Programma dettagliato - ParmaJazz Frontiere Festival 2019 - La Repubblica

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ParmaJazz Frontiere Festival 2019
Programma dettagliato
Ven
      25   ottobre - CMP - Teatro Farnese, h 20:30

ARVE HENRIKSEN &TRIO MEDIÆVAL
Rímur
Anna Maria Friman ⎢ voce
Linn Andrea Fuglseth ⎢ voce
Jorunn Lovise Husan ⎢ voce
Arve Henriksen ⎢ tromba

L’incontro musicale tra epoche e stili anche molto lontani tra loro è pratica ormai assodata nel panorama
contemporaneo, una attitudine che nel campo della musica improvvisata rappresenta quasi un filone
specifico, percorso in modalità differenti da diverse personalità. Sensibilità interpretative personali come
quella di Jan Garbarek, con il suo storico Officium del 1994, o quella di Paolo Fresu, con il recente Altissima
Luce dedicato al Laudario di Cortona, hanno testimoniato con dischi dedicati a questo ambito un interesse
concretizzato in specifici progetti originali.
Anche l’incontro tra il Trio Mediaeval – formato dalle voci di Anna Maria Friman, Linn Andrea Fuglseth e
Jorunn Lovise Husan e il trombettista e polistrumentista Arve Henriksen, si colloca in questa prospettiva,
plasmando una visione espressiva originale e pregnante. Complici le comuni radici popolari vichinghe di
Norvegia e Islanda, questi artisti hanno dato forma a Rímur, lavoro discografico registrato nel febbraio
2016 presso la Himmelfahrtskirche di Monaco e prodotto da Manfred Eicher. Proprio una nota della casa
discografica ECM racconta come «durante diverse estati il Trio Mediæval e il trombettista Arve Henriksen
hanno trascorso molti giorni insieme nella bellissima Dalsfjorden sulla costa occidentale norvegese, ed è lì
che è nata la maggior parte della musica per questa registrazione. Affascinato e ispirato da saghe
islandesi, bei canti, canzoni popolari, inni religiosi e melodie di violino, il quartetto ha organizzato un set
unico di canzoni in cui improvvisazione, musica medievale e musica tradizionale islandese, norvegese e
svedese incontrano il presente».
Ispirato a un poema epico appartenente alla letteratura islandese, Rímur offre un esempio di dialogo
musicale originale e intenso, dove le voci sanno dosare tutta l'ampia tavolozza di colori di cui dispongono,
assecondate dalla tromba di Henriksen, presenza timbrica che segue le evoluzioni dei brani con un suono
ora arrochito, ora fluido e vellutato. Un viaggio ricco di suggestioni, dove le voci e il suono della tromba
creano un impasto sonoro decantato in dialoghi originali ed evocativi.
Dom
    27ottobre     - CMP - Teatro Farnese, h 18
ANDERS JORMIN - LENA WILLEMARK - KARIN NAKAGAWA
Trees of Light
Karin Nakagawa ⎢ koto 25 corde
Lena Willemark ⎢ violino, viola e voce
Anders Jormin ⎢ contrabbasso

Se il dialogo tra culture differenti rappresenta un’occasione di incontro e arricchimento, la collaborazione
tra il contrabbassista Anders Jormin e la cantante e violinista folk Lena Willemark, entrambi svedesi, con la
suonatrice giapponese di koto Karin Nakagawa si presenta come preziosa occasione di confronto,
documentato nel lavoro discografico Trees of Light. La suggestiva ricchezza racchiusa in questa incisione
restituisce la variegata sensibilità dei tre musicisti impegnati attraverso un’originale declinazione delle loro
individualità.
L’idea di unire l’espressività improvvisativa di Jormin, bassista noto per il suo lavoro nel trio in corso del
collega svedese Bobo Stenson, l’attitudine di Willemark di interpretare ed espandere la tradizione musicale
popolare svedese e la maestria di Nakagawa, rinomata virtuosa giapponese del koto a 25 corde e impegnata
in contesti che vanno dalla tradizione al confronto transculturale contemporaneo, ha dato forma ad un
dialogo musicale profondamente suggestivo.
Specchio delle diverse personalità dei componenti di questo originale trio, questa ideale conversazione
miscela temi singolari innestati in un fluire espressivo variegato dove l'improvvisazione diviene strumento
privilegiato per esplorare il confine tra forma e libertà. Sullo sfondo di una comune attitudine espressiva,
Willemark condivide con Nakagawa la polska svedese e Nakagawa, a sua volta, offre la millenaria tradizione
del koto sia a Willemark che a Jormin, ottenendo l’originale risultato riconducibile ad una musica che ricorda
entrambe le tradizioni e rivela anche qualcos'altro. Folclorico nel suo ambiente, a volte quasi classico nella
sua austerità pur possedendo una libertà irrefrenabile che consente a Jormin, Willemark e Nakagawa di
seguire le loro muse individuali e collettive, il progetto racchiuso in Trees of Light riflette, in sintesi, un
tipo di innovazione transculturale profondamente originale.

Dom novembre - APE Parma Museo, h 19
    3
Una Stanza per Caterina
ARENI AGBABIAN
voce e pianoforte

Areni Agbabian, giovane cantante e pianista statunitense di origini armene, ha recentemente debuttato con
la casa discografica ECM di Manfred Eicher grazie a Bloom, un disco aperto da un tratteggio all’unisono,
poche note distillate tra il pianoforte e la voce che sussurra l’incipit del primo brano “Patience is more
important now…”. Un esordio che restituisce bene l’estetica di questa artista, raccolta in questa incisione
realizzata sotto la guida dello stesso produttore tedesco in una sessione di registrazioni tenuta nell’ottobre
del 2016 presso l’Auditorium della RSI di Lugano. Il clima generale del disco è nutrito dal pianismo morbido
e controllato di questa artista che, cresciuta accanto al pianista jazz armeno Tigran Hamasyan, in questo
Bloom rivela un’originale capacità di disegnare diciassette brani come una distesa di piccoli tasselli musicali:
ora racconti più dispiegati, come la composizione che apre il lavoro – composta da due parti, la già ricordata
“Patience is more important now…” e “A time to be with you as a time to pray” – ora da frammenti appena
accennati, come i brevissimi “Rain Drops” e “Whitness” che portano la firma dello stesso Eicher. Un mondo
sonoro uniforme e riflessivo, attraversato con passo lieve dalla voce di questa artista che si nutre di rimandi
alla tradizione musicale della sua terra di origine, richiamata direttamente da melodie tratte dal folklore
armeno quali “Anganim Arachi Ko”. Un immaginario musicale suggestivo, plasmato attraverso la materia
musicale timbrica e coinvolgente restituita dalla voce e dal pianoforte della Agbabian grazie ad un gusto
interpretativo assieme colto, misuratamente delicato e stilisticamente trasversale. Anche in questa
dimensione solistica, l’artista rilegge il ventaglio tematico esplorato in Bloom, restituendolo attraverso una
rinnovata e intima dimensione espressiva.
Gio novembre - Casa della Musica, h 20:30
   7
PEDRO MELO ALVES
VINCITORE DEL   "PREMIO INTERNAZIONALE GIORGIO GASLINI" 2019
CON

PEDRO BRANCO
Pedro Branco - chitarra
Pedro Melo Alves - batteria

A SEGUIRE

GABRIELE FAVA GROUP
I Can See The Darkness Fall                                                Produzione ParmaFrontiere 2019
Gabriele Fava - sax tenore
Tommaso Parmigiani - chitarra elettrica
Giancarlo Patris - contrabbasso
Marcello Canuti - batteria

Il duo formato da Pedro Branco, una delle figure più fresche della scena musicale portoghese, e Pedro Melo
Alves, batterista di The Rite of Trio e Omniae Ensemble, ha debuttato a dicembre 2018 e ha da subito
rivelato una forza musicale imprevedibile e scevra da limiti creativi. In occasione di un loro concerto della
scorsa estate, Libero Farnè su “All About Jazz” racconta la performance del «duo dei giovani sperimentatori
portoghesi Pedro Melo Alves e Pedro Branco, rispettivamente percussioni e chitarra. Le fitte dinamiche del
loro interplay e l'asimmetria delle parabole narrative, fino alle repentine chiusure, si sono basate sulle loro
sorprese sonore frastornanti: responsabile di ciò soprattutto l'elettronica del chitarrista, mentre le pelli e i
metallofoni del percussionista impersonavano un'anima più greve e ancestrale. Il percorso ha palesato quindi
una grana di una naturalezza nuova e "accattivante," quasi intrisa di un candore esplorativo insolito,
configurando un tipico esempio dell'improvvisazione estrema dei nostri giorni».

I Can See The Darkness Fall è il titolo del lavoro discografico, composto da una suite di brani legati da un
filo conduttore, e per estensione il nome del progetto artistico di cui fanno parte Gabriele Fava (Sax e
Composizioni), Tommaso Parmigiani (Chitarra Elettrica), Giancarlo Patris (Contrabbasso) e Marcello Canuti
(Batteria). Il titolo evocativo allude a un'immagine che richiama antichi culti ancestrali con i quali i
contadini, che rientravano dal lavoro alla sera, esorcizzavano la paura del buio (una delle paure archetipiche
dell'uomo fin dalla notte dei tempi) e dei demoni che con esso si manifestavano. Il progetto nasce da
suggestioni inizialmente culturali e antropologiche dal mondo folkloristico contadino dell'Italia del Nord,
che hanno trovato una espressione musicale del tutto originale, mescolando influenze folk con la musica
colta e il jazz di matrice europea.

Sab
      9 novembre     - Casa della Musica, h 20:30
MARIO PIACENTINI
Kryptikós
Mario Piacentini - pianoforte

A SEGUIRE

KUDSI ERGUNER - PIERRE RIGOPOULOS
Yol “Sufi Invocations”
Kudsi Erguner - flauto ney
Pierre Rigopoulos - percussioni

L’articolata carriera di Mario Piacentini lo ha visto protagonista sia quale componente di diverse formazioni
sia nella dimensione solistica, nell’ambito della quale ha realizzato, tra l’altro, l’incisione discografica
titolata Igarclau e salutata da Giorgio Gaslini con queste parole: «finalmente un disco di un vero pianista».
La sua qualità di interprete è stata evidenziata in diverse occasioni: «tocco, articolazione delle frasi e
progressioni armoniche rivelano una superiore padronanza della tastiera» (Ernesto de Pascale); e ancora «il
pianismo di Mario Piacentini brilla soprattutto per una qualità: l’intensa libertà interiore, il tentativo di uno
scavo profondo dentro le note e più ancora dentro l’animo di chi suona e di chi ascolta.» (Maurizio Franco).
In merito al progetto Kryptikós, Piacentini lo descrive così: «linguaggi a prima vista incomprensibili
nascondono contenuti difficili da decifrare e non sempre decodificabili. Aprono quindi possibilità alternative
e sperimentali nella ricerca di senso».

Yol (viaggio, percorso) è un progetto nato nel 2013 per l'Università di musica Franz Liszt Weimar -
Transcultural Music Studies, grazie al coinvolgimento di due musicisti come il turco Kudsi Erguner e il franco-
greco Pierre Rigopoulos. Kudsi Erguner è un esperto di musica mevlevi e sufi. In particolare, è un virtuoso
del flauto più comunemente noto come Ney. Erguner onora la sua tradizione di famiglia seguendo la guida
di suo nonno e suo padre, impegnato a promuovere la sua tradizione con la sua scuola Ney a Parigi. Pierre
Rigopoulos ha studiato percussioni contemporanee al Conservatorio Pantin, dove lo Zarb (tamburo iraniano)
è diventato il suo strumento principale. Percussionista versatile, suona in gruppi jazz, musica tradizionale
o classica per spettacoli teatrali, danza o opera. È membro dell'ensemble barocco francese "Les Musiciens
De Saint-Julien", fondato da François Lazarevitch nel 2005. “Sufismo” è il nome dato alla vita mistica
dell'Islam. Un secolo dopo la scomparsa del profeta Maometto, alcuni personaggi mantennero intatta la
purezza della loro fede e radunarono attorno a loro un gran numero di fedeli. Da questi primi discepoli
discendono coloro che presto sarebbero stati chiamati "Sufi" (persone vestite con lana “Suf”). Iniziò così il
grande movimento del "Sufismo", all'interno del quale si formarono tradizioni distinte, “Tarikat” o “Yol”,
generate dall'insegnamento di diversi maestri. Nella civiltà musulmana, queste tradizioni sufi sono sempre
state una grande fonte di ispirazione per le arti, specialmente nella musica e nella letteratura. Lo sviluppo
della sensibilità artistica faceva parte dell'educazione dei discepoli. I Dervisci danzanti mettevano in musica
molte poesie del loro maestro, specialmente per le cerimonie di “Semâ” (o “Sama”). Questo concerto
presenta musica improvvisata secondo la tradizione del makam e opere composte da maestri sufi. Per i sufi,
ascoltare la musica “Semâ”, è un'invocazione di Dio e una meditazione

Dom
    10novembre       - CMP – Voltoni del Guazzatoio, h 18
ROBERTO BONATI - CHIRONOMIC ORCHESTRA
The Art of Improvised Chironomy
                Produzione ParmaFrontiere 2019
Roberto Bonati ⎢ direttore
Diletta Longhi - voce
Angela Malagisi - voce
Cecilia Preste - voce
Elena Rosselli - voce
Thomas Marvasi - clarinetto basso
Gabriele Fava - sax soprano
Emiliano Vernizzi- sax soprano e tenore
Claudio Morenghi - sax tenore
Matteo Valentini - sax tenore
Fabio Frambati - flicorno
Alberto Ferretti - tromba
Antonio Ronchini - tromba
Tommaso Salvadori - vibrafono
Roberta Baldizzone - pianoforte
Luca Perciballi - chitarra
Federica Catania - violino
Sara Valentina Pelosi - violino
Paolo Ricci - violino
Davide Santi - violino
Serafima Gorskova - viola
Caterina Ferrari - violoncello
Giacomo Marzi - contrabbasso
Giancarlo Patris - contrabbasso

Considero il mio atelier come un orto. Laggiù ci sono dei carciofi. Qui delle patate.
Bisogna tagliare le foglie affinché crescano i frutti. Venuta l’ora bisogna potare.
Lavoro come un giardiniere o come un vignaiolo. Le cose maturano lentamente.
Il mio vocabolario di forme, ad esempio, non l’ho scoperto in un sol colpo.
Si è formato quasi mio malgrado.
Joan Mirò

La chironomia è una forma di direzione musicale, in genere impiegata per musica corale, dove l'uso di gesti
delle mani dirige l'esecuzione musicale. Pratica antica che si ipotizza risalente alle prime evidenze egiziane
attraverso la documentazione geroglifica, rappresenta un metodo particolarmente sviluppato nelle
tradizioni prive di una notazione scritta, tra cui canti vedici, bizantini e romani. La chironomia religiosa
ebraica può anche essere individuata come segno mnemonico nelle Bibbie ebraiche stampate, che appare
in alto, in basso e in mezzo al testo da cantare, al fine di guidare il cantore nella sua interpretazione delle
letture bibliche (cantillazione).
Nel panorama contemporaneo il suo impiego nell’ambito della musica improvvisata crea il presupposto per
una particolare forma di conduction dove – come nel caso della Chironomic Orchestra diretta da Roberto
Bonati – il direttore usa gesti e segni particolari per indicare, stimolare e sostenere l’azione dei musicisti.
Non esistono leggii o spartiti a cui i musicisti guardino, la loro attenzione è completamente rivolta alle
indicazioni del direttore e all’azione dei loro colleghi. Ciò che accade in questo contesto è diverso da quello
che gli stessi musicisti sono soliti fare nei rispettivi ambiti. Ogni performance è unica e irripetibile.

Sab
   16novembre      - Casa della Musica, h 17
LUCA PERCIBALLI | LICEO MUSICALE ATTILIO BERTOLUCCI
He Do the Police in Different Voices                                       Produzione ParmaFrontiere 2019
Esito della VI° edizione del Workshop rivolto agli allievi del Liceo Musicale “A. Bertolucci” di Parma,
condotto da Luca Perciballi

Giulia Petucco voce e percussioni
Letizia Zanfardino - flauto
Arianna Ruggeri - fagotto
Nico Tosi - trombone
Erika Bernardo - percussioni
Tommaso Pezzani - percussioni
Michele Violi - percussioni
Nicolò Rainieri - pianoforte
Tito Zucchi - pianoforte e violoncello
Giacomo Bianchi - chitarra
Matilde Lombatti - chitarra
Daniele Loche - violino
Mattia Rossetti - viola
Gianluca Spagnoli - violoncello

Il progetto che Luca Perciballi propone agli studenti del Liceo Bertolucci prende il nome dal working title
che T.S. Eliot usava per il suo The Wasteland: la poesia di Eliot e di altri grandi autori (Celan, Mallarmè,
Campana) sarà il materiale di base per il lavoro con l’orchestra.
La parola parlata, opportunamente registrata su supporto, verrà trascritta e organizzata in elementi
musicali, fugendo da materiale tematico per la costruzione di una forma canzone diversa dalla comune
accezione del termine, tralasciando la semplice forma a cui si riferisce la mjusica popolare per recupare un
senso più profondo di drammmaturgia. Gli studenti verranno condotti attraverso molteplici modalità del
fare musica, al fine di costruire uno spettacolo organico che commenti e sottilinei le parole poetiche degli
autori scelti: la parola trascritta permetterà un grande lavoro sul ritmo e sulla lettura/interpretazione dello
stesso mentre la drammaturgia si muoverà attraverso scenari improvvisativi (improvvisazione jazzistica e
conduction orchestrale) e partiture di vario tipo (dalla notazione tradizione alla partitura grafica). Gli
allievi verrano stimolati a partecipare alla creazione della drammaturgia e all’organizzazione degli elementi
che verranno presentati loro a blocchi che potranno liberamente ordinare collettivamente.
He do the police in different voices vuole essere soprattutto un’educazione alla scoperta di modi alternativi
di fare e di guardare alla musica, veicoli importanti per la produzione di pensiero consapevole e possibile
di infinite ramificazioni.

Sab
   16novembre      - Casa della Musica, h 20:30
ROBERTA BALDIZZONE WHITE QUARTET
Changing Textures                                                          Produzione ParmaFrontiere 2019
Gabriele Fava - sax soprano / tenore
Roberta Baldizzone - pianoforte
Ricardo Costa - chitarra elettrica
Marcello Canuti - batteria

A SEGUIRE

ANDREA GROSSI BLEND 3
Lubok                                                                      Produzione ParmaFrontiere 2019
Manuel Caliumi - sax contralto
Michele Bonifati - chitarra elettrica
Andrea Grossi - contrabbasso
In collaborazione con Associazione I-Jazz - italiajazz
Presentato all’interno del progetto Nuova Generazione Jazz

In Changing Textures la pianista e compositrice Roberta Baldizzone basa il suo lavoro essenzialmente sulla
ricerca del contrasto sonoro – timbrico, dinamico, tensivo – che nasce dalla sperimentazione su costruzioni
intervallari e strutture aperte. A livello compositivo e improvvisativo, i temi, gli ostinati, le sequenze
armoniche, così come gli elementi generativi degli episodi estemporanei, sono costruiti su simmetrie che
hanno tra loro specifiche relazioni di distanza. Per lasciare sciolto da vincoli l'elemento improvvisativo, si è
scelto di ridurre la scrittura al minimo, privilegiando un tipo di struttura per lo più libero nel quale si
susseguono una sequenza di episodi a volte senza una metrica esplicita. L'esplorazione del suono nelle sue
varie dimensioni dà luogo a impasti timbrici, variazioni nell'intensità, mutamenti della disposizione nello
spazio e genera di conseguenza un cambiamento dell'effetto tensivo/distensivo della musica. Da qui il nome
del progetto, Changing Textures, a sottolineare il continuo mutare nella trama – intesa anche come
“consistenza” percepita a livello tattile – degli accadimenti sonori.

Blend 3 è un organismo composto da tre personalità differenti ma affini, che esplora le possibilità sonore di
un trio che, senza alcuna scaletta prestabilita, utilizza composizione ed improvvisazione come unico
materiale. In questo modo ciò che già è scritto viene proposto con la stessa presenza e freschezza di
un’improvvisazione e, allo stesso tempo, l’improvvisazione come prassi e non come genere viene sviluppata
con profonda funzione compositiva. Blend 3 non sa quanti brani suonerà o quanto improvviserà, conosce
soltanto il suo bisogno primario: prendere nuovamente vita ricercando un costante senso di unicità. Un
approccio, questo, che si ritrova naturalmente anche nei tracciati musicali che compongono il progetto
Lubok, recente lavoro discografico, il quale Roberto Masotti, per descriverlo, utilizza queste parole: «C’è
in Blend 3 un’arte di fondere modi diversi, evocandoli e trasformandoli, che sorprende».

Sab
   23novembre      - CMP – Voltoni del Guazzatoio, h 20:30
VINCENZO MINGIARDI
969/019                                                                   Produzione ParmaFrontiere 2019
Vincenzo Mingiardi - chitarra

Credo che un concerto in solo abbia il carattere di un diario di bordo: forse sarebbe meglio dire in solitaria,
dunque. Si tracciano rotte, si valutano venti ed eventi, si contemplano stelle fisse, si annota, si cercano
approdi.
L’occasione del Cinquantenario – mezzo secolo dal 1969 – è propizia per cercare di tracciare una mappa. Le
stelle fisse abbondano e risplendono: in quell’anno appaiono in un orizzonte già luminoso A Rainbow in
Curved Air di Terry Riley; Live/Dead dei Grateful Dead; In a Silent Way e Bitches Brew di Miles Davis; Stills
& Nash di Crosby; Emergency! dei Tony Williams Lifetime; Ummagumma dei Pink Floyd; Abbey Road dei
Beatles. Appare anche 2001: Odissea nello spazio di Kubrick, e soprattutto si manifesta al vostro piccolo
navigatore – allora undicenne, accompagnato dal padre nella maestosa sala del cinema Odeon in Parma – la
cosiddetta Star Gate Sequence, la lunga sequenza psichedelica verso la fine del film.
Sulla superficie restano scie, più o meno vaghe e cangianti; in profondità le correnti. Non una rievocazione,
semmai un’ invocazione. “Fare forward voyagers!”, come esortava il poeta.

Dom
      24novembre       - CMP – Voltoni del Guazzatoio, h 18

TOR YTTREDAL       -   ROBERTO BONATI
Incanti                                                                   Co-produzione ParmaFrontiere
Tor Yttredal - sax soprano / tenore, clarinetto basso                    Faculty of Performing Arts
University
Roberto Bonati - contrabbasso                                            of Stavanger

Due musicisti che collaborano da diversi anni, si presentano qui in duo, una formazione
molto particolare, nella quale il gioco degli specchi, il raccontarsi reciprocamente ha grande parte.
It takes two to know one.
Questo concerto rappresenta il punto finale di una settimana di residenza artistica di Tor Yttredal a
ParmaFrontiere, durante la quale abbiamo realizzato un progetto di ricerca prodotto dal Dipartimento di
Jazz della Università di Stavanger.

Gio
   28novembre – Casa della Musica, h 20:30
EUROPEAN ACADEMY ENSEMBLE
The Frailest Leaves of Me                                                 Co-produzione ParmaFrontiere
2019
Una dedica a Walt Whitman nel centenario della nascita
Un Progetto di ParmaFrontiere
dall'Academy of Music and Drama di Göteborg
Sebastian Petersson - trombone
Daniel Andersson - contrabbasso

dalla Faculty of Performing Arts UiS
Mathilda BendiKsen Anker - voce
Benjamin Synnevåg Sagebø - batteria

dalla Norwegian Academy of Music di Oslo
Ingrid Skaåland Lia - sassofono
Erling Skorpen - tromba
Leo Dommersnes Sundström - pianoforte

dal Conservatorio di Musica "A.Boito" di Parma
Elena Rosselli - voce
Giacomo Ruggeri - chitarra
Giancarlo Patris - contrabbasso

sab
   30novembre – Ridotto del Teatro Regio, h 15:30 e 18
CARTOONS!
Alla ricerca degli Aristogatti                                    Produzione ParmaFrontiere 2019
Sabina Borelli - voce narrante
Diletta Longhi - voce
Matteo Valentini - sassofono
Paolo De Matteis - pianoforte
Giancarlo Patris - contrabbasso
Benedetta Rositano - batteria

In collaborazione con Fondazione Teatro Regio - Cartellone RegioYoung

Il cartone animato, tra i più conosciuti al mondo, dal ritmo acceso ed incalzante torna sulla scena de Le
Petit Cafè, con quattro musicisti, una cantante ed un’attrice; che con abiti parigini e modi aristocratici
canteranno, suoneranno e racconteranno le avventure degli aristogatti. Una storia piena di musica e
canzoni, un dialogo tra personaggi e strumenti musicali, un concerto per grandi e piccini tutto da cantare.
Ma questa volta una celebre storia viene raccontata e vissuta in prima persona dal personaggio più piccolo
di questa avventura; Gruviera, non il formaggio, ma il fedele topolino, l’amico dei gatti.
Lasciatevi dunque guidare da qualche nota musicale e dalle parole di questo topolino, chiudete gli occhi e
immaginatevi tutti tra le vie di Parigi, come gatti alla ricerca degli artistogatti...perchè, se puoi sognarlo
puoi farlo!

lun dicembre - Casa della Musica, h 20:30
   2
MORTEN HALLE     - ALBERTO TACCHINI - ROBERTO BONATI
Meeting                                                                    Produzione ParmaFrontiere 2019
Morten Halle - sax
Alberto Tacchini - pianoforte
Roberto Bonati - contrabbasso
L’Accademia di Musica di Oslo ha riunito cinque scuole (Il Royal Conservatory di Glasgow, la Hochschule fur
Musik und Theater di Hamburg, la Hochschule fur Musik di Nurnberg e il Conservatorio A. Boito di Parma) e
cinque festival (Oslo, Edinburgh, Elbjazz, Nuejazz e ParmaJazz Frontiere) nel progetto di “Strategic
Partnership The Jazz Workshop”, creato all’interno del programma di mobilità europea Erasmus. Il progetto
è stato approvato e finanziato e per i prossimi tre anni diversi large ensemble formati da venti giovani
musicisti, provenienti dalle scuole coinvolte, si incontreranno e suoneranno insieme la musica da loro stessi
composta nei festival partecipanti.
Morten Halle è vicedirettore all’Accademia di Musica di Oslo, Alberto Tacchini ed io, siamo docenti nella
scuola di Jazz del Conservatorio Boito e proprio oggi 2 dicembre inizia, per gli studenti selezionati e docenti,
la prima settimana di intensive programme a Oslo… e così, il concerto di questa sera vuole battezzare
questo inizio con un incontro tra musicisti di diverse tradizioni attraverso i misteri dell’improvvisazione.
Confronti. Dialoghi sulla musica tre le pagine
Sab
   26ottobre   - laFeltrinelli Libri e Musica, h 18:30

VESPER AND SILENCE ⎢ THE SONGS WE USED TO SING
WHIRLING LEAVES ⎢ CHANGING TEXTURES
Presentazione ultime uscite discografiche ParmaFrontiere

Dopo anni in piccoli e grandi ensemble, come interprete, improvvisatore e compositore,
Roberto Bonati conquista la sua dimensione più intima e firma Vesper and Silence: un
album poetico ed intenso quanto coraggioso, per contrabbasso solo. Vesper and Silence
è stato registrato dal vivo all’Abbazia di Valserena, una meravigliosa chiesa del XIII secolo,
ed è anche una dedica dell’artista al luogo che ha ospitato il concerto, un luogo molto
speciale, con un suono affascinante ed evocativo: uno spazio in cui la musica si è rivelata,
dove le note riecheggiano, in un percorso musicale nel quale improvvisazione e
composizione si uniscono inscindibilmente. Un audace gioco non idiomatico che passa
attraverso molteplici linguaggi, accoglie diverse tradizioni e ci conduce alla scoperta delle
diverse anime dello strumento ma soprattutto, come dice Bonati, “alla rivelazione della
mia anima”.

La creazione di The Songs we used to sing non ha seguito un percorso consueto. Il gruppo,
assemblato da Tony Moreno e composto, oltre a Tony, dalle icone Jazz Russ Lossing e John Hébert,
si è incontrato una sola volta durante un pomeriggio nell'agosto 2010. La location, un impianto
combinato per prove e registrazioni a Westbeth a Manhattan, ha dato la possibilità di suonare e
registrare con l'idea principale di documentare la sessione. Il quartetto ha stabilito da subito un
consenso reciproco e una forte connettività proprio al primo battito, il risultato è la musica
contenuta in The Songs we used to sing. Alcune melodie sono composizioni portate dai musicisti,
mentre altre tracce sono puramente improvvisate. Va menzionata la melodia "Change" che è stata
suonata durante la sessione per la prima volta in assoluto, visto l’alto grado di pathos è stato
difficle per Gassmann rimanere all'interno dei confini della performance professionale.

Whearling Leaves. La Chironomic Orchestra, un ensemble flessibile e mutevole attivo del 2015,
presenta in occasione di questa edizione del festival la sua seconda pubblicazione. Dopo il DVD Il
Suono Improvviso con il concerto al Teatro Regio del 2015, il nuovo cd Whirling Leaves è la
testimonianza di un concerto tenuto dall’orchestra all’Abbazia di Valserena – CSAC il 29 ottobre
2017 all’interno del programma del festival.
Nello stesso giorno, quel pomeriggio, fu presentato The Art of Conduction, il libro di Lawrence D.
Butch Morris pubblicato a cura di Daniela Veronesi. Quel concerto è stato anche un omaggio a
Butch Morris, utilizzando quel modo particolare di dirigere l’improvvisazione che io ho chiamato,
in rispetto al copyright di Morris relativamente al termine “conduction”, e per le tante differenze
nel vocabolario gestuale, Improvised Chironomy.
Quel concerto fu un momento speciale per la concentrazione, la sala e l’energia profusa da tutti
i musicisti che parteciparono.
Possiamo inoltre osservare anche che questo è un modo davvero particolare di presentare un cd,
in questa occasione presentiamo Whirling Leaves ma, ovviamente, trattandosi di musica
improvvisata, non eseguiremo quel programma e ci avvieremo insieme, noi e voi ascoltatori, verso
percorsi sconosciuti e misteriosi, assistendo, con meraviglia, alla magia della creazione musicale.
Invocando le Muse. (Roberto Bonati)

Changing Textures un progetto musicale che raccoglie brani della pianista e compositrice
Roberta Baldizzone. Basato essenzialmente sulla ricerca del contrasto sonoro – timbrico, dinamico,
tensivo - nasce dalla sperimentazione su costruzioni intervallari e strutture aperte. L'esplorazione
del suono nelle sue varie dimensioni dˆ luogo a impasti timbrici, variazioni nell'intensità,
mutamenti della disposizione nello spazio e genera di
conseguenza un cambiamento dell'effetto tensivo/distensivo della musica. Da qui il nome del
progetto, Changing Textures, a sottolineare il continuo mutare nella trama – intesa anche come
'consistenza' percepita a livello tattile – degli accadimenti sonori.

Lun novembre – Associazione Remo Gaibazzi, h 18:30
   4
ROBERTO MASOTTI
autore di Jazz Area (Seipersei, 2019)
presenta il suo libro e commenta il volume di
CLÉMENTINE DEROUDILLE, Doisneau e la musica (Jaca Book 2019)
Conduce l’incontro Alessandro Rigolli

Mer
   13novembre – laFeltrinelli presso La Galleria, h 18:30
JACOPO TOMATIS
autore di Storia culturale della canzone italiana (Il Saggiatore, 2019)
presenta il suo libro e dialoga con MARCO BUTTAFUOCO
Conduce l’incontro Alessandro Rigolli

Mer
   20novembre – laFeltrinelli presso La Galleria, h 18:30
CLAUDIO SESSA
curatore di Mister Jelly Roll di ALAN LOMAX (Quodlibet, 2019)
dialoga con STEFANO ZENNI autore di
Louis Armstrong. Satchmo: oltre il mito del jazz (Stampa Alternativa, 2018)
Conduce l’incontro Alessandro Rigolli

FORMAZIONE

Ottobre/Novembre – Liceo Musicale “A. Bertolucci”
WORKSHOP LUCA PERCIBALLI
He Do the Police in Different Voices

BIGLIETTI
TEATRO FARNESE
Intero                                          € 20,00
Ridotto                                         € 15,00
VOLTONI DEL GUAZZATOIO
Intero                                          € 15,00
Ridotto                                         € 12,00

CASA DELLA MUSICA
Intero                                        € 15,00
Ridotto                                       € 12,00
Ad eccezione del 16 novembre ore 17:00 (ingresso libero), 28 novembre (ingresso a offerta)
TEATRO REGIO
Intero                                            € 12,00
Ridotto                                           € 8,00

APE FONDAZIONE MONTEPARMA
Ingresso a invito

ASSOCIAZIONE REMO GAIBAZZI
Ingresso libero

LAFELTRINELLI LIBRI E MUSICA
LAFELTRINELLI PRESSO  LA GALLERIA
Ingresso libero

INFO E PRENOTAZIONI

PER I CONCERTI AL RIDOTTO DEL TEATRO REGIO
Biglietteria Teatro Regio – Tel. 0521.203999 - biglietteria@teatroregioparma.it

PER TUTTI GLI ALTRI CONCERTI
ParmaFrontiere - Tel 0521.238158 – info@parmafrontiere.it

I ridotti ordinari sono riservati a: under 18, over 60, studenti universitari.

Una condizione agevolata d’ingresso è rivolta agli studenti del Conservatorio “Arrigo Boito” e del Liceo
Musicale “Attilio Bertolucci” Biglietto € 5,00
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