LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE - INDAGINE SUGLI SPAZI E SERVIZI DI AGGREGAZIONE DEDICATI ALLA CREATIVITÀ GIOVANILE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA ...

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     Provincia di Ravenna
    Assessorato alla Cultura

      LE MAPPE DELLA CREATIVITÀ GIOVANILE

 INDAGINE SUGLI SPAZI E SERVIZI DI AGGREGAZIONE DEDICATI
   ALLA CREATIVITÀ GIOVANILE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

                                REPORT DI RICERCA

A cura di Erika Agresti, Annalisa Gambarrota, Doriana Togni, Alessandra Zattoni

                                         soc.coop.ar.l.
                               Via Castellani, 25 – 48018 Faenza (RA)
                                      Tel e Fax: 0546 – 25025
                                   E-mail: info@ricercazione.com
                                       www.ricercazione.com
Presentazione

    Per promuovere efficaci orientamenti nell’ambito delle politiche giovanili del territorio sono
indispensabili informazioni attente e mirate: bisogna innanzitutto conoscere esattamente la “realtà” delle
diverse forme aggregative, culturali e creative che i giovani esprimono sul territorio.
    Considerare i giovani come produttori di cultura non può prescindere dall’analizzare i luoghi in cui è
possibile praticare ed esercitare la creatività. I luoghi in cui emerge l’espressione della creatività sono
spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono diverse funzioni.
    L’osservazione di questi fenomeni legati alla condizione giovanile è, quindi, elemento significativo per
programmare interventi nel medio-lungo periodo e rappresenta un punto di vista privilegiato per chi
intende rivolgersi ai giovani con la consapevolezza che questi costituiscono una risorsa per la società.
    Queste sono le riflessioni che hanno portato alla realizzazione di un progetto sugli spazi e servizi di
aggregazione/incontro dove i giovani si ritrovano per stare insieme e per esprimere le proprie abilità
creative.
    Realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il progetto ha prodotto una ampia
indagine che è stata condotta per la prima volta in modo sistematico su tutto il territorio provinciale ed
ha portato alla realizzazione di diversi materiali informativi.
    Con l’obiettivo di fare conoscere ai giovani l’offerta di opportunità e servizi che possono incontrare
frequentando le strutture di aggregazione giovanili del territorio provinciale, sono state prodotte tre guide
contenenti informazioni agili e sintetiche: la prima presenta i centri giovani, le sale prove, i centri
polivalenti e gli studi di registrazione; la seconda censisce le scuole di musica, i corsi di musica, i gruppi
corali, i corpi bandistici e i gruppi spontanei che operano nella nostra provincia; la terza descrive le
strutture del territorio che i giovani utilizzano per svolgere attività di bricolage, cinema/video,danza,
ballo, fotografia, giochi, graffiti, informatica, letteratura e scrittura creativa, pittura, scultura, teatro,
ecc…
    Il presente rapporto costituisce il resoconto conclusivo dell’attività svolta nel corso dell’indagine e dà
conto dell’ampio lavoro di indagine e di analisi svolto per fare conoscere ed emergere tutta una serie di
opportunità che in modo attivo enti pubblici, associazioni e privati propongono all’utenza giovanile, dando
voce alle opinioni e suggerimenti dei giovani, e definendo nell’insieme per la prima volta il panorama
variegato e interessante dell’universo della creatività giovanile ravennate.
    Auspichiamo che l’intero progetto possa essere uno strumento utile di informazione, nonché di
stimolo e di riflessione per le prossime attività nell’ambito delle politiche per la gioventù.
    Un doveroso ringraziamento, infine, alla Cooperativa Ricercazione di Faenza che ha curato la
realizzazione dell’indagine.

   ll Presidente della Provincia                                                 L’Assessore alla Cultura
       Francesco Giangrandi                                                      Massimo Ricci Maccarini

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Indice

1. Il progetto: le premesse e la metodologia                                 p.    7

2. Le mappe degli spazi                                                      p.   10
  2.1 Lo studio grafico
  2.2 Le strutture e gli spazi
  2.3 Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creatività

3. Le mappe dei significati                                                  p.   26
  3.1 Le osservazioni, i colloqui e le interviste
  3.2 I focus group tematici

4. Le mappe delle relazioni                                                  p.   42
  4.1 Primo focus group – Relazioni, Comunicazione, Territorio
  4.2 Secondo focus group – Il mix di aggregazione e creatività

5. Riflessioni per ripensare gli spazi dedicati alla creatività giovanile:   p.   61
   dalle mappe degli spazi alla rete degli spazi

6. Bibliografia                                                              p    66

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1.      Il progetto: le premesse e la metodologia

Il presente rapporto è il resoconto dell’attività svolta nell’ambito del progetto “Indagine
provinciale sugli spazi e servizi di aggregazione/incontro dedicati alla creatività giovanile”
promosso e finanziato dalla Provincia di Ravenna in collaborazione con la Regione Emilia
Romagna, con l’obiettivo di fare conoscere ai giovani l’offerta di opportunità e servizi che
possono incontrare frequentando le strutture di aggregazione giovanile presenti sul territorio
provinciale e di coinvolgere i giovani in questo progetto.
L’indagine sugli spazi e i servizi di aggregazione e incontro dedicati alla creatività giovanile
realizzata è stata costruita partendo da alcune premesse, frutto di riflessioni e considerazioni
maturate attraverso numerose esperienze di relazione e lavoro con e sui giovani.
Le parole chiave utilizzate sono state: creatività, spazi, partecipazione e territorio.

La creatività
La condizione giovanile è stato interpretata nel passato prevalentemente ponendo maggiore
attenzione al disagio giovanile, alle tematiche dell'esclusione e della conflittualità sociale,
spesso con un atteggiamento pessimistico e negativo nei confronti della cultura giovanile.
Oggi, viene messa in evidenza la necessità di porre attenzione al riconoscimento delle
potenzialità delle nuove generazioni riconoscendo i giovani come risorsa, piuttosto che come
problema, anche nell’ambito culturale: i giovani non sono solo destinatari o consumatori di
cultura, ma soggetti capaci di produrla.
La creatività è quindi un concetto chiave la cui esplorazione risulta particolarmente complessa
per i significati che le esperienze giovanili di creatività racchiudono sia a livello simbolico sia di
azione.
Per questo motivo l’indagine sulle pratiche creative giovanili ha inteso la creatività come:
•    modalità di ricerca e sperimentazione di forme espressive, comunicative e artistiche;
•    produzione culturale ma anche ri-elaborazione di forme, stili e contenuti culturali già
     conosciuti;
•    pratiche creative già codificate in generi definiti (la musica, il teatro, la danza…) ma anche
     sintesi creative e contaminazioni di linguaggi che coinvolgono il corpo, la voce, le vecchie e
     le nuove tecnologie, l’allestimento scenico ed espositivo.

Gli spazi
Considerare i giovani come produttori di cultura non può prescindere dall’analizzare i luoghi in
cui è possibile praticare ed esercitare la creatività. I luoghi in cui emerge l’espressione della
creatività sono spazi fisici che hanno assunto molteplici significati e che svolgono funzioni
diverse che vanno dalla valorizzazione del sé al consolidamento di competenze specifiche, dalla
soddisfazione dei bisogni di socialità, aggregazione e identità alla promozione di iniziative, dalla
diffusione di informazioni a spazi in cui semplicemente passare il tempo libero.

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Riflettere sugli spazi dedicati alla creatività giovanile comporta considerare che:
•   questi luoghi sono definiti “da uno spazio fisico e da uno spazio sociale” ed entrambi
    devono essere tenuti in considerazione per giungere ad una loro piena comprensione;
•   i significati attribuiti a questi spazi dai ragazzi e dalle ragazze sono molteplici, come
    molteplici sono le motivazioni e le caratteristiche dei giovani che li frequentano;
•   l’universo giovanile cambia rapidamente ed è quindi fondamentale adottare una prospettiva
    di analisi in grado di tenere in considerazione e registrare le continue trasformazioni sul
    piano dei bisogni, delle aspettative e delle richieste rispetto agli spazi;
•   in un contesto in cui cambiano continuamente sia gli stimoli e gli interessi che le offerte e le
    risposte istituzionali e non, diventa fondamentale adottare come priorità l’attenzione alla
    diffusione delle informazioni con le modalità e i mezzi più adeguati al pubblico a cui ci si
    rivolge;
•   affinché gli spazi già esistenti siano valorizzati appieno, è indispensabile che questi non
    siano considerati come luoghi chiusi e isolati dagli altri, al contrario, è necessario
    valorizzare tutte le potenzialità e opportunità di collegamento fra questi nell’ottica di una
    rete di spazi presente sul territorio;
•   molti giovani scelgono di elaborare, sperimentare e produrre linguaggi lontano dalle reti
    istituzionali e dalla comunità adulta in una sorta di cornice di invisibilità; anche questi spazi
    svolgono le funzioni sopra elencate e per questo motivo è importante conoscerli e ri-
    conoscerli nell’ottica della costruzione di dialogo e confronto fra realtà diverse.

La partecipazione e il territorio
Considerare i giovani come risorsa implica porre attenzione alle domande soggettive
stimolando la partecipazione e il rapporto con le istituzioni che devono, a loro volta, rendersi in
grado di costruire modalità di relazione e comunicazione nuove sia nei confronti dei giovani sia
nei confronti delle altre istituzioni. È necessario che queste pratiche non restino isolate e
limitate alla durata di un progetto e diventa quindi necessario costruire e promuovere una
cultura sensibile e attenta alla creatività giovanile. È fondamentale cominciare ad avviare
percorsi di costruzione e implementazione di:
•   forme di dialogo e ascolto attivo nei confronti dei giovani. Partire dall’analisi delle domande
    dei ragazzi e delle ragazze può rendere autenticamente efficace la loro partecipazione e il
    loro coinvolgimento seguendo il principio della responsabilità e il metodo dell'integrazione;
•   modalità di relazione e comunicazione fra soggetti istituzionali diversi che valorizzino le
    specificità degli ambiti di relazione e intervento di ognuno e, nello stesso tempo, siano
    ispirate dai principi del lavoro di rete;
•   promozione dell'interazione tra creatività giovanile e territorio, nell’ottica del “distretto
    culturale” in cui alla individuazione e valorizzazione delle vocazioni e delle specificità dei
    singoli territori rispetto alle espressioni creative giovanili si affianca una forte integrazione.

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È proprio quest’ultimo aspetto, la promozione dell’interazione fra la creatività giovanile e il
territorio, che può essere considerato la finalità ultima all’interno della quale si articolano gli
obiettivi specifici del progetto:
•   far conoscere ai giovani le opportunità di spazi e servizi di aggregazione e incontro legati
    alla creatività giovanile presenti nel territorio provinciale;
•   coinvolgere attivamente i giovani nel progetto dando voce alle loro opinioni, suggerimenti e
    proposte connesse alla fruizione degli spazi;
•   valorizzare le collaborazioni in essere con i soggetti istituzionali per garantire una positiva
    ricaduta su tutto il territorio provinciale e per favorire una riflessione generale condivisa e
    propositiva rispetto a future attività di programmazione nell’ambito delle politiche per la
    gioventù.
In relazione agli obiettivi appena illustrati è stata messa a punto una metodologia di indagine
che si fonda sui principi cardine della ricerca azione. Dal punto di vista metodologico si
sottolinea che:
•   la finalità della presente ricerca non è semplicemente quella di descrivere e spiegare ma,
    attraverso l’analisi, “di riattivare la realtà con una finalità di cambiamento”;
•   l’analisi dovrà essere non solo condivisa ma anche individuata e “avvicinata” sia dai ragazzi
    che frequentano i centri, sia dagli altri soggetti coinvolti nel progetto, in particolar modo i
    referenti istituzionali e i committenti; la partecipazione e il coinvolgimento dell’oggetto
    dell’azione di ricerca sono quindi una condizione necessaria;
•   il gruppo di ricerca è stato sensibile e attento a far emergere i bisogni così come sono
    definiti dagli oggetti di indagine ma anche porsi come soggetto attivo nella definizione delle
    relazioni fra i soggetti coinvolti, in altre parole, dovrà tendere a condurli “da un
    atteggiamento di risposta e di adattamento a comportamenti di progetto”;
•   si privilegeranno metodi e tecniche di ricerca funzionali agli obiettivi che ci si pone e che
    lascino spazio alla induzione e alla interpretazione.
Sono stati individuati tre nuclei di azioni - le mappe degli spazi, le mappe dei significati e le
mappe delle relazioni - concepiti come inter-dipendenti l’uno dall’altro e strettamente collegati
fra loro e, solo a fini espositivi, verranno illustrati in maniera approfondita separatamente.

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2.      Le mappe degli spazi

La ricostruzione delle mappe degli spazi costituisce il primo nucleo di azioni ed è stata
realizzata attraverso un monitoraggio su tutto il territorio della provincia di Ravenna delle
strutture esistenti e operative dedicate alla creatività giovanile, delle opportunità offerte e dei
servizi proposti attraverso le stesse.
La rilevazione, più in particolare ha cercato di:
•    individuare gli spazi su tutto il territorio provinciale e verranno quindi prese in
     considerazione le realtà presenti nei comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di
     Romagna, Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Cervia, Conselice, Cotignola,
     Faenza, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Riolo Terme, Russi, Sant’Agata sul
     Santerno, Solarolo;
•    raccogliere   informazioni   relative   agli   spazi   individuati:   collocazione,   modalità   di
     raggiungimento, orari, servizi offerti, attrezzature e strumentazioni disponibili, sale
     disponibili, associazioni che vi hanno sede, progetti in corso e collaborazioni, responsabili e
     operatori…;
•    raccogliere informazioni relative alle caratteristiche della frequenza e del grado di
     partecipazione: accessi, giorni, fasce orarie, strumentazioni più utilizzate, ecc.;
•    raccogliere informazioni che consentano di individuare le tipologie di soggetti che accedono
     agli spazi individuati: singoli, gruppi informali, gruppi formali e associazioni e in questo
     caso quali. Si è cercato inoltre di tracciare i profili dei ragazzi e delle ragazze sotto l’aspetto
     anagrafico e sociale (genere, età, titolo di studio, ecc.).
La rilevazione è stata effettuata attraverso una scheda appositamente predisposta e rivolta,
per la compilazione, ai gestori, agli operatori o ai referenti degli spazi individuati. Attraverso
questa scheda abbiamo cercato di tradurre operativamente i concetti relativi alla creatività
illustrati nella premessa. Innanzitutto, abbiamo approfondito il concetto di creatività agita,
cercando di esplicitare le pratiche, le attività concrete che possono essere realizzate all’interno
degli spazi e che definiscono quello spazio come luogo in cui si agisce la creatività. Abbiamo
individuato: feste, prestito materiali, concorsi, corsi, conferenze, seminari, cineforum,
laboratorio, mostre, esposizioni, spettacoli, esibizioni, tornei e il libero accesso per praticare
un’attività.
Il secondo concetto “tradotto” per la rilevazione è stato quello delle tipologie di pratiche
creative cercando di prevedere sia quelle più tradizionali e codificate, sia le sintesi fra differenti
linguaggi. Sono state individuate: musica, teatro, cinema, video, fotografia, pittura, scultura,
bricolage/decoupage, danza, ballo, pratiche sportive non tradizionali, letteratura (scrittura
creativa, poesia, ecc.), informatica, graffiti, giochi.
La seconda parte della scheda è stata costruita con l’obiettivo di raccogliere informazioni più
specifiche sia sulle caratteristiche fisiche degli spazi, sia sulle caratteristiche degli utenti con la
consapevolezza che gli spazi difficilmente hanno messo a punto ed a regime sistemi di raccolta

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dati e che, anche nei migliori dei casi, non ci sarebbe stata omogeneità nelle modalità di
rilevazione adottate. Non è stato possibile quindi effettuare delle elaborazioni statistiche, ma
abbiamo sperimentato uno strumento che può costituire un punto di partenza per indagini
future e che ha comunque consentito di individuare delle “tendenze” da approfondire
eventualmente in seguito.
La rilevazione degli spazi è stata la fase che ha comportato un impiego di energie non previsto
inizialmente. Con l’obiettivo di ricostruire il panorama nel modo più completo possibile sono
state seguite due strade: una “via breve”, seguita contattando le realtà pubbliche, visibili sui
siti e di cui era già nota l’esistenza; una “via lunga”, seguita contattando le associazioni,
soprattutto culturali, per individuare gli spazi in cui si trovano, le realtà in cui si svolgono
iniziative ed eventi per capire quali erano esattamente le tipologie di attività svolte, le realtà
individuate dalla raccolta di depliants, opuscoli e cartoline sul territorio, e le realtà che ci
venivano segnalate.
Questa modalità di ricerca ha fatto emergere di numerose realtà anche se non tutte facevano
riferimento specifico ad uno spazio e non tutti gli spazi individuati possedevano le
caratteristiche per essere poi inseriti nel depliant informativo. Tuttavia le informazioni raccolte
testimoniano la vivacità del tessuto culturale del territorio provinciale e costituiscono un
importante patrimonio di conoscenza che vale la pena valorizzare.
Come si è già detto, durante l’attività di ricerca si è entrati in contatto con numerose realtà per
ognuna delle quali è stato necessario valutare se inserirla o meno nel depliant informativo
Apparentemente, i criteri erano chiari – spazi dedicati alla creatività giovanile - ma nella loro
applicazione concreta sono emerse non poche difficoltà per cui è stato necessario confrontarsi
caso per caso. In particolare, sono stati esclusi gli spazi frequentati solo da persone sopra i
trenta anni ma sono stati inseriti i luoghi in cui la presenza dei giovani è rilevante anche se non
esclusiva; non sono stati inserti i luoghi in cui la creatività è solo fruita (locali pubblici, sale
mostre) o i luoghi in cui si esercita un’attività creativa solo a fini formativi o corsuali (scuole,
ecc.), ma sono stati inseriti gli spazi in cui si organizzano anche eventi o corsi, privilegiando i
luoghi in cui le pratiche sono numerose e diverse fra loro.

2.1    Lo studio grafico
Le informazioni raccolte in questa fase hanno costituito il punto di partenza per le fasi
successive dell’indagine e sono state utilizzate per la predisposizione di un materiale
informativo rivolto ai giovani che costituisce il terzo quaderno della collana “Strumenti”
realizzato in parte in continuità con la grafica adottata per le guide precedenti (1 e 2) ed in
parte inserendo elementi innovativi. In particolare, abbiamo cercato di privilegiare una
modalità   comunicativa    semplice   ed   essenziale   attraverso   l’uso   di   icone   che   fossero
particolarmente “accattivanti” per la popolazione giovanile.

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2.2    Le strutture e gli spazi
L’analisi delle schede relative agli spazi mappati ha consentito di ricostruire un panorama
generale delle caratteristiche degli spazi presenti sul territorio provinciale e degli utenti di
questi spazi.
Proponiamo di seguito una sintesi dei dati raccolti:
le strutture: la maggioranza degli spazi mappati è costituita da strutture pubbliche, in
particolar modo comunali, e in misura minore da strutture private: spazi di proprietà di singole
associazioni, circoli privati in alcuni casi parte di circuiti nazionali (es. circoli Arci), parrocchie.
la gestione: la modalità di gestione degli spazi è un tema particolarmente importante
soprattutto per le strutture pubbliche. Alla base dell’istituzione di spazi per i giovani da parte
delle amministrazioni è presente una tensione fra esigenze contrapposte: da una parte, il
desiderio di avere la possibilità di fare, di agire, di pensare ed esprimersi in autonomia e libertà
soprattutto nel tempo libero; dall’altra, l’esigenza di esercitare comunque un controllo e una
regolamentazione sulle loro attività.
La modalità con cui l’ente decide di gestire gli spazi è in qualche modo una risposta alla
necessità di conciliare questi due aspetti, non a caso una delle modalità più utilizzate è quella
dell’autogestione. In questo caso gli spazi sono affidati per la gestione, che comprende
principalmente la programmazione delle attività e delle iniziative e l’organizzazione dello
spazio, ad una o più associazioni. In alcuni casi, le associazioni sono pre-esistenti alla nascita
dello spazio, in altri si costituiscono ad hoc e lavorano volontariamente in accordo e “sotto la
supervisione” dell’ente.
Un’altra modalità è costituita dall’affidamento ad una società o ad una cooperativa della
gestione dello spazio; in questo caso, a differenza dell’auto-gestione che viene praticata a
titolo di volontariato, l’amministrazione appalta un servizio ad un soggetto terzo. A questo
proposito è importante sottolineare che spesso sono gli stessi soggetti che sono presenti con la
loro attività in diversi territori. In alcuni casi vengono riproposte le stesse attività e le stesse
modalità di conduzione e gestione; in altri, la medesima attività artistica viene sviluppata in
modo completamente differente in relazione alle richieste del territorio.
Una   terza     modalità   è   costituita   dalla   gestione   diretta   dello   spazio   da   parte   della
amministrazione, attraverso la presenza fisica di un operatore, con la collaborazione dei
ragazzi e delle ragazze che frequentano quel luogo.
Ci sono poi delle strutture pubbliche, quali le circoscrizioni e i rioni, di cui i giovani non sono gli
unici “abitanti” e che non svolgono attività esclusivamente per i giovani; in questi casi sono dei
gruppi ristretti di volontari che seguono tutti gli aspetti gestionali.
le attività: le attività che si svolgono nei centri mappati sono:
•      musica;
•      teatro,
•      cinema e video;
•      fotografia;

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•         pittura;
•         scultura;
•         bricolage e decoupage;
•         danza e ballo: fra cui emergono anche la break dance, l’hip hop e la danza del ventre;
•         pratiche sportive non tradizionali: skateboarding, yoga, taichi e capoeira;
•         letteratura: poesia, lettura e scrittura creativa;
•         informatica;
•         graffiti;
•         giochi;
•         fumetto.

Dall’analisi delle schede emerge chiaramente come le attività principali che si svolgono negli
spazi mappati sono legate alla musica. È importante sottolineare che il lavoro realizzato è stato
un proseguimento del censimento sugli spazi dedicati alla musica1 e aveva come obiettivo la
mappatura dei luoghi dedicati ad altre attività creative. La musica è stata presa in
considerazione solo nel momento in cui non è l’unica attività praticata ma si accompagna
anche ad altre. É opportuno tenere presente che non è pensabile lavorare nell’ambito delle
pratiche creative “a compartimenti stagni” in quanto queste coinvolgono più linguaggi e quello
musicale è presente nella maggior parte dei casi, di conseguenza diventa particolarmente
difficile crearne un capitolo completamente distinto. Questa infatti, costituisce la pratica
creativa verso cui sono orientate la maggior parte delle attività degli spazi individuati fra cui:
feste, spettacoli, corsi, concorsi, conferenze e seminari, laboratori, prestito di materiali, mostre
ed esposizioni ed anche cineforum su temi legati alla musica.
L’attività creativa in secondo luogo più praticata negli spazi mappati è il teatro attraverso
spettacoli ed esibizioni, laboratori teatrali ma anche corsi, conferenze, feste, prestito materiali
e concorsi.
Per quanto riguarda invece le attività creative legate all’immagine, il cinema, la fotografia e il
fumetto sono le pratiche emerse dall’indagine. In particolare, le attività legate al cinema sono
costituite principalmente da rassegne cinematografiche e cineforum, prestito di materiali, corsi
e seminari, mentre sono più rare, per i motivi che spiegheremo in seguito, le attività di
laboratorio o di pratica.
Per la fotografia invece le attività prevalenti sono le mostre e le esibizioni e, più raramente, i
laboratori, i corsi e i concorsi. Il fumetto è una pratica creativa non ancora molto diffusa e la
cui pratica ha come riferimento più spesso singole persone piuttosto che degli spazi specifici; le
opportunità presenti sono ancora al livello di consumo culturale più che di produzione vera e
propria.

1
    Collana Strumenti n. 1 e n. 2. “Tracce sonore. Guida agli spazi musicali della provincia di Ravenna”

                                                      13
Le attività più vicine alle arti classiche (pittura e scultura) sono praticate soprattutto in forma
di laboratori e corsi a cui si affiancano esposizioni e concorsi; in misura minore il prestito di
materiali.
Le altre pratiche creative che trovano spazio nei luoghi mappati sono la danza e il ballo,
attraverso spettacoli, corsi, laboratori e feste ed i giochi intesi non solo come giochi di società
o da tavolo ma, in particolar modo, come giochi di ruolo in cui si è ritenuto vi sia anche una
rilevante dimensione creativa. Il coinvolgimento in questi giochi prevede infatti non solo la
partecipazione a tornei, ma anche laboratori per la realizzazione delle miniature, mostre ed
esposizioni, prestito di materiali e veri e propri corsi.
Fra le altre pratiche creative, che hanno una diffusione minore rispetto a quelle appena
descritte, ci sono quelle legate alla scrittura e alla lettura, ad esempio i laboratori e i corsi di
scrittura creativa o la lettura di poesie. Siamo di fronte ad attività che, come la pittura o il
decoupage, abbiamo definito “di confine” perché come tipologia di attività sono vicine sia alla
pratica creativa sia a qualcos’altro: allo sport nel caso dello skate e della capoeira, alla
produzione artistica vera e propria nel caso della pittura e della scultura, alla produzione
artigianale nel caso del decoupage o bricolage.
Un ultimo aspetto che abbiamo preso in considerazione è quello relativo ai graffiti che, nei
centri frequentati dai più giovani, comincia ad avere una certa diffusione soprattutto sotto
forma di laboratori o di attività finalizzate a “migliorare” l’aspetto delle pareti dei luoghi
frequentati.
le sale: gli spazi che abbiamo censito sono nella maggior parte dei casi costituiti da 2 o 3 sale.
I luoghi che hanno a disposizione anche fino a sei sale sono delle eccezioni nel panorama
esistente. Nei casi in cui le sale sono due o tre difficilmente hanno un uso specifico e sono
piuttosto destinate allo svolgimento di più attività. Le sale che sono destinate ad un uso
specifico sono quelle che contengono un’attrezzatura particolare (sala prove di musica, sala pc,
biblioteca) mentre quelle più grandi solitamente servono per svolgere attività con un’affluenza
maggiore (feste, spettacoli, concerti, esposizioni). Solo un spazio (Artificerie Almagià) è
costituito da un unico grande ambiente che risulta particolarmente funzionale alla realizzazione
di eventi e iniziative per un pubblico anche numeroso.
Le strutture più grandi hanno a disposizione anche spazi funzionali alla realizzazione delle
attività (magazzino, cucina) o che facilitano i momenti di aggregazione e incontro (bar o punto
ristoro, divani).
L’accesso alle sale è, nella maggior parte dei casi, libero nei momenti di apertura delle
strutture ad eccezione delle stanze con strumentazioni particolari in cui è generalmente
necessaria una prenotazione. Le sale sono spesso messe a disposizione non solo degli utenti
abituali ma anche a chi per vario motivo ne fa richiesta; in questo caso, gli spazi sono concessi
a volte ad uso gratuito ma più spesso a pagamento con costi che variano da spazio a spazio.
sistema di raccolta dei dati: uno degli obiettivi di questa indagine era quello di tracciare dei
profili degli utenti degli spazi dedicati alla creatività giovanile censiti. A questo scopo è stata

                                                  14
inserita nella scheda di rilevazione una parte specifica per capire innanzi tutto l’origine dei dati
che ci venivano forniti e la loro tipologia. Dall’analisi delle schede, in un primo momento il
risultato appare confortante; infatti, alla domanda “Esiste un sistema di raccolta dei dati
relativi agli accessi?” la maggior parte delle risposte è positiva. Nel momento in cui abbiamo
verificato quale è il sistema utilizzato, abbiamo riscontrato una disomogeneità tale da non
consentire une elaborazione statistica dei dati. Le modalità di raccolta dei dati che ci sono state
segnalate fanno riferimento a:
•   mailing list;
•   registro delle presenze;
•   tesseramento;
•   iscritti ai corsi;
•   visitatori di mostre e esposizioni.
In alcuni casi vengono quindi fornite indicazioni più sui soggetti che sono venuti in contatto,
anche solo in una singola occasione, con la struttura piuttosto che sui frequentatori abituali; in
altri i dati vengono raccolti solo in riferimento ad alcune attività specifiche che vengono svolte
nella struttura (accesso sala pc, sala prove); in altri ancora, come nel caso di spettacoli od
esibizioni, che costituiscono una delle attività più consistenti, risulta particolarmente
complicato anche solo ipotizzare un sistema di monitoraggio. Solo nelle strutture rivolte ai
ragazzi più giovani e in cui sono presenti gli operatori, sono “timidamente” presenti le forme
più sistematiche di raccolta dati.
Prevedendo nella fase di costruzione dello strumento che si sarebbe verificata la situazione
appena descritta, abbiamo predisposto la scheda in modo da rilevare le caratteristiche degli
utenti anche attraverso percentuali stimate che ci hanno permesso di individuare alcune
“tendenze”.
la frequenza: nella parte relativa alla individuazione delle caratteristiche della frequenza
abbiamo cercato di quantificare gli accessi secondo due diverse unità di tempo (giorno e anno),
le strumentazioni più utilizzate, i giorni e gli orari di maggiore affluenza. Il problema sopra
descritto si presenta in maniera evidente in questo caso. Sono difficilmente paragonabili infatti
il numero di accessi quotidiani in un centro di aggregazione, che si aggira sui 25/30, con il
numero di accessi di uno spazio che non è rivolto solo ai giovani, come il rione o la
circoscrizione, o il numero di accessi di uno spazio in cui si organizzano eventi di grandi
dimensioni.
Risulta più semplice il tema dei giorni e degli orari più frequentati, in cui possiamo distinguere
due categorie di strutture: quelle rivolte ai più giovani che ovviamente sono più frequentate
nel pomeriggio e durante la settimana, e quelle in cui l’età media è più alta che sono
maggiormente frequentati le sere del fine settimana.
modalità di accesso: abbiamo cercato di capire quali modalità di accesso agli spazi
prevalgono: individualmente come singoli, in gruppi informali o gruppi formali (ad esempio
associazioni, gruppi musicali). La tendenza che sembra prevalere è quella dell’accesso

                                                15
individuale, mentre l’accesso in gruppi informali e formali sono modalità meno utilizzate. Pur
sottolineando le osservazioni fatte in precedenza sulla disomogeneità delle fonti, la
distribuzione media risulta la seguente:

                         %
 singoli                 70
 gruppi informali        20
 gruppi formali          10
 Totale                 100

È importante sottolineare che le percentuali rappresentate sono delle medie e che costituiscono
un valido esempio di quello che gli statistici definiscono il paradosso di Trilussa, per cui se io
mangio un pollo e tu non mangi niente per la statistica abbiamo mangiato un mezzo pollo a
testa. Nel caso ad esempio dei gruppi informali, ci sono poche strutture che hanno segnalato
questa modalità ma con valori pari al 100%, di conseguenza anche se l’accesso di gruppi
formali non è presente nella maggior parte delle strutture la percentuale risulta pari al 10%.
i ragazzi e le ragazze: per quanto riguarda le caratteristiche dei giovani che frequentano gli
spazi mappati abbiamo preso in considerazione i seguenti aspetti: il genere, l’età, la
cittadinanza, il comune di provenienza, il titolo di studio e la condizione professionale.
Sulla differenza di genere, la media delle percentuali stimate raccolte mette in evidenza una
tendenza di sostanziale parità nell’accesso agli spazi.

                         %
 femmine                49,7
 maschi                 50,3
 Totale                 100

Anche in questo però la media delle percentuali nasconde delle differenze fondamentali, il fatto
cioè che ci sono spazi in cui l’accesso è esclusivamente maschile ed altri in cui la presenza
femminile è decisamente superiore: ad esempio, le piste da skate sono frequentate
praticamente solo da ragazzi (1% vs 99%), mentre gli ambienti teatrali da una maggioranza
femminile.
Il discorso relativo all’età è più complesso perché i dati forniti, anche in termini di percentuali,
sono molto più scarsi e risulta difficile anche delineare una tendenza generale, così come per il
titolo di studio e la condizione professionale.
Più semplice è il discorso relativo alla cittadinanza, inserito per verificare se gli spazi dedicati
alla creatività presenti sul territorio cominciano ad essere un punto di riferimento anche per i
ragazzi stranieri. La risposta è evidentemente negativa, visto che in media solo il 7% dei
ragazzi che frequenta questi spazi è straniero e, come si vedrà nelle parti successive, si tratta

                                                  16
soprattutto dei luoghi frequentati dagli adolescenti o in cui la dimensione aggregativa è molto
importante.

                             %
 italiani                    93
 stranieri                    7
 Totale                     100

Infine, abbiamo cercato di raccogliere informazioni sulla provenienza dei ragazzi che
frequentano gli spazi, quanto cioè questi sono frequentati da giovani che vengono dal comune
di riferimento o da altri comuni. L’idea era di verificare se esiste una tendenza alla mobilità su
un territorio più allargato per accedere ad opportunità legate alla creatività.

                             %
 Dal comune                  73
 Da altri comuni             26
 Totale                     100

In questo caso, nonostante la provenienza dal comune sia nettamente superiore rispetto a
quella da altri comuni, è possibile individuare un minimo segnale di tendenza al movimento.
L’unica eccezione è ancora una volta costituita dalle piste da skate, che costituiscono
un’attrazione, per le caratteristiche specifiche che ognuna di questa ha anche per i ragazzi che
risiedono fuori dal territorio comunale in cui è inserita la pista stessa.

2.3         Le tipologie di spazi: fra aggregazione e creatività
Dai dati appena illustrati emerge chiaramente come sia particolarmente difficile fare delle
considerazioni generali sugli spazi dedicati alla creatività giovanile. I motivi per cui questi spazi
sono nati sono diversi, le funzioni che svolgono ed il ruolo che hanno in un dato territorio sono
distinti, e, di conseguenza, le motivazioni e le modalità di accesso sono molto differenti.
Ricostruire il quadro generale non è stato facile tanto che abbiamo pensato, come si vedrà
nella parte dedicata alle mappe delle relazioni, di confrontarci con i referenti istituzionali degli
spazi su questo tema.
Gli elementi che abbiamo sempre tenuto presente nella realizzazione dell’indagine, e presenti
in tutti gli spazi individuati, sono la creatività e l’aggregazione; la loro presenza però varia da
struttura a struttura, in alcuni è predominante la componente aggregativa e le pratiche
creative costituiscono uno strumento per consolidarla, in altri è predominante la componente
creativa e la dimensione aggregativa costituisce una conseguenza inevitabile ma non
necessariamente ricercata. Ogni tipologia di spazio si posiziona in un punto diverso lungo un
ipotetico continuum che ha questi due estremi.

                                                     17
Proviamo ora a descrivere le tipologie di spazi individuate e come, letteralmente, si
posizionano rispetto a queste due dimensioni. Nel tentativo di dare una rappresentazione
grafica che fornisse una spiegazione più immediata delle tipologie di spazi, abbiamo collocato
su due assi la creatività e l’aggregazione all’interno dei quali posizionare le strutture censite.

aggregazione

                                  creatività

Abbiamo proposto questa riflessione anche nel focus group con i referenti istituzionali e
proponiamo in questo contesto le tipologie di spazi individuati.

Spazi pubblici
Centri auto-gestiti
Nell’ambito delle politiche giovanili che vengono messe in atto dalle amministrazioni comunali,
uno strumento che viene ampiamente utilizzato è quello di mettere a disposizione degli spazi.
Anche all’interno delle strutture pubbliche le tipologie di spazi non sono omogenee e a fianco di
luoghi che si pongono come obiettivi principali la ricreazione, l’animazione e la promozione
della socializzazione, ma anche in alcuni casi vere e proprie attività di sostegno ed educative,
si trovano spazi dedicati alla promozione culturale in cui la modalità di gestione valorizza
pienamente la dimensione aggregativi in quanto sono luoghi in cui si sperimentano momenti di
autonomia, di costruzione dei proprie esperienze e di partecipazione di cittadinanza attiva.
Questi luoghi diventano così competitivi con altri spazi che sono caratterizzati da una
frequenza prevalentemente giovanile ma con un consumo culturale principalmente passivo.

Le scuole
In alcuni Comuni l’amministrazione ha creato spazi specifici dedicati all’arte, sono nate così le
“Scuole d’Arte”, luoghi attrezzati in cui personale specializzato propone corsi e laboratori. Ci
sono scuole di musica, scuole di scultura e pittura, ceramica e mosaico. Il mosaico, in
particolare risulta essere una tecnica particolarmente curata, quasi a continuare una tradizione
tipica del territorio. Alcune scuole d’arte sono riservate all’infanzia, altre si aprono a tutta la
popolazione; tuttavia, l’utenza nella fascia 14-30 anni non è molto numerosa.

                                                 18
Rispetto ad altre realtà le scuole d’arte aperte a tutta la popolazione sono più centrate su corsi
e laboratori; sembrano essere luoghi in cui, seppure in gruppo, le attività vengono svolte in
modo individuale.
L’aspetto aggregativo in queste realtà non è centrale, ma la presenza di un luogo attrezzato e
comune è sicuramente uno stimolo indispensabile per la promozione di queste attività.

I centri di aggregazione
Il bisogno di aggregazione è un bisogno primario e le indagini condotte fino ad ora sul
sostegno sociale e su i suoi effetti dimostrano che gli individui che hanno una vita sociale più
ampia con la possibilità di incontrare altre persone e socializzare nella quotidianità,
testimoniano una maggiore soddisfazione legata alla qualità della vita, un minor rischio di
manifestare situazioni di disagio, una migliore gestione dello stress. Entrare in una rete sociale
significa poter ricevere e scambiare supporto emotivo, informativo, interpersonale e materiale.
Essere a contatto con altre persone attiva possibilità personali e permette una migliore
conoscenza di sé ed un più stretto legame con la realtà sociale di cui si è parte. Il sostegno
agisce nelle circostanze della vita quotidiana, ed è dimostrata un’azione diretta, detta main
effect, sul benessere personale (Cohen, Wills: 1985). Una continuità dell’azione del sostegno
favorisce lo sviluppo personale, l’acquisizione di appropriate modalità di adattamento, il
mantenimento della salute psicofisica (Francescato, Girelli: 1994).
Naturalmente esistono differenti modalità di stare insieme, di aggregarsi. Una forma di
aggregazione è certamente quella di una festa o di un evento, altra forma è quella di un
gruppo che organizza un’attività insieme o che si ritrova regolarmente, consolidando via via un
legame, talvolta anche di profonda fiducia. Entrambe le modalità sono importanti, certo è che
la seconda forma decritta, in cui la vicinanza è maggiore, ha un impatto più forte sulla vita dei
singoli. Non significa che le situazioni relazionali prevedano sempre un accordo o non
implichino il conflitto, anzi, tanto più marcata è la vicinanza tanto più forti sono gli scontri.
Tuttavia il sentirsi in relazione con altre persone rappresenta di per sé un evento positivo. Il
senso di appartenenza è uno dei bisogni riscontrati dallo stesso Maslow come fondamentali per
il benessere delle persone.
Pensiamo agli spazi in cui accanto ad una realtà aggregativa più persone si incontrano e si
confrontano anche a livello creativo: nelle situazioni di vicinanza le contaminazioni sono sì di
tipo artistico, ma in primo luogo sono di natura personale. Parlando con il gruppo MGM di
Faenza che si occupa di giochi di ruolo risulta che l’aggregazione è il primo movente che li
spinge ad organizzare le loro attività: “Poi ci si trova qui, si bevono due cose, o ci facciamo una
spaghettata”; “Ci sono delle sere in cui ci troviamo qui e dopo un po’ ci accorgiamo che sono
passate due ore, allora cosa facciamo, non cominciamo neanche a giocare”. Anche a Massa
Lombarda, al JYL, molti si avvicinano per stare con coetanei e, solo in un secondo momento, si
coinvolgono nelle attività creative.

                                                19
Comunque la prima spinta è quella di ritrovarsi; chi si impegna ad allestire ed offrire spazi,
soprattutto se la realtà è informale o autogestita, lo fa in un’ottica di promuovere l’incontro, lo
scambio tra persone. Questo avviene sia nei centri classicamente gestiti da giovani sia nei
luoghi curati e attrezzati da adulti o anziani che cercano di coinvolgere i giovani nella vita della
comunità. Le realtà in cui tutte le fasce di età si ritrovano a condividere gli stessi spazi, sono
più frequenti in zone periferiche o in paesi lontani dai servizi delle città. In questi casi le attività
artistiche e creative sono espressamente un pretesto, uno strumento per coinvolgere i giovani
in una situazione aggregativa.
In alcune situazioni l’aspetto aggregativo non si limita alla realtà locale, ma, quando l’attività
implica l’incontro di persone di altre zone, di altre Regioni, possono via via consolidarsi amicizie
a distanza. È questo il caso di chi coltiva una passione come il gioco di ruolo per cui la
partecipazione a tornei nazionali porta inevitabilmente ad incontrare persone con cui sviluppare
affinità ulteriori rispetto a quelle legate alle miniature ed ai dadi. Può quindi venire a crearsi
una rete nazionale di giocatori, che presuppone un continuo scambio a più livelli.
In alcuni casi l’aggregazione si struttura in una sorta di identità: a Lugo i ragazzi più giovani si
trovano a definirsi come un “Noi”, confinando idealmente al di fuori di quegli spazi tutti i “Loro”
possibili. In realtà abbiamo verificato che una volta entrati in relazione, la barriera noi/voi si è
pian piano dissolta e via via siamo stati accolti in quella che è la loro realtà, anche relazionale.
Tra i ragazzi che partecipano alla vita di quel gruppo c’è una tacita alleanza e la tendenza a
difendersi l’un l’altro da commenti esterni, in un’ottica di similarità ed appartenenza. Questo
atteggiamento potrebbe essere legato alla loro giovane età. L’importanza del gruppo,
dell’aggregazione, dello spazio condiviso per ragazzi in età dell’adolescenza è largamente
dimostrata sia dagli studi sullo sviluppo dell’identità, sia dall’esperienza degli educatori che
operano nei centri giovani. In un’età che in genere varia dagli undici ai diciotto anni i ragazzi si
riferiscono ai centri, sia per fare qualcosa che per stare insieme ai coetanei. Di fatto il bisogno
di aggregazione è spesso predominante rispetto a quello delle attività e le attività stesse
vengono proposte e promosse anche in risposta alle esigenze ed alle richieste dei ragazzi.
Fondamentale allora è la programmazione e la realizzazione di progetti in cui i processi
decisionali coinvolgono lo specifico gruppo, piuttosto che la programmazione di attività
standard e continuative. Lavorare con progetti a lungo termine è molto difficile, l’utenza varia,
talvolta in maniera imprevedibile, l’affluenza negli spazi è maggiormente influenzata da
questioni relazionali che dalle specifiche attività proposte.
Il lavoro degli operatori adulti, che in questo contesto svolgono anche una importante funzione
educativa, è centrato sul promuovere quelle che sono le idee, le abilità, le iniziative dei ragazzi
e di proporne altre ritenute importanti per quei ragazzi in quel momento.
In una situazione di apparente inattività i ragazzi imparano le regole dello stare insieme,
sviluppano il senso di appartenenza, l’attenzione al confronto ed alla riflessione. Quel limbo che
è spesso visto dal mondo adulto come perdita di tempo e inutile ozio è un momento
fondamentale per la messa in discussione di modelli, l’elaborazione di visioni proprie del mondo

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e la verifica dei valori che guidano le azioni. Il tempo sospeso è una caratteristica tipica di
questi spazi, che vedono alternati momenti di attività a momenti apparentemente vuoti.
Un altro elemento chiave, come riscontrato anche dall’osservazione al centro giovani di Lugo, è
la discussione sulle regole e sul loro senso; i ragazzi sembrano alla ricerca di un confine, un
riferimento che faccia da spartiacque tra ciò che è consentito e ciò che non lo è, nel complicato
gioco di imparare “come ci si comporta” senza perdere quella che si sente come la propria
individualità.
I ragazzi che frequentano i centri aggregativi sono in un momento di ricerca personale, che
presuppone in genere una vasta sperimentazione delle possibilità che sono loro offerte. Questi
sono i momenti in cui più spesso vengono proposti interventi di prevenzione e di promozione
alla salute perché, a volte, queste sperimentazioni implicano per i ragazzi anche dei rischi. È
importante in questo momento di vita che i ragazzi possano entrare in contatto con possibilità
diverse. Ricordiamo la realtà del JYL di Massa Lombarda, in cui ragazzi di diverse età
convivono ed i più giovani, crescendo, possono scegliere tra le varie attività che i ragazzi più
grandi stanno coltivando. Questo è un esempio positivo in cui la crescita non comporta
l’allontanamento dai luoghi aggregativi precedenti, ma semplicemente una differente modalità
di rapportarsi.
Può capitare poi che la passione di un educatore coinvolga anche i ragazzi che stanno ogni
giorno a contatto con lui. Succede quindi che quel centro cominci a caratterizzarsi, a diventare
un punto di riferimento per quella specifica attività. Così, a Cotignola, le conoscenze e le
competenze specifiche nell’ambito del fumetto dell’operatore ha portato ad approfondire
questa tecnica ed a seguire poi le idee dei ragazzi, accompagnando la loro richiesta di produrre
graffiti nei muri del Centro. La referente comunale parla di queste iniziative con un misto di
orgoglio e timore per queste pratiche talvolta eseguite in spazi non concessi.
A Lavezzola, nel Comune di Conselice, al Punto Giovani le proposte degli operatori hanno
portato a sviluppare diversi ambiti artistici, tra cui la pittura, la musica, l’utilizzo della
telecamera, ecc. Attualmente i ragazzi del Punto Giovani si impegnano nella produzione di un
film, che li coinvolge sia come attori e produttori della colonna sonora, che nella scelta degli
spazi in cui avverranno le riprese.

Spazi privati
Se nei centri cittadini l'organizzazione delle attività creative sembra essere maggiormente
appannaggio dell'amministrazione comunale, nei territori di dimensioni più piccole o nelle
frazioni, le risposte in termini di spazi sono difficilmente riservate esclusivamente ai giovani,
ma assumono una dimensione più inter-generazionale: gli spazi comuni divengono luogo di
incontro e vi accedono persone di tutte le età. A volte si tratta di un Circolo ANCeSCAO, a volte
di un Circolo ARCI, in altri casi è un edificio comunale non ulteriormente caratterizzato.
Il tipo di attività che si svolge ha come finalità principale quella aggregativa, tuttavia proprio
per promuovere l'aggregazione e per fornire possibilità ricreative questi spazi sono dotati

                                                21
anche di attrezzatura tecnica che rende possibile attività di tipo creativo. C'è attenzione al fare
insieme: si organizzano laboratori, si allestiscono spettacoli e concerti. Spesso alle attività
partecipano contemporaneamente ragazzi, adulti ed a volte anziani.
In altri contesti invece le attività sono organizzate in modo più mirato e anche gli spazi sono
riservati ad attività specifiche. Questi spazi sono in genere gestiti da adulti, a volte da
pensionati, impegnati nell'organizzazione degli spazi anche in risposta alle esigenza dei ragazzi
più giovani. Questi spazi sono gestiti in modo generalmente molto flessibile e adattabili allo
svolgimento di attività differenti, proprio in risposta alle richieste ed alle necessità che le
persone che lo abitano manifestano. Tutta la programmazione e la gestione delle attività, la
manutenzione, la cura delle strutture sono a carico di persone che lavorano in modo
volontario, quindi la possibilità di sviluppare e promuovere queste realtà è legata alla
disponibilità personale e non in tutti i territori è presente una eguale attività.
In alcuni casi le attività degli anziani e dei giovani sono meno interrelate, semplicemente si
svolgono nello stesso spazio.

I Circoli
La realtà dei Circoli è presente su tutto il territorio, sono situazioni di autogestione, in genere
affiliate a realtà più ampie quali l’ARCI, L’ANSPI, L’ANCeSCAO.
La modalità di gestione è sicuramente ciò che più li caratterizza: in genere tutte le attività
hanno scopo aggregativo, il lavoro interno è svolto in modo volontario. Per questo sono realtà
profondamente radicate nel territorio in cui si trovano. Le età dei partecipanti variano, in
genere i Circoli sono gestiti da chi ha più tempo e sceglie di dedicare molte delle proprie
energie alle attività comuni. In ogni spazio si forma un gruppo di lavoro forte, che organizza e
coordina le attività.
L’atteggiamento dei Circoli verso le realtà esterne è in genere molto accogliente, e la possibilità
di poter aprire i propri spazi ed incrementare le proprie attività è vissuta come positiva.
Talvolta gli spazi vengono affittati, altre volte per il loro utilizzo degli spazi è sufficiente un
rimborso spese.
Le attività che si svolgono in questi luoghi sono fortemente legate a quelle che sono le
esigenze di chi li frequenta: dalla tombola e briscola alla produzione e proiezione di video, dalla
ricerca storica inerente al proprio territorio, all’organizzazione di concerti ed eventi culturali. I
circoli assumono un importante valore sociale ed una funzione fortemente socializzante nei
piccoli centri nei quali gli abitanti non trovano altri spazi ed altre opportunità; i circoli allora
sono spesso organizzati da persone anziane e rappresentano un luogo per tutti. Talvolta in
piccole realtà sono compresenti ARCI ed ANSPI, in altre realtà invece una sola delle due
associazioni nazionali ha preso piede e propone attività. I circoli ANSPI si sviluppano talvolta in
prossimità o all’interno delle parrocchie.

                                                 22
Alcuni   luoghi    gestiti   da   associazioni    legate   all’ANCeSCAO,   nonostante       svolgano
prevalentemente attività per anziani e siano gestiti interamente da persone di età avanzata,
allestiscono spazi e attrezzature ad utilizzo dei più giovani.

I Rioni: le esperienze di Faenza e Lugo
L’istituzione dei Rioni, nelle varie città è antichissima, ma solo con l’avvento dei liberi Comuni,
hanno acquistato importanza soprattutto come distretti militari. Il Rione prese generalmente il
nome della porta, che era affidata alla difesa degli abitanti circostanti in caso di assedio;
Faenza ne contava quattro: Rione di Porta da Ponte (poi Rione Giallo), Rione di Porta Imolese
(Rosso), Rione di Porta Ravegnana (Nero), Rione di Porta Montanara (Verde). Il Borgo
Durbecco (Rione Bianco) non faceva inizialmente parte di questa divisione in quartieri, ma la
sua origine risale a tempi piuttosto lontani.
Anche nei momenti di pace la popolazione non seppe rimanere inerte, sollecitata com’era dal
desiderio delle contese, delle giostre e dei tornei, ai quali la partecipazione del popolo in
funzione di attore e spettatore, fu sempre totale e appassionata.
Il fine puramente addestrativo, in preparazione di nuove battaglie, non è stata la motivazione
più importante alla promozione di queste attività: alla necessità militare ebbe sempre il
sopravvento la naturale tendenza popolare ad esibirsi, a cimentarsi in leale contesa, per cui
l’arte di torneare, unita all’abilità nel cavalcare, raggiunse forme di grande risonanza.
Nel territorio provinciale i Comuni che hanno sviluppato negli anni attività rionali e palii sono
Faenza e Lugo. Il Rione si caratterizza primariamente come centro aggregativo, di
appartenenza, in cui si svolgono attività in primo luogo finalizzate alla preparazione degli
eventi cittadini che invitano tutti i Rioni al confronto. La vita del Rione coinvolge persone di
tutte le età e spesso intere famiglie si trovano a condividere la preparazione agli eventi e le
forti emozioni che le attività competitive inevitabilmente provocano.
Le attività artistiche predominanti sono quindi quelle degli sbandieratori e quelle dei suonatori,
di tamburi e di chiarine (strumento a fiato). Attività che vengono tramandate tradizionalmente
da generazione a generazione e che costituiscono gli ambiti di sfida tra i rioni. È a volte
prevista la competizione per categorie di età, in cui i più giovani gareggiano tra loro.
L’impressione, contattando i referenti, è che i rioni si strutturino primariamente come situazioni
di ritrovo sociale e di condivisione di attività. Al loro interno infatti vengono regolarmente
organizzati eventi ricreativi a cui tutti sono invitati a partecipare.
A Faenza il Palio del Niballo riveste da sempre un’importanza centrale nella vita cittadina, che
coinvolge profondamente le persone che vi partecipano. In questo contesto due sono gli ambiti
di sfida: “la corsa” e “il torneo delle bandiere”. In quei giorni trova compimento il lavoro e la
preparazione di mesi e i rioni si animano ed accolgono nei loro spazi chi desidera festeggiare
con loro. Ogni rione si è costituito come associazione, e, negli edifici che occupa, accoglie
svariate attività culturali che riguardano sia la tradizione tramandata nei secoli, la storia della
città ed il folklore, sia la vita culturale attuale della città. I Rioni a Faenza possono essere in

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