Le "Idi di marzo" della scuola statale - il "quasi-mercato" dell'istruzione di Mario Melino
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8 PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA Le “Idi di marzo” della scuola statale il “quasi-mercato” dell’istruzione di Mario Melino Nostalgia critica stera signora fuori tempo ha avuto le sue Idi di marzo(1). È stata colpita al cuore del Per oltre 150 anni la scuola statale è sta- suo assolutismo, della sua unicità, del suo ta di fatto l’unica risorsa per l’istruzione vituperato monopolio e si è dissolta nel di tutti: unica ed esclusiva, capace di rag- mercato. giungere ogni luogo della nazione. Dalla Al capezzale dell’eterna moribonda, per piccola isola alla discosta periferia metro- decenni, si sono alternati autorevoli dot- politana, alla comunità rurale della mon- tori e luminari, tutti concordi sulla dia- tagna più impervia, è stata capace di dare gnosi, tutti discordi sulla terapia: scuole di ad ognuno la stessa opportunità; certo, pensiero contrapposte e attente più al di- ove le differenze di partenza dei suoi stu- battito che alla salute del paziente. Quella denti erano determinanti per il successo vecchia scuola statale, centralista e buro- scolastico, ha compensato ben poco gli cratica, è morta di inconcludenza innova- svantaggi e ne ha persi tanti lungo la stra- tiva, di riformismo senza visioni e senza da, ma – non c’è dubbio – per molti, anzi modelli, di cambiamenti fatti sotto la spin- moltissimi, è stata un motore di mobilità ta ora della necessità, ora dell’emergenza, sociale. Ne ha respinti tanti, ma tanti an- ora della popolarità presso l’utenza, ora cora le devono tutto. per meri calcoli elettorali e bilanciamenti Questa scuola così imperfetta, incompiuta, indecorosi tra le forze politiche e sinda- difettosa, involontariamente discriminato- cali nel loro eterno confronto. A questo ria, irrazionalmente selettiva, classista per malato terminale non rimaneva altro che retaggio storico, autoritaria per fonda- estirpare il cancro statalista alla radice: le mento organizzativo, autoreferenziale per logiche di mercato sono diventate così il vocazione naturale, maltrattata dai critici medicamento e il balsamo decisivo per ri- e dagli utenti è stata per lunghi decenni mediare all’arcaicità delle sue regole. una delle poche certezze sociali del po- Nella logica del mercato, un solo modello polo italiano, uno stemma della nazione di sistema scolastico non va più bene per di cui nessuno ha mostrato orgoglio, una tutti. Sono comparse categorie che la vec- distratta riconoscenza, una penombra di chia scuola statale non avrebbe mai po- rimpianto. Questa scuola non esiste più. tuto considerare perché impensabili con È morta il 15 marzo del 1997, e pochi se i suoi meccanismi cognitivi: domanda, of- ne sono accorti. Appunto, il 15 marzo, per ferta, differenziazione istituzionale libertà un gioco acre del caso, questa nobile e au- di scelta, autonomia didattica e organizza- • N.4 APRILE 2014
PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA 9 tiva, competizione tra scuole, valutazione ce di produrre valore aggiunto, e dia al sin- di sistema, rendicontazione sociale, tutela golo utente l’opportunità di accrescere il del cittadino dai disservizi della pubblica proprio potere sul sistema attraverso l’e- amministrazione … sercizio della scelta e il diritto di difendersi Il modello di scuola che si è prefigurato da un servizio inadeguato. Inoltre, perché in questi ultimi tre lustri sulle ceneri della il sistema consumeristico funzioni con nobile estinta è migliore di quello che ha efficacia, diventa indispensabile la cono- soppiantato? È più equo, promozionale scenza, ossia, l’informazione sulla produtti- e formativo? Sta elevando gli standard? vità e sui risultati, che consenta alle scuole Contribuisce ad accrescere il capitale di prendere provvedimenti migliorativi e umano e sociale del Paese? Ha posto ri- ai genitori di assumere le decisioni con- medio all’arcaicità delle regole e semplifi- seguenti, occorre così un sistema di valu- cato la burocrazia? tazione esterna, indipendente, oggettivo, Non è semplice rispondere a queste do- comparativo e occorre un’autovalutazione mande e i dati disponibili sembrano con- sistematica che ogni scuola deve fare di fermare che la “nuova” scuola ha le stesse se stessa. Si tratta di quello che comune- afflizioni della “vecchia”; tuttavia, per non mente viene chiamato sistema di accoun- smarrire il filo delle argomentazioni, è op- tability, ovvero, ogni scuola risponde dei portuno ripercorrere l’evoluzione geneti- risultati. In questo processo diventa fon- ca del modello consumeristico di scuola(2). damentale non solo misurare e valutare il rendimento degli alunni e la funzionalità Le Idi di marzo del servizio, ma anche rendicontare, dar conto e rispondere agli utenti. Siamo in L’autonomia scolastica (art. 21, L. 15 mar- uno scenario impensabile per la vecchia zo 1997, n. 59) ha portato con sé un fiume scuola statale. A questo quadro possiamo impetuoso di questioni assopite sotto la dare un inizio, appunto, il 15 marzo 1997. storica coperta del centralismo ministe- L’itinerario evolutivo che configura via via riale: gli equilibri tra accentramento e de- tutti i tasselli del modello di mercato è centramento, il rapporto tra pubblico e scandito dai seguenti passaggi. Nella fon- privato, i dilemmi burocrazia/professione te normativa che dà l’avvio alla riforma più e organizzazione/utenza, la relazione au- profonda del sistema dell’istruzione, l’au- torità dell’istituzione e libertà dei singoli, tonomia scolastica (art. 21, L. n.59/1997), la “vera” fonte di legittimazione del servi- il legislatore non usa mai l’espressione zio educativo (a chi rispondono le scuole? “scuola statale” che pur ne costituisce la al ministero o ai genitori?)… Questioni che principale destinataria: preferisce la di- hanno finito per convergere verso prov- zione sistema nazionale d’istruzione e, al vedimenti normativi che hanno generato comma 9, precisa che l’autonomia didat- condizioni di mercato. tica, tra l’altro, si realizza nel rispetto della Perché vi sia “mercato”, occorrono alcune libertà di scelta delle famiglie, nella realiz- condizioni fondamentali. In primo luogo zazione dell’offerta di insegnamenti op- la differenziazione istituzionale, ovvero, più zionali, facoltativi o aggiuntivi e prescrive soggetti che offrano formazione tra i quali l’obbligo di adottare procedure e strumenti il consumatore/cittadino possa esercita- di verifica e valutazione della produttività te la libertà di scelta; creata – in qualche scolastica e del raggiungimento degli obietti- modo – la dinamica domanda/offerta, oc- vi; il successivo comma 16, lettera a), con- corre che tra i soggetti erogatori vi sia un ferisce ai capi d’istituto la dirigenza, con certo livello di competizione che dia al si- le connesse responsabilità in ordine ai risul- stema spazi di crescente qualità, ovvero, tati. Il quadro normativo sviluppa queste dia modo ad ogni singola scuola offerente coerenze e il D.P.R. n. 275 dell’8 marzo di sviluppare la differenza strategica capa- 1999 (Regolamento dell’autonomia scola- N.4 APRILE 2014 •
10 PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA stica) prescrive il Piano dell’offerta formati- possono accedere al curricolo facoltativo/ va (Pof) e l’adeguamento del curricolo alla opzionale, che prolunga quello obbligato- domanda delle famiglie (art. 8, c. 4; art. 9, c. rio ed è diretto alla “personalizzazione” dei 1); precisa che le istituzioni scolastiche in- piani di studio; partecipano direttamente dividuano modalità per la valutazione pe- alla stesura del piano personalizzato di stu- riodica dei risultati conseguiti nel rispetto dio e collaborano per la compilazione del degli obiettivi prefissati (art. 4, c. 4). portfolio … Il legislatore, inoltre, accoglie formalmen- Si intersecano così numerose variabili che te la differenziazione istituzionale stabilen- prefigurano un modello di mercato e, alla do (art. 2, c. 3) che le istituzioni scolastiche scelta tra sistemi alternativi d’istruzione parificate, pareggiate e legalmente rico- (statale e paritaria), anticipi scolastici e nosciute adeguino il loro ordinamento offerte opzionali, si aggiungono conqui- allo stesso Regolamento. È un passo non ste politiche neoliberali, come l’istituzio- trascurabile, ormai nell’aria c’è profumo di ne del “buono scuola”: tra il 2001 e il 2003 parità scolastica (L. 10 marzo 2000, n. 62) sono ben nove le regioni italiane che vara- per chiudere una questione storica che no leggi di sostegno alla spesa scolastica si può far risalire ai primi provvedimenti delle famiglie nella gran parte dei casi da di regalizzazione scolastica introdotti nel spendere nel sistema paritario. Sullo sfon- 1720 da Vittorio Amedeo II di Savoia(3). do agisce con forza l’idea che nel sistema Con la legge 62/2000, tuttavia, non si è pubblico dell’istruzione occorre accresce- giunti soltanto ad una disciplina della “pa- re la competizione sia tra scuole statali e rità scolastica”, ma si è prefigurato un nuo- paritarie sia tra scuole statali che insisto- vo profilo identitario della scuola italiana. no sullo stesso territorio. La convinzione è Con essa non esiste più la scuola statale ampiamente diffusa e lo stesso Mario Dra- come unico referente e modello di “scuo- ghi, allora governatore della Banca d’Italia, la pubblica”, bensì prende forma il sistema dopo aver affermato che l’istruzione è «il nazionale di istruzione evocato nel 1997, fattore più importante della crescita», non che si caratterizza per l’azione di due sog- manca di osservare che «Si deve aumen- getti: la scuola statale e la scuola paritaria tare la concorrenza tra gli istituti, privati e (privata e degli enti locali) che agiscono pubblici, finanziando da un lato le scuole per i fini pubblici dell’istruzione all’interno e le facoltà migliori (non quelle che hanno di un unico “mercato educativo”. Siamo al più iscrizioni) e dall’altro direttamente le fa- sistema pubblico integrato d’istruzione con miglie e gli studenti»(5). due soggetti competitivi che insistono sul- Non è affatto casuale che le scuole statali lo stesso servizio pubblico(4). La parità, pe- abbiano così incominciato ad enfatizzare il raltro, non si sostanzia unicamente nella ruolo della comunicazione, della pubblicità potestà di rilasciare titoli legali di studio, della propria offerta formativa, delle attivi- bensì nell’erogazione di un servizio educa- tà integrative, a porre attenzione agli allet- tivo che realizza il diritto civile della fami- tamenti per i clienti, ai gadget, alle sponso- glia di esercitare una scelta tra due siste- rizzazioni, alla campagna acquisto-utenza, mi: statale e paritario. fino all’esternalizzazione dei servizi(6). È la La riforma Moratti del 28 marzo 2003, n. scuola della società dei consumi. È la scuola 53 alla dizione “sistema nazionale d’istruzio- che i teorici chiamano del “quasi-mercato”. ne” preferisce quella di “sistema educativo di istruzione e formazione” e si preoccupa Il quasi-mercato di accrescere ulteriormente la dinamica domanda e offerta tra scuola e famiglie: Viene presentato come un modello orga- queste scelgono se anticipare l’ingresso nizzativo dei servizi (istruzione, sanità, as- dei figli nella scuola dell’infanzia e nella sistenza, formazione professionale, inse- scuola primaria (C.M. 11. 04. 2003, n. 37); rimento al lavoro …) correttivo del welfare • N.4 APRILE 2014
PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA 11 state tradizionale di tipo universalistico e ta come una realizzazione concreta ed ef- statalista, entrato in crisi a causa delle en- ficace di sussidiarietà orizzontale in armo- demiche inefficienze, degli sprechi, della nia con la riforma costituzionale del Titolo corruzione e fortemente ridimensionato V operata nel 2001. Essa, sostengono i sotto la scure delle crisi finanziarie e dei fautori, tende a configurare una relazione tagli di bilancio. I sistemi statalisti, in que- innovativa nel nesso domanda/offerta dei sti ultimi anni, sono stati considerati inef- servizi rispetto ai modelli centralisti, valo- ficienti, ingiusti, organizzati nell’interesse rizzando sia la libertà (di scelta dell’utente degli erogatori e non dei destinatari-uten- e di iniziativa del privato) sia il principio ti, affetti da un passivo e pericoloso pater- di responsabilità (dei soggetti erogatori a nalismo. La liberalizzazione e l’apertura ai prescindere dalla loro forma giuridica). privati, invece, è stata vista come fattore Nella sua applicazione alla scuola, Fischer di incentivazione all’innovazione e alla precisa che «Con quasi-mercato si vuol in- concorrenza nel segno della qualità. tendere che le scuole tendono a compor- Nei settori sopraccitati, il quasi-mercato si tarsi come imprese che si muovono in un propone come un elemento di mediazione ambiente competitivo caratterizzato da ri- tra l’esclusività dell’intervento statale, im- sorse scarse (principalmente di tipo finan- pegnato direttamente nel soddisfacimen- ziario). (…) Si tratta di un quasi-mercato e to dei bisogni sociali, e il libero mercato, non di un mercato puro, dato il permane- centrato su un’ottica meramente utilitari- re delle natura pubblica dell’istruzione e stica degli imprenditori privati. Si assume della presenza di regole nazionali che de- così l’assunto che esistano “servizi di inte- limitano e regolano la competizione nel resse generale” che abbiano, per tale ca- settore»(7). W. Bartlett dà la seguente de- ratteristica, la valenza di entità pubbliche a finizione: «i servizi educativi continuano prescindere dalla natura dei soggetti che ad essere forniti senza oneri diretti per gli ne garantiscano l’erogazione e la qualità utenti. Il mercato è solo un quasi-mercato di prestazione al cittadino. I quasi-mercati nel quale i produttori sono spinti a farsi sono modelli di erogazione di servizi dove concorrenza e gli utenti ad esprimere le gli attori in competizione – pubblici e pri- proprie preferenze, senza che vi sia alcun vati – offrono prestazioni agli utenti che passaggio di denaro dagli uni agli altri»(8). possono scegliere liberamente il fornito- Definizioni a parte, il 15 marzo 1997 è re e dove il costo del servizio è sostenuto cominciato il processo di liberalizzazione dallo Stato. del sistema d’istruzione. Eugenio Somaini Nel quasi-mercato, si possono assicura- elenca tutte le caratteristiche del modello re servizi di pubblica utilità attraverso la di scuola quasi-mercato: compresenza e la concorrenza di realtà 1. autonomia decisionale degli utenti e li- profit, non profit, statali, regionali…, con- bertà di scelta; sentendo – in ogni caso – la libera scelta 2. autonomia delle scuole nella definizio- del cittadino; scelta che può avvenire an- ne dell’offerta formativa e nella scelta del- che attraverso il riconoscimento di stru- le risorse e delle combinazioni produttive menti di sostegno quali voucher, buoni, con le quali realizzarla; dote, detrazioni o deduzioni d’imposta … 3. meccanismi di attribuzione delle risorse In quest’ottica, diventano passaggi fonda- finanziarie alle scuole, legati direttamente mentali operazioni come l’accreditamento alle scelte e alle preferenze degli utenti; dei soggetti che si candidano ad operare 4. rapporti concorrenziali tra le scuole nel pubblico e i sistemi di valutazione che nell’offerta formativa e dei servizi; dovrebbero garantire la conformità delle 5. accresciuta flessibilità nei mercati del- prestazioni ai livelli e agli standard norma- le risorse umane impiegate nella produ- tivamente statuiti. zione dei servizi scolastici e innovazione La teoria del quasi-mercato viene celebra- nei sistemi degli incentivi per gli operatori N.4 APRILE 2014 •
12 PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA scolastici; ro sistema esponendolo alla precarietà e 6. trasformazione dei rapporti esisten- al disordine. ti nelle scuole con l’emergere di funzioni manageriali e quasi imprenditoriali; Vivere in mezzo al guado 7. passaggio dell’amministrazione scola- stica pubblica da un ruolo di gestione di- Quasi-mercato: un modello realizzato a retta a compiti di finanziamento, di con- metà. Che le politiche scolastiche abbiano trollo, di fornitura di servizi specifici alle intrapreso questa via dopo la Bassanini scuole autonome e di regolazione di stru- ’97 è innegabile; che nella gremita giran- menti correttivi delle possibili distorsioni dola di ministri saliti alla Minerva romana derivanti dalla generalizzazione del mo- si stia procedendo con la consueta prassi dello del quasi-mercato(9). degli slanci intrepidi e delle brusche frena- Queste condizioni, integrandosi in modo te, delle strade imboccate con decisione positivo, dovrebbero attivare un circolo e delle risolute conversioni, della perma- virtuoso: la domanda degli utenti si orien- nente estetica del “non finito”, dell’eterna ta verso le scuole che offrono servizi mi- condanna alla frammentarietà… è ugual- gliori e formazione di qualità; la scelta de- mente evidente: la libertà di scelta delle gli utenti determina l’afflusso premiante famiglie opera solo dove è possibile e con di maggiori risorse finanziarie; le maggiori modestissime conseguenze operative; la risorse economiche confluiscono nell’am- valutazione degli esiti scolastici non è uno pliamento, miglioramento e innovazione strumento di orientamento degli utenti; dell’offerta formativa. l’autonomia delle scuole è un progetto Il quasi-mercato è concepito per innesta- incompiuto; la dirigenza scolastica non re un dispositivo crescente di qualità non risponde dei risultati; non esistono mec- solo grazie alla competizione continua tra canismi che incentivino l’innovazione e il i soggetti preposti allo stesso servizio, ma cambiamento; la concorrenza tra scuola anche per l’imprescindibile selezione na- statale e scuola paritaria è viziata alla base turale dei soggetti più deboli e inefficienti dall’incompiutezza della L. 62/2000 (finan- (sia statali, sia privati), destinati ad uscire ziamenti, reclutamento del personale, re- fuori dalla competizione, dal mercato. quisiti di qualità, controlli e valutazione); La virtù di questo meccanismo regge su la flessibilità delle risorse umane è solo due presupposti (tutt’altro che scontati): un’astrazione; l’amministrazione scolasti- la domanda formativa deve essere consa- ca continua a svolgere contemporanea- pevolmente orientata alla qualità e le scuo- mente e con affanno compiti di gestione le devono essere organizzate e continua- e di garanzia del servizio… mente motivate ad espandere i confini del Un modello lasciato a metà è più perico- miglioramento e dell’innovazione. Nel bel loso dell’assenza di modelli: la “vecchia” mezzo di questo congegno, ovvero, tra la scuola statale è morta, il quasi-mercato domanda dei genitori e il miglioramento vive solo nei suoi aspetti coreografici… è continuo delle scuole, è necessario un ele- come stare su uno scoglio in mezzo al fiu- mento indispensabile di conoscenza: un me senza saper a quale delle due rive si sistema nazionale di valutazione che sia in vuole approdare. grado di leggere gli esiti delle scuole, diver- Conosciamo già quanto sia estenuante e samente non si uscirà mai dal limbo delle stucchevole la contrapposizione tra stata- impressioni, delle approssimazioni e dei listi e mercatisti, tuttavia, non si può non pregiudizi ideologici. Il modello in discus- rimarcare il solito, strisciante pregiudizio sione, inoltre, richiede di essere compiu- che lo Stato sia sempre un soggetto vizioso tamente sviluppato in tutti i suoi aspetti e in tutto quello che fa per i cittadini, men- potenzialità, altrimenti l’incompiutezza in tre soggetti “diversi” siano sempre e co- talune condizioni pregiudicherebbe l’inte- munque virtuosi; analoga insulsa creden- • N.4 APRILE 2014
PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA 13 za è anche l’opposto, ovvero, che tutto ciò apertamente, e “a-priori”, che il diploma, che non sia Stato sia necessariamente in- da loro, si prende in un anno? Sarà l’alta sano e sospetto; non diversamente è una qualità dei miracoli didattici? È dramma- mera congettura che tra profit, non pro- tico che in un Paese come il nostro non fit e Stato si debba stabilire, quasi fosse esistano dati qualitativi di comparazione e automatica, una concorrenza virtuosa che un sistema di controllo affidabile. moltiplichi per naturale conseguenza i co- È davvero sicuro che – nell’istruzione pub- efficienti di qualità. In tutti i casi, la virtù è blica –, accrescendo la scelta del consu- solo probabile qualunque sia il soggetto in matore e favorendo la concorrenza, si ac- campo: è tutta da dimostrare e – in assen- cresce la qualità? La concorrenza ha intro- za di un sistema nazionale di valutazione dotto più innovazione? E se fosse proprio compiuto e credibile – le prove oggettive l’introduzione di meccanismi di mercato a cedono il passo alle ideologie, alle corpo- mascherare l’incapacità di introdurre inno- razioni e ai pregiudizi. vazioni? Stiamo inseguendo la scuola della In questi tre lustri di esistenza del siste- società dei consumi, del “soddisfatti o rim- ma pubblico integrato di istruzione (L. borsati” o stiamo costruendo la scuola dei 62/2000), la compresenza “competitiva” “diritti di cittadinanza”? tra scuola statale e scuola paritaria ha Nei fatti possiamo solo constatare che esi- migliorato la qualità del sistema formati- stono buone e cattive scuole sia nel siste- vo degli italiani? Nel nostro Paese vi sono ma statale sia nel sistema paritario. Se si circa 8.644 istituzioni scolastiche statali cominciasse a guardare il problema senza (con oltre 41.000 plessi) frequentate da 7 prevenzioni settarie, si potrebbe perfino milioni e 800 mila studenti, e circa 13.847 riconoscere che la maggiore qualità non paritarie (due terzi delle quali cattoliche) discende certo dalla natura giuridica del frequentate da 1 milione di alunni. Per gestore ma dall’organizzazione interna, quanto sbilanciate nel confronto, le scuo- dalla serietà e maturità dei contesti, de- le paritarie sono state uno strumento di gli operatori e degli stessi utenti. È possi- crescita e qualificazione del servizio? Se si bile un altro modello di scuola e un’altra fa eccezione per un numero circoscritto idea di scuola pubblica? Soprattutto, que- di buone scuole secondarie superiori pari- sta nuova idea di scuola può nascere dal tarie, le rimanenti hanno per caso smesso basso, utilizzando con responsabilità gli di fare i “diplomifici” a pagamento? Per- strumenti odierni dell’autonomia? Troppe ché continuano a vivere pubblicizzando domande. Note (1) Le Idi di marzo, legate all’uccisione di Giulio Cesare (15 (3) M. Melino, Il sistema nazionale integrato d’istruzione – marzo del 44 a. C.), fanno da metafora di sfondo a questo La parità scolastica, in «Scuola & amministrazione», a. XIII, lavoro; tuttavia, il mese di marzo pare, per una coincidenza gennaio 2004, pp. 3-7. del tutto accidentale, il mese ricorrente, in anni diversi, dei (4) Art. 1, comma 1, L. 62/2000: «Il sistema nazionale di principali provvedimenti che hanno determinato il cambio istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo di modello istituzionale, la vera e propria mutazione gene- 33, comma 2, della Costituzione, è costituito dalle scuole tica del nostro sistema scolastico: 15 marzo 1997 l’avvio statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La dell’autonomia scolastica; l’8 marzo 1999 il varo del Rego- Repubblica individua come obiettivo prioritario l’espansio- lamento; il 10 marzo 2000 la legge più incisiva sulla meta- ne dell’offerta formativa e la conseguente generalizzazione morfosi identitaria: l’istituzione della parità scolastica; il 28 della domanda di istruzione dall’infanzia lungo tutto l’arco marzo 2003 la Riforma Moratti. della vita». (2) Per una sintetica descrizione del modello consumeri- (5) S. Tamburello, Draghi: la scuola è il vero motore della stico applicato all’istruzione si veda L. Benadusi, Politica e crescita, in Corriere della Sera, 10 novembre 2006. organizzazione della scuola, in E. Morgagni, A. Russo, L’e- (6) La relazione ministeriale di monitoraggio 2011 delle Se- ducazione in sociologia, Testi scelti, Clueb, Bologna, 1997, zioni primavera ha rilevato numerosi casi di appalto del pp. 477 – 509. servizio ad agenzie esterne (per es. cooperative di servizio) N.4 APRILE 2014 •
14 PROBLEMI DI POLITICA E CULTURA DELLA SCUOLA pur conservando la titolarità in capo alle scuole stesse. Si difficoltà di reperire e gestire il personale educativo da im- tratta di 250 sezioni, pari complessivamente a quasi il 18% piegare nel servizio, tuttavia, aggiunge il Rapporto, «questa del totale: 130 statali, 90 comunali e 30 paritarie. In termini esternalizzazione del servizio, non prevista dall’Accordo, percentuali, quelle 250 sezioni affidate in gestione a servizi può costituire un elemento critico del nascente micro-siste- esterni sono per il 43,9% presenti in scuole statali, per il ma educativo delle sezioni primavera, in quanto non con- 46,1% presso strutture comunali e per il 3,5% presso scuo- sente il controllo effettivo dei requisiti di qualità richiesti da le paritarie. In particolare, sono state le scuole del Centro parte del soggetto titolare del servizio. Si rende necessaria, Italia ad avvalersi di tale forma di affidamento del servizio, pertanto, una adeguata regolamentazione di questo istitu- con 73 sezioni appaltate (31,1% del totale): 49 sono stata- to di gestione». li (il 63,3% delle sezioni statali di quel territorio), 21 sono (7) L. Fischer, Sociologia della scuola, Bologna, il Mulino, comunali (70% di quelle presenti) e 3 sono paritarie. Nel 2003, p. 250. Nord Ovest il 72,7% delle sezioni statali risulta affidato in (8) Lo stesso autore analizza il modello del quasi-mercato gestione a servizi esterni. applicato alla riforma inglese dell’Education Reform Act del Il ricorso all’esternalizzazione del servizio, in particolare da 1988 (in vigore dal 1990), in E. Somaini, Scuola e mercato, parte delle scuole statali, è motivato probabilmente dalla Roma, Donzelli, 1997, p. 25 (nota). (9) E. Somaini, Op. cit., pp. 25-27. • N.4 APRILE 2014
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