuta
Per fortuna, i movimenti delle navi mercantili sono oggi costantemente ed
accuratamente monitorati dai mezzi delle forze dell’ordine e, in particolare, dalle Guardie
Costiere, che utilizzano per la sorveglianza navi ed mezzi aerei da ricognizione.
Il controllo del traffico marittimo è oggigiorno facilitato da numerosi sistemi elettronici
di sorveglianza come l’A.I.S., il VMS e dalle sempre più efficienti reti satellitari che saranno
parte, si spera in un quanto più prossimo futuro, di una federazione di sistemi satellitari
per assicurare la sicurezza marittima.
Questi sistemi consentono già oggi la valutazione costante di quella situazione marittima
necessaria per l’ottimizzazione dell’impiego dei sempre troppo limitati mezzi di soccorso
navali ed aerei disponibili. Il traffico mercantile viene seguito, 24 ore su 7 giorni, allo
scopo di intervenire prontamente in caso di emergenza. La sorveglianza consente,
qualora si verifichino situazioni sospette come quelle del travaso illegale di acque di
sentina, di agire prontamente con i mezzi anti inquinamento e procedere legalmente
sulle compagnie di navigazione punendo severamente i colpevoli.
Sebbene le leggi esistano e le pene siano molto severe, il contenzioso non è sempre facile
anche perché il danno in alto mare non può sempre essere valutato pienamente. In
sintesi, si tratta di un lotta senza fine per prevenire e combattere questi fenomeni
criminali che colpiscono l’inconsapevole cittadino, causando ricadute sanitarie ed
economiche importanti. Le forze dell’ordine fanno quello che possono ma si tratta di una
guerra senza frontiere in un mare vasto e difficilmente controllabile a causa della
limitatezza di mezzi a disposizione. Non si tratta quindi di un vuoto normativo ma di una
effettiva carenza di Uomini e Mezzi che necessiterebbe di una maggiore attenzione a
livello politico.
Le leggi ci sono
Recentemente, in Italia, è stata approvata una modifica legislativa che introduce nel
codice penale nuovi delitti contro l’ambiente, nello specifico: l’inquinamento ed il
disastro ambientale, il traffico ed abbandono di materiale ad alta radioattività,
l’impedimento del controllo ed omessa bonifica.
In particolare, il nuovo articolo 452-bis del codice penale, entrato in vigore il 29 maggio
2015, punisce per il reato di inquinamento ambientale, con la reclusione da 2 a 6 anni e
con la multa da 10.000 a 100.000 euro, chiunque abusivamente cagioni una
compromissione o un deterioramento “significativi e misurabili” dello stato preesistente

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IB Magazine – Dicembre 2020

“delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo” o
“di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.
Per questo tipo di reati sono inoltre previste delle aggravanti; se gli eventi lesivi derivati
dal reato siano plurimi, ed a carico di più persone, può essere applicata la pena che
dovrebbe infliggersi per il reato più grave aumentata fino al triplo, fermo restando
tuttavia il limite di 20 anni di reclusione.
Nel caso di disastro ambientale è prevista la reclusione da 5 a 15 anni qualora si abbia
un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti
particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali. Il disastro
ambientale è aggravato se commesso in un’area protetta (ad esempio un parco o un
A.M.P.) o sottoposta a vincolo o in danno di specie animali o vegetali protette.
In sintesi
La legge c’è ed ora bisogna applicarla senza sconti. Le forze dell’ordine, a cui va sempre il
nostro rispetto e gratitudine, devono essere però supportate da un sempre maggiore
senso civico e collaborazione dei cittadini e ricevere il giusto riconoscimento da parte
della classe politica. Non li possiamo lasciare soli. E’ per questo che è molto importante
essere vigili ed informare la Guardia Costiera prontamente di ogni sospetta alterazione o
inquinamento dell’ambiente.
Il futuro oggi come sempre appartiene a noi.

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Attrezzatura – La MUTA STAGNA
Proteggersi dal freddo (a cura di Stefano Benna)

Il freddo in immersione è un fattore di disagio che talvolta rende le immersioni non
gradevoli e sicure. Il nostro mare è temperato, ciò significa che la sua temperatura è
variabile durante l’anno (dai 12 gradi dei mesi invernali ai 27/28 gradi dei mesi estivi nella
parte superficiale) a causa della diversa quantità e intesità dell’irragiamento solare. Ma
anche in piena estate quando fuori fa molto caldo e lo strato superficiale del mare è caldo,
scendendo in profondità è frequente incontrare degli “sbalzi di temperatura” chiamati
termoclini. A seconda delle zone geografiche, i termoclini sono più o meno evidenti (in
Italia nei bacini del nord sono più presenti che non in quelli del sud). Ogni volta che si
pianifica un’immersione è quindi indispensabile conoscere la temperatura più bassa che
si incontrerà per valutare correttamente la muta da utilizzare.
Sul mercato esistono diversi modelli di mute stagne.
La prima importante distinzione è il materiale con cui la muta stagna può essere fatta: i
due principali gruppi sono MUTE STAGNE IN NEOPRENE, MUTE STAGNE IN TRILAMINATO.

                   MUTA STAGNA IN NEOPRENE
                   Neoprene PRECOMPRESSO
                   Spessore 4mm
                   Circolazione aria interna ridotta
                   Collo e polsi in neoprene o lattice
                   Con o senza calzare rigido

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IB Magazine – Dicembre 2020

                   MUTA STAGNA IN TRILAMINATO
                   TRILAMINATO (materiale multistrato realizzato tramite
                   sovrapposizione di fogli di tessuto di nylon e gomma butilica)
                   Isolante e non termico
                   Peso differente (a seconda del materiale utilizzato)
                   Vestizione autonoma (nel caso delle mute con tronco telescopico)

Quindi nella scelta della propria muta è necessario tenere in considerazioni diversi fattori,
partendo dall’obiettivo principale: NON AVERE PIU’ FREDDO IN IMMERSIONE! Ogni
subacqueo deve valutare i seguenti aspetti, consapevole che l’investimento durerà nel
tempo:
   • proprie caratteristiche fisiche
   • tipologia di immersioni che si fanno e/o si intende fare
   • piacere e gusto personale
   • disponibilità economiche

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IB Magazine – Dicembre 2020

   AcquaMarina propone mute
    stagne sia in neoprene che in
 trilaminato. In particolare le mute
  stagne in neoprene della Mares
    mentre le mute in trilaminato
  dell’azienda olandese Procean e               Via Fabio Filzi 4/c – Collegno (TO)
           della Scubapro.                          www.acquamarinashop.it
                                                    info@acquamarinashop.it

                                     Corso di specialità MUTA STAGNA SSI
                                     Questo corso ti fornirà le abilità e le conoscenze necessarie
                                     per immergerti in sicurezza e nel massimo confort usando
                                     una muta stagna. Imparerai i requisiti speciali per
                                     l'immersione in muta stagna, come usare la tua nuova
                                     attrezzatura, i vantaggi della muta stagna e come gestire le
                                     situazioni di emergenza che sono specifiche dell’immersione
con la stagna. Riceverai il brevetto di specialità SSI Dry Suit Diving dopo aver completato questo
corso.
Età minima per partecipare: 12
Prerequisiti per la certificazione: Open Water Diver
Ore raccomandate: 10/12
Numero di sessioni in piscina/acque confinate: 1 obbligatoria
Numero immersioni in acqua libera: 2 obbligatorie
Numero di immersioni in acque libere: 2
Massima profondità: 30 m (12-14 anni: 18 m)

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