La sabina di carlo verdone - da leonessa a narni il popolo del nar - periodico di informazione del centro italia
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periodico di informazione del centro italia anno 96 N. 4 ott-dic 2019 € 2,00 La Sabina di carlo verdone o l o d e l nar a r n i i l p op l e o n e s s aan da 1
Calendario dall’Avvento alle Dodici notti La Spiritualità e la Magia del Natale a Narni e nel suo Territorio 6 Dicembre 2019 - 6 Gennaio 2020 www.comune.narni.tr.it www.narnianatalis.it 2
Sommario 4 narnia natalis a cura dell’Ufficio Turismo del Comune di Narni Dal 1923 Fondatore: Giuseppe Lolli Rifondato da Maria Grazia Di Mario 8 antica narnate di Maria Grazia Di Mario Anno 96 numero 4 ottobre-novembre-dicembre 2019 Direttore responsabile Maria Grazia Di Mario 12 Formidabile carlo mgraziadimario@gmail.com di Ettore Nuara tel. 347 3628200 Vicedirettore 18 natale con arte Ettore Nuara Caporedattore di Margherita Filippeschi Daniela Delli Noci Editore 22 nuovi itinerari Associazione Angelo Di Mario Via S. Antonio, 1 Vallecupola di Rocca Sinibalda (Rieti) di Maria Grazia Di Mario 26 splendida cellere Redazione Via G. Mameli 48b - 02047 Poggio Mirteto (Rieti) hanno collaborato: Maria Grazia Di Mario, Margherita Fi- di Annalisa Parrano lippeschi, Tersilio Leggio, Ettore Nuara, Annalisa Parrano, 28 ricordando don alfredo foto: Maria Grazia Di Mario, Franco Maffei, Marco Marzoli Progetto: Francesco Cristino Stampa: RiStampa srl di Tersilio Leggio Via Salaria per l’Aquila km 91,350 - 02015 Santa Rufina di Cittaducale (Rieti) - tel. 0746 606732 Registrazione al tribunale di Rieti n. 3 del 09/11/2016 La collaborazione è gratuita La rivista si può sfogliare anche su www.sabinamagazine.it Tutto il materiale, foto, articoli, pubblicità sono soggetti a copyright In copertina: Immagine di Carlo Verdone in Sabina e da sinistra: Mario Polia, Leonessa, Intus Itieli, presepe San Vito www.tipografiaristampa.it info 347 36 28 200 - bibliotecasamuseoangelodimario.com 3
Sabina narnia natalis a cura dell’Ufficio turisMo del comune di narni U n programma che si arricchi- te del Santo avvenuta nel 1226 nel luogo sce ogni anno e crea un per- dove aveva dimorato. corso suggestivo che oltre ai La facciata della chiesa ha un portale ad presepi incontra i principali archi concentrici e sul frontone c’era un monumenti della città. rosone, che è stato manomesso nel XVII sec. L’interno è a tre navate di stile tardo romanico, divise da pilastri cilindrici su La Città cui poggiano archi a tutto sesto. L’absi- Partiamo dal presepe allestito nella de poligonale è coperta con una volta a chiesa di San Francesco (foto) con le sta- vela, è gotica e riprende quella della cat- tue a dimensione naturale; il luogo è na- tedrale. turalmente simbolico tanto più che nel- In fondo troviamo una grande finestra a la sacrestia sono presenti affreschi del trifora con una vetrata istoriata divisa Torresani che rappresentano proprio la in due parti: la superiore raffigura San Natività. Francesco con i protomartiri francesca- La chiesa è stata costruita dopo la mor- ni (vedi www.camminoprotomartiri.it), 4
In Apertura Nel cuore dell’edificio risale all’VIII sec. mentre la verde d’Italia, chiesa fu edificata nel XII sec. L’interno della chiesa è a tre navate, divise da due in Umbria, file di colonne sormontate da particolari capitelli che sostengono il caratteristico scopri arco ribassato, tipico dell’architettura il mondo narnese, la copertura è a capriate. L’abside è di piccole dimensioni e l’alta- incantato re è in pietra, con una mensa sostenuta da sei pilastrini. Recenti restauri hanno delle Cronache portato alla luce affreschi raffiguranti i Protomartiri Francescani. di Narnia, In un luogo insolito, Narni Sotterranea, un mondo che scopriamo un altro presepe allestito nel- la chiesa protoromanica di San Michele. a Natale È il primo ambiente che si presenta ai vi- sitatori, si tratta di una chiesa rupestre si anima del XI–XII sec., completamente affresca- ta, con le immagini del Cristo pietoso con i e sanguinante, i quattro simboli degli personaggi Evangelisti, l’Incoronazione di Maria e, particolarmente importanti, numerosi del presepe ritratti di S. Michele Arcangelo, al quale era dedicata la chiesa, riconsacrata nel che puoi 2000. Nei documenti ritrovati negli ar- chivi Vaticani viene nominata la “Stanza incontrare dei Tormenti”, usata dall’Inquisizione nei vicoli e per gli interrogatori e una piccola cella che conserva gli enigmatici graffiti di un nei borghi, prigioniero rinchiuso nel 1759: Giuseppe Andrea Lombardini. Questi locali sono nelle chiese e aperti al pubblico con visite guidate a cura dell’Associazione Subterranea. negli angoli Nel chiostro dell’Istituto Beata Lucia è più suggestivi allestito un presepe artistico con statue di Deruta. di Narni L’istituto , nato come orfanatrofio, ospi- ta attualmente vari servizi tra cui il nido, e svolge attività di assistenza e suppor- l’inferiore raffigura Lo Speco di Narni, to a donne e bambini che attraversano San Giovenale e la Piazza dei Priori. La periodi di disagio. E’ possibile visitare su chiesa è ricca di affreschi, in particolare prenotazione una mostra dei quadri ap- quelli della Cappella Eroli raffigurano partenuti all’Istituto e restaurati. episodi della vita del Santo ispirati dagli Vicolo Belvedere, Via XX Settembre, affreschi di Giotto della Basilica di Assisi. Piazza Pozzo della Comunità sono tut- Il nostro percorso prosegue in Via Maz- to un fiorire di presepi allestiti nei posti zini dove all’interno della chiesa di Santa più caratteristici e con i materiali più Maria Impensole incontriamo un prese- disparati e passeggiando incontriamo le pe di legno stilizzato frutto del lavoro pasticcerie dove è possibile degustare il dei ragazzi del centro di formazione del- nostro dolce natalizio: il pampepato. la provincia di Terni. Ed è alla scoperta degli antichi ingre- La chiesa è così chiamata perché co- dienti del pampepato che il Museo Eroli struita su un pendio; in questo luogo, ha creato un percorso attraverso i reper- originariamente, si trovava un tempio Nella foto: panorama della ti archeologici e i quadri della pinacote- romano ed infatti la struttura portante città di Narni ca che termina con un dolce assaggio. 5
Sabina In alto: presepe Itieli Il museo della città realizzato nel palaz- notevole impatto, i suoi abitanti traman- zo Eroli, in un moderno allestimento, rac- dano le antiche tradizioni tra cui la Pro- coglie testimonianze archeologiche della cessione delle Intusse, fiaccole vegetali città antica, romana, medievale ed una propiziatorie. raccolta di opere pittoriche provenienti Una tradizione più recente, ma che si è per lo più dalle soppresse corporazioni già radicata, è quella dei presepi sparsi religiose. Al centro del percorso è collo- nel borgo. Se ne contano più di cento alle- cata la famosa pala “Incoronazione della stiti nelle botti, nelle castagne, ricamati, Vergine”, originariamente appartenente in ferro battuto e tradizionali con i movi- al convento di San Girolamo e commis- menti automatizzati. Al calar della sera sionata dalla famiglia Eroli. L’attuale si illuminano, rendono ancor più sugge- allestimento è reso fortemente spettaco- stivo un paesaggio che è esso stesso un lare dall’ambiente completamente oscu- presepe rato e da un programma di illuminazio- ne, un vero trionfo di luce, con un effetto San Vito visivo dei raggi che si dipartono dalla Il centro storico di San Vito è un vero e palla d’oro, simbolo del sole, che nella po- proprio gioiello del territorio del Comu- sizione originale era effettivamente col- ne di Narni, sia per la sua conformazione pita dal sole che penetrava attraverso il architettonica a fortezza circolare con rosone della Chiesa di San Girolamo. due porte, sia per la sua posizione eleva- ta e dominante, “a nido d’uccello”, sulla I Borghi sottostante piana del Tevere. Narni è circondata da “castelli”, piccoli La torre quadrata svetta al centro del borghi ognuno con una sua identità e un castello e funge da “sentinella” per il con- centro storico curato e vissuto dai citta- trollo del territorio circostante. dini. Da alcuni anni all’interno del centro sto- rico viene allestito un presepe vivente Itieli fatto dagli adolescenti del paese, rico- “Castrum Ithiulorum” è immerso in un struzioni fedeli delle attività tradiziona- ambiente naturale e paesaggistico di li: falegname, arrotino, fabbro e poi i pa- 6
In Apertura Nelle foto, dall’alto al stori con asinelli, pecore e mucche tutti basso: presepe San rigorosamente vivi. informazioni: Francesco, presepe San Al tramonto il presepe si anima e i pastori Vito e presepe Itieli 1) Narni Sotterranea per il periodo dal si recano alla grotta dove tra un bue e un 1 novembre 2019 al 30 marzo 2020 asino veri Giuseppe e Maria assistono il aperta sabato con una visita alle ore Bambino Gesù, naturalmente impersona- 15.00, domenica e festivi ore 11.00, to dall’ultimo nato del paese. 12.15, 15.00 e 16.15 – www.narnisot- teranea.it / 0744722292 2) Museo Eroli e Rocca Albornoz dal 1 ottobre 2019 al 30 marzo 2020 aperto venerdì, sabato, domenica, festivi e pre- festivi 10.30-13.00/15.00-17.30, aper- to tutti i giorni su prenotazione – www. sistemamuseo.it / 0744717117 3) NarniAdventures aperto tutto l’anno nei giorni di sabato e domenica con orario ore 11.00 – 17.30 (inizio ultimo giro di percorso) Apertura su prenotazione per gruppi, gite ed eventi (min. 10 persone), nei giorni feriali – lo stesso di Narni Sotter- ranea 4) Infopoint turistico aperto tutti i gior- ni dalle ore 10.00 alle ore 18.00 – 0744747277 / turismo@comune.narni. tr.it 7
Sabina Antica Narnate di MarIA Grazia di Mario P rotagonisti di una storia stra- do, con tre parole distribuite su 3 righe. ordinaria, apparentemente Presenta inoltre un foro, attraverso il comune, sono: un agricolto- quale era stata applicata su un conte- re che durante una aratura, nitore, un sacco di trasporto, o militare. in località Vindoli di Leones- Grazie all’onestà del contadino, arriva sa, trova un reperto del se- nelle mani di un “esperto” che riesce a condo millennio a.C., una piccola “la- decifrarne il contenuto. minella plumbea” graffita sottilmente Ma cosa c’è scritto su questa laminella, (di 4x5 cm circa, con spessore di 1 milli- che ha trovato degna collocazione pres- metro circa) e un antropologo di fama so il museo leonessano? internazionale, Mario Polia, fondatore Lo spiega Polia, il quale ha esposto i suoi del locale Museo Civico demo-antropolo- studi e la sua traduzione nel corso di un gico. La particolarità è che la laminella è convegno (del quale saranno presto pub- incisa, graffita sottilmente con caratteri blicati gli Atti Scientifici) che si è tenuto destrorsi, in lingua latina di quel perio- nel luglio scorso, a Monteleone di Spole- 8
Ricerca e Territorio Straordinaria derrate alimentari. Il significato dunque è in breve il seguente “Questo sacco è di scoperta Resenius, il quale appartiene alla gente del territorio del Nar”. dell’antropologo Ma cosa indica NAR/NER? e ricercatore “Il territorio di Leonessa, fino alla fine Mario Polia: del 1200, si chiamava Narnate, gli Angio- ini lo ribattezzarono Gonessa, la prima il ritrovamento Leonessa. Lo sappiamo da documenti della Abbazia di Farfa, ai quali il territo- di una piccola rio fu ceduto da Carlo Magno. Con que- sto toponimo era conosciuta anche dai “laminella Longobardi, si rintraccia infatti nei ma- teriali che si riferiscono al Granducato di plumbea” Spoleto”. del secondo La laminella confermerebbe il nome millennio a.C. antico di Leonessa come Narnate, come luogo della gente del Nar? conferma “Certamente. Ma adesso cerchiamo di comprendere chi è questo popolo del l’antico Nar/Ner, probabilmente parliamo di un toponimo gruppo etnico di lingua e cultura umbra del quale si conosceva bene l’esisten- della città za, se pensiamo che addirittura Terni, in latino, si chiamava INTERAMNIA di Leonessa NAHARCUM, cioè città posta tra due fiumi, città dei naharci e che questa fa- come e mosa gente del Nar è nominata anche Narnate, sulle Tavole di Gubbio. Nar/Ner, nella lingua umbro - sabina, significava zolfo luogo (nei gruppi linguistici italici le differenze erano minime). Ce lo conferma anche Te- nel quale renzio Varrone, ma anche “forte”, tant’è vero che tra i sabini il nome Nerius vuol viveva dire nobile, potente. Non è un caso che il popolo Nerone si sia voluto chiamare in questo modo. Passiamo ora al fiume denomi- del Nar nato NAR/NAHAR, o NER, applicato ad esso vuol dire fiume dalla imponen- to (PG), in presenza della Soprintenden- te portata d’acqua, impetuoso. NAR za, e dove sono state illustrate tutte le è un termine molto antico, la radice è novità archeologiche dell’Alto Corso del indeuropea ed ha sempre il significato NAR. In particolare riferite a Ruscio (pa- di maschio e forte. *Nar, è inteso come esino che si trova sotto Monteleone) e a maschio e forte anche tra i greci (ANER). Leonessa. Tra i Germani la divinità della virilità era “RESNI è la parola scritta nella prima Nerthus, sempre in greco il signore delle riga, è il dativo del nome Resenius ab- acque profonde dell’Oceano si chiamava breviato, nella seconda NERINATI vuol Neresu, le sue figlie erano le Nereidi. Tra dire luogo della gente del NAR/NER, lo- Nelle foto: Porta Spole- gli indiani dell’India, in sanscrito, uomo calità di provenienza di Resenius – dice il tina (XV sec.), l’ingresso della città di Leonessa si dice NARA e Narayana è il nome del ricercatore - nella terza si legge la parola Dio che creò il mondo camminando sul- (RI), la scritta presente ESCINVM, quest’ultima è in fase di deci- sulla laminella pumblea le acque dell’Oceano primordiale, altra frazione perché non esiste un termine si- e l’antropologo Mario radice indeuropea *snauer (fiume dalle mile, ma potrebbe essere riconducibile a Polia acque potenti). Quindi il nome del Nera 9
Sabina potrebbe derivare da Nar, o da Snauer, sacro di Santa Rita, dopo Cascia conflui- con lo stesso significato e con alternanza va in quello che “oggi” si chiama il Nera”. vocalica”. Oggi? Dunque, un termine antichissimo. “Esistono due possibilità: o si chiamava “Certo, siamo nel secondo millennio a. C., Nera l’attuale fiume che nasce nelle Mar- parliamo di una radice indeuropea co- che e, in quanto affluente principale, an- mune, proprio da queste radici si sono che il Corno di Leonessa, oppure è stato formate tutte le lingue italiche, il latino, il Nera a prendere il nome dall’altopiano il sanscrito ed altre”. di Leonessa. La laminetta testimonia che in questa cittadina viveva la gente del Ma il Nera aveva acque sulfuree? territorio del Nar, dunque il popolo di Le- “No, ma diversi autori, tra cui Virgilio, onessa aveva questo nome, riferendosi lo indicano come tale perché i romani, proprio al corso d’acqua Nera. Di questa a Triponzo, fondarono una stazione ter- etnia ho trovato anche una tomba sot- male davvero imponente per la cura del- terranea a camera a carattere femmini- la pelle, molto nota a quei tempi. Solo qui le con rituale di inumazione non romana, l’acqua era sulfurea”. bensì riferibile al popolo del Nar, ora esposta nel Museo”. Nella foto: fontana Quale è l’importanza della laminella farnesiana di per Leonessa? Dunque da oggi il Corno riprende forma ottagonale in “Proprio grazie a questo ritrovamento la sua identità come Nar e forse Piazza VII Aprile a abbiamo definito con certezza il nome da esso prenderebbe nome il Nera Leonessa, realizzata dal Maestro Nicola del fiume che nasce dal monte TILIA di stesso. Di Joanni Carlo da Leonessa, chiamato Corno a partire dal “La faccenda che questo corso di fiume, Firenze con l’appro- Medioevo. Il Corno nasceva e attraversa- che passa sotto Monteleone di Spoleto, si vazione di Madama va l’altopiano di Leonessa per arrivare chiamasse Nar ormai è scientificamente Margherita D’Austria sotto Monteleone di Spoleto e lo scoglio assodata. Dopo questa mia scoperta gli 10
Ricerca e Territorio Nelle foto: Piazza VII ho restituito il nome antico rimasto tale le invasioni indeuropee portano i popoli Aprile (Leonessa) nella fino all’arrivo degli Svevi, i quali hanno italici nelle loro sedi. Non è che sul posto quale si possono visita- ribattezzato la cittadina e il suo territo- non ci fossero indigeni, ma queste etnie re la Chiesa di S. Pietro e il Convento realizzati rio come di Gonessa e non più di Narna- erano più evolute, avevano già una orga- sul finire del Duecento te. Dal 1400 la trasformazione in Leones- nizzazione sociale, sacrale e si imposero”. dagli Agostiniani sa. Una scoperta ufficializzata e accolta Una visita al Museo (aperto il venerdì e dalla comunità scientifica”. il sabato dalle ore 9 alle ore 12 e dalle 15 alle 18 e la domenica mattina dalle ore 9 alle ore 13, presso il Chiostro di san Fran- Ma i popoli del Nar erano Sabini? cesco) è senz’altro una esperienza utile “Direi di ceppo umbro, i sabini a Leones- per conoscere la storia di Narnate, per sa non erano presenti. La laminella è ammirare la laminella e la ricostruzio- interessante perché ci parla di un perso- ne della tomba a camera. Inoltre vi sono naggio dell’epoca, rintracciato peraltro esposti vari materiali, sempre rinveni- in altri luoghi, chissà, forse un commer- menti di arature, come monete, lingotti ciante, o un soldato. La natura del conte- usati prima della monetazione, punte di nuto del sacco è legata alla terza parola, lance. Interessanti le due sale dedicate sulla quale mi sto confrontando con altri alla cultura pastorale e contadina divi- studiosi di lingue antiche”. se in due fasce, cultura femminile e ma- schile. Una opportunità unica anche per I Narnati erano originari del luogo? dialogare con l’antropologo Mario Polia, “Anche loro sono stati il frutto di migra- sempre presente nel museo da lui fonda- zioni indeuropee. Verso il 1000, 1200 a.C. to (nel 2016) e realizzato. 11
Sabina formidabile carlo di Ettore Nuara foto di Marco Marzoli U na giornata di ottobre, come anche dire che per le vie del borgo gli tante. Il sole è tiepido, l’aria odori che ne derivano sono in grado di frizzantina, il cielo azzurris- lenire i morsi della fame e saziare pie- simo, non c’è traccia di nuvo- namente gli stomaci più esigenti. Come le che, quando si affacciano, non riconoscere in quei profumi i riti diventano birichine. Adel- gastronomici dei fagioli con le cotiche, mo, un mio amico appassionato d’arte, le fave con la bieta, le carni al sugo, i si è diretto con la sua macchina verso frascarelli, le fregnacce con le olive, gli Cantalupo in Sabina perché devo incon- strozzapreti con il ragù, per finire con le trare una persona che conosco da anni e ciambelle aromatizzate con il vino bian- che questo luogo ha scelto come eremo co della Sabina? Ma Adelmo ed io non silenzioso e tranquillo per allontanarsi, siamo qui a Cantalupo per mangiare. Ci quando può, dal deserto (emotivamente sarà occasione. Siamo a Cantalupo per parlando) popoloso di una grande Città incontrare un amico. Soprattutto io, che come Roma. Cantalupo in Sabina è un l’ho conosciuto per la prima volta in età suggestivo paesino posto su di un colle giovanile. Carlo Verdone, attore, regista, tra gli Appennini e il Fiume Tevere che carico di riconoscimenti e di onori, mi si sviluppa in forma radiocentrica ver- ha subito invitato con il piacere sincero so la valle del Calentino. Situato in una dell’invito. Ed allora mi si affollano nella posizione strategica è poco distante da mente molti ricordi, per esempio quando Roma. L’aria che si respira è gradevo- in un piccolo teatro di Roma, “L’Arlec- le e rinvigorisce i polmoni, ma bisogna chino”, saliva alla ribalta per presentare 12
Personaggi In esclusiva Essendo figlio di un grande studioso di cinema e critico cinematografico e tea- l’intervista al trale tra i più apprezzati, Mario Verdone, ha sempre subito l’influenza e il parere regista Carlo del padre per cui, a differenza di altri, si Verdone che èpuntiglio impegnato negli studi con particolare e serietà. Un giorno Carlo all’U- ha scelto come ma tra gli dovette niversità sostenere un esame, esaminatori c’era anche il pa- suo luogo della dre. I compagni di corso lo rincuorarono dicendogli che non doveva preoccuparsi, riflessione, del sarebbe passato all’esame successivo:“- pensiero, del Vai Carlo, tanto per te è tutto facile, con tuo padre esaminatore”. Mario e Carlo di relax, della fronte: ma già alla prima domanda Carlo rispose “cincischiando”, intimorito e fra- pace interiore, stornato. Ad un certo punto Mario, il pa- dre, se ne uscì: “Giovanotto, non ci siamo, Cantalupo in lei non è preparato, torni un’altra volta Sabina, dove ericordare si prepari meglio”. E lo bocciò, mi piace tra i tanti questi episodi. ha una villa A Cantalupo Con Carlo ci diamo del tu. o ha una villa immersa nel immersa nel verde che i genitori comprarono anni fa dalla Baronessa Camuccini. Lì si rifugia verde che per ritrovare un po’ di tranquillità, lonta- i genitori no dagli impegni e dallo stress. Adelmo è attratto da una chiesetta che si trova comprarono proprio accanto alla villa. Interviene Car- lo: “In un primo momento i miei genitori dalla Baronessa hanno comperato la villa con un ampio appezzamento di terreno. Poi mia ma- Camuccini dre, visto questa chiesetta abbandonata, chiese alla baronessa di vendergliela e la tanti personaggi della vita quotidiana baronessa accettò di accontentarla. Ora con umorismo e bonarietà e lui, Carlo, la chiesetta, del 1700, è parte integrante stentava a riempire di gente quello spa- della nostra proprietà, l’ho ristrutturata zio teatrale. Una sera, in sala, non c’era ed è stata di nuovo consacrata. I fedeli nessuno, Carlo voleva tornare a casa, del paese possono frequentarla, ad of- smarrito, deluso, amareggiato. Ma la dea ficiare le funzioni religiose è un prete di della fortuna lo guardò amorevolmente Cantalupo ed a volte anche il parroco. Mi perché entrò un critico teatrale di gran- fa piacere vederla accanto alla mia abi- de spessore, Franco Cordelli del Paese tazione, e mi rallegra al mattino il suono Sera, che pretese di vedere lo spettacolo. della campana. La villa è frequentata Lui solo in sala e Carlo in palcoscenico. dagli amici più cari, specie in estate, da Carlo diede il meglio di sé tanto che Cor- Luca, il fratello, da Silvia, la sorella, dal delli scrisse meraviglie sul suo giornale, cognato Christian De Sica e da Paolo e decretando le qualità di questo nuovo Giulia, i figli. comico, originale, estroverso, comuni- cativo, versatile, estroso. Successo che Nelle foto: il regista Che bel salone, dico, e che libreria Carlo Verdone durante immensa, colma di libri rari, libri di proseguì in televisione (con Enzo Trapa- l’inaugurazione della ni, regista di Non Stop, esordì in Tv Stop teatro e di cinema! riapertura al pubblico e al cinema con la benedizione di Sergio della chiesetta del “Nella mia famiglia i libri non sono mai Leone). Ed ancora Carlo è laureato in 1700, di sua proprietà e mancati. La lettura è stata per mio pa- Lettere Moderne ed ha frequentato il ristrutturata con risorse dre, mia madre e per me, un nutrimento Centro Sperimentale di Cinematografia. proprie essenziale”. 13
Sabina è vero che ne hai fatto donazione al tutto la pulizia delle strade, la tutela del Comune di Cantalupo. paesaggio e i beni artistici (ci sono molte “Sono migliaia, non li ho contati, ma ne chiese di prestigio) e ambientali. L’am- ho donati alcuni. Si vedrà in seguito”, biente è importante e conservare questo precisa. territorio verdeggiante è segno di civil- tà. E poi amare il proprio paese va a van- Ti trovi bene a Cantalupo? taggio del turismo che viene praticato, “E’ il luogo della riflessione, del pensiero, specialmente in estate”. del relax. E’ il luogo della pace interiore”. Quali sono state le figure più im- Quando sei qui in villa come passi il portanti della tua vita? tuo tempo? “Mia madre e mio padre, senza dubbio”. “C’è sempre qualcosa da fare, ma sempre con molta calma, riordino le idee, fanta- Ecco, parlami di loro. stico su nuovi progetti di lavoro. E poi “Ti riferisco quello che ho detto alcuni mi dedico alla produzione dell’olio e del mesi fa a Vanity Fair. Per quanto riguar- vino. Per quanto riguarda l’olio la pro- da il mio lavoro devo tutto a mia madre, duzione non è stata abbondante come una donna che aveva tante fragilità e negli anni passati. Abbiamo combattuto debolezze ma sapeva anche essere forte contro la malattia delle mosche che ha ed aveva intuito che avevo talento. Mi colpito la maggior parte dei nostri ulivi. incoraggiava ad andare avanti. Mam- Ma la battaglia, anche se non è stata vin- ma possedeva una vena affabulatoria ta del tutto, è stata condotta al meglio e e creativa. La accompagnavo a pagare i la patologia ridimensionata”. conti dal fornaio o dal lattaio, e lei, che era anche una formidabile osservatrice, Come cittadino di Cantalupo, hai posava sempre lo sguardo su qualcuno: qualcosa da rimproverare al comu- “Carlo guarda che faccia buffa che ha ne, ai suoi amministratori? quello” ed io guardavo. Se sono stato “Per carità mi hanno accolto, sin da un pedinatore di italiani restituendone quando siamo qui, come uno di loro. tic, nevrosi e manie, la prima pedinatrice Sono disponibili e affettuosi. Non mi della famiglia è stata sicuramente lei”. posso lamentare. Il Comune, come tante Nella foto: il paese di amministrazioni, ha i suoi problemi, ma E tuo padre? Cantalupo in Sabina ha sempre cercato di risolverli: innanzi- “Mio padre è stato una figura importan- 14
Personaggi Nella foto: L’attore te, mi ha donato lo stupore, mi ha fatto mevano, ma li ho ritrovati ed ora sto Carlo Verdone con il viaggiare, mi ha insegnato tanto. Pren- molto bene in loro compagnia. Nessuno papà Mario e il fratello deva me e mio fratello Luca e ci accom- dei due ragazzi ha scelto la strada dello Luca pagnava a vedere mostre, ci spiegava spettacolo, va bene così. Paolo conosce tutto del pittore, del quadro, dell’epoca le lingue e lavora presso il Ministero dei storica dello stesso quadro. Ma ci ha Beni Culturali, Giulia invece, dopo es- anche portato allo stadio, o a giocare a sere stata una promoter in alcune case pallone al Circo massimo, sotto il sole cinematografiche, è diventata, presso il cocente. Era un padre vero nostro padre, Policlinico Gemelli di Roma, una dietista un padre giusto. E’ vero che all’Universi- oncologica”. tà mi bocciò in storia del cinema, che mi Quindi per loro niente cinema, ma chiese di Dreyer e Pabst, ma è pur vero almeno gli fai leggere i copioni e le che di Pabst non sapevo nulla e che la sceneggiature dei tuoi film? gente in aula aveva cominciato a mor- “Eccome, li leggono e sono anche molto morare severa: ”E’ parente, è parente, è critici, mi fanno le dovute osservazioni uno schifo”. Ricordo che quando tornai a soprattutto nel linguaggio da usare”. casa e gli dissi: “Papà, mi hai fatto fare Onorificenze e premi in Italia e all’estero, una figura di merda”, e lui rispose sen- Carlo è stato nominato membro dell’A- za emozione: ”Carlo, abbi pazienza, non cademy per l’assegnazione dell’Oscar volevo si pensasse ad un trattamento di 2020, farà dunque qualche viaggio a Los favore”. Angeles. Calano le ombre della sera, quel salone libreria è accogliente. La conver- Un papà e una mamma da prendere sazione con Carlo fila liscia con molta ad esempio, eccezionali nell’impar- sincerità da parte sua. Vorrei affrontare tire sani principi educativi. Li hai numerosi altri argomenti, come quello di trasmessi ai tuoi figli? irrompere nella sua vita privata. Mi fac- “Ho conosciuto nell’intimo Paolo e Giulia. cio coraggio e dico: “Carlo, sei misogino?” Ricordo allorché, terminato un film, misi “No affatto, perché me lo chiedi?”. da parte alcuni progetti e, su consiglio della mia ex moglie Gianna, partii con Da anni dopo la separazione da loro in un viaggio di piacere e di cono- Gianna non abbiamo visto, noi cro- scenza per due mesi. Pensavo di averli nisti, un’altra donna accanto a te. persi, per i tanti impegni che mi oppri- “Non pensavo che anche tu fossi un gior- 15
Nella foto: l’attore nalista di gossip. In questa veste non ti Concordia a Roma si riunivano i migliori Carlo Verdone con ci vedo”. registi dell’epoca (De Sica, Comencini, Dario Franceschini, “Scusami Carlo, sono stato impruden- Lattuada, Scola, Monicelli, Fellini, tanto Ministro della Cultura te”, rispondo. Visto il mio imbarazzo mi per citarne alcuni) litigavano aspramen- con delega al Turismo e il Sindaco di Canta- fa partecipe di una sua considerazione: te, confrontavano le loro idee, poi tutto lupo in Sabina Paolo “Sono stato attratto dall’universo fem- si concludeva con una grande magnata, Rinalduzzi, durante la minile e il motivo principale credo sia da alla Faccia! Pensiamo alla vicenda Cec- visita presso il Palazzo ricercare nel fatto che ho sempre consi- chi Gori. Sono estremamente onesto, lo Camuccini derato le donne un pianeta affascinante. voglio essere, sono amico di Vittorio ed Affascinante nel suo mistero, nella sua ero il pupillo del padre Mario, con loro volubilità, nel suo farsi perdonare, nella ho realizzato film di grande successo. sua spesso involontaria seduzione, nella Vittorio è stato una vittima sacrificale sua fragilità, ma anche nella sua umana del nostro ambiente, di un sistema estre- forza. Quando una donna è forte lo è mol- mamente feroce, ma ha pagato anche to più di un uomo. Quando una donna è per le sue ingenuità e per essersi fidato noiosa lo è molto meno di un uomo”. Un di persone discutibili sul piano morale e inno, il suo, alla donna, che dimostra la comportamentale”. disponibilità e sensibilità non soltanto dell’artista, ma dell’uomo Carlo Verdone. Dove va il cinema? Una perla rara nel mondo dello spettaco- “Bella domanda, non so se ci sia una crisi. lo, del cinema soprattutto. Un ambiente Occorre produrre film che diventino un che è molto cambiato dagli esordi di Carlo. evento. Le sale stanno soffrendo per- “E’ sempre stato un ambiente difficile e ché subiscono un calo di spettatori per competitivo – afferma – oggi lo è ancora via delle piattaforme digitali come Fox di più, dominano egoismi, scarsa colla- e Netflix. Basta abbonarsi e si vedono borazione, menefreghismo e individua- film interessanti a due soldi. Quello che lità esasperata. Un tempo all’Osteria La mi preoccupa è il disinteresse dei giova- 16
Personaggi Nelle foto: il regista ni verso i film in sala ma anche questo è Ho letto che, amante della medicina, Carlo Verdone con spiegabile. I ragazzi non si spostano da ai tuoi amici dai consigli per assu- il fratello Luca e la sorella Silvia e in basso casa e riversano il film sul computer, le mere farmaci in modo che curino i il Palazzo Camuccini vendite online hanno distrutto situazio- loro malanni. ni economiche consolidate. Per quanto “Sì, è vero, do consigli, ma poi devono re- riguarda la produzione penso che in carsi dal medico, è più credibile”. qualsiasi maniera il cinema continuerà a vivere”. Volevi diventare un medico? “Per carità, ho paura del sangue”. Non ti ho chiesto del tuo ultimo film Mi faccio forza, sono sfrontato e dico: Si vive una volta sola. “Posso dirti una cosa personale? Ho do- “C’è tempo per parlarne, esce a febbraio”. lori alle ginocchia, cammino a stento, mi Vista la mia delusione continua a raccon- dicono che sia una forma di artrosi”. tare: “In poche parole è un film girato in “L’artrosi è degenerativa, è dovuta Puglia con Max Tortora, Anna Foglietta, all’età e al peso. Un consiglio, dimagrire Rocco Papaleo, ed è la storia di quattro ed una amatriciana in meno”… medici romani, abili e stimati nella loro Formidabile Carlo! professione, quanto deboli, fragili, inaffi- dabili e maldestri nella vita privata”. E’ un film di sentimenti, condito da ironia, introspezione psicologica e dolce malinconia. “Lo hai detto, spero che piaccia”. Adelmo, che ha seguito la nostra conver- sazione, sprofondato in poltrona gustan- do il vinello bianco di Cantalupo, mi fa un cenno, come fosse una sollecitazione verbale. Lo capisco e interpello Carlo. 17
Sabina Sabina natale con arte di Margherita filippeschi A nche quest’anno, presso la Forum Würth Capena da febbraio 2019 Sala Piramidale della sede e rivolto a persone adulte con disabili- Würth Srl di Capena, si è tà. Ormai da sei anni l’Art Forum Würth rinnovato l’appuntamento Capena, in linea con l’impegno sociale con un’esposizione d’arte che caratterizza la filosofia aziendale molto speciale ed emozio- del Gruppo Würth, si fa promotore di nante. Per una settimana (dal 21 al 28 azioni concrete per l’inclusione, acco- novembre) i visitatori, oltre alla mostra gliendo progetti che utilizzano l’arte e “Art Faces. Ritratti d’artista nella Colle- la creatività come strumento e mezzo di zione Würth”, hanno potuto ammirare crescita personale e riconoscimento del- circa cento opere esposte in un ensemble le diverse abilità. Tutto ciò è stato ed è dal titolo “Attraverso l’Immagine: Auto- possibile grazie alla collaborazione con ri-Tratto Fotografico”. L’evento ha rap- l’Associazione Hairam Onlus che si oc- presentato il coronamento del percorso cupa, con i suoi operatori specializzati, di arteterapia (una serie di laboratori di arteterapia. I laboratori si sviluppano a cadenza settimanale) svoltosi all’Art partendo dal contesto delle sale esposi- 18
Arte e Territorio L’Art Forum Centri diurni socio riabilitativi, famiglie, Würth Capena ma anche studenti, in particolare dell’Ac- si veste cademia di Belle Arti di Roma (corso di Arte per la terapia) e della RUFA - Rome a festa con University of Fine Arts (corso di fotogra- fia). Gli studenti quest’anno hanno dato l’esposizione un importante contributo, essendo stati coinvolti attivamente nei workshop e di presepi nell’allestimento dell’esposizione finale. etnici, Dalla collaborazione con l’Associazione Hairam Onlus sono nate anche le “Tavole decorazioni a Rotonde dei Servizi per le persone con disabilità del Lazio” (20 incontri dal 2014 tema natalizio ad oggi), molte delle quali si sono svolte proprio all’Art Forum Würth Capena. Art Forum Würth Capena Orario di apertura: ed articoli lunedì – sabato 10.00 – 17.00 domenica e festivi chiuso Ingresso gratuito dedicati Shopping al museo Tra i servizi presenti, oltre alla caffetteria Le visite guidate al pubblico, che non necessi- tano di prenotazione, si svolgono ogni sabato all’arte del ed alla mensa aziendale (accessibili dal lunedì al venerdì), i visitatori dell’Art mattina alle ore 11.00. Su prenotazione l’Art Forum Würth Capena ospita scolaresche di Novecento. Forum Würth Capena sono accolti in un piccolo ma ben fornito bookshop. ogni ordine e grado, proponendo percorsi di visita e laboratori didattici per le diverse fasce Una occasione Lo shopping al museo può rivelarsi una d’età. Le attività didattiche per le scuole sono gratuite. Due sabati al mese, dalle 15.00 alle per visitare scelta alternativa e piacevole, non solo per chi ama avere un ricordo emozionale 17.00, si svolgono laboratori artistici e creativi rivolti sia alla fascia di età 5-12 anni sia per la mostra (come un poster, un segnalibro o una cartoline della mostra appena vista), tutta la famiglia; necessaria la prenotazione (costo: 5,00). “Art Faces. ma anche per chi è alla ricerca di idee originali o di un regalo speciale. Per info e prenotazioni: Art Forum Würth Capena - Ritratti A Natale il bookshop si veste a festa Viale della Buona Fortuna, 2 00060 Capena (Rm) d’artista “ e propone, oltre ai gadget a marchio Würth e agli articoli dedicati agli artisti Tel. 06/90103800 art.forum@wuerth.it e partecipare della Collezione Würth e in generale all’arte del Novecento (tra cui cataloghi, www.artforumwuerth.it facebook.com/artforumwuerthcapena alle visite monografie, poster, cartoline), anche presepi etnici, decorazioni a tema instagram: @artforumwurthcapena guidate natalizio, oggetti di design per la casa ed il tempo libero, giochi creativi per i più piccoli e molto altro. tive, dove avviene la libera esplorazione e l’incontro con il linguaggio artistico contemporaneo. Le opere della Colle- zione Würth sono dunque di ispirazione, vengono “fatte proprie” dai partecipanti e rielaborate in messaggi personali. In- fatti per l’edizione 2019 tutti i lavori pre- sentati nella mostra finale - soprattutto ritratti e autoritratti fotografici, talvolta manipolati e contaminati dall’utilizzo di tecniche miste - sono nati dal confronto creativo con i 107 ritratti fotografici di “Art Faces”. Anno dopo anno il progetto “attraverso l’immagine: inclusione e pari opportunità con l’arte” ha visto aumen- tare la partecipazione di Associazioni, 19
Sabina Sabina nuovi itinerari di Maria grazia di mario K OMEDIA (società specializ- prima APP aperta e prodotta attraverso zata nello sviluppo di App l’utilizzo di una piattaforma gestionale in realtà aumentata, finaliz- semplice e intuitiva, dunque direttamen- zate alla creazione di conte- te fruibile agli operatori in ambito turi- nuti e servizi destinati alla stico, museologico e ai soggetti pubblici valorizzazione e fruizione e privati, impiegati nel settore dei beni dei luoghi della cultura e del turismo) culturali e del turismo. Ci siamo resi con- ha presentato, presso il Museo Civico to che le App hanno un limite, quello di di Rieti, i risultati finali di un vero e pro- essere prodotti chiusi, la App che abbia- prio esperimento, il progetto dal titolo mo proposto è aperta. I referenti delle ItineraRI a Rieti e dintorni. Tra strutture, sia pubbliche che private, che cultura e colture, cofinanziato ed hanno partecipato ai nostri workshop, approvato dalla Regione Lazio, nell’am- hanno potuto apprendere le nozioni di bito dell’Avviso Pubblico “Atelier Arte base per creare e gestire in autonomia Bellezza e Cultura”. contenuti digitali multimediali in realtà Un progetto assolutamente innovativo, aumentata, partendo dalla realizzazione ha spiegato per Komedia Roberta Pa- di una storyboard professionale, utiliz- ciucci:“ La novità è che abbiamo realizzato la zare la piattaforma web (CSM) e genera- 20
Turismo e New Media del territorio. A dare il necessario supporto informa- La Komedia tivo alla Komedia, per la individuazione dei soggetti significativi, la raccolta dei ha realizzato materiali informativi e la stesura e cor- la prima rezione dei testi, Roberto Lorenzetti, presidente dell’Archivio di Stato, Moni- APP aperta ca De Simone, direttrice del Museo Ci- vico di Rieti, Gianfranco Formichetti, per la assessore alla cultura del Comune di Rie- ti, Laura Ciacci, presidente della coope- promozione rativa sociale Campagna Sabina. del territorio Presenti alla inaugurazione della App Simone Petrangeli per la Regione di Rieti, Lazio, Daniele Sinibaldi, Gianfranco Formichetti e Monica De Simone, per il che si Comune di Rieti. Per Simone Petrangeli “l’ambizione è di attiva proseguire in un percorso senza dub- pienamente bio utile alla promozione del territorio, esempio virtuoso di sinergia tra varie “solo realtà ed istituzioni pubbliche e private”, per Daniele Sinibaldi “la tecnologia rap- raggiungendo presenta una occasione per la Provincia di Rieti che da tempo subisce, nel settore le varie turistico, un gap che va assolutamente strutture superato”, mentre per Gianfranco For- michetti la App, oltre a valorizzare siti e museali e realtà di grande interesse, dà la concre- ta opportunità agli operatori di trasfor- produttive” marsi in autori/attori. re prodotti nuovi (audio e video) destina- ti ad una App mobile di ultima genera- zione che si può attivare solo recandosi nelle varie strutture, cioè sul posto”. Dunque da un lato gli operatori locali sono in grado di entrare nella piattafor- ma ed auto-implementarsi inserendo nuovi contenuti e percorsi, dall’altro la App potrà essere pienamente attivata Nelle foto: lo staff di “solo raggiungendo le località da pro- Komedia rappresentato da Roberta Paciucci. In muovere”. piccolo: il vicesindaco di Al momento di percorsi ne sono stati rea- Rieti Daniele Sinibaldi e lizzati 8, per le seguenti realtà: la Biblio- l’Assessore alla cultura teca Comunale Paroniana, la Biblioteca Gianfranco Formichetti. Casa Museo Angelo Di Mario, la Rieti In basso: Laura Ciacci, Presidente di Campagna delle acque, il Sorriso di Filippo, il Museo Sabina e Simone Civico - sezione storico artistica, il Museo Petrangeli, dirigente per Archeologico del Cicolano, le Eccellenze la Regione Lazio 21
Sabina Sabina SPLENDIDA CELLERE di ANNALISA PARRANO guida turistica foto di franco maffei “O h come tutta zione panoramica sulla Valle del fiume ne li occhi l’anima Timone. In epoca etrusca gli abitanti di or vi fiammeggia, Vulci scelsero Cellere come granaio del- splendida Cellere, la loro potente città; dominata prima da Diritta ne l’abito verde Viterbo e poi da Tuscania, Cellere risulta Ornata il capo essere uno dei primi possedimenti della di rosse piume” famiglia Farnese già nel sec. XIV e come (G. D’Annunzio Cronaca Bizantina, tale conosce nel XVI secolo un periodo 1° maggio 1882 in Scritti Giornalistici, di splendore e di sviluppo urbanistico 1882-1888) con l’ampliamento del borgo esterno all’ insediamento del “Castel dentro”, la Cellere è un caratteristico paesino del- trasformazione della Rocca in palazzo la Tuscia viterbese circondato da re- residenziale dei Farnese e la costruzio- sti etruschi e romani situato nel cuore ne della chiesa dedicata al patrono S. della Maremma laziale e sorge su uno Egidio Abate, gioiello architettonico di sperone tufaceo di origine vulcanica Antonio da Sangallo il Giovane. Dal 1537 delimitato da due corsi d’acqua, in posi- al 1649 fa parte del Ducato di Castro, ri- 22
Sabina e Tuscia Il piccolo borgo ra pregevoli pavimenti cinquecenteschi. Cellere viene ancora ricordata per il ce- della Tuscia lebre brigante dell’Ottocento: Domeni- co Tiburzi (1836-1896) attorno alla sua viterbese figura si sono create diverse leggende. Proprio per ricordarlo è nato il “MUSEO riserva molte DEL BRIGANTAGGIO”, un museo te- sorprese tra cui matico che consente una lettura partico- lare del territorio, del paesaggio e della un Museo del storia. Inaugurato nel 2007, il Museo rac- conta la storia del brigantaggio dell’Al- Brigantaggio, tadocumenti Tuscia, attraverso una serie di foto e che testimoniano la vita dei la mostra briganti dell’epoca. L’ edificio presenta permanente un allestimento da ascoltare e da scopri- re, installazioni audio, video e informa- del fabbro tiche, cassetti, botole e nascondigli, libri e schedari, testimonianze e racconti leg- Felton gendari, poesie e canti: il brigantaggio maremmano restituito attraverso le te- Giustiniani, stimonianze dell’epoca. Altra tappa im- perdibile è la mostra del fabbro Felton la chiesa Giustiniani, brillante artista-artigiano dedicata al autodidatta oggi scomparso; un luogo magico colmo di splendide creazioni in patrono S. Egidio ferro battuto: volatili, volpi, cavalli, mo- numenti della cittadina riprodotti in sca- Abate, la grotta la. Il palazzo Mazzariggi oggi sede del del brigante Municipio di Cellere è di proprietà comu- nale grazie ad un lascito dell’illustre pa- Domenico triota Francesco Mazzariggi. L’edificio fu costruito dalla famiglia Mazzariggi Tiburzi e il della quale è ricordato in Cellere soprat- tutto il garibaldino Francesco, definito piccolo borgo da un’epigrafe posta sulla facciata del di Pianiano palazzo comunale come ultimo rampollo di una famiglia illustre e che partecipò ai moti rivoluzionari per la liberazione dal- tornando poi sotto il dominio della San- lo Stato Pontificio. Il palazzo si sviluppa ta Sede fino all’unità d’Italia. Tra i luoghi su quattro livelli di cui uno seminterrato, più emozionanti di questo antico borgo l’ingresso principale è su Via Cavour (an- la Chiesa di Sant’Egidio Abate merita un tica via Maestra), è decorato e la faccia- posto d’onore. Situata a circa 200 metri ta principale è caratterizzata dal portale dalle mura del paese, in una suggesti- d’ingresso bugnato e sormontato da un va vallata, la chiesa è opera di Antonio balconcino con portabandiera. All’inter- da Sangallo il Giovane, e risale ad una no mediante un’ampia scala in traverti- commissione del Cardinale Alessandro no si giunge al piano primo, attraversan- Farnese (papa Paolo III) intorno all’anno do un ambiente con il soffitto affrescato 1513. La pianta originaria si trova (n. U si giunge alla sala di rappresentanza 1050 A - Gabinetto dei disegni della Gal- dell’edificio, oggi adibita a sala consilia- Panoramica del borgo leria degli Uffizi – Firenze), il comples- re. La grande sala è caratterizzata su di Cellere, caratteristico so religioso offre un mirabile spaccato paesino della Tuscia due lati da quattro porte simmetriche sulla prima arte rinascimentale: a croce Viterbese, in piccolo che la collegano ad altrettanti ambienti, greca, con una cupola bassa e i tetti con 2 sculture del fabbro oggi adibiti ad uffici, e da una parete do- volta a crociera, la chiesa conserva anco- Felton Giustiniani tata di tre finestre da dove si domina la 23
Sabina Nella foto: Museo del Chiesa di Sant’Egidio e la splendida val- nell’antico culto di Diana connesso alla Brigantaggio a Cellere, lata. Il parco del Timone è situato a 3 km caccia (Plandianum, Plandiana, Castrum diretto dal direttore da Cellere, sulla strada verso Pianiano. Il Planiani, Pianiano). Fu un feudo degli Or- Marco D’Aureli, aperto nome deriva dalla sorgente del torrente sini di Pitigliano, dato in dote a Girolama da ottobre a marzo Timone affluente del fiume Fiora, l’ideale per le sue nozze con Pierluigi Farnese. martedi, mercoledì e giovedì dalle 18.00 alle per immergersi nella natura sono le pas- Pianiano fu abbandonata sul finire del 20.00 su prenotazione, seggiate a piedi, in mountain bike o a ca- XVII secolo per la malaria che lo infe- il venerdì , sabato e vallo. Si può iniziare la visita ammirando stava, portata dagli acquitrini sfuggiti domenica dalle 10 alle tutta una serie di emergenze naturali ed di mano allo sfruttamento degli incolti 13 e dalle 15 alle 18, artificiali: le antiche sorgenti, i fontanili, di epoca medievale. Nel 1729 il borgo e il museo racconta le le cisterne romane, il querceto che co- le sue terre furono annesse alla Comu- vicende del brigantag- steggia la splendida cascata, la grotta nità di Cellere. Pianiano tornò ad essere gio maremmano in del famoso brigante Tiburzi conosciuta abitato da una colonia di oltre 200 rifu- chiave antropologica anche come grotta della Mercareccia, le giati cristiani provenienti dall’Albania e mettendo in risalto l’epopea del brigante antiche pompe idrauliche che alimenta- ottomana, cui papa Benedetto XIV nel Domenico Tiburzi, nato vano l’abitato di Cellere, gli antichi mu- 1754 ne assegnò il feudo. Provenivano a Cellere lini ad acqua fino ad incontrare le affa- dalla città e dalla provincia di Scutari scinanti rovine medievali di Castellardo (Skodra), ed alcune famiglie dall’attuale ricadenti nel territorio del Comune di Ca- Montenegro, allora territorio turco-alba- nino. L’area attrezzata del parco Timone nese. Dalla strada che conduce a Cellere da decenni ospita la rassegna estiva si possono ancora vedere le arcate del “Cellere tra natura e tradizione”, manife- suo loggiato. La chiesa di San Sigismon- stazione tesa a valorizzare il patrimonio do Martire è di origine altomedievale. culturale, storico ed enogastronomico Dell’antica struttura rimane l’abside e del paese maremmano. parte di una colonna del disperso bal- Pianiano è un piccolo antico borgo, si- dacchino dell’altare, riutilizzata come tuato sulla strada che dalla zona di Vulci paracarro durante la ristrutturazione conduce a Ischia di Castro a 4 km da Cel- settecentesca del Borgo. Infatti nel corso lere, è un esempio ancora integro di in- dei secoli la chiesa fu ampliata e girata sediamento medievale. Le origini dell’a- di 90°. Al suo interno è apprezzabile una bitato sono probabilmente da ricercare tela settecentesca detta “Madonna degli 24
Arte e Cultura Feste e tradizioni a cellere Albanesi”. Il paesino attualmente è abi- tato da una decina di persone; da qual- 1° MAGGIO Festa del 1° Maggio (Presso “ Parco Timo- che anno, nel mese di maggio, il borgo ne”). Festa del S. Patrono S. Egidio Abate. prende vita grazie ad una rassegna che accoglie le eccellenze del florovivaismo 17 GENNAIO Festa S. Antonio Abate - Accensione fuoco nei due giorni della manifestazione “Al di di S. Antonio - Benedizione degli animali là del giardino”. La manifestazione Musica Spettacolo Dalla III settimana di AGOSTO alla II settimana di SET- Arte Artigianato (MUSA) nasce dal TEMBRE desiderio di promuovere cultura median- “Cellere tra natura e tradizione” - Mostra/Mercato - Cor- te un programma musicale che riflette teo storico - Convivio medievale nel Borgo di Pianiano la predilezione degli italiani per l’opera Palio dei sapori della Maremma Tosco-Laziale lirica, per la musica da camera, il jazz per sconfinare anche nella musica popolare, 30 NOVEMBRE Festa di S. Andrea. Rumorosa sfilata per blues e rock. Completano l’offerta artisti- le vie del paese delle “sant’andree” (lunghe file di ca spettacoli teatrali nella scenografia barattoli legati insieme da una corda). naturale che offre il Borgo senza alcuna necessità di apporti scenici. Cellere a Natale 8 dicembre partenza delle luminarie, 24 dicembre villaggio di Natale con mercatini natalizi e Babbo Natale consegna regali Cellere a tavola Chi ama i sapori autentici e genuini, tro- verà interessanti le degustazioni dei vini dell’Alta Tuscia e dell’olio extravergine d’oliva DOP prodotto nella zona. Acquacotta, zuppe e minestre, da non perdere anche un assaggio dei famosi biscotti di Sant’Egidio e dei classici lombrichelli in salsa piccante. Nelle foto: piccolo borgo di Pianiano 25
Sabina Sabina ricordando don alfredo di Tersilio leggio D on Alfredo Ricci, da qualun- ne con maggior distacco la vita e le ope- que angolatura lo si studi re. Opportuno, molto opportuno, quindi, e lo si osservi, ha indubbia- il contributo che Maria Grazia Di Mario mente costituito una figura e Ildebrando Cinosi, giornalisti di vaglia, di notevole rilevanza nella hanno voluto dedicare a don Alfredo società poggiana del secon- con la pubblicazione dal titolo DON AL- do dopoguerra. Una società vitale, con- FREDO RICCI Testimoninze e ememorie trastata, ma capace di esprimere valori (edito da Associazione Amici del Museo e modelli di sviluppo allora all’avanguar- di Poggio Mirteto). dia in tutta la Sabina tiberina. Come si è Troppo spesso, infatti, la memoria recen- detto don Alfredo Ricci, tenace monta- te viene travolta dal concitato succeder- naro originario di Montenero paesino si degli accadimenti e dai mutati stili di sperduto tra i monti Sabini, ma ricco di vita che spingono a non ricordare più il storia e di tradizioni, svolse un ruolo cen- passato, anche recente, quasi non aves- trale a Poggio e rileggerne la figura, a se più alcun valore. A questo proposito molti anni dalla scomparsa, aiuta a sce- sono sempre valide le osservazioni di verare i giudizi di parte ed a considerar- sant’Agostino, che ha rilevato come stu- 26
Lo Scaffale I giornalisti, Quattrocento, quando Poggio ebbe un ruolo di forte supremazia all’interno Ildebrando della «Universitas» farfense, divenen- do sede del governatorato dell’abbazia Cinosi e Maria e dei suoi cardinali abati commendata- Grazia Di Mario, ri, in particolare gli Orsini ed i Farnese. Questa posizione preminente crebbe hanno voluto gradualmente e si estese anche all’inte- ra Sabina tiberina, soprattutto grazie dedicare a alla presenza di una classe borghese molto attiva e culturalmente impegnata. Don Alfredo la Questo status si riverberava nella strut- pubblicazione tura sociale, della quale abbiamo cono- scenza dettagliata dagli inizi dell’Otto- dal titolo Don cento, con il governatorato di Farfa che aveva sede, con gli uffici e le carceri, nel Alfredo Ricci palazzo del governo, detto comunemen- te la «rocca», trasformatosi, poi, a par- Testimonianze tire dal 1841 nel palazzo vescovile della e memorie neo-istituita diocesi. Il ricco elenco degli esercizi commerciali ne dimostra la soli- (edito da dità sociale ed economica. Alla metà del secolo, infatti, erano presenti botteghe Associazione di tessuti, di cera ed altro, di merci di- verse, di liquori, tre caffè, una drogheria, Amici del due macelli, una pizzicheria, un forno, Museo di Poggio un’osteria, alcuni orzaiuoli, una bottega di paste e maccheroni, una di cristalli, Mirteto). fabbricati dalla celebre vetreria, eba- nisti, calzolai, pittori, muratori, sarti e Un libro ricco sarte, imbastari, barbieri, un sediario ed un ventagliaro, tre botteghe di ferri di testimonianze lavorati. Assicurata inoltre la presenza e ricordi di un medico e di un chirurgo, mentre le farmacie erano ben due, quelle di Grassi inediti e di Giannini. Questo inciso sul passato, vuole dimo- strare come la solidità della struttura sociale sia stata determinante anche per diando quanto avvenuto in precedenza si epoche più vicine a noi. Credo che in que- riescono a scorgere le ombre del futuro. sta logica vada collocata la felice intui- Prima di introdurre la figura di don Ricci, zione del giovane don Alfredo Ricci, ca- si è ritenuto opportuno premettere una nonico della chiesa cattedrale di Poggio carrellata sui poggiani illustri della sto- Mirteto, nel fondare un istituto d’istruzio- ria, molto numerosi e di spicco, segno di ne privata. Dapprima nel 1930 una scuo- una cultura diffusa, che compenetrava la media, riconosciuta dallo Stato un de- la società locale, ai quali potremmo ag- cennio dopo, successivamente nel 1943 giungere il gesuita Bernardino Stefonio, ampliando l’offerta formativa al livello celebre tragediografo tra Cinquecento e superiore, aggiungendo il Liceo Classico, Seicento, o il benedettino Giovanni Bat- le Magistrali e la Ragioneria, con sede a tista Pescetelli, abate claustrale dell’ab- Nelle foto: Don Alfredo palazzo Sbraccia. È anche vero che alle Ricci in abito ecclesia- bazia di Farfa nel 1772. Credo questo sia motivazioni di lungo periodo si aggiun- stico nero, con il nipote un punto cruciale della storia di Poggio Corrado Ricci alla sua sero situazioni contingenti generate Mirteto vista nel lungo periodo, della destra: dalla seconda guerra mondiale, periodo quale val la pena ripercorrere le ragio- In piccolo: una sua im- nel quale don Ricci si distinse per il suo ni profonde che nascono dalla fine del magine in età giovanile appoggio assennato e prudente alla Re- 27
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