LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala

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LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
LA SCALA
                         MAGAZINE
Foto Brescia-Amisano

                          MAGGIO 2022
LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
Il mese di maggio si apre con il ritorno    Teatro con un programma che accosta
                                       sul palcoscenico scaligero di Un ballo      le composizioni “italiane” di Schubert
                                       in maschera, che alla Scala manca dal       e Mendelssohn alla Concertante per
                                       2013. L’opera si colloca tra i capolavori   fiati K 297b con Fabien Thouand, Fa-
                                       di Verdi ma anche tra i titoli più com-     brizio Meloni, Valentino Zucchiatti e
                                       plessi dal punto di vista drammaturgico     Danilo Stagni. La direttrice Speranza
                                       e musicale e avrebbe dovuto segnare         Scappucci si è raccontata a Luca Bac-
                                       un passo ulteriore nel percorso ver-        colini. Particolarmente attesa tra i re-
                                       diano di Riccardo Chailly. A causa di       cital di canto è la serata che segna il ri-
                                       un’indisposizione il Direttore Musi-        torno di Anna Netrebko: la grande
                                       cale ha ceduto il podio a Nicola Lui-       cantante sarà in palcoscenico con Elena
                                       sotti, che celebra così i suoi vent’anni    Maximova, Malcolm Martineau e il
                                       di direzioni alla Scala e che nelle due     giovane violinista italiano Giovanni
                                       ultime rappresentazioni sarà a sua volta    Andrea Zanon che abbiamo chiesto a
                                       sostituito da Giampaolo Bisanti, fresco     Liana Püschel di intervistare.
                                       del successo riscosso con Adriana Le-       Spazio al contemporaneo con il Festi-
                                       couvreur. Raffaele Mellace, nuovo           val Milano Musica, che a partire da
                                       consulente scientifico della Fonda-         quest’anno si è spostato in primavera:
                                       zione, ha conversato con il M° Luisotti     Gianluigi Mattietti ci racconta il pro-
                                       sulla partitura e la sua collocazione       gramma, dal titolo suggestivo “Suoni
                                       nell’arco creativo verdiano. Mattia         d’ombra: Orfeo, Euridice, Hermes”.
                                       Palma ha invece intervistato Marco          Tra i personaggi che animano la platea
                                       Arturo Marelli, regista di casa nei mag-    scaligera abbiamo scelto di presentare
                                       giori teatri europei ma al debutto alla     Marco Mazzoleni, imprenditore e me-
                                       Scala, che ha firmato anche scene e         cenate ma anche spettatore fedelissimo
                                       costumi di un allestimento che sottoli-     e intelligente commentatore sui social
                                       nea l’ineluttabilità del fato dei prota-    media. E proprio i social media sono al
                                       gonisti.                                    centro dell’attività di Silvia Farina, la
                                       Per la Stagione di Balletto va in scena     nostra collega che racconta la sua vita
                                       Sylvia, ripresa dello sfarzoso spetta-      alla Scala dedicata alla gestione del sito
                                       colo che aveva inaugurato la Stagione       web e della comunicazione digitale.
                                       2019-2020 con la coreografia di Ma-         Maggio è per noi un mese speciale per-
                                       nuel Legris e scene e costumi di Luisa      ché accanto alla normale programma-
                                       Spinatelli. Carla Vigevani ha esplorato     zione gli uffici si dedicano ai prepara-
                                       il carattere del personaggio principale     tivi dell’annuncio del programma della
                                       insieme alle quattro protagoniste che lo    nuova Stagione, previsto per l’inizio di
                                       incarneranno: Martina Arduino, Nico-        giugno. Ultimi ritocchi, verifiche e
                                       letta Manni, Maria Celeste Losa e           conferme per un calendario ricco e ar-
                                       Alice Mariani.                              ticolato, mentre si riduce l’impatto
                                       La Filarmonica della Scala prosegue         della pandemia.
                                       l’attività per la Stagione Sinfonica del                               Paolo Besana

SOMMARIO

IL SINFONISMO DEL BALLO           2

IL “DRAMMA GIOCOSO” DI VERDI      6

SYLVIA, DONNA E NINFA GUERRIERA   10
TRA MITOLOGIA E MODERNITÀ

DI VIANDANTE IN VIANDANTE         14

DIALOGHI TRA VIOLINO E DIVE       18

NUOVI PARADIGMI A MILANO MUSICA 20

FOYER. MARCO MAZZOLENI            22

SCALIGERI. SILVIA FARINA          23

                                                                                                                            1
LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
Il sinfonismo
             del Ballo

      Nicola Luisotti torna alla Scala con Verdi
      per Un ballo in maschera dopo Il trovatore di due anni fa

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LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
Nicola Luisotti

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                      Foto Rudy Amisano
LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
M    aestro, Un ballo in maschera,       molto prolungato, che viene svilup-      Verdi, ormai proiettata verso La
per usare un eufemismo, non ha           pato, modula in maggiore, ritorna in     forza del destino: ci fa già assaporare
avuto vita facile a causa della cen-     minore, quasi fosse uno Scherzo con      il compositore dell’Aida e del-
sura.                                    il suo Trio centrale e la Coda. Se gli   l’Otello…
È qualcosa che mi fa molto riflettere,   interpreti, come i nostri fanno, can-
quanto cioè alcuni capolavori arri-      tano a tempo si ha l’idea d’un brano     Una partitura come questa ri-
vino a noi attraverso sacrifici im-      compiuto, come a dire d’un quadro        chiede particolare attenzione al-
mensi da parte dei loro autori. Si       con la sua cornice. Si può parlare       l’orchestra.
pensi a quest’opera: già con il Rigo-    d’una concezione sinfonica dei nu-       Un ballo in maschera è molto avan-
letto Verdi aveva avuto molti pro-       meri di Un ballo in maschera. Si         zato sul piano dell’orchestrazione,
blemi con la censura, ma qui que-        pensi all’aria di Amelia, introdotta     che non è più essenziale: l’orchestra
st’ultima ha un’influenza enorme.        da un preludio di grande potenza sin-    non si limita più all’accompagna-
Quello che genera un capolavoro è        fonica: non una semplice introdu-        mento. Verdi si preoccupa molto se-
spesso il limite imposto dall’esterno.                                            riamente del tessuto orchestrale, a
In un sistema in cui vi fosse libertà                                             cominciare dal Preludio. Qui per la
assoluta, si rischierebbe di non riu-      Ballo è una partitura                  prima volta nella sua carriera, Verdi
scire a prendere una direzione pre-              scritta da un                    impiega gli armonici degli archi, per
cisa. Invece le restrizioni – come                                                lui una grande novità. Non si tratta
quelle delle regole del contrappunto,           compositore                       però solo del singolo colore, ma in
che ti vietano tutta una serie di rap-    consapevole dei propri                  generale della qualità dell’orche-
porti – ti costringono a cercare una                                              strazione, del tessuto che sostiene le
soluzione che porta alla creazione         mezzi, un’opera che                    frasi liriche, ad esempio nel duetto
di musica di valore. La costrizione          anticipa la grande                   dell’atto II, che termina come un
della libertà è capace di generare                                                mare in tempesta quando Amelia fi-
cose straordinarie: il limite impone         maturità di Verdi,                   nalmente dichiara a Riccardo il pro-
di superarsi. Così era avvenuto a         ormai proiettata verso                  prio amore. Ma pensiamo all’inizio
Bach, che sembra abbia iniziato il I                                              dello stesso atto, in cui Verdi chiede
libro del Clavicembalo ben tempe-          La forza del destino:                  al librettista Antonio Somma dei
rato mentre si trovava in prigione a        ci fa già assaporare                  versi spezzati che restituiscano bene
Weimar, senza nemmeno una tastiera                                                la condizione psicologica del perso-
a disposizione. Nel nostro caso l’in-          il compositore                     naggio. Il cantabile è preceduto da
tervento della censura, la fatica che     dell’Aida e dell’Otello                 una scena e ancor prima da un pre-
tutto questo processo ha comportato                                               ludio sinfonico di diversi minuti di
per Verdi e per Antonio Somma, che                                                musica bella, potente. Oppure si
alla fine non volle nemmeno com-         zione all’aria ma una pagina di          pensi all’assolo del corno inglese,
parire sulla stampa del libretto, sem-   grande forza ed energia, segno d’una     impiegato in modo nuovo, con gli ar-
bra si sia trasfusa in quei momenti di   nuova maturità raggiunta da Verdi.       chi che sussurrano, respirano, sospi-
rabbia estrema che l’opera contiene.     Verdi aveva peraltro già dato prova      rano. Il percorso dal Nabucco attra-
                                         di un’evoluzione persino all’interno     verso l’Attila, I masnadieri, Luisa
Cosa la colpisce soprattutto di          della stessa opera: mi riferisco alla    Miller, la trilogia popolare, ci mostra
questa partitura?                        Luisa Miller, che inizia donizettiana    un Verdi che resta fedele a se stesso
Si può parlare di un Verdi che ri-       e termina come la partitura d’un         ma si rinnova di continuo.
torna alle origini dei suoi studi. La    Verdi personalissimo, al passo con
partitura ha molto a che fare con        opere della maturità. Ballo è una par-   Cosa rappresenta Giuseppe Verdi
Beethoven. Il tema del terzetto del-     titura scritta da un compositore con-    per lei?
l’atto primo è di fatto quello d’uno     sapevole dei propri mezzi, un’opera      Insieme a Mozart, Wagner, Strauss,
Scherzo: si tratta di un momento         che anticipa la grande maturità di       Verdi è uno dei più grandi composi-

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tori dell’umanità, di quelli che hanno    nuovamente come assistente e infine       Oscar meraviglioso, ha molto piglio,
regalato il futuro dell’opera, cioè il    spesso come direttore: la prima volta     rende bene il personaggio come
nostro presente: se non ci fossero        a Toronto, nel 2002, esattamente ven-     Verdi l’ha concepito. L’orchestra e il
stati, l’opera oggi sarebbe soltanto      t’anni fa; poi a Genova, a Madrid, a      coro stanno lavorando molto bene.
una curiosità. Quand’ero giovane ero      San Francisco…                            Mi sembra un sogno.
appassionato di Verdi; crescendo
sono diventato quasi maniacale nei        Come si è evoluto attraverso que-                                Raffaele Mellace
suoi confronti, la passione si è tra-     ste tappe il suo rapporto con Un
sformata in un grande amore. Verdi        ballo in maschera?                        4, 7, 10, 12, 14, 19,
siamo noi, è l’Italia. Recentemente       Nel 2002 ero un direttore più istin-      22 (ore 14.30) maggio 2022
ho diretto Macbeth a Zurigo e il pub-     tivo, volevo dimostrare chi ero; ora
blico ha reagito come a un concerto       invece mi interessa proporre l’opera      Giuseppe Verdi
rock. Ti senti orgoglioso di essere       di Verdi. Non m’interessa più uti-        Un ballo in maschera
italiano: grazie a Verdi, il mondo        lizzare l’opera di Verdi per mettere
dice “questa è l’Italia”, questa è        in risalto Nicola Luisotti, quanto al     Nicola Luisotti (4, 7, 10, 12, 14)
l’Italia che vogliamo, la grande bel-     contrario utilizzare Nicola Luisotti      Giampaolo Bisanti (19, 22)
lezza, per dirla con Sorrentino. Il       per mettere in risalto l’opera di         direttore
messaggio musicale è il più potente       Verdi. Ora ho una concezione com-         Marco Arturo Marelli,
che abbiamo a disposizione: la poe-       pletamente diversa del suono: ho          regia, scene e costumi
sia, la pittura, la scultura implicano    conservato l’energia, ma sono più         Marco Filibeck, luci
una conoscenza della lingua e del         delicato, riflessivo, ricerco il suono    Riccardo
soggetto, mentre la musica arriva co-     più bello, cerco di portare i musici-     Francesco Meli
munque. E attraverso la musica            sti a divertirsi, così che possano        Renato
Verdi ci racconta cose straordinarie,     esprimere al meglio il loro talento,      Luca Salsi (4, 7, 10, 12, 14) /
parla a qualunque uomo sulla faccia       una volta che è stato liberato. E poi     Ludovic Tézier (19, 22)
della Terra. Io ho diretto moltissimo     proporre Un ballo in maschera alla        Amelia
Verdi all’estero: al Metropolitan, a      Scala, benché la mia esperienza al        Sondra Radvanovsky
Londra, Parigi, Monaco, Zurigo; ho        Teatro Real, che amo molto, sia an-       Ulrica
eseguito tantissimo Verdi al Teatro       cora recente, aggiunge qualcosa in        Yulia Matochkina
Real, anche Puccini ma principal-         più all’esperienza di dirigere que-       Oscar
mente Verdi. Mi ci dedico perché è        sta partitura. Per questo sono molto      Federica Guida
un compositore da vivere e studiare,      grato a Riccardo Chailly per avermi       Silvano
da approfondire. Ogni volta che ri-       ospitato in questa sala tanto illustre,   Liviu Holender
faccio un’opera già diretta trovo         per un titolo sul quale aveva già         Samuel
sempre qualcosa di nuovo, perché          molto lavorato.                           Sorin Coliban
sono io a essere nuovo, e cerco di ap-                                              Tom
profondirla ogni volta di più.            Cosa possiamo dire del cast di            Jongmin Park
                                          questa nuova produzione?                  Un giudice
Un ballo in maschera è un titolo          Un ballo in maschera è un’opera           Costantino Finucci
che ha già diretto diverse volte.         che adoro, ma di cui è estremamente       Un servo d’Amelia
L’ho affrontato negli anni Novanta        difficile mettere insieme il cast. Oc-    Paride Cataldo
come maestro del coro al Teatro Mas-      corre un cast di fuori classe, assolu-
simo “Bellini” di Catania: è stato lì     tamente fuori del comune. Ho avuto        Orchestra e Coro
che, il 23 settembre 1997, ho iniziato,   Sondra Radvanovsky a Madrid,              del Teatro alla Scala
grazie a Piero Rattalino, la mia car-     dove è stata straordinaria. Luca Salsi    Alberto Malazzi, maestro del Coro
riera di direttore con il Requiem in do   e Francesco Meli stanno facendo un        Nuova produzione Teatro alla Scala
minore di Cherubini. L’ho affrontato      gran lavoro; Federica Guida è un

                                                                                                                         5
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Il “dramma giocoso”
di Verdi

    Secondo il regista Marco Arturo Marelli,
    al centro di Un ballo in maschera c’è la profonda umanità
    di personaggi che corrono verso il proprio destino

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LA SCALA - MAGGIO 2022 - Teatro alla Scala
Marco Arturo Marelli

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Il regista svizzero Marco Arturo Ma-         è in definitiva l’unica vera prospet-       Penso che Verdi non volesse più scri-
relli ha già esplorato a fondo il teatro     tiva: tutte le strade conducono ad          vere un’opera storica. Dopo I vespri
verdiano della maturità: ben tre edi-        essa. Ma è il modo in cui ci si rap-        siciliani ne aveva avuto abbastanza di
zioni del Don Carlo, in francese e in        porta a questa prospettiva ciò che in-      questo genere. Il libretto originale di
italiano, in quattro e in cinque atti, poi   teressava a Verdi, non solo qui. Ho         Gustave III, ou Le bal masqué è dello
Simon Boccanegra, Falstaff, l’opera          cercato di dare vita a questo tema in       stesso autore dei Vespri: Eugène
del cuore, ma anche titoli meno fre-         uno spazio scenico, concependo uno          Scribe. Daniel-François-Esprit Auber
quentati come il più giovanile Stiffe-       spazio fortemente prospettico che           è stato il primo a metterlo in musica.
lio. Alla Scala debutta con un capola-       conduce nel profondo, nel niente, nel       Poi il materiale giunse rapidamente in
voro stimolante, sospeso tra tragedia        buio più nero. Questo spazio è pro-         Italia e fu composto in varie occa-
e commedia: Un ballo in maschera, di         gettato con un dipinto illusionistico       sioni, anche da Mercadante, ma sem-
cui cura oltra alla regia anche scene e      che simboleggia i sogni dell’eroe, le       pre spostando l’azione in tempi pre-
costumi. Sul podio si alternano Ni-                                                      cedenti e lontani. Anche Bellini si è
cola Luisotti e Giampaolo Bisanti,                                                       interessato all’argomento, rendendosi
protagonisti Francesco Meli, Sondra               In quest’opera                         subito conto che la morte finale del re
Radvanovsky e Luca Salsi.                                                                protagonista non sarebbe stata per-
                                                  sperimentiamo                          corribile. Proprio questo fu il cam-
Un ballo in maschera è una delle                una persona che si                       biamento richiesto a Verdi dalla cen-
opere più eterogenee di Verdi, in                                                        sura di Napoli. Ma lui non ne volle
cui commedia e tragedia si sovrap-             arrende a una spinta                      sapere di modificare la trama, così
pongono di continuo. Il musicologo                verso la morte:                        eliminò dal libretto i riferimenti sto-
Julian Budden lo definisce addirit-                                                      rici e si concentrò sul contenuto più
tura il Don Giovanni di Verdi. È                   è una sorta di                        interiore dell’opera: quello che gli in-
d’accordo?
Sì, l’opera può anche essere definita
                                               “forza del destino”,                      teressava era la rappresentazione psi-
                                                                                         cologica di un essere umano. Sono
una commedia con una cornice di                  dunque un tema                          convinto che quest’opera segni una
lutto. I due elementi si fondono e si                                                    svolta nel suo percorso artistico: dà
intrecciano in modo da renderla
                                                    esistenziale                         inizio alla sua piena maturità.
unica. Si può certamente vedere in                   per Verdi,
questo un parallelo con il “dramma                                                       Il personaggio di Riccardo in più
giocoso” di Mozart, non solo nella             che attraversa molte                      occasioni sembra soggiogato da un
struttura, ma anche in una certa rela-
zione tra i protagonisti. Entrambi mo-
                                                  delle sue opere                        impulso autodistruttivo: cosa lo
                                                                                         spinge costantemente verso
strano poca inclinazione alla rifles-                                                    l’abisso?
sione interiore, entrambi amano la           sue fantasie e illusioni interiori che lo   Facendo scivolare “dell’oro e un
distrazione e, anche se in modi di-          accomunano ai personaggi di Kleist.         grado” nella tasca di Silvano, rea-
versi, entrambi sfidano il destino, gio-     Spostando lateralmente questi ele-          lizza la profezia di Ulrica. Poi l’in-
cano con esso. Riccardo compie il            menti, si creeranno anche molte altre       dovina gli annuncia la sua morte per
suo destino in modo opprimente.              prospettive.                                mano di un amico. Poche ore dopo,
Ignora qualsiasi avvertimento, nega                                                      Riccardo ha un appuntamento con
la profezia cercando di aggirarla, di        Un ballo in maschera è stata una delle      Amelia, la moglie del suo migliore
scappare da essa, e così corre dritto        opere più problematiche per Verdi           amico Renato. Quando quest’ultimo
verso la morte. Sicuramente la morte         dal punto di vista della censura.           lo salva dai suoi inseguitori, gli con-

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segna Amelia e gli chiede di por-        punto che mi interessa: cosa cerca        vamente tutto questo, mi sono ricor-
tarla a casa. A quel punto lui non       Riccardo in lei? A pensarci bene, non     dato alcuni versi di Hölderlin:
pensa nemmeno a cosa potrebbe suc-       c’è alcuna componente erotica nel         “L’onda del cuore non si leverebbe
cedere se Renato venisse a sapere        duetto. Sembra che nella sua solitu-      spumeggiando sì bella e diventerebbe
della relazione di sua moglie con lui:   dine voglia solo sapere di essere         spirito, se non le si rizzasse contro
preferisce indulgere su false illu-      amato da lei. Cosa sta cercando in        l’antico muto scoglio”. Sulla scena
sioni. Anche nel finale avviene qual-    lei? Sigmund Freud direbbe sicura-        comparirà una grossa pietra, per sim-
cosa di simile, quando lei lo avverte    mente: l’amore di una madre…              boleggiare un luogo carico di potere
di andare via dalla festa. In que-       Spesso in una donna si cerca la copia     occulto: un masso antico che attira le
st’opera sperimentiamo una persona       della madre. Ma se Riccardo amasse        onde come noi veniamo attratti dal
che si arrende a una spinta verso la     veramente Amelia, credo che si tire-      nostro destino.
morte: è una sorta di “forza del de-     rebbe indietro.
stino”, dunque un tema esistenziale                                                Altra figura importante ed enig-
per Verdi, che attraversa molte delle    Il terzo personaggio di questo            matica è Oscar: soprano en travesti
sue opere. Ma al contempo ci viene       triangolo è Renato.                       in cui si può forse intravedere l’ere-
posta una questione altrettanto im-      La grandezza del genio di Verdi è         dità di Cherubino.
portante: l’uomo possiede veramente      riuscire a fare della struttura musi-     Penso che il paragone sia fuorviante.
un libero arbitrio? E come ci si rela-   cale un ritratto dell’anima dei per-      Cherubino è tormentato dalle prime
ziona ad esso? Questa libertà può        sonaggi. Prendiamo la prima aria di       passioni amorose, che lo confondono
essere conquistata solo attraverso la    Renato, che è molto tradizionale.         completamente. Oscar, d’altra parte,
propria negazione?                       Deve esserlo per rappresentare il ri-     è un ragazzo sfacciato. Più di un’ot-
                                         gore e la sincerità del personaggio:      tava lo separa dal personaggio di Mo-
Veniamo alla storia d’amore impos-       un uomo devoto e consapevole di           zart con le sue smaglianti colorature,
sibile tra Riccardo e Amelia, che è      sé. La seconda aria invece è una          sembra piuttosto provenire dall’opera
stata a volte paragonata a quella tra    delle più emozionanti mai scritte per     francese. È un piccolo residuo della
Tristano e Isotta, anche solo per la     baritono.                                 figura storica di Gustavo III di Sve-
collocazione del grande duetto                                                     zia: è noto che preferisse i paggi…
d’amore nel secondo atto. È d’ac-        Ulrica è un altro dei personaggi
cordo?                                   chiave dell’opera, sta in scena po-       Infine il ballo, mascherata metafo-
È un paragone che non trovo convin-      chissimo, solo nel secondo quadro         rica o reale?
cente. A parte che manca il filtro       del primo atto. Ma qual è il suo          Sorprendentemente, Verdi non ha
d’amore, ma nell’opera di Wagner i       ruolo? È una vera indovina o è solo       scritto musica da ballo, anche se cer-
personaggi sono profondamente in-        una truffatrice?                          tamente avrebbe potuto farlo. In que-
vischiati dal senso di colpa per una     Verdi prende molto sul serio questa fi-   sta scena la struttura della musica è
storia accaduta in precedenza. In        gura: non è una zingara da fiera, piut-   estremamente dura, direi quasi mili-
Verdi non è così: i due in pratica si    tosto una Cassandra, una figura ar-       tare. Solo quando gli innamorati si in-
conoscono a malapena, si sono os-        chetipica come la Pizia delfica seduta    contrano per l’ultima volta risuona un
servati sempre e solo da lontano. Ep-    sul baratro. Dopo la musica da ballo      minuetto pieno di sentimento. Il modo
pure a Riccardo, che sicuramente po-     alla Offenbach alla fine del primo        migliore per descrivere la solitudine
trebbe avere molte donne, Amelia         quadro, nel secondo la temperatura        dell’amore e la sua disperazione è mo-
sembra la donna ideale: la moglie del    cambia completamente e la musica          strarlo in un contesto sociale.
suo migliore amico, che per giunta ha    assume la forza di un meteorite. Cer-
anche un figlio. Ecco, questo è un       cando un’immagine per tradurre visi-                             Mattia Palma

                                                                                                                         9
Sylvia, donna
       e ninfa guerriera
       tra mitologia
       e modernità

      Torna alla Scala l’atmosfera arcadica di Sylvia.
      Quattro protagoniste si alternano per esaltare le particolarità
      del personaggio: Martina Arduino, Nicoletta Manni,
      Maria Celeste Losa e Alice Mariani

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Foto Brescia-Amisano                       Foto Brescia-Amisano

                                                 Martina Arduino

     Maria Celeste Losa
                                                   Nicoletta Manni

     Alice Mariani

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                          Foto Brescia-Amisano                       Foto Brescia-Amisano
D   opo aver inaugurato con successo         il lavoro in sala, innanzitutto sulla re-   mi sento molto vicina a ruoli di donne
la Stagione 2019-2020, torna ad affa-        sistenza, perché è un balletto molto        forti e coraggiose, come Kitri, o anche
scinare Sylvia di Manuel Legris, che         lungo e ricco; l’esperienza e la cre-       Tatiana; è intrigante incarnare questi
ha dato nuova vita e nuova veste a           scita di questi due anni porteranno         caratteri all’interno di una coreografia
uno dei grandi classici dell’Ottocento.      maggiore arricchimento. Il mio obiet-       tecnicamente impegnativa; la sfida con
Ispirato al dramma pastorale Aminta          tivo è viverlo come sono io oggi, e         Sylvia è stata riuscire a esprimere tutte
di Torquato Tasso, Sylvia ou la Nym-         mettere nuove sfumature non tanto           le sue sfaccettature, anche il lato più
phe de Diane andò in scena all’Opéra         nel personaggio, forte ma sensibile,        romantico, intimo e delicato, direi
di Parigi nel 1876 con la straordinaria      che avevo sentito mio già allora, ma        amorevole. È combattiva, ma com-
partitura di Delibes, raffinata e ric-       nei dettagli e nella musicalità. Due        batte anche per l’amore; questo è il
chissima. Nel solco della tradizione         anni fa ero concentrata sul ruolo; ri-      punto. Legris ci ha dato molte indica-
francese, Legris ha mantenuto lo spi-        vedendo ora in video questa produ-          zioni sui punti chiave, di svolta: ad
rito originario, aggiungendo un tocco        zione, davvero mi sembra una com-           esempio all’apparizione di Eros, Syl-
di freschezza, per riportare il piacere      binazione perfetta di coreografia e         via posa l’arco, un gesto chiarifica-
di assistere a un balletto di tutto ri-      musica, e credo sia questo che le dà        tore: non è più il momento di sfoggiare
spetto tra i classici di repertorio. Quat-   freschezza: è giusta, precisa, ricca an-    la forza, deve volgere la sua atten-
tro danzatrici, quattro giovani donne        che per il corpo di ballo, esalta la bra-   zione su altro. Sylvia è sempre in
si immergono nella storia di una ninfa       vura della compagnia, mette in risalto      scena, al cospetto di esseri umani e di
cacciatrice, che da fredda guerriera si                                                  divinità e si rapporta in maniera di-
trasforma grazie alla scoperta del-                                                      versa con i vari personaggi; come cac-
l’amore. Per Legris, intervistato nel                 Per Legris                         ciatrice è forte, con l’apparizione di
programma di sala, “Sylvia è una                                                         Eros si calma, con Orione è impaurita
donna forte, coraggiosa, seducente,                    “Sylvia                           e spaventata da un mondo diverso dal
artefice del suo destino. Questo è un             è una donna forte,                     suo e nel finale svela il suo lato più de-
tema oggi molto attuale. Inoltre, i rap-                                                 licato e lirico. E poi c’è Aminta: fin da
porti sentimentali e l’intreccio amo-                coraggiosa,                         subito manifesta il suo amore e, senza
roso che costituiscono il centro della                seducente,                         imporsi, aiuta Sylvia a lasciarsi an-
vicenda sono temi che restano uni-                                                       dare. La freccia di Eros? Arriva dritta
versali e trascendono ogni epoca”.                 artefice del suo                      al cuore di Sylvia, e credo sia la sua
                                                       destino.                          salvezza: entra in scena tutta di un
Martina Arduino, che ha aperto le                                                        pezzo, ma questa freccia la porta a
rappresentazioni nel 2019, ricorda                Questo è un tema                       scoprire nuovi sentimenti e le fa vivere
bene le prime impressioni di questo                      oggi                            un’avventura che mai avrebbe pen-
nuovo lavoro. “È stata un’esperienza                                                     sato di vivere. Il lavoro sulla tecnica
nuova e diversa, perché diverso era il              molto attuale”                       riflette queste sfaccettature ed è pre-
metodo di lavoro di Legris: una gran-                                                    sente anche in momenti apparente-
dissima precisione sulla musica, quasi       i ruoli solistici, tutto in modo molto      mente e musicalmente meno impe-
estrema, per tirar fuori l’espressione       bilanciato. Inoltre, contare sul coreo-     gnativi; ma il clou per me è la prima
del personaggio e del passo tecnico.         grafo in sala è sempre speciale, e an-      entrata: dev’essere di grande impatto
Questo secondo me ha dato carattere          cora di più se è anche il nostro diret-     sul pubblico, che vede Sylvia per la
e particolarità al ruolo e al balletto.      tore, con cui lavoriamo ormai da un         prima volta, è piena di salti e di ener-
Sylvia ha tante variazioni tra loro di-      anno, che ci conosce come persone,          gia, poi prosegue con variazioni, mo-
verse, con dettagli musicali specifici,      come artisti, come professionisti;          menti di controllo, molto danzati. La
e la coreografia è stata cucita proprio      penso che questo porti nuova ispira-        difficoltà fisica sta nell’alternanza di
su questi ritmi, per dare l’idea di un       zione anche a lui”.                         momenti lirici ed esplosivi in una pre-
tutto molto legato. I movimenti però                                                     senza molto lunga in scena e nella mo-
sono molto confortevoli da eseguire:         Nei balletti di repertorio, ma an-          dernità di uno stile che richiama però
ricordo di aver pensato a un mix tra la      che nel moderno, Nicoletta Manni            le grandi scuole: italiana, francese
pienezza e complessità di passi di Nu-       ha sempre avuto una predilezione            come nel pizzicato con movimenti dei
reyev e la fluidità di Balanchine. È         per i ruoli che hanno una evolu-            piedi molto curati e molto veloci, ma
molto bello oggi riprendere il ruolo e       zione. “Come personalità e carattere        anche russa, soprattutto nella prima

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entrata, molto classica, lineare, con       emotivo. Per Diana ho lavorato su             particolarità sono i tanti e importanti
salti, attenzione alle braccia. Nono-       postura e presenza scenica per tra-           passi a due con diversi personaggi
stante per la ballerina sia uno dei mo-     smettere con il corpo la forza e l’au-        maschili - solitamente il partner è uno
menti più difficili da affrontare, dà la    torità di una dea, e anche su panto-          per tutto il balletto - e con diverso
carica, la forza e l’energia che serve      mima e mimiche, per rendere chiara            stile; sarà bello poter mostrare tutti
per affrontare tutto il balletto”.          la storia; anche per Sylvia ho lavorato       questi lati, e in più alla Scala! Dan-
                                            sulla forza, all’inizio è imperscruta-        zare su questo palcoscenico per la
Per Legris il celato amore di Diana         bile come Diana, ma questo velo poi           prima volta un ruolo principale in un
per Endimione è la chiave di volta          sparisce e affiora il suo cuore. Sono         balletto tutto incentrato sulla prota-
di tutto il balletto. Per questo ha         ruoli bellissimi, e questo balletto è         gonista mi crea tensione ma anche
aggiunto un prologo in cui la vi-           speciale per me: due anni fa lavorare         tanta felicità, perché è proprio questo
sione del suo amante svela subito il        per la prima volta con il maestro Le-         che cercavo e che mi ha dato la spinta
suo segreto e l’incongruità di ciò          gris mi ha fatto molto crescere tecni-        a entrare nel Corpo di Ballo della
che vorrebbe imporre a Sylvia e             camente e artisticamente, con la              Scala: esplorare il lavoro sul grande
alle sue cacciatrici, la castità. Maria     prima opportunità di un ruolo princi-         repertorio, che nei miei anni in Ger-
Celeste Losa ha interpretato il             pale in un balletto di tre atti. Ripren-      mania non ho affrontato spesso. La
ruolo di Sylvia e anche quello di           derlo ora sarà interessante, avendolo         presenza costante del coreografo (e
Diana. “Diana è una dea, non mani-          già danzato posso migliorarlo e ap-           direttore) in sala mi tranquillizza,
festa la sua sensibilità; l’amore per       profondirlo”.                                 rende tutto più facile e coerente...
Endimione è nella sua mente, non                                                          Dunque, spero di dimenticare la ten-
vuole rivelarlo; Sylvia vede se stessa      Alice Mariani sta studiando il                sione e di godermi questo balletto,
riflessa in Diana, ma non riesce a na-      ruolo, e nelle sue parole si mescola          penso che potrà far assaporare dav-
scondere l’amore. Sono ruoli e per-         l’entusiasmo e la concentrazione              vero ogni sfaccettatura del personag-
sonaggi forti, tecnicamente richie-         sui passi e sulla sfida di un nuovo           gio, sia per chi lo danza sia per il
dono grande impegno ed energia ma           debutto. “È la prima volta che af-            pubblico”.
riservano anche momenti più lirici:         fronto Sylvia come ruolo e come bal-                                 Carla Vigevani
penso al passo a due iniziale di Diana      letto nella sua complessità, nato nel-
ed Endimione, molto lungo, bello, le-       l’Ottocento ma in cui il personaggio
gato, scorre... come l’amore; e anche       femminile, diversamente dalla realtà          11, 13, 20, 21, 24, 25,
Sylvia è molto interessante da questo       del tempo, è molto forte, anche la            26 maggio 2022
punto di vista; all’inizio è cacciatrice,   musica che la caratterizza ha questa
con tutte le donne dietro di sé, trasci-    connotazione. Sono molto felice di
nante, ha tante variazioni, sempre in       questa opportunità, a me piace inter-         Sylvia
scena, ma scoccata la freccia di Eros       pretare ruoli forti, come Kitri che ho        Manuel Legris coreografia
si vede il lato più sensibile. È interes-   danzato al Teatro Arcimboldi; qui in          da Louis Mérante e altri
sante questo passaggio dal potere al-       più c’è anche un lato sensibile di
l’amore, da cui entrambe sono at-           donna che si innamora e che vede              Drammaturgia e libretto
                                                                                          Manuel Legris e Jean-François Vazelle
tratte, ma il percorso è differente:        crollare tutte le sue sicurezze. Ogni
                                                                                          da Jules Barbier e barone Jacques de Reinach
Diana vede Endimione, perde per un          nuovo balletto per me è una crescita
attimo la sua forza, ma il passo a due      professionale e qui sento anche una           Léo Delibes musica
finisce con una presa di coscienza,         sfida tecnica, perché è molto diffi-          Luisa Spinatelli scene e costumi
lei è una dea, non può lasciarsi tra-       cile, dall’inizio alla fine: in tutti i tre   Assistente scene e costumi Monia Torchia
sportare; nel terzo atto riappare Endi-     atti Sylvia ha molto da dimostrare            Jacques Giovanangeli luci
mione, Diana si rende conto che esi-        tecnicamente; tra le sfide maggiori il
ste la tenerezza, e capisce i sentimenti    contrasto immediato tra i grandi salti        Corpo di Ballo e Orchestra
di Sylvia. In fondo si parla del-           e, subito dopo, le parti più controllate;     del Teatro alla Scala
l’amore, di come accoglierlo, di come       solitamente siamo abituati a varia-
accettarlo: Legris è stato molto mo-        zioni tutte saltate e poi variazioni più      Kevin Rhodes direttore
derno in questo, ha sviluppato la           lente, dunque una delle maggiori dif-         Coproduzione del Teatro alla Scala
trama di un lavoro storico per ren-         ficoltà sarà mantenere il controllo           e Wiener Staatsballett
derlo comprensibile anche sul piano         dopo aver dato tanta energia. Un’altra

                                                                                                                                  13
Di viandante
         in viandante

         Dopo aver diretto con successo
         I Capuleti e i Montecchi, Speranza Scappucci
         torna alla Scala per la Stagione sinfonica

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Foto Silvia Lelli

Speranza Scappucci

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Q   uando (e se) vorrà scrivere la       Nel suo concerto ci sono tre diversi      perché, a sua volta, è una sinfonia
propria biografia, Speranza Scap-        tipi di Wanderer: quello in carriera      estremamente virtuosistica per tutta
pucci dovrà dedicare un capitolo         (Mozart), quello romantico da             l’orchestra. E Schubert, in apertura,
speciale al 2022. L’anno di grazia,      Grand Tour (Mendelssohn) e                perché nella sua Ouverture c’è una
per la direttrice romana, è comin-       quello che viaggia con la mente           forte connessione con l’italianità, in
ciato alla Scala in gennaio con I Ca-    (Schubert).                               particolare con Rossini.
puleti e i Montecchi, una chiamata       Tutti i grandi musicisti che hanno
last minute (in sostituzione di Eve-     viaggiato sono stati influenzati dai      Partiamo da Mendelssohn, allora.
lino Pidò) che ha inaugurato una se-     colori, dai sapori, dai profumi e dalla   Quale aspetto “italiano” seppe co-
rie di prime volte: dopo quello di       cultura musicale dei luoghi. Quando       gliere meglio di altri nella sua sin-
Milano arriverà il debutto al Covent     era necessario muoversi e toccare         fonia più eseguita?
Garden con Attila, poi all’Opéra di      con mano, si accendevano facoltà          Il sole e l’aria, senza dubbio. Si
Parigi (ancora in Capuleti), poi di      dell’ispirazione che forse oggi non       chiama “Italiana” perché ha a che
nuovo al Metropolitan di New York        riusciamo a comprendere più, in que-      fare con i ricordi del suo viaggio nel
(Rigoletto). Proprio vero, insomma,      st’epoca dominata da Internet.            nostro Paese, ma è l’influenza del
che quando si chiude una porta (nel                                                Sud a rendere travolgente questo ca-
suo caso il quinquennio alla guida                                                 polavoro. Un Sud che compare anche
dell’Opera Royal de Wallonie a
                                                  Quando                           nelle sue ritualità più caratteristiche,
Liegi, ultimo appuntamento in giu-             era necessario                      come nel secondo movimento, An-
gno con Simon Boccanegra) si spa-                                                  dante con moto, che rappresenta il ri-
lancano portoni. Eccola dunque at-
                                                  muoversi                         cordo di un corteo funebre in cui in-
tesa a un’altra imminente prima            e toccare con mano,                     cappò casualmente a Napoli.
volta, con la Filarmonica della Scala,                                             Ascoltandolo ci si immerge vera-
nei tre concerti del 2, 5 e 9 maggio.
                                              si accendevano                       mente in quell’atmosfera, screziata
Il programma è chiuso in un pugno                  facoltà                         poi dalla nostalgia del Minuetto, il
di 50 anni tra Sette e Ottocento, un                                               terzo movimento, che sembra comin-
crinale classico-romantico con af-
                                              dell’ispirazione                     ciare sull’onda di una frase già in
faccio sull’Italia, come mostra su-               che forse                        pieno sviluppo, come la folata dolce
bito lo Schubert dell’Ouverture D                                                  e melanconica di un pensiero appena
590 “im italienischen Stile” e poi il
                                                    oggi                           sopraggiunto. Il Saltarello finale, poi,
Mendelssohn viaggiatore della Sin-            non riusciamo                        è forse il tempo più caratteristico
fonia Italiana. In mezzo un Mozart                                                 della sinfonia, ciò che la rende in-
che la vita sta per convocare violen-
                                            a comprendere più                      controvertibilmente “Italiana”.
temente all’età adulta, nel disgra-
ziato anno 1778, quando a Parigi ter-    Come ha scelto il programma che           E forse proprio quell’incande-
mina la Sinfonia per fiati e orchestra   segna il suo debutto con la Filar-        scente Saltarello ci mostra la vera
K 297b, per poi ritrovarsi, appena tre   monica della Scala?                       anima di Mendelssohn, tutto fuor-
mesi dopo, a piangere la morte della     La Sinfonia concertante di Mozart         ché un compositore in guanti bian-
madre che l’aveva accompagnato in        nasce dall’idea di coinvolgere i mu-      chi.
Francia in attesa di vedere il figlio    sicisti della Filarmonica in veste di     Mendelssohn era classico nella
sistemato in un impiego stabile.         solisti; l’Italiana di Mendelssohn        forma, ma romantico nello spirito. Ed

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è questo contrasto di temperatura che       subito riconoscibile ai suoi lavori.      ancora a certi passaggi dei Capuleti
lo rende incredibilmente affascinante.                                                e Montecchi: nella scena della tomba
Da pianista l’ho suonato moltissimo:        Lei vive a Vienna. Schubert è quasi       i due corni devono fare due accordi
le Romanze senza parole, la liederi-        un suo vicino di casa.                    proprio quando lei si risveglia. Tec-
stica, i trii. Ho anche diretto il Sogno    Schubert è un compositore che si pre-     nicamente trovo che sia tanto diffi-
di una notte di mezza estate e la De-       senta in una veste di semplicità. Ap-     cile quanto fare Strauss o Wagner,
cima sinfonia per archi, che in un          parente, però. Per il diploma di pia-     perché centrare quelle due note in
compositore ancora adolescente te-          noforte portai la Wanderer-Fantasie,      pianissimo, con l’atmosfera giusta,
stimonia già la tensione tra forma del      piena di questo carattere austriaco       non è affatto scontato.
pensiero classica e indole romantica.       indissociabile da una melanconia che
Non ho ancora diretto la Scozzese,          non è mai tristezza assoluta; è piut-     Non la vedremo solo sul podio. Ma
ma spero che accada presto.                 tosto Sehnsucht, parola chiave del        anche in televisione.
                                            romanticismo di area tedesca, simile      Il 9 maggio, proprio nel giorno del
Venendo al Mozart concertante?              alla nostalgia, a un desiderio dolo-      mio ultimo concerto con la Filarmo-
È una bellissima Sinfonia, che ho           roso ma soffuso, difficile da spiegare    nica, va in onda su Rai 3 la prima di
già diretto a Detroit, e che permette       a parole. Anche nella tonalità mag-       una serie di trasmissioni divulgative
di coinvolgere in prima linea oboe,         giore Schubert ha sempre un velo          realizzate con Corrado Augias e Au-
clarinetto, corno e fagotto. Comin-         sottile che riporta a questo senti-       relio Canonici. Il ciclo, in prima se-
cia con un classico primo movi-             mento.                                    rata, si chiamerà “La gioia della mu-
mento mozartiano (tema, secondo                                                       sica”, come il libro di Leonard
tema, sviluppo) e prosegue con un           Di solito si accosta a Schubert il        Bernstein. Anche questa, in un certo
Andante molto melodico, in cui gli          famoso quadro di Friedrich, il            senso, sarà un’altra bella prima volta.
strumenti si passano il tema princi-        viandante sospeso su un mare di
pale. E poi l’ultimo movimento, un          nebbia.                                                        Luca Baccolini
tema con variazioni in cui ogni so-         C’è questo lato, ed è innegabile. Ma
lista sfoggia passaggi molto virtuo-        se si va appena fuori Vienna ci sono      2, 5, 9 maggio 2022, ore 20
sistici. Non è azzardato pensare che        anche paesaggi aperti sul Wiener-         Stagione Sinfonica 2021-2022
Mozart abbia immaginato i quattro           wald, pendii dolci che in certe gior-
strumenti a fiato come un quartetto         nate di sole ti fanno respirare a pieni   Filarmonica della Scala
d’opera. Era uomo di teatro: guar-          polmoni.                                  Speranza Scappucci, direttrice
dando a come si rispondono l’un
l’altro è lecito pensarlo.                  Dirigere Schubert significa anche         Franz Schubert
                                                                                      Ouverture in re magg. D 590
                                            affrontare la grande difficoltà delle     “im italienischen Stile”
L’italianità di Schubert, invece?           sue “trasparenze” orchestrali.
Fa parte di un periodo in cui a Vienna      Se mi si consente l’accostamento,         Wolfgang Amadeus Mozart
si rappresentava con grande successo        forse un po’ audace, ci trovo molte       Sinfonia concertante in mi bem. magg.
Rossini. E anche Schubert non poté          affinità con Bellini. In certi momenti    per fiati e orchestra, K 297b
fare a meno di apprezzarlo, senza           si ha come la sensazione di rimanere      Felix Mendelssohn-Bartholdy
rinnegare il tratto tipico del suo stile,   nudi di fronte alla bellezza del suono,   Sinfonia n. 4 in la magg. op. 90
caratterizzato da una certa melanco-        musica pura, fatta di pochissimi ele-     “Italienische”
nia di fondo, che conferisce un colore      menti, autosufficienti in sé. Penso

                                                                                                                          17
Dialoghi tra violino e dive
Il giovane violinista Giovanni Andrea Zanon si esibisce
insieme ad Anna Netrebko, Elena Maximova e Malcolm Martineau
in un programma che alterna Lieder tedeschi, melodie russe e francesi

I l violinista Giovanni Andrea Za-      nista, Anna Netrebko e Yusif Ey-          vuto spostare o cancellare alcuni con-
non ha la voce sorridente dei ven-      vazov, marito del soprano, hanno          certi, ma il tour proseguirà ancora
t’anni e un talento musicale sconfi-    costruito nel tempo un forte rap-         nei prossimi mesi. La Scala è una
nato, come dimostrano le vittorie in    porto di amicizia. “Ho iniziato a         delle tappe che mi stanno più a
tanti concorsi nazionali e interna-     seguire Anna da fan, senza realmente      cuore”.
zionali. Durante la nostra intervista   conoscerla. Poi, complici alcune cir-     Per Zanon, il soprano russo non è
non si preoccupa di trattenere l’en-    costanze fortuite e la comune cono-       solo un’amica e una collega, è anche
tusiasmo per il suo ritorno al Pier-                                              un’artista che gli ha fatto scoprire un
marini, dopo il debutto nel 2018                                                  mondo. “Da bambino, i miei genitori
insieme all’Orchestra dell’Accade-          Una sera al Met                       mi portavano all’opera e la odiavo.
mia della Scala. “È in assoluto il           in scena c’era                       Ho iniziato ad amarla quando mi
teatro che più mi affascina; il suo                                               sono trasferito a New York per stu-
palcoscenico è unico, è come en-                Macbeth                           diare con Pinchas Zukerman e Pa-
trare a San Pietro!”.                     con Anna Netrebko.                      tinka Kopec presso la Manhattan
In questa occasione, il Maestro Za-                                               School. Una sera, annoiato, decisi di
non si esibirà insieme a due straor-          Quel giorno                         andare alla Metropolitan Opera, dove
dinarie cantanti, Anna Netrebko ed          mi è cambiata                         non ero mai stato. In scena c’era
Elena Maximova, e al pianista Mal-                                                Macbeth con Anna Netrebko. Quel
colm Martineau. Il programma del              la mentalità:                       giorno mi è cambiata la mentalità,
concerto consiste in una selezione             ho iniziato                        ho iniziato ad amare visceralmente
di liriche composte da grandi mae-                                                l’opera: andavo ogni sera al Met e ho
stri russi, tedeschi e francesi. Al-            ad amare                          visto tutte le opere delle due stagioni
cuni li ho riadattati io prendendo           visceralmente                        in cui sono stato a New York”.
spunto da quello che il composi-                                                  Nella biografia artistica del Maestro,
tore aveva previsto nella partitura              l’opera                          c’è un’altra donna e un’altra eroina
orchestrale: volta per volta ho                                                   verdiana che hanno avuto un ruolo
preso in prestito i temi dei fiati o    scenza di Paolo Gavazzeni, che al-        fondamentale: “Quando mia sorella
degli archi per scrivere la mia parte   lora era direttore artistico dell’Arena   era una bimba di cinque anni era
e così intrecciare un dialogo fra il    di Verona, ho incontrato Anna e Yu-       appassionata d’opera: si vestiva da
violino e le interpreti”.               sif. Siamo diventati amici e abbiamo      Violetta e ogni giorno faceva la
L’appuntamento scaligero si inseri-     subito iniziato a pensare a una col-      scenetta di Traviata in cui la pro-
sce in un progetto più ampio, sca-      laborazione. Così è nata l’idea di un     tagonista muore. Essendo troppo
turito dal desiderio di fare musica     tour che prevedeva moltissime date;       piccola per cantare, i miei genitori
tra amici. Infatti, il giovane violi-   per via della pandemia abbiamo do-        le diedero un violino. Io avevo due

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vari è un usignolo meraviglioso
                                                                               che canta, mentre un Guarneri è
                                                                               come un organo che riempie la
                                                                               chiesa. Questi strumenti hanno un
                                                                               suono incredibilmente rotondo,
                                                                               profondo, pieno di armonici che
                                                                               veramente aiutano l’interprete
                                                                               quando si trova in sale molto
                                                                               grandi, senza amplificazione e con
                                                                               un’orchestra sinfonica dietro. In
                                                                               particolare, il mio violino è stato
                                                                               costruito nel 1739 e, come tutti i
                                                                               Guarneri del Gesù dell’ottimo pe-
                                                                               riodo che va dagli anni Trenta agli
                                                                               anni Quaranta del Settecento, ha
                                                                               una voce calda, molto potente e
                                                                               molto profonda”.
 Giovanni Andrea Zanon
                                                                                                    Liana Püschel
anni e, guardandola dal box, desi-     polavoro. Per un violinista lo stru-
deravo quell’oggetto che aveva in      mento rappresenta le sue corde vo-
mano, probabilmente per invidia        cali e doverlo cambiare è molto
infantile. Per accontentarmi, mi fe-   problematico. Riuscire ad avere un      27 maggio 2022, ore 20
cero costruire un piccolo violino      violino di così alto livello e a        Recital di Canto 2021-2022
su misura”.                            creare un rapporto di molti anni è      Anna Netrebko, soprano
Adesso Zanon ha la possibilità di      importantissimo, perché si instaura     Elena Maximova, mezzosoprano
suonare su un altro strumento che      una relazione molto intima con lo       Giovanni Andrea Zanon, violino
sembra stato fatto apposta per lui,    strumento, che diventa quasi un         Malcolm Martineau, pianoforte
un Guarneri del Gesù del 1730; il      prolungamento del proprio corpo”.
violino gli è stato concesso in pre-   Già in precedenza il Maestro aveva      Musiche di Rachmaninov,
stito pluriennale dalla società Mu-    avuto a disposizione un violino ec-     Rimskij-Korsakov, R. Strauss,
sic Masterpieces nell’ambito del-      cellente, lo Stradivari 1706 ex Cor-    Č ajkovskij, Leoncavallo, Dvořák,
l’iniziativa Adopt a Musician. “È      bett. “La differenza fra Stradivari e   Offenbach, Puccini e Arditi
un violino incredibile, un vero ca-    Guarneri è che un violino Stradi-

                                                                                                                     19
Nuovi paradigmi
a Milano Musica
Il titolo della nuova edizione è “Suoni d’ombra. Orfeo, Euridice, Hermes”,
che da quest’anno si svolge interamente in primavera,
tra maggio e giugno, e non più in autunno

M olte novità punteggiano que-             della teoria cyborg, mescolando         mento “aumentato”; lastre di diverse
st’anno il Festival Milano Musica,         composizioni di Martin Smolka e         forme, insieme a un feed-drum
giunto alla sua 31ᵃ edizione. Non si       della performer polacca Anna Za-        (grande tamburo che ha nella parte
tratta solo di commissioni, prime as-      radny. La tecnologia interviene         inferiore una cassa acustica) costi-
solute e prime italiane, ma della pre-     spesso per suggerire nuove forme        tuiscono l’organico del progetto in-
senza, accanto ai concerti più tradi-      di ascolto, ma anche per modificare     stallativo À Corps perdu di Miche-
zionali e ai classici della musica         gli strumenti tradizionali o per        langelo Lupone: il percussionista
contemporanea, di produzioni di tipo       creare vere e proprie sculture so-      agisce in vari modi su questi stru-
performativo, installazioni, lavori        nore: in Invenzioni, Stefano Pierini    menti-scultura, che reagiscono con
concettuali o teatrali, capaci di sug-     fa dialogare un pianoforte acustico     un particolare sistema di feedback,
gerire nuovi paradigmi di ascolto,         con un suo doppio sintetico; Kobi di    producendo sonorità sorprendenti,
un nuovo rapporto tra suono e spazio                                               assai diverse da quelle percussive.
acustico, oltre che di intercettare i         Produzioni di tipo                   Non mancano a Milano Musica le
nuovi orientamenti della musica nel                                                novità più tradizionali, come Una
XXI secolo. Ci sono ad esempio due              performativo,                      lettera e sei canti di Sciarrino, “per
opere sperimentali, che reinterpre-          installazioni, lavori                 voce e sei musici”, basata su testi di
tano il mito di Orfeo dal punto di vi-                                             autori diversi; l’atteso Trio per archi
sta di Euridice: So you… di Alvin           concettuali o teatrali                 n. 2 di Helmut Lachenmann; l’ipno-
Lucier, che fa parte di un ampio             suggeriscono nuovi                    tico quintetto Alchymia di Thomas
omaggio al compositore recente-                                                    Adès, per clarinetto di bassetto e ar-
mente scomparso, è un’epopea ba-            paradigmi di ascolto,                  chi, ispirato ad antiche pratiche al-
sata su poesie di Hilda Doolittle, che        un nuovo rapporto                    chemiche. Ma si possono scoprire
gioca sull’effetto acustico dei batti-                                             anche compositori finora poco ese-
menti, e mescola voce, strumenti,                  tra suono                       guiti in Italia, anche se già molto af-
elettronica e oggetti risonanti (con al-      e spazio acustico,                   fermati oltralpe, come Lisa Streich e
toparlanti montati all’interno di an-                                              Yair Klartag. In Francesca, per otto
fore); Eurydice di Dmitri Kourliand-        e intercettano nuovi                   strumenti, ispirato a un antico affre-
ski è una sorta di monodramma dove               orientamenti                      sco dedicato a Santa Francesca Ro-
una donna sola, perduta nel tempo e                                                mana, la compositrice svedese usa
nei labirinti di una città che le è              della musica                      un dispositivo motorizzato sospeso
estranea, vaga ignara del suo pas-             nel XXI secolo                      sul pianoforte, con strisce di carta
sato, alla ricerca di un senso delle                                               che pizzicano la cordiera come fosse
cose che vede e che ricorda. Alcuni        Carmine Emanuele Cella, ultimo ca-      un antico salterio. La periodicità e
progetti suggeriscono nuovi “for-          pitolo del ciclo Les espaces physi-     l’effetto meccanico di questi suoni si
mat” del concerto, come We are all         ques, mette in vibrazione una serie     mescolano con una trama strumen-
lichens, dove il soprano Juliet Fraser     di lastre intorno al pubblico, grazie   tale fragile e rarefatta, sulla quale
e il contrabbassista Florentin Ginot       a sensori collocati all’interno di un   periodicamente intervengono lanci-
si sono ispirati al pensiero della fi-     antichissimo strumento africano, la     nanti colpi di tre fruste di diversa
losofa Donna Haraway, capo-scuola          mbira, che diventa così uno stru-       lunghezza, suoni delicati degli ar-

20
Foto Giovanni Hänninen

                                                                                                                                                               perché questa parte centrale, che
                                                                                                                                                               sfrutta intonazioni microtonali, ef-
                                                                                                                                                               fetti rumoristici, tecniche estese,
                                                                                                                                                               suoni del pianoforte nella cordiera
                                                                                                                                                               (ottenuti anche con un bicchiere di
                                                                                                                                                               vetro), ha un carattere vitale, orga-
                                                                                                                                                               nico, anche di dolorosa tenerezza,
                                                                                                                                                               che è più prossimo al fiorire rigo-
                                                                                                                                                               glioso della vegetazione in una giun-
                                                                                                                                                               gla; mentre i pesanti accordi ribattuti
                                                                                                                                                               di re maggiore, ossessivi e “civiliz-
                                                                                                                                                               zati”, assomigliano più all’idea in-
                                                                                                                                                               sana di una villa di cemento edifi-
                                                                                                                                                               cata in mezzo a una giungla. I lunghi
                                                                                                                                                               processi sonori basati sul ribattuto,
                                                                                                                                                               che sono un po’ il marchio di fab-
                                                                                                                                                               brica del compositore israeliano,
                                                                                                                                                               compaiono anche in Pros mathema-
                                                                                                                                                               tikous, ispirato al filosofo greco Se-
                         chi, con armonie dal carattere ve-                                santi accordi ribattuti, tremoli, lun-                              sto Empirico, pensato come un’iro-
                         troso, soffi del flauto, l’eco di                                 ghe scale discendenti, intrecciati in                               nica critica alla matematica, al
                         un’aria di Vivaldi. A Villa in the Jun-                           una specie di vortice, in crescendo,                                dogmatismo accademico, basato in-
                         gle è uno dei pezzi più eseguiti di                               che sembrerebbe rappresentare la                                    fatti su un flusso sonoro unico, co-
                         Yair Klartag, compositore che ama                                 violenza del mondo della giungla,                                   stante, senza cambiamenti, che rap-
                         giocare sui paradossi, sulle interfe-                             dall’altro una parte centrale lenta,                                presenta la negazione del principio
                         renze di significato: in questo lavoro                            dal carattere sospeso, che parrebbe                                 dialettico nella musica.
                         contrappone da un lato una dimen-                                 rappresentare la quiete della villa.
                         sione sonora aggressiva, fatta di pe-                             In realtà può essere vero il contrario,                                                                      Gianluigi Mattietti

                         Da non perdere                                                                                                                                                          Informazioni su
                                                                                                                                                                                                 www.teatroallascala.org

                                                                                                                                                                                                                                     Foto Marco Borggreve
                                                             Foto Simon Pauly

                                                                                                                                                                          Foto Brescia-Amisano
                                                                                                                  Foto Brescia-Amisano

                         6 maggio, ore 20                                       8 maggio, ore 11                                         18 maggio, ore 20                                       23 maggio, ore 20
                         Orchestre ospiti                                       Concerto                                                 Recital di canto                                        Filarmonica della Scala
                         West-Eastern Divan Musica da camera                                                                             Juan Diego Flórez                                       Lahav Shani
                         Dopo il grande successo del-                           I Professori dell’Orchestra del                          Torna alla Scala in recital                             Con il debutto alla Scala del
                         l'Orchestre de Paris con Esa-                          Teatro alla Scala presentano                             l’amatissimo tenore Juan                                trentaduenne israeliano Lahav
                         Pekka Salonen, una nuova com-                          nel Ridotto dei Palchi “Arturo                           Diego Flórez, accompagnato                              Shani, la Filarmonica conferma
                         pagine internazionale è ospite                         Toscanini” un concerto di mu-                            al pianoforte da Vincenzo                               la sua attenzione per i giovani
                         nella sala del Piermarini: la                          sica da camera in cui saranno                            Scalera. In programma musi-                             direttori. Considerato oggi uno
                         West-Eastern Divan Orchestra                           eseguite pagine di Ravel,                                che di Gluck, Caccini, Caris-                           dei più significativi talenti del
                         sarà diretta dal giovane Thomas                        Mahler, Braconi e Schubert.                              simi, Bellini, Rossini, Tosti,                          podio, Shani dirige musiche di
                         Guggeis, in sostituzione dell'in-                                                                               Donizetti, Verdi, Puccini.                              Ives, Mozart e Brahms.
                         disposto Daniel Barenboim.

                                                                                                                                                                                                                               21
FOYER

Marco Mazzoleni
                                                                                         Tristan con la regia di Chéreau, forse
                                                                                         il più bello mai fatto perché riusciva a
                                                                                         evidenziare la componente umana dei
                                                                                         personaggi, che in Wagner secondo
                                                                                         me è essenziale. Per citare un con-
                                                                                         certo invece non scorderò mai la Terza
                                                                                         di Mahler diretta da Sinopoli con la Fi-
                                                                                         larmonica: mi fece lo stesso effetto
                                                                                         sconvolgente del Ring.

                                                                                         E per quanto riguarda il repertorio
                                                                                         italiano?
                                                                                         Mi sono dedicato a fondo alla musica
                                                                                         di Verdi, e proprio alla Scala, vedendo
                                                                                         per la prima volta dal vivo Anna Ne-
                                                                                         trebko nella Traviata, mi sono accorto
C   apita spesso di trovare sui social le   serio e strutturale. Negli anni ho pro-      di quanto un interprete eccezionale
sofisticate riflessioni di Marco Maz-       vato tanti approcci diversi: mi è capi-      possa fare la differenza. Grazie allo
zoleni, appassionato frequentatore dei      tato di andare a teatro senza conoscere      studio ho imparato ad apprezzare an-
teatri di tutta Europa, Scala in testa.     il testo o di andarci dopo studi appro-      che l’opera dell’Ottocento, mentre con
Per l’imprenditore bergamasco, che          fonditi. Alla fine ho capito che per me      i compositori italiani del secondo No-
due anni fa Classic Voice ha incluso        parte sempre tutto dalla musica.             vecento, come Maderna, Berio e
tra i personaggi dell’anno per il suo                                                    Nono, sono sempre riuscito ad avere
generoso sostegno al Donizetti Opera        E stiamo parlando di un repertorio           un trasporto più immediato.
Festival, la musica è una faccenda da       che spesso si considera a torto più
prendere molto sul serio, perché ti può     efficace dal punto di vista intellet-        Immagino sia quindi un frequenta-
cambiare la vita.                           tuale che emotivo.                           tore di Milano Musica.
                                            Non essendo musicista, per me la de-         È un festival che seguo sempre mol-
Si ricorda la sua prima volta al-           clinazione intellettuale proviene sem-       tissimo. Ricordo qualche anno fa una
l’opera?                                    pre dal processo emotivo: non ho mai         bellissima esecuzione del Concerto
Fu proprio alla Scala. Avrò avuto ven-      avuto la soddisfazione di provare il         per violino e orchestra di Maderna.
ticinque anni, ed entrai timidamente in     contrario. Sono convinto che nella           Ho amato moltissimo Quartett di
un palco di prima fila, in uno dei po-      partitura ci sia sempre un fondo di re-      Francesconi, che non so più quante
sti indietro, durante il secondo atto       altà legato all’intenzione del compo-        volte ho rivisto. E voglio ricordare Fin
della Butterfly. Fu subito una folgora-     sitore. Poi certo va interpretata dagli      de partie di Kurtág, operazione da
zione per me: sia per la Scala sia per      esecutori, come in un triangolo emo-         grandissimo teatro. Penso che la Scala
Puccini.                                    tivo. Come diceva Sinopoli, il diret-        abbia le potenzialità per trasformarsi
                                            tore è un medium tra il compositore e        in un polo europeo anche per il reper-
Cosa la colpì della Scala?                  il pubblico.                                 torio contemporaneo.
Credo lo stesso che mi colpisce ancora
oggi. È qualcosa che non so spiegare        Quali sono state le serate della sua         Mi dica del suo rapporto con il Fe-
esattamente: un’atmosfera particolare,      vita alla Scala?                             stival Donizetti, di cui è ambascia-
forse dovuta alle luci, ai velluti, alla    Tantissime, troppe per elencarle tutte.      tore da tempo.
storia che si respira dentro quella sala.   Procedendo a ritroso posso dire che la       Sono convinto che la valorizzazione
Ogni volta mi emoziono come se fosse        stagione che ha preceduto l’inizio           del patrimonio artistico e culturale, ol-
la prima volta. Sarà che i primi amori      della pandemia è stata una delle più         tre che essere importante in sé, sia stra-
non si scordano mai.                        affini ai miei interessi: Die tote Stadt,    tegica anche dal punto di vista econo-
                                            Chovanščina e Die ägyptische He-             mico. E lo dico da imprenditore. I
Dopo quella Butterfly ha continuato         lena le ho viste ognuna tre volte. Poi       festival oggi sono un volano di indotto
a tornare regolarmente?                     il Ring diretto da Barenboim, che mi         turistico enorme. Parliamoci chiara-
Non ho più smesso. Ricordo in parti-        ha cambiato la vita. Ricordo che lo          mente: andare a teatro, facendo le do-
colare il mio primo Wozzeck, con cui        ascoltai tutto di fila, poi tornai a rive-   vute differenze tra le politiche di prezzi,
scoprii il mio amore per la musica del      dere il Rheingold e mi accorsi della         può costare come andare fuori a cena.
Novecento. Vidi tutte le recite e studiai   vertigine che mi diede risentire la ma-      Ma la mia domanda è: quante cene ci si
l’opera a fondo: fu la prima volta che      ledizione di Alberich avendone ap-           ricorda nella vita? Le serate a teatro in-
il mio metodo di ascolto divenne più        pena visto le conseguenze. E ancora il       dimenticabili invece sono moltissime.

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