La Passione in un musical della Corale Sant'Alfonso al Parco Iconavetere - ilSottosopra

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La Passione in un musical della Corale Sant'Alfonso al Parco Iconavetere - ilSottosopra
La Passione in un musical
della Corale Sant’Alfonso al
Parco Iconavetere
                                          A Foggia domenica 25
                                           marzo, alle 18.30,
                                          in scena “Un uomo di
                                                  nome
                                           Gesù”. Partecipano
                                              la Comunità
                                             redentorista e
                                              l’Associazione
                                               Pompieri “A.
                                          Gramazio”. La storia
                                                di Cristo,
                                             dall’ingresso a
                                           Gerusalemme fino a
                                          quando dimostrerà al
       popolo di Israele di essere lui il Messia, in un
      musical: domenica 25 marzo, alle 18.30, la Corale
 Sant’Alfonso presenta una nuova versione del suo recital “Un
uomo di nome Gesù oltre la passione e la croce”, per la prima
 volta nella suggestiva cornice del Parco Iconavetere di via
    Ciano a Foggia. Non è semplicemente una Via Crucis ma
 ripercorre tutta la predicazione di Gesù, dal momento in cui
assume la sua natura divina fino all’apparizione nel cenacolo.

La prima edizione risale al lontano 2003, nella Parrocchia di
Sant’Alfonso al rione Candelaro. È il progetto più corposo e
di lunga data della storica formazione musicale che è ormai al
suo ventottesimo anno di vita. Dalla sua fondazione, il gruppo
originario è rimasto praticamente lo stesso, con qualche
innesto, conta circa trenta elementi tra musicisti e cantori e
si occupa dell’animazione liturgica. Nasce proprio all’interno
della Comunità redentorista di via Capitanata che da sempre
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partecipa attivamente alla rappresentazione.

Il cast si compone di oltre cinquanta figuranti tra attori
protagonisti, comparse e popolo. Ad interpretare Gesù di
Nazareth sarà Salvatore De Gelidi. La regia è affidata alla
responsabile del coro, Rosaria Curcetti, affiancata da Antonio
Desideri. “Abbiamo inserito danze, pezzi cantati, abbiamo
implementato il nostro progetto per presentarlo in una chiave
più dinamica – spiega Rosaria Curcetti – Nato come un recital,
anno dopo anno, abbiamo cercato di farlo avvicinare il più
possibile ad un musical. Grazie alla preziosa collaborazione
con l’Associazione Pompieri-Volontariato e Protezione Civile
“A. Gramazio” quest’anno      la rappresentazione avrà una
location che si presta come scenografia naturale e
contribuiremo a restituire alla cittadinanza un bene
riqualificato dall’Associazione con grande passione”.

L’Associazione Pompieri-Volontariato e Protezione Civile “A.
Gramazio”, che gestisce il parco e il suo anfiteatro dopo
averlo riportato al suo antico splendore, offrirà il suo
supporto logistico e il servizio d’ordine e sicurezza.

L’ingresso è gratuito e tutta la cittadinanza è invitata a
partecipare.

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della marcia
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Un’amara    vigilia    della
manifestazione nazionale di
Libera,   in   programma   a
Foggia.
                                         LA VICENDA. Poco
                                         prima           di
                                         mezzanotte,
                                         infatti, è stata
                                         data alle fiamme
                                         l’auto di Peppino
                                         D’Urso,        già
                                         consigliere
                                         comunale e da anni
                                         ‘motore’
                                         dell’animazione
                                         del      progetto
                                         Parcocittà, grazie
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a cui è stata riqualificata l’area di Parco San Felice. Dai
primi rilievi dei carabinieri è certa la natura dolosa
dell’incendio.
I COMMENTI. Solidarietà bipartisan, a poche ore dalla
manifestazione di Libera (a inizio settimana iniziativa di don
Ciotti proprio a Parcocittà) e, tra le prime a commentare la
notizia, la segretaria provinciale del Pd, Lia Azzarone,
sottolineando come “parco San Felice sia stato restituito alla
comunità e sottratto al degrado, all’abuso e alla
microcriminalità”.

Domenica 18 marzo: “Pedalare
per   la   memoria   e   per
l’impegno”
                       In preparazione della partecipazione
                       alla XXIII Giornata della memoria e
                       dell’impegno in ricordo delle
                       vittime innocenti delle mafie del
                       prossimo 21 marzo, l’Associazione
                       Cicloamici Foggia Fiab organizza, in
                       collaborazione con il Coordinamento
                       provinciale     di   Libera,     una
biciclettata cittadina a tema.

“Foggia è una città sotto attacco. La Capitanata è una
provincia sotto attacco”, così Libera ha motivato la scelta
di Foggia come principale “piazza” nazionale della Giornata.

E’ importante allora che la città reagisca, che tutte/i noi
manifestiamo compattamente e convintamente per opporci a
questo attacco, che anche questa notte è tornato a colpire
Foggia.
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Si toccheranno, facendo delle brevi soste, i luoghi della
città legati ad alcuni episodi di criminalità accaduti negli
ultimi anni e quelli che ricordano chi si è opposto alle mafie
ed al malaffare: Francesco Marcone, Giovanni Panunzio, ecc.

Il raduno sarà alle ore 10 davanti all’ingresso del Palazzo
degli Uffici Statali (Piazza Giordano), dove l’iniziativa si
concluderà attorno alle 12,30.

“Passa il testimone…verso il
21 marzo!”
                                              VII Edizione di
                                              “Libera       la
                                              Natura”.     Far
                                              vivere        ai
                                              ragazzi    delle
                                              scuole medie di
                                              primo     grado
                                              un’esperienza di
                                              impegno in prima
                                              persona,
                                              attraverso
un’attività sportiva svolta su beni confiscati o su beni
pubblici recuperati dall’abbandono, dal degrado. È il progetto
“Libera la Natura”, giunto alla settima edizione, realizzato
da “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” in
collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e rivolto alle
scuole delle varie regioni d’Italia.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani sul rapporto
tra sport, natura e legalità, con l’obiettivo di diffondere
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uno sport sano che sia veicolo di valori quali il rispetto
dell’altro, oltre che delle regole e del proprio corpo, per
combattere e prevenire l’illegalità dilagante anche nel mondo
dello sport.

L’iniziativa vedrà la città di Foggia protagonista: lunedì 19
marzo 2018 dalle ore 9.30, oltre 200 ragazzi delle scuole
della Rete Penelope (IC “Catalano-Moscati, IC “Foscolo-
Gabelli”, IC “De Amicis-Pio XII e IC Santa Chiara–Altamura”),
parteciperanno a Parcocittà, bene pubblico restituito alla
cultura e alla socializzazione, ad una staffetta simbolica che
li porterà a comprendere il valore della memoria, dello sport
e dell’ambiente. Sarà un ulteriore passo della città di Foggia
verso la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in
ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che si svolgerà
due giorni dopo.

Alla mattinata, oltre agli organizzatori, prenderanno parte
Luigi Ciotti, presidente di Libera, Daniela Marcone, referente
nazionale del settore Memoria di Libera, e alcuni importanti
atleti foggiani.

“Quello che ho imparato non
crolla”.
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Continua        la
                                            formazione     del
                                            Nucleo Speciale
                                            dei         Clown
                                            Dottori         de
                                            “Il Cuore Foggia”
                                            nella Protezione
                                            Civile con E.R.A.

Si chiama “Nucleo Speciale” il primo gruppo di Clown Dottori
impegnati nella formazione in Protezione Civile. Composto da
figure specifiche e qualificate nell’ambito dell’emergenza e
della psicologia, è guidato da Jole Figurella, Coordinatrice
Nazionale della Clownterapia in Protezione Civile di E.R.A.

Il progetto formativo promosso dal Coordinamento Nazionale
di E.R.A, in particolare dal Presidente Marcello Vella, è
volto a far emergere una nuova figura nell’ambito della
Protezione Civile, che è quella del Clown Dottore
Specializzato nel soccorso in situazioni di calamità.

Il 6 marzo scorso si è svolta la prima giornata di formazione
sui Servizi Socio Assistenziali in Emergenza. L’argomento è
stato trattato da Teresa Pierro, Assistente Sociale e
Pedagogista, che ha contribuito a costruire una competenza e
formazione specifica definendo il ruolo ed apporto dei servizi
sociali negli eventi calamitosi.

Il Servizio sociale si colloca con appropriatezza come una
delle discipline deputate a svolgere un ruolo attivo e
strategico nel sistema della Protezione civile. “La
dottoressa Pierro – sottolineano dall’associazione – è
riuscita a cogliere l’importanza dell’integrazione tra le
diverse        prestazioni        nell’area         socio-
sanitaria”. Ha evidenziato, in particolare, che “il Sociale
ha dimostrato di potersi collocare con un ruolo
fondamentale, come anello di congiunzione tra quelle
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professioni di confine nell’ambito sanitario e psico-educativo
che intervengono fin daI primo momento nel soccorso alle
popolazioni”.

L’intento   di questo tipo di formazione è di condividere
riflessioni e nozioni attraverso la costruzione di strumenti
operativi che rafforzino il ruolo e la preparazione del
volontario nelle calamità naturali, eventi terribili ma
purtroppo previsti e prevedibili nel territorio nazionale.

La seconda giornata di formazione è prevista il 26 marzo, con
la psicologa Francesca Russo, con la quale i Clown Dottori
affronteranno il tema della Psicologia dell’emergenza, che
connota un ambito assai ampio di studio e applicazione delle
conoscenze in situazioni critiche fortemente stressanti.
Situazioni che mettono a repentaglio le routine quotidiane e
le ordinarie capacità di coping degli individui e delle
comunità di fronte ad avversità di ampia magnitudo, improvvise
e urgenti.

La psicologia dell’emergenza si occupa sia delle persone
direttamente coinvolte negli eventi critici sia dei loro
familiari e amici e delle persone che sono state testimoni
dello stesso evento, ma anche dei soccorritori e della
comunità ove gli eventi critici si sono verificati. Si occupa,
inoltre, di previsione e prevenzione dei rischi e di
programmazione e gestione dei soccorsi.

“La figura del Clown Dottore del Nucleo Speciale – sottolinea
Figurella – si arricchisce di conoscenze nell’ambito della
Protezione Civile che vanno a sommarsi alle tecniche
di clowning, di umorismo e relazione d’aiuto indispensabili
per indirizzare le vittime di un evento calamitoso verso un
processo di salutogenesi”.
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Verso  il   21  marzo. Una
pubblicazione racconta la
mafia di Capitanata e le
forme di “resistenza”
                                       Curata        dal
                                       Coordinamento
                                       Provinciale    di
                                       Libera e dal CSV
                                       Foggia, è stata
                                       stampata in 3mila
                                       copie grazie al
                                       sostegno    della
                                       Fondazione    dei
                                       Monti Uniti di
                                       Foggia.      Sarà
                                       distribuita
                                       gratuitamente
                                       nelle scuole e
durante la manifestazione in piazza; è a disposizione di
cittadini e associazioni presso il Centro di Servizio al
Volontariato.

“100 passi verso il 21 marzo, il fenomeno mafie nel foggiano e
la nuova ‘resistenza’”. Si intitola così la pubblicazione
curata dal Coordinamento provinciale di Libera e dal CSV
Foggia, con il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di
Foggia.

Stampata in tremila copie, è stata pensata come uno strumento
di lettura e accompagnamento nel cammino verso il 21 marzo,
Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime
innocenti delle mafie, il cui tema quest’anno è “Terra, solchi
di verità e giustizia”.

Foggia nel 2018 sarà la “piazza” principale, ma
simultaneamente, in migliaia di luoghi d’Italia, dell’Europa e
dell’America Latina, la Giornata della Memoria e
dell’Impegno verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi
delle vittime e, a seguire, con momenti di riflessione e
approfondimento.

“Il fenomeno della criminalità organizzata nel nostro
territorio è particolarmente grave e pericoloso – scrive il
Presidente della Fondazione dei Monti Uniti, Aldo Ligustro nel
suo contributo al volume – a causa della presenza di ben tre
organizzazioni di stampo mafioso (la mafia foggiana, la mafia
garganica e quella cerignolana), la cui esistenza è già
giudizialmente accertata e tuttavia poco conosciuta. Eppure,
per contrastare efficacemente la mafia non è sufficiente
l’impegno di forze dell’ordine e magistrati, ma è necessario
agire a un livello più ampio e profondo, diffondendo nelle
coscienze di tutti la consapevolezza della sua pericolosità,
contrapponendovi la cultura e la pratica della legalità. È,
insomma, dal cambiamento culturale che occorre partire”.

La pubblicazione intende illustrare le dinamiche del fenomeno
mafioso in Capitanata e spiegare il senso della giornata del
21 marzo attraverso illustri contributi.

Daniela Marcone, vicepresidente nazionale e referente del
Settore Memoria di Libera racconta lo sforzo di “Combattere il
silenzio, per una nuova resistenza”, mentre Giuseppe Gatti,
Sostituto Procuratore della Direzione distrettuale antimafia
di Bari descrive come “spezzare la ‘dipendenza dalla mafia’,
sviluppando la legalità del noi”.
Il sociologo Roberto Lavanna spiega “i termini della
questione” con “un intervento su mafia e territorio”,
attraverso parole chiave; il giornalista Nicola Antonio
Pezzuto traccia le caratteristiche peculiari delle mafie a
Foggia e dintorni, con focus sulla Società foggiana, sulla
mafia garganica e su quelle di Cerignola e San Severo, grazie
al supporto di una ricca bibliografia.

Le copie di “100 passi verso il 21 marzo, il fenomeno mafie
nel foggiano e la nuova ‘resistenza’” saranno distribuite
gratuitamente nelle scuole che hanno realizzato percorsi di
legalità in collaborazione con Libera e durante la
manifestazione nazionale di mercoledì 21 marzo, che a Foggia
avrà inizio alle ore 8.00, con ritrovo in Piazza C. Battisti.

I cittadini e le associazioni interessate potranno richiedere
e ritirare copie della pubblicazione presso il CSV Foggia, il
Centro di Servizio per il Volontariato, durante gli orari di
apertura degli uffici (lun – ven., ore 9.00 – 13.00 e 16.00 –
19.00).

Diffondere    il    corretto
utilizzo del web marketing:
la mission di Dario Ciracì e
Maria Pia De Marzo
                                               Il loro blog è
                                               diventato   un
                                               punto        di
                                               riferimento nel
                                               panorama  del
                                               web marketing
                                               italiano

Premi, libri e corsi per essere sempre aggiornati e favorire
la formazione continua

Promuovere la cultura digitale e diffondere il corretto
utilizzo del web marketing è la mission dei due giovani
professionisti pugliesi Dario Ciracì e Maria Pia De Marzo, che
nel 2009 hanno fondato a Bari l’agenzia Web in Fermento.

Dario – laureato in Marketing e Comunicazione d’azienda,
esperto di SEO e Content Marketing – si occupa di sviluppare e
realizzare strategie digitali finalizzate alla crescita di
visibilità e fatturati di grandi aziende e Pmi; Maria Pia –
laureata in e con un Master universitario specialistico in
Tecnologie Innovative dell’Informazione e della Comunicazione
– sviluppa strategie Social e di Link Building intervenendo
nell’ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché nello
sviluppo dell’interfaccia comunicativa dei contenuti.

Nel 2010 Dario e Maria Pia hanno lanciato il blog
Webinfermento.it che oggi, dopo 8 anni e tanti blog editoriali
presenti nel panorama web marketing, è ancora uno di quelli
che sviluppa più traffico e ha tra i suoi lettori i marketing
manager delle più importanti aziende italiane e non.

“La cosa certa ad oggi – si legge nel primo post scritto da
Dario il 18 settembre 2010 – è che i vecchi media sono falliti
e i nuovi media sono quelli veicolati sul web, sia grazie
all’uso di nuove tecnologie e degli strumenti partecipativi
messi a disposizione dal web 2.0, social network in primis,
sia grazie allo sviluppo di nuovi approcci gestionali delle
aziende che riducono le distanze cognitive e geografiche tra
azienda e consumatore, attraverso la gestione di rapporti
anche personali, che permettono al cliente di esprimere meglio
i propri bisogni e all’azienda di migliorare la propria
offerta”.

“Web in Fermento aveva e continua ad avere l’obiettivo di
aiutare le imprese e le proprie audience a capirsi,
raggiungersi, conversare, ascoltarsi e trovare le migliori
strategie per migliorare le proprie offerte e soddisfare al
meglio i propri consumatori”, spiega Maria Pia.

Tante le attività messe in campo da Dario e Maria Pia che dal
2010 – anno in cui hanno tenuto la prima conferenza sul Web
Marketing all’Ap Camp di Ascoli Piceno – sono cresciuti,
acquisendo clienti di rilievo nazionale e internazionale,
sempre rimanendo radicati sul territorio.

Sono stati speaker al Convegno GT 2013, il più importante
evento dedicato alla SEO, e al BeWizard 2015 nell’area
Advanced SEO, la più importante conferenza nazionale italiana
sul web marketing. Tra le loro conquiste c’è anche il Premio
Next, conferitogli nel 2013 da una giuria di esperti web
internazionali.

Sempre in quell’anno hanno ideato “Famolo Viral”,
l’infografica su sesso e cibo diventata uno dei contenuti più
virali e di successo mai visti in Italia.

Nel giugno 2015 hanno pubblicato il primo manuale strategico
sul Content Marketing dal titolo “Gestisci Blog, Social e SEO
con il Content Marketing”.

E visto che nel campo in cui operano essere costantemente
aggiornati è un requisito fondamentale, Dario e Maria Pia non
solo seguono corsi ma li promuovono, per favorire sul
territorio la formazione continua. La loro ultima iniziativa
si chiama Facebook Masters’ Class advanced ed è un corso super
avanzato per immergersi completamente nell’universo che ruota
intorno all’advertising e ai contenuti. Il corso, che è quasi
sold-out, si terrà a Bari il 16 e 17 marzo e sarà tenuto da
Fabio Sutto e Valentina Vellucci, due fra i maggiori esperti
italiani della materia. Per maggiori info sul corso:
https://www.webinfermento.it/corso-facebook-marketing-avanzato
/.

Il terzo film in                                lingua
inglese “Downsizing”
                                             Nella Norvegia a
                                             tutta
                                             sostenibilità, uno
                                             scienziato trova
                                             la soluzione per
                                             risolvere       il
                                             problema    della
                                             sovrappopolazione:
                                             rimpicciolire gli
                                             esseri umani. Una
                                             volta
                                             miniaturizzata,
l'umanità tornerà ad essere sostenibile per il pianeta. Ma
diversamente dalla prima colonia norvegese, trentasei persone
che hanno deciso di
ridimensionarsi per il bene del mondo, chi sceglie di
sottoporsi al trattamento
sogna soltanto in grande dentro spazi più piccoli. Paul
Safranek, uomo ordinario dal
destino ordinario, decide per il benessere e una vita migliore
con la consorte in
una delle ricche small town che sorgono rapidamente negli
States. Convertiti i
debiti in ricchezza e il suo metro e ottanta in dodici
centimetri, Paul infila il
suo piccolo grande destino. Non è che Payne non veda la
meschinità della natura
umana, è che Payne vede altro e altrimenti. Avventura
ecosostenibile in mobilità
alternativa, Downsizing riconferma la poetica dell'autore,
improntata a un neo
umanesimo che privilegia personaggi definiti da una medietà
rassicurante e
malinconica. Interessato sovente alle persone vere e alle
storie comuni, alle
nevrosi e alle tragedie personali, a questo giro Payne impatta
il piccolo mondo
dell'uomo col vasto mondo della natura. Al centro del film,
che rimprovera agli
Stati Uniti lo sguardo ombelicale e la mancanza di
lungimiranza e di programmazione
ambientale, si allunga il cammino virtuoso di Matt Damon,
battuto da dilemmi
esistenziali: andare verso il futuro o restare dentro il
presente? Partecipare a una
suggestione o esporsi alla vita reale? Un antieroe che prova a
riprendersi il
controllo di avvenimenti che lo trascendono. Nondimeno, come
il padre di George
Clooney (Paradiso
amaro),
l'everyman di Matt Damon
chiuderà per sempre con la verità ritrovando in fondo al film
una quieta ma
appassionata ponderatezza.
Vite precarie: “Generazione
1000euro”
                                             In   Italia   non
                                             solo è difficile
                                             trovar lavoro ma,
                                             allorché trovato,
                                             è     una     pia
                                             illusione ambire
                                             al   famigerato
                                             “posto   fisso”:
                                             l’80% dei giovani
                                             finisce
                                             impigliati nella
                                             rete       della
                                             precarietà,    da
                                             cui non è affatto
facile liberarsi.

“Flessibilità” e “precarietà” sono concetti diversi: la
flessibilità è un’opportunità professionale, la precarietà una
drammatica condizione esistenziale.

Eppure oggi flessibile fa sempre più rima con precario.

Per molti rimane un “totem” l’idea che la precarizzazione del
lavoro costituisca l’unica via possibile per perseguire la
crescita e lo sviluppo.

Tutte le riforme del mercato del lavoro susseguitesi negli
anni (dalla “legge Treu” del 1997 –che ha introdotto i
famigerati “co.co.co.”- alla “legge Biagi” del 2003 -che ha
creato i contratti di lavoro “a progetto” ed “a chiamata”-)
hanno introdotto una crescente deregolamentazione del lavoro,
non accompagnata da adeguate tutele per i nuovi lavoratori
“atipici”.

Ed i frutti di queste politiche oramai, più che maturi, sono
cadenti!

Lavoro a tempo determinato o part-time, ma anche contratti di
somministrazione (ex interinali) o di collaborazione (a
progetto, coordinata e continuativa, mini co.co.co.,
occasionale), ed ancora associati in partecipazione,
prestatori d’opera con partita Iva, cessione di diritti
d’autore, vouchers, lavoratori dello sport: richiede un duro
lavoro anche solo orientarsi in questa inesplicabile “giungla”
contrattuale!

Quanti sono i lavoratori precari?

Circa “4 milioni”:

◆ 1,4 milioni i lavoratori “atipici” in senso stretto
(collaboratori a progetto dei settori privati, co.co.co. della
pubblica amministrazione, associati in partecipazione,
collaboratori occasionali e lavoratori che cedono i diritti
d’autore nei settori dell’informazione e dello spettacolo);

◇ 2,5 milioni i lavoratori a tempo determinato o con contratti
di somministrazione (gli ex interinali);

◆ 400 mila le false partite Iva.

Questa la fotografia più aggiornata del mondo del lavoro in
Italia (fonte Datagiovani):

◆ tra gli under 35, i precari sono raddoppiati in otto anni,
passando dal 20% del 2004 al 39% del 2011;

◇ nel biennio 2009-2010, oltre il 76% delle assunzioni è stata
fatta a tempo determinato, mentre i contratti di lavoro
standard sono stati solo il 20,8% del totale (su quattro
lavoratori neoassunti, tre sono precari!);

◆ nel 2011 i contratti a termine in Italia ammontavano al 50%
del totale (nel 2001 erano solo il 9,6%!);

◇ lo stipendio di un precario regolarmente è inferiore dal 20%
al 33% rispetto alla retribuzione netta mensile di un collega
stabilizzato;

◆ la retribuzione media di un precario si attesta sugli 836
euro netti al mese: 927 euro mensili per i maschi, 759 euro
per le donne (fonte Cgia di Mestre).

Tutto questo senza considerare che i precari di oggi saranno
destinati a divenire i poveri di domani: secondo uno studio
del Cerp di Torino, dopo 40 anni di contributi, beneficeranno
di una pensione media di 7.303 euro lordi l’anno, pari a “608
euro” mensili!

I cultori della “flexibility no limits” difendono la tesi per
cui il riconoscimento alle aziende di una piena libertà di
assunzione e licenziamento produrrebbe maggiore mobilità dei
lavoratori, occupazione e retribuzioni più alte.

Non tutti gli economisti, però, concordano.

Guglielmo Forges Davanzati (docente presso la Facoltà di
Economia dell’Università “Federico II” di Napoli), ad esempio,
sostiene che la “flessibilità spinta” sarebbe la principale
causa della riduzione dei salari, dei consumi e
dell’occupazione.

La deregolamentazione del mercato del lavoro, a suo avviso:
1- disincentiverebbe gli investimenti in innovazione (se
un’impresa può fare profitti comprimendo i salari ed i costi
connessi alla tutela dei diritti dei lavoratori, non avrà
convenienza ad investire nell’innovazione tecnologica);

2- ridurrebbe la propensione al consumo (l’incertezza dei
lavoratori in ordine al reddito futuro li spinge ad aumentare
i risparmi);

3- ridurrebbe l’occupazione (la possibilità di aumentare la
produttività dei lavoratori con la minaccia di un
licenziamento o di un mancato rinnovo contrattuale riduce il
ricorso a nuove assunzioni);

4- incentiverebbe la “finanziarizzazione” dell’economia (la
compressione della domanda di beni e servizi, conseguente alla
riduzione di salari e consumi, disincentiva gli investimenti
produttivi, dirottando quote crescenti del capitale in
investimenti speculativi).

Proprio quest’ultima è la causa prima della crisi mondiale che
stiamo attraversando, che, scoppiata negli Usa, ha subito
contagiato l’Europa.

La precarietà è in grado di ridurre i lavoratori a fantasmi di
un “limbo senza regole”: costretti ad elemosinare un nuovo
rinnovo contrattuale o alla ricerca continua di un nuovo
lavoro; discriminati rispetto ai propri colleghi stabilizzati;
senza adeguate certezze di percezione di reddito futuro; senza
alcuna garanzia di formazione professionale continua; in
totale soggezione al datore di lavoro (disponendo quest’ultimo
di un potere contrattuale incomparabile); privati del diritto
a progettare un futuro, per sé e la propria famiglia
(Sposarsi? Fare un figlio? Acquistare un’auto? Chiedere un
mutuo?).

In questo contesto:
◆ i giovani pagano sulla propria pelle il prezzo del cd.
“brain waste” (o “spreco di cervelli”), trovandosi costretti
ad accettare impieghi che richiedono l’applicazione di una
piccola parte delle conoscenze acquisite;

◇ le donne sono doppiamente penalizzate, trovando lavoro con
maggior difficoltà, essendo pagate meno dei loro colleghi e
dovendo frequentemente ritardare la maternità, se non proprio
rinunciarvi (è un caso che l’Italia, con una media di 1,4
figli per donna, è tra i paesi al mondo col più basso indice
di natalità?).

Fino agli anni ’90, la speranza era un sentimento così diffuso
da far convinti i padri che il futuro “avrebbe sorriso” ai
propri figli.

C’è da sorprendersi se, invece, oggi ha assunto sembianze
sempre più “minacciose”?
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