La Passione in un musical della Corale Sant'Alfonso al Parco Iconavetere - ilSottosopra
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La Passione in un musical della Corale Sant’Alfonso al Parco Iconavetere A Foggia domenica 25 marzo, alle 18.30, in scena “Un uomo di nome Gesù”. Partecipano la Comunità redentorista e l’Associazione Pompieri “A. Gramazio”. La storia di Cristo, dall’ingresso a Gerusalemme fino a quando dimostrerà al popolo di Israele di essere lui il Messia, in un musical: domenica 25 marzo, alle 18.30, la Corale Sant’Alfonso presenta una nuova versione del suo recital “Un uomo di nome Gesù oltre la passione e la croce”, per la prima volta nella suggestiva cornice del Parco Iconavetere di via Ciano a Foggia. Non è semplicemente una Via Crucis ma ripercorre tutta la predicazione di Gesù, dal momento in cui assume la sua natura divina fino all’apparizione nel cenacolo. La prima edizione risale al lontano 2003, nella Parrocchia di Sant’Alfonso al rione Candelaro. È il progetto più corposo e di lunga data della storica formazione musicale che è ormai al suo ventottesimo anno di vita. Dalla sua fondazione, il gruppo originario è rimasto praticamente lo stesso, con qualche innesto, conta circa trenta elementi tra musicisti e cantori e si occupa dell’animazione liturgica. Nasce proprio all’interno della Comunità redentorista di via Capitanata che da sempre
partecipa attivamente alla rappresentazione. Il cast si compone di oltre cinquanta figuranti tra attori protagonisti, comparse e popolo. Ad interpretare Gesù di Nazareth sarà Salvatore De Gelidi. La regia è affidata alla responsabile del coro, Rosaria Curcetti, affiancata da Antonio Desideri. “Abbiamo inserito danze, pezzi cantati, abbiamo implementato il nostro progetto per presentarlo in una chiave più dinamica – spiega Rosaria Curcetti – Nato come un recital, anno dopo anno, abbiamo cercato di farlo avvicinare il più possibile ad un musical. Grazie alla preziosa collaborazione con l’Associazione Pompieri-Volontariato e Protezione Civile “A. Gramazio” quest’anno la rappresentazione avrà una location che si presta come scenografia naturale e contribuiremo a restituire alla cittadinanza un bene riqualificato dall’Associazione con grande passione”. L’Associazione Pompieri-Volontariato e Protezione Civile “A. Gramazio”, che gestisce il parco e il suo anfiteatro dopo averlo riportato al suo antico splendore, offrirà il suo supporto logistico e il servizio d’ordine e sicurezza. L’ingresso è gratuito e tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Segui la diretta su Facebook della marcia
https ://www.facebook.com/ilSottoSopra.info/ Un’amara vigilia della manifestazione nazionale di Libera, in programma a Foggia. LA VICENDA. Poco prima di mezzanotte, infatti, è stata data alle fiamme l’auto di Peppino D’Urso, già consigliere comunale e da anni ‘motore’ dell’animazione del progetto Parcocittà, grazie
a cui è stata riqualificata l’area di Parco San Felice. Dai primi rilievi dei carabinieri è certa la natura dolosa dell’incendio. I COMMENTI. Solidarietà bipartisan, a poche ore dalla manifestazione di Libera (a inizio settimana iniziativa di don Ciotti proprio a Parcocittà) e, tra le prime a commentare la notizia, la segretaria provinciale del Pd, Lia Azzarone, sottolineando come “parco San Felice sia stato restituito alla comunità e sottratto al degrado, all’abuso e alla microcriminalità”. Domenica 18 marzo: “Pedalare per la memoria e per l’impegno” In preparazione della partecipazione alla XXIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie del prossimo 21 marzo, l’Associazione Cicloamici Foggia Fiab organizza, in collaborazione con il Coordinamento provinciale di Libera, una biciclettata cittadina a tema. “Foggia è una città sotto attacco. La Capitanata è una provincia sotto attacco”, così Libera ha motivato la scelta di Foggia come principale “piazza” nazionale della Giornata. E’ importante allora che la città reagisca, che tutte/i noi manifestiamo compattamente e convintamente per opporci a questo attacco, che anche questa notte è tornato a colpire Foggia.
Si toccheranno, facendo delle brevi soste, i luoghi della città legati ad alcuni episodi di criminalità accaduti negli ultimi anni e quelli che ricordano chi si è opposto alle mafie ed al malaffare: Francesco Marcone, Giovanni Panunzio, ecc. Il raduno sarà alle ore 10 davanti all’ingresso del Palazzo degli Uffici Statali (Piazza Giordano), dove l’iniziativa si concluderà attorno alle 12,30. “Passa il testimone…verso il 21 marzo!” VII Edizione di “Libera la Natura”. Far vivere ai ragazzi delle scuole medie di primo grado un’esperienza di impegno in prima persona, attraverso un’attività sportiva svolta su beni confiscati o su beni pubblici recuperati dall’abbandono, dal degrado. È il progetto “Libera la Natura”, giunto alla settima edizione, realizzato da “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e rivolto alle scuole delle varie regioni d’Italia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i giovani sul rapporto tra sport, natura e legalità, con l’obiettivo di diffondere
uno sport sano che sia veicolo di valori quali il rispetto dell’altro, oltre che delle regole e del proprio corpo, per combattere e prevenire l’illegalità dilagante anche nel mondo dello sport. L’iniziativa vedrà la città di Foggia protagonista: lunedì 19 marzo 2018 dalle ore 9.30, oltre 200 ragazzi delle scuole della Rete Penelope (IC “Catalano-Moscati, IC “Foscolo- Gabelli”, IC “De Amicis-Pio XII e IC Santa Chiara–Altamura”), parteciperanno a Parcocittà, bene pubblico restituito alla cultura e alla socializzazione, ad una staffetta simbolica che li porterà a comprendere il valore della memoria, dello sport e dell’ambiente. Sarà un ulteriore passo della città di Foggia verso la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che si svolgerà due giorni dopo. Alla mattinata, oltre agli organizzatori, prenderanno parte Luigi Ciotti, presidente di Libera, Daniela Marcone, referente nazionale del settore Memoria di Libera, e alcuni importanti atleti foggiani. “Quello che ho imparato non crolla”.
Continua la formazione del Nucleo Speciale dei Clown Dottori de “Il Cuore Foggia” nella Protezione Civile con E.R.A. Si chiama “Nucleo Speciale” il primo gruppo di Clown Dottori impegnati nella formazione in Protezione Civile. Composto da figure specifiche e qualificate nell’ambito dell’emergenza e della psicologia, è guidato da Jole Figurella, Coordinatrice Nazionale della Clownterapia in Protezione Civile di E.R.A. Il progetto formativo promosso dal Coordinamento Nazionale di E.R.A, in particolare dal Presidente Marcello Vella, è volto a far emergere una nuova figura nell’ambito della Protezione Civile, che è quella del Clown Dottore Specializzato nel soccorso in situazioni di calamità. Il 6 marzo scorso si è svolta la prima giornata di formazione sui Servizi Socio Assistenziali in Emergenza. L’argomento è stato trattato da Teresa Pierro, Assistente Sociale e Pedagogista, che ha contribuito a costruire una competenza e formazione specifica definendo il ruolo ed apporto dei servizi sociali negli eventi calamitosi. Il Servizio sociale si colloca con appropriatezza come una delle discipline deputate a svolgere un ruolo attivo e strategico nel sistema della Protezione civile. “La dottoressa Pierro – sottolineano dall’associazione – è riuscita a cogliere l’importanza dell’integrazione tra le diverse prestazioni nell’area socio- sanitaria”. Ha evidenziato, in particolare, che “il Sociale ha dimostrato di potersi collocare con un ruolo fondamentale, come anello di congiunzione tra quelle
professioni di confine nell’ambito sanitario e psico-educativo che intervengono fin daI primo momento nel soccorso alle popolazioni”. L’intento di questo tipo di formazione è di condividere riflessioni e nozioni attraverso la costruzione di strumenti operativi che rafforzino il ruolo e la preparazione del volontario nelle calamità naturali, eventi terribili ma purtroppo previsti e prevedibili nel territorio nazionale. La seconda giornata di formazione è prevista il 26 marzo, con la psicologa Francesca Russo, con la quale i Clown Dottori affronteranno il tema della Psicologia dell’emergenza, che connota un ambito assai ampio di studio e applicazione delle conoscenze in situazioni critiche fortemente stressanti. Situazioni che mettono a repentaglio le routine quotidiane e le ordinarie capacità di coping degli individui e delle comunità di fronte ad avversità di ampia magnitudo, improvvise e urgenti. La psicologia dell’emergenza si occupa sia delle persone direttamente coinvolte negli eventi critici sia dei loro familiari e amici e delle persone che sono state testimoni dello stesso evento, ma anche dei soccorritori e della comunità ove gli eventi critici si sono verificati. Si occupa, inoltre, di previsione e prevenzione dei rischi e di programmazione e gestione dei soccorsi. “La figura del Clown Dottore del Nucleo Speciale – sottolinea Figurella – si arricchisce di conoscenze nell’ambito della Protezione Civile che vanno a sommarsi alle tecniche di clowning, di umorismo e relazione d’aiuto indispensabili per indirizzare le vittime di un evento calamitoso verso un processo di salutogenesi”.
Verso il 21 marzo. Una pubblicazione racconta la mafia di Capitanata e le forme di “resistenza” Curata dal Coordinamento Provinciale di Libera e dal CSV Foggia, è stata stampata in 3mila copie grazie al sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia. Sarà distribuita gratuitamente nelle scuole e durante la manifestazione in piazza; è a disposizione di cittadini e associazioni presso il Centro di Servizio al Volontariato. “100 passi verso il 21 marzo, il fenomeno mafie nel foggiano e la nuova ‘resistenza’”. Si intitola così la pubblicazione curata dal Coordinamento provinciale di Libera e dal CSV Foggia, con il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia. Stampata in tremila copie, è stata pensata come uno strumento di lettura e accompagnamento nel cammino verso il 21 marzo,
Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il cui tema quest’anno è “Terra, solchi di verità e giustizia”. Foggia nel 2018 sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in migliaia di luoghi d’Italia, dell’Europa e dell’America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime e, a seguire, con momenti di riflessione e approfondimento. “Il fenomeno della criminalità organizzata nel nostro territorio è particolarmente grave e pericoloso – scrive il Presidente della Fondazione dei Monti Uniti, Aldo Ligustro nel suo contributo al volume – a causa della presenza di ben tre organizzazioni di stampo mafioso (la mafia foggiana, la mafia garganica e quella cerignolana), la cui esistenza è già giudizialmente accertata e tuttavia poco conosciuta. Eppure, per contrastare efficacemente la mafia non è sufficiente l’impegno di forze dell’ordine e magistrati, ma è necessario agire a un livello più ampio e profondo, diffondendo nelle coscienze di tutti la consapevolezza della sua pericolosità, contrapponendovi la cultura e la pratica della legalità. È, insomma, dal cambiamento culturale che occorre partire”. La pubblicazione intende illustrare le dinamiche del fenomeno mafioso in Capitanata e spiegare il senso della giornata del 21 marzo attraverso illustri contributi. Daniela Marcone, vicepresidente nazionale e referente del Settore Memoria di Libera racconta lo sforzo di “Combattere il silenzio, per una nuova resistenza”, mentre Giuseppe Gatti, Sostituto Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Bari descrive come “spezzare la ‘dipendenza dalla mafia’, sviluppando la legalità del noi”.
Il sociologo Roberto Lavanna spiega “i termini della questione” con “un intervento su mafia e territorio”, attraverso parole chiave; il giornalista Nicola Antonio Pezzuto traccia le caratteristiche peculiari delle mafie a Foggia e dintorni, con focus sulla Società foggiana, sulla mafia garganica e su quelle di Cerignola e San Severo, grazie al supporto di una ricca bibliografia. Le copie di “100 passi verso il 21 marzo, il fenomeno mafie nel foggiano e la nuova ‘resistenza’” saranno distribuite gratuitamente nelle scuole che hanno realizzato percorsi di legalità in collaborazione con Libera e durante la manifestazione nazionale di mercoledì 21 marzo, che a Foggia avrà inizio alle ore 8.00, con ritrovo in Piazza C. Battisti. I cittadini e le associazioni interessate potranno richiedere e ritirare copie della pubblicazione presso il CSV Foggia, il Centro di Servizio per il Volontariato, durante gli orari di apertura degli uffici (lun – ven., ore 9.00 – 13.00 e 16.00 – 19.00). Diffondere il corretto utilizzo del web marketing: la mission di Dario Ciracì e
Maria Pia De Marzo Il loro blog è diventato un punto di riferimento nel panorama del web marketing italiano Premi, libri e corsi per essere sempre aggiornati e favorire la formazione continua Promuovere la cultura digitale e diffondere il corretto utilizzo del web marketing è la mission dei due giovani professionisti pugliesi Dario Ciracì e Maria Pia De Marzo, che nel 2009 hanno fondato a Bari l’agenzia Web in Fermento. Dario – laureato in Marketing e Comunicazione d’azienda, esperto di SEO e Content Marketing – si occupa di sviluppare e realizzare strategie digitali finalizzate alla crescita di visibilità e fatturati di grandi aziende e Pmi; Maria Pia – laureata in e con un Master universitario specialistico in Tecnologie Innovative dell’Informazione e della Comunicazione – sviluppa strategie Social e di Link Building intervenendo nell’ideazione, scelta e creazione dei contenuti nonché nello sviluppo dell’interfaccia comunicativa dei contenuti. Nel 2010 Dario e Maria Pia hanno lanciato il blog Webinfermento.it che oggi, dopo 8 anni e tanti blog editoriali presenti nel panorama web marketing, è ancora uno di quelli che sviluppa più traffico e ha tra i suoi lettori i marketing
manager delle più importanti aziende italiane e non. “La cosa certa ad oggi – si legge nel primo post scritto da Dario il 18 settembre 2010 – è che i vecchi media sono falliti e i nuovi media sono quelli veicolati sul web, sia grazie all’uso di nuove tecnologie e degli strumenti partecipativi messi a disposizione dal web 2.0, social network in primis, sia grazie allo sviluppo di nuovi approcci gestionali delle aziende che riducono le distanze cognitive e geografiche tra azienda e consumatore, attraverso la gestione di rapporti anche personali, che permettono al cliente di esprimere meglio i propri bisogni e all’azienda di migliorare la propria offerta”. “Web in Fermento aveva e continua ad avere l’obiettivo di aiutare le imprese e le proprie audience a capirsi, raggiungersi, conversare, ascoltarsi e trovare le migliori strategie per migliorare le proprie offerte e soddisfare al meglio i propri consumatori”, spiega Maria Pia. Tante le attività messe in campo da Dario e Maria Pia che dal 2010 – anno in cui hanno tenuto la prima conferenza sul Web Marketing all’Ap Camp di Ascoli Piceno – sono cresciuti, acquisendo clienti di rilievo nazionale e internazionale, sempre rimanendo radicati sul territorio. Sono stati speaker al Convegno GT 2013, il più importante evento dedicato alla SEO, e al BeWizard 2015 nell’area Advanced SEO, la più importante conferenza nazionale italiana sul web marketing. Tra le loro conquiste c’è anche il Premio Next, conferitogli nel 2013 da una giuria di esperti web internazionali. Sempre in quell’anno hanno ideato “Famolo Viral”, l’infografica su sesso e cibo diventata uno dei contenuti più virali e di successo mai visti in Italia. Nel giugno 2015 hanno pubblicato il primo manuale strategico sul Content Marketing dal titolo “Gestisci Blog, Social e SEO
con il Content Marketing”. E visto che nel campo in cui operano essere costantemente aggiornati è un requisito fondamentale, Dario e Maria Pia non solo seguono corsi ma li promuovono, per favorire sul territorio la formazione continua. La loro ultima iniziativa si chiama Facebook Masters’ Class advanced ed è un corso super avanzato per immergersi completamente nell’universo che ruota intorno all’advertising e ai contenuti. Il corso, che è quasi sold-out, si terrà a Bari il 16 e 17 marzo e sarà tenuto da Fabio Sutto e Valentina Vellucci, due fra i maggiori esperti italiani della materia. Per maggiori info sul corso: https://www.webinfermento.it/corso-facebook-marketing-avanzato /. Il terzo film in lingua inglese “Downsizing” Nella Norvegia a tutta sostenibilità, uno scienziato trova la soluzione per risolvere il problema della sovrappopolazione: rimpicciolire gli esseri umani. Una volta miniaturizzata, l'umanità tornerà ad essere sostenibile per il pianeta. Ma diversamente dalla prima colonia norvegese, trentasei persone che hanno deciso di
ridimensionarsi per il bene del mondo, chi sceglie di sottoporsi al trattamento sogna soltanto in grande dentro spazi più piccoli. Paul Safranek, uomo ordinario dal destino ordinario, decide per il benessere e una vita migliore con la consorte in una delle ricche small town che sorgono rapidamente negli States. Convertiti i debiti in ricchezza e il suo metro e ottanta in dodici centimetri, Paul infila il suo piccolo grande destino. Non è che Payne non veda la meschinità della natura umana, è che Payne vede altro e altrimenti. Avventura ecosostenibile in mobilità alternativa, Downsizing riconferma la poetica dell'autore, improntata a un neo umanesimo che privilegia personaggi definiti da una medietà rassicurante e malinconica. Interessato sovente alle persone vere e alle storie comuni, alle nevrosi e alle tragedie personali, a questo giro Payne impatta il piccolo mondo dell'uomo col vasto mondo della natura. Al centro del film, che rimprovera agli Stati Uniti lo sguardo ombelicale e la mancanza di lungimiranza e di programmazione ambientale, si allunga il cammino virtuoso di Matt Damon, battuto da dilemmi esistenziali: andare verso il futuro o restare dentro il presente? Partecipare a una suggestione o esporsi alla vita reale? Un antieroe che prova a riprendersi il controllo di avvenimenti che lo trascendono. Nondimeno, come il padre di George Clooney (Paradiso amaro), l'everyman di Matt Damon chiuderà per sempre con la verità ritrovando in fondo al film una quieta ma appassionata ponderatezza.
Vite precarie: “Generazione 1000euro” In Italia non solo è difficile trovar lavoro ma, allorché trovato, è una pia illusione ambire al famigerato “posto fisso”: l’80% dei giovani finisce impigliati nella rete della precarietà, da cui non è affatto facile liberarsi. “Flessibilità” e “precarietà” sono concetti diversi: la flessibilità è un’opportunità professionale, la precarietà una drammatica condizione esistenziale. Eppure oggi flessibile fa sempre più rima con precario. Per molti rimane un “totem” l’idea che la precarizzazione del lavoro costituisca l’unica via possibile per perseguire la crescita e lo sviluppo. Tutte le riforme del mercato del lavoro susseguitesi negli anni (dalla “legge Treu” del 1997 –che ha introdotto i famigerati “co.co.co.”- alla “legge Biagi” del 2003 -che ha
creato i contratti di lavoro “a progetto” ed “a chiamata”-) hanno introdotto una crescente deregolamentazione del lavoro, non accompagnata da adeguate tutele per i nuovi lavoratori “atipici”. Ed i frutti di queste politiche oramai, più che maturi, sono cadenti! Lavoro a tempo determinato o part-time, ma anche contratti di somministrazione (ex interinali) o di collaborazione (a progetto, coordinata e continuativa, mini co.co.co., occasionale), ed ancora associati in partecipazione, prestatori d’opera con partita Iva, cessione di diritti d’autore, vouchers, lavoratori dello sport: richiede un duro lavoro anche solo orientarsi in questa inesplicabile “giungla” contrattuale! Quanti sono i lavoratori precari? Circa “4 milioni”: ◆ 1,4 milioni i lavoratori “atipici” in senso stretto (collaboratori a progetto dei settori privati, co.co.co. della pubblica amministrazione, associati in partecipazione, collaboratori occasionali e lavoratori che cedono i diritti d’autore nei settori dell’informazione e dello spettacolo); ◇ 2,5 milioni i lavoratori a tempo determinato o con contratti di somministrazione (gli ex interinali); ◆ 400 mila le false partite Iva. Questa la fotografia più aggiornata del mondo del lavoro in Italia (fonte Datagiovani): ◆ tra gli under 35, i precari sono raddoppiati in otto anni,
passando dal 20% del 2004 al 39% del 2011; ◇ nel biennio 2009-2010, oltre il 76% delle assunzioni è stata fatta a tempo determinato, mentre i contratti di lavoro standard sono stati solo il 20,8% del totale (su quattro lavoratori neoassunti, tre sono precari!); ◆ nel 2011 i contratti a termine in Italia ammontavano al 50% del totale (nel 2001 erano solo il 9,6%!); ◇ lo stipendio di un precario regolarmente è inferiore dal 20% al 33% rispetto alla retribuzione netta mensile di un collega stabilizzato; ◆ la retribuzione media di un precario si attesta sugli 836 euro netti al mese: 927 euro mensili per i maschi, 759 euro per le donne (fonte Cgia di Mestre). Tutto questo senza considerare che i precari di oggi saranno destinati a divenire i poveri di domani: secondo uno studio del Cerp di Torino, dopo 40 anni di contributi, beneficeranno di una pensione media di 7.303 euro lordi l’anno, pari a “608 euro” mensili! I cultori della “flexibility no limits” difendono la tesi per cui il riconoscimento alle aziende di una piena libertà di assunzione e licenziamento produrrebbe maggiore mobilità dei lavoratori, occupazione e retribuzioni più alte. Non tutti gli economisti, però, concordano. Guglielmo Forges Davanzati (docente presso la Facoltà di Economia dell’Università “Federico II” di Napoli), ad esempio, sostiene che la “flessibilità spinta” sarebbe la principale causa della riduzione dei salari, dei consumi e dell’occupazione. La deregolamentazione del mercato del lavoro, a suo avviso:
1- disincentiverebbe gli investimenti in innovazione (se un’impresa può fare profitti comprimendo i salari ed i costi connessi alla tutela dei diritti dei lavoratori, non avrà convenienza ad investire nell’innovazione tecnologica); 2- ridurrebbe la propensione al consumo (l’incertezza dei lavoratori in ordine al reddito futuro li spinge ad aumentare i risparmi); 3- ridurrebbe l’occupazione (la possibilità di aumentare la produttività dei lavoratori con la minaccia di un licenziamento o di un mancato rinnovo contrattuale riduce il ricorso a nuove assunzioni); 4- incentiverebbe la “finanziarizzazione” dell’economia (la compressione della domanda di beni e servizi, conseguente alla riduzione di salari e consumi, disincentiva gli investimenti produttivi, dirottando quote crescenti del capitale in investimenti speculativi). Proprio quest’ultima è la causa prima della crisi mondiale che stiamo attraversando, che, scoppiata negli Usa, ha subito contagiato l’Europa. La precarietà è in grado di ridurre i lavoratori a fantasmi di un “limbo senza regole”: costretti ad elemosinare un nuovo rinnovo contrattuale o alla ricerca continua di un nuovo lavoro; discriminati rispetto ai propri colleghi stabilizzati; senza adeguate certezze di percezione di reddito futuro; senza alcuna garanzia di formazione professionale continua; in totale soggezione al datore di lavoro (disponendo quest’ultimo di un potere contrattuale incomparabile); privati del diritto a progettare un futuro, per sé e la propria famiglia (Sposarsi? Fare un figlio? Acquistare un’auto? Chiedere un mutuo?). In questo contesto:
◆ i giovani pagano sulla propria pelle il prezzo del cd. “brain waste” (o “spreco di cervelli”), trovandosi costretti ad accettare impieghi che richiedono l’applicazione di una piccola parte delle conoscenze acquisite; ◇ le donne sono doppiamente penalizzate, trovando lavoro con maggior difficoltà, essendo pagate meno dei loro colleghi e dovendo frequentemente ritardare la maternità, se non proprio rinunciarvi (è un caso che l’Italia, con una media di 1,4 figli per donna, è tra i paesi al mondo col più basso indice di natalità?). Fino agli anni ’90, la speranza era un sentimento così diffuso da far convinti i padri che il futuro “avrebbe sorriso” ai propri figli. C’è da sorprendersi se, invece, oggi ha assunto sembianze sempre più “minacciose”?
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