Le basi dell'analisi tecnica - Grafici e indicatori quantitativi per l'analisi dei mercati finanziari
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Le basi dell’analisi tecnica Grafici e indicatori quantitativi per l’analisi dei mercati finanziari Gianluca Defendi gdefendi@class.it
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I presupposti fondamentali dell'analisi tecnica Lo studio dei mercati finanziari ha portato alla nascita e allo sviluppo di tre diverse scuole di pensiero: l'analisi fondamentale mira a determinare il valore intrinseco di società quotate al fine di individuare quelle che appaiono sottovalutate dai prezzi espressi dal mercato; la random walk theory si basa invece sull'ipotesi di efficienza dei mercati finanziari: secondo tale teoria i prezzi fluttuano irregolarmente attorno al proprio valore intrinseco spinti delle informazioni che continuamente arrivano sul mercato; l'analisi tecnica è invece lo studio del comportamento del mercato condotto attraverso l'esame delle serie storiche dei prezzi sia dal punto di vista grafico sia con l'utilizzo di opportuni indicatori.
I 3 presupposti di partenza 1) Il mercato sconta tutto: nei prezzi sono già incorporati tutti quei fattori di tipo fondamentale, politico, psicologico che ne hanno determinato l'andamento, con la conseguenza che ogni informazione disponibile è già riflessa nel prezzo. 2) I prezzi si muovono per tendenze (trend): un trend al rialzo (uptrend) è caratterizzato da minimi e massimi crescenti, mentre un trend al ribasso (downtrend) da minimi e massimi decrescenti. 3) La storia si ripete: il movimento dei prezzi e dei volumi, essendo il prodotto di una somma di azioni umane, riflette, attraverso andamenti ricorrenti e relativamente uniformi, la psicologia ed il comportamento dell'uomo. Per comprendere il futuro è quindi necessario studiare il passato, in quanto il futuro potrebbe esserne una ripetizione o presentare forti analogie.
La teoria di Dow I Gli indici scontano tutto: ogni possibile fattore riguardante la domanda e l'offerta è riflesso negli indici di borsa. In pratica tutto ciò che non può essere anticipato dal mercato viene assimilato e scontato nei prezzi; Il mercato ha tre trend: * il trend primario (primary o major trend) che riflette l'atteggiamento degli investitori verso l'evoluzione dei fondamentali relativi al ciclo economico e dura da uno a più anni; * il trend secondario/intermedio (intermediate trend) che rappresenta una correzione del trend primario ed ha una durata media compresa tra tre settimane e tre mesi. Queste correzioni intermedie (ritracciamenti) ripercorrono solitamente da 1/3 a 2/3 (tipicamente il 50%) della lunghezza totale del movimento precedente; * il trend minore (minor o short trend) che dura solitamente meno di tre settimane e rappresenta le fluttuazioni di breve periodo.
La teoria di Dow II Il trend primario ha 3 fasi: a) la prima fase è di accumulazione, si sviluppa con gli acquisti degli investitori più informati e si verifica quando tutte le notizie negative sono ormai già scontate scontate dal mercato; b) la seconda, in cui i cosiddetti trend followers prendono posizione, è la fase durante la quale i prezzi iniziano a salire rapidamente e le notizie economiche segnalano un continuo miglioramento nei fondamentali dell'economia; c) la terza fase si verifica quando le notizie societarie divengono sempre più positive e il grosso dei piccoli investitori entra sul mercato determinando una crescita esponenziale sia delle quotazione azionarie che del volume speculativo. Durante quest'ultima fase, in cui nessuno sembra intenzionato a vendere, gli investitori più informati cominciano invece a distribuire i titoli che avevano accumulato (per questo motivo è detta di distribuzione)
La teoria di Dow III Gli indici si devono confermare a vicenda. Dow, riferendosi all'indice industriale (Dow Jones Industrial) e all'indice ferroviario (oggi denominato Dow Transportations, allora Railways Index), sosteneva che nessun sostanziale cambiamento nel trend primario poteva verificarsi se entrambi gli indici non avessero dato la stessa indicazione. Finché cioè i due indici si muovono nella stessa direzione, il trend primario è in forza. Il volume deve confermare il trend: deve cioè espandersi nella direzione del trend primario. Se il trend primario è al rialzo, il volume dovrebbe espandersi quando i prezzi salgono e diminuire quando i prezzi scendono; in un trend primario ribassista, al contrario, dovrebbe aumentare quando i prezzi diminuiscono e diminuire quando i prezzi aumentano. Trend is your friend. Un trend è in atto finché non si verifica un segnale definitivo di inversione di tendenza.
L’analisi grafica I principi sanciti nella teoria di Dow costituiscono ancora oggi i presupporti fondamentali per l’analisi di tipo “grafico” che è possibile effettuare sui diversi mercati finanziari. Questo tipo di analisi può infatti essere condotta utilizzando una delle diverse metodologie di rappresentazione che si trovano all’interno dei più comuni software di analisi tecnica (Metastock, Tradestation, Advanced Get, Hot trader ecc…): le bar chart, la Candlestick analysis, il Point&figure, il Kagi, il Renko, il Three line break, l’Equivolume ecc… Il metodo più utilizzato è sicuramente il grafico a barre, comunemente chiamato bar chart. Questo grafico consente di rappresentare ogni movimento giornaliero attraverso una barra verticale che evidenzia i quattro più importanti prezzi delle seduta: il prezzo di apertura, il prezzo massimo, il prezzo minimo e quello di chiusura. La lineetta che si trova sulla sinistra della barra verticale rappresenta il prezzo di apertura mentre quella che si trova sulla destra evidenzia il prezzo di chiusura.
Le barre
La bar chart Barra a 1 minuto : ogni barra rappresenta 1 minuto di trading Barra a 5 minuti : ogni barra rappresenta 5 minuti di trading Barra a 10 minuti : ogni barra rappresenta 10 minuti di trading Barra a 15 minuti : ogni barra rappresenta 15 minuti di trading Barra a 60 minuti : ogni barra rappresenta 60 minuti di trading Barra giornaliera (daily) : ogni barra rappresenta una giornata Barra settimanale (weekly) : ogni barra rappresenta una settimana Barra mensile (monthly) : ogni barra rappresenta un mese
L’analisi grafica Le principali caratteristiche di un grafico a barre sono le seguenti: - sull’asse delle y (ordinate) sono evidenziati i prezzi; sull’asse delle x (ascisse) viene registrato il trascorrere del tempo; - nella parte inferiore viene solitamente evidenziato il volume; - i grafici possono avere un compressione giornaliera (daily), settimanale (weekly), mensile (monthly), trimestrale (quarterly) e addirittura annuale - il grafico può essere rappresentato su scala aritmetica (utilizzata per i grafici di breve periodo) o su scala logaritmica (utilizzata per il lungo periodo). L’obiettivo principale del grafico a barre è quello di evidenziare il trend. Il trend può essere di tre tipi: - trend rialzista (up trend), caratterizzato da una serie di massimi di minimi crescenti: - trend ribassista (down trend), caratterizzato da un serie di massimi e minimi decrescenti; - trend laterale (sideways trend), caratterizzato da una serie di massimi e di minimi sostanzialmente coincidenti (il mercato si muove cioè all’interno di una banda orizzontale).
Ascisse e ordinate – X e Y
Il trend rialzista
Il trend ribassista
Il trend laterale
Le barre
Le candele giapponesi
Barre e candele giapponesi
Un grafico a barre
Un grafico con le candele giapponesi
Un grafico Kagi
Supporti e resistenze I Il trend seguito dal mercato è determinato dai prezzi massimi e minimi (sia relativi che assoluti) visibili sul grafico a barre. Oltre a determinare la direzione del mercato, questi massimi e questi minimi assumono notevole importanza in quanto costituiscono i livelli di prezzo utilizzati dagli analisti per l’apertura di nuove posizioni. I minimi si verificano al termine di un movimento ribassista e vengono solitamente chiamati supporti. Sono livelli di prezzo in cui la pressione degli acquirenti (buyers) supera quella dei venditori (sellers) provocando in questo modo un rimbalzo dei prezzi. I prezzi arrestano cioè la loro discesa e cominciano a salire. I massimi si registrano invece al termine di un movimento rialzista e vengono chiamati resistenze. Sono cioè livelli di prezzo in cui la pressione dei venditori supera quella degli acquirenti, provocando la fine del movimento rialzista. I prezzi arrestano cioè la loro ascesa e cominciano a scendere.
Supporti e Resistenze
Supporti e resistenze II L’individuazione sui grafici a barre dei principali supporti e delle più forti resistenze avviene utilizzando una serie di regole “tecniche”: * un supporto statico coincide solitamente con un precedente minimo mentre una resistenza statica coincide solitamente con un precedente massimo; * supporti e le resistenze dinamiche vengono invece individuate utilizzando tracciando apposite linee di tendenza (trend-lines); * quando una resistenza viene superata diventa supporto mentre quando un supporto viene rotto diviene resistenza; * utilizzando predeterminate percentuali di ritracciamento (di Fibonacci).
Supporti e resistenze
Supporti e resistenze statici
Supporti e resistenze statici
Impulso e correzione I movimenti di mercato sono caratterizzati dall’alternanza tra fasi direzionali (impulse waves) e fasi di correzione/consolidamento (corrective waves) Le fasi direzionali sono i movimenti caratterizzati dalla presenza di un chiaro trend (rialzista o ribassista). Sono accompagnate da un incremento dei volumi e della volatilità. Le fasi correttive sono delle fisiologiche pause di riflessione che i prezzi si prendono prima di proseguire in direzione del trend primario. L’individuazione di queste fasi è importante per poter operare con logiche di trend following. Attraverso l’analisi grafica (figure di continuazione come flags, rettangoli) e l’utilizzo di alcune percentuali standard di ritracciamento (Fibonacci: 38,2-50-61,8%) si possono individuare dei livelli operativi sui quali costruire strategie operative. Durante queste fasi la volatilità si contrae e in volumi languano.
Il trend rialzista
Il trend ribassista
Le Trend Lines Le trend lines (o linee di tendenza) sono linee rette che uniscono due o più minimi (trend line rialzista) o due o più massimi (trend line ribassista). Se per disegnare una trend line sono necessari due punti, per confermarne la validità è inoltre necessario che la stessa trend line venga testata una terza volta. (regola del 3) Le trend lines svolgono due funzioni fondamentali: 1) determinano la direzione del mercato: il trend (rialzista o ribassista) del mercato è infatti evidenziato dall’andamento della trend line principale. La rottura di una trend line segnala quindi un cambiamento della direzione seguita dal mercato. 2) costituiscono importanti supporti e resistenza dinamiche. L’importanza di una trend line è direttamente proporzionale all’aumentare dell’ampiezza temporale (su cui è disegnata) e al numero di volte in cui è stata testata.
Le Trend Lines II Le trend lines vengono poi utilizzate per disegnare i cosiddetti canali. I prezzi fluttuano spesso all’interno di due linee parallele, la linea di tendenza principale e la linea del canale (detta return line). Durante un movimento rialzista (uptrend) si disegna prima la linea di tendenza principale, (tracciata in modo da unire i prezzi minimi) e poi si traccia la return line partendo dal primo massimo (relativo) verificatosi dall’inizio del movimento. Analizzando il comportamento seguito dai prezzi all’interno di una canale è possibile evidenziare come: - la rottura della linea di tendenza principale provoca un’inversione del trend seguito dal mercato mentre la rottura della return line provoca invece un’accelerazione del movimento in essere; - una volta che i prezzi fuoriescono dal canale, effettuano un movimento (minimo) pari alla profondità del canale.
Supporti e resistenze dinamiche
Supporti e resistenze dinamiche
Le figure grafiche Analizzando il movimento dei prezzi attraverso le bar charts, è possibile individuare alcune configurazioni grafiche che consentono di “prevedere” il futuro comportamento dei prezzi e di individuare specifici obiettivi di prezzo. Queste figure possono essere suddivise in due grandi gruppi: figure di continuazione, che costituiscono una semplice pausa del trend (rialzista o ribassista) in essere. Una volta completate il mercato (o il singolo titolo) proseguono nella direzione precedente a tali configurazioni. Le tipiche figure di continuazione sono: i triangoli, le flags (bandiere) e i pennants, la wedge formation e i rettangoli figure d’inversione, che provocano invece un’inversione del trend seguito dal mercato (da rialzista a ribassista e viceversa). Le principali figure di inversione sono: il testa e spalle, i doppi o tripli massimi e minimi e le spikes
Le figure d’inversione I: il testa e spalle La più conosciuta è sicuramente il testa e spalle (in inglese “head and shoulders”). Questa particolare configurazione si compone di una “testa” e di due “spalle”collegate fra loro da una trend line chiamata neckline. Il testa e spalle può essere di due tipi: head and shoulders top (testa e spalle ribassista): si verifica al termine di un movimento rialzista e provoca l’inizio di un down trend. Il trend rialzista porta il mercato a un primo top relativo posto al punto A (spalla sinistra) e, dopo una breve correzione (B), al top del punto C (testa). Da quest’ultimo livello ha inizio una breve correzione che termina al punto D. Il successivo rimbalzo, conduce il mercato a un nuovo top relativo (il punto E) che costituisce la spalla destra. Il mancato superamento del top (punto B) costituisce un primo segnale di debolezza e provoca una nuova correzione. La neckline che unisce il minimo della prima correzione(B) con quello della seconda (D) consente di evidenziare un importante supporto la cui rottura non solo determina il completamento della figura ma soprattutto provoca un’inversione ribassista del mercato; head and shoulders bottom (testa e spalle rovesciato o rialzista): si verifica al termine di un movimento ribassista e comporta l’inizio di un up trend. Il trend ribassista porta il mercato a un primo minimo relativo posto al punto A (spalla sinistra) e, dopo un breve rimbalzo (B), al minimo del punto C (testa). Da quest’ultimo livello ha inizio un secondo rimbalzo che termina al punto D. Il successivo indebolimento, conduce il mercato a un nuovo minimo relativo (il punto E) che costituisce la spalla destra. Il mercato fornisce un primo segnale di forza riuscendo a non portarsi al di sotto del minimo posto al punto B e rimbalza accompagnato di solito da un aumento dei volumi. La neckline che unisce il massimo del primo rimbalzo (punto B) con quello della seconda (D) consente di evidenziare un’ importante resistenza il cui superamento non solo determina il completamento della figura ma provoca soprattutto un’inversione rialzista del mercato. Questa particolare configurazione grafica permette di calcolare degli obiettivi minimi di prezzo: calcolando la distanza verticale tra la neckline e la testa (il punto C) e proiettandola in basso o in alto (a seconda che si tratti di un head and shoulders top o bottom) è possibile individuare il target price del successivo movimento.
Testa e spalle rialzista
Testa e spalle ribassista
Un tipico testa e spalle
I principali indicatori tecnici Alcuni analisti tecnici hanno creato numerosi indicatori in grado di: evidenziare situazioni di divergenza rispetto al movimento dei prezzi; segnalare stati di mercato caratterizzati da eccessi di domanda e di offerta (detti rispettivamente di ipercomprato e di ipervenduto); individuare la direzionalità e la forza dei movimenti di mercato; stabilire i momenti di sopravvento delle forze di domanda sull'offerta e viceversa (inversioni del trend); misurare la velocità dei movimenti di mercato evidenziandone i saggi positivi e negativi di variazione. Due tipologie di indicatori: A) Leading: reattivi. Ottimi per operare in trading-range B) Lagging: ritardatari. Ideali per individuare il trend primario.
Reattivi - Tendenza Rsi Medie Mobili Stocastico Macd Cci Adx Bande di Bollinger Parabolic Sar
Utilizzo degli indicatori Gli indicatori combinano i 4 prezzi più importanti della giornata, li mettono in relazione tra loro, li confrontano con i prezzi della/delle sedute precedenti per fornirci degli spunti di riflessione. Non bisogna mai dimenticare che: > I PREZZI MUOVONO GLI INDICATORI, non viceversa!
L’Rsi L'oscillatore RSI (Relative Strength Index) è stato ideato da J.W.Wilder e pubblicato nel libro: "New Concepts in Technical Trading Systems". Il RSI misura infatti l'intensità direzionale dei movimenti di mercato consentendo di individuare situazioni di mercato ipercomprato e ipervenduto. La formula per il calcolo del RSI è la seguente: RSI = 100 – (100 / ( 1 + RS)) RS = media delle chiusure al rialzo di x giorni / media delle chiusure al ribasso di x giorni. Sebbene Wilder consigli di utilizzare un periodo di 14 giorni per il calcolo del RSI, altri analisti utilizzano un periodo inferiore: normalmente, minore è l'estensione temporale, più frequenti ed ampie risultano le fluttuazioni dell'oscillatore. La formula dell'RSI impone all'indicatore di oscillare all'interno di su una scala verticale compresa tra 0 e 100: convenzionalmente i movimenti al di sopra della linea posta a 70 determinano una situazione di ipercomprato, mentre i movimenti al di sotto della linea del 30 di ipervenduto. Queste due situazioni indicano uno squilibrio evolutivo nella dinamica dei prezzi: se all'interno di queste aree si verificano delle divergenze tra il movimento dell'oscillatore e quello dei prezzi, ciò potrebbe preludere ad una possibile inversione di tendenza.
L’Rsi Wilder consiglia di utilizzare un periodo di 14 giorni per il calcolo del RSI. E’ preferibile tuttavia utilizzare RSI calcolato a 15 periodi (ossia un arco temporale che corrisponde a 3 settimane di contrattazione). Per il trading di brevissimo termine si può utilizzare anche un RSI a 5 periodi: chiaramente minore è l'estensione temporale utilizzato per calcolare l’oscillatore più frequenti ed repentine risultano le sue fluttuazioni. La formula dell'RSI impone all'indicatore di oscillare all'interno di una scala verticale compresa tra 0 e 100. Convenzionalmente: - livelli di RSI superiori ai 70 punti segnalano una situazione di ipercomprato; - livelli di RSI inferiori ai 20 punti segnalano una situazione di ipervenduto. Queste due situazioni indicano uno squilibrio evolutivo nella dinamica dei prezzi > se all'interno di queste aree si verificano delle divergenze tra il movimento dell'oscillatore e quello dei prezzi, ciò potrebbe preludere ad una possibile inversione di tendenza.
Come funziona l’Rsi
La ricerca delle divergenze DIVERGENZA RIALZISTA In un trend ribassista i prezzi disegnano minimi decrescenti mentre l’oscillatore disegna minimi crescenti DIVERGENZA RIBASSISTA In un trend rialzista i prezzi disegnano massimi crescenti mentre l’oscillatore disegna massimi decrescenti
Trend e oscillatori
Le divergenze
La Teoria di Elliott Ralph Nelson Elliott (1871-1948) ha elaborato una teoria sul comportamento del mercato azionario che costituisce un completamento indispensabile alla teoria di Dow. Nel 1946 Elliott pubblicò il volume "Nature's Law: The secret of the Universe": tale titolo deriva dalla convinzione che la sua teoria sul mercato azionario facesse parte di una ben più vasta legge naturale che governa tutte le attività umane. Elliott notò infatti che tutti i cicli della natura (siano essi delle maree, dei corpi celesti, dei pianeti, del giorno e della notte) avevano la capacità di ripetersi indefinitamente a causa della concomitante presenza di due forze contrastanti, una costruttiva e una distruttiva. La Elliott Wave Theory sostiene infatti che il mercato azionario segue un ritmo ripetitivo di 5 onde al rialzo (dette impulse waves o onde d'impulso) seguite da tre onde al ribasso (dette corrective waves o onde correttive): un ciclo completo è quindi formato da 8 onde delle quali 5 sono rialziste (le onde 1, 3, e 5) e 3 ribassiste (le onde 2 e 4). Una volta completato il rialzo delle cinque onde numerate, cominciano tre onde di correzione, identificate dalle lettere a, b, c.
La Teoria di Elliott Ogni onda si suddivide in onde di grado inferiore le quali, a loro volta, possono essere suddivise in onde di grado ulteriormente inferiore: il fatto che un'onda si suddivida in cinque o tre onde dipende dalla direzione della grande onda che contiene il movimento. Così le onde (1), (3) e (5) sono suddivise a loro volta in cinque onde perché l'onda, che le contiene, è rialzista; poiché le onde (2) e (4) si stanno movendo in contro tendenza, si suddividono in sole 3 onde. Elliott identifica ben tredici configurazioni grafiche riscontrabili sia nelle onde d'impulso (tipicamente i triangoli diagonali) sia nelle onde di correzione (denominati zig-zags, flats e triangoli). Dall'analisi di tali figure ricava poi due principi fondamentali: il principio dell'estensione secondo il quale in un mercato al rialzo (formato quindi da 3 onde d'impulso e 2 correttive) solo una onda d'impulso può estendersi (solitamente l'onda 3 centrale); il principio dell'alternanza secondo la quale le figure che si sviluppano nelle onde di correzione tendono ad alternarsi: cioè se la 2a onda correttiva è stata una figura semplice (di tipo a, b, c), la 4a onda probabilmente sarà una figura complessa (ad esempio un triangolo).
Lo schema di riferimento
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