LE ERBE AROMATICHE - Scuola Media "S. Tommaso" Mercato San ...

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LE ERBE AROMATICHE - Scuola Media "S. Tommaso" Mercato San ...
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO “ SAN TOMMASO D’AQUINO”

                     Mercato San Severino (Sa)

                   PROGETTO ORTO – GIARDINO

                LE ERBE AROMATICHE

                        Storia e tradizioni

                 Ricerca svolta dagli alunni della
                            Classe I G

  Coordinati dalla professoressa di storia e geografia Antonia Leo

                     Anno scolastico 2015 – 2016
LE ERBE AROMATICHE - Scuola Media "S. Tommaso" Mercato San ...
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Indice

   Aglio               6
  Alloro               7
  Basilico             8
 Calendula             9
Camomilla             10
  Cipolla             11
 Lavanda              12
  Melissa             13
  Menta               14
Prezzemolo            15
Rosmarino             16
    Ruta              17
  Salvia              18
  Sedano              19
   Stevia             20
    Timo              21

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“Dimenticare come scavare la terra e prendersi cura del suolo

                      è dimenticare noi stessi.”

                                                   Mahatma Gandhi

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PRESENTAZIONE

Fin dall’antichità l’uomo è stato affascinato dall’uso delle erbe aromatiche: ha potuto trarre da
esse cibo e anche medicamenti, praticare metodi di guarigione diversi, in relazione alle piante e
alle tradizioni locali, e sviluppare convinzioni e pratiche attinenti alla sfera emotiva e magica; di
qui il valore simbolico di molte piante, conservatosi nel tempo, e le numerose leggende che
affascinano i contemporanei, adulti e ragazzi.
L’impiego terapeutico delle piante ha accomunato tutti i popoli del mondo e rappresenta finora
il metodo di cura più antico e sperimentato, sebbene con il passare del tempo molte erbe
aromatiche della tradizione popolare siano cadute nel dimenticatoio e siano state
progressivamente sostituite da farmaci di sintesi. Le erbe spontanee sono state anche una risorsa
alimentare importante per le popolazioni rurali: cicorie, cardoni, cavoletti, vitaglie, ortiche,
borragine, finocchietto, rucola si rivelavano ottimi ingredienti per minestre, frittate e insalate,
soprattutto in tempi difficili.
Ancora oggi, gli anziani di Mercato San Severino si dedicano alla raccolta di alcune piante, che
crescono spontaneamente nelle campagne e lungo i pendii delle colline, considerate preziose per
alleviare disturbi e per ritrovare sapori speciali ben lontani da quelli cui siamo abituati. Essi
conservano con orgogliosa saggezza antichi rimedi terapeutici e usi alimentari trasmettendoli ai
giovani.
Grazie alla realizzazione del progetto “Orto – Giardino”, coordinato dalla professoressa
Giuseppina Rignanese, docente di Scienze, e al prezioso contributo proprio degli anziani è stato
possibile far conoscere agli alunni della Scuola Media San Tommaso D’Aquino alcune specie
che, sotto la guida di nonni esperti, gli stessi ragazzi hanno trapiantato nel cortile dell’Istituto. E’
stato un momento molto interessante, rappresentativo del passaggio di consegne tra due
generazioni accomunate dalla stessa cultura: le piante diventano così il simbolo di una tradizione
locale tramandata ai giovani della nostra scuola.
Accanto al momento pratico del progetto, che ha visto gli alunni impegnati nelle varie fasi di
piantumazione e cura delle piante, vi è stato un momento più teorico durante il quale i ragazzi
hanno ricercato non solo informazioni scientifiche ma in particolare, nell’ambito della storia e
della geografia, notizie sulle origini, la diffusione, le credenze, gli impieghi e i significati delle
erbe da loro coltivate. Anche quest’attività, da cui sono scaturite delle schede riassuntive sulla
storia, le proprietà più conosciute e l’utilizzo in cucina delle erbe aromatiche selezionate
nell’orto della scuola, si è rivelata un’esperienza interessante che ha incuriosito e allargato gli
orizzonti conoscitivi degli allievi.

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                                                                                                           5
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Aglio Allium sativum L.
              Famiglia: Liliaceae

           Storia
    L'aglio è una preziosissima pianta originaria delle zone desertiche dell'Asia e conosciuta sin dai
    tempi più antichi. Era già utilizzata dagli Egizi nel secondo millennio a. C. per combattere
    punture d’insetti, mal di testa e dolori in genere. Nell'antica Grecia era considerata una pianta
    degli inferi e dedicata a Ecate, dea che accompagnava gli spiriti nel regno dei morti. Gli antichi
    padri della medicina, greci e romani, ne esaltavano le virtù terapeutiche e, nel Medioevo, i
    medici usavano delle maschere protettive imbottite di aglio per proteggersi contro le affezioni.
    A metà del 1800 Pasteur ne definì le proprietà antisettiche A queste virtù molto probabilmente
    sono legate le credenze popolari che attribuivano all’aglio poteri magici contro streghe e
    vampiri, considerati dei parassiti. L’aglio era ritenuto anche un talismano collegato al solstizio
    d'estate tanto che diversi proverbi recitano: "Chi non compra l'aglio il giorno di San Giovanni è
    povero tutto l'anno”.

          Proprietà: ipotensive, espettoranti, digestive, carminative, antisettiche, ipoglicemizzanti.
    E' il più potente battericida naturale che si conosca.

         Uso alimentare
    I bulbi vengono usati fin dall’antichità come condimento di cibi; utilizzati crudi in insalate o
    aggiunti a sughi, stufati, piatti di pesce o verdure; impiegati anche nella preparazione di
    insaccati (salame all’aglio) e nell’industria conserviera per antipasti sott’olio e sott’aceto.

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Alloro     Laurus nobilis
           Famiglia: Lauraceae

        Storia
L’alloro è un arbusto nativo dell’Asia Minore ed è stato coltivato poi nel sud dell’Europa,
divenendo una delle piante più comuni e tipiche del Mediterraneo. Era conosciuto nell’antichità
per le sue proprietà benefiche. Già dal 2500 a. C. la città siriana di Aleppo era famosa per il
sapone ottenuto con olio essenziale di alloro con virtù antisettiche. Nella mitologia questa pianta
fece la propria comparsa sulla terra a causa di un amore non corrisposto. Apollo si invaghì alla
follia della bellissima Dafne. La ninfa per sottrarsi alle sue attenzioni si diede alla fuga e,
quando stava per essere raggiunta dal dio, fu trasformata in alloro da Gea, dea madre di tutti i
viventi. L’albero divenne sacro ad Apollo, dio della musica, della poesia e di tutte le arti, e le
sue fronde furono usate per incoronare le teste dei poeti, degli eroi, dei vincitori, usanza che si è
mantenuta in gran parte anche ai giorni nostri. Il nome laurus deriva dal termine latino laus che
significa “lode” per le proprietà curative della pianta lodate dagli antichi. Nel tempo, oltre a
trovare posto in giardino come pianta ornamentale grazie al suo portamento eretto e maestoso,
l’alloro è stato ampiamente usato in cucina come erba aromatica.

      Proprietà: espettoranti, digestive, antipiretiche. Grazie ai suoi oli essenziali, l’alloro è
utile nella cura di reumatismi e strappi muscolari, ha capacità rilassanti e attenua la sudorazione;
per molto tempo è stato usato come rimedio contro la peste.

     Uso alimentare
Le sue foglie sono utilizzate per insaporire, allo stesso tempo decorare piatti a base di carne e
pesce. Le bacche trovano impiego nella produzione di liquori.

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Basilico Ocimum basilicum
                 Famiglia: Lamiaceae

            Storia
    Il basilico è una pianta originaria dell'Asia tropicale e in particolare dell’India. Si diffuse in
    Europa attraverso il Medio Oriente e fu introdotto in America con le prime spedizioni dei
    navigatori europei che lo usavano come erba medicinale.
    Il nome deriva dal greco “Basilikòs”, che significa “regale”, e sta a indicare che nell’antichità la
    pianta era considerata la “regina delle erbe”.
    Gli antichi Egizi lo usavano per le offerte sacrificali e durante le operazioni chirurgiche per
    prevenire e curare le infezioni. Mentre la tradizione racconta che la tomba di Cristo fosse
    adornata da tale pianta: ancora oggi, gli altari delle chiese ortodosse ne sono arricchiti. I crociati
    riempivano la stiva delle loro navi di basilico al ritorno dalla Terra Santa: teneva lontano insetti,
    malattie e cattivi odori.
    In India non è utilizzato in cucina, perché è identificato con Lakshmi, sposa del dio Vishnù, dea
    della bellezza e dell’armonia invocata per proteggere il corpo, ma soprattutto per concedere figli
    a chi li desidera.
    L'uso culinario massiccio nel bacino del Mediterraneo risale soltanto al XV secolo. Il basilico è
    ingrediente fondamentale di alcune ricette tradizionali dell'Italia e della Francia.

         Proprietà: sedative, diuretiche, antimicrobiche e antinfiammatorie; è utilizzato contro
    indigestioni, come vermifugo e per combattere le infiammazioni del cavo orale.

         Uso alimentare
    Le foglie di basilico sono utilizzate per preparare sughi, tra cui il pesto, salse e liquori, per
    accompagnare pesce, carni, pasta, riso, per aromatizzare ortaggi, oli e aceti. Una buona pizza
    margherita non può fare a meno di un ciuffetto di basilico.

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Calendula Calendula officinalis
                 Famiglia: Compositae

        Storia
La origini della calendula sono legate all’Egitto e alle regioni mediterranee; come pianta
selvatica, si trova un po’ ovunque, ma soprattutto lungo i cigli delle strade assolate o nei campi
aperti. In Italia è molto diffusa nel Meridione. Il nome "calendula", derivato dal latino
"calendae", parola con cui i Romani indicavano il primo giorno del mese, ne sottolinea la quasi
perenne fioritura e sta a indicare che la pianta è sempre in fiore il primo giorno di ogni mese
durante l’estate.
Gli Egizi consideravano la calendula un’erba capace di far ringiovanire. Gli Indù ne ornavano i
templi. Persiani e Greci ne utilizzavano i petali dei fiori per decorare i cibi. Nel Medioevo la
calendula veniva chiamata “oro di Maria” ed era consacrata alla Vergine. La tendenza del fiore
a curvarsi dopo il tramonto veniva interpretata come un segno di lutto per la scomparsa del sole,
credenza che si trasmise nell’identificazione del fiore con un simbolo di dolore. La tradizione
vuole che: se al mattino i fiori di calendula rimangono chiusi, molto probabilmente pioverà!

        Proprietà: spasmodiche, antinfiammatorie, antisettiche, digestive,                diuretiche,
cicatrizzanti; è utile per curare scottature, herpes, acne e macchie della pelle.

      Uso alimentare
I fiori di calendula aggiunti a brodi e risotti danno il tipico colore dello zafferano; i boccioli dei
fiori, freschi o secchi, aromatizzano salse e condimenti; le foglie unite a insalate miste
conferiscono un particolare gusto amarognolo.

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Camomilla Matricaria chamomilla
                  Famiglia: Asteraceae

         Storia
 La Matricaria chamomilla è conosciuta fin dai tempi più antichi. Le origini si fanno risalire alle
 praterie aride dell’Asia Minore e dell’Europa occidentale. Fu coltivata e apprezzata come pianta
 medicamentosa e sacra dagli antichi Egizi, dai Greci e Romani. Tracce di camomilla sono state
 trovate nella tomba di Ramset II. Continuò a essere coltivata e usata per le sue proprietà
 terapeutiche nel Medioevo. Carlo Magno, nell’anno 812, prescrisse che la coltivazione della
 camomilla non dovesse mancare fra le piante coltivate come officinali nei possedimenti reali. In
 quei tempi, dove le malattie infettive anche gravi erano frequenti, per scongiurare possibili
 epidemie si usava bruciare quest’erba benefica perché si credeva che il suo profumo
 allontanasse le calamità.
 Il nome latino “Matricaria” potrebbe derivare da matrix (utero) o mater (madre) per l’abitudine
 di somministrare il suo infuso in situazioni di disturbi ginecologici o di parto. Oggi la camomilla
 si trova, sia selvatica sia coltivata, in tutti i continenti.

       Proprietà: antinfiammatorie, antiossidanti, antisettiche e calmanti con lieve effetto
 sedativo; favorisce la digestione, aiuta in casi di crampi intestinali, può alleviare la pelle irritata
 e congiuntiviti.

       Uso alimentare
 La camomilla può essere consumata come tisana, macerata in acqua calda. Si usa per insaporire,
 con poche foglie, le insalate e per aromatizzare liquori e vini: nel Cilento è prodotto il liquore
 alla camomilla ottimo per aiutare la digestione e per lenire gli spasmi.

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Cipolla Allium cepa L.
           Famiglia: Liliaceae

        Storia
Pianta originaria dell’Asia occidentale, la cipolla probabilmente fu usata come cibo già nell'età
del bronzo, ma coltivata circa duemila anni dopo, in Egitto. Sembra che facesse parte della dieta
degli operai che costruirono le piramidi. Era un alimento utile, preveniva la sete e poteva essere
essiccata per essere consumata in momenti di scarsità di cibo. Gli antichi Egizi credevano che la
sua forma sferica e i suoi anelli concentrici fossero simbolo di vita eterna e che il forte aroma
potesse ridonare il respiro ai morti. Gli atleti greci la mangiavano per alleggerire il sangue. I
gladiatori romani si strofinavano il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Nel Medioevo le
cipolle avevano grande importanza come cibo tanto che erano usate per pagare gli affitti e come
doni. I medici le prescrivevano per alleviare il mal di capo, curare i morsi di serpente e la perdita
dei capelli. La cipolla fu introdotta in America da Cristoforo Colombo nel suo viaggio del 1493
a Haiti, un caso di importazione inversa. Tra le numerose varietà oggi coltivate emerge la
cipolla ramata di Montoro dal sapore aromatico, dolce ed elevata serbevolezza.

     Proprietà: antibatteriche, disinfettanti, digestive, antiossidante, diuretiche e depurative; è
molto utile nella cura delle infiammazioni alle vie respiratorie e alle vie urinarie, delle influenze
in generale e dell’ipertensione; protegge il cuore e l’apparato circolatorio.

     Uso alimentare
La cipolla è uno degli aromi più usati nella cucina di tutti i paesi, integra la preparazione di
minestre, minestroni, risotti, carni, sughi, insalate, oppure è utilizzata per la realizzazione di
diversi piatti che la vedono protagonista, come la zuppa di cipolle, le cipolle ripiene, le cipolle
lesse in insalata e la frittata di cipolle.

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Lavanda        Lavandula officinalis
                Famiglia: Lamiaceae

         Storia
 Il luogo di origine della lavanda è incerto, alcuni lo identificano con l’ Arabia o il Nord Africa.
 Della pianta, già gli antichi Egizi utilizzavano l’olio per il processo di mummificazione e gli
 antichi Romani i fiori per profumare l’acqua del bagno, il termine lavanda infatti deriva dal
 latino “lavare”.
 Plinio il Vecchio la descrisse soprattutto come una delle erbe curative più usate dai Romani.
 Nelle epoche successive, venne impiegata principalmente per produrre un medicinale che
 curava crampi intestinali, nausea e singhiozzo. I pittori fiamminghi del Rinascimento scoprirono
 che il suo olio funzionava benissimo come diluente. Nell’Inghilterra Elisabettiana, poi, le dame
 inglesi abitualmente cucivano sacchetti con fiori di lavanda all’interno dei loro vestiti per
 lasciare una piacevole scia di profumo e combattere le tarme. Tracce della coltivazione di
 questa pianta si trovano nel XVI secolo, ma la sua coltura ebbe un incremento, soprattutto in
 Francia, solo a partire dal Novecento, periodo in cui le proprietà benefiche della lavanda e le
 qualità antisettiche del suo olio furono ulteriormente riconosciute da René Maurice Gattefossé,
 padre della moderna aromaterapia.

        Proprietà: antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, antinevralgiche,
 sedative, antidepressive; è utile contro raffreddore, influenza e problemi digestivi.

       Uso alimentare
 La lavanda viene usata per realizzare tisane calmanti e per alleviare il mal di testa e la laringite:
 basta lasciarne in infusione un cucchiaino da tè in acqua bollente per circa cinque minuti. I suoi
 fiori secchi, ovviamente in quantità contenute, vengono sorprendentemente utilizzati anche in
 cucina per aromatizzare risotti, formaggi, biscotti, confetture, cioccolato e persino il gelato.

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Melissa      Melissa officinalis
             Famiglia: Lamiaceae

       Storia
Originaria dell’Eurasia e conosciuta anche come cedronella o limoncella, la melissa ha una
storia molto antica. Il suo nome deriva dalla radice indoeuropea “Mel”, la stessa da cui proviene
il termine “miele”. In greco significa pianta delle api, a dimostrare come sia particolarmente
amata da questi insetti, e i Greci la considerarono pianta sacra ad Artemide. Fu coltivata da
molte civiltà, come i Romani e gli Arabi, che già ne conoscevano le proprietà curative. Durante
il Medioevo, conobbe un periodo di fama come erba medicinale: il suo olio essenziale era
giudicato dagli Arabi adatto per rinforzare cuore e cervello, mentre Carlo Magno, assiduo
consumatore dell’Eau de Melisse, un tranquillante molto diffuso all’epoca, ordinò la
coltivazione della pianta nei giardini medicinali del regno. Nel Cinquecento, il medico Paracelso
la definì elisir della vita e nel Seicento l’acqua di melissa delle Carmelitane francesi divenne
un liquore molto rinomato per la sua efficacia contro dolori fisici e nervosi. Ancora oggi tisane
ed infusi di melissa sono apprezzati per il loro effetto calmante.

     Proprietà: sedative, antidepressive, analgesiche e spasmolitiche; è utile per combattere
stati di ansia e nervosismo, per facilitare il sonno, aumentare la capacità di concentrazione,
contrastare il mal di denti, l’emicrania e la gastrite; apporta benefici in caso di asma.

     Uso alimentare
In cucina, le foglie fresche di melissa sono usate per insaporire zuppe, insalate, frittate, carni
ripiene, condimenti e salse. Con il suo aroma fresco e di agrume, la melissa è ottima sia in
piatti a base di pesce e frutti di mare sia per mitigare l'aroma intenso di agnello e legumi.
Gradevole la tisana fatta con le foglie che conferiscono un profumo e sapore di cedro e limone.

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Menta Mentha piperita
            Famiglia: Labiatae

         Storia
 La Menta ha origini molto antiche: alcune fonti segnalano che già 3000 anni a.C. in Cina si
 usava un tè aromatizzato alla menta. La pianta si diffuse successivamente in tutta la zona
 mediterranea. Sembra che gli antichi Egizi la coltivassero già 1000 anni a. C. e che fosse molta
 utilizzata da Greci per le sue virtù aromatiche e come pianta medicinale. Per i Romani era
 simbolo di ospitalità, ma anche erba indispensabile per profumare la persona, le acque per il
 bagno e per preparare infusi.
 Al Medioevo risale la produzione del forte liquore di menta piperita, usato per purificare
 l’acqua.
 Esiste una leggenda sull'origine del nome "menta": Menta o Minta era una ninfa amata da Ade,
 dio degli Inferi; Persefone, moglie di Ade, la mutò in un'erba insignificante per gelosia ma, poi,
 le diede l'aroma inconfondibile e piacevole che le è tipico per consolarla della trasformazione
 subita. Considerata una pianta che ricresce e fiorisce anche in condizioni avverse, la menta ha
 rappresentato tutte le virtù, soprattutto la temperanza e la saggezza.

       Proprietà: anestetiche, antimicrobiche, antisettiche, antispasmodiche, carminative. E’
 utile per curare il raffreddore e la tosse; favorisce la digestione.

       Uso alimentare
 La menta piperita, col suo caratteristico gusto rinfrescante, trova applicazione nella preparazione
 di sciroppi, liquori e dolci. Può essere utilizzata in cucina sia fresca che essiccata per insaporire
 primi piatti, come i semplicissimi spaghetti alla menta, e pietanze a base di carne, pesce e
 verdure.

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Prezzemolo Petroselinum sativum
                  Famiglia: Ombrellifere

        Storia
Il Prezzemolo è una delle piante più coltivate al mondo ed è originario delle zone del
Mediterraneo e dell'Asia occidentale.
E’ conosciuto fin dall'antichità e non solo per le sue proprietà curative. I Greci ne facevano
piccole ghirlande da tenere in testa durante i banchetti, perché ritenevano che portasse fortuna e
stimolasse l'appetito e la digestione; i Romani, invece, lo utilizzavano per adornare le tombe dei
defunti e, per tenere lontano il male, nascondevano nelle proprie toghe un ciuffo di prezzemolo.
Nel Medioevo si affermarono diverse credenze popolari che lo associavano al diavolo e alla
sfortuna. Ancora intorno all'anno Mille piantare prezzemolo significava raccolti scarsi.
Parallelamente, però, iniziò a diffondersi l'uso culinario di questa erba. L’impiego in cucina,
sempre più ampio e apprezzato, fece dimenticare ogni significato negativo attribuito alla pianta
e diede origine al detto, molto popolare in Italia, "essere come il prezzemolo" per indicare
qualcosa o qualcuno che si trova dappertutto.

     Proprietà: diuretiche e sudorifere; è utilizzato come rimedio per la pressione alta e ha
un effetto lenitivo contro punture di insetti, contusioni e mal di denti.

      Uso alimentare
Il prezzemolo si usa in qualsiasi ricetta tanto crudo che in cottura. E’ ideale per accompagnare
carni, pesce, salse, uova, insalate, verdure, zuppe e minestre. Esistono moltissime salse a base di
prezzemolo: tra le più note il bagnet verd piemontese, lo zimino ligure e lo zogghiu siciliano.

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Rosmarino Rosmarinum officinalis
                  Famiglia: Labiatae

         Storia
 Il rosmarino è originario dei paesi mediterranei. Il nome deriva dall'unione di due termini greci
 "rops" che significa arbusto e "myrinos" che significa odoroso. Secondo alcuni però potrebbe
 provenire dal latino, con due alternative: da "ros marinus", rugiada marina, oppure da "rosa
 maris" rosa del mare perché originariamente la pianta cresceva in modo spontaneo sulle coste.
 Sin dall’antichità fu usato per le sue positive proprietà terapeutiche e ispirò originali credenze e
 leggende. I Romani lo consideravano anche simbolo dell'amore e non pare che lo utilizzassero
 per le pietanze, bensì per aromatizzare il vino. Nel Medioevo gli furono attribuite virtù magiche
 e con il suo legno si realizzavano oggetti di ogni tipo cui si affidava una funzione di protezione.
 Le prime notizie sull'impiego culinario risalgono al XVIII secolo.

       Proprietà: analgesiche, antinfiammatorie, antisettiche, espettoranti, antidepressive;
 stimola l’appetito, aiuta la digestione, rinforza il muscolo cardiaco e la circolazione.

       Uso alimentare
 I rametti di rosmarino con le foglie vengono usati per insaporire soprattutto carne e pesce; il
 rosmarino è ottimo su patate, pane e focacce e tritato diventa ingrediente gustoso per olio e
 aceto. E’ impiegato anche per la preparazione di liquori e il suo fiore aggiunto alle insalate dà un
 aroma particolare.

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Ruta Ruta graveolens
         Famiglia: Rutaceae

        Storia
E’ una pianta perenne originaria dell’Europa meridionale. Conosciuta da tempo immemorabile,
la ruta è citata in tutti i più antichi testi di medicina tanto che Ippocrate consigliava alle donne
desiderose di concepire figli di mettere le foglie di ruta nelle orecchie e nel naso; mentre per gli
antichi Romani essa era capace di allontanare stregonerie e fatture. Nel Medioevo le sue
proprietà terapeutiche furono sottolineate dalla Scuola Medica Salernitana che la consigliava
soprattutto per rafforzare e schiarire la vista, continuò, però, anche a essere considerata un
rimedio infallibile contro i malefici e si portava addosso come amuleto nelle situazioni difficili,
per questo era definita “L’erba della paura”. Nelle credenze popolari si riteneva che le case in
cui cresceva la ruta fossero privilegiate. Graveolens significa dall’odore pungente e grazie a
questa caratteristica la ruta si conquistò la fama di ‘scacciadiavoli’.

      Proprietà: carminative ( digestive e contro il meteorismo) , diuretiche, eccitanti,
stimolanti della mucosa dello stomaco. Da usare con prudenza, può produrre avvelenamenti
anche letali ed aborti.

     Uso alimentare
La ruta viene usata per aromatizzare grappe e amari, a cui trasferisce le proprietà digestive, e
per insaporire pietanze di pesce. Non si deve abusare nel consumare la ruta come aromatizzante
in quanto se ingerita in quantità elevate può dare origine a disturbi nervosi.

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Salvia Salvia officinalis
           Famiglia: Labiatae

        Storia
 La Salvia è la pianta aromatica, forse la più famosa che si conosca. L’origine viene attribuita al
 bacino del Mediterraneo e in particolare alla Dalmazia e alla Spagna. Il nome scientifico deriva
 dal latino salvus (salvo - sano) e si riferisce alle proprietà curative di questa pianta che era
 conosciuta sin dai tempi più antichi. Non solo gli antichi Egizi e i Romani ma anche le
 popolazioni del Medioevo la considerava un'erba capace di guarire ogni male e di garantire
 l’immortalità. Il suo utilizzo in cucina, però, stentò a diffondersi e fu favorito nel Basso
 Medioevo, precisamente intorno al 1200, dalla Scuola Medica Salernitana, in particolare dal
 medico alchimista e teologo catalano Arnaldo di Villanova che suggerì di utilizzare la salvia per
 farcire oche e porchette da fare arrosto. Da allora, con il passare del tempo, divenne uno degli
 odori più tipici della cucina mediterranea e soprattutto di quella italiana.

       Proprietà: balsamiche, espettoranti, digestive, antibatteriche e antimicotiche; allevia
 problemi ginecologici, per questi motivi viene chiamata “estrogeno naturale”; dà buoni risultati
 nelle ritenzioni idriche, emicranie, gengiviti, negli ascessi e reumatismi.

      Uso alimentare
 Un vecchio proverbio dice : “Chi ha la salvia nell’orto ha la salute nel corpo“.
 Grazie al suo profumo dominante è sufficiente da sola a caratterizzare in modo gradevole tanti
 piatti a base di carne, sughi, formaggi, zuppe e verdure. Viene anche servita fritta in una leggera
 pastella a base di acqua e farina.

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Sedano Apium graveolens
           Famiglia: Ombrellifere

       Storia
Il sedano è una pianta tipicamente mediterranea, con origini molto antiche. Il nome deriverebbe
dal greco ‘selinon’. Omero lo cita nell'Iliade, raccontando che Achille riuscì a guarire il suo
cavallo, gravemente ammalato, facendogli mangiare il sedano. Per i Greci era una pianta sacra,
tanto da rappresentarlo sulle monete e dedicargli addirittura una città sicula, Selinunte. Mentre
mazzi di sedano furono rinvenuti all'interno delle sepolture dei Faraoni e venivano donati dagli
Etruschi in omaggio alle loro divinità. I Romani lo usavano in cucina e ne facevano corone per i
commensali, convinti che il suo aroma servisse a lenire l’ebbrezza alcolica.
Nel Medioevo furono valorizzate soprattutto le sue virtù terapeutiche. Raccolto inizialmente
come pianta selvatica, fu coltivato a uso domestico negli orti dei monasteri intorno al 1500,
prima in Italia e poi in Grecia, Spagna e Francia, dove si ha la prima testimonianza del suo
impiego a fini alimentari.

     Proprietà: digestive, antiossidanti, antinfiammatorie, diuretiche; è utile per abbassare la
pressione arteriosa, rafforzare il sistema immunitario, ridurre i livelli di colesterolo LDL nel
sangue, alleviare il bruciore di stomaco.

     Uso alimentare
Se il contadino conoscesse il valore del sedano, allora ne riempirebbe tutto il giardino” così
recita un antico detto. Il sedano è un ortaggio dalle innumerevoli proprietà e ampiamente
utilizzato in cucina, dove si presta alla preparazione di insalate, pinzimonio, soffritti, arrosti,
zuppe e brodi.

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Stevia Stevia rebaudiana
            Famiglia: Asteraceae

         Storia
 La stevia è originaria del nord-est del Paraguay. La conoscenza di questa pianta, che contiene
 una sostanza edulcorante, è rimasta confinata per molti secoli fra le popolazioni indigene. Le
 foglie erano utilizzate dai Guaranì per dolcificare bevande locali come il mate o come semplice
 alimento da masticare piacevolmente. Non a caso le stesse popolazioni indigene la chiamavano
 caa-ehe, cioè “ erba dolce “. Dal Paraguay la stevia si diffuse in Brasile, Argentina, Giappone e
 Cina. In Italia la sua coltura fu introdotta a partire dagli anni trenta e quaranta del Novecento e,
 soprattutto durante la seconda guerra mondiale, fu considerata un possibile sostituto dello
 zucchero.

        Proprietà: digestive, antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti; protegge il
 pancreas, combatte raffreddore, gengiviti, pressione alta e fa bene alla pelle. Per il suo potere
 dolcificante privo di calorie, è un buon aiuto in caso di diabete e dieta ipocalorica.

      Uso alimentare
 La stevia si utilizza in piccolissime dosi come dolcificante per bibite e caffè, ma anche in cucina
 per la preparazione di dolci, torte, biscotti e persino sorbetti.

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Timo Thymus volgaris
          Famiglia: Lamiaceae

        Storia
Il Timo è originario delle zone del Mediterraneo occidentale; sembra che da Creta si sia diffuso
in altre isole e in tutto il continente. Aveva un posto di assoluto rilievo presso le culture antiche.
Per alcuni il nome deriva dal verbo greco “thymiáo” che significa "profumare".
Nell’Egitto dei Faraoni era molto utilizzato per le imbalsamazioni, mentre in Grecia se ne
apprezzavano in particolare le qualità in cucina e l’aroma. Quest’ultimo era ritenuto apportatore
di coraggio e ardore, tanto che i soldati tonificavano il proprio corpo lavandolo con acqua di
timo e rinvigorivano il loro animo bevendo profumate tisane. I Romani sfruttavano le proprietà
antisettiche del timo per le conservazioni delle derrate alimentari e la purificazione dell'aria in
ambienti chiusi.
Nel Medioevo rametti di questa pianta erano tenuti sotto il cuscino per allontanare gli incubi
notturni o erano disegnati dalle dame sugli scudi dei propri amati per assicurarne il ritorno a
casa. Le proprietà medicinali e culinarie di quest’erba erano talmente note che Carlo Magno ne
ordinò la coltivazione in tutti gli orti dei monasteri.

      Proprietà: antisettiche, antibatteriche, disinfettanti, diuretiche; è efficace contro le
infezioni delle vie urinarie, gastrointestinale e respiratorie; Può essere aggiunto all’acqua calda
per aerosolterapia soprattutto da chi non può assumere farmaci.

      Uso alimentare
Il timo si abbina con molti cibi come carni arrosto o in umido, pesce, verdura, funghi, oli e aceti
aromatici; è usato anche per profumare vini e per preparare liquori; il suo infuso è un ottimo
sostituto di tè e caffè.

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Alunni 1 G

       Beloventsev Erika

       Cardaropoli Luigia

     Caruso Annapia Celeste

         Costabile Sara

       D’Aponte Antonio

      De Pascale Donatella

      De Simone Pasquale

       Di Mauro Andrea

       Esposito Marionico

       Gaeta Luisa Lucia

        Grimaldi Nicola

     Guadagno Ritamyriam

        Iannone Chiara

        Iannone Simone

       Iennaco Raffaella

        Morese Vincenzo

        Pecoraro Grazia

        Romano Cristian

      Salvati Irma Alessia

           Sessa Alda

         Telese Giorgio

         Torino Maria

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