Lilli Gruber a Caffeina parla di Islam - TusciaTimes
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This page was exported from - TusciaTimes.eu (.it) Export date: Mon May 18 8:32:44 2020 / +0000 GMT Lilli Gruber a Caffeina parla di Islam di MARIA ANTONIETTA GERMANO - VITERBO ? Ieri sera Lilli Gruber è arrivata in piazza San Lorenzo non come la donna glamour che tutti conoscono in tv, ma come la giornalista, semplice, diretta e schietta, esperta di politica estera che da anni segue importanti avvenimenti da territori coinvolti da conflitti. La scrittrice e giornalista accolta dal collega Giovanni Masotti, direttore di Caffeina Polis, è salita sul palco di Caffeina per analizzare ancora una volta i temi che preoccupano l'Europa: terrorismo, Islam, immigrazione. L'Islam è tra noi ed è qui per restare. Tutto scritto nel suo ultimo libro ?Prigionieri dell'Islam? (Rizzoli). Giovanni Masotti parte diretto sull'argomento e, dopo una breve introduzione, chiede: ?Se si parla di un'Europa che si chiude, siamo fuori strada. Cosa una società libera e laica deve tentare di fare di fronte all'islamismo? Lilli Gruber (foto MAG) La risposta non si fa attendere. Lilli (la chiamiamo per nome perché la conosciamo e ammiriamo da sempre, ndr) prende il microfono, con il quale si sente a proprio agio, e parte come un treno spiegando con le giuste pause, il suo pensiero. ?Ho scritto altre volte di mussulmani di Paesi arabi e di donne e di Islam, ho viaggiato molto in quei paesi e mi sono confrontata spesso con la loro religione. Questa volta ho pensato che fosse arrivato il momento di fare un viaggio nell'Islam italiano e contemporaneamente di ricordare le ultime principali tappe della tormentata terra mediorientale. Come siamo arrivati fino a questo punto? Il titolo del mio libro è molto provocatorio: Prigionieri dell'Islam ed ha un duplice significato. Prigionieri dell'Islam credo che lo siamo noi perché siamo prigionieri della nostra ignoranza, dei nostri pregiudizi. Conosciamo poco le stesse realtà musulmane che vivono in Italia. E ?Prigionieri dell'Islam? sono loro, perché prigionieri di una interpretazione molto oscurantista e retrograda del loro testo sacro, il Corano. ?E questo crea dei grandi problemi a loro e anche a noi nel nostro confronto con loro nel momento in cui vengono nelle nostre Output as PDF file has been powered by [ Universal Post Manager ] plugin from www.ProfProjects.com | Page 1/4 |
This page was exported from - TusciaTimes.eu (.it) Export date: Mon May 18 8:32:44 2020 / +0000 GMT società aperte, si creano momenti di frattura e momenti di incomprensione spesso anche molto gravi. ?E io credo che siccome l'islam è qui tra noi, e in Europa. per restare (nel libro cita alcuni dati statistici: saranno circa 30 milioni nel giro di qualche decennio in Europa), quindi anche numericamente aumenteranno. Tantissimi profughi vengono da terre islamiche (Siria, Iraq, Afghanistan). E' bene che cominciamo a prepararci un po' tutti, noi e anche loro. Per chiarirci le idee: per noi quali sono i valori non negoziabili? E loro, su quale tipo di pacifica convivenza intendono mettere in pratica quando arrivano nei nostri paesi e nelle nostre società democratiche? ?E questo è molto più complesso di quanto non si possa pensare. Prima di venire qui mi sono informata con alcuni viterbesi: avete una comunità musulmana forte? Mi è stato risposto che l'immigrazione è formata da albanesi, rumeni, polacchi e pochi musulmani, qualche marocchino. Mentre in altre città italiane l'immigrazione musulmana è stata molto forte in questi anni e in questi ultimi mesi. ?Quando io parlo nel libro di trappola mortale (immigrazione, islam, terrorismo), è perché noi colleghiamo il terrorismo all'islam, e rischiamo di restare vittime di un corto circuito pericolosissimo, perché i musulmani nel mondo sono oltre un miliardo, e la stragrande maggioranza è contro il terrorismo, che colpisce soprattutto loro. Tantissimi dei migranti sono musulmani e fuggono da guerre molto spesso provocate da noi dell'Occidente. ?La questione è più complicata di come sembra. Io credo che l'immigrazione, vedi il Brexit in Gran Bretagna, (campagna in favore dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea) l'hanno fatto soprattutto spingendo il tasto dell'immigrazione. La parola immigrazione ormai decide anche da noi l'esito di una consultazione elettorale. ?Essendo un tema così sensibile e manipolabile, come in Gran Bretagna dove i numeri sono stati gonfiati e manipolati da una classe politica, secondo me, irresponsabile. E spesso anche da noi la classe politica è irresponsabile, allora cerchiamo noi cittadini di essere più responsabili e cerchiamo di prepararci a questo mondo nuovo al quale già stiamo dentro, cercando di conoscerci meglio. ?Io so che l'unisca strada per una pacifica convivenza e crescita, è l'integrazione. E per integrarsi bisogna non avere paura uno dell'altro, bisogna riconoscersi, conoscersi. E credo che questa sia l'unica strada che noi possiamo percorrere ma avendo ben chiaro quali sono per noi i valori non negoziabili. ?Non sono buonista, anzi io ho molto chiaro che cosa dovremo difendere a spada tratta. Un accento forte che troverete nel libro è quello riferito al rispetto dei diritti delle donne. Ogni società misura il proprio tasso di democraticità dal grado di rispetto dei diritti delle donne. Da lì dobbiamo tornare e da lì dobbiamo ripartire. E questa vale anche per l'Islam. Niente buonismo ma idee chiare e confronto. Oggi è quello di cui abbiamo bisogno avendo in mente i fatti, i dati non le emozioni, le reazioni pancia?. Applausi sinceri. Altra domanda. Masotti, che conosce bene la Gran Bretagna dove ha vissuto per molti anni, chiede: ?L'ex Premier Tony Blair concesse agli islamici tribunali civili separati, così che centinaia di migliaia di sentenze che riguardavano la materia familiare venivano decise da quelli della sharia. Alcune comunità islamiche vogliono continuare a vivere come se vivessero ancora nei loro paesi e con le loro leggi. Questo sarebbe un ostacolo? Risposta di Lilli: ?Sono contraria ai tribunali della sharia e contraria a modello di società multietnica britannica. Voi sapete che in Europa ci sono due grandi modelli di integrazioni degli immigranti: quello francese che è il modello dell'assimilazione (i valori dello Stato laico) e chi arriva in Francia si adatta. Mentre invece la Gran Bretagna ha adottato il modello del multiculturalismo. Credo che oggi ci sia bisogno di un ripensamento su entrambi i fronti, tra i due, mi piace di più quello francese perché credo profondamente nello stato laico. ?Credo che intanto ci voglia tempo. Ed è lì che temo l'inserirsi di conflittualità di difficile gestione. Dici che quelli che vengono da noi non vogliono cambiare. Non credo che i modelli e le situazioni siano così rigide. In realtà quando due diversi si incontrano, Output as PDF file has been powered by [ Universal Post Manager ] plugin from www.ProfProjects.com | Page 2/4 |
This page was exported from - TusciaTimes.eu (.it) Export date: Mon May 18 8:32:44 2020 / +0000 GMT prima o poi si contaminano. E' vero però che da parte loro c'è una forte resistenza al cambiamento e all'adattamento alle nostre regole e alle nostre usanze. I musulmani vengono da regioni o paesi in guerra da tanti anni o da zone rurali dove vige un patriarcato come esisteva da noi fino a qualche decennio fa. Il salto che devono fare è un'impresa più complicata. Se crediamo nei nostri valori dobbiamo farli rispettare e far capire che noi ci siamo battuti per secoli per arrivare ad avere delle democrazie mature. Siamo stati in grado di costruire, nel corso di tanti decenni, un'impalcatura che garantisce il rispetto dei diritti umani, dei diritti delle donne, delle nostre costituzioni che sono costituzioni laiche che rendono i nostri paesi civili. ?A Roma, in un centro di culto islamico, ho letto un libretto scritto da un sapiente esaudita e distribuito in tutta Europa, dal titolo ?La dignità della donna nell'Islam?; libretto dell'orrore, con citazioni del Corano dove le tesi vengono direttamente dalla parola del Profeta, dove sono sostenute delle tesi assurde: le donne che non ubbidiscono possono essere battute, non ci deve essere promiscuità sui luoghi del lavoro, né stessi diritti sull'eredità, cose retrograde che esistono nell'interpretazione più retriva ed oscurantista del Corano. Mi sono ribellata, perché questo non esiste nella religione dell'Islam. Ed è chiaro che ci sono scuole diverse nell'interpretazione delle religioni monoteiste. Il testo sacro è stato scritto tanti secolo fa e quindi va adattato alle esigenze del mondo che cambia. Su questo fronte abbiamo qualche problema con tanti musulmani. Penso che sia un punto di frizione anche molto pericoloso, dove ci vuole una capacità di mediazione, ma in alcune cose penso si debba mediare molto poco?. A questo punto in piazza San Leonardo passa il Vescovo Lino Fumagalli, l'attraversa, si avvia verso la Diocesi, saluta, si prende gli applausi dei cittadini, ma non si ferma. Lilli Gruber commenta: ?Sarebbe stato interessante un dibattito con un rappresentante della chiesa cattolica?. Poi, sorride divertita, e riprende il discorso interrotto: ?Non è così chiaro che cosa dobbiamo difendere con le unghie e con i denti. Essendo l'Islam una religione così prescrittiva, che dà indicazioni di comportamento in tutti gli ambiti anche più privati e personali e religiosi, più visibili nel nostro spazio pubblico (dibattito sul velo, velo integrale). Pensate quanto è difficile trovare un compromesso sull'abbigliamento. In Francia hanno dovuto varare delle leggi per proibire nelle scuole pubbliche i simboli religiosi. Per le donne musulmane il fazzoletto in testa è invece un segno di rispetto. ?Ma dov'è lo stop? Le nuove generazioni sono più flessibili e si integrano con più facilità, ma per gli immigrati, che arrivano da zone disastrate e hanno patito decenni di guerre, diventa un elemento identitario fortissimo e noi con questo ci scontriamo spesso. Ce l'abbiamo noi una identità così forte da contrappore intorno alla parola valori, da vendere al diverso che viene a vivere nel nostro Paese? Spesso ho qualche dubbio. Se per i nostri giovani il valore è quello di avere l'ultimo modello del telefonino, non credo che andremo molto lontano?. Applausi. Domanda di Masotti: ?Gli aspiranti leader della destra populista parlano di un'Europa indebolita e presto sopraffatta dagli immigrati. Poi ci sono le moschee che chiedono di costruire. Ma in tanti paesi islamici noi non possiamo costruire le nostre chiese e il principio di reciprocità non diventa un ostacolo? Risposta di Lilli. ?Mi ritengo una cittadina europea, non mi aspettavo un ribaltone così repentino di una parte della nostra realtà europea, il Brexit. La nostra costruzione europea è una casa comune che abbiamo costruito sulle due guerre mondiali, oggi ci sono accenni antieuropeisti. Mi stupisce la spregiudicatezza di alcune forze politiche con l'uso scorretto e disonesto di dati che non hanno nulla a che fare con la realtà. Il tasso di propaganda che c'è oggi nella comunicazione politica è pericolosissimo. Anche nell'informazione giornalistica. Siamo travolti dalla propaganda e questo, inserito in un difficile periodo di crisi economica, diventa un mix esplosivo. Per questo ho cercato di affrontare temi che sono cruciali per le nostre paure, incertezze e anche i pregiudizi vanno riconosciuti. Perché solo quando li conosci siamo in grado di elaborare un anticorpo per non cadere vittima delle propagande. ?Dobbiamo capire che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi e noi oggi viviamo in un mondo complesso. E non possiamo pensare di prendere dal mondo globalizzato solo quello piace a noi. Non credete a chi vi promette soluzioni semplici a problemi complessi, Non esistono?. Applausi fragorosi. Infine dal pubblico si levano dubbi e chiarimenti ai quali Lilli Gruber non si sottrae, anzi spiega con enfasi il suo pensiero e risponde nel modo esaustivo che le è proprio. Riflessioni che tutti vogliono ancora ascoltare. La magnifica e calda serata si conclude con il consueto ?firma copie? e tanti apprezzamenti dalle donne presenti. Output as PDF file has been powered by [ Universal Post Manager ] plugin from www.ProfProjects.com | Page 3/4 |
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