Le "Idi di marzo" della scuola statale - il "quasi-mercato" dell'istruzione di Mario Melino

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Le “Idi di marzo”
della scuola statale
il “quasi-mercato” dell’istruzione
di Mario Melino

Nostalgia critica                               stera signora fuori tempo ha avuto le sue
                                                Idi di marzo(1). È stata colpita al cuore del
Per oltre 150 anni la scuola statale è sta-     suo assolutismo, della sua unicità, del suo
ta di fatto l’unica risorsa per l’istruzione    vituperato monopolio e si è dissolta nel
di tutti: unica ed esclusiva, capace di rag-    mercato.
giungere ogni luogo della nazione. Dalla        Al capezzale dell’eterna moribonda, per
piccola isola alla discosta periferia metro-    decenni, si sono alternati autorevoli dot-
politana, alla comunità rurale della mon-       tori e luminari, tutti concordi sulla dia-
tagna più impervia, è stata capace di dare      gnosi, tutti discordi sulla terapia: scuole di
ad ognuno la stessa opportunità; certo,         pensiero contrapposte e attente più al di-
ove le differenze di partenza dei suoi stu-     battito che alla salute del paziente. Quella
denti erano determinanti per il successo        vecchia scuola statale, centralista e buro-
scolastico, ha compensato ben poco gli          cratica, è morta di inconcludenza innova-
svantaggi e ne ha persi tanti lungo la stra-    tiva, di riformismo senza visioni e senza
da, ma – non c’è dubbio – per molti, anzi       modelli, di cambiamenti fatti sotto la spin-
moltissimi, è stata un motore di mobilità       ta ora della necessità, ora dell’emergenza,
sociale. Ne ha respinti tanti, ma tanti an-     ora della popolarità presso l’utenza, ora
cora le devono tutto.                           per meri calcoli elettorali e bilanciamenti
Questa scuola così imperfetta, incompiuta,      indecorosi tra le forze politiche e sinda-
difettosa, involontariamente discriminato-      cali nel loro eterno confronto. A questo
ria, irrazionalmente selettiva, classista per   malato terminale non rimaneva altro che
retaggio storico, autoritaria per fonda-        estirpare il cancro statalista alla radice: le
mento organizzativo, autoreferenziale per       logiche di mercato sono diventate così il
vocazione naturale, maltrattata dai critici     medicamento e il balsamo decisivo per ri-
e dagli utenti è stata per lunghi decenni       mediare all’arcaicità delle sue regole.
una delle poche certezze sociali del po-        Nella logica del mercato, un solo modello
polo italiano, uno stemma della nazione         di sistema scolastico non va più bene per
di cui nessuno ha mostrato orgoglio, una        tutti. Sono comparse categorie che la vec-
distratta riconoscenza, una penombra di         chia scuola statale non avrebbe mai po-
rimpianto. Questa scuola non esiste più.        tuto considerare perché impensabili con
È morta il 15 marzo del 1997, e pochi se        i suoi meccanismi cognitivi: domanda, of-
ne sono accorti. Appunto, il 15 marzo, per      ferta, differenziazione istituzionale libertà
un gioco acre del caso, questa nobile e au-     di scelta, autonomia didattica e organizza-

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PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA                                                     9

tiva, competizione tra scuole, valutazione       ce di produrre valore aggiunto, e dia al sin-
di sistema, rendicontazione sociale, tutela      golo utente l’opportunità di accrescere il
del cittadino dai disservizi della pubblica      proprio potere sul sistema attraverso l’e-
amministrazione …                                sercizio della scelta e il diritto di difendersi
Il modello di scuola che si è prefigurato        da un servizio inadeguato. Inoltre, perché
in questi ultimi tre lustri sulle ceneri della   il sistema consumeristico funzioni con
nobile estinta è migliore di quello che ha       efficacia, diventa indispensabile la cono-
soppiantato? È più equo, promozionale            scenza, ossia, l’informazione sulla produtti-
e formativo? Sta elevando gli standard?          vità e sui risultati, che consenta alle scuole
Contribuisce ad accrescere il capitale           di prendere provvedimenti migliorativi e
umano e sociale del Paese? Ha posto ri-          ai genitori di assumere le decisioni con-
medio all’arcaicità delle regole e semplifi-     seguenti, occorre così un sistema di valu-
cato la burocrazia?                              tazione esterna, indipendente, oggettivo,
Non è semplice rispondere a queste do-           comparativo e occorre un’autovalutazione
mande e i dati disponibili sembrano con-         sistematica che ogni scuola deve fare di
fermare che la “nuova” scuola ha le stesse       se stessa. Si tratta di quello che comune-
afflizioni della “vecchia”; tuttavia, per non    mente viene chiamato sistema di accoun-
smarrire il filo delle argomentazioni, è op-     tability, ovvero, ogni scuola risponde dei
portuno ripercorrere l’evoluzione geneti-        risultati. In questo processo diventa fon-
ca del modello consumeristico di scuola(2).      damentale non solo misurare e valutare il
                                                 rendimento degli alunni e la funzionalità
Le Idi di marzo                                  del servizio, ma anche rendicontare, dar
                                                 conto e rispondere agli utenti. Siamo in
L’autonomia scolastica (art. 21, L. 15 mar-      uno scenario impensabile per la vecchia
zo 1997, n. 59) ha portato con sé un fiume       scuola statale. A questo quadro possiamo
impetuoso di questioni assopite sotto la         dare un inizio, appunto, il 15 marzo 1997.
storica coperta del centralismo ministe-         L’itinerario evolutivo che configura via via
riale: gli equilibri tra accentramento e de-     tutti i tasselli del modello di mercato è
centramento, il rapporto tra pubblico e          scandito dai seguenti passaggi. Nella fon-
privato, i dilemmi burocrazia/professione        te normativa che dà l’avvio alla riforma più
e organizzazione/utenza, la relazione au-        profonda del sistema dell’istruzione, l’au-
torità dell’istituzione e libertà dei singoli,   tonomia scolastica (art. 21, L. n.59/1997),
la “vera” fonte di legittimazione del servi-     il legislatore non usa mai l’espressione
zio educativo (a chi rispondono le scuole?       “scuola statale” che pur ne costituisce la
al ministero o ai genitori?)… Questioni che      principale destinataria: preferisce la di-
hanno finito per convergere verso prov-          zione sistema nazionale d’istruzione e, al
vedimenti normativi che hanno generato           comma 9, precisa che l’autonomia didat-
condizioni di mercato.                           tica, tra l’altro, si realizza nel rispetto della
Perché vi sia “mercato”, occorrono alcune        libertà di scelta delle famiglie, nella realiz-
condizioni fondamentali. In primo luogo          zazione dell’offerta di insegnamenti op-
la differenziazione istituzionale, ovvero, più   zionali, facoltativi o aggiuntivi e prescrive
soggetti che offrano formazione tra i quali      l’obbligo di adottare procedure e strumenti
il consumatore/cittadino possa esercita-         di verifica e valutazione della produttività
te la libertà di scelta; creata – in qualche     scolastica e del raggiungimento degli obietti-
modo – la dinamica domanda/offerta, oc-          vi; il successivo comma 16, lettera a), con-
corre che tra i soggetti erogatori vi sia un     ferisce ai capi d’istituto la dirigenza, con
certo livello di competizione che dia al si-     le connesse responsabilità in ordine ai risul-
stema spazi di crescente qualità, ovvero,        tati. Il quadro normativo sviluppa queste
dia modo ad ogni singola scuola offerente        coerenze e il D.P.R. n. 275 dell’8 marzo
di sviluppare la differenza strategica capa-     1999 (Regolamento dell’autonomia scola-

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stica) prescrive il Piano dell’offerta formati-    possono accedere al curricolo facoltativo/
va (Pof) e l’adeguamento del curricolo alla        opzionale, che prolunga quello obbligato-
domanda delle famiglie (art. 8, c. 4; art. 9, c.   rio ed è diretto alla “personalizzazione” dei
1); precisa che le istituzioni scolastiche in-     piani di studio; partecipano direttamente
dividuano modalità per la valutazione pe-          alla stesura del piano personalizzato di stu-
riodica dei risultati conseguiti nel rispetto      dio e collaborano per la compilazione del
degli obiettivi prefissati (art. 4, c. 4).         portfolio …
Il legislatore, inoltre, accoglie formalmen-       Si intersecano così numerose variabili che
te la differenziazione istituzionale stabilen-     prefigurano un modello di mercato e, alla
do (art. 2, c. 3) che le istituzioni scolastiche   scelta tra sistemi alternativi d’istruzione
parificate, pareggiate e legalmente rico-          (statale e paritaria), anticipi scolastici e
nosciute adeguino il loro ordinamento              offerte opzionali, si aggiungono conqui-
allo stesso Regolamento. È un passo non            ste politiche neoliberali, come l’istituzio-
trascurabile, ormai nell’aria c’è profumo di       ne del “buono scuola”: tra il 2001 e il 2003
parità scolastica (L. 10 marzo 2000, n. 62)        sono ben nove le regioni italiane che vara-
per chiudere una questione storica che             no leggi di sostegno alla spesa scolastica
si può far risalire ai primi provvedimenti         delle famiglie nella gran parte dei casi da
di regalizzazione scolastica introdotti nel        spendere nel sistema paritario. Sullo sfon-
1720 da Vittorio Amedeo II di Savoia(3).           do agisce con forza l’idea che nel sistema
Con la legge 62/2000, tuttavia, non si è           pubblico dell’istruzione occorre accresce-
giunti soltanto ad una disciplina della “pa-       re la competizione sia tra scuole statali e
rità scolastica”, ma si è prefigurato un nuo-      paritarie sia tra scuole statali che insisto-
vo profilo identitario della scuola italiana.      no sullo stesso territorio. La convinzione è
Con essa non esiste più la scuola statale          ampiamente diffusa e lo stesso Mario Dra-
come unico referente e modello di “scuo-           ghi, allora governatore della Banca d’Italia,
la pubblica”, bensì prende forma il sistema        dopo aver affermato che l’istruzione è «il
nazionale di istruzione evocato nel 1997,          fattore più importante della crescita», non
che si caratterizza per l’azione di due sog-       manca di osservare che «Si deve aumen-
getti: la scuola statale e la scuola paritaria     tare la concorrenza tra gli istituti, privati e
(privata e degli enti locali) che agiscono         pubblici, finanziando da un lato le scuole
per i fini pubblici dell’istruzione all’interno    e le facoltà migliori (non quelle che hanno
di un unico “mercato educativo”. Siamo al          più iscrizioni) e dall’altro direttamente le fa-
sistema pubblico integrato d’istruzione con        miglie e gli studenti»(5).
due soggetti competitivi che insistono sul-        Non è affatto casuale che le scuole statali
lo stesso servizio pubblico(4). La parità, pe-     abbiano così incominciato ad enfatizzare il
raltro, non si sostanzia unicamente nella          ruolo della comunicazione, della pubblicità
potestà di rilasciare titoli legali di studio,     della propria offerta formativa, delle attivi-
bensì nell’erogazione di un servizio educa-        tà integrative, a porre attenzione agli allet-
tivo che realizza il diritto civile della fami-    tamenti per i clienti, ai gadget, alle sponso-
glia di esercitare una scelta tra due siste-       rizzazioni, alla campagna acquisto-utenza,
mi: statale e paritario.                           fino all’esternalizzazione dei servizi(6). È la
La riforma Moratti del 28 marzo 2003, n.           scuola della società dei consumi. È la scuola
53 alla dizione “sistema nazionale d’istruzio-     che i teorici chiamano del “quasi-mercato”.
ne” preferisce quella di “sistema educativo
di istruzione e formazione” e si preoccupa         Il quasi-mercato
di accrescere ulteriormente la dinamica
domanda e offerta tra scuola e famiglie:           Viene presentato come un modello orga-
queste scelgono se anticipare l’ingresso           nizzativo dei servizi (istruzione, sanità, as-
dei figli nella scuola dell’infanzia e nella       sistenza, formazione professionale, inse-
scuola primaria (C.M. 11. 04. 2003, n. 37);        rimento al lavoro …) correttivo del welfare

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state tradizionale di tipo universalistico e       ta come una realizzazione concreta ed ef-
statalista, entrato in crisi a causa delle en-     ficace di sussidiarietà orizzontale in armo-
demiche inefficienze, degli sprechi, della         nia con la riforma costituzionale del Titolo
corruzione e fortemente ridimensionato             V operata nel 2001. Essa, sostengono i
sotto la scure delle crisi finanziarie e dei       fautori, tende a configurare una relazione
tagli di bilancio. I sistemi statalisti, in que-   innovativa nel nesso domanda/offerta dei
sti ultimi anni, sono stati considerati inef-      servizi rispetto ai modelli centralisti, valo-
ficienti, ingiusti, organizzati nell’interesse     rizzando sia la libertà (di scelta dell’utente
degli erogatori e non dei destinatari-uten-        e di iniziativa del privato) sia il principio
ti, affetti da un passivo e pericoloso pater-      di responsabilità (dei soggetti erogatori a
nalismo. La liberalizzazione e l’apertura ai       prescindere dalla loro forma giuridica).
privati, invece, è stata vista come fattore        Nella sua applicazione alla scuola, Fischer
di incentivazione all’innovazione e alla           precisa che «Con quasi-mercato si vuol in-
concorrenza nel segno della qualità.               tendere che le scuole tendono a compor-
Nei settori sopraccitati, il quasi-mercato si      tarsi come imprese che si muovono in un
propone come un elemento di mediazione             ambiente competitivo caratterizzato da ri-
tra l’esclusività dell’intervento statale, im-     sorse scarse (principalmente di tipo finan-
pegnato direttamente nel soddisfacimen-            ziario). (…) Si tratta di un quasi-mercato e
to dei bisogni sociali, e il libero mercato,       non di un mercato puro, dato il permane-
centrato su un’ottica meramente utilitari-         re delle natura pubblica dell’istruzione e
stica degli imprenditori privati. Si assume        della presenza di regole nazionali che de-
così l’assunto che esistano “servizi di inte-      limitano e regolano la competizione nel
resse generale” che abbiano, per tale ca-          settore»(7). W. Bartlett dà la seguente de-
ratteristica, la valenza di entità pubbliche a     finizione: «i servizi educativi continuano
prescindere dalla natura dei soggetti che          ad essere forniti senza oneri diretti per gli
ne garantiscano l’erogazione e la qualità          utenti. Il mercato è solo un quasi-mercato
di prestazione al cittadino. I quasi-mercati       nel quale i produttori sono spinti a farsi
sono modelli di erogazione di servizi dove         concorrenza e gli utenti ad esprimere le
gli attori in competizione – pubblici e pri-       proprie preferenze, senza che vi sia alcun
vati – offrono prestazioni agli utenti che         passaggio di denaro dagli uni agli altri»(8).
possono scegliere liberamente il fornito-          Definizioni a parte, il 15 marzo 1997 è
re e dove il costo del servizio è sostenuto        cominciato il processo di liberalizzazione
dallo Stato.                                       del sistema d’istruzione. Eugenio Somaini
Nel quasi-mercato, si possono assicura-            elenca tutte le caratteristiche del modello
re servizi di pubblica utilità attraverso la       di scuola quasi-mercato:
compresenza e la concorrenza di realtà             1. autonomia decisionale degli utenti e li-
profit, non profit, statali, regionali…, con-      bertà di scelta;
sentendo – in ogni caso – la libera scelta         2. autonomia delle scuole nella definizio-
del cittadino; scelta che può avvenire an-         ne dell’offerta formativa e nella scelta del-
che attraverso il riconoscimento di stru-          le risorse e delle combinazioni produttive
menti di sostegno quali voucher, buoni,            con le quali realizzarla;
dote, detrazioni o deduzioni d’imposta …           3. meccanismi di attribuzione delle risorse
In quest’ottica, diventano passaggi fonda-         finanziarie alle scuole, legati direttamente
mentali operazioni come l’accreditamento           alle scelte e alle preferenze degli utenti;
dei soggetti che si candidano ad operare           4. rapporti concorrenziali tra le scuole
nel pubblico e i sistemi di valutazione che        nell’offerta formativa e dei servizi;
dovrebbero garantire la conformità delle           5. accresciuta flessibilità nei mercati del-
prestazioni ai livelli e agli standard norma-      le risorse umane impiegate nella produ-
tivamente statuiti.                                zione dei servizi scolastici e innovazione
La teoria del quasi-mercato viene celebra-         nei sistemi degli incentivi per gli operatori

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scolastici;                                       ro sistema esponendolo alla precarietà e
6. trasformazione dei rapporti esisten-           al disordine.
ti nelle scuole con l’emergere di funzioni
manageriali e quasi imprenditoriali;              Vivere in mezzo al guado
7. passaggio dell’amministrazione scola-
stica pubblica da un ruolo di gestione di-        Quasi-mercato: un modello realizzato a
retta a compiti di finanziamento, di con-         metà. Che le politiche scolastiche abbiano
trollo, di fornitura di servizi specifici alle    intrapreso questa via dopo la Bassanini
scuole autonome e di regolazione di stru-         ’97 è innegabile; che nella gremita giran-
menti correttivi delle possibili distorsioni      dola di ministri saliti alla Minerva romana
derivanti dalla generalizzazione del mo-          si stia procedendo con la consueta prassi
dello del quasi-mercato(9).                       degli slanci intrepidi e delle brusche frena-
Queste condizioni, integrandosi in modo           te, delle strade imboccate con decisione
positivo, dovrebbero attivare un circolo          e delle risolute conversioni, della perma-
virtuoso: la domanda degli utenti si orien-       nente estetica del “non finito”, dell’eterna
ta verso le scuole che offrono servizi mi-        condanna alla frammentarietà… è ugual-
gliori e formazione di qualità; la scelta de-     mente evidente: la libertà di scelta delle
gli utenti determina l’afflusso premiante         famiglie opera solo dove è possibile e con
di maggiori risorse finanziarie; le maggiori      modestissime conseguenze operative; la
risorse economiche confluiscono nell’am-          valutazione degli esiti scolastici non è uno
pliamento, miglioramento e innovazione            strumento di orientamento degli utenti;
dell’offerta formativa.                           l’autonomia delle scuole è un progetto
Il quasi-mercato è concepito per innesta-         incompiuto; la dirigenza scolastica non
re un dispositivo crescente di qualità non        risponde dei risultati; non esistono mec-
solo grazie alla competizione continua tra        canismi che incentivino l’innovazione e il
i soggetti preposti allo stesso servizio, ma      cambiamento; la concorrenza tra scuola
anche per l’imprescindibile selezione na-         statale e scuola paritaria è viziata alla base
turale dei soggetti più deboli e inefficienti     dall’incompiutezza della L. 62/2000 (finan-
(sia statali, sia privati), destinati ad uscire   ziamenti, reclutamento del personale, re-
fuori dalla competizione, dal mercato.            quisiti di qualità, controlli e valutazione);
La virtù di questo meccanismo regge su            la flessibilità delle risorse umane è solo
due presupposti (tutt’altro che scontati):        un’astrazione; l’amministrazione scolasti-
la domanda formativa deve essere consa-           ca continua a svolgere contemporanea-
pevolmente orientata alla qualità e le scuo-      mente e con affanno compiti di gestione
le devono essere organizzate e continua-          e di garanzia del servizio…
mente motivate ad espandere i confini del         Un modello lasciato a metà è più perico-
miglioramento e dell’innovazione. Nel bel         loso dell’assenza di modelli: la “vecchia”
mezzo di questo congegno, ovvero, tra la          scuola statale è morta, il quasi-mercato
domanda dei genitori e il miglioramento           vive solo nei suoi aspetti coreografici… è
continuo delle scuole, è necessario un ele-       come stare su uno scoglio in mezzo al fiu-
mento indispensabile di conoscenza: un            me senza saper a quale delle due rive si
sistema nazionale di valutazione che sia in       vuole approdare.
grado di leggere gli esiti delle scuole, diver-   Conosciamo già quanto sia estenuante e
samente non si uscirà mai dal limbo delle         stucchevole la contrapposizione tra stata-
impressioni, delle approssimazioni e dei          listi e mercatisti, tuttavia, non si può non
pregiudizi ideologici. Il modello in discus-      rimarcare il solito, strisciante pregiudizio
sione, inoltre, richiede di essere compiu-        che lo Stato sia sempre un soggetto vizioso
tamente sviluppato in tutti i suoi aspetti e      in tutto quello che fa per i cittadini, men-
potenzialità, altrimenti l’incompiutezza in       tre soggetti “diversi” siano sempre e co-
talune condizioni pregiudicherebbe l’inte-        munque virtuosi; analoga insulsa creden-

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za è anche l’opposto, ovvero, che tutto ciò                         apertamente, e “a-priori”, che il diploma,
che non sia Stato sia necessariamente in-                           da loro, si prende in un anno? Sarà l’alta
sano e sospetto; non diversamente è una                             qualità dei miracoli didattici? È dramma-
mera congettura che tra profit, non pro-                            tico che in un Paese come il nostro non
fit e Stato si debba stabilire, quasi fosse                         esistano dati qualitativi di comparazione e
automatica, una concorrenza virtuosa che                            un sistema di controllo affidabile.
moltiplichi per naturale conseguenza i co-                          È davvero sicuro che – nell’istruzione pub-
efficienti di qualità. In tutti i casi, la virtù è                  blica –, accrescendo la scelta del consu-
solo probabile qualunque sia il soggetto in                         matore e favorendo la concorrenza, si ac-
campo: è tutta da dimostrare e – in assen-                          cresce la qualità? La concorrenza ha intro-
za di un sistema nazionale di valutazione                           dotto più innovazione? E se fosse proprio
compiuto e credibile – le prove oggettive                           l’introduzione di meccanismi di mercato a
cedono il passo alle ideologie, alle corpo-                         mascherare l’incapacità di introdurre inno-
razioni e ai pregiudizi.                                            vazioni? Stiamo inseguendo la scuola della
In questi tre lustri di esistenza del siste-                        società dei consumi, del “soddisfatti o rim-
ma pubblico integrato di istruzione (L.                             borsati” o stiamo costruendo la scuola dei
62/2000), la compresenza “competitiva”                              “diritti di cittadinanza”?
tra scuola statale e scuola paritaria ha                            Nei fatti possiamo solo constatare che esi-
migliorato la qualità del sistema formati-                          stono buone e cattive scuole sia nel siste-
vo degli italiani? Nel nostro Paese vi sono                         ma statale sia nel sistema paritario. Se si
circa 8.644 istituzioni scolastiche statali                         cominciasse a guardare il problema senza
(con oltre 41.000 plessi) frequentate da 7                          prevenzioni settarie, si potrebbe perfino
milioni e 800 mila studenti, e circa 13.847                         riconoscere che la maggiore qualità non
paritarie (due terzi delle quali cattoliche)                        discende certo dalla natura giuridica del
frequentate da 1 milione di alunni. Per                             gestore ma dall’organizzazione interna,
quanto sbilanciate nel confronto, le scuo-                          dalla serietà e maturità dei contesti, de-
le paritarie sono state uno strumento di                            gli operatori e degli stessi utenti. È possi-
crescita e qualificazione del servizio? Se si                       bile un altro modello di scuola e un’altra
fa eccezione per un numero circoscritto                             idea di scuola pubblica? Soprattutto, que-
di buone scuole secondarie superiori pari-                          sta nuova idea di scuola può nascere dal
tarie, le rimanenti hanno per caso smesso                           basso, utilizzando con responsabilità gli
di fare i “diplomifici” a pagamento? Per-                           strumenti odierni dell’autonomia? Troppe
ché continuano a vivere pubblicizzando                              domande.

Note

(1) Le Idi di marzo, legate all’uccisione di Giulio Cesare (15      (3) M. Melino, Il sistema nazionale integrato d’istruzione –
marzo del 44 a. C.), fanno da metafora di sfondo a questo           La parità scolastica, in «Scuola & amministrazione», a. XIII,
lavoro; tuttavia, il mese di marzo pare, per una coincidenza        gennaio 2004, pp. 3-7.
del tutto accidentale, il mese ricorrente, in anni diversi, dei     (4) Art. 1, comma 1, L. 62/2000: «Il sistema nazionale di
principali provvedimenti che hanno determinato il cambio            istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo
di modello istituzionale, la vera e propria mutazione gene-         33, comma 2, della Costituzione, è costituito dalle scuole
tica del nostro sistema scolastico: 15 marzo 1997 l’avvio           statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La
dell’autonomia scolastica; l’8 marzo 1999 il varo del Rego-         Repubblica individua come obiettivo prioritario l’espansio-
lamento; il 10 marzo 2000 la legge più incisiva sulla meta-         ne dell’offerta formativa e la conseguente generalizzazione
morfosi identitaria: l’istituzione della parità scolastica; il 28   della domanda di istruzione dall’infanzia lungo tutto l’arco
marzo 2003 la Riforma Moratti.                                      della vita».
(2) Per una sintetica descrizione del modello consumeri-            (5) S. Tamburello, Draghi: la scuola è il vero motore della
stico applicato all’istruzione si veda L. Benadusi, Politica e      crescita, in Corriere della Sera, 10 novembre 2006.
organizzazione della scuola, in E. Morgagni, A. Russo, L’e-         (6) La relazione ministeriale di monitoraggio 2011 delle Se-
ducazione in sociologia, Testi scelti, Clueb, Bologna, 1997,        zioni primavera ha rilevato numerosi casi di appalto del
pp. 477 – 509.                                                      servizio ad agenzie esterne (per es. cooperative di servizio)

                                                                                                  N.4 APRILE 2014 •
14                                                                             PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA

pur conservando la titolarità in capo alle scuole stesse. Si       difficoltà di reperire e gestire il personale educativo da im-
tratta di 250 sezioni, pari complessivamente a quasi il 18%        piegare nel servizio, tuttavia, aggiunge il Rapporto, «questa
del totale: 130 statali, 90 comunali e 30 paritarie. In termini    esternalizzazione del servizio, non prevista dall’Accordo,
percentuali, quelle 250 sezioni affidate in gestione a servizi     può costituire un elemento critico del nascente micro-siste-
esterni sono per il 43,9% presenti in scuole statali, per il       ma educativo delle sezioni primavera, in quanto non con-
46,1% presso strutture comunali e per il 3,5% presso scuo-         sente il controllo effettivo dei requisiti di qualità richiesti da
le paritarie. In particolare, sono state le scuole del Centro      parte del soggetto titolare del servizio. Si rende necessaria,
Italia ad avvalersi di tale forma di affidamento del servizio,     pertanto, una adeguata regolamentazione di questo istitu-
con 73 sezioni appaltate (31,1% del totale): 49 sono stata-        to di gestione».
li (il 63,3% delle sezioni statali di quel territorio), 21 sono    (7) L. Fischer, Sociologia della scuola, Bologna, il Mulino,
comunali (70% di quelle presenti) e 3 sono paritarie. Nel          2003, p. 250.
Nord Ovest il 72,7% delle sezioni statali risulta affidato in      (8) Lo stesso autore analizza il modello del quasi-mercato
gestione a servizi esterni.                                        applicato alla riforma inglese dell’Education Reform Act del
Il ricorso all’esternalizzazione del servizio, in particolare da   1988 (in vigore dal 1990), in E. Somaini, Scuola e mercato,
parte delle scuole statali, è motivato probabilmente dalla         Roma, Donzelli, 1997, p. 25 (nota).
                                                                   (9) E. Somaini, Op. cit., pp. 25-27.

                • N.4 APRILE 2014
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